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Messaggi - Ipazia

#6541
Tematiche Filosofiche / Re:Nietzsche
28 Ottobre 2019, 19:27:50 PM
Citazione di: Franco il 28 Ottobre 2019, 19:06:28 PM
Scriva Ipazia,

É certo che i preti preservano se stessi anche fisiologicamente, in una condizione di potere parassitaria che li esonera dal "sudore della fronte", e non solo psicologicamente col loro passe-partout per la vita eterna.


Franco ( = F) :

L'analisi svolta da Nietzsche nel passo da me citato ha proprio la funzione di chiarire la sfera fisiologica sulla quale il prete lavora.

No, sulla quale il prete è, come tipo umano con una specifica strategia di autosussistenza.

Citazione di: Franco il 28 Ottobre 2019, 19:06:28 PM
Ma come ho iniziato ad osservare, il testo nietzschiano mostra le condizioni della tesi per la quale quell'analisi fisiologica è auto - analisi. Come a dire che la straordinaria fisio- logia presentata da Nietzsche è tale in quanto poggia su una ben matura auto - percezione.

Illazioni. FN è ferocemente autocritico, ma il suo autosuperamento della tipologia ascetica e la critica della stessa sono radicali.

Citazione di: Franco il 28 Ottobre 2019, 19:06:28 PM
Ipazia:

Riguardo alla mitologia, l'unico ordine altro dalla mitologia medesima é oggetto di studio, e di manipolazione, della psicologia di massa.

F:

Temo che non mi si legga con la dovuta attenzione.
Il mio discorso sulla mitologia cristiana intende richiamare l'attenzione sulla realtà della fede nelle entità alle quali anche Ipazia attribuisce una valenza mitologica. Aver fede in quelle entità - ho iniziato a sottolineare - significa - tra l'altro - non sapere del loro carattere mitologico. Onde altro è la realtà di quella fede, altro è l'attualità o la possibilità di una scienza di quella stessa fede. Che la fede nelle entità costituenti il contenuto dell'esperienza cristiana possano essere o siano attualmente oggetto di una psicologia delle masse, non implica che questa sia fondamento necessario della realtà di quella. In soldoni e per fare solo un esempio concreto: dell'attuale - dico attuale - situazione della fede cristiana fa parte -  e in modo essenziale - la mancanza della sia pur minima notizia dell'esistenza di una psicologia di massa della fede nel carattere mitologico delle entità richiamate da Ipazia.


Cosa ha a che fare tutto ciò con Nietzsche? Molto. E questo nella misura in cui pensatori della levatura di Heidegger e Severino hanno letto assai diversamente la sentenza della "morte di Dio". Il primo assumendola come richiamo ad un recupero della dimensione sacrale in senso classico, il secondo - all'opposto - come affermazione definitiva della fine della metafisica quale configurazione fondamentale del tratto epistemico del nichilismo.

