Citazione di: Phil il 28 Novembre 2019, 22:34:16 PMCitazione di: Eutidemo il 28 Novembre 2019, 13:08:17 PMNel suddetto motto mi piace mettere l'accento sulla «misura» (metron), di conseguenza l'espressione «l'uomo è la misura di tutte le cose [...] di quelle che non sono in quanto non sono» non lo ridurrei (onto)logicamente al non-essere parmenideo (@Ipazia), per nulla "a misura umana", quanto ambiziosamente a misura universale.
L'assunto di Pirandello, in sostanza, somiglia moltissimo a quello di Protagora, il quale, almeno nella versione riportata da Platone nel "Teeteto" ( 151e-152a), sosteneva che: "L'uomo è la misura di tutte le cose; di quelle che sono in quanto sono, e di quelle che non sono in quanto non sono" (Panton chrematon metron anthropon, einai. Ton men onton hos esti, ton de ne onton hos ouk estin).
Lo so che Parmenide è metafisica del Tutto, ma il suo monito sul non-essere può essere relativizzato (metodo)logicamente a misura protagorica aiutandoci a sgombrare il campo dalla miriade di fantasmi che lo popolano. Fantasmi che agiscono non sul legittimo campo esterno del non conosciuto, come nel prosieguo ottimamente esponi, ma nel campo interno del pseudoconosciuto, inaugurando quel periglioso dualismo da cui mette in guardia, a modo suo (Tutto)logicamente, Parmenide.
In sintesi: il non essere può essere postulato solo dopo la sua conversione in essere, attraverso una doppia negazione (il non più non-essere alfine è) - solidamente fondata sui fatti - del suo status metafisico di inesistenza originario.
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