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Messaggi - Ipazia

#6226
Aldilà di tutti i paragoni idraulici, resta assodato che un atteggiamento antagonista all'immigrazione clendestina è più efficace di uno umanitario e collusivo, per cui se la si vuole bloccare è meglio il primo.

Sopra ho già esposto i motivi per cui è irrilevante come arrivano. Il problema è che quando arrivano qui per molti paesi di vera, o dichiarata, provenienza è assai difficile il rimpatrio, per cui l'unica strategia valida, in attesa di accordi vincolanti con i paesi di provenienza e di transito, è bloccare tutte le vie di immigrazione clandestina o non motivata al permesso di soggiorno.
#6227
Scienza e Tecnologia / Re:La "velocità" del tempo
01 Gennaio 2020, 15:58:25 PM
Citazione di: iano il 31 Dicembre 2019, 21:56:22 PM
@Ipazia.
La percezione non è la realtà , ma neanche una bufala inaffidabile.Tuttaltro.
Anzi è il modello a cui la scienza deve ispirarsi, per poterlo integrare/superare ,laddove la scienza ci rende "diversamente percepienti".
Illusorietà non è il termine giusto da usare quindi.
L'unica illusione è quella di una realtà in se' conoscibile.

L'unica illusione (metafisica) è la realtà in sè.

CitazioneCertamente conoscere i meccanismi della percezione aiuta a correggere i deficit percettivi , cosa che il cervello in verità fa' da solo riorganizzando e ottimizzando le sue risorse in caso di accidentale menomazione sensoriale.
Il cervello è sempre "diversamente abile" perché capace con grande plasticità di modificarsi in base al contesto e alle risorse disponibili al momento.
Anche l'uso del termine deficit quindi è improprio.
Il cervello fa' quel che può con le risorse che ha e queste risorse , poche o tante che siano , integre o menomate che dir si voglia ,non sono mai infinite.

Il deficit è scientificamente circoscrivibile. L'occhio umano è sensibile ad un range di frequenze limitate. La biochimica del carbonio sopporta condizioni ambientali molto limitate rispetto ai range di temperatura, pressione e condizioni chimico-fisiche presenti nell'universo. E così via. Sono tutte cose che ci sono note senza scomodare la "cosa in sè" e tali deficit possono essere superati usando artifici tecnici scientificamente provati.

CitazioneLa percezione non usa metafisica , ma noi , quando parliamo di realtà in se' , senza saper dire di cosa stiamo parlando. Quando osservo "cio' che mi sta intorno " mi pare un tale miracolo che non è pensabile, fino a prova contraria , che ciò che osservo non sia la realtà in se'. La prova contraria pero' c'è.

E' un problema che la ricerca scientifica supera agevolmente sapendo quello che sa e quello che non sa. Quello che non sa, tipo la "cosa in sè", lo lascia volentieri alla metafisica e se ne occuperà solo quando ne saprà qualcosa, attraverso la ricerca. La realtà, per la scienza, è l'insieme dei fatti esperiti e le teorie non falsificate che questi fatti riescono a spiegare. Quando la teoria riesce a prevedere il risultato finale di una sequenza di fatti siamo in presenza di realtà. Non occorre nemmeno una laurea ad Harvard per produrre proposizioni reali: "tutti gli uomini sono mortali" ha piena corrispondenza con la realtà.
#6228
Non è difficile profetizzare che con la buona stagione la speranza sarà soddisfatta. Contrariamente ai marò ormai prescritti, l'Africa e le ONG sono sempre là.
#6229
Scienza e Tecnologia / Re:La "velocità" del tempo
31 Dicembre 2019, 11:19:54 AM
Citazione di: iano il 30 Dicembre 2019, 23:52:34 PM
Citazione di: Donalduck il 26 Dicembre 2019, 11:17:31 AM
Citazione di: iano il 26 Dicembre 2019, 01:52:10 AMCredo nella realtà sulla fiducia...
Mmmm.... Hai fatto un lungo discorso sulla realtà, dimenticandoti di dire cosa intendi con questo termine, e neppure si capisce da quello che scrivi. E' proprio il problema che ho enunciato e risolto, per quanto mi riguarda, nel modo che ho descritto. Non trovo invece nulla di intelligibile e neppure intuibile nel tuo modo di presentare la tua visione di questa fantomatica "realtà". Purtroppo non possiamo affatto contare su una intuizione comune, dato che da parte mia trovo decisamente fuorviante e fallimentare il modo in cui si usa generalmente questo termine in filosofia.
Semplicemente non c'è modo di dimostrare che una realtà fuori di noi esista , quindi siamo liberi di crederci o meno e io scelgo di crederci.
Non possiamo contare su una intuizione comune come prova di esistenza.
Non possiamo dire che il rosso esiste perché tutti lo percepiamo. Sappiamo che esiste una frequenza che corrisponde al rosso , ma il rosso ,oggetto comune della nostra percezione non esiste.
E come percepiamo il rosso così percepiamo il tempo.

