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Messaggi - Carlo Pierini

#661
Se osservata dal punto di vista della storia della cultura, l'Alchimia costituisce il passaggio da un estremismo filosofico dominante al suo opposto-antagonista, cioè, dall'assolutismo spiritualista del primo millennio all'assolutismo materialista del secondo millennio (enantiodromia spirituo/materia).
Ed è proprio questa sua funzione di "ponte" tra i valori dell'una e dell'altra sponda, questo suo essere portatrice di entrambi, che fanno della filosofia alchemica quel "Tertium" capace di concepire e di prefigurare simbolicamente la loro unità ultima. Quando la bilancia del tempo passa da uno squilibrio di valori al suo opposto, c'è una breve epoca nella quale i due piatti stanno in perfetto equilibrio; e i simboli (o i miti) che essa genera esprimono il massimo grado di universalità e di verità. Gli aborigeni australiani chiamerebbero questa breve epoca "il Tempo del sogno", mentre i greci davano il nome di "kairoi" a certi momenti del tempo particolarmente favorevoli o propizi all'ispirazione, al sogno, al mito, alla profezia e, quindi, erano visti come germi di un rinnovamento culturale, avvisaglie di una trasformazione spirituale epocale. Ebbene, il sogno Cavalleresco prima (la saga del Graal) e il sogno alchemico dopo (il "Lapis Philosophorum") sono le due principali espressioni del nostro "kairos". La loro presenza, infatti, va dal XII° secolo al XVII°, cioè dallo spiritualismo parossistico dell'Alto Medioevo fino all'avvento della Scienza (Newton fu uno degli ultimi alchimisti). E non è casuale che anche la "santa" Inquisizione copra più o meno lo stesso periodo storico, e che, ai suoi occhi,stregoneria e alchimia fossero una medesima cosa.
Infatti, mentre l'alchimia considera lo Spirito (l'anima) e la Materia come due manifestazioni opposte-complementari dell'Unità Suprema aventi pari dignità e sacralità, lo spiritualismo considerava *dualisticamente*  la Materia come una negazione dello Spirito o come una sua forma depravata.

<<La carne ha desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha desideri contrari alla carne; queste cose si oppongono a vicenda>>. (Galati, 5:17)

<<Quelli che sono di Cristo Gesù hanno crocifisso la carne con le sue passioni e i suoi desideri>>. (Galati, 5:24)

Cosicché, mentre il Messìa degli alchimisti - la Pietra Filosofale - è il frutto di una "coniunctio" tra Materia (Pietra) e Spirito (Filosofale) ed è "Salvator Naturae ET Spiritus", cioè salvatore di entrambi i mondi, il Messìa spiritualista predicava il rifiuto della Natura, il sacrificio del corpo e il ritorno allo spirito Genitore. E non è casuale che i Catari - influenzati dal dualismo cattolico - contemplassero persino il suicidio rituale (morte per inedia) tra le forme di rifiuto della Materia, della quale Satana, non Dio, era considerato il creatore.
In altre parole, l'Alchimia, proprio per la sua centralità filosofica, è paradossalmente invisa SIA alla religione CHE alla scienza: è inaccettabilmente materialista per i preti e inaccettabilmente spiritualista per gli scienziati.
Scrivono Burkhardt e Jung:

"In alchimia, i due principi, attivo e passivo, sono i poli primari che determinano la stessa esistenza. Secondo tale concezione, la materia non è che un aspetto o una funzione di Dio: non una realtà separata dallo spirito, ma il necessario complemento di questo. (...) È stato l'uomo moderno a fare della materia una «cosa», e non più lo specchio passivo dello Spirito. (...) Si è fatta massa inerte e opposta allo spirito libero, pura esteriorità spiritualmente impenetrabile, fatto bruto".    [T. BURCKHARDT: Alchimia - pg.54]

"Il rapporto tra alchimia e cristianesimo è equivalente e quello tra sogno e coscienza; e, come il sogno compensa i conflitti della coscienza, così l'alchimia tende a colmare quelle lacune che la tensione dei contrari presente nel cristianesimo ha lasciato aperte." [JUNG: Psicologia e alchimia - pg.27]

"Nella misura in cui la mentalità occidentale iniziò (nel secolo XIII) a occuparsi della natura, fino a quel momento rimasta sconosciuta, incominciò a prender piede anche la teoria (alchemica) del lumen naturae. Tanto la dottrina della Chiesa quanto la filosofia scolastica si erano rivelate incapaci di gettar luce sulla natura deI mondo fisico. Per cui si fece strada l'ipotesi che, allo stesso modo in cui lo spirito rivelava la sua essenza alla luce della rivelazione divina, così anche la natura possedesse una "certa luminosità" (quaedam luminositas), capace di diventare fonte d'illuminazione. Si può perciò ben comprendere come, nei singoli individui che nutrivano profondo interesse all'esplicazione dei fenomeni naturali, la dogmatica visione del mondo allora dominante perdesse forza persuasiva, nella medesima misura in cui il lumen naturae acquistava forza d'attrazione, anche se il primo non veniva messo in dubbio direttamente. Gli alchimisti seri erano spiriti religiosi che non avevano affatto l'intenzione di criticare le verità rivelate. [...] Gli antichi Maestri non solo non manifestavano un atteggiamento critico nei confronti della dottrina della Chiesa ma, viceversa, erano convinti di contribuire - con le loro scoperte, in parte vere e in parte immaginarie - ad arricchire la dottrina della correspondentia tra le cose celesti e quelle terrene, cercando di dimostrare che i misteri della fede erano riprodotti nei fenomeni della natura (Nota: Per gli alchimisti il mondo era imago et symbolum dei)".  [JUNG: Mysterium coniunctionis - pg.320]

