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Messaggi - Ipazia

#6391
Tematiche Filosofiche / Re:La morte
26 Novembre 2019, 10:52:53 AM
Qui l'unico teorema indimostrabile, il non sequitur, è il passaggio dal rettile o branco al lager. L'ideologizzazione dell'intelletto buono sulla natura cattiva. Più plausibile un intelletto cattivo (o buono) su una natura "neutra", al di qua del bene e del male. Un intelletto che strumentalizza la ferinità a fini ideologici, del tutto intellettuali. Nella complessità di combinazioni accennata da Sariputra, ma in cui è sempre l'intelletto a determinare la "soluzione finale".
.
#6392
Tematiche Filosofiche / Re:La morte
26 Novembre 2019, 08:50:29 AM
Citazione di: paul11 il 26 Novembre 2019, 00:44:04 AM
Citazione di: Ipazia il 25 Novembre 2019, 23:55:50 PM

.....................
Posto che in ogni caso nessun teorema scientifico o filosofico può arrogarsi di possedere una "visione della totalità", ma soltanto di "totalità" contingenti e contestuali.
ciao Ipazia,
Ma è proprio questa la differenza.
Il "pregiudizio filosofico" postato da Donquixote, consiste nella ricerca della verità.
Per quel che penso, nessuno o forse quasi nessuno può arrogarsi una verità "certa"(chissà Buddha, Gesù......)
Ma è la tensione verso questa verità che fa la differenza. Perchè cambia la vita e la prospettiva della vita. Il pensare a verità parziali cambia il quadro di riferimento e di conseguenza la ricaduta è anche di come si interpreta la vita, la cultura, e tutto ciò che ne consegue e deriva.
Per rimanere in tema, se penso alla morte in un quadro di verità parziali, sarei tentato di interpretare la morte come in sè-e-per -sè, e lo capisco.
Ma se allargo la prospettiva e dal particolare umano la mia indagine va oltre seppur comprendendo i domini fisici e naturali, non mi bastano più i paradigmi scientifici, materiali e naturali delle apparenze.
Chi dei filosofi moderni e contemporanei ha trattato della morte? Solo coloro che sanno andare oltre i domini naturali e fisici. Perchè i problemi più inquietanti nell'uomo sono anche i più scomodi da trattare, da argomentare ,da darci un senso una significazione che non sia fine a se stessa.

Era di pari avviso anche L.Wittgenstein

Citazione di: L.Wittgenstein - Tractatus logico-philosophicus6.52 Noi sentiamo che anche qualora tutte le possibili domande scientifiche avessero avuto risposta, i problemi della vita non sarebbero stati ancora neppure toccati. Certo, allora non resta più domanda alcuna, e questa appunto è la risposta.
6.521 La soluzione del problema della vita si scorge allo sparir di esso. (Non è forse per questo che uomini, cui il senso delle vita divenne, dopo lunghi dubbi, chiaro, non seppero poi dire in che consisteva questo senso?).
6.522 Vi è davvero dell'ineffabile: esso mostra sé, è il Mistico.

Su quel Mistico si è molto vagheggiato. La mia versione lo accomuna al trascendentale di Kant e la "soluzione del problema della vita" non posso che trarla dall'unico Essere di cui abbia un'esperienza veridica: l'immanenza. E' quello il mare sulla cui onda contingenziale la mia tavola da surf misticheggia. Il più eticamente possibile.

Citazione di: paul11 il 26 Novembre 2019, 00:21:50 AM
Un gatto di un mio vicino è più selvatico che domestico. Caccia topi, uccellini, ecc.
Un giorno di primavera un uccellino non ancora in grado di volare cadde dal nido e "urlava".
Arriva il gatto come un fulmine, ad un palmo dall'uccellino.........e si ferma, non lo attacca.
Non so se per empatia o cos'altro, ma il gatto lo ha lasciato stare e se ne è tornato sui suoi passi.
...
Gli animali si rubano il cibo perché hanno lo stomaco vuoto e non hanno frigoriferi....
Il capobranco animale quando mangia la preda era come la consuetudine, forse persa oggi, secondo cui il capofamiglia umano era il primo ad essere servito. Ma il capofamiglia e il capobranco non mangiano tutto quello che c'è,si servono solo per primi e lasciano poi agli altri che debbono sfamarsi.
E' così semplice.........eppure l'uomo ha complicato tutto.

