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Messaggi - Jean

#646
Varie / Re:Varie
04 Luglio 2017, 23:41:22 PM
Troppe parole...
 
ah... gli spazi bianchi... i puntini!
A dar aria e respiro...
 
Quel che vuoi dir in cento
Dieci bastan e avanzano...
 
La parola e poi, appunto ...
...i puntini...
 
Phil, dimmi  l'argomento
 
Tutto proviene dalla terra
E tutto ritorna all'aria...      
 

J4Y
#647
Attualità / Re:Ius soli o ius sanguinis ?
03 Luglio 2017, 21:31:22 PM
"Qui in Italia noi facciamo così: qui il nostro governo favorisce i molti, invece dei pochi, e per questo viene chiamato democrazia. 

Qui in Italia noi facciamo così: le leggi, qui, assicurano una giustizia eguale per tutti nelle loro dispute private, ma noi non ignoriamo mai i meriti dell'eccellenza, quando un cittadino si distingue, allora esso sarà a preferenza di altri chiamato a servire lo stato, ma non come un atto di privilegio, come una ricompensa, al merito, e la povertà non costituisce un impedimento. 

Qui in Italia noi facciamo così: la libertà di cui godiamo si estende anche alla vita quotidiana, noi non siamo sospettosi l'uno dell'altro, e non infastidiamo mai il nostro prossimo, se al nostro prossimo piace vivere a modo suo, noi siamo liberi, liberi di vivere, proprio come ci piace, e tuttavia siamo sempre pronti a fronteggiare qualsiasi pericolo.

Un cittadino italiano non trascura i pubblici affari, quando attende alle proprie faccende private, ma soprattutto non si occupa dei pubblici affari per risolvere le sue questioni private. 

Qui in Italia noi facciamo così: ci é stato insegnato di rispettare i magistrati e ci é stato insegnato anche di rispettare le leggi, e di non dimenticare mai coloro che ricevono offesa, e ci e' stato anche insegnato di rispettare quelle leggi non scritte, che risiedono nell'universale sentimento di ciò che é giusto, e di ciò che é buonsenso.

Qui in Italia noi facciamo così: un uomo che non si interessa allo stato noi non lo consideriamo innocuo, ma inutile, e benché in pochi siano in grado di dar vita a una politica, beh, tutti qui in Italia siamo in grado di giudicarla. 

Noi non consideriamo la discussione come un ostacolo sulla via della democrazia. 

Noi crediamo che la felicità sia il frutto della libertà, ma la libertà sia solo il frutto del valore. 

Insomma io proclamo l'Italia scuola dell'Europa, e che ogni italiano cresce prostrando in sè una felice versatilità la fiducia in se stesso e la prontezza a fronteggiare qualsiasi situazione. 

Ed é per questo che la nostra città é aperta al mondo e noi non cacciamo mai uno straniero.

Qui in Italia noi facciamo così!


... ma se ritenete che le cose non sono come le presento, avete diritto di crederlo e dirlo, perché  può esser che ad una tal distanza d'anni, seppur non nella sostanza almeno nella forma, si siano modificate ed è plausibile che i ben saldi principi che innanzi ho illustrato, abbiano perso una parte della loro forza, sì da non ispirar essi l'appropriato modello da potersi seguire al giorno d'oggi. 

Non m'illudo che la nostra società si possa preservar indefinitamente... perché, per quanto ben organizzata è tuttavia una organizzazione umana e gli uomini, al contrario degli dei, son imperfetti. "


(Pericle liberamente interpretato da Jean, che si scusa...)


 
PS- Platone (428-348 ac) nasce quando Pericle (495-429 ac) muore... è bastata una generazione a cambiare le cose... chi ha orecchi intenda...
 

Un cordiale saluto

Jean 
#648
Viaggio di lavoro verso La Spezia. Il sole illumina ogni cosa. Fuori dal finestrino scorre il mare. Scintillante, immobile, altero nella sua bellezza. Immagino che sotto la superficie nuotino spettri inquietanti di sirene omeriche.

...............


L'unico lavoro che non si può fermare è l'estrazione delLa Spezia.

Durante il viaggio, trafitto dal sole che ha reso arido il pianeta, m'immagino che fuori del finestrino scorra il mare... blu, limpido e profondo...

... invece, avvolte da sovrumani silenzi scorrono interminabili distese di sabbia arroventata, sotto la quale, incredibilmente, nuotano giganteschi, inquietanti creature simili a vermi...

 
Chi controlla La Spezia controlla l'Universo...
 

 

J4Y  
#649
Riflessioni sull'Arte / Re:Arte moderna?
30 Giugno 2017, 23:00:10 PM
Citazione di: maral il 30 Giugno 2017, 15:48:53 PM
Il problema dell'Arte moderna non è nella perdita dei valori estetici, ma nell'incapacità di evocare alcunché: l'arte attuale spesso non evoca nulla e, soprattutto se concettuale, diventa pura sperimentazione tecnica autoreferenziale e ripetuta di assoluta insignificanza. Dunque, come dice Sari, annoia a morte.
L'evocazione dell'arte è sempre stata evocazione del sacro (Non c'è arte che non sia arte sacra, a cominciare da quando i primi artisti cavernicoli, nel profondo buio di una grotta, anziché darsi da fare per procurarsi il cibo, compito allora assai più impegnativo di oggi, presero a stampare i palmi delle loro mani sulle pareti iniziando a creare immagini meravigliose), ma oggi il sacro (che non ha niente a che fare con il religioso, anche se pure la religione inizia dalla dimensione sacrale dell'esistenza) è negato, rimosso. E certamente non è sufficiente alcuna volontà per risuscitarlo, o lo si sente davvero, oppure è una contraffazione, una risibile patacca.
Ecco allora che l'arte diventa solo un evento di contesto che vive solo del suo "incorniciamento", per questo delle briciole sul pavimento sono opera d'arte solo nel contesto espositivo in cui si stabilisce debbano apparire tali.
Recentemente, in un ristorante ho visto un'idea geniale del gestore: alle pareti aveva semplicemente affisso delle cornici vuote, le più semplici possibili, quei listelli colorati che si trovano in qualsiasi supermercato. Con quelle cornici disposte con gusto il locale sembrava propria una galleria d'arte moderna, con pezzi qualsiasi di muro bianco a fare da quadri. Splendida sintesi del significato di arte contemporanea.

E quando si è sulla linea (a volte tenue) di confine tra il conosciuto ed il nuovo..?

Direste che questa sia arte?

https://www.youtube.com/watch?v=IvUU8joBb1Q


J4Y
#650
Alle recenti elezioni in Francia e in Italia il "partito" dell'astensione si è ulteriormente accresciuto, unitamente a quello di chi ha una risposta per tutto (i motivi dell'astensione, in questo caso). 

In Francia mi par che son stati il 20% degli elettori – correggetemi se sbaglio – a decretare lo strabiliante successo, in termini di seggi, del nuovo premier. Quasi da ricavarci una regola: micro.n partecipazione = macro.n risultato...

Che si propendi per una spiegazione o le altre... rimane il fatto che la partecipazione in costante declino renderà problematico prima o poi l'avvallo democratico dei risultati.

Ma, d'altra parte, l'ignota galassia (per me che non vi ho mai messo piede... troppo distante per la mia astronave...) facebook si è fregiata d'aver connesso ben due miliardi di utenti... quindi a ben vedere... par la solita questione di cosa si ottiene al far una cosa... di facebook non so dire (dite voi che lo conoscete); della politica... beh, le ricadute pratiche e/o di senso civico-sociale, o non esercitano una sufficiente forza d'attrazione o (se non illusorie) si son rivelate per quel che dovrebbero essere solo come assunto (da rivestir poi con atti concreti): parole, parole... spesso scritte sull'acqua...