"Le immagini oniriche e, più generalmente, le fantasie spontanee sono simboli, cioè le migliori formulazioni possibili di fatti ancora ignoti o inconsci, che fungono perlopiù da compensazione rispetto al contenuto della coscienza o all'atteggiamento conscio. Se applichiamo questa regola fondamentale all'arcanum alchemico, giungiamo alla conclusione che la sua qualità più rilevante, ossia la sua unità e unicità ("una è la pietra, una la medicina, uno il vaso, uno il procedimento e una la disposizione"), presuppone una coscienza dissociata. Nessuno infatti che sia uno con se stesso necessita dell'unità come rimedio, e neppure - potremmo aggiungere - colui che non è cosciente della sua dissociazione, dato che ci vuole una necessità cosciente perché venga evocato l'archetipo dell'unità. Se ne può dedurre che gli alchimisti che avevano inclinazione per la filosofia non si sentivano a loro agio nella visione del mondo allora prevalente nella fides christiana, sebbene fossero convinti della sua verità".   [JUNG: Mysterium coniunctionis - pp.539-40]

"In generale gli alchimisti si sono sforzati di ottenere (sul piano simbolico) un'unione totale degli opposti e l'hanno ritenuta indispensabile alla guarigione da ogni male. A tale scopo essi non solo provavano l'esigenza di produrre la sostanza nella quale tutti gli opposti si trovano riuniti, ma cercavano anche di trovare le vie e i mezzi concreti per realizzarla. Questa sostanza doveva essere al tempo stesso spirituale e materiale, animata e inanimata, maschile e femminile, vecchia e giovane. Doveva venire creata dall'uomo e al tempo stesso, in quanto increatum, essere la divinità stessa, il Deus terrestris".      [JUNG: Mysterium coniunctionis - pg.475]
#662
Tematiche Filosofiche / Re:cosa intendeva Gurdgeff
31 Luglio 2018, 23:34:02 PM
Citazione di: bobmax il 31 Luglio 2018, 21:18:29 PM
x Carlo
Libera è soltanto l'Origine Incondizionata:
Origine di un serie di eventi, che dipendono solo da questa Origine.

La volontà è libera perciò solo se manifestazione di un'origine incondizionata.

Non mi pare che nel mondo esista alcuna origine incondizionata.

CARLO
Quindi, ciò che scrivi e ciò che pensi è coattivamente-deterministicamente dettato da questa Origine incondizionata?
Insomma, sei un automa già programmato fin dall'Origine? 
#663
Citazione di: Kobayashi il 31 Luglio 2018, 16:10:42 PM
L'unica utilità di una conoscenza così universale (e in quanto tale priva di nozioni specifiche che potrebbero concretamente ampliare il sapere) mi sembra quella di fornire al soggetto l'illusione di poter controllare ogni cosa.

CARLO
La scoperta di leggi e di principi ha sempre contribuito all'evoluzione del sapere.

KOBAYASHI
Però al di là di questa ossessione psicologica non vedo proprio che cosa se ne possa ricavare da una nuova metafisica.

CARLO
Se l'amore per la conoscenza (filo-sophia) è un'ossessione psicologica, l'ignoranza e la superstizione sono forse il trionfo dell'equilibrio psichico?

KOBAYASHI
La metafisica, intesa come pensiero sistematico etc., mi pare sia morta da qualche secolo...

CARLO
...E insieme a lei è morta anche la filosofia.
Ma se il Logos muore, è solo per "tre giorni", poi risorge.

KOBAYASHI
Nulla vieta di tornare ad essa, ma solo come progetto personale di comprensione del mondo e del sapere, non come proposta che possa essere seguita da altri al fine di costruire un nuovo orientamento filosofico efficace, tenendo conto dello stato attuale della nostra cultura.

CARLO
Un principio superdisciplinare è qualcosa di più di un semplice orientamento filosofico.
#664
Citazione di: Raffaele Pisani il 31 Luglio 2018, 14:25:27 PM
Mi sembra un progetto grandioso e, spero mi si permetta di dirlo, anche pretenzioso. Oriente e Occidente, filosofia e teologia, fisica e scienze sociali; da questo miscuglio dovrebbe uscire la risposta di cui l'umanità potrà godere? Io mi sento più portato alla considerazione di cose più modeste, che possano comunque trovare qualche nesso logico e qualche riscontro empirico. Comunque vedremo, intanto, en attendant Godot, candidamente mi dedico a coltivare il mio orto.


CARLO
Non pretenzioso, ...pretenziosissimo!!!  :)
Ma la colpa non è mia. I principi universali sono fatti così! Vedi il principio di gravità: anch'esso fa un miscuglio di tante cose diverse, come la caduta dei corpi, le maree, le eclissi di Sole e di Luna, il moto dei pianeti, delle stelle e delle galassie, ecc..
Io mi accontenterei di dimostrarne la validità in Fisica (il "riscontro empirico"), poi andrebbe avanti da solo, con le sue proprie gambe. Ma purtroppo si tratta di un argomento colossale che va molto al di là delle possibilità intellettuali di una persona sola e che, per essere sviluppato come merita, avrebbe bisogno dell'impegno di una molteplicità di menti consapevoli della sua importanza
Infatti, quando una ventina di anni fa mi resi conto che avevo davvero a che fare con un principio universale, cioè, con un criterio ultimo di verità, avendo ancora un'idea romantica della filosofia e non sapendo nulla di quanto essa fosse "passata al nemico", mi affacciai a un NG di filosofia immaginando frotte di pensatori in cerca della verità ("filo-sophia") che mi avrebbero accolto a braccia aperte e che si sarebbero affiancati alla mia ricerca in così tanti, che nel giro di qualche anno avremmo rivoluzionato il mondo!
Ecco, da quel giorno non ho trovato che ostilità, insulti e dileggiamenti personali da una parte, e dall'altra un silenzio sepolcrale di fronte a qualunque tentativo di mostrare la fondatezza dell'argomento. Un vero trionfo!
Ma devo dire che tu sei uno dei pochi, anzi dei pochissimi (non più di cinque in vent'anni) che si è degnato di esprimere un parere, sia pur negativo, sulla questione. A te vanno comunque i miei ringraziamenti.
#665
Tematiche Filosofiche / Re:cosa intendeva Gurdgeff
31 Luglio 2018, 08:48:53 AM
Citazione di: bobmax il 31 Luglio 2018, 08:43:12 AM
Citazione di: Carlo Pierini il 31 Luglio 2018, 00:36:03 AM
Citazione di: bobmax il 30 Luglio 2018, 23:31:48 PM
Citazione di: Carlo Pierini il 30 Luglio 2018, 23:05:44 PM...E cos'è che ti obbliga a scrivere quello che scrivi in questo thread?
BOBMAX
Ma non vi è nessuno che è obbligato!
CARLO
Appunto: questa mancanza di obblighi si chiama libertà (libertà da obblighi).
BOBMAX
Per obbligare qualcuno occorre andare contro la sua volontà.
Mentre nel nostro caso niente è contro la nostra volontà!