Che le ideologie costruiscano "scienze" pro domo loro non esenta dalla critica di tali ideologie che ovviamente non può prendere sul serio la "scienza" suddetta ma cerca di decostruirla nelle sue motivazioni reali evidenziandone le aporeticità. Le quali, altrimenti il gioco non funzionerebbe, sono invisibili ai loro seguaci così come noi, in assenza di uno specchio, non possiamo vedere il nostro viso. La "morte di Dio" è semplicemente la presa d'atto dell'esaurimento della funzione e del senso antropologici della "scienza" religiosa. Che le varie parrocchie filosofiche ci costruiscano sopra le loro carriere accademiche ci sta. Ma non è il caso di FN che va dritto al sodo e non aveva una grande opinione di quel genere di dotti per cui evitò accuratamente di stare al loro gioco. Così come fa Ipazia  ;D
.
#6542
Citazione di: InVerno il 26 Ottobre 2019, 11:31:11 AM
Citazione di: Ipazia il 25 Ottobre 2019, 23:19:15 PM
Sarà la mia deformazione mentale marxista, ma mi convince poco un'analisi della specificità occidentale, o meglio europea, in chiave totalmente idealistica, come evoluzione storica di una forma peculiare di pensiero. Trovo risposta più soddisfacente in un libro come "Armi, acciaio e malattie" di Jared Diamond in cui si risale fino alla rivoluzione agricola neolitica individuando alcuni indicatori che hanno permesso al Mediterraneo di svilupparsi molto più velocemente di altre parti del mondo innescando quel trend che  porterà alla supremazia planetaria europea. In soldoni, perchè di questo si tratta, una collocazione geografica e climatica favorevoli con accesso a materie prime e ricchezza di fonti alimentari e mezzi di trasporto animali variegate hanno permesso il crearsi di grandi comunità che hanno espresso elite intellettuali che hanno fatto il loro lavoro. Pulito e sporco, ma comunque egemonizzante.
Diamond non sostiene questo, se leggi anche "Collasso", te ne rendi conto da sola ed è coerente con altri studi biogeografici.Al contrario, sostiene che l'Europa presentava un territorio di difficile sfruttamento per via dell'orografia, le zone umide\fredde, con alcune aree di impossibile sfruttamento  che fornivano da riserva di biodiversità. Siamo partiti tardi e per questo siamo esplosi tardi. Dove la natura resiste ed abbonda, non c'è nessuna ragione  per cominciare la civiltà. Chi ha avuto zone realmente di facile sfruttamento, le ha già prosciugate a tal punto e così presto che in alcuni casi non sappiamo nemmeno tradurre la loro lingua, per via di quanto prematuramente sono collassati, come la civiltà che abitava a MohenjoDaro, e che probabilmente ha fondato la cultura hindu. Si può anche fantasticare di un ipotetico ritorno a società agricole basate su saggezza popolare e leggende, senza però illudersi che in queste siano esenti da hybris. Una volta che si è sedentari, anche solo armati di asce e zappe, siamo un bubbone sulla crosta terrestre e dobbiamo gestire al meglio il nostro impatto. Farlo con miti e leggende? Con gli altri non ha funzionato. Il tentantivo di sanare la nostra presenza stanziale con il metodo scientifico è qualcosa di nuovo, magari falliremo, vorrà dire che ci metteremo in coda a tutte le civiltà del passato.

E' vero che l'Europa è partita tardi rispetto alla conca fertile mesopotamica e all'estremo oriente, ma i blocchi analizzati nel libro contrappongono Eurasia (incluso il Mediterraneo africano), Americhe, Oceania e Africa sub sahariana. Il blocco euroasiatico, con spostamento progressivo dell'asse di sviluppo da oriente a occidente ha surclassato gli altri blocchi per i fattori citati che sono di ordine geofisico più che culturale: continuità territoriale, vivace interscambio materiale e tecnoscientifico, abbondanza di varietà di animali e piante domesticati. L'isolamento degli altri blocchi, e la loro scarsa diversificazione nelle risorse per quanto abbondanti, ha determinato il loro collasso nell'impatto con l'Eurasia.
#6543
Tematiche Filosofiche / Re:Nietzsche
27 Ottobre 2019, 19:14:34 PM
Citazione di: InVerno il 27 Ottobre 2019, 18:55:51 PMGli atei peccano nel vedere il famoso "Dio è morto" come un esultazione enfatica di liberazione, quando invece una delle cose che mi pare chiara è che si tratta di un lamento tormentato e colmo di nefasti presagi.

Mi sembrano eccessivamente enfatizzate entrambe le rappresentazioni. Oltretutto il senso di quell'espressione é interamente comprensibile solo nel contesto religioso monoteista abramitico. Per la modernità il venir meno dell'ipotesi religiosa é un invito a rimboccarsi le maniche e assumersi le proprie responsabilità di umani adulti. Tornando al nostro: in ció sta la trasvalutazione. E il ruolo fondamentale della filosofia. Lei sì liberata. Non più ancella di nessuno.
#6544
Tematiche Filosofiche / Re:Nietzsche
27 Ottobre 2019, 17:13:40 PM
Entia non sunt moltiplicanda praeter necessitatem.

