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Messaggi - Ipazia

#6196
Ulteriore dimostrazione dell'inconsistenza scientifica e natura ideologica dell'Economics.
#6197
Tematiche Filosofiche / Re:I numeri e le lettere
06 Gennaio 2020, 19:07:08 PM
L'infinito è un concetto logico-matemaico assolutamente innocuo in cui rientrano anche gli infiniti più "densi" di ordine superiore.  Sull'infinito si può fare, come su ogni altra cosa, metafisica, mistica e narrazioni varie.
#6198
Tematiche Filosofiche / Re:I numeri e le lettere
06 Gennaio 2020, 15:33:46 PM
Numeri e lettere sono algoritmi per costruire entità molto più grandi delle unità simboliche utilizzate. Teoricamente i simboli numerici potrebbero essere infiniti quanto gli oggetti che vengono enumerati. E lo stesso dicasi per le unità simboliche del linguaggio, che vengono moltiplicate a dismisura nella scrittura ideografica.

Il sistema numerico decimale è uno dei tanti, così come l'alfabeto di n lettere. Per i computer bastano due segni (0;1 - off;on: sistema binario) per esprimere tutti i numeri e tutte le parole in tutte le lingue. Meraviglia della sintesi.

(2: la matematica è consapevole di questo paradosso per il quale ha inventato gli infiniti di ordine superiore. Ad esempio: l'infinito dei numeri relativi interi é 2 volte l'infinito dei numeri naturali)
.
#6199
Citazione di: anthonyi il 06 Gennaio 2020, 13:34:23 PM
Come saprai, in filosofia per ennucla si intende l'unità fondamentale, discutendo in economia potrebbe essere il singolo individuo, la singola scelta economica, la singola transazione. E' un modo per dire che per me il MACRO si costruisce sempre dal MICRO.

Opinabile: nascere in una capanna africana o a Beverly Hills è un MACRO che si mangia tutti i MICRO.
#6200
Il memento mori é parte inscindibile della riflessione filosofica e il filosofo Epicuro ne scrisse pensieri memorabili. Quanto da me citato vi aggiunge la bellezza, ingrediente essenziale del piacere. A degna conclusione del cerchio della vita umana.
#6201
Scienza e Tecnologia / Re:La "velocità" del tempo
06 Gennaio 2020, 09:28:42 AM
Tanto nel ragionamento scientifico che nella vita comune la differenza tra qualità e quantità é evidente. L'essenza e forma di un ente rimandano alla qualità, gli aspetti misurabili alla quantità. Che la quantità si muti in qualità lo scoprí la dialettica hegeliana, ma non di meno i due concetti restano distinti.

La qualità piú importante è quella della vita: relativa, storicamente determinata, sommatoria di ingredienti qualitativi e quantitativi assai variabili nel tempo.

La distinzione tra i due concetti rimane epistemologicamente fondata. Ma pure eticamente, per proteggerci dagli aspetti più deteriori del mensuralismo:

"che cosa sia un uomo non so, conosco solo il suo prezzo" (cit)
#6202
Scienza e Tecnologia / Re:La "velocità" del tempo
05 Gennaio 2020, 21:49:34 PM
La differenza qualitativa, anche restando sul piano metafisico, ha una primogenitura ontologica rispetto alla componente quantitativa. Anche nel platonismo la forma viene prima della misura. Un cerchio può avere la stessa area di un quadrato, ma Platone inorridirebbe se li confondessimo con la loro area.

Pure tra viator e ipazia: potremmo avere la stessa età, statura, peso, reddito, ma rimane una difference qualitativa invalicabile.

Anche tra capitalista e comunista la differenza deriva da una appartenenza di classe e ideale che viene prima di ogni quantificazione reddituale. E non sempre il più povero è il comunista: il Mercato è un cannibale che non risparmia neppure i suoi fedeli.
#6203
Chiedo venia per la sgrammaticatura. Il primo pezzo è davvero imperdibile: una polifonia rigorosa che parla di suo latino sfocia in uno struggente francese che accompagna il grande e amato Johannes Ockeghem  nei campi elisi dei musicisti.

(ormai solo la bellezza ci può salvare)
#6204
Citazione di: Jacopus il 04 Gennaio 2020, 22:26:26 PM
... non mi sento al di fuori del pensiero liberale, ma di sicuro sono il fautore di un pensiero critico liberale, che ancora auspica una modifica degli attuali sistemi, senza far ricorso alla rivoluzione proletaria o al passo d'oca.
Ma forse sono solo un sognatore.

O forse un ingenuo. Il che è certamente "una questione curiosa". Vabbè l'umanitarismo "senza se e senza ma", ma il liberal-liberismo proprio no !