CARLO
Appunto, se niente si oppone alla volontà, la volontà è libera.

BOBMAX
Occorre prestare attenzione a non confondere la volontà con la "libera volontà".

CARLO
Spiegaci tu la differenza.
#666
Citazione di: davintro il 31 Luglio 2018, 00:59:19 AM
Per Carlo Pierini

Se un giorno venissimo a scoprire che gli scopritori delle verità delle scienze sperimentali che oggi accettiamo come assodate erano in realtà vittime di disturbi dell'apparato percettivo, dovremmo rimettere in discussione le loro scoperte, che proprio dai loro strumenti percettivi soggettivi traggono la loro fonte.
(...)
Diverso è il caso dei giudizi deducibili dagli assiomi della logica formale: Il principio di non contraddizione per cui, una volta data l'uguaglianza di A e B, e di B e C, si determina che A è uguale a C, fa sì che, stante le premesse, che A sia diversa da C, non sia "praticamente impossibile", ma "assolutamente impossibile".


CARLO
Hai un'idea di scienza molto approssimativa.
Che i pianeti girano intorno al Sole (e non intorno alla Terra come risultava dai nostri "strumenti percettivi") lo abbiamo scoperto grazie alla Logica (matematica e geometria), a quella stessa Logica che impone A=C. ...Ergo, così com'è impossibile che A sia diverso da C, è altrettanto impossibile che i pianeti non girino attorno al Sole.
Infatti, la Fisica (intesa come scienza) non è la trascrizione passiva dei dati forniti dai nostri "apparati percettivi", ma è una interpretazione su base logica di quei dati. La Fisica, cioè, non è altro che la Logica applicata ai fenomeni fisici.
#667
Tematiche Filosofiche / Re:cosa intendeva Gurdgeff
31 Luglio 2018, 00:36:03 AM
Citazione di: bobmax il 30 Luglio 2018, 23:31:48 PM
Citazione di: Carlo Pierini il 30 Luglio 2018, 23:05:44 PM...E cos'è che ti obbliga a scrivere quello che scrivi in questo thread?
BOBMAX
Ma non vi è nessuno che è obbligato!
CARLO
Appunto: questa mancanza di obblighi si chiama libertà (libertà da obblighi).
#668
L'idea di un Principio universale nella storia del pensiero.

Parte 2

"Per J. Joyce il sacro è sempre radicato nel profano come un universale che si inserisce e s'incarna negli umili dettagli della vita quotidiana".  [L. MALDONADO: Religiosità popolare - pg. 159]

"Il destino dell'essere umano è uno solo, una sola fede e una sola aspirazione in cerca di una Conoscenza Universale che rompa le frontiere false del tempo e dello spazio entro le quali si è rinchiusa". [CARLOS MILLA: Génesis de la Cultura andina - pg.26]

"Il concetto della Dottrina della scienza, dice Fichte, è quello di una scienza della scienza, cioè di una scienza che metta in luce il principio su cui si fonda la validità di ogni scienza e che a sua volta si fondi, quanto alla sua validità, sullo stesso principio. Essa deve quindi far capo ad un principio che agisce in ogni scienza e la condiziona: l'unico principio da cui l'intero sapere dev'essere dedotto. «Noi non siamo i legislatori, ma gli storiografi dello spirito umano»".      [N. ABBAGNANO: Storia della filosofia - vol.V, pg.51]

"[Secondo Foucault] l'episteme moderna manifesta la tendenza a procedere dal piano superficiale degli esseri a quello profondo: «Il sapere diviene la messa in campo di strategie teoriche che riconducano il visibile ad un principio invisibile che fonda e spiega contemporaneamente il visibile. Sapere è, d'ora in poi, sia ricondurre un visibile ad un invisibile sia mostrare la relazione tra il principio interno che viene alla luce e i suoi tratti visibili. Occorre penetrare nelle cose perché possa apparire completamente il loro essere».[N. ABBAGNANO: Storia della filosofia, vol. VIII - pg.392]

"Si riuscirà mai a giungere ad una teoria unitaria che riveli ogni aspetto della realtà? Sì, se si abbandonano le attuali ipotesi riduzionistiche.
È una sorta di filo rosso che percorre tutta la fisica moderna, sin da quando i due più grandi accadimenti scientifici di questo secolo, la nascita della relatività e della meccanica quantistica, ne cambiarono profondamente la struttura: la sensazione di avere a portata di mano gli strumenti concettuali per formulare una «teoria del tutto». (...) C'è di fatto la sensazione (...) che l'essere stati in grado di superare i limiti della intuizione antropomorfa nella rappresentazione di tali fenomeni possa essere il segno che sia forse tempo di avviare una ambiziosa scommessa di universalizzazione e di unificazione nel processo conoscitivo. Quindi un fatto culturale di spessore e profondità che ha precedenti solo negli onnicomprensivi disegni cosmogonici di grandi culture ormai trascorse nell'annullamento.
Che cosa c'è di presuntuoso e ingenuo in questa sensazione e che cosa invece è il germe di una svolta grandiosa nella globalizzazione della consapevolezza del nostro essere forse unici nell'universo, capaci dell'illusione di ambire a conoscere le regole del grande gioco della natura?"     [M.RASETTI: La Stampa, 17/4/97]

"Una ricchezza di fatti non significa necessariamente una ricchezza di pensiero. A meno di trovare un filo d'Arianna che ci porti fuor da questo labirinto non si potrà giungere ad una vera conoscenza del carattere generale della cultura umana; ci si troverà sperduti fra una massa di dati sconnessi e disgregati che sembrano escludere qualsiasi unità ideale".  [E. CASSIRER: Saggio sull'uomo - pp.74-5]