Detta da un teologo cristiano, per giunta di sfortuna epistemologica.

#6545
Tematiche Filosofiche / Re:Nietzsche
27 Ottobre 2019, 16:59:30 PM
É certo che i preti preservano se stessi anche fisiologicamente, in una condizione di potere parassitaria che li esonera dal "sudore della fronte", e non solo psicologicamente col loro passe-partout per la vita eterna.

Riguardo alla mitologia, l'unico ordine altro dalla mitologia medesima é oggetto di studio, e di manipolazione, della psicologia di massa. Esito sicuramente non mitologico, ma orrendamente reale (a proposito di intelligenze "sataniche"). Sul quale il povero FN finí con l'impazzire. Più filosofo (anche in senso popolare) Platone che raccomandó di lasciare nella caverna coi suoi stregoni chi non poteva vivere alla luce del sole.
#6546
Attualità / Re:Silenzio elettorale
27 Ottobre 2019, 15:48:11 PM
No problem. Lunedì sbarcano in qualche porto italiano. Mica si voleva straregalare l'Umbria a Salvini. Almeno faccia un po' di fatica per prendersela. Una settimana in più di crociera non è nulla per chi è sopravvissuto ai "lager" libici. E poi: il paese dei balocchi. Dove tutto e dovuto senza nemmeno il sudore della fronte. Eventualmente, ma é optional per arrotondare, quello del carrello.
#6547
Tematiche Filosofiche / Re:Nietzsche
26 Ottobre 2019, 22:17:45 PM
Ha già risposto green: Nietzsche non deve dimostrare nulla. Dio è morto é metafora di un risveglio umano, non del decesso di una divinità inesistente. La morte metaforica di Dio inizia con l'illuminismo. O meglio, da allora se ne può parlare, perché prima era come vivere sotto Daesh. Essendo più facile seppellire umani deceduti che idee, FN si prende la briga di accelerare il processo e lo fa con argomenti "psichiatrici" perché di metafisica in questa faccenda non c'è veramente nulla.

Solo mitologia, a partire dalla Creazione, Eden, dei barbuti rigorosamente maschi e figli incarnati, madri vergini, ecc. Tutte cose smontate una ad una da chi è venuto prima di FN, il quale si dedica invece all'indagine psicopatologica della fenomenologia religiosa; indagine che proseguirà con le psicoscienze e l'antropologia.

Che milioni di persone credano a questa mitologia vale argomentativamente come i milioni di persone che credevano nella terra al centro dell'universo. Come se questo fatto mutasse di uno iota la realtà naturale ! Alla fine anche Maometto dovette andare alla montagna, visto che la montagna non se lo curava per nulla. FN ti prende per mano e ti porta alla montagna.
#6548
Tematiche Filosofiche / Re:Nietzsche
26 Ottobre 2019, 09:59:48 AM
Citazione di: Sariputra il 25 Ottobre 2019, 08:28:53 AM
Come anche non mi sono inventato nulla della personalità schizofrenica  e repressa di Nietzsche, ho solo riportato e citato testimonianze dirette (la mia intenzione era parlare dell'uomo N. che, contariamente a quello che pensa @Green demetr, mi interessa più della sua filosofia...)..

L'uomo Friedrich Nietzsche è la sua filosofia. Incarnata. In ciò sta il suo spessore storico ed umano, come di ogni altro grande riformatore del pensiero. Che l'esito finale sia la follia non ne modifica il valore e l'importanza, così come accade per l'opera di Van Gogh. Da Erasmo da Rotterdam all'antipsichiatria (Laing, Cooper) si è riconosciuto il valore illuminante della follia: la sua divinatoria capacità, una volta divelti gli argini posticci della razionalizzazione, di andare al cuore della questione esistenziale, senza infingimento alcuno nel momento in cui mette in movimento tutte le maschere della Zivilisation e non solo quelle omologate.

