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Messaggi - Ipazia

#6241
Tematiche Filosofiche / Re:La mano e la moneta
28 Dicembre 2019, 14:41:20 PM
Il trascendentale umano si concretizza in speculazione razionale e produzione artificiale trascendendo il mondo fisico, così come lo concepiamo, incluso il suo deterministco divenire. Il rasoio è ricetta epistemologica, non dogma di fede o legge naturale. E' un etico invito alla sobrietà, come risulta dalla sua versione autografa:

Frustra fit per plura quod fieri potest per pauciora.

È inutile fare con più ciò che si può fare con meno.


Precetto antifrustrazione che rimanda ad Epicuro ed alla sapienza greca. E vale pure quando esercitiamo il nostro libero arbitrio, sollecitandoci al miglior dosaggio di ragione e desiderio.
#6242
Tematiche Filosofiche / Re:La mano e la moneta
26 Dicembre 2019, 16:07:03 PM
Citazione di: Eutidemo il 26 Dicembre 2019, 07:57:05 AM
Per fare un esempio, qualunque sia la nostra definizione di semplicità, è difficile negare che i 118 elementi chimici attualmente noti formino un quadro più complesso delle 33 sostanze elementari identificate da Lavoisier e delle quattro di Empedocle (aria, acqua, terra, fuoco).

Non è così. Nel caso della chimica Ockham funziona perfettamente: bastano 3 enti per scrivere tutta la tabella di Mendeleev, disponendoli diversamente come mattoncini lego. Inclusi gli eventuali elementi futuri che si dovessero produrre artificialmente. Ancora meno dei 4 arcaici e con una teoria esplicativa che non ha confronto. E molto meno dei 33 elementi di Lavoisier che non avevano alcun denominatore comune.

CitazionePer fare un altro esempio, la fisica subatomica di oggi, con i suoi numerosi tipi di particelle elementari, è un modello molto più "complesso" di quella del primo Novecento, che si fermava a protoni, neutroni ed elettroni.

Per l'atomo i 3 enti sono sufficienti a dar ragione di tutta la chimica. A livello subatomico si cerca comunque di unificare le teorie riducendo gli enti in gioco, in cui spesso non si tratta di nuovi enti ma di aggregazione di enti più semplici

CitazioneE si potrebbero fare molti altri esempi; però, secondo me, non bisogna confondere:
- le teorie "semplici" con le teorie "meno aggiornate", perchè scientificamente più antiche e, quindi, meno "elaborate";
- le teorie gratuitamente "complicate" con le teorie "più complesse", in quanto dovute ad un maggior "progresso scientifico" rispetto al passato.

Su questo, e sulle conclusioni del post, concordo. Però va sottolineato che una maggiore complicazione teorica deve avere controfiocchi sperimentali per sopravvivere al rasoio di Ockham, che rimane un criterio epistemologico irrinunciabile.

A livello di ricerca fondamentale l'attrazione verso l'unificazione e semplificazione è irresistibile e il successo più clamoroso riguarda il mondo della vita, unificato sotto un unico ente originario: il DNA.
.
#6243
Scienza e Tecnologia / Re:La "velocità" del tempo
26 Dicembre 2019, 07:22:53 AM
La realtà è ingenua finché non ci vai a sbattere contro. Meglio fare fisica che metafisica sulla realtà. La percezione è perfettamente riducibile alla sua fenomenologia biochimicofisica. Se togliamo la super-stizione metafisica noumenica, originata dalla super-stizione metafisica dell'Essere, rimane la fenomenologia dei fatti reali in tutta la loro circoscrivibile evidenza: lo spazio dei dati di fatto (Tatsachenraum) empiricamente esperibili.
#6244
Citazione di: niko il 25 Dicembre 2019, 04:21:32 AM
Perché per un italiano che non ha lavoro dite "disoccupato", che è un termine neutro, e per un migrante che non ha lavoro "nullafacente", che è un termine dispregiativo?