"Sotto lo sguardo della filosofia, il quale vuole abbracciare il mondo come unità assoluta, particolarmente la varia molteplicità dei simboli, come in genere ogni molteplicità, si deve dissolvere: la realtà ultima, la realtà dell'essere in sé deve diventar visibile. (...)
Il detto di Eraclito en tò sofón è in tal senso diventato la parola d'ordine della filosofia: fu un monito e un'esortazione a cercare dietro il fasto variopinto dei sensi, dietro la molteplicità e la varietà delle forme di pensiero l'unica luce non rifratta della conoscenza pura". [E. CASSIRER: Filosofia delle forme simboliche - vol.3° - pp.3-4]

"Senza dubbio è un fatto abbastanza provato che vi sono state e vi sono diverse filosofie; ma l'istinto della ragione ha l'invincibile sentimento, o la fede, che la verità è una sola".  [HEGEL: Lezioni sulla storia della Filosofia - pg.27]

"Un sistema presuppone sempre, se non una realtà che resti sempre identica a se stessa, almeno una struttura immutabile. In realtà, questa identità strutturale formale e non materiale è stata sempre messa in evidenza dai grandi storici".  [E. CASSIRER: Saggio sull'uomo - pp.292-3]

"L'unità della conoscenza sembra poter essere garantita solo in quanto ogni sapere, a qualsiasi specie di oggetti si riferisca, viene concepito come rigorosamente omogeneo. La diversità del contenuto del sapere non deve e non può implicare alcuna diversità nel principio della certezza e neppure nel metodo". [E. CASSIRER: Saggio sull'uomo - pp.108-9]

"Prese nel loro insieme le scienze si identificano con la sapienza umana che resta sempre una e la stessa anche quando si applica a diversi oggetti, che non subisce differenziazioni per la varietà di questi oggetti più che la luce del sole non venga differenziata dalla varietà delle cose che illumina".   [DESCARTES: Regulae ad directionem ingenii, I, pg.360]

"Per pensare l'essenza di qualcosa è necessario porre un fondamento comune originario, un'identità assoluta di identico e altro che renda possibili gli atti di sintesi e discernimento dell'identità e di alterità nei concetti e nei giudizi. Inoltre, il fondamento comune deve essere formulabile con un principio assolutamente primo del pensare. (...) Inoltre, tale principio primo del pensare deve essere altresí un principio ontologico-trascendentale (...).
In altre parole, il principio epistemologico assolutamente primo del pensare deve essere anche il principio assolutamente primo dell'essere cosí come del sapere, ossia un sapere originario che sussista". [D. E. KLEMM: Il desiderio di conoscere Dio nella dialettica di Schleiermacher, in A.A. V.V.: La dialettica nella cultura romantica – pg. 139]

"La scienza occidentale si sta avvicinando a uno spostamento di paradigma di proporzioni senza precedenti, che trasformerà i nostri concetti sulla realtà e sulla natura umana, colmando il divario tra saggezza antica e scienza moderna, e che riconcilierà la diversità tra spiritualità orientale e pragmatismo occidentale. (...) Molti ricercatori ritengono che il nuovo paradigma dovrebbe rendere possibile colmare il divario che separa la nostra psicologia e psichiatria dalla profonda saggezza del sistema di pensiero antico e di quello orientale".  [S. GROF: Oltre il cervello - pp. 30-31]

"Lo scopo della filosofia consiste o nel riconoscere una verità come fonte, dalla quale soltanto sgorgano tutte le altre cose, tutte le leggi della natura, tutte le manifestazioni della vita e della coscienza, di cui esse sono soltanto il riflesso, oppure, con un procedimento apparentemente opposto, nel ricondurre tutte queste leggi e fenomeni a quell'unica verità, però per intenderle alla luce di essa, vale a dire per riconoscere la loro derivazione da essa".  [HEGEL: Lezioni sulla storia della Filosofia - pg. 30]

"L'importanza di Raimondo Lullo consiste nella sua concezione di una logica intesa come scienza universale, fondamento di tutte le scienze (Ars Magna). Poiché ciascuna scienza ha principi propri, diversi dai principi delle altre scienze, vi deve essere una scienza generale nei cui principi quelli delle scienze particolari siano impliciti e contenuti come il particolare è contenuto nell'universale".  [N. ABBAGNANO: Filosofia medioevale - pg.328]

"La polarità, è definita da Schelling come «l'identità nella duplicità e la duplicità nell'identità». Come tale è la sorgente universale e dinamica dell'attività".  [N. ABBAGNANO - Storia della filosfia , vol. V - pg. 85]

"Secondo Cohen, «...opposti come l'immediatezza e la mediazione, l'unità e la pluralità, la permanenza e il divenire, l'ideale e il reale (...), si implicano l'un l'altro come i poli di un magnete quando sono applicati a una entità significante...». Ma essi sarebbero anche casi particolari di un principio più vasto che egli chiama principio di polarita' ".  [N. ABBAGNANO - Storia della Filosofia, vol. VI - pg. 291]

"La parte formale della Dialettica di Schleiermacher considera il pensiero del suo divenire, il pensiero in movimento, cioè in quanto si avvale dell'idea del mondo e di Dio come di un principio costruttivo del sapere. (...) L'attivítà etica è quella che tende a superare l'opposizione e a realizzare l'unità. Essa è l'azione della ragione, diretta a produrre l'unità di natura e spirito che senza questa azione non ci sarebbe ". [N. ABBAGNANO - Storia della filosfia , vol. V - pp 38-40]

"L'essere degli esseri è unico. Generando, si separa in due principi".  [J. BÖHME: Dell'impronta delle cose - pg.214]

" Dio ha creato l'uomo da due nature massimamente distanti tra loro, congiungendole in un'unica natura e in un'unica persona ".    [BONAVENTURA: Braeviloquium, II, 10]