(Chi più di uno schizofrenico cosciente può decostruire quella inconsapevole schizofrenia che è la religione e i suoi succedanei secolari ? FN con la sua follia non omologabile è volato sul nido del cuculo e ne ha sloggiato gli occupanti abusivi a cominciare dal più grosso, divenuto così ipertrofico da non poterci più stare dentro. Ma non ha risparmiato i cuculi della modernità in inarrestabile crescita.)

Nel commento conclusivo all'ultima opera di FN "Ecce Homo" (Adelphi) Roberto Calasso risale ad un'opera giovanile premonitrice della sua critica radicale delle certezze:

Citazione di: FN - Su verità e menzogna in senso extramorale - 1873
Quella immensa impalcatura e intravatura di concetti, a cui l'uomo bisognoso si aggrappa per salvarsi nel corso della vita, per l'intelletto liberato è solo un supporto e un giocattolo per i suoi temerari artifici: e se egli la frantuma, la rimescola e la ricompone di nuovo ironicamente, accoppiando ciò che vi è di più estraneo e dividendo ciò che vi è di più prossimo, facendo ciò egli rivela che non gli servono quegli espedienti del bisogno e che egli non è più guidato da concetti ma da intuizioni. Non c'è una via regolare che conduca da queste intuizioni nella terra degli schemi spettrali e delle astrazioni: la parola non è fatta per esse, l'uomo ammutolisce, quando le vede, o altrimenti parla solo per metafore proibite e inaudite compagini di concetti, per rispondere almeno in maniera creativa con la demolizione e l'irrisione delle vecchie barriere del concetto alla impressione del possente intuire che lo abita

"Fino a oggi Nietzsche è stato una tale metafora proibita" conclude Calasso.

Riguardo alla "repressione" di FN è noto che l'oscuro oggetto femminile del desiderio rimase per lui un enigma ancora più insondabile dell'eterno ritorno. Enigma a cui la sua irruenza intellettuale rispose da "umano (maschio) troppo umano". Ma il suo karma evidentemente era altrove e quel misero Holzweg sfociato nel nulla Ipazia, a nome del suo genere, glielo perdona. Non per buonismo, ma perche nella decostruzione degli ordini evocata da Anthonyi le donne hanno avuto tutto da guadagnare. E (la satanica ?) Lou Salomè per prima se ne rese conto e lo amò. Con la mente più che col corpo. C'est la vie.

#6549
Citazione di: iano il 26 Ottobre 2019, 00:33:18 AM
Quando il cervello decide che l'elaborazione dei dati in ingresso è andata a buon fine.
Con quale atto?

Forse la scienza c'è lo può dire, per analogia.
La fede è come un punto che mette fine a una frase, ma non chiude mai il discorso.
Quasi una ineluttabile necessità tecnica.

Per analogia quando due cervelli elaborano in sintonia e per dimostrazione quando i dati in uscita vanno a buon fine. Il tutto tecnicamente necessitato dal primo ingegnere incausato che è la natura. Armonizzando il tutto si può operare una ragionevole distinzione tra mitologia e scienza. E tra fede cieca (che per definizione non ha questo tipo di limiti epistemologici) e ponderata.
#6550
Tematiche Filosofiche / Re:Che cosa è il "dubbio"?
26 Ottobre 2019, 08:23:52 AM
Ottima proposta di discussione che fa capire perchè il sapere interpretativo, divenuto disciplina autonoma sotto il nome di ermeneutica, sia nato nelle aule dei tribunali e si sia esteso poi ad altre discipline tra cui, oltre e forse prima della filosofia, alla storia. Quella grande degli eventi epocali e quella piccola delle biografie individuali.

