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Messaggi - Ipazia

#6421
Mamma mia che lugubri. Suvvia: "Tutto è finito Si smonta il palco in fretta Perché anche l'ultimo degli addetti ai lavori C'ha a casa qualcuno che l'aspetta". Laddove è lui, seppur per poco e nel suo piccolo, il protagonista.
#6422
Citazione di: bobmax il 20 Novembre 2019, 09:32:19 AM
D'altronde, Ipazia, la scienza non ha nulla a che vedere l'arroganza.

Il cuore della scienza è infatti la rinuncia a possedere la Verità, in nome... della Verità!

Ma oggi assistiamo al "liberi tutti"!
Dove la vergogna è bandita, e magari basta sapere a memoria quattro formule per dichiararsi "scienziato"! Senza neppure sapere cosa la scienza sia.

Liberi tutti sì, ma se un cavallo scarta di lato significa che non sa superare l'ostacolo.
#6423
Citazione di: Phil il 19 Novembre 2019, 00:50:46 AM
In questo breve saggio ho ritrovato molti dei temi di cui si è discusso recentemente: nichilismo, Nietzsche, senso dello schema universale, dio, meontologia, destino, teodicea, consapevolezza, etc.
https://www.academia.edu/32846687/Note_sul_nulla_un_indagine_sul_nichilismo_nel_pensiero_di_Emil_Cioran

E venne pure il tempo della meontologia. Il nulla mette giacca e cravatta e si mette a filosofeggiare nullificare. "Nulla" di male, lo fanno tutti. Das Nicht nichtet. Ma per il nulla questo nichten rischia di essere autonullificante. Parmenide nol consente: Il non essere che non è muore tanto nel suo desiderio di non essere che in quello di essere. Se ne viene fuori solo in termini dialettici (negativi) con la contingenza di restare sospesi tra essere e non essere dovendo esercitare un'opzione che costringe ossimoricamente (la dialettica negativa e il negativo dialettico fanno di questi scherzi) ad essere liberi come Amleto sospeso sul suo teschio.

Il l.a. lo butti fuori dalla porta e rientra dalla finestra anche nella meontologica terra che ha seppellito Dio e il suo carreggio valoriale. Non resta che, come dice il maestro, rimboccarsi le maniche e fondare nuovi valori. C'è solo l'imbarazzo della scelta: se è pur physis che alla fine premierà il vincitore, finchè il gioco dura e non arriva il giudizio la libertà è assicurata.

Nel frammento Parmenideo vi è una profezia assai negativa contro la meontologia:

"... Orbene io ti dirò, e tu ascolta accuratamente il discorso, quali sono le vie di ricerca che sole sono da pensare: l'una che "è" e che non è possibile che non sia, e questo è il sentiero della Persuasione (infatti segue la Verità);
l'altra che "non è" e che è necessario che non sia, e io ti dico che questo è un sentiero del tutto inaccessibile: infatti non potresti avere cognizione di ciò che non è (poiché non è possibile), né potresti esprimerlo.
... Infatti lo stesso è pensare ed essere."

Eggià: il cammino metafisico di una coerente meontologia si scontra ancora contro quel muro millenario: pensare è essere. Venti secoli prima di Cartesio eravamo già arrivati a capirlo.

(la toppa di Gorgia - che cerca di portare l'antinomia nel terreno dell'avversario driblando la logica attraverso lo spostamento dei piani del reale e dell'astratto -  non funziona nel momento in cui la sua stessa confutazione è)

Sui malefìci gnostici mi astengo. Sono atea. Concordo solo sull'effetto boomerang, ma è incluso nel patto col destino che, come il maestro consiglia, dovremmo imparare ad amare.
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#6424
Citazione di: myfriend il 19 Novembre 2019, 15:49:31 PM
@Ipazia

In definitiva: l'energia è una proprietà della materia (intesa ontologicamente in senso filosofico) in cui la massa stessa è convertibile. Essendo una proprietà della materia essa appartiene in toto ad una concezione materialistica del reale.

Questa è fisica nuova...potremmo definirla "fisica Ipaziana"....cioè vera patafisica, per usare un termine a lei caro.
L'energia sarebbe una proprietà della materia.....questa è bella davvero.  ;D

La risposta non era per te che disdegni la filosofia (non capendoci nulla) e sei convinto di fare scienza, mentre fai solo bassa metafisica di tipo animistico condita peggiorativamente da supponenza catechistica. La risposta era per viator che un suo sistema metafisico se l'è costruito e non ha velleità di fare scienza.