Per riportar il discorso al nostro forum... 'un c'è verso di far propaganda a codesto Hotel Logos, cambiar l'ordine delle stanze, stabilir nuovi criteri per la loro assegnazione e financo ventilar la corresponsione del premio quale miglior forumista-ospite... tanto che mi son convinto che io, noi... non si conosca affatto quali siano i nostri compagni di "vacanza", rivolgendomi perciò a chi per professione ne sa ben più di me... leggete un po'...


 
Chi sono i clienti di un hotel?

Ecco un articolo che noi di Hotelbrand ci siamo davvero divertiti a scrivere e dopo averlo letto capirete anche voi il perché.  Tuttavia, il fatto che faccia ridere, non significa che l'argomento non sia serio, anzi serissimo: riguarda, infatti, il rapporto fra chi lavora in hotel e i clienti che prenotano nella struttura.
Alzi la mano chi non ha qualcosa da dire al riguardo? E infatti abbiamo pensato che il modo migliore per capire chi sono davvero i clienti di un hotel fosse quello di far parlare proprio voi, direttori o titolari di hotel oppure addetti alla reception.
In alternativa avremmo dovuto parlare dei clienti come di utenti o consumatori generici, dotati sì di caratteristiche peculiari e preferenze, ma pur sempre incanalate dentro le fredde tabelle di un'indagine di tipo statistico o i campi del vostro PMS.
E allora cosa ci siamo inventati? Con un post su Facebook abbiamo interpellato proprio loro, albergatori e addetti alla reception. Non tutti in verità, ma quelli del gruppo Crazy Hotel con cui, di recente, ci stiamo scambiando numerose opinioni. E che cosa abbiamo chiesto? Una cosa semplice: di raccontarci la richiesta più bizzarra posta loro da un cliente in fase di prenotazione e durante il soggiorno, spiegando anche come avevano fatto a risolverla.
I racconti che ci sono pervenuti sono davvero tanti che pubblicarli tutti sarebbe un problema, dunque abbiamo scelto quelli  che secondo noi fanno capire meglio queste due cose:
quanto sia difficile, a volte, gestire il rapporto con gli ospiti;
quanto siano bravi i nostri albergatori a risolvere alcune situazioni in cui una persona normale perderebbe subito le staffe.
Curiosi di sapere cosa è venuto fuori? Allora continuare a leggere.

1 Autobus per la Torre di Pisa...a Roma
Giulia, che gestisce una struttura a Roma, ha subito suo malgrado la recensione pessima di una cliente cui non aveva saputo dare una risposta durante il check-in alla domanda: "Che autobus devo prendere per arrivare alla Torre di Pisa?".

2 Lucertole per... salamandre
Questa ce l'ha raccontata, insieme a molti altri aneddoti, Luciano, fiorentino doc, General Manager di un hotel in centro storico a Firenze, che fa questo lavoro da 40 anni.
"Una volta – racconta – accompagnai in ascensore un'anziana francese e sentii che riempiva di coccole una lucertolina che portava sul bavero. Per gentilezza feci che bella lucertolina...Cavolo s'incazzò di brutto NON E' UNA LUCERTOLA E' UNA SALAMANDRA EGIZIANA!"

3 A Venezia con l'auto subacquea
Ci ha fatto ridere di gusto (ma in realtà ci sarebbe da piangere) anche Fabio che lavora in un hotel del centro di Venezia,  dove una cliente (italiana) che aveva prenotato per e- mail dopo qualche giorno telefona:
"Salve, vorrei sapere come si arriva in auto a Venezia e vorrei prenotare un posto nel vostro parcheggio".
"Cara signora per arrivare prenda etc. ma per quanto riguarda il parcheggio, mi spiace ma l'hotel non ne è provvisto".
La cliente inferocita: "E' inaccettabile che un 4 stelle non abbia un parcheggio, in tutte le città lo hanno: Milano , Roma, Firenze, siete ridicoli".
Serafico l'addetto alla reception: "Lo so signora, ma la colpa non è nostra se le auto non sono subacquee".

4 Padre modello
Un potenziale cliente è rimasto tale per Walter quando, prenotando al telefono una notte per lui e la figlia presso la sua struttura di Livinallongo di Col di Lana,  ha chiesto come condizione aggiuntiva di trovare un coro che all'arrivo cantasse "Tanti auguri a te" alla figlioletta che compiva gli anni.
Dato che il nostro albergatore non aveva la più pallida idea su come scritturare un coro in 2 giorni, ha dovuto, suo malgrado, declinare la prenotazione!

5 Chi rompe...paga
Più che una richiesta bizzarra, un fatto bizzarro.
"Una coppia che evidentemente aveva litigato –  racconta Vincenzo, titolare di una struttura romana –  uno dei due si chiude in bagno e l'altro a calci sfonda il riquadro di sotto della porta.
La mattina dopo, pacificati, vanno dal ferramenta, comprano martello chiodi e colla e riparano il tutto alla meglio pensando che non ce ne accorgessimo. Ovviamente poi hanno rimborsato la riparazione fatta bene".

6 Discriminazioni religiose
Un fatto davvero divertente è capitato a Moira, presso una struttura senese, dove un cliente (evidentemente di religiose islamica) ha insistito per avere una camera con terrazzo in direzione la Mecca.
Purtroppo però non è stato possibile accontentarlo perché, dice "le nostre finestre sono tutte esposte a Est oppure a Ovest e soprattutto non abbiamo terrazzi!".

7 Traumi infantili
Questa di Alessandro potrebbe essere un caso da sottoporre ad uno psichiatra, ma uno bravo però!
"La richiesta più assurda – ci racconta Ale – è stata di una famosa coreografa teatrale che dormiva con una ventina di bambole con le quali faceva la doccia. Il problema era nel rifargli la stanza...Fu risolto portando le bambole a fare una colazione virtuale con molta soddisfazione della cliente".

8 Disturbi del sonno
Raccogliendo le testimonianze dei nostri albergatori abbiamo appreso che fra i loro ospiti ci sono molte persone che, per i motivi più disparati (troppo silenzio, poca luce oppure per  i rumori di camion che passano e magari è la mareggiata) hanno difficoltà a prendere sonno, per cui indovinate a chi tocca poi trovare un rimedio?
Elena, ad esempio, da un agriturismo di Langhirano in Emilia Romagna, ci dice:
"Una signora, che a cena ha raccontato a tutti con orgoglio di lavorare come "psicologa", mi arriva in cucina verso mezzanotte quando tutti già dormivano, per chiedermi "un grosso favore"...pensavo "vorrà una bottiglia d'acqua" NO era per chiedermi se potevo lasciare accesi i faretti in giardino così le avrebbe dato l'impressione di essere in città coi lampioni accesi.
Ma allora – si chiede perplessa la nostra amica  – che ci vieni a fare in un agriturismo sull'Appennino?"

9 Fobie
Ma quella del non riuscire a prendere sonno non è l'unica fobia: Federico di una struttura di Casalpusterlengo (Lodi) ci racconta di un ospite che aveva proprio una strana fissazione verso un numero in particolare.
"Notò – dice l'albergatore – che la sua ricevuta era la numero xx8, che il totale era x8, che quando gli parlavo c'era un 8 nei secondi, nelle ore o nei minuti. Che il mio cellulare aveva un 8 nel numero.
Se ne andò adirato dicendo che lo schernivo".