Che l'ermeneutica sia un parto del diritto non è un caso perchè il giudizio dei tribunali si trova all'incrocio tra l'"oggettività scientifica" dei fatti e la soggettività occultante di chi vi ha preso parte. E quanto più il fumus sui fatti è denso tanto più la pulsione ermeneutica viene pungolata dilatandosi all'infinito (per lo più cattivo, parafrasando Hegel). Penso alla vita e al magistero dei grandi riformatori religiosi, ma anche a Ustica e ai puppari delle strategie della tensione.

Misteri abissali cui mi pare il saggio, più che politico improvvisato, giurista Pietro Grasso offre una chiave meta-ermeneutica ineccepibile (che risponde anche alla discussione parallela sulla "verità scientifica"): anche la verità ha le sue gradazioni che da un lato sprofondano nella mitologia e dall'altro si approssimano alla certezza.

Ed è per questo gradus ad Parnassum che il "metodo scientifico" ha vinto e continua a vincere. Almeno nei campi dove incontrovertibilmente dimostra di funzionare.
#6551
Sarà la mia deformazione mentale marxista, ma mi convince poco un'analisi della specificità occidentale, o meglio europea, in chiave totalmente idealistica, come evoluzione storica di una forma peculiare di pensiero. Trovo risposta più soddisfacente in un libro come "Armi, acciaio e malattie" di Jared Diamond in cui si risale fino alla rivoluzione agricola neolitica individuando alcuni indicatori che hanno permesso al Mediterraneo di svilupparsi molto più velocemente di altre parti del mondo innescando quel trend che  porterà alla supremazia planetaria europea. In soldoni, perchè di questo si tratta, una collocazione geografica e climatica favorevoli con accesso a materie prime e ricchezza di fonti alimentari e mezzi di trasporto animali variegate hanno permesso il crearsi di grandi comunità che hanno espresso elite intellettuali che hanno fatto il loro lavoro. Pulito e sporco, ma comunque egemonizzante.

Ma se tutto ciò valeva finchè si viaggiava a dorso di animale, a remi e a vela, non vale più in un presente totalmente interallacciato su scala planetaria, con un unico sistema economico interconnesso praticamente in tempo reale. Oggi direi "Chi ha avuto, ha avuto, ha avuto, chi ha dato, ha dato, ha dato, scurdámmoce 'o ppassato, simmo 'e Munno paisá!". Un mondo con le divisioni sociali che attraversano trasversalmente i continenti e le elite, in cui l'ethos vincente non lo determinano i quarti di nobiltà del passato, ma gli indici della borsa. La quale decide il tempo reale. E pure il suo spirito. Tempo qualche decennio e saremo noi a migrare in Africa (in Asia ci stiamo già andando). Già le ex colonie portoghesi, messe non male pare, importano più lavoratori dall'ex padrone coloniale e dall'Europa di quanti ne emigrino. Bella o brutta che sia, andiamo verso una Civiltà globale e non saranno gli avanzi di medioevo a fermarla. Con una struttura federale in cui le comunità locali si difendono. Ma in cui le regole economiche e politiche sostanzialmente si uniformano. E con loro anche il mitico mondo delle Idee.
#6552
Tematiche Filosofiche / Re:Nietzsche
25 Ottobre 2019, 20:54:34 PM
Citazione di: Franco il 25 Ottobre 2019, 14:31:21 PM
Colgo l'occasione per esplicitare ulteriormente ciò che intendo. L'ironia ha forse costituito un certo ostacolo. In termini non interrogativi e non ironici: Nietzsche ha posto qualcosa come un tipo umano da superare ed uno di là da venire, e così ponendo ha "identificato" il primo come il tipo non fedele alla terra e ai valori della terra. Se ciò è vero - ed è vero pena l'impossibilità di una sia pur minima comprensione del pensiero di Nietzsche - allora non si può non riconoscere la necessità di porsi la domanda circa la provenienza di quel tipo umano, vale a dire se si tratti di un tipo terrestre - originato nel seno di madre Terra.  Chiderselo non è ininfluente, giacché significa puntare il dito sul carattere moralistico - ideologico della posizione di Nietzsche.