La natura e l'universo danno segni e significati di armonia ed equilibrio. il nostro problema umano è nella sfera della volontà.

Che sta nella neocorteccia. In realtà, come insegnano le neuroscienze, sta anche altrove (il sistema neuronico è assai elastico), ma senza entrare nei dettagli fisiologici, il nostro problema umano (del bene e del male) sta nelle funzioni superiori specificamente umane e non negli abissi evolutivi rettiliani.

Chi abbia letto e capito la lectio magistralis di Primo Levi non può che arrivare a questa conclusione: la deumanizzazione dell'ebreo, funzionale al suo sterminio, fu un'operazione del tutto intellettuale. Il male emerge in tutta la sua non-rettiliana natura nel ferroviere Adolf Eichmann il cui compito era di far viaggiare i treni carichi e in orario da ogni angolo dell'Europa nazista verso Auschwitz. Teoricamente avrebbe potuto non uccidere con le sue mani neppure una mosca, e fu pure difficile trovare qualche testimonianza di episodi "rettiliani" attribuibili a questo solerte, banale, impiegato del male.

Che il male stia tutto nella "neocorteccia" lo dimostra anche la sempre meno rettiliana conduzione della guerra ridotta a videogames in cui l'inferno e il nulla di bobmax si manifestano in tutta la loro eterea, ineffabile, virtualità tale da aprirci spiragli inquietanti sul Mistico. Un ritorno dal nulla al nulla tutto per via tecnologica, neocortecciale. Suprema metafisica della tecnologia applicata alla morte, direbbe un filosofo futurista.

"La natura e l'universo danno segni e significati di armonia ed equilibrio", certamente. Un gatto satollo, in tutta la sua saggezza rettiliana, lascia un uccellino indifeso al suo destino. Quello stesso uccellino che non avrebbe avuto scampo inquadrato nel neocortecciale mirino di un umano satollo.

In conclusione: il bene ed il male sono tutta farina del nostro sacco evolutivo e proprio nelle funzioni superiori dell'intelletto trovano la loro collocazione più spietata. Ci vuole molta filosofia in corpo per argomentare un massacro non con le ragioni di un Führer ma addirittura con quelle di Dio come fece l'abate Amoury a Bèziers.

Lo stesso F.Nietzsche, volendo andare al di là del bene e del male non potè far altro che trovarsi al di qua dei medesimi, dove vive pure il gatto del tuo vicino, limitando il lavorio della neocorteccia nicciana alla presa d'atto che il male, e il bene, siamo noi umani. Ed è forse in tale passaggio l'intuizione più feconda dell'eterno ritorno, la chiusura della sua circolarità ermeneutica. E pure l'aleteica persuasione che ciò di cui la natura ci dà segno vale ancora, e sempre oserei dire, come fondamento etico.
#6393
Tematiche Filosofiche / Re:La morte
25 Novembre 2019, 23:55:50 PM
Citazione di: davintro il 25 Novembre 2019, 19:18:05 PM
Intendendo "spiritualismo" come posizione di una realtà spirituale trascendente quella fisica, questa "stramba corrente" è in realtà l'unica entro la quale la possibilità di filosofare resta sensata, in quanto si attribuisce ad esso uno specifico ambito di indagine, distinto da quelli per i quali le scienze naturali appaiono sufficienti a esplicare le questioni. Una volta riconosciuto ciò, si può discutere se intendere questa trascendenza come trascendenza sostanziale, come nella metafisica teista oppure più come una forma logica globale applicata a un contenuto che però coincide immanentisticamente con quello del mondo materiale e storico, come nelle forme dell'idealismo moderno, ma in ogni caso resterà sempre un livello di realtà da indagare con una metodologia filosofica propria, non induttiva e sperimentale, ma deduttiva e dialettica, dato che nessuna induzione potrà mai giungere alla visione della totalità