Hai ragione a criticarmi . Spesso metto sulla tastiera i pensieri come vengono.

Sulle bufale "percepite" dal politicamente ed epistemologicamente "corretto" relative alla percezione forse è il caso di cominciare a fare debunking.

Che la percezione non sia illusoria basta a dimostrarlo la capacità di coordinare spazio, massa, tempo, onde luminose e operatore nella semplice manovra di posteggio di un'auto tra due auto parcheggiate. L'oggettività del risultato - fausto o infausto che sia - falsifica qualsiasi volo pindarico di tipo metafisico.

E poichè nell'operazione di sbufalamento non vogliamo farci mancare nulla, riusciamo anche a correggere i limiti percettivi di chi ha deficit visivi con artifici predisposti ad hoc, che non funzionerebbero minimamente se non avessimo compreso l'oggettività del processo visivo e le leggi naturali che lo regolano.

In definitiva, non solo la (cono)scienza non è illusoria, ma è così ben congegnata da potenziare millemilavolte i limiti evoluzionistici naturali della nostra percezione, liberandola pure dalle indebite attenzioni della metafisica.
#6230
Tematiche Filosofiche / Re:Al di là dell'aldilà
31 Dicembre 2019, 10:19:46 AM
Bella lezione di anticonsumismo. Complimenti. La mia auto condivide lo spirito della tua ed, UE permettendo, spero di portarla ad una veneranda età anche superiore alla tua. Ne limito l'uso per la sua salute e per i nostri polmoni allo stretto indispensabile, privilegiando la mia vera anima meccanica, la bicicletta, sempre quando è possibile. A fine anno il bilancio dei chilometri decide se sono stata brava. Se è stato davvero un buon anno ciclistico.

Auguri di buon anno a tutti.
#6231
Citazione di: niko il 30 Dicembre 2019, 14:31:08 PM

Per quanto riguarda il debito sociale, non ho chiesto io di venire al mondo: sono qui per caso, quindi mi dispiace ma non devo niente a nessuno, ne alla mia famiglia ne tantomeno alla mia fantomatica comunità di appartenenza (e quale sarebbe questa comunità poi? La città? La nazione? il continente? il pianeta?). In linea generale, dato che la mia comunità di appartenenza non è nemmeno facilmente identificabile, dovrei qualcosa a qualcuno se prima di farmi nascere o di includermi in qualche modo nella comunità (i miei familiari, o concittadini, o connazionali, o abitanti del pineta eccetera) mi avessero chiesto se fossi d'accordo. Così non è stato, ergo non devo niente a nessuno. Almeno non a priori e non nella forma di un obbligo al lavoro (salariato) solo perché esisto e sono abile ad esso. Il debito è una forma di obbligazione. E fino a prova contraria l'obbligazione, in una cultura (e in un'etica) liberale che nel bene o nel male è il meglio che come occidente abbiamo prodotto fino ad ora, nasce dal consenso.