" [Per Schleiermacher] il carattere che contrassegna la dialettica moderna di fronte a quella antica è la sua religiosità.  Per la dialettica moderna l'unità e la totalità del sapere è possibile solo in connessione con la coscienza religiosa di un Essere assoluto. Tale coscienza è il presupposto originario della dialettica, la quale deve partire da uno stato di diversità e di conflitto delle rappresentazioni tra di loro e deve giungere all'unità e alla coerenza delle rappresentazioni. Ma per procedere dal suo punto iniziale al suo punto finale, dalla molteplicità all'unità, dal conflitto alla coerenza, essa deve presupporre un sapere originario e originarie regole di combinazione, che devono essere ammessi come interni a tutti gli uomini e che la dialettica stessa deve chiarire e portare alla luce.
Su questo fondamento la dialettica ha come suo fine la costruzione di tutto il sapere nella sua coerenza, [...] l'eliminazione di ogni conflitto e l'unificazione del sapere frammentario in un tutto coerente". [N. ABBAGNANO - Storia della filosfia - Vol 5 - pp 38-40]

"Noi usiamo il Principio primo nel conoscere ogni cosa particolare, quindi dobbiamo averne una qualche conoscenza, e possiamo dedurne l'universale necessità per tutto il sapere. In questo senso il principio primo è essenzialmente unito a ogni conoscenza. (...) Pensare il principio primo è pensare l'essenza di Dio".   [D. E. KLEMM: Il desiderio di conoscere Dio nella dialettica di Schleiermacher, in A.A. V.V.: La dialettica nella cultura romantica – pg. 147]

"Per l'uomo andino, Dio è una forza ordinatrice dell'universo, la garanzia universale dell'ordine cosmico, pachasofico e etico. E' la giustizia universale e il suo garante che ristabilirà sempre l'equilibrio alterato". [J. ESTERMANN: Filosofia andina - pg. 270]
#669
L'idea di un Principio universale nella storia del pensiero.

Parte 1

"Un giorno certamente scopriremo il principio sotteso all'esistente, e sarà così semplice, così bello e così elementare che esclameremo stupiti: «Ah, come abbiamo potuto esser tutti così ciechi e così a lungo!»". [J. A. WEELER: Gravità e spazio-tempo]

"Per Eraclito, questa connessione dialettica che produce armonia mediante opposizione non è un modo tra i tanti con cui opera la Natura, ma è il modo fondamentale con cui essa si dispiega producendo cose ed eventi (...). Analogamente, per i taoisti, il nesso tra Yin e Yang non è un nesso tra gli altri, non è uno dei tanti rapporti tra opposti, ma è il prototipo di ogni rapporto oppositivo, anzi, l'unico nesso in grado di spiegare la costituzione delle cose e la formazione degli eventi. (...) Lo Yin e lo Yang si riflettono, si sovrappongono, si regolano l'un l'altro, (...) Regolano reciprocamente l'ordine del loro susseguirsi, inducono reciprocamente il volversi dei loro turni (...) secondo la modalità dell'alternanza (...), secondo la modalità della complementarità (...) e della continuità".   [G. PASQUALOTTO: Il Tao della filosofia - pp. 31-32]

"Ho trovato un luogo in cui Tu sarai scoperto in maniera rivelata, luogo cinto dalla coincidenza degli opposti. Ed è questo il muro del paradiso nel quale tu abiti, la cui porta è custodita dallo spirito più alto della ragione, che bisogna vincere se si vuole che l'ingresso si apra. Ti si potrà vedere al di là della coincidenza degli opposti, ma mai al di qua". [N. CUSANO: De visione Dei]

"La bi-unità divina risponde a un bisogno fondamentale dell'essere umano: la reintegrazione dell'uomo nel Cosmo attraverso un'assoluta unificazione; in essa scompaiono gli estremi e si fondono i contrari".   [M.  Eliade: Il mito della reintegrazione - pg. 55]

"[Nella cultura andina] il principio di complementarità si manifesta ad ogni livello e in tutti gli ambiti della vita, tanto nelle dimensioni cosmica e antropologica quanto in quelle etica e sociale. L'ideale andino non è l'estremo, uno dei due opposti, ma l'integrazione armoniosa dei due. (...) E' opportuno, quindi, vedere più da vicino la familiarità della filosofia andina col pensiero dialettico occidentale. Ci sono molti indizi che permettono di qualificare la razionalità andina come 'dialettica', sia nella struttura sotterranea di concepire la realtà sia nell'abbondanza di indicazioni fenomenologiche".   [J. ESTERMANN: Filosofia andina - pg.129]

"Secondo Socrate, solamente mediante un pensiero dialogico o dialettico possiamo avvicinarci alla conoscenza della natura umana".   [E. CASSIRER: Saggio sull'uomo - pg.51]

"Una teoria psicologica che voglia essere più di un semplice sussidio tecnico deve fondarsi sul principio dei contrari; senza tale principio potrebbe ricostruire soltanto una psiche nevroticamente squilibrata. Non esiste equilibrio e non esiste sistema autoregolantesi senza un termine di opposizione". [JUNG: Psicologia dell'inconscio - pg.110]

"La polarità della struttura della psiche è in comune con tutti i processi naturali. Questi ultimi sono fenomeni energetici che scaturiscono sempre da uno stato "meno probabile" di tensione tra gli opposti. Questa formula si rivela di particolare importanza per la psicologia, nella misura in cui la coscienza esita di solito a riconoscere o ad ammettere il carattere di polarità del suo sfondo, anche se proprio da quest'ultimo trae la sua energia".  [JUNG: Mysterium coniunctionis  - pg. 8]

"Matte Blanco insiste sull'antinomicità costitutiva dell'essere e, contemporaneamente, sulla sua profonda unità".  (...) L'antinomia costitutiva può essere risolta in una Super-logica, in cui entrambi i modi di essere siano presenti come aspetti parziali, non più incompatibili, al livello di una superiore unità".  [M. DURST: Dialettica e bilogica - pg. 68]