10 Strani accompagnatori
Guai a scrivere che il tuo hotel è pet- friendly o potrebbe succederti quello che è successo ad Eleonora di un B&B di Ferrara che per cliente ha perfino avuto un mago con tanto di gabbia di colombe, canarini e .. pitone!

11 Malati per l'igiene
Alzi la mano chi non ha mai avuto a che fare con un ospite malato per l'igiene?
Mai come Anna Maria di una struttura di Ceriale che ha avuto una cliente che "ha pulito la camera per TRE ore, si è portata da casa 4 rotoli di Scottex e alcool, passate anche le appliques, gettato i courtesy set e la carta igienica sigillata, tolto lenzuola e asciugamani e sostituiti con i propri. Il tutto per un soggiorno di una notte!".

12 Camere separate
Per finire, ma potremmo continuare a lungo, l'esperienza di Alessandro, resort manager di un hotel di Sarzana, alle prese con un cliente molto particolare.
Questi infatti "rifiutava qualsiasi contatto fisico, non voleva gli si toccasse la valigia, che le cameriere entrassero in camera o che qualcuno gli toccasse sellino o manubrio della bici.
Entrato per errore in direzione,  vede il "fornelletto" anti zanzare e salta fuori allarmato chiedendo se è un insetticida o un repellente. Gli chiedo perché?
Mi risponde: se repellente non ci entrò più, se è insetticida devo andarmi a fare la doccia e cambiare vestiti.
Ovviamente – se la ride Alessandro – ho risposto che era un repellente....
Ma sapete la cosa più bella? Era in vacanza con la fidanzata ma dormivano in camere separate... dopo aver portato via la fidanzata, è ritornato con una più giovane di circa 20 anni. In questo caso nessun problema a dividere la camera!"

https://hotelbrand.com/clienti-un-hotel/



 
Avete letto... e magari anche (un pochino) sorriso?

Se non l'avete colto, il senso del post (grazie ad Angelo per la sua risposta) sta tutto in una parola: reciprocità.

Se avete riso e (prima o poi...) non ricambiate, qui o in qualche stanza dell'Hotel Logos attraverso l'unica moneta accettata, la parola appunto... allora non avete pagato per l'ospitalità.

Il numero del contatore delle visite rimarrà il solo testimone del vostro passaggio.

Voi siete solo un numero?
 


Un cordiale saluto

Jean 
#651
Ciao Garbino,

nei due ultimi post ho trovato qualcosa (... la cosa, sempre quella, qual che sia...) d'inerente la mia ricerca, così che ne posso scrivere.
Precedente agli assiomi logici v'è il linguaggio con le proposizioni che permette, edificate sulle parole il cui significato (teoricamente condiviso) modella  la comprensione dell'enunciato/frase.

Semplificando, l'esperienza della "cosa" (o delle cose) è possibile solo quando nella persona si sia sviluppato il senso di sé (ego o come lo si voglia chiamare) che necessariamente si appoggia su vocabolario/sintassi/grammatica relativamente consolidato a quell'acerbo stadio di sviluppo intellettivo. 

Relativamente poiché (com'è ovvio) l'individuo è alle prime armi e l'uso, la padronanza del mezzo (linguaggio) si acquisisce col tempo e l'esperienza.

Così già il primo passo, la comprensione del significato delle parole, presuppone un corretto percorso (mentale-intellettivo) soprattutto condiviso , perché quanto più se ne distanzi (considerata la soggettività dell'esperire) tanto più da quel che pareva un mondo comprensibile a più d'una persona, ecco formarsene due (o più) con le loro (se va bene) differenti sfumature interpretative.

Come abbiamo occasione di constatare anche nel nostro forum, per una parola, ad esempio una di quelle chiave nell'aforisma: "l'essere", più se ne discute nel tentativo di giungere ad una comprensione comune e condivisa e più ci si rende conto (almeno per me) come quel corretto percorso sia fortemente soggettivo, da cui, sovente, non c'è possibilità di smuoversi (non per cattiva volontà).

Ben prima degli assiomi logici, dunque, vien da domandarsi se il significato delle parole che usiamo non ci stia indirizzando in una direzione piuttosto che un'altra, a cui corrisponderà come dice Nietzsche, la "creazione" di una realtà (o del concetto di questa) e l'impressione di viverla (di vivere proprio quella e non altre... applicabile anche allo stesso Nietzsche, quali che siano i criteri di verità cui si affida e dai quali ne fa emergere apparenza e/o realtà del mondo esperito...).

Poiché il linguaggio è una sorta di matematica (grandemente complessa... visto che può trattare di qualunque cosa...) l'assiduo esercizio consente a chi vi si applichi di passar dalle scuole inferiori all'università e oltre mantenendosi entro i confini delle regole di verità della stessa, così che l'ascoltare i ragionamenti di un consesso di filosofi ben preparati (qual non sono per nulla) può dare l'impressione (o la certezza...) che essi sappiano bene di cosa parlino e dove conducano ragionamenti e ipotesi.

Beh, quanto riportato da Maral:

Interessante, ritrovo questa affermazione nell'ultimo incontro seminariale di Sini, nel quale, concludendo il suo commento all'ultimo dialogo platonico ("Le leggi"), afferma che il fondamento della logica è illogico e lo riconduce ai tre principi non logici della logica indicati da Peirce: fede, speranza e carità. Fede, ossia fiducia che ciò che si dice abbia corrispondenza reale pur sapendo che non può essere adesione al reale, speranza in una condivisione, carità: ossia offerta di reciproca comprensione.

per chi ritenga corretto che il fondamento della logica sia illogico, dovrebbe concorrere a sfrondar di presunte certezze ogni "provvisoria" conclusione riguardo alcunché.

Non solo in ambito filosofico, in tutti... scientifico, religioso ecc.   perché tutti partono da premesse che solo attraverso (come afferma Sini) fede, speranza e carità possono fornire un qualche  terreno solido sotto i piedi (all'intelletto).

Chi faccia proprie tali osservazioni (per quel che mi riguarda le sottoscrivo), nel porre l'attenzione ad ambiti oltre le regole di verità cui è avvezzo, (forse) dovrebbe considerare l'estrema parzialità del proprio punto d'osservazione, così che se milioni di persone esperiscono e parlano di miracoli e migliaia d'altre dell'effettiva influenza del mentale (pensiero in senso lato) sulla materia, come vado trattando nella discussione Al di là dell'aldilà, presumibilmente (ma non sicuramente, certo...) non son (del tutto) fantasie di soggetti influenzabili, psicolabili o creduloni.

Vorrei consigliare all'amico Garbino (e a tutti) la visione del film "Arrival" , perché tratta proprio del linguaggio e di come potrebbe (nel film) essersi evoluto secondo modalità visivamente e pure temporalmente non lineari (come, in parte, geroglifici ed ideogrammi), altresì fornendo spunti (documentati) alquanto interessanti:

da Wiki, trama del film:

- Mentre Louise comincia a diventare più abile nel linguaggio alieno, inizia a sperimentare dei sogni lucidi di se stessa con la figlia Hannah. Louise spiega che esiste una teoria (quella che i linguisti chiamano ipotesi di Sapir-Whorf) secondo la quale la lingua che si usa è in grado di influenzare i pensieri, "riprogrammando" la mente, e sperimenta che l'apprendimento della lingua degli alieni, che hanno una differente concezione del tempo, le permette di avere visioni del futuro.

(altresì consiglierei, per maggior scorrevolezza, di scrivere il corsivo quando occorra nelle citazioni e non indicarlo; opinione personale, poi mi va bene in ogni modo).
 