Se l'etica liberale nasce dal consenso è come andare di notte senza lampada. Quell'etica nasce da chi proclamava il diritto alla felicità facendosi servire nei campi, a tavola e a letto da schiavi africani. Altrove da schiavi salariati. Non so gli schiavi a quale consenso affidassero le loro vite.

L'altro argomento non regge nè sul piano etologico, nè politico. Nascere in un branco determina tanto il territorio che gli obblighi sociali. Il debito ci deriva dalla natura e dal contesto etologico che possiamo cambiare solo tenendo presenti i fondamentali: nessun cucciolo sopravviverebbe con l'argomento dell'accordo preventivo. Fin dall'inizio esso riceve dall'esterno ciò che gli permette di sopravvivere e sopraggiunta l'età della ragione può pure decidere di togliere il disturbo con dignità, piuttosto che lamentarsi di essere nato. Oppure dare il suo contributo sociale per la sopravvivenza de branco che è l'unico modo per aver garantita la sua stessa sopravvivenza individuale. Cambiando le regole del branco, senza distruggerlo.

CitazioneIn quanto ricerco la felicità, io sono in debito semmai verso il futuro, non verso il passato. In quanto figlio del caso, sono in debito semmai verso il futuro, non verso il passato.

Ma nel dare l'assalto al cielo conviene realisticamente prendere atto che una laurea in ingegneria aerospaziale, pur di un'università inverecondamente capitalistica, funziona meglio delle ali di icaro delle utopie "futuriste". La storia umana è maestra crudele di tale verità.

CitazioneE' troppo facile, e troppo ipocrita, dire "da ognuno secondo le sue possibilità", se il comunismo non è completamente realizzato, cioè se sulla terra ancora non vale il criterio di giusta distribuzione "a ognuno secondo i suoi bisogni". Finché c'è gente sulla terra che nasce per morire di fame, di sete e di malattie curabili dopo pochi giorni dopo la nascita è fuor di dubbio che "a ognuno secondo i suoi bisogni" non valga.
Finché c'è gente che muore per le mine antiuomo, è fuor di dubbio che "a ognuno secondo i suoi bisogni" non valga.

Ma anche finché c'è la sofferenza psichica generata dal modello consumistico e dall'alienazione nelle metropoli occidentali, per cui le persone arrivano a novant'anni ma non sono felici, producono e consumano e non hanno un minuto di tempo per chiedersi chi cazzo sono, con picchi di suicidio e consumo di psicofarmaci, "a ognuno secondo i suoi bisogni" non vale.  E allora non vedo perché qui e ora, in questo contesto, dovrebbe valere "da ognuno secondo le sue possibilità."

"da ognuno secondo le sue possibilità" senza "a ognuno secondo i suoi bisogni" è un patto iniquo, che secondo la lezione dei maestri del contratto sociale Hobbes e Locke non sarebbe accettato: Il patto sociale si accetta perché equo. L'uomo non fa il patto sociale perché stupido, ma perché intelligente.

"da ognuno secondo le sue possibilità" senza "a ognuno secondo i suoi bisogni", in linea generale significa lavorare come schiavi per il padrone che in cambio del tuo lavoro  non ti dà nulla, o solo le briciole. Quello che oggigiorno vediamo ovunque e tutto pervade: sopravvivenza in cambio di vita. Questo modello, da un punto di vista prettamente etico, se si vuole fare la cosa giusta a prescindere dal sopravvivere o no, lo si rifiuta integralmente, non c'è un'etica del lavoro possibile all'interno di un mondo dominato dal capitale e dal lavoro salariato, non c'è un debito del singolo verso questo modello. La patologia è tutto il sistema del lavoro, non (solo) la disoccupazione.

Di riferimenti a Bergoglio e al cristianesimo ovunque dove non c'entrano niente e solo per includermi in una categoria ridicola e inesistente, come quella del cattocominismo, ne ho piene le scatole, spero che sia chiaro che qui non parlo di provvidenza, ma di equità. L'etica del lavoro non è equa. E non è neanche etica.
Perché si dice etica del lavoro, ma è sostanzialmente etica del lavoro salariato.