Perchè la disoccupazione è comunque una condizione patologica che scarica sulla comunità il mantenimento di persone abili al lavoro in cui a mancare è il lavoro. Tutti i paesi con un livello minimo di civiltà solidale hanno istituti fiscalizzati che permettono la sussistenza dei disoccupati, ma è evidente che oltre un certo livello sostenibile di disoccupazione il degrado sociale è inevitabile. Trattandosi di una patologia sociale si cerca di contrastarla e, a seconda delle condizioni ambientali, tenore di vita, livello di welfare, si individuano soglie anche molto differenti di disoccupazione ecocompatibile. Alla quale sia associa anche una etocompatibilità storicamente determinata e assai variabile.

Si può discutere molto sul modello di vita che stabilisce questi indicatori storicamente determinati e il paradigma ottimale non è certo il compulsivo e rapace modello di produzione/consumo della crescita infinita capitalistica, ma è indubbio che il lavoro in ogni società resta la base della sopravvivenza delle comunità umane e del loro benessere che si riverbera anche sulla qualità educativa, sanitaria e di solidarietà sociale verso i soggetti deboli esentati dal lavoro. Esenzione sulle cui motivazioni si può altrettanto discutere molto: una società inclusiva valorizza il più possibile le facoltà umane e permette al maggior numero possibile di adulti di dare quel (marxista) "da ciascuno le sue capacità" che non lo faccia sentire un parassita sociale.

Tutto ciò confligge con l'idea, altrettanto eticamente comunista, che vi siano adulti abili (ricchi capitalisti o poveri sottoproletari) che possano sottrarsi al debito sociale, per qualsivoglia motivo, sfruttando e parassitando la comunità che li nutre.

La vicenda migratoria illegale avente per soggetto giovani adulti non si sottrae a tale dettato etico e la critica sociale benaltrista non cambia di uno iota la loro condizione sociale ed ha l'aggravante che questi "nullafacenti" non ricadono nemmeno in quel fondo di solidarietà, socialmente regolamentato, cui una comunità di contributori si sottopone  per tamponare le situazioni di disagio sociale che in quella stessa comunità si producono.

Lo straniero è fuori da queste relazioni ed equilibri socioeconomici consolidati e può trovare una sua corretta collocazione solo se contribuisce al benessere del paese che lo accoglie fino a maturare con la sua operosità quella condizione che ne certifica la pienezza della sua condizione di cittadinanza. Vale per i nostri emigranti ovunque nel mondo e non vedo perchè non dovrebbe valere per chi immigra da noi. Faccio presente che il nostro paese è molto garantista col suo welfare e tutele giuridiche nei confronti del lavoratore straniero e della sua famiglia. Estendere tale generosità al nullafacente o criminale straniero, trovo rasenti il delirio ideologico.

Ma capisco che Bergoglio, e chi la pensa come lui, sia di altro avviso e cerco di argomentare il mio dissenso da tale pensiero provvidenzialista.
#6245
Citazione di: anthonyi il 24 Dicembre 2019, 12:22:14 PM
Io però non capisco una cosa, si fa passare una politica rigida nei confronti del problema migratorio come un difetto della nostra italianità, insieme agli altri difetti che abbiamo, quando invece siamo gli unici al mondo a non aver sviluppato una vera politica rigorosa contro l'immigrazione clandestina. Per la nostra posizione geografica noi dovremmo organizzarci come gli australiani.

Appunto: per la nostra indiscutibile cialtroneria tutti si aspettano, a partire da ONG, Europa e anime belle nazionali, che lo siamo anche sulla vicenda migratoria, accettando tutto ciò che gli altri non sono disposti ad accettare: migranti nullafacenti.
#6246
Citazione di: Jacopus il 24 Dicembre 2019, 09:11:32 AM
Ipazia. Cosa  vuoi che ti dica? Credo ormai che serva più lo psicoanalista del sociologo. Per lavoro conosco tanti figli di migranti, che si sentono più italiani di tanti italiani doc. Pensare alle migrazioni esclusivamente come problema e farneticare di oboli ad emergency è un grande obolo solo ai manovratori megacapitalistici molto più affini alle megaorganizzazioni criminali che alle Ong.