Un cordiale saluto

Jean
#652
Attualità / Re:Ius soli o ius sanguinis ?
20 Giugno 2017, 23:24:43 PM
Citazione di: paul11 il 20 Giugno 2017, 11:15:36 AM
anche la Popillia japonica ha chiesto il diritto dello ius soli.
E' uno scarabeo che sta invadendo e infestando le coltivazioni di mezzo mondo con tanto di allarmi regionali sui danni.

La natura ci insegna una cosa fondamentale che quando entra un animale o un vegetale che non è endemico con il luogo ospitante muta l'ecosistema entrando in conflittualità con altri dentro la catena alimentare ed energetica.

va bene, non va bene? nelle scienze, botanica ed entomologia, o comunque zoologia, ci si comporta stranamente in maniera diversa
dai capoccioni dell apolitica.
E' ovvio che sempre la globalizzazione comporta più aerei, più navi con viaggi intercontinentali con relativi vegetali e animali stivati.
Quì come lo chiamiamo: fenomeno migratorio?
La Popillia japonica ha chiesto intanto asilo politico........come rifugiato

Caro paul,

chissà quante volte andavi "fuori tema" a scuola... che a ben vedere ce ne son di tanti tipi e non sempre l'insegnante è preparato a riconoscer quelli diciamo "creativi" (i miei preferiti...) che allargano le prospettive oltre le capacità di circoscriverle, codificarle ed etichettarle.

La tua Popillia japonica non è solo un bel coup de théâtre, è oltre... oltre l'uomo e le sue illusioni di poter dominare gli eventi ed in ultima la natura...


(i miei complimenti... mi sa che ti voto come forumista dell'anno  ;D )

 
Un cordiale saluto
Jean
#653
Varie / Re:Varie
16 Giugno 2017, 21:24:26 PM
Citazione di: Phil il 16 Giugno 2017, 20:12:25 PM
Citazione di: Jean il 14 Giugno 2017, 21:48:19 PM
avevo anche un po' mischiato i simboli, (non che faccia molta differenza, ma) l'ordine corretto è questo
Se l'ordine dei simboli non fa molta differenza,
resto interdetto, come in attesa di sentenza...
ho seguito il filo dell'"aiutino" come una lenza,
ma non ho trovato l'amo, forse per insipienza...  
resto quindi a mani vuote: indecifrabile sequenza!
Il senso del codice ermetico eccede la mia scienza
e se non balena l'idea giusta, dovrò restarne senza...
sbarre, punti e spazi non mi palesano alcuna coerenza;
se rivelar l'arcano o no, resta alla tua buona coscienza  :)



Caro amico tu hai giocato, in questo sta la differenza

tra chi passa legge, fugge e non sente l'esigenza

di lasciar di sé la traccia per amor d'equipollenza,

sì che al par di fuochi fatui e baglior di fluorescenza

non rimane del percorso che memoria, evanescenza...

dello scatto al contatore ch'è tenuto all'obbedienza

e in un numero converte cuor, spirto e la presenza...
 
Sbarre, punti, virgolette, entro d'esse v'è l'assenza 

di parole ch'hai già letto che han prodotto la sequenza...

 
",|: || "". |""|o'"  
  
J4Y   ??? :-X  :D
#654
Varie / Re:Varie
14 Giugno 2017, 21:48:19 PM
Citazione di: Phil il 14 Giugno 2017, 19:47:07 PM
Citazione di: Jean il 14 Giugno 2017, 07:47:02 AM
Un caro saluto e... risolvi questo...

"", |: |" | "". | |'"


Jean
Mi sopravvaluti!
Comunque, presupponendo che sia un rebus che tu ritenga risolvibile, come direbbe Topolino, "mumble, mumble..."  ;D

Suppongo sia una frase, quindi ad alcuni simboli dovrebbero corrispondere delle lettere, ma se anche gli spazi fra i simboli fossero codificati come una lettera? Sarebbe diabolico...

A prima vista, mi viene da chiedere se la "punteggiatura bassa" ( , : . ) faccia parte del codice o funzioni normalmente da punteggiatura...

Se consideriamo che gli spazi fanno gli spazi e la "punteggiatura bassa" fa la punteggiatura (scenario più semplice! ;) ) resterebbero tuttavia solo 4 simboli ( " " | ' ) da traslare in lettere, il che rende forse improbabile che quella frase sia persino uno scioglilingua: troppe poche lettere, direi... allora è plausibile che gli spazi fanno gli spazi, ma ogni simbolo sostituisca una lettera...

La ripetizione cadenzata della | mi ha fatto pensare che possa essere una vocale, tuttavia, mi sono anche chiesto: se fosse una parola scritta "allargata" per evitare che i simboli si accavallino troppo? Alla fine della stringa ce ne sono due vicine (fermo restando il dover ancora verificare il ruolo dello "spazio"), e la doppia vocale in italiano è piuttosto rara...

Mi sbilancerei invece nel supporre che " sia una vocale, poiché, oltre a ripetersi "ritmicamente", è alla fine della (ipotetica) frase, e le frasi che finiscono per consonante sono decisamente anomale (ad eccezione del linguaggio poetico arcaico).

Se, cambiando chiave di lettura, dovessi guardare la stringa come pittogramma, anche variando la direzione di lettura (dalla destra a sinistra, etc.) la mia fantasia non ci vede nulla...


P.s.
qualche caritatevole indizio?  :)

Phil, perdonami... effettivamente è un po' troppo...

però, accidenti come ti sei impegnato! 

E che metodo... eh, si vede che lubrifichi assai bene la materia grigia...

In più avevo anche un po' mischiato i simboli, (non che faccia molta differenza, ma) l'ordine corretto è questo:

",|: || "". |""|'"


 
Per aver qui dimostrato come affrontar l'ignoto
d'un linguaggio scarno e monco, meritato è l'aiutino:
vedi ben che ognuna cosa non sortisce mai dal nulla,

tutto vien dal primo passo, dal passato già remoto
e seppur non parla o canta, la sua traccia è nel catino,
quivi il simbolo è la tomba e l'intero è nella culla.

La memoria sopraffina non discrimina e non toglie
sbarre, punti, virgolette, essa invero tutto coglie

e ritornano tra questi le parole ch'hai già letto
per portar la soluzione all'amico prediletto...
 
 
(P.S. – ti ringrazio della partecipazione... ah, la vita fatta anche di piccole cose... effimere gioie...)
 

un caro saluto
Jean
#655
Varie / Re:Varie
14 Giugno 2017, 07:47:02 AM
Citazione di: Phil il 23 Maggio 2017, 21:50:07 PM
Non ho visto il film (ma ho recuperato lo spezzone su youtube) e anche stando al link che hai postato, mi sembra verosimile l'ipotesi di un indovinello allusivamente senza soluzione, senza verità... una verità irraggiungibile che, curiosamente, è anche collegata al nome del personaggio che pone l'indovinello: Lessing, oltre a essere il nome del nazista che interroga l'ebreo, è anche il nome del pensatore illuminista famoso per il suo aforisma in cui la ricerca fallimentare della verità viene preferita alla verità stessa (coincidenza?): "Se Dio tenesse nella sua destra tutta la verità e nella sua sinistra il solo eterno impulso verso la verità con la condizione di dover andare errando per tutta l' eternità e mi dicesse : " scegli ! " , io mi precipiterei umilmente alla sua sinistra".

ciao Phil, enigmista emerito...  ;)

complimenti per aver trovato il riferimento al Lessing filosofo che (nel film) sembra volontaria.
 