Su questo concordo ed è ciò che mi allontana radicalmente dalla visione del mondo liberal-liberista di Anthonyi ed altri. Però questa tua visione è affetta da un bias che non tiene conto della duplice natura del lavoro che da un lato è necessario per la sopravvivenza umana e dall'altro è terra di conquista per lo sfruttamento da parte delle classi dominanti e del capitalismo attuale. Non si può eliminare il lavoro perchè arricchisce i padroni senza eliminare pure il lavoro che permette la sopravvivenza degli schiavi. Se si vuole tutto, si ottiene niente. Bisogna invece individuare e premiare, coi propri mezzi individuali e sociali, il lavoro necessario e boicottare lo sfruttamento parassitario (tutto). Tenendo pure conto che essendo quest'ultimo che detiene il potere - o è ad esso funzionale - sarà un'impresa molto difficile, non risolvibile con strategie luddistiche di semplice rifiuto, a meno che i rapporti di forza politica (e intelligenza evolutiva) non siano tali da liberare il lavoro dallo sfruttamento in maniera radicale.

Ma alla fine di tale processo rivoluzionario, non illuderti di poterti liberare dall'etica del lavoro. Sarebbe persino autoevirante, perchè l'unica alternativa etica/ideologica e materiale sarebbe il ritorno a forme di parassitismo e sfruttamento.
#6232
Tematiche Filosofiche / Re:La mano e la moneta
30 Dicembre 2019, 09:09:44 AM
Tutto, Nulla, Dio, ... Essere, sono astrazioni su cui si può soltanto filosofeggiare; con tutta la dignità della speculazione logica, ma sempre su concetti astratti si rimane. L'universo è il nome al "tutto" concreto che ci contiene nello spazio e nel tempo. Il "nulla" sappiamo che tale, concretamente, non è, e non è neppure realizzabile: una vibrazione, un quanto di tempo, massa o spazio comunque rimane. Dio ed Essere sono astrazioni antropomorfiche di forme ideali genetiche e gnoseologiche di scarsa utilità pratica di fronte ad un qualcosa che abbiamo imparato a conoscere e misurare e che ostinatamente rimanda a se stesso e a null'altro. Null'altro logico, ovviamente.
#6233
Tematiche Filosofiche / Re:La mano e la moneta
29 Dicembre 2019, 20:26:06 PM
Dio, Tutto, Nulla sono fantastiche astrazione del prodotto evolutivo di un universo che attraverso la sua mente umana ha potuto riflettere su se stesso. Di reale c'è solo l'universo e la sua autocoscienza umana. L'unica che conosciamo e a cui possiamo attingere.
#6234
Tematiche Filosofiche / Re:La mano e la moneta
29 Dicembre 2019, 12:04:03 PM
Citazione di: bobmax il 29 Dicembre 2019, 11:46:29 AM
Ipazia, sento stridere le unghie sui vetri...

Salto quantico!
Cosa non ci si inventa pur di non guardare la nostra nullità...

Che poi questo salto quantico non ha niente di diverso, nella sostanza, rispetto all'intervento di un Dio creatore.

Era opportunamente tra virgolette, metaforico. La differenza tra l'intervento di un Nume è che il processo è avvenuto per motu proprio. L'universo ad un certo punto ha preso coscienza di se e l'ha fatto, per quel che ne sappiamo accidentalmente, attraverso un medium di sostanza biochimicofisica che si è preso anche il lusso di creare in proprio, imitando la natura dapprima e inventando, per il gusto d'inventare, poi. Tutto questo senza che l'ipotesi Dio fosse necessaria. Con grande soddisfazione filosofica, ma non teologica suppongo, del teologo Guglielmo.
#6235
Scienza e Tecnologia / Re:La "velocità" del tempo
29 Dicembre 2019, 11:40:11 AM
Citazione di: Donalduck il 29 Dicembre 2019, 10:26:35 AM
La scienza ha assai poco da dire sui fondamenti dell'essere e della conoscenza, in sostanza sul mistero dell'esistenza che, pur essendo impenetrabile alla razionalità, ha molto da insegnare nel cammino che si compie nel cercare di svelarlo.