"Il principio di complementarietà di Nils Böhr era niente meno che un tentativo per costruire la pietra angolare di una nuova epistemologia. Quando «nella prospettiva filosofica generale... ci si presentano situazioni che richiamano quella della fisica quantistica», non significa che queste situazioni siano in qualche modo un pallido riflesso, o «vaghe analogie», di un principio che risulta fondamentale soltanto nella fisica quantistica; piuttosto è la situazione della fisica quantistica che rappresenta soltanto un riflesso di un principio onnipervadente. (...)  Bohr dedicò una notevole quantità di duro lavoro ad esplorare le possibilità di applicazione della complementarietà ad altri campi del sapere; egli attribuiva a questo compito un'importanza non minore delle sue ricerche puramente fisiche".  [G. HOLTON: L'immaginazione scientifica - pg.132]

"Siamo convinti ch'esse sole [la scienza e la dialettica] saranno quelle che stabiliranno saldamente e porteranno a eterna conoscenza quel sistema, ch'è stato presente più spesso di quanto non pensiamo, ma è sempre di nuovo scomparso, e che pure è presente a noi tutti, ma da nessuno ancora colto completamente".    [PAREYSON: Schelling, presentazione e antologia - pg.331]

"La dialettica non è stata creata da accorgimenti umani, ma è fondata dalla natura stessa, è stata creata dall'Autore di tutte le arti che sono veramente arti, scoperta dai sapienti ed usata per il vantaggio di ogni solerte indagine sulle cose".  [G. SCOTO ERIUGENA: De divisione Naturae, IV, 4]

"La dialettica è per Hegel la legge del mondo e della ragione che lo domina. Essa è la trascrizione filosofica del concetto religioso di provvidenza. Ha infatti il compito di unificare il molteplice, conciliare le opposizioni, pacificare i conflitti, ridurre ogni cosa all'ordine e alla perfezione del tutto".   [N. ABBAGNANO: Storia della filosofia, vol.V - pg.108]

"O le leggi della dialettica sono universali e ineluttabili, e quindi dovrebbero trovare la loro reale manifestazione nella storia, oppure sono deboli, parziali e insufficienti, e quindi non possono manifestarsi neanche in altre sfere del sapere, e ovunque la loro deduzione dovrebbe esser priva di ogni necessità. Queste leggi portano però in se stesse il criterio della loro necessità; perciò la storia, questa pietra di paragone di ogni speculazione, ce le dovrà manifestare sub specie aeternitatis nella sfera degli atti. Ma se queste leggi non trovano nella storia la loro esatta realizzazione, vengono private del loro più sicuro appoggio. Se quindi non le accerta nella storia, la filosofia commette o un suicidio o un infanticidio, poiche o distrugge se stessa o annulla i propri corollari".    [AUGUST von CIESZKOWSKI: Prolegomeni alla storiosofia - pg.68]

"Il sapere è nella sua essenza stessa dialettico. Può avere sapere solo chi ha domande, e le domande abbracciano in sé gli opposti del sì e del no, del così e altrimenti. Solo perché il sapere è in questo senso dialettico può esservi una «dialettica» che prende a proprio oggetto in modo esplicito gli opposti del sí e del no. Il problema, apparentemente troppo particolare, se sia possibile un'unica scienza degli opposti, contiene dunque in sé il fondamento stesso della possibilità della dialettica".     [H.G. GADAMER: Verità e metodo 1 - pg.421/22]

"Per Gérard Pislor si tratta di fondare l'universalità della dialettica, cioè di dimostrare che essa costituisce la logica generale di ogni settore della realtà. Tale fondazione avviene attraverso la dimostrazione di due teoremi:
1 – Ogni insieme complesso e strutturato comporta inevitabilmente una opposizione dialettica.
2 – Un insieme complesso in divenire obbedisce a una struttura di sviluppo (...) che possiamo chiamare «struttura dialettica di base»".  [MASSIMO BARALE: Presentazione di G. Pislor, in: Dialogica e dialettica, di AA. VV. – pg. 129]

"Dev'esserci nel nostro sapere un principio generale di mediazione, ch'è l'unico fondamento del sapere. [...]
Poiché ogni vero sistema (come ad esempio quello dell'universo) deve avere in se stesso il fondamento del proprio sussistere, occorre dunque, se c'è un sistema del sapere, che il suo principio si trovi all'interno del sapere stesso.
Questo principio non può essere che uno. [...] È impossibile che la verità di tutte le proposizioni del sapere sia assolutamente uguale, se esse traggono la loro verità da principi diversi; in tutto il sapere deve perciò esservi un unico principio (mediatore).
Questo principio è mediatamente o indirettamente principio di ogni scienza, ma immediatamente e direttamente soltanto principio della scienza di tutto il sapere, o della filosofia trascendentale". [L. PAREYSON: Schelling: presentazione e antologia - pp.203-4]  

"È necessaria l'esistenza e l'ammissione d'un principio nella cui fede gli uomini possano riconoscersi, affratellarsi, associarsi; - che questo principio dovendo porsi a base della riforma sociale, dev'essere necessariamente ridotto ad assioma e, una volta dimostrato, sottrarsi all'incertezza e all'esame individuale che potrebbe, revocandolo in dubbio ad ogni ora, distruggere ogni stabilità di riforma: - che a rimanere inconcusso, è d'uopo rivesta aspetto di verità d'un ordine superiore, indistruttibile, indipendente da' fatti, e immedesimato col sistema morale dell'universo: - che, fuori da esso, tutto è mutabile e progressivo, perché tutto è applicazione di questo principio; e il tempo svolgendo via via nuove relazioni tra gli esseri, amplia la sfera delle applicazioni: e finalmente che questo principio, avendo a stabilire un vincolo d'associazione tra gli uomini, deve costituire per tutti un'eguaglianza di natura, di missione, d'intento. Altri vedrà qual sia questo principio, ridotto ad espressione astratta nelle regioni filosofiche. Noi per ora, rintracciamone l'applicazione politica".   [G. MAZZINI: Del mancato sviluppo della libertà in Italia (1832), da Scritti politici – pg. 264-265]

"Rammentiamo ora le parole di Gesù riportate nel Vangelo gnostico di Tomaso: «Io sono il Tutto, il Tutto è venuto da me ed il Tutto ritorna a me. Prendi un pezzo di legno, io sono lì; solleva una pietra e mi troverai lì»; e aggiungiamo le parole di Krishna nella Bhagavad Gita indiana: «Io sono l'origine di tutto; da me tutte le cose procedono... lo sono il Sé, stabilito nei cuori di tutti gli esseri, il loro inizio, il loro mezzo e il loro fine... Sono il principio dell'armonia nel bene»".  [J. CAMPBELL: Mitologia creativa - pg.326]