Del quale riporto alcune sue frasi celebri:

 
"Gli uomini saggi sono sempre veritieri nella condotta e nei discorsi. Non dicono tutto quello che pensano ma pensano tutto quello che dicono."  (questa secondo me ti si adatta).

 
 "Violenza! Violenza! Chi non può far fronte alla violenza? Ciò che chiamiamo violenza è nulla; la seduzione è la vera violenza."  (questa è decisamente per CVC).

 
"La vita è troppo breve per bere del vino cattivo." (... indeciso...  :-\  Sgiombo o Sariputra... o entrambi?)

 
"Come può un uomo amare un essere che, a dispetto di lui, vuol anche pensare? Una donna che pensa è altrettanto ripugnante quanto un uomo che si imbelletta."  (questa per testare il sense of humor di una donna che frequenta il forum... ma chi sia io non lo so...)
 


Un caro saluto e... risolvi questo...

"", |: |" | "". | |'"
 

Jean
#656
Tematiche Filosofiche / Re:Al di là dell'aldilà
13 Giugno 2017, 22:04:28 PM
Ho letto qualcosina di Seneca e m'è bastato per averne il massimo rispetto, perché si esprime semplicemente, ponendo il focus sull'uomo (contemporaneo) e le problematicità dell'esistenza, rapportate all'inevitabile morte rispetto alla quale perdon di sostanza divenendo diafane ombre... in dissolvimento.

Qualcuno ha chiamato la morte "la sorgente nera" che un po' ricorda quella "dark energy and matter" cui ha accennato paul. 

L'attuale cosmologia è obbligata a considerarle per darsi una comprensione dell'universo (la sua nascita ed evoluzione, per chi s'interessi di tal questioni) che almeno abbia una direzione ed i più ritengono che vi sia un'espansione in atto.
 
Nel chiedersi quanto si possa progredire riporto le parole di Seneca:

Gran parte del progresso sta nella volontà di progredire

che personalmente interpreto sia come proposito collettivo (la società) che individuale. 
Naturalmente la società determina e sovente impone le direzioni, rispetto alle quali la volontà del singolo deve conformarsi. 
Ma quando più singoli si associano (loro e/o le loro idee) una società (lungimirante) non dovrebbe attender che divengano una massa critica (cfr. quella nucleare per prodursi il "botto"), ma accoglierle (per quanto possibile e comunque dimostrando di volerlo fare...) nel suo seno.

Se  convenite che il progredire sia connesso con l'imparare potremmo chiederci da dove/chi/cosa possiamo imparare? 
E sempre il filosofo (Seneca), pragmaticamente, risponde:

È meglio imparare delle cose inutili che non imparare niente. 

Ma quali siano le cose inutili e quelle utili... chi lo decide?

In termini filosofici ogni limitazione mi par venga considerata un ostacolo all'avanzamento (progresso) di qualsivoglia indagine, mentre per quelli scientifici... ben poco è nelle disponibilità del singolo, le direzioni di ricerca son determinate dall'interesse delle lobby di potere, ***militare in primo luogo.

Quando si conferisce alla "scienza" un'identità monolitica, quasi che essa possa risponder in prima persona forse non si vede che come tutte le creazioni umane contiene atteggiamenti mentali che proiettano in essa le aspettative più basse, più primitive, direi perfino più barbare dell'essere umano, come la sete di potere *** sulla realtà e sulla conoscenza di essa (il potere sulla conoscenza infatti è diverso dalla conoscenza in sé, che possiede tutt'altra ricchezza di umanità).

La scienza è figlia dell'uomo, non ancora (chissà se è un bene...) il contrario.

Ma la curiosità non ha confini e da sempre ci son stati, diciamo spiriti liberi, che han percorso strade diverse... certamente i più perdendosi ma altri riscuotendo l'attenzione e il riconoscimento per il loro lavoro.

Dopo d'aver letto degli esperimenti (quello del Dr. William Tiller della Stanford University  e quello dell'IRC di Roma) mi è venuto in mente di provare a mia volta, rimanendo alquanto stupito dei risultati (proprio non me li aspettavo) ottenuti.

Chi pensa non dimostrino nulla o confrontandoli con quelli ottenibili da un gatto nero che attraversi la strada ritenga d'averli "demoliti" (?) non essendo un chimico analitico difficilmente può valutare le condizioni sperimentali. 
Non è il caso qui di approfondire la questione tecnico-metodologica (c'è l'apposita sezione scientifica... e magari dopo l'estate vedrò di proporre un'attività "pratica" che coinvolga gli interessati), il punto è che molte persone competenti li ritengono validi e altamente significativi... e del tutto lecitamente altri possono dubitarne ed arrivar a supporre la frode (anche proveniente da me...).

Riscontrare (...se...) un effetto dell'intenzione umana sulla materia, che almeno qualche miracolo sia avvenuto... potrebbe darci qualche  indicazione sul "come" siamo fatti, da dove provenga il senso di noi stessi e lo stesso pensiero... e in ultima quale il destino di questo "agglomerato di istanze" (l'anima) che si ritroverà senza il supporto fisico che lo mantiene come noi lo conosciamo? 
  
Perché questa è la sola domanda... risalendo la "sorgente nera" cosa incontreremo?

 
(ma, naturalmente, tutto quanto da tutti sin qui scritto è proficuo alla conoscenza reciproca... di noi villeggianti all'Hotel Logos)
 
Un cordiale saluto
Jean
#657
Tematiche Filosofiche / Re:Al di là dell'aldilà
10 Giugno 2017, 17:25:47 PM
Grazie dei vostri commenti, al di là delle posizioni espresse, per lo stimolo al confronto. 
Prima di risponder a voi (i prossimi giorni, scusatemi) permettetemi di replicare a Sgiombo che in un'altra discussione si è riferito all'attuale argomento di questa (e indirettamente a me).
 

Sgiombo  (Filosofia - Se i ragionamenti fossero viziati in partenza?)
 
Predicare qualcosa non disponendo di dimostrazioni razionali (logiche o empiriche) = non essere scettici conseguenti (essere relativamente irrazionalisti, ovvero relativamente, limitatamente "creduloni"; "relativamente" nel senso che un conto é credere "un minimo" di razionalisticamente indimostrabile, un altro credere "di tutto e di più": per esempio che il pH di una soluzione aumenti o diminuisca in base a quel che se ne pensi.
 

Caro amico,

se anche adesso che sei in pensione (strameritata) ti venisse data una radiografia da interpretare son certo al 100% che sapresti farlo ottimamente. 

Le modalità ed il contenuto dei tuoi post personalmente mi predispongono alla fiducia nei tuoi riguardi (salvo ricredermi, naturalmente), rilevando sovente estrema accuratezza (pur a scapito dell'immediata comprensione, specie per i non filosofi qual sono) e puntualizzazione nelle tue proposizioni. 

Quasi sempre ne ricavo l'impressione che tu abbia ben chiaro in mente quanto vai poi a svolgere, a cui (forse) ha contribuito la tua preparazione scientifica, fatta di metodo e non improvvisazione.
Di molto inferiore alla tua, pur tuttavia la mia (preparazione scientifica) deriva da conoscenze ed ancor più da applicazioni (pratiche), nonché dall'interesse per gli innumerevoli aspetti coinvolti nella manipolazione della "materia".

Per dirne una, più di quarant'anni fa mi battevo perché non venisse impiegato il benzene puro nei laboratori (si usava a litri...) ritenendo fondate e sufficienti le informazioni che man mano si evidenziavano sulla sua pericolosità (cancerogeno). 