Se le ONG erano così fuori dal gioco delle megaorganizzazioni criminali avrebbero accettato i poliziotti a bordo, pubblicato i nomi dei loro finanziatori e tenuto accesi i transponder quando si avvicinano alle acque territoriali libiche.
#6247
Aldilà dell'economia e della politica c'è un aspetto della questione migratoria che ne giustifica la centralità culturale: la fine dell'innocenza. La fine definitiva del mito dell'italiano brava gente, sopravvissuto pure ai gas di Graziani una volta che l'Italia è stata espulsa dall'inferno coloniale e i protagonisti di quelle vicende, immemori a loro saputa, sono morti. Perfino rinvigorito quando girotondavamo contro la guerra e davamo l'obolo 5 permille ad Emergency che curava i feriti e seppelliva i morti delle guerre di un impero di cui ci sentivamo, anche giustamente visto il nostro stato di occupati militarmente dopo la sconfitta, perferia insignificante.

Quando Emergency ha cominciato a portarci "a casa nostra" i sani delle guerre economiche (e tribali) l'innocenza è svanita di botto e abbiamo dovuto confrontarci col combinato disposto dei nostri antichi mali con quelli nuovi, su cui prosperavano nuove mafie locali e d'importazione, di fronte alle quali abbiamo misurato la nostra impotenza di sempre.  L'obolo ad Emergency ha cominciato a scottare man mano che aumentavano le nostre insicurezze. E la nostalgia per l'innocenza perduta.
#6248
Tematiche Culturali e Sociali / Re:Razze
24 Dicembre 2019, 08:26:42 AM
Citazione di: niko il 24 Dicembre 2019, 02:22:25 AM

Insomma Ipazia, ci chiedi con chi stare rispetto ad un presunto scontro di civiltà. Con chi schierarci in trincea. Imperi centrali o democrazia. Guelfi o ghibellini.
Che ti devo dire?

Per me in trincea, se proprio non si è riusciti a disertare, si rivoltano i fucili dall'altra parte e si spara agli ufficiali. Ogni popolo ai propri.

Se non condividi questo ok, però non dire che il cattocomunista sono io.

Non chiedo a nessuno di schierarsi. Facevo solo notare che ci vuole altro che l'acqua benetta liberale per esorcizzare i Kulturkampf orizzontali e soprattutto verticali che lacerano il tessuto sociale, malgrado le suture ideologiche che tengono quel che tengono. Ce n'è uno ancora più antico della proprietà privata di uomini e cose ed è quello della proprietà privata dei corpi femminili e del loro insostituibile prodotto procreativo. Forse è proprio da questa arcaica frattura che partirà una ricomposizione sociale più umana, senza quartier generali da sparare, perchè qui, ben più che sulle ideologie culturali dei sovranismi e delle dottrine, si lavora sulla carne viva delle nostre differenze e uguaglianze.
#6249
Il clandestino e il delinquente straniero sono la goccia che fa traboccare il vaso. Non certo rilevante come la cronica versione italiana del malaffare capitalistico, ma lo incrementa e incancrenisce ancor più aprendo nuovi business illegali (mafia nigeriana), dumping salariale, sacche di parassitismo, degrado sociale (micro e macro criminalità straniera) e costi economici e ambientali a carico della comunità legale per tamponare tutto ciò.
#6250
Tematiche Culturali e Sociali / Re:Razze
23 Dicembre 2019, 19:55:31 PM
Citazione di: anthonyi il 23 Dicembre 2019, 17:36:22 PM
Ho difficoltà a pensare che il diritto di proprietà abbia a che fare con gli scontri di civiltà, Ipazia, stesso vale per i discorsi di pari opportunità e di emancipazione che valgono soltanto quando la società è condizionata dalla cultura liberale, che potrà anche essere nata in civiltà classiste etc., così come sono state la gran parte delle civiltà, ma si è certamente emancipata rispetto ad esse.