FN si inserisce in un processo in corso fin dalla riflessione illuministica, ovvero la fine dell'egemonia culturale teologica. Egli prende atto di ciò in maniera fattuale, non ideologica, e dà il suo contributo affinchè il processo giunga a compimento. Dio è un'illusione che ha fatto il suo tempo. Rimane solo come fede, non come episteme. Semmai c'è da capire come questa illusione abbia attecchito così a fondo e per così tanto tempo. Di ciò FN dà la sua chiave di lettura. La sua ricetta è di tipo "medico", piuttosto che "etico", perchè l'etica ha gia sentenziato e lo spirito - o l'evoluzione - dei tempi, Dio l'ha seppellito per davvero.

Non mancano i tentativi di rianimazione, ma appaiono sempre più trasparenti le motivazioni illusionali, la cui impraticabilità razionale spalanca la via, nei casi più gravi, al delirio integralista. Nei casi più lievi, la religione si secolarizza e accetta la sua nuova collocazione sociale nel campo esclusivo della fede e della testimonianza etica compatibile con la egemonia culturale laica. La quale a sua volta fa propri i contenuti etici del mondo religioso con essa compatibili. FN ha dato una spinta teorica di tipo argomentativo non indifferente a tale esito evolutivo. Di ideologia, in senso aporetico o peggio manipolatorio, ne vedo assai poca nel suo pensiero. Semmai, anche lui ha subito il fascino di qualche sirena divenuta inattuale. Ma questo capita a tutti. Siamo animali storici.
#6553
Tematiche Filosofiche / Re:Nietzsche
25 Ottobre 2019, 09:53:31 AM
Citazione di: Apeiron il 24 Ottobre 2019, 22:44:18 PM
... In questo passo, Nietzsche suggerisce che per essere realmente 'soddisfatti' di questa vita si dovrebbe volerla vivere per tutta l'eternità. Secondo me, Nietzsche ha ragione nel dire che è un 'pensiero abissale' ma il fatto che si tenderebbe a dire 'no' a questo scenario (Nietzsche stesso in questo passo sembra quasi suggerire che nessuno direbbe, in realtà, 'sì'...) rivelerebbe qualcosa di molto importante riguardo a noi. Siamo così soddisfatti della vita a voler rivivere tutti i momenti in cui abbiamo provato sofferenza? in cui abbiamo provato dolore? in cui siamo stati
Ritengo il concetto dell'eterno ritorno molto profondo, ma dissento completamente dalla reazione che si dovrebbe avere. Secondo me voler affermare la vita in tutti i suoi 'aspetti' è sbagliato. Personalmente ritengo che in questa sua consapevolezza che quasi (?) tutti avrebbero detto 'no' e il fatto che riteneva che solo la figura (immaginaria) dell'oltre-uomo avrebbe detto 'sì', si possa vedere in Nietzsche una sorta di 'tentennamento' della validità della sua stessa filosofia (forse tale tentennamento - se c'è veramente stato - veniva dalla riflessione sul suo vissuto?).

Ma anche no. Tutti o quasi credevano, prima di  Copernico, che il sole girasse intorno alla terra. E prima di Einstein che il tempo fosse assoluto. Anche lo spirito ha le sue fenomenologie evolutive. E non solo ...

Citazione(Comunque, trovo un po' ironico che il filosofo che se l'è presa con gli uomini che parlavano di 'mondi oltre/dietro il mondo', alla fine, parli dell'oltre-uomo... ::) )

... ha pure le sue brave "equazioni di stato" che un fisico dovrebbe comprendere al volo. Il mondo dietro il mondo è uno stato illusorio della "materia" spirituale. Invece lo Übermensch (oltre o super se ne parlerà più avanti) è uno stato evolutivo reale della fenomenologia dello spirito umano. Nei tre stadi della metamorfosi da me citati si parla appunto di spirito. Il cammello è lo stadio ingobbito, ma non esente da elementi civilizzanti, della venerazione dei numi, il leone è la lotta di liberazione e il fanciullo è l'oltreuomo che ritorna da dove era venuto: all'umano toutcourt. Qui c'è già una nuance di eterno ritorno, ma se tutto scorre, come insegna un altro maestro di FN, non si torna mai all'esatto punto di partenza, per cui la rivoluzione/trasvalutazione è permanente e di ciò bisogna tener conto quando si decide di attraversare l'universo antropologico.