Pur costretto ad usarlo mi son sempre preoccupato, per me e i miei sottoposti, di far il possibile per ridurne al minimo l'esposizione.

A quel tempo venivo tacciato, appunto, di "credere di tutto e di più" e di dar retta ai falsi allarmismi... mi veniva detto che se ci fosse stato un pericolo reale, vero e conclamato, l'avremmo saputo. 

Come per l'amianto, o l'uranio impoverito in ambito militare...no? (avrei decine di esempi, troppi e OT, suppongo).

Il mio è (anche) un lavoro di "misura" e susseguente interpretazione e validazione dei risultati empirici, sperimentali. 
Son stato pagato (e continuano a farlo... spero ancora per poco, prima della pensione, eh...) per questo ma a nessuno ho chiesto di credere (al più d'aver fiducia che è ben altra cosa) e chiunque è libero di pensarla come vuole, anche che il sottoscritto millanti abilità e conoscenze che non possiede ed al limite che manipoli o s'inventi quanto proclama (frutto d'esperimento).

Ma se si vuol "confrontarsi", in questo caso su risultati e modalità, occorre entrar nel merito e al riguardo ho anche detto d'esser disponibile ad un'indagine "allargata" e nel mentre, come vien detto sovente in filosofia, "sospendere il giudizio" pur se scettici.

Molti che son stati tacciati di credulità... han fatto volar gli aerei e contribuito, all'inizio andando controcorrente, al cammino della scienza. Un lungo discorso anch'esso a rischio d'esser (qui) OT.
Il mondo va avanti e... davvero noi non abbiam voce in capitolo per influire in almeno qualche direzione?

La scoperta dell'energia atomica aveva fatto ipotizzare un futuro (sarebbe stato l'anno 2000, per dir una data...) affrancato dai combustibili fossili, dalla loro penuria (... a proposito... che fine ha fatto il famoso "picco del petrolio?) e dai problemi connessi alla combustione.

La fusione controllata... miliardi e miliardi di euro (o dollari) di ricerca con la R maiuscola... a che punto siamo? Non ci fosse stato qualcuno a decider intanto di provare con pale a vento, scambiatori di calore, fotovoltaico ecc... parleremmo oggi (come se ne parla e non solo per l'idroelettrico) di energie rinnovabili e sostenibili?

Quelle che sembravano direzioni secondarie via via si son andate affermando perché qualcuno si è applicato a percorrerle, sì che oggi son molti ad averne fiducia, divenendo a loro volta centri di propagazione.

Il mio sentire è che tutto questo c'entri (anche) con la filosofia e con un po' d'acqua che (a seguito di più e differenti esperimenti) manifesta "inspiegabili" variazioni chimico-fisiche.

L'umanità è appena agli inizi... seimila anni, un'inezia... e i pericoli son davvero seri (in più ci son quelli casuali... asteroidi e flare solari, per dire)... ha senso indicare ad un bambino appena nato una direzione da percorrere precludendogli le altre?

Ci son bimbi piccoli che si divertono giocando con l'acqua... guardateli, son tutt'uno...  e quelle gocce spruzzate al cielo... non vi paion gocce "felici"?
 

Un cordiale saluto

Jean 
#658
caro green,

desideravi una storiella per allentar la tensione... ma dalla risposta ad Anthonyi... o 'un l'hai letta o ha sortito l'effetto opposto... (nel qual caso perdonami).   :-\
 
Un cordiale saluto

Jean
#659
Tematiche Filosofiche / Re:Al di là dell'aldilà
08 Giugno 2017, 18:05:17 PM
Gli interventi di Phil, Sgiombo e baylham mi hanno portato a considerare una risposta adeguata alle loro convinzioni e perplessità.

Fortunatamente la faccenda è meno complessa rispetto a quella dei "miracoli", che in precedenza han favorito un dibattito (quel che è stato possibile) sin allora mancante.

Qui ho riportato degli esperimenti e volendo ne potevo richiamare altri dello stesso genere, ad esempio questo:

https://www.dionidream.com/potere-mente-modifica-realta/

ma forse il risultato sarebbe stato analogo.

Così, favorito dalla circostanza di procurami da vivere grazie al metodo scientifico (e d'aver delle abilità in quello) e potendo usare attrezzature chimico-analitiche moderne di alta sensibilità... mi son proposto di replicar (con le semplici modalità che illustrerò) codesto esperimento.

Son persona (anche) pratica, infatti il mio insister sul tema (dell'aldilà e al di là di quello) rispecchia l'interesse per una situazione che sicuramente dovremo affrontare, sì che farci un po' d'allenamento, ragionarci sopra e sentir ogni campana al riguardo personalmente m'acquieta più che l'incontrario... come tutti mi sto avvicinando all'ultima meta, perché non salir sulla torretta e scrutar l'orizzonte?


Alcune considerazioni prima di passare ai risultati:

·Ogni dialogo necessita della fiducia nell'interlocutore, senza non convien neppur provarci, non sarà tale, ma un ripropor il proprio punto di vista. Ad obiezioni e domande che per primo mi son posto cercherò di rispondere, augurandomi possiate apprezzare il gesto (esperimento) compiuto allo scopo di approfondire l'argomento.

·Probabilmente questa non è la sede appropriata per inserirvi nozioni e misure scientifiche ma, se non si fan dei passi verso quell'interdisciplinarietà che come spesso leggo molti si prefiggono, rimane sol l'intento (di questo arriveremo a parlare) che senza un punto d'applicazione non può esercitare alcuna forza (né aversi un susseguente effetto).

·Tuttavia considero d'aver aperto un fronte (o, per meglio dire, d'essermi avvicinato ad una frontiera) che mi riprometto (col mio andamento lento...) di collocar propriamente (per gli aspetti scientifici correlati alle misure) nella sezione maggiormente idonea, quella scientifica, aprendovi una discussione.


MISURE






















































































































Parametri analizzati                    


    controllo        

  test            

differenza        

variazione    %

pH

12,348

12,106

0,242

-1,96

Conducibilità (uS)

312

286

26

-8,33

Sodio (ppm)

0,429

0,852

0,423

98,60

Magnesio (ppm)

<0,001

0,020

0,020

100,00

Potassio (ppm)

58,00

58,50

0,50

0,86

Calcio (ppm)

<0,001

<0,001

0

0

Condizioni operative

una soluzione in acqua distillata ottenuta addizionando KOH alcolica (etanolo) e un po' di acido solforico diluito, viene successivamente trasferita in due matracci uguali da 100 ml (classe A) puliti, asciutti ed avvinati, denominati CONTROLLO e TEST.

I matracci sono stati posti in due diversi stipetti chiusi.

Quello denominato (e soggetto al) TEST posto ulteriormente all'interno di un foglio di carta (A4) arrotolato e chiuso a cilindro al cui interno è stato scritto: per cortesia riduci il pH e il sodio e aumenta il potassio, grazie.

Durante un periodo di 5 giorni (all'inizio per una decina di minuti ed in seguito quando me ne ricordavo) ho visualizzato il TEST, rivolgendovi un pensiero "intenzionale", chiedendo fossero realizzate le condizioni scritte.

Le misure analitiche sono state effettuate in un laboratorio chimico dotato di strumentazioni moderne e calibrate (pH metro Mettler al millesimo, conduttimetro Analitical Control con cella in platino, assorbimento atomico Perkin-Elmer con lampade a catodo cavo).


Osservazioni sui risultati

Chi abbia dimestichezza dei parametri chimici misurati sa bene che non si possono ottenere variazioni di tal portata senza intervenire (aggiungendo/modificando/trattando in qualche modo) sulle specie chimiche presenti.