"Per i testi sacerdotali il Brahman era (...) un principio cosmico eterno e immutabile (...) fondamento di tutto ciò che è, principio e fine di tutte le cose".   [G. J. BELLINGER: Enciclopedia delle religioni, Garzanti - pg.78]

"La prima e fondamentale funzione che Cartesio riconosce a Dio è quella di essere il principio e il garante di ogni verità". [N. ABBAGNANO: Filosofia moderna dei secoli XVII e XVIII - pg.19]

"[Per Spinoza] pensare Dio e pensare una legge universale dell'essere e dell'accadere, significa la stessa cosa, e viceversa, qualsiasi limitazione a questa legge significa una limitazione posta a Dio e quindi la sua negazione".  [E. CASSIRER: Dall'umanesimo all'illuminismo - pg. 293]  

"Nella tradizione indú incontriamo il tema di Mahâkâcypa che dorme in una montagna, ma si desterà, al suono delle conche, al momento del nuovo manifestarsi del principio, già apparso nella forma del Buddha. Un tale periodo è anche quello della venuta di un «signore universale » - cakravartî - portante il nome di Cankha: ma cankha vuole appunto dire  «conca», onde, attraverso questa assimilazione verbale, si esprime l'idea di un risveglio dal sonno in funzione della nuova manifestazione del «Re del Mondo» e della stessa tradizione primordiale che il racconto in questione concepisce racchiusa, nei periodi intermedi di crisi, appunto in una «conca»".      [J. EVOLA: Il mistero del Graal - pp.42-3]

"Con Ernst Heinrich Haeckel (1834-1919), studioso di scienze naturali, si avverte il tentativo di un superamento del puro meccanicismo, postulando un principio superiore da cui deriverebbero sia la materia che lo spirito". [F. BRANCATO: Storia e Storiografia nell'età del positivismo - pp. 69-70]

"Il mito non è affatto un mero prodotto dell'immaginazione, non è l'opera di una mente imperfetta o squilibrata, non è un aggregato di sogni o allucinazioni, di idee stravaganti e fantastiche; il ruolo giocato dal mito nell'evoluzione dello spirito umano è lontanissimo da tutto ciò. Il mito è la prima risposta data agli enigmi dell'universo. Esso tenta, benché in una maniera incompleta e inadeguata di scoprire il principio e la causa delle cose. (...) Il mito non si accontenta di descrivere ciò che le cose sono, ma ne insegue le origini, vuol conoscere il loro perché. Contiene una cosmologia e un'antropologia generale. E molte delle grandi cosmologie mitologiche (...) non mancano di un autentico acume e profondità di pensiero".  [E. CASSIRER: Simbolo, mito e cultura – pg. 191]

"La natura, secondo Schelling, ha vita, razionalità e quindi valore  in se stessa. Deve avere in sé un principio autonomo che la spieghi in tutti i suoi aspetti. E questo principio deve essere identico con quello che spiega il mondo della ragione e dell'io, quindi la storia. Il principio unico dev'essere insieme soggetto e oggetto, attività razionale e attività inconsapevole, idealità e realtà. Tale infatti è l'Assoluto di Schelling".  [N. ABBAGNANO : Storia della filosofia, vol. V -pp.77-78]

Continua...
#670
Tematiche Filosofiche / Re:cosa intendeva Gurdgeff
30 Luglio 2018, 23:05:44 PM
Citazione di: bobmax il 30 Luglio 2018, 22:39:47 PM
Citazione di: Carlo Pierini il 30 Luglio 2018, 20:11:09 PM
Che ingenuità! Se tutto accade per una necessità deterministica, "disincentivare" non ha alcun senso. Solo se l'uomo può scegliere una azione piuttosto che un'altra si può "incentivare" una delle due. Ma "poter scegliere" è proprio ciò che caratterizza la libertà.

BOBMAX
Certo che scegliamo! Ma questa scelta, non è libera...

CARLO
...E cos'è che ti obbliga a scrivere quello che scrivi in questo thread?
#671
Tematiche Filosofiche / Re:cosa intendeva Gurdgeff
30 Luglio 2018, 20:11:09 PM
Citazione di: bobmax il 30 Luglio 2018, 18:06:52 PM
Citazione di: Carlo Pierini il 30 Luglio 2018, 16:39:27 PM
...E allora, se tutto accade perché deve accadere e quindi non esistono né colpevoli né innocenti, perché non smantelliamo il Ministero di Grazia e Giustizia? Non è un abuso condannare politici corrotti, mafiosi, stupratori e truffatori, se il loro comportamento è dettato dal fato?
BOBMAX
La condanna è un errore se intesa come "vendetta", perché nessuno è davvero responsabile. Ogni condanna dovrebbe invece avere in vista il futuro, il suo scopo dovrebbe essere perciò cautelativo per prevenire o disincentivare il ripetersi di reati.

CARLO
Che ingenuità! Se tutto accade per una necessità deterministica, "disincentivare" non ha alcun senso. Solo se l'uomo può scegliere una azione piuttosto che un'altra si può "incentivare" una delle due. Ma "poter scegliere" è proprio ciò che caratterizza la libertà.
#672
Tematiche Filosofiche / Re:cosa intendeva Gurdgeff
30 Luglio 2018, 16:39:27 PM
Citazione di: bobmax il 30 Luglio 2018, 13:52:20 PM
La sola ipotesi che il libero arbitrio sia un'illusione suscita normalmente orrore.
Da dove nasce però questa repulsione?

Non nasce forse dallo strazio di un io, che crede comunque di esistere senza tuttavia nulla potere?

Ma è proprio l'io a dover essere messo in discussione!
Il riconoscimento della mancanza del libero arbitrio è solo un primo passo, che ha come fine il nostro distacco dall'io.

E con il distacco... la beatitudine dell'Uno.

Il molteplice è la manifestazione, l'Uno la sua pace.