Non ridurrei lo spiritualismo immanentistico all'idealismo moderno. Anche una impostazione rigorosamente materialistica estrapola principi ideali dall'immanenza. Principi ideali che si coagulano in comportamenti etici che traggono i loro fondamenti da induzioni sulla realtà e deduzioni conseguenti. Posto che in ogni caso nessun teorema scientifico o filosofico può arrogarsi di possedere una "visione della totalità", ma soltanto di "totalità" contingenti e contestuali.
#6394
Tematiche Filosofiche / Re:La morte
25 Novembre 2019, 22:58:36 PM
La morte é il vaso di Pandora. Impossibile restare it !
#6395
Certamente, l'amor culturae è il motore della conoscenza.
#6396
Tematiche Filosofiche / Re:La morte
25 Novembre 2019, 19:09:28 PM
Hanna Arendt scompare di fronte a te. Rettilianità del male.
#6397
Tematiche Filosofiche / Re:Dei pregiudizi dei filosofi
25 Novembre 2019, 18:21:51 PM
Citazione di: donquixote il 25 Novembre 2019, 12:08:32 PM
Come Nietzsche, ultimo metafisico (vero, non certo "à la Kant"), possa essere definito relativista non si comprende proprio, salvo distorcere il concetto di "relativo" e assimilarlo al relativismo; al contrario essendo un "cercatore di verità" non può non tendere a qualcosa di assoluto, incontrovertibile, indubitabile.

Beh sai, uno che mette nero su bianco "non ci sono fatti ma solo interpretazioni, e anche questa è un'interpretazione" è difficile arruolarlo nella nutrita schiara dei cercatori di verità assolute.

CitazioneLa "verità" che fluisce non può mai essere verità in quanto questa è da sempre ricercata per poterla porre a fondamento di tutto il resto, e una "verità" in divenire non può essere definita tale nemmeno nell'attimo preciso in cui la si afferma. E anche assimilare la cultura alla mera memoria storica (come se la cultura occidentale potesse al contempo conciliare il pensiero di Platone con quello di Popper) è una mera degenerazione del concetto di cultura.

Quando ci siamo presi il lusso di verità assolute non è che la cultura, e non solo il suo concetto, sia degenerata di meno.

CitazioneIn ogni caso il pensiero filosofico andrebbe valutato sulla base di quanta "verità" questo sia stato in grado di esprimere, ma il solo fatto che esiste una "storia della filosofia" che è una disciplina nata dall'abolizione del concetto di verità (o dalla sua estrema falsificazione) mostra come lo stesso Nietzsche avesse ragione quando criticava i pregiudizi dei filosofi spesso banali ed evidentemente falsi, che a quanto pare ora vengono nobilitati e definiti "orizzonti di verità". Come molti scienziati e intellettuali moderni che si inventano una teoria e poi elaborano un sistema appositamente ideato per poterla dimostrare, e se si imbattono in qualcosa che lo scardinerebbe semplicemente lo tralasciano bollandolo come insensato o inconsistente.

Bastassero quattro intrugli concettuali per creare "orizzonti di verità" secolari o millenari saremmo messi ancora peggio di quanto siamo. Per fortuna la realtà ha i suoi filtri atti a discriminare le corbellerie più grossolane e sopravvive solo ciò che realmente vale nella e per la sua epoca. Più o meno lunga nel tempo. E' vero che oggi i tempi di permanenza delle teorie si sono drammaticamente accorciati, ma continuiamo a vivere su verità millenarie che dobbiamo soltanto attualizzare. Questa permanenza costituisce un parametro di verità.
#6398
Tematiche Filosofiche / Re:La morte
25 Novembre 2019, 17:34:12 PM
Ed è malposta. Perchè se tu dai da mangiare al lupo, pur con tutto il suo "cervello rettiliano", diventa una cagnolone. Nel giro di qualche generazione, perchè il DNA non è acqua, ma nemmeno metafisica rettiliana. Il male non sta lì. Riprova, magari avrai più fortuna.
#6399
Citazione di: baylham il 24 Novembre 2019, 19:37:19 PMSono d'accordo che i contenuti, i metodi della filosofia siano distinti da quelli della scienza, ma entrambe partecipano alla conoscenza: se uno scienziato approfondisce il suo campo di studio finisce coll'imbattersi in problemi schiettamente filosofici e viceversa.

Sono d'accordo. La figura e l'opera di Carlo Rovelli sono esemplificativi di questa evoluzione che diviene sempre più obbligata man mano che la materia (in tutti i sensi) scientifica si fa più rarefatta. L'epistemologia è l'anello - non più mancante - di questo processo di unificazione del sapere.