Opinabile. Le scienze cognitive hanno molto da dire sulla conoscenza e la conoscenza stessa è sinonimo di scienza. Per quanto riguarda i "fondamenti" ...

CitazioneE' chiaro che non si può arrivare a "fondamenti ultimi" perché non possiamo concepire nulla che non richieda a sua volta una spiegazione (quindi anche le "teorie del tutto" non possono che essere velleitarie). Ma una cosa che si può fare in questo cammino è sbarazzarsi di tutti i miti e i pregiudizi che riguardano tali fondamenti. Come che la scienza abbia qualche risposta in proposito. Non ce l'ha. La scienza si occupa di costruire modelli e applicarli al mondo dell'esperienza.

... la filosofia ha tentato una resistenza da parte dell'ultimo giapponese della metafisica ontologica che teorizzò la cosa in sè (das Ding an sich), il noumeno, contrapponendola alla sua manifestazione fenomenica. Tale strategia si è rivelata fallace e già Schopenauer si rese conto che tutto il nostro sapere, e non solo quello della scienza naturale, "si occupa di costruire modelli e applicarli al mondo dell'esperienza"

CitazioneMa stabilire le relazioni tra i modelli e il mondo dell'esperienza è affar suo solo per quanto riguarda le applicazioni pratiche, la tecnologia. Stabilire le relazioni concettuali è compito della filosofia, ossia richiede lo spostamento su un altro piano, su un altro contesto, un'altra dimensione del pensiero.

Anche qui direi che le scienze umane hanno eroso non poco del terreno filosofico puro: logica e semantica sono discipline già abbondantemente emancipate dall'approccio metafisico classico al loro oggetto di studio. Nella cui pertinenza e vicinanza si trovano pure le scienze della psiche:

CitazioneInoltre la scienza è sostanzialmente intrinsecamente incapace di sondare e indagare il mondo della psiche (e parlo di mondo perché è vissuto come tale dalla coscienza, unico nostro sicuro e ineliminabile punto di riferimento), che rappresenta la metà dell'esperienza umana. Pensieri, sensazioni, sentimenti sono scatole nere per la scienza, che può solo indagare sulle tracce lasciate da tali fenomeni nel mondo fisico.

"Pensieri, sensazioni, sentimenti" sono scatole nere anche per la filosofia classica ormai frustrata da millenni di lotte serrate con un concetto particolare, l'Essere. Frustrazione ben contenuta nello "stat rosa pristina nomine, nomina nuda tenemus". Ultimo frammento ontologico duramente conteso nella sostanza dalla botanica, nell'essenza odorosa dalla chimica e nella simbologia e iconografia dall'ispirazione artistica

CitazioneLa scienza, che ha bisogno sempre di qualcosa di misurabile, non ha i mezzi per addentrarsi nel mondo della psiche

Neppure questa proposizione è vera. Esiste un coacervo di scienze descrittive che si occupano di fenomeni qualitativi non misurabili. O semimisurabili attraverso algoritmi di tipo logico-probabilistico.

CitazioneQuindi non posso che dissentire totalmente: da un punto di vista ontologico la scienza è autoreferenziale. Può fornire informazioni utili alla speculazione ontologica, ma non può sostituirla in alcun modo.