Mi ero cautelata con la parentesi, ma un cieco non vede neppure quella. Vedrò di essere più chiara affinchè anche un cieco possa vedere. Materia è categoria filosofica, non scientifica. Non esiste alcuna formula scientifica in cui compaia la materia. La scienza ragiona in termini di massa ed energia, che hanno trovato alfine una equivalenza in Einstein che non ha comportato la soppressione di nessuna delle due. Tant'è che si parla di "materia oscura" e di corpuscolarità di particelle che erano in precedenza ritenute sprovviste di massa: ieri gli elettroni, oggi i fotoni. La quantizzazione ha portato se non ad una massificazione, quantomeno ad una materizzazione di tutti i concetti più "immateriali" della fisica tra cui tempo e spazio. Se per un chimico non ci sono dubbi sul suo modo di gestire la corpuscolarità dei suoi oggetti scientifici, per un fisico la cosa è più ardua, ma sempre a partire da grandezze formulabili come massa o energia, non certo "materia".

Per la filosofia è diverso. Le due "sostanze" originarie della filosofia sono materia e spirito. Quindi la questione (con viator) è se l'energia, di cui la scienza e la pratica quotidiana ci danno riscontro, sia da attribuire alla materia o allo spirito. viator preferisce trovare il link nel carattere impalpabile, "immateriale" dell'energia per arruolarla nella sua "fenomenologia dello spirito" dove anche l'entropia trova posto in una deriva se non nichilistica, sicuramente pessimistica. Invece Ipazia ritiene che essendo energia e massa strettamente correlate e non separabili l'una dall'altra in nessun fenomeno esperito, l'energia vada ascritta all'ambito della materia . Sussumendo, con spiccata propensione imperialistica, anche le due categorie filosofiche gemelle di essere (equivalente scientifico:massa) e divenire (e.s.: energia) nella categoria del "materiale". Realizzando alfine il suo, ovvero mio, sistemone metafisico materialistico. Dopodichè, in sede filosofica, ce la giochiamo con chi di filosofia ci capisce qualcosa.

Concludendo, di patafisica non c'è nulla in quell'affermazione perchè è puramente filosofica, non scientifica. Anche perchè la scienza più lontana sta da materia e spirito meno corbellerie rischia di dire; seppure in separata sede da parte di premi Nobel. Eccezione si può fare per la psicologia (che ha le sue brave gatte da pelare tra l'anima e i neuroni delle neuroscienze), non certo per la fisica, che finirebbe cosmicomicamente in polpettoni newage come il tuo.
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#6425
Penso che Einstein ne abbia avuto una dimostrazione ancora più convincente a Hiroshima e Nagasaki qualche anno dopo. Della trasformazione di massa in energia. 

Decisamente più difficile realizzare il contrario . A dimostrazione che la materia, nella sua archetipica forma di massa, è ben gelosa dei suoi legami atomici, che non a caso sono il serbatoio di energia più potente e concentrato di cui disponiamo.  Il che, da chimica, un pizzico di rivincita me la concede sui fisici.
#6426
Che cosa sia (e non sia) l'energia lo dice chiaramente il fisico premio Nobel Richard Feynman in questo link che spiega anche cosa si possa dire sensatamente sull'energia. Non dell'energia, perchè non è una sostanza, non è un dato ontologico. E' una proprietà della realtà fisica che può essere misurata, ma non definita nella sua ontologia propria, manifestandosi in molteplici forme di cui nessuna ha l'esclusività "sostanziale" richiesta dalla metafisica. Enfatizzarne l'immaterialità non toglie nulla alla materia ad essa necessaria per manifestarsi fino ai microlivelli della costante di Planck in cui essa continua la sua metamorfosi quantizzabile non in funzione propria, ma dello scambio tra supporti altri. In definitiva: l'energia è una proprietà della materia (intesa ontologicamente in senso filosofico) in cui la massa stessa è convertibile. Essendo una proprietà della materia essa appartiene in toto ad una concezione materialistica del reale.

Sono chimica e di fisica ne ho studiata abbastanza per distinguere una ciofeca da un discorso scientifico.

