Il problema si pone solo se Dio (o gli Dei) è (sono) Persona(e) - giainismo, buddismo, daoismo e alcune forme di induismo non hanno questo problema. Nella Bibbia invece il Libro di Giobbe esplora questa tematica. Questo è il problema della Teodicea e Schopenhuer ha raggiunto le tue stesse conclusioni. Ci sono però due cose da notare:
1) "Dio è buono". L'aggettivo "buono" potrebbe non voler dire la stessa cosa a livello umano e divino. Ossia "Dio è buono" nel senso che è "simile" ad una persona buona.
2) Ti consiglio la lettura di Simone Weil. In sostanza secondo lei, il male nasce dal fatto che Dio si è volontariamente "ritratto" per lasciare vivere gli esseri https://en.wikipedia.org/wiki/Simone_Weil. In questo caso, che ricorda la posizione neo-platonica (con la differenza che l'allontanamento è volontario mentre l'Uno neoplatonico non possiede volontà). Ma ovviamente questo non "risolve" il problema del male. Purtroppo credo che rimarrà un Mistero per sempre (asserire invece che il Male è il fondamento della realtà toglie invece ogni speranza. Per questo io ritengo che sia falso, anche se ovviamente non sono in grado di dimostrarlo).
1) "Dio è buono". L'aggettivo "buono" potrebbe non voler dire la stessa cosa a livello umano e divino. Ossia "Dio è buono" nel senso che è "simile" ad una persona buona.
2) Ti consiglio la lettura di Simone Weil. In sostanza secondo lei, il male nasce dal fatto che Dio si è volontariamente "ritratto" per lasciare vivere gli esseri https://en.wikipedia.org/wiki/Simone_Weil. In questo caso, che ricorda la posizione neo-platonica (con la differenza che l'allontanamento è volontario mentre l'Uno neoplatonico non possiede volontà). Ma ovviamente questo non "risolve" il problema del male. Purtroppo credo che rimarrà un Mistero per sempre (asserire invece che il Male è il fondamento della realtà toglie invece ogni speranza. Per questo io ritengo che sia falso, anche se ovviamente non sono in grado di dimostrarlo).

o come diceva Schopenhauer "niente" in relazione al "tutto". Ma la cosa che a me sorprende molto è il successo del Buddhismo nell'occidente quando filosofie come quella di Schopenhauer vengono "bollate" come "pessimiste". Per certi versi il Buddhismo del Canone Pali è anche peggio perchè mentre Schopenhauer lascia intendere che il "nulla della non-volontà non è il nulla assoluto", questo "contentino" non è nemmeno lasciato dal Buddha, anzi il buon "numero due" Sariputra dice: "l'assenza di sensazioni è la felicità". In sostanza la cura non corrisponderebbe alla morte solo perchè l'io è illusorio. Ma di fatto sì! E anzi: chiunque la pensa in modo diverso è destinato a un lunghissimo cammino di sofferenza visto che il meglio che può aspirare è una rinascita nei "paradisi" ma ciò che sta in alto nella ruota finisce in basso. Ma è davvero questo l'obbiettivo? Perchè se è così allora il buddhista ha lo stesso obbiettivo dei suicidi: dire che niente ha valore intrinseco e che l'io è illusorio finisce - se preso con zelo e rigore - per voler dire "la mia cura che ti sto dando non è un'eutanasia solo perchè in fin dei conti tu non esisti"
un buddhista Zen "per compassione" mi starebbe bastonando (e non avrebbe tutti i torti) per calmare la mia "mente di scimmia" 
): ossia certe discussioni effettivamente hanno toni a mio giudizio esagerati. Questo può allontanare alcuni utenti. Per questo motivo faccio del mio meglio a mantenere toni pacati quando discuto.
felice?