Non sempre FN l'ha fatto, mascherandosi non solo consapevolmente, per far passare il suo verbo (come giustamente sottolinea green), ma qualche incenso alla koinè pandarwiniana del suo tempo l'ha bruciato pure lui. Rendendosene, da animale di pura razza filosofica, lui conto per primo, e calpestandoci sopra (i dotti di tutte le varianti) per nascondere le tracce. Fino alla resa (?) finale cui si deve, forse, il pianto di "Umano troppo umano" allo svanire di quella impalpabile, ma pesantissima ombra, a cui lo scudo della necessità umana non può mai, totalmente, rinunciare...soprattutto nella vita quotidiana, quando l'ombra più incombe, laddove il sociale la fa da padrone, e anche il ressentiment non è così facile da decifrare e superare. L'abbraccio al cavallo di Torino rimanda molto, mi pare, alla cura heideggeriana.

Nell'ultima citazione "darwiniana" riportata da @apeiron l'ombra incombe pesante sul fanciullo che sente la terra con le sue leggi inesorabili. E' questo un punto d'arrivo ? Eraclito direbbe di no. Non basta lo spirito della terra (Erdgeist) riconquistato. Serve quantomeno una comunità di uguali "forti e ben riusciti" (Mensch-geist). Tutti, pochi, o nessuno ? La verifica, come direbbe Ghezzi, è incerta.

@green

Anche il mio Nietzsche cominciò con Cacciari. E il mio forzato studio del tedesco, lingua dei filosofi, come il greco. Mentre inglese e latino sono le lingue dei trafficanti di merci materiali e spirituali. Fino all'orrendo anglicorum che tutto pervade è insozza. Perfino la lingua complotta contro e gli Holzwege finiscono tutti in grandi discariche. Eterno ritorno della monnezza, si direbbe. Trasvalutare o riciclare ? Forse buttare. Salvando il fanciullo, però. Come dicevano i vecchi comunisti.
#6554
Attualità / Re:Crocefisso il classe?
24 Ottobre 2019, 17:52:43 PM
Cara Elia è difficile convincere una che ha avuto la facciatosta di nickarsi Ipazia dell'amorevole innocenza del cristianesimo delle origini. La mia avversione per la religione non è sentimentale ma filosofica. Per cui riesco a godermi anche le perle che l'attività umana ispirata dalla religione ha prodotto in campo artistico. Non mi sognerei mai di cannoneggiare i buddha (lo lascio desolatamente fare ad altri credenti) o negare la bellezza di una messa polifonica. Però non resto insensibile di fronte a quei bambini dalla bella voce che dovettero rinunciare alla loro virilità per un Dio misogino e sessuofobico che non avrebbe gradito le lodi cantate da una soave voce femminile. Posso interpretare e giudicare senza odio, ma non assolvere.
#6555
Tematiche Filosofiche / Re:Nietzsche
24 Ottobre 2019, 15:39:08 PM
Citazione di: Sariputra il 24 Ottobre 2019, 14:31:46 PM
Una cosa è certa: il fatto che le sue citazioni si trovino nei siti post-comunisti e contemporaneamente anche in quelli neo-nazisti  fa pensare che la contraddittorietà dei suoi scritti sia lungi dall'esser stata superata, oppure che ognuno li interpreti ad uso e consumo personale...
Namaste

Oppure che i filoni del suo pensiero attraversano tutta la modernità e pure la post, dopo la "denazificazione". Mica solo i pensatori "forti": ne fa abbondante uso e consumo personale anche un vate del pensiero debole come Gianni Vattimo.