Il diritto di proprietà non è innato e sulla sua interpretazione esiste uno scontro di civiltà fin da quando vi furono umani che accamparono diritti di proprietà su altri umani denominati schiavi. Storia non è ancora finita, ma soltanto variata nella forma, con buona pace di Fukuyama. Poi vi è il diritto di mettere paletti sul suolo terrestre, tramandando quanto recintato (con le buone o più spesso con le cattive) ai propri discendenti. Anche qui c'è molto da discutere e molto scontro di civiltà tra visioni del mondo radicalmente contrapposte.
#6251
Tematiche Culturali e Sociali / Re:Razze
23 Dicembre 2019, 15:48:50 PM
Citazione di: anthonyi il 23 Dicembre 2019, 13:51:03 PM
Citazione di: Ipazia il 23 Dicembre 2019, 09:29:14 AM

Si potrebbe ragionare per ora sulla legittimità del diritto di proprietà e sulle sue complesse fenomenologie, sulla parità dei blocchi di partenza, sull'emancipazione sociale e sessuale, sulle modalità ottimali di esercitare solidarietà ed empatia, ma senza manicheismi ideologici che non reggerebbero nemmeno al governo di un condominio.

Ciao Ipazia, secondo me qui sei un po' uscita dal tema, quando si discute di conflitti tra culture si parte dalla premessa che queste culture già ci siano con le loro caratteristiche.
Le questioni "liberali" (Perchè sono questioni poste dal pensiero liberale, e non sai quanto mi fa piacere che tu le ponga) che poni presuppongono un discorso razionale, senza a priori di tipo storico, che sono invece necessari quando parli di culture e di civiltà.
Il tuo ragionamento dovrebbe partire dalla premessa che esiste una civiltà liberale che si pone come superiore a tutte le altre e che, con la sua superiorità, si permette anche di giudicare le altre civiltà, affermando ad esempio che l'infibulazione è inaccettabile, e che questo vale in ogni stato, in ogni cultura, e per ogni etnia ...

Non ho capito questa obiezione. Le questioni da me poste sono parte integrante di ogni cultura nelle loro diverse declinazioni, hanno una matrice storica, e non sono per nulla patrimonio esclusivo del pensiero liberale (nato in un contesto classista e schiavista) ma antropologiche in generale.
#6252
Attualità / Re:Migranti: lavandini e vasi comunicanti!
23 Dicembre 2019, 12:19:48 PM
@niko
Se astrai la cultura dall'economia e dall'ambiente puoi fare tanta escatologia cristiana ma poco marxismo. Appunto: cattocomunismo.
#6253
Tematiche Culturali e Sociali / Re:Razze
23 Dicembre 2019, 09:29:14 AM
Citazione di: anthonyi il 23 Dicembre 2019, 07:45:58 AM
...
Poi per carità, possiamo anche parlare di etnie, d'altronde non ci sono limiti alla creatività concettuale umana, come dimostrate te e myfriend che avete coniato questo concetto di "razzismo culturale" che forse avrebbe bisogno di essere chiarito meglio visto che mischia aspetti genetici e aspetti socio-culturali.
Riguardo all'idea che questo razzismo sia caratterizzato dall'idea che la propria cultura è superiore, credo che questo farebbe definire razziste tutte le culture che conosciamo. Altro discorso è l'idea che la propria cultura possa venir imposta ad altri. Ancora altro discorso è l'idea che, siccome la propria cultura è superiore allora è legittimo dominare coloro che sono portatori di altre culture.
Un saluto

Tralasciando gli aspetti genetici sui quali qualche dubbio simile a viator ce l'ho pure io (la superiorità degli africani, nativi o trapiantati, nelle arti atletiche è comprovata dai fatti olimpici), ritengo però che l'aspetto culturale umano sia prevaricante e pertanto non mi pare così strampalato il concetto di etnia, che unisce aspetti differenziali di evoluzione ambientale di tipo sia naturalistico che ideologico.