Dimentichi dell'Uno, cadiamo nelle mille contraddizioni del molteplice, avvinghiati a ciò che riteniamo essere: l'io.
E così finiamo per ipotizzare degli aldilà dove magari finire dopo la morte.
Riproponendo inevitabilmente in quei mondi le insuperabili antinomie di questo nostro mondo.

Ma non esiste alcun aldilà! Tutto è qui, ora, nel presente.
E infatti l'inferno e il paradiso esistono sì, ma sono qui, ora.
All'inferno infatti posso accedervi in qualsiasi istante, è sufficiente che mediti su di una mia colpa. E l'inferno, luogo senza speranza, mi si spalanca davanti!

CARLO
...E allora, se tutto accade perché deve accadere e quindi non esistono né colpevoli né innocenti, perché non smantelliamo il Ministero di Grazia e Giustizia? Non è un abuso condannare politici corrotti, mafiosi, stupratori e truffatori, se il loro comportamento è dettato dal fato?
#673
Citazione di: Lou il 30 Luglio 2018, 01:39:43 AM
Citazione di: Carlo Pierini il 27 Luglio 2018, 19:15:03 PM
Citazione di: Lou il 27 Luglio 2018, 18:30:39 PM
LOU
Che il ruolo della filosofia sia quello di scienza delle scienze ponendosi come la scienza atta a dare unità alla frammentazione delle scienze empiriche è una grande sfida di questi tempi, direi che l'ultimo tentativo che mi viene in mente sia stato quello sviluppato da Husserl, ma a mio modesto parere, direi che viviamo un'epoca in cui sono le tecnoscienze i principali soggetti a cui avrebbe da rivolgersi la critica filosofica, soprattutto nel loro afflato e nelle derive tecnocratiche a cui si assiste, con le sfide, per certi versi inedite che pongono, sia da un punto di vista etico che teoretico. [...]

CARLO
Sono pienamente d'accordo.
A questo proposito ti propongo un brano di Cassirer molto significativo:
[...]
LOU
Cassirer mi manca, leggo-grazie-quello che mi proponi e mi prendo tempo.
Però, e leggendoti, stai sicuro che "la" verità sia mera questione di terra piatta o tonda? La butto lì sta domanda, ma su la posta in gioco, in merito a verità, non ti pare differente?

CARLO
Trovi la mia risposta nel nuovo thread: "Perché un Principio universale?"
#674
Come ho già accennato altrove, da una ventina di anni sto elaborando la Complementarità degli Opposti (la cui logica è alla base del Taoismo orientale e della Dialettica occidentale) come Principio universale, cioè come principio valido in OGNI disciplina del sapere. Ne ho già sintetizzato le regole fondamentali e ne ho mostrato la validità nel campo delle discipline umane: Psicologia, Simbologia, Logica, Storia della cultura, Teologia, ecc..
In sintesi, la Complementarità si va configurando come un Principio metafisico le cui proprietà coincidono con gli attributi che da sempre l'uomo ha riconosciuto a Dio (onnipresenza, origine e legge delle cose, uni-trinitarietà, trascendenza, fonte di ispirazione di sogni e "visioni", di idee filosofiche e artistiche, ecc.)
Ma non sono ancora riuscito ad applicarlo alla Fisica, che è il traguardo finale della mia ricerca.
Perché ritengo che sia essenziale la dimostrazione della sua validità nel campo della Fisica?

1 - ...Perché questo è l'unico percorso che può condurre ad una unità ultima della Conoscenza, come già pensavano molti filosofi del passato:

<<Il concetto della Dottrina della scienza, dice Fichte, è quello di una scienza della scienza, cioè di una scienza che metta in luce il principio su cui si fonda la validità di ogni scienza e che a sua volta si fondi, quanto alla sua validità, sullo stesso principio. Essa deve quindi far capo ad un principio che agisce in ogni scienza e la condiziona: l'unico principio da cui l'intero sapere dev'essere dedotto>>.   [N. ABBAGNANO: Storia della filosofia - vol.V, pg.51]

<<Pietro Ispano diceva nelle Summulae Logicales: «...La Dialettica è arte delle arti e scienza delle scienze perché ha la via per giungere ai principi di tutti i metodi. (...) Nell'apprendimento delle scienze, la dialettica deve venir prima>>. [N. Abbagnano: Dizionario di filosofia – pg. 225]

<<Secondo Aristotele, la Metafisica procede al di lá della fisica, che è la prima delle scienze particolari, per raggiungere il fondamento comune su cui tutte si fondano e determinare il posto che a ciascuna compete nella gerarchia del sapere. (...) In questa scienza delle scienze Platone riconosceva la Dialettica>>. [N. ABBAGNANO: Dizionario di Filosofia - pg. 574]

<<Melantone, negli Erotemata dialecticae, vede nella Dialettica uno strumento atto ad apprendere e a insegnare tutte le discipline in quanto struttura logica di ogni argomentazione. (...)
Secondo Luis Vives, alla dialettica, emendata dalle degenerazioni medioevali (stigmatizzate nel terzo libro del "De tradendis disciplinis"), spetta addirittura l'indagine sui fondamenti di ogni disciplina, facendone una sorta di sinonimo della filosofia vista come ricerca del fondamento del sapere>>. [M. SACCHETTO: Dialettica, pp. 37/39].

...Ma c'è anche chi chiama "Logos" questa Scienza delle scienze:

<<Nella storia del pensiero il Logos è stato identificato con la ragione in quanto:
1 – sostanza o causa del mondo;
2 – persona divina.
La dottrina del Logos come sostanza o causa del mondo è stata per la prima volta difesa da Eraclito (...) che lo considerava come legge del mondo. (...) Questa concezione fu fatta propria dagli Stoici i quali videro nella ragione il "principio attivo" che ordina e guida il principio passivo, la materia. Il principio attivo, dicevano, è il Logos che è nella materia, cioè Dio. (...) Per Plotino il Logos è lo stesso Intelletto divino in quanto ordine del mondo. (...) Per la dottrina di Filone di Alessandria il Logos è un ente intermediario tra Dio e il mondo, il tramite della creazione divina>> [N. ABBAGNANO: Dizionario di Filosofia - pg