Una variazione del quasi 2% del pH evidenzia un effetto sull'equilibrio di dissociazione dell'acqua che in condizioni di conservazione eguali di due campioni eguali non avrebbe potuto verificarsi.
Analogamente per il dato della conducibilità.

Il sodio, presente in piccola quantità, è (quasi) raddoppiato ed è stata riscontrata una piccola quantità di Magnesio, assente inizialmente.
Anche il Potassio ha mostrato un incremento, tuttavia inferiore all'1% su un (relativamente) alto valore iniziale (quasi 60 ppm).
In una nuova prova converrebbe preparare la soluzione acquosa con la stessa concentrazione (0,500 ppm) di dei due elementi alcalini (Sodio e Potassio).

Se qualcosa aumenta... vien da chiedersi se qualcos'altro diminuisca... comunque non il Calcio, rimasto assente.
Altre specie non sono state analizzate, per il tempo richiesto e perché l'indagine è stata conoscitiva più che esaustiva.


Anticipo che non discuterò riguardo errori sistematici e casuali, più di quarantanni di lavoro professionale alle spalle (e tutti gli stipendi sin qui presi) garantiscono – sulla fiducia, per chi mi legge – dell'appropriato protocollo analitico impiegato (liberi comunque di considerare attendibile o meno il mio lavoro).

Contrariamente al "richiesto" il Sodio (con il Magnesio e – da verificare con maggior accuratezza - il Potassio) è aumentato... e ciò può indicare che vi sono delle "direzioni", degli equilibri che possono evolvere (a causa dell'intento applicato) in un senso e non in tutti.

Come anzidetto demanderò l'approfondita disamina dei risultati analitici nell'apposita sezione scientifica.


Considerazione finale

Il presente lavoro non ha alcuna validità scientifica... per averla dovrebbe venir replicato, secondo un protocollo validato, per un numero significativo di volte calcolandone infine gli scostamenti statistici (deviazione standard ecc.).

Ciò non toglie che se voi avete 429 euro e ve ne ritrovate 852... a causa di un qualche "evento inspiegabile"... non credo che prima d'usufruirne attendiate che lo stesso si ripeta per n volte.

Tuttavia questo è il terzo esperimento (in aggiunta ai due postati) che evidenzia una "risposta" della materia (soluzioni) all'applicazione (ottenuta in vari modi) di una "intenzione" mentale.

Il mio scopo, ovviamente, non è di convincer (ci mancherebbe) chicchessia della correttezza procedurale e dei conseguenti risultati (anche se potrei, a fronte di un marcato interesse e secondo condizioni e circostanze da verificare, esser disponibile a una qualche forma "allargata" d'indagine), voi avete detto la vostra ed io ho replicato con un singolo fatto, tuttavia mio, frutto dell'impegno personale, così come nelle discussioni amo trasferir le "storielle" della mia vita e i miei piccoli tentativi di narrazione/poesia.

Come dicevo altrove (in spiritualità - Lo specchio della verità) è difficile dire Chi/cosa appartiene a chi/cosa? ... ma è facile sentir se qualcosa vien in casa nostra o noi in quella di un altro...



P.S.

Purtroppo la partecipazione (in generale) è quella che è, vedete bene... in questo forum come nella vita... qualcuno arriva e qualcuno (forse i più...) s'allontana e fatalmente tutte le discussioni prima o poi, per differenti motivi, si concludono.

Il "cammino" di questa discussione mi porta ad incontrar quelli che paiono degli "ostacoli" rispetto l'obiettivo che mi son posto, ma ogni cosa ci costringa a confrontarci con i nostri limiti, stimolandoci a superarli anche solo d'un pochino... forse alla fine ci ripagherà più di quel che abbiam dato.

Per chi proceda secondo tale prospettiva nulla vien perduto e tutto sarà trasformato.  


Un cordiale saluto

Jean
#660
(continua)

In ogni caso, sia che la poesia alluda a fatti di guerra o a disastri minerari o a condannati a morte, stona parecchio quell'assurdo ritornello, il famigerato tirollalleru che nei primi anni '60 qualcuno infilò tra una strofa e l'altra, consegnando il canto al filone più 'turistico' del folklore siciliano.
Ritornello che male si accorda con l'impianto generale del canto, e che induce ad un accompagnamento che si discosta nettamente dalle prime esecuzioni, quelle per intenderci presenti nel film o registrate dal tenore Michelangelo Verso, più vicine agli intendimenti del Maestro Li Causi. 
Il quale – e qui chiudiamo – dovette fare causa alla SIAE per avere riconosciuta la paternità della musica; paternità che infine, grazie a decine di testimonianze (tra cui quella di Cibardo Bisaccia) e a quel deposito alla SIAE del 1950, gli venne riconosciuta 'a norma di legge' nel luglio del 1979. 
Ma, dopo neanche un anno, il Maestro Franco Li Causi moriva.

https://www.antiwarsongs.org/canzone.php?id=4392&lang=it#agg230899


tramutata la poesia in canzone (restando da dir l'ultima parola fosse o meno un canto popolare) tra i molti che l'han interpretata una voce (importante)  mancava...

 
Siciliani e Sicilianità- la storia di ROSA BALISTRERI, cantastorie siciliana.

Leggendo e sbirciando alcuni libri sulla Sicilia e i suoi personaggi, mi sono imbattuta in una donna forte, combattiva, che ha amato tanto la sua terra più di ogni altro. Sto parlando della cantastorie siciliana Rosa Balistreri, nota non solo per aver recuperato testi di arcaica memoria, ma soprattutto per averli reinterpretati attualizzandoli al suo ambiente culturale.

Importante nella vita di Rosa l'incontro con Ignazio Buttitta, il grande poeta dialettale siciliano, che la spinse ad andare oltre all'interpretazione dei canti siciliani classici e a comporre nuove melodie, fornendo anche la traccia musicale oltre all'interpretazione canora.
Ecco cosa disse di lei il poeta Buttitta: "La voce di Rosa, il suo canto strozzato, drammatico, angosciato, pareva che venisse dalla terra arsa della Sicilia. Ho avuto l'impressione di averla conosciuta sempre, di averla vista nascere e sentita per tutta la vita: bambina, scalza, povera, donna, madre, perché Rosa Balistreri è un personaggio favoloso, direi un dramma, un romanzo, un film senza volto.". 

Per capire chi è Rosa Balistreri, bisogna conoscere la sua vita, le sue vicende, il suo grande amore per la Sicilia. Presero vita canzoni come "Mafia e parrini", "I Pirati a Palermu" e tante altre, come quelle sull'emigrazione e sul duro lavoro di contadini, minatori e jurnatari, cioè i lavoratori a giornata.
E' la terra arida di Sicilia, nei campi assolati, nell'oscurità delle miniere di zolfo, nella solitudine e nel dolore dei carcerati, nella nostalgia degli emigranti, quella cantata da Rosa, cantata con dolore e, allo stesso tempo, con amore come sa fare chi, nonostante tutto, rimane legato alla sua terra.

Rosa Balistreri nacque nel 1927 in un quartiere degradato di Marina di Licata, in provincia di Agrigento. Figlia di un falegname geloso e violento, Rosa ebbe due sorelle e un fratello, Vincenzo, paraplegico dalla nascita. La famiglia era molto povera, e Rosa visse l'infanzia e la giovinezza nella miseria. Fin da bambina, si dedicò alle più umili attività: servì presso le case di famiglie benestanti, andò a lavorare nella conservazione del pesce, a spigolare per i campi assolati dei paesi vicini.