Citazione di: viator il 19 Novembre 2019, 14:03:54 PM
Provocatoriamente mi permetto di far notare : ma quando mai qualcuno ha mai dimostrato l'esistenza materiale dell'energia ? Quelle che abbondano sono invece le prove scientifiche DEGLI EFFETTI DELL'ENERGIA una volta che essa, dopo essersi irradiata immaterialmente nello (spazio ?) viene ad interferire con della materia esistente, venendo riflessa oppure assorbita da essa materia.
Ma la supposta doppia natura (ondulatoria e corpuscolare) della luce non suggerirebbe proprio una simile interpretazione ?. Saluti.

Aristotele c'aveva già azzeccato distinguendo la causa formale da quella materiale. L'onda è la causa formale impressa sulla causa materiale. Come la forma che l'acqua assume quando la mettiamo in un contenitore o è mossa dal vento creando le onde del mare.
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#6427
Citazione di: myfriend il 19 Novembre 2019, 11:21:28 AM
In pratica, la massa non esiste: essa è dovuta interamente all'energia delle interazioni che coinvolgono particelle elementari che per loro natura ne sono prive. I fisici hanno continuato a dividere, a spaccare, ad aprire i mattoncini primordiali della materia e, alla fine, hanno trovato l'immateriale. La materia è intrinsecamente costituita da un'entità immateriale.

Ti piacerebbe fosse così. Non nego che i fisici, trattando concetti come energia, campo, onda, forza, velocità, spazio, tempo,... indulgano verso l'immateriale, ma i loro massivi corpaccioni li riportano, più volte al giorno, a dover fare i conti con quello stato di aggregazione della realtà denominato materia. Tenuta insieme da possenti legami atomici di cui la celebre formula einsteiniana postula l'equivalenza, non l'ontologia.

L'ontologia, contrariamente a qualche loro esternazione patafisica, i fisici la conoscono al pari dei più materici chimici e biologi. La conoscono così bene che per fare esperienze ai limiti della materia e dell'antimateria (altra diavoleria dei fisici che ci si potrebbe lavorare di yin e yang a non finire) devono ricorrere a matericissime macchine elettromagnetiche imponenti come una città.
#6428
Tematiche Filosofiche / Re:La morte
19 Novembre 2019, 12:47:14 PM
Citazione di: Franco il 18 Novembre 2019, 13:52:08 PM
Per tornare alla questione della morte: altro è la convinzione che dopo la morte sia - scrivo sia - una condizione di beatitudine ultraterrena, altro è la convinzione che si muoia. La realtà di chi di quella beatitudine è convinto non cessa di essere perché altri ne mostrano il carattere illusorio.

Mai mi sognerei di negare la realtà di un'illusione. Mi limito a segnare il confine tra realtà e illusione, consegnando alla psicologia lo studio della realtà dell'illusione e alla biologia la realtà della realtà.
#6429
Un superamento dialettico dell'antinomia si trova nel pensiero di un maestro che recità così

I filosofi hanno solo diversamente interpretato il mondo, si tratta invece di trasformarlo.
(Die Philosophen haben die Welt nur verschieden interpretirt; es kommt aber darauf an, sie zu verändern)


(L'originale non è per vezzo intellettualistico ma per l'accesso diretto alla fonte di quel pensiero per chi se ne volesse ermeneuticamente dilettare)

La filosofia della prassi è un buon antidoto alla degenerazione intellettualistica del pensiero filosofico per il semplice motivo che la realtà non concede scappatoie al flatus vocis inconcludente e pone di sbaglia immediatamente, o comunque in tempi umani e verificabili, di fronte al suo err(o/a)re.
#6430
Tematiche Filosofiche / Re:Credenze liquide
19 Novembre 2019, 12:01:03 PM
Citazione di: anthonyi il 19 Novembre 2019, 08:37:32 AM
Una mente liquida è una mente che non ha struttura, non ha termini di riferimento per interpretare il mondo. Faccio un esempio, la gran parte di noi è cresciuta con la credenza che 80-100 anni fa c'è stato qualcosa chiamato fascismo. Non essendo la gran parte di noi vissuta a quei tempi non ha un'esperienza diretta che ci permette di sapere che il fascismo c'è stato e che cosa è stato. Quello che ci permette di saperlo è la cultura che si è trasmessa nel tempo, da generazione a generazione, e la cultura è fatta di credenze, di una fiducia della generazione successiva in quello che dice la generazione precedente, fiducia non fondata su prove che non sono possibili, perché il tempo non può tornare indietro.
Un saluto

Vabbè che un quark vale l'altro, ma forse non è il caso di esagerare col relativismo quantistico. Esistono i documenti storici: di pietra, carta e tecnologia, il monito di Primo Levi, l'ermeneutica. Qualche strumento "oggettivo" ce l'abbiamo per ricostruire abbastanza fedelmente la nostra storia e fissare dei paletti di riferimento per interpretare i mondo. La liquidità ha una funzione politico-ideologica più che scientifica. Il ciclo delle stagioni non è liquido. Ed anche in sala parto l'unica liquidità, a garanzia della conservazione della specie e della sua memoria, e quella del liquido amniotico.
#6431
Il razzismo su base genetica, ormai è relegato in frange marginali del delirio sociale e la scienza lo ha pressochè totalmente debellato con un grado di affidabilità, pare, definitivo. Il riscontro empirico dell'ambiente sociale tenderebbe a confermare tale superamento. Quindi il discorso si sposta agli aspetti culturali e alla questione dell'auspicabilità di una società multietnica. Qui i riscontri sociali sono molto meno confortanti e ognuno si deve assumere le sue responsabilità. Alcuni stili di vita sono tra loro incompatibili e l'integrazione non riuscita partorisce mostruosità sociali ineccettabili per chi vi aveva investito generazioni di aspirazioni e modelli culturali pagandoli col proprio sudore della fronte.

Questo è lo zoccolo duro (e razionale) del sovranismo, che solo una trave ideologica può ridurre alla dimensione di irrazionali pulsioni razzistiche. Il pianeta ha raggiunto un punto di saturazione antropica critico che spinge ogni comunità a difendere con le unghie e coi denti quanto realizzato. Tale criticità può essere solo amplificata da azioni unilaterali, di tipo violento o ricattatorio, quale l'immigrazione economica illegale, che finiscono con portare acqua al mulino delle frange xenofobe più radicali, non trovando più alcun impiego legale e socialmente integrabile.

Fino a dieci anni fa ragionavo come niko, jacopus, eutidemo. Difendevo anche l'immigrazione illegale perchè comunque trovava uno spazio nella nostra società facendo davvero "i lavori che gli italiani non vogliono più fare". La maggior parte dei 6 milioni di immigrati regolarizzati sono perfettamente integrati e vanno tutelati.

Ma i gravi errori di politica dell'accoglienza con una tolleranza suicida nei confronti dei comportamenti criminali degli immigrati e la saturazione delle occasioni lavorative legali negli ultimi dieci anni hanno cambiato radicalmente il contesto sociologico del nostro paese e probabilmente dell'intera Europa. Questa è la realtà e non può essere esorcizzata da motivi etici, perchè a questo punto si tratta di banale, antropologica, sopravvivenza e qualità della stessa. La nostra contro la loro. Da cui si viene fuori solo responsabilizzando i paesi di provenienza rispetto ai loro trend demografici e prassi politico-economiche.

Che il tutto sia complicato dall'inumana, dominante, koinè capitalistica non esime - benaltristicamente - dall'autodifesa della propria comunità e delle proprie condizioni di vita. Chi tutela i diritti dei "dannati della terra" dovrebbe innanzitutto farsene carico. Non accade così: il tutto è lasciato ad un'anarchia criminogena crescente e ad una tolleranza suicida nei suoi confronti.

Alla fine l'unico a guadagnarci è proprio il Capitale attraverso il dumping salariale e le occasioni di profitto di una mafia parassitaria di tipo umanitario che combinandosi tra loro producono degrado sociale e legittimazione di ogni forma di sfruttamento e attività criminale di rapina, alcune totalmente inedite per qualità e non solo per quantità. Tali fenomeni si erano verificati anche dopo Schengen, ma oggi hanno raggiunto livelli insopportabili che le cronache locali riportano puntualmente. Forse è arrivato il momento di chiudere qualche porta e rimettere ordine in casa, finchè non si potrà offrire a indigeni e ospiti una vita decente. Colpendo l'illegalità ovunque e facendo piazza pulita di uno stato di diritto a delinquere che ormai ha superato il quarto di secolo. E va ad aggiungersi al canonico stato di diritto a sfruttare capitalistico. Non gli è alternativo, antagonista. Questo ha capito la buonista Ipazia di dieci anni fa.
#6432
Citazione di: myfriend il 18 Novembre 2019, 22:42:54 PM
Ma più di questo non posso dirti.
Se ti interessa approfondisci. Non sono qui per convincere nessuno e tantomeno per fare proselitismo.
Se ti interessa approfondisci. Se non te ne frega nulla, buon per te.  ;D

Ho già approfondito e raggiunto un grado di consapevolezza tale da distinguere chiaramente la fisica dalla patafisica. Non che ci voglia molto: anche empiricamente basta vedere lo sfracellamento dei corpi umani in un incidente stradale per capire la differenza tra i due ambiti della realtà sub specie umana: reale e immaginario.

La patafisica fa un minestrone di tutto e aggiorna, parassitando le nuove conoscenze, il suo modello interpretativo del reale che risale ben più indietro del secolo dei lumi e della nascita della filosofia: risale al neolitico animista che interpretava ogni evento alla luce di disegni più o meno intelligenti.

Ora è la volta dei campi quantistici, riassunti animisticamente in un patafisico "Campo unificato" alter ego teosofico newage - perchè l'animista neolitico non si fa mancare proprio nulla e deve arrivare al sodo delle sue fantasie - di una palingenetica "Coscienza universale".

Ovviamente questo bailamme ha successo se fagocita gli elementi più esoterici dell'immaginario scientifico, laddove si sproloquia di dadi e reconditi disegni ultraterreni, che però ogni scienziato degno di questo nome si guarda bene dal tener distinti dalle sue pubblicazioni se vuole conservare un minimo di credibilità di fronte alla comunità scientifica e al mondo.

Il patafisico post neolitico no: egli si nutre proprio di queste frattaglie per condire anche quel 5% di ratio che si è emancipata dal 95% di "subconscio" (che nel minestrone contiene anche i processi metabolici: ma tutto fa brodo in casa patafisica) partorendo i suoi teoremi che la realtà - apparente o meno - si affretta a cestinare, presa da ben più pressanti incombenze.

La semplificazione unificante patafisica consiste in un metafisico (perchè di filosofia si tratta, non di scienza, e ingenuamente neolitica per giunta) horror per la complessità del reale, per la sua pianificazione da trattarsi con strumenti epistemologici adeguati piano per piano che non si lasciano turlupinare facilmente dalle false analogie che i fenomeni suscitano nella nostra intuizionistica fantasia. E al contempo tenendo bene la barra al centro dei riscontri empirici, che funzionano anche in assenza di teorie adeguate a comprenderne tutti i meccanismi (ad esempio il passaggio cruciale dalla materia inorganica alla biologia, la gravitazione universale per l'onesto Newton) e che non possono - innanzitutto per motivi di etica della conoscenza - essere patafisicizzati nella finzione di ipotesi spacciate per postulati. Questa sì, autentica, non-etica, ipocrisia.
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#6433
L'ethos inizia con le prime poppate ed è plurale fin da subito. A priori di ogni consapevolezza che non sia quella biologica, istintiva, dell'animale sociale nella sua fase evolutiva verso la condizione adulta dove, dopo che tanto ethos é stato assimilato, si può cominciare a parlare sensatamente di consapevolezza.
#6434
Finché il Campo unificato non imparerà a legarsi le stringhe delle scarpe non potrà mai spacciarsi per Coscienza universale. Per la coscienza ci vogliono i neuroni. Solo la patafisica può teorizzare una coscienza senza neuroni. E senza etica.
#6435
Tutto molto bello, peccato che sulle funzioni d'onda non si possa fare surf e che non ci si possa neppure comporre un walzer.

f(Coscienza universale) non compare in nessuna formula fisica, nemmeno nelle più arcane e trascendentali e neppure il divino Einstein, che con Dio aveva un rapporto particolare, é mai riuscito a infilare una f(Dio) nei suoi articoli. In effetti la fisica é ancora lontana da queste profondità di pensiero. Qualcosa potrebbe fare la filosofia, ma noi non facciamo filosofia (la facessimo capiremmo qualcosa di etica, basterebbe anche solo Aristotele).

Noi facciamo scienza: patafisica.
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