Dire "referenziale" non significa nulla se non si delimita il campo di esistenza del referente. Anche la filosofia è autoreferenziale. Il suo problema è che ha dovuto cedere sovranità sul suo campo applicativo che, come dicevo sopra, rimane comunque importante nel manipolare quelle scatole nere ontologiche di cui la scienza non si è (ancora) impossessata. E su alcune forse non lo farà mai. Ma non riguardano l'ontologia, bensì la teleologia. La causa finale. E il significato, piuttsto che la natura, delle cose.
#6236
Tematiche Filosofiche / Re:La mano e la moneta
29 Dicembre 2019, 09:54:58 AM
Citazione di: bobmax il 28 Dicembre 2019, 22:10:49 PM
Citazione di: viator il 28 Dicembre 2019, 21:33:44 PM
Salve Ipazia. Citandoti : "Perchè il trascendentale umano dovrebbe essere incommensurabile con il mondo fisico, da cui trae il materiale per la sua attività creativa ? Come "prova" basta un traliccio".

Poichè "trascendentale" dovrebbe definire ciò che si pone oltre/sopra ciò che si è appena nomimato quale riferimento del trascendere stesso, il "trascendentale umano" dovrebbe porsi oltre la condizione umana. Quindi sicuramente al di fuori dell'uomo.
Se però lo stesso"trascendentale umano" risultasse commensurabile con il mondo fisico, ecco che si troverebbe a farne parte.

Non afferro il riferimento al traliccio. Saluti.

Hai colto il cuore della questione!

Aggiungerei che se si inizia a tirare in ballo il "trascendentale" poi non ci si può più fermare a nostro piacimento.
Perché allora i vegetali trascendono i minerali e gli animali i vegetali e gli umani gli animali e gli dei...

O si tiene a bada il trascendente, e cioè lo si considera Nulla, oppure torniamo all'alchimia, alla magia.

Il traliccio è espressione di questo mondo fisico!
Che altro dovrebbe essere?

Tirare in ballo il trascendentale non è altro che un atto fideistico, cioè una superstizione.

Il trascendentale umano trascende l'uomo in quando prodotto evolutivo deterministico, manifestando fenomenologicamente il "salto quantistico" dalla materia inanimata all'autocoscienza intelligente e creatrice - altrettanto e specificamente umana - senza la quale il traliccio, o la stazione orbitante, non esisterebbero.

E' l'unico dualismo di cui abbiamo contezza da cui si diramano, dallo stesso tronco Natura, il naturale tout court (deterministico e necessitato) e l'artificiale (indeterministico e finalizzato) la cui dialettica si attua nell'unico disegno intelligente di cui possiamo dire qualcosa di fondato, perchè esperito realmente.
#6237
Scienza e Tecnologia / Re:La "velocità" del tempo
29 Dicembre 2019, 09:36:02 AM
Ta onta, ovvero "le cose che sono" è l'origine dell'esperienza conoscitiva qualunque essa sia. In origine la conoscenza si identificava col la philo-sofia e la conoscenza degli onta naturali era oggetto di studio della filosofia naturale.

Il dilatarsi del significato degli enti naturali e della loro fenomenologia ha occupato via via sempre più l'ambito di studio degli onta (onto-logia), lasciando alla filosofia moderna solo il dominio della riflessione metodologica (logica, epistemologia), dell'etologia umana (per la parte etica) e della fede religiosa (teologia). Tutto il resto -  piaccia o non piaccia - se lo è pappato la filosofia naturale divenuta scienza.
#6238
Tematiche Filosofiche / Re:La mano e la moneta
28 Dicembre 2019, 20:11:59 PM
Citazione di: bobmax il 28 Dicembre 2019, 18:14:40 PM
Non vi è alcuna prova che la speculazione razionale e la produzione artificiale trascendano il mondo fisico.

Non lo trascendono nel modo miracolistico della trascendenza religiosa, ma in quello immanente della creatività umana.

CitazionePer affermare che lo trascendono occorre infatti una "prova" che dimostri la loro incommensurabilità rispetto ad esso.