Unificazione che non è marcia trionfale ma crinale pericoloso, lungo il quale solo il verbo di Ockham (epistemologo ante litteram) ci può salvare da scivoloni fatali.
#6400
Tematiche Filosofiche / Re:Amor fati
25 Novembre 2019, 09:17:25 AM
Citazione di: baylham il 24 Novembre 2019, 20:48:11 PM
Non credo affatto al destino, alla necessità.
Penso di essere una parte, sono partecipe di tutto ciò che accade, per cui la mia volontà, il mio potere, la mia libertà sono relativi, limitati, come quelli di chiunque altro.
Perciò ciò che accade oltrepassa ogni mia volontà, mio potere, mia libertà.
Perciò non capisco perché mai dovrei, potrei amare tutto ciò che accade.

Tutto esatto. Ma per giudicare il significato dell'enunciato nicciano bisogna fare uno sforzo interpretativo che vada oltre la banalizzazione. Comincerei con l'analizzare singolarmente le componenti del sintagma amor fati:

Amore, da un punto di vista naturalistico fenomenologico, si presenta come un avvinghiarsi di corpi che non veicola morte e sofferenza, ma vita e piacere. Dato reale che dà origine al più potente farmaco antinichilista che la natura abbia prodotto. Fato naturale benefico che non si può non amare già per sè, e che rimanda ad un fato più esteso nella sua pertinenza psicologica e senso metafisico.

Il Fato è un messaggero, è l'Hermes che rimanda a Zeus, che è il vero predicato del nostro amore.

Dio, fino alla sua morte, ha rappresentato tutto ciò che si poteva temere e si doveva amare. Dio era l'archè metafisico della nostra socialità razionalizzata. La nostra persuadente, perennemente rinnovabile, ri-legatura (religio) sociale. Venendo meno Dio, FN ha trasposto nella Natura la relazione amorosa, individuando in essa e nella sua evoluzione il nostro fato. E fin qui non dovrebbero esserci  problemi per chi si colloca oltre la morte di Dio.

Ma perchè amare la Natura ? Per lo stesso motivo per cui si amava Dio. Perchè l'amore è il motore più potente per la re-ligio sociale e per la interiorizzazione del senso. Comprendere il nostro fato è il modo migliore per sottrarsi ai suoi strali terrificanti e goderne gli aspetti benigni. Quindi anche un amore "utilitarista". Che si fa scudo della necessità per combattere i fantasmi della paura, tra cui la morte che ne è generatrice instancabile.

E' lo stesso amor fati di Epicuro, che personalmente ritengo meno ridondante di aspetti ideologici di quello nicciano, appesantito da uno spirito di gravità che da un critico del moralismo (e dello spirito di gravità) come lui non ci si aspetterebbe. Tutta la pippa della morale degli schiavi e dei signori viene attaccata con lo sputo alla giusta critica del "mondo dietro il mondo", rivelando la natura troppo umana, ovvero pesantemente ideologica, pure del suo pensiero.

Depurato da quella scoria, che confonde la legge naturale con la legge umana (appiattita sociodarwinisticamente), l'amor fati si assesta nella presa d'atto senza infingimenti (lo scudo della necessità) del nostro destino evolutivo, del nostro essere coscienza del mondo che paga a Dike/necessità il filo di questo contratto attraverso la dolorosa consapevolezza del proprio essere finito, mortale. Ma, come ammette bobmax, è un prezzo che si doveva pagare, che è bello pagare. E che vale la pena di amare. Godendone lo spettacolo nel frammento di autocoscienza che ci è data nell'eterno divenire in cui - totalmente - (ci) siamo.
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#6401
Tematiche Filosofiche / Re:Amor fati
24 Novembre 2019, 19:39:58 PM
L'amor fati di Nietzsche c'entra nulla con l'inconscio e i fantasmi dell'irrazionale. Il suo referente è il mondo così com'è, depurato dalle fantasmatiche che definì "mondo dietro il mondo". E' a questo mondo reale che va riferito l'amor fati nicciano.

Neppure il fato è un fantasma ma sta inciso nel nostro genoma che a sua volta è inscritto nel mondo. DNA e mondo sono necessità, Dike, legge invalicabile di cui conviene farsi ragione per potere, con la ragione, spuntare un trattamento di favore (l'amor fati fatalista del cancro e di Auschwitz non è quello dell'oltreuomo). Imparando ad amarla.