Concordo invece sulla parte finale del commento di Anthonyi e a tal proposito rispondo al post di niko che qui esplicita ampiamente la sua convinzione.

Il relativismo etico e la tolleranza connessa, anche per il padre plurimo di tale posizione filosofica ("Non sono d'accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo") si limita al dire, ma tra il dire e il fare si pone, giustamente, il mare.

Che dire ad esempio di un'etnia che ritiene il furto un aspetto specifico della sua cultura. Che grado di tolleranza può pretendere da "etnie" che invece lo condannano e ne subiscono gli effetti ? O quelle che sgozzano la figlia che ama l'infedele ? O quelle che condannano a morte l'apostata ? O applicano le pene corporali e la legge del taglione ? Oppure cose meno truculente come partorire figli a raffica e affidarli alle correnti marine e all'altrui benevolenza appena si reggono in piedi da soli ?

Di fronte a queste situazioni, che non appartengono ad un passato evolutivo ma sono compresenti nello scontro di civiltà paradiso multietnico globale, una presa di posizione da che parte stare, con tutte le gradazioni etiche che ne conseguono, mi pare inevitabile anche per l'animo più filantropico che posi il suo piede sull'accidentato mondo umano.

Tutti i comportamenti, anche i più rivoltanti, hanno un loro background ambientale (etologico) e la partita doppia della "superiorità" culturale rivela sempre defaillance da una parte e dall'altra, nel dare e nell'avere, ma pensare che la tolleranza eletta a petitio principii sia la soluzione di tutti i mali mi pare abbastanza ingenuo.

Si potrebbe ragionare per ora sulla legittimità del diritto di proprietà e sulle sue complesse fenomenologie, sulla parità dei blocchi di partenza, sull'emancipazione sociale e sessuale, sulle modalità ottimali di esercitare solidarietà ed empatia, ma senza manicheismi ideologici che non reggerebbero nemmeno al governo di un condominio.
#6254
Tematiche Filosofiche / Re:La mano e la moneta
23 Dicembre 2019, 08:27:39 AM
Citazione di: Phil il 23 Dicembre 2019, 01:08:59 AM
In ambito più euristico, va comunque considerato che per quanto riguarda l'esistenza ha senso pragmatico ed utilità epistemologica apportare prove (o anche indizi) di evidenza positiva e dimostrativa; la più antica, che precede logicamente il di-mostrare, è il mostrare («guarda, ecco qui il dragone»). Mentre per la non-esistenza sarebbe contraddittorio poter portare prove di evidenza positiva, e quelle negative sarebbero molto più dispersive e inefficienti: «qui il dragone non c'è... aspetta che guardo sotto il letto... no, non è neanche lì... forse è in frigo... no...» e così all'infinito per ogni ente pensabile e immaginabile.

Questo argomento mi pare dirimente per stabilire l'insuperabile differenziale logico tra l'ontologia positiva dell'essere/esistere e quella negativa del non-essere/non-esistere. Incluso il corrispettivo epistemico ed epistemologico.

Vi è solo un caso in cui l'ontologia "negativa" diventa legittima e vieppiù necessaria: quando si ricerca l'anello mancante per la compiutezza di una teoria. In tal caso il dragone bisogna cercarlo dappertutto e una volta trovato diventa ontologia "positiva". Dopodichè non si può più invocare il diritto dell'ontologia negativa alle infinite alternative, ma scatta l'onus probandi della falsificazione che può avvenire solo attraverso fatti reali, concreti, positivi. Siano essi il cigno nero che compare in tutta la sua realistica magnificenza o teorie (costruite su fatti) con un grado di esplicabilità superiore alla teoria falsificata.
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#6255
Tematiche Filosofiche / Re:La mano e la moneta
23 Dicembre 2019, 00:27:35 AM
Sedie e stanze esistono; unicorni, no. Dire "in questa stanza... non ci sono sedie" o "...non ci sono unicorni" non è la stessa cosa. Ontologicamente prima che epistemologicamente, come ha opportunamente sottolineato Phil.