Citazione di: InVerno il 04 Febbraio 2020, 12:56:49 PM
Vale la pena di ricordare, nel caso del passaggio all'agricoltura, che la nostra concezione di questo tipo di sfruttamento del territorio è vastamente inflazionata dall'idea moderna di essa, con sementi altamente selezionate, tecniche colturali rodate, terreni adibiti da secoli, mezzi di lavoro specializzati. La realtà, per un un nomade raccoglitore che volesse darsi all'agricoltura, è che dovrebbe sfruttare terreni paludosi\forestali, piantando sementi praticamente selvagge, utilizzando strumenti primitivi, e senza alcuna tradizione che lo aiuti nelle pratiche di coltura, conservazione e prevenzione delle avversità. L'idea che qualcuno di propria sponte lo preferisca a tirare un giavellotto nello stomaco di una zebra è paradossale, o per meglio dire, si inserisce perfettamente nel "bias" positivista. Anche perchè, sapiens gironzola sul pianeta da almeno centomila anni, senza che vi siano state alterazioni significative nel proprio corredo genetico, che cosa abbia fatto per i restanti novantamila e perchè non abbia sviluppato le meraviglie agricole (quando conosceva la riproduzione da seme almeno da 30mila anni ) per il positivista "non è dato sapere".
Certo che non è comprensibile come uno possa passare dal tiro al giavellotto allo zappare la terra. Infatti non è certamente accaduto così, non è questa la mia concezione del processo di innovazione, che è invece simile al processo di evoluzione delle specie: piccole e lente trasformazioni tecnologiche.
Le zebre ci sono ancora mentre a tirare i giavellotti sono rimasti in pochi.