E' dalla presa d'atto del mondo e delle sue leggi naturali che è possibile fondare e rifondare costantemente la legge umana che non ha alcun dio al di fuori della sua base naturale. Natura che ha prodotto un soggetto capace di servirsi di essa, non di subirne passivamente gli effetti. Entro i limiti tra nascita e morte - di individui e speci - che si possono spostare, ma non annullare. E tantomeno fantasmaticamente falsificare .
#6402
Non credo che la multinazionale desiderasse esporre urbi et orbi i suoi scheletri nell'armadio che sarebbero inevitabilmente usciti in un pubblico dibattito. Questo comportamento é in linea con quanto i cronisti di Report hanno costantemente riscontrato in casi simili. Benetton docet.  Le colpe e le inadempienze di AM sono enormi, cominciando da una partecipazione temeraria alla gara in assenza di un piano industriale credibile.

L'intervento della magistratura non è meramente intimidatorio, ma dirimente innanzi ad un filibustering miliardario nei confronti di migliaia di lavoratori e di una produzione nazionale strategica, pur in presenza di una nazione miserabile che si espone a simili ingiurie. Tra miserabili prevedo che si arriverà ad una soluzione extragiudiziale con una uscita soft di AM sullo stile dell'uscita degli arabi da Alitalia. Poi il cerino resterà a noi e vedremo se, una volta tanto, l'asino italiano e la sua maramaldesca imprenditoria, riusciranno a non cadere.
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#6403
Tematiche Filosofiche / Re:La morte
24 Novembre 2019, 11:31:31 AM
Un saggio indiano che di notte sognava di essere una farfalla rimase perennemente nel dubbio se era un saggio che di notte sognava di essere una farfalla o una farfalla che di giorno sognava di essere un saggio. Non si dice come la storia vada a finire ma, nella sua saggezza, suppongo che abbia cercato di vivere al meglio sia la sua condizione giornaliera di saggio che quella notturna di farfalla. E il dualismo si sciolse in un ... puff.
#6404
Tematiche Filosofiche / Re:Dei pregiudizi dei filosofi
24 Novembre 2019, 11:09:09 AM
I miei due cents di prima lettura.

Il pre-giudizio, depurato di ogni connotazione moralistica, è l'orizzonte di verità da cui ogni pensiero e pansatore, grandi o piccoli che siano, parte per interpretare il mondo. La differenza tra piccoli e grandi è che questi ultimi allargano quell'orizzonte di verità, insieme al senso che l'accompagna.

Il relativismo nicciano si è affinato nel corso della sua vita, da tagliente che era si è rivolto contro se stesso incarnandosi in ogni suo scritto posteriore fino all'Ecce Homo che fornisce una pesante autocritica costellata di maschere ed ombre, ormai lontane dalle stelle danzanti dell'euforia zaratustriana.

Tutta la sua opera è testimonianza di verità, via via acquisita, discussa e superata. Dell'unica verità che ci è data, nel fluire dei suoi postulati che scienza e filosofia rimandano sempre al futuro, ma al tempo stesso agiscono nel presente. Dove anche la maschera diventa portatrice di verità e/o falsità in rapporto all'orizzonte di verità del suo tempo. Orizzonte che le verità di ordine superiore mantengono più a lungo nel tempo millenario della coscienza umana tramandata dalla memoria che chiamiamo cultura.
#6405
Tematiche Filosofiche / Re:La morte
24 Novembre 2019, 10:24:26 AM
Citazione di: paul11 il 24 Novembre 2019, 00:31:58 AM
E dovrei forse essere un ingenuo e illuso che crede di venire dalla polvere e andrà in polvere e calpesta quindi polvere e la sua vita è polvere?

No di certo ! Puoi accedere ad un'illusione di ordine superiore. Soprannaturale e post mortem si prestano alla perfezione a tale esercizio. Nulla ė più democratico ed equamente ripartito dell'illusione. A ciascuno la sua. 

CitazioneIl materialismo e il naturalismo lo lascio a chi ha fatto della propria coscienza un orpello su un corpo fisico

E fai bene. Perchè mai accontentarsi di una coscienza polverosa quando la medesima coscienza dispone di un immaginario capace di superare i confini di Apeiron per giungere alla chiara, adamantina, luce del vuoto ?

Polvere e sudiciume lasciamoli al materialismo e naturalismo, del quale tutt'al più ci serviremo per inventare quelle maschere mortali che consolano e deliziano i superstiti nello struggente Departures di Yojiro Takita. Arte, orpello ? Chissà.

A noi polverosi e sudici mortali non resta che l'illusionale consolazione che un poeta affidò alla sua musica in versi: "Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior".