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Messaggi - Jacopus

#646
Sono piuttosto d'accordo, Patrizio ma nello stesso tempo pessimista. Vi sono giganteschi interessi contrari alla tua idea,
 che inoltre si basa su processi di interiorizzazione di alcuni ideali per i quali sono necessari non anni, ma generazioni. Forse solo quando ci saranno conseguenze molto serie, ci potrebbe essere un cambiamento, ma potrebbe anche essere tardi perché la disorganizzazione di una società così complessa come la nostra non prevede l'arte di arrangiarsi.
#647
In realtà Ghandi con la "marcia del sale" ha offerto una valida alternativa al modello spartachista, tra l'altro risultando vincitore a differenza di Spartaco.
#648
Ciò che ha scritto Patrizio Donati è copiato letteralmente dal sito Change-Org, dove lo stesso Patrizio Donati ha lanciato una raccolta firme sullo stesso argomento. Chiedo a Patrizio un pò più di creatività e la lettura del regolamento del forum. Considerato ciò, eviterei di aprire il link.
#649
Percorsi ed Esperienze / Re: Osteria Abisso
24 Gennaio 2024, 00:34:26 AM
Passano gli anni e anche i Viator, fedeli al loro nome. Lascio qui di seguito l'invito, per chi volesse, a scrivere delle brevissime poesie, nello stile orientale dell'haiku.

Inizio io:

"Ascolta, scorre,
come un ciclista gregario,
Estrai la parola perfetta."
#650
Il problema attuale è la concentrazione spaventosa della ricchezza in poche mani, come mai era accaduto. L'uno per cento della popolazione mondiale (80 milioni) ha il doppio della ricchezza dei 6,9 miliardi della popolazione più povera. Tradotto in cifre: ipotizziamo che i 6,9 miliardi di persone abbiano un reddito medio di 300 euro mensili (verosimile), gli 80 milioni si accaparrano 50.000 euro mensili. Con queste cifre qualunque fandonia sul merito è fuffa al cubo.
#651
Non sei sprovveduto Bob. Hai difficoltà ad accettare che possono esserci altre persone che la pensano diversamente.
#652
In realtà Ipazia, sono sempre più convinto che il problema sia la tecnica, o meglio il livello di potenza che ha assunto la tecnica oggi. Finché si trattava di un coltello per scuoiare o un carretto, l'impatto era modesto (e così via fino ad un secolo fa?50 anni fa?). Oggi la dialettica servo-padrone è svanita. Perché ciò che conta è il funzionamento non il valore di ciò che si fa funzionare. Per questo credo che il capitalismo sia solo un ulteriore maschera di un processo storico che va dal mito, all'uomo, al denaro fino alla tecnica, come estremo messaggio di alienazione. Poiché almeno il denaro rimanda a beni reali, la tecnica no. Potenzialmente può anche fare a meno dell'umanità. E forse il nostro destino è proprio questo, essere sostituiti evolutivamente da sistemi cibernetici. Oppure ritornare al Via, come nel Monopoli. Non so, posso anche sbagliarmi e mi piacerebbe dare tutta la responsabilità al capitalismo, ma anche il capitalismo ha un suo padrone, lo stesso del marxismo del resto: non era Lenin che proclamava Soviet più elettrificazione? Restare attaccati alla tradizione marxista è fondamentale per il livello di smascheramento che il marxismo insegna, ma proprio per restare fedeli a quell'insegnamento dobbiamo scovare nuovi sentieri per comprendere l'attualità. Ogni chiave interpretativa va adattata al periodo storico che vuole aprire alla spiegazione.
#653
In realtà il Capitalismo è esattamente il contrario del caos primordiale. E' una forma raffinata di razionalizzazione, poichè riesce ad ottenere un prezzo per qualsiasi merce. In questo modo il potere viene sradicato, al punto che esso non risiede più nella forma-stato, ma nella forma-corporation. La fame di potere viene sostituita dalla fame di mercato, che subordina ogni scelta politica. Anche la politica, alla lunga diventa un mercato e gli elettori consumatori di sigle politiche. Alla fine quella razionalizzazione iniziale altamente raffinata, che permise ai servi della gleba di scuotersi di dosso le proprie catene, diventa effettivamente un Tiamath, non tanto come caos primordiale ma come Dio che mangia i suoi stessi figli. L'equilibrio precario finora ottenuto derivava dalla potenza tecnica ancora ai primi stadi, ma oggi con la potenza tecnica esaltata, con la globalizzazione, il capitalismo diventa un'idrovora dell'ambiente perchè non conosce limiti all'accumulazione del capitale. Accumulazione che avviene in due modi: distruggendo l'ambiente e capitalizzando finanziariamente il futuro attraverso bond e obbligazioni che non sono altro che una scommessa antinomica sulla floridità di quello stesso ambiente che viene distrutto.
In realtà la situazione è questa. L'alta efficienza sistemica è riuscita finora a compensare gli squilibri che avvengono ora in una parte o nell'altra del globo, ma la tendenza è quella di un aumento delle crisi e della impossibilità, ad un certo punto, di compensare gli squilibri. Quel punto di non ritorno è ipotizzabile come la disarticolazione globale del sistema. Una crisi globale del sistema è quello che ci aspetta se non adottiamo nuovi modi di pensare, ovvero sostanzialmente non capitalistici e non tecnologici. Non ci sarà pertanto alcuna rivoluzione verde o rossa o gialla ma semplicemente un aumento costante di infrazioni, irregolarità, violenze, disfunzioni sempre su più vasta scala, alle quali la tecnologia non sarà in grado di rispondere. Sembra che non si riesca a vedere la gravità della situazione o si finga di non vederla. Di fronte ad una situazione simile non sorprende la ripresa di movimenti di destra fortemente reazionari, che sono l'illusione di una risposta ad una situazione che diverrà sempre più insostenibile, se non si farà fronte ad un cambiamento del modello capitalistico in qualcos'altro ed ovviamente il qualcos'altro non può essere nè fascismo nè comunismo, perchè tutti i sistemi politici finora conosciuti servono lo stesso padrone, la tecnica. Per tornare all'intervento di Inverno, il capitalismo non è una chimera, ma una ideologia che condiziona in modo potente gran parte della popolazione mondiale. E' stato un sogno, simile a quello comunista, del benessere per tutti. Entrambi erano in ogni caso adoratori della tecnica, che ora è diventato il vero Signore del pianeta Terra, almeno fino al prossimo grande terremoto sociale. Oppure è proprio l'esperimento antropico ad essere sbagliato, poichè il nostro codice di sopravvivenza ha proprio, da sempre, fatto affidamento sulla tecnica piuttosto che sulle zanne o sulle mandibole.
#654
Il concetto di "doppio legame" è stata una geniale intuizione di G. Bateson, per descrivere quelle situazioni psicopatologiche nelle quali qualsiasi risposta si formula, sarà una risposta erronea. Il caso tipico è quello della madre che compra un paio di scarpe nere al figlio. Il figlio le indossa e la madre lo guarda delusa: "ma allora non ti piacciono più le scarpe marroni?" e viceversa.

Il capitalismo si trova in una situazione simile come lucidamente scrive E. Severino:
"O il capitalismo perviene realmente alla propria distruzione - giacchè considerato separatamente dalla innovazione tecnologica, esso è una forma di produzione destinata a distruggere la Terra, sì che il capitalismo, distruggendo la propria base naturale, distrugge sè stesso - oppure il capitalismo si convince del proprio carattere distruttivo e finisce con l'assumere come compito non più il semplice profitto, ma la sintesi tra profitto e salvezza della Terra- e anche in questo caso il capitalismo perviene alla propria distruzione, perché assume uno scopo diverso per cui il capitalismo è capitalismo".
Un po' tranchant ma di una lucidità tale, come solo il maestro poteva permettersi.
#655
Personalmente incornicerei sulla bacheca virtuale del forum o come brano di benvenuto, il commento di Iano. Di una umanità così bella ed anche rara di questi tempi. Un grande abbraccio.
#656
Bob. Un tentativo encomiabile di migliorare il forum, e, insieme, una riflessione centrale: come conciliare il diritto di scrittura universale con la competenza? Temo però che la soluzione non sia semplice. Basta pensare ai dissidi che ci sono stati fra me e te. Non c'era competenza? Non credo, nè da parte mia, nè da parte tua. Nonostante ciò la discussione è spesso degenerata per la difficoltà a comprendere le ragioni altrui. Avendo per un po' frequentato il mondo accademico ho constatato che spesso, anche a quei livelli di alta competenza, agisce la competizione, il narcisismo, l'incapacità di dire all'interlocutore: "hai ragione!". Immagina qui. Il meglio che possiamo fare è discutere con chi riteniamo possa darci qualcosa nella discussione e lasciar perdere chi invece, per i toni, la supponenza, la stravaganza dei temi o semplicemente l'ignoranza, non può aiutarci in questo cammino di riflessioni digitali. Il difficile, credo sia comunque accettare ciò che gli altri hanno da dire e sforzarsi di trovarci qualcosa di utile e di interessante o magari per interrogarci sul nostro modo di confrontarci. Come tu dici, è importante restare in bilico fra aristocrazia e democrazia, ma è un esercizio da svolgere nella pratica quotidiana. Individuare delle regole che selezionino e poi valutino continuamente gli interventi sulla base del loro valore, diventerebbe un ulteriore motivo di dissonanze, litigi e cacofonie. Il livello culturale medio di una società non possiamo certo svilupparlo a partire da un forum di filosofia, ma quello che tu aspiri è proprio una società con un livello culturale medio sufficientemente alto da eliminare, proprio a partire da ciò, quella fastidiosa cacofonia che tutti noi avvertiamo. Del resto è il prezzo della libertà, come tu giustamente osservi. Una libertà "facilitata", non tanto una libertà senza più doveri. Il focus è dato da una libertà che implica l'assenza di sforzo per capire e comprendere la realtà. Al punto che ormai mi aspetto che le persone esigano che la realtà comprenda loro, in un rovesciamento dei ruoli che è esilarante è drammatico nello stesso tempo. In questo oceano "babelico" vi è questo piccolo natante chiamato "riflessioni". Sta a noi curarlo e trattarlo bene e magari anche perdonare e comprendere le "sparate" di qualche partecipante ( e lo dico in primo luogo a me stesso). Faccio un esempio di buon forumista, anzi due: Ipazia e Phil. Nei loro interventi non attaccano mai la persona, ma sempre i concetti, i principi, i temi che il loro interlocutore ha esposto. Penso che già avere questa accortezza, migliorerebbe il forum. Altra qualità importante, è anch'essa in via d'estinzione: l'umiltà. Sui temi di cui discutiamo vi è una tradizione di studi millenaria. Ci sono persone che leggono da mattina a sera su quell'argomento. Noi siamo solo degli appassionati lettori che si scambiano delle idee, ma dovremmo farlo con umiltà, poiché la nostra conoscenza è limitata (unica eccezione Eutidemo in campo giuridico😸). Insomma più che una nuova costituzione propongo la riscoperta di alcune regole di buona conversazione.
Infine. Problema dei moderatori. I moderatori, in virtù del loro ruolo, sembrano essere più potenti e autorevoli degli altri, attirandosi delle antipatie. Però nelle discussioni il moderatore è allo stesso livello degli altri. Se talvolta fa un richiamo lo fa nell'interesse di mantenere un minimo di ordine, senza però cadere nell' autoritarismo. Anche da moderatore è evidente il conflitto da mediare fra competenza e libertà di espressione.
#657
Tematiche Spirituali / Re: La mela di Eva
20 Gennaio 2024, 22:34:26 PM
Mi accodo ad Ipazia. Aggiungo che originariamente le specie "umane", gli ominini della paleontologia, sono davvero tante, ma la competizione fra di loro è avvenuta secondo le dinamiche della teoria evoluzionistica sintetica e non in altri modi.
#658
Credo che l'eterno ritorno di Nietzsche non abbia nulla di spirituale ma sia una trans valutazione sia dello spirito che della natura. Oltre la descrizione ciclica antica ma anche oltre la descrizione escatologica successiva. In questa "esplosione" vitale sta il bello e il brutto di Nietzsche. Un autore difficile da maneggiare e difficile da far schierare a destra come a sinistra. Nella mia personale bacheca filosofica è una specie di confine, come una sorta di ultimo filosofo in grado di filosofare, apparentemente, in modo creativo. Anche in questo cercando di restare fedele al concetto di "eterno ritorno" come cancellazione della tradizione storica e filosofica.
#659
Anche secondo me, rispetto all'eterno ritorno, l'interpretazione giusta è quella di Green. La scommessa è quella di riuscire a cambiare perfino il passato per non lasciarsi condizionare e creare così le premesse di una umanità che va oltre perfino la sua storia. Un compito paradossale ma che spiega bene un punto centrale di Nietzsche. Ed anche la sua valutazione (negativa) della storia dell'uomo, ritenuta il vero freno inibitore della sua forza vitale.
#660
Bobmax, sei in grado di vedere te stesso quando giudichi gli altri?  Oppure vedi solo le pagliuzze? Rispetto al discorso sul perdono avevo distinto fra il male che  è il male dell'uomo sull'uomo dal male di vivere che inizia quando si nasce e non può essere eliminato. Il primo deve avere un responsabile e deve avere una risposta dagli umani in carne ed ossa, altrimenti è, lo ribadisco, metafisica.