Perchè il trascendentale umano dovrebbe essere incommensurabile con il mondo fisico, da cui trae il materiale per la sua attività creativa ? Come "prova" basta un traliccio.
#6239
Scienza e Tecnologia / Re:La "velocità" del tempo
28 Dicembre 2019, 19:56:24 PM
Citazione di: Apeiron il 28 Dicembre 2019, 17:01:06 PM
Riguardo al tempo 'fisico' e alla sua relazione con il tempo 'soggettivo', qui si aprirebbe una questione assai complessa. Per quanto mi riguarda, concordo che sono diversi ma direi anche che sono legati.
In fin dei conti, l'osservazione sperimentale fatta in laboratorio, in realtà, 'deriva', per così dire, da una osservazione che ci riguarda ancora più da vicino: l'osservazione empirica dell'esperienza cosciente stessa. Concetti come 'distanza', 'durata' ecc in fin dei conti sono concetti che utilizziamo nella nostra esperienza cosciente.
Come dicevo, le due fenomenologie sono 'a priori' diverse ma quando si indaga, probabilmente, si trovano legami più profondi (ma al tempo stesso, è importante anche non dimenticarsi che 'a priori' sono diverse...) :)

Certamente sono legati e non è certo la differenza relativistica ad influenzare il tempo di vita degli umani quanto le condizioni del sistema sanitario. Tutto ciò che è filtrato dalla mente è profondamente radicato nella natura ma ha peculiarità derivanti dall'autocoscienza di ciò che sta accadendo, per cui ...

CitazioneCon tempo 'fisico', intendo il tempo come è definito nella pratica sperimentale... La mia posizione filosofica è che il tempo inteso come 'dimensione' 'in cui' avvengono gli eventi non esiste.

... a differenza del tempo fisico il tempo antropologico una sua "dimensione" in cui avvengono gli eventi (storia) ce l'ha. Ma anche quello fisico, secondo Einstein, mi pare ...

Citazione di: Donalduck il 28 Dicembre 2019, 15:35:22 PM
Se uno è interessato solo al funzionare o non funzionare, niente da dire, ma l'ontologia non è lo studio del funzionamento delle cose. E comunque a me interessa anche altro, anche restando soltanto nel campo della razionalità.
E non confondiamo le diverse accezioni del termine "ontologia", che indica anche un'entità informatica oltre che, se vogliamo (ma è la prima volta che lo vedo usato in questo modo), cose come il "campo di esistenza del battito cardiaco", ma che in filosofia è altra cosa, riguarda i fondamenti di tutto il nostro sistema di pensiero.

Mi spiace ma l'ontologia delle cose reali è da un bel po' che è transitata armi e bagagli nel campo della scienza. Alla filosofia restano neppure tutti i "fondamenti di tutto il nostro sistema di pensiero" ma quelli su cui le neuro e psicoscienze non hanno nulla da dire. Praticamente soltanto l'etica a livello professionale (e non è mica poca cosa). Mettiamoci pure la logica, l'estetica e tutta la sfera del desiderio e delle sue invenzioni, fuori dal'ontologia scientifica. Ma oltre questa peculiare ontologia antropologica la scienza è l'unico sapere ontologico affidabile.

Si può continuare ad avvitarsi nei vortici dell'Essere metafisico, ma non si va oltre un livello velleitario, per non dire hobbistico, di speculazione filosofica. Rimestando riflessioni antiquarie che hanno fatto il loro tempo, la cui "velocità" continua a segnare il passo.
#6240
Scienza e Tecnologia / Re:La "velocità" del tempo
28 Dicembre 2019, 15:00:30 PM
Velleitario è pretendere che la scienza si occupi di cose che non la riguardano come, ad esempio, il significato della chiusura temporale della vita individuale umana: il tempo antropologico. Il tempo fisico funziona perfettamente nella relazione che si converte in una multa per eccesso di velocità. In tal caso la sua ontologia fenomenologica funziona così bene che si può perfino addestrare una macchina a calcolarla.  Così come funziona perfettamente nella determinazione del campo di esistenza del battito cardiaco e del soggetto di quel battito. Inclusi i fenomeni fisiologici correlati. Ontologia purissima.