Fin dall'inizio non ha fatto altro che rendere falsa testimonianza del suo innato classismo, fondando il suo primo stato laddove, mentre predicava il diritto dei liberal-liberisti alla felicità, si faceva servire nei campi, a tavola e a letto da schiavi africani e, per non farsi mancare nulla, attuava sui nativi nordamericani il più riuscito genocidio della storia che neanche Hitler, Stalin e Pol Pot in società possono reggere il confronto.

Non è che in Europa andasse meglio: il liberal-liberismo british insegnava al mondo i vantaggi dello schiavo salariato sullo schiavo full time. Magistrale la dimostrazione di Marlon Brando ai coloni portoghesi in Queimada di Gillo Pontecorvo. Il colonialismo faceva il resto.

Per sondare le profondità più remote dell'anima nera liberal-liberista nulla di meglio del primo libro del Capitale. Non M-D-M, ma le relazioni degli ispettori del lavoro di S.M.britannica e le vicende legate allo sfruttamento liberal-liberista dei minori. Succulente le geremiadi dei Soros dell'epoca, che filantropicamente profetizzavano miriadi di discoli bighellonanti se li si liberava dalla gratificazione del lavoro.

Solo una cosa l'hai detta giusta, Jacopus, ed è che tutta questa inumana schifezza liberal-liberista si è attenuata in una fase storica del novecento. Mica per motu proprio,  ma perchè l'armata rossa soffiava sul collo del "mondo libero", liberal-liberista.

Ora che quell'epoca è definitivamente tramontata si torna ai "padroni delle ferriere" e al vae victis potenziato dai flussi globali di capitali, merci e schiavi. Prossima tappa: 1 euro all'ora come livello base del "lavoro necessario" e delle relative retribuzioni anche nell'ormai ex primo mondo.

Perfino la retorica ottocentesca è tornata in auge, unendo alla barbarie dello sfruttamento anche il dileggio del minus habens: lo schiavo salariato è rappresentato dall'ideologia dominante liberal-liberista così stupido che se non fosse per i sobillatori vivrebbe felice come una Pasqua.

Ma, nello spirito festaiolo "O Freunde, nicht diese Töne!" almeno una buona notizia di socialismo reale senza virgolette. Dubito che durerà e già in Francia e Germania si vede tutt'altro. Ma mai dire mai.
#6205
"Deploration sur la morte d'Ockegem" di Josquen Des Prez, Stabat Mater di di Pergolesi,  Matthaeus Passion di J.S.Bach, i Requiem di Mozart e Verdi,  il Requiem tedesco di Brahms.
#6206
Scienza e Tecnologia / Re:La "velocità" del tempo
04 Gennaio 2020, 22:10:07 PM
Da qualunque cosa derivi il colore la differenza tra un bianco e un nero, un cane e un gatto, un liberista e un comunista, ... é qualitativa.

In chimica esistono l'analisi qualitativa e quantitativa. Vaglielo a spiegare tu che si sbagliano.
#6207
Come drammaticamente serio è che ci sia chi guadagna redditi da nababbo in uffici con aria condizionata e chi deva sputare sangue per mantenere la famiglia in una bolgia dantesca senza neppure la sicurezza del posto di lavoro. Voi liberisti proprio non vi schiodate dal vostro microcosmo dorato. E se qualcuno dice che il re è nudo si tratta di "terrorismo ideologico".
#6208
Scienza e Tecnologia / Re:La "velocità" del tempo
04 Gennaio 2020, 18:28:01 PM
@viator

Se non hai bisogno di un colorimetro per distinguere un umano di pelle bianca da uno di pelle nera significa che il colore è un attributo qualitativo.
#6209
Scienza e Tecnologia / Re:La "velocità" del tempo
04 Gennaio 2020, 15:12:17 PM
Citazione di: viator il 03 Gennaio 2020, 21:46:56 PM

La mia beffarda osservazione sarebbe : "Quale è la differenza tra fenomeni quantitativi non misurabili e fenomeni qualitativi non misurabili ?"

Che quelli quantitativi sono misurabili per definizione, i qualitativi in maniera molto opinabile e solitamente farsesca. Le scienze descrittive quali botanica, geologia, mineralogia, zoologia, astronomia, antropologia, ... aggregano i loro oggetti di studio su parametri qualitativi, non quantitativi.
#6210
Perchè lo è uno schiavo, e lui è il primo a saperlo. In acciaieria non si va per vocazione o passione, ma per necessità. Chiunque abbia visto un'acciaieria non può che essere, se è in buona fede, d'accordo con me. Ci metterei chi parla di "alienate ideologie" a lavorare in acciaieria.