In queste difficili condizioni, Rosa, dalla voce carica, roca e profonda, riversava nel canto la sua disperazione e la sua speranza. A quindici anni, ancora analfabeta, indossò il suo primo paio di scarpe e, ormai nota per la sua voce, cominciò a essere chiamata per cantare in chiesa durante battesimi e matrimoni. Un anno dopo, fu costretta a sposare Iachinazzo, e quando questi perse al gioco il corredo della figlia, Rosa lo aggredì e, credendo di averlo ucciso, andò a costituirsi ai carabinieri, affrontando anche sei mesi di detenzione.

Ritornata alla libertà e dopo un periodo di stenti, si presentò l'opportunità di recarsi a Palermo, al servizio di una famiglia nobile, ma li conobbe di nuovo la disperazione. Rimasta incinta dal figlio del patrone, Rosa fu spinta da costui a rubare denari nella casa dei genitori. Scoperta, fuggì ma fu nuovamente arrestata e trascorse altri 7 mesi in prigione. Nonostante fosse incinta, fu costretta a vivere per strada, fino a quando non fu accolta da un'amica ostetrica che la aiutò a partorire un bambino morto.

Ripresasi, Rosa andò al servizio del conte Testa, e poté così sistemare la propria figlioletta in collegio a Palermo e imparare finalmente a leggere e scrivere. Dopo un breve periodo, abbandonò la casa del conte e visse come sagrestana in un sottoscala, insieme a suo fratello Vincenzo, che faceva il calzolaio. Quando il prete però tentò di abusare di lei, Rosa, senza cedere, svuotò le cassette dell'elemosina e comprò due biglietti ferroviari: per sé e per suo fratello. Insieme giunsero a Firenze, dove Rosa visse per i successivi vent'anni.

Vincenzo aprì una bottega di calzolaio e Rosa trovò lavoro al servizio di una distinta famiglia fiorentina, conquistando così una certa tranquillità. La sorella Maria li raggiunse poco dopo, scappando da Licata, e sfuggendo alle prepotenze del marito che, raggiuntala, la uccise. Il padre di Rosa non sopportò il dolore di questa tragedia e si tolse la vita impiccandosi sul Lungarno.

Superati questi ennesimi dolorosi avvenimenti, per Rosa iniziò un periodo di serenità: incontrò il pittore Manfredi Lombardo, con cui visse per dodici anni, che le diede amore e la possibilità di conoscere grandi personaggi della cultura e dell'arte. Tra i tanti conobbe Mario de Micheli, il quale, incantato dalla sua voce, le diede la possibilità di incidere il suo primo disco con la Casa Discografica Ricordi. 
Rosa non si fermò a interpretare vecchie canzoni. 

Grazie all'amicizia con musicisti e poeti, tra i quali vi era Buttitta, che la indusse a prendere lezioni di chitarra, partecipò attivamente alla composizione di testi, fornendo a volte anche la traccia musicale oltre all'interpretazione canora. Presero vita, così, canzoni come "Mafia e parrini", "I Pirati a Palermu" e tante altre, come quelle sull'emigrazione e sul duro lavoro di contadini, minatori e jurnatari, cioè i lavoratori a giornata.

Tramite le sue canzoni si entra dentro la terra arida di Sicilia, nei campi assolati, nell'oscurità delle miniere di zolfo, nella solitudine e nel dolore dei carcerati, nella nostalgia degli emigranti, ma il percorso non si esaurisce nel dolore ma è esaltato nell'amore per la propria terra, per i piccoli, per le tradizioni religiose, e si sublima infine nella speranza, nella certezza di una giustizia sociale, nel rispetto per i lavoratori.

Conosciuto Dario Fo, partecipò nel 1966 al suo spettacolo "Ci ragiono e canto". Finita l'avventura con il suo Manfredi, che la lasciò per una modella, Rosa cadde in depressione, e tentò il suicidio. Inoltre, la sua unica figlia era fuggita, incinta, dal collegio. Per questo chiese aiuto agli amici del Partito Comunista, che le permisero di esibirsi nelle Feste dell'Unità in varie città. Fu solo alla fine degli anni Sessanta che decise di tornare in Sicilia, non più come povera serva, ma come artista affermata.

Nel 1973 partecipò al Festival di Sanremo con la canzone in italiano "Terra che non senti", ma fu esclusa alla prima serata, perché il suo genere musicale fu considerato fuori moda. Stabilitasi definitivamente a Palermo, proseguì la sua attività recitando e cantando al Teatro Biondo in "La ballata del sale", spettacolo scritto per lei da Salvo Licata. 

Il 1987 fu per Rosa l'ultima estate artistica come attrice teatrale, mentre come cantautrice continuò a girovagare per il mondo: in Svezia, in Germania, in America, raccogliendo sempre applausi e apprezzamenti. A Licata tornò un anno prima di morire, nel 1989, e in quell'occasione Giuseppe Canta scrisse la sua biografia. 
Rosa si spense all'ospedale di Villa Sofia a Palermo, il 20 settembre del 1990, colpita da un ictus cerebrale.


http://www.radioluce.it/2015/10/24/siciliani-e-sicilianita-la-storia-di-rosa-balistreri-cantastorie-siciliana/#.WTWLrmjyi00
 


... ma Rosa questa canzone non l'ha mai incisa... tuttavia la potete trovare su youtube (un grazie di cuore a chi l'ha messa) con la spiegazione ...
 

Pubblicato il 18 feb 2013
Un giorno di capodanno Felice Liotti riesce a strappare a Rosa un'interpretazione di "Vitti na crozza " che lei, giustamente, non volle mai cantare in pubblico cosciente dell'uso e dell'abuso che troppi avevano fatto di quella canzone ridotta a rappresentare, già allora e ancora oggi, l'oltraggio più grave e insopportabile che il canto in siciliano abbia mai subito.
Rosa restò fuori dalle contese ideologiche che scoppiarono intorno a quel brano. Non la cantò e basta. Sapeva che le sorti del canto in siciliano erano (e sono) legate a ben altre battaglie molto più importanti. Ma aveva voce per affrontare e riscattare anche quel brano così vilipeso e ridicolizzato forse non solo per cieche e sorde ragioni di mercato.
E lo dimostra.
Francesco Giunta (dall'introduzione a "Rari e Inediti", Teatro del Sole, 1997)

 
 ... da cui ricopio anche questi commenti dell'utente

PIETRO DI CARLO 5 anni fa

Bene ha fatto Rosa,nel periodo del successo a tenersene lontana,perche' snaturare l'anima barattandola con la popolarità può avere un prezzo troppo alto da pagare! Allora, grazie Rosa, per aver ridato dignità a questo canto e se qualcuno se ne avrà male per questo e dovrà trattenere in gola i tirollallero e i tamburelli e i tarallucci, beh pazienza, noi ci teniamo.... l'anima!
 
Questa interpretazione non (mia aggiunta) ha bisogno di commenti, per tutte le volte che in odore di santità sua e dei suoi interpreti prestati, è stata trasfigurata, vilipesa ridotta in baccanale, quando invece ha una interiorità profonda, dolorosa... io è da quando sono bambino che tento di capirne il senso e ancora oggi mi interrogo... posso solo avvertire il senso profondo che lega la vita alla morte, i misteri dell'una e ... dall'altra.

... che condivido completamente.


Grazie Rosa, per aver seguito la tua natura, offrendoci la tua arte...
 
Buon ascolto.


https://www.youtube.com/watch?v=sqFncGFhKp0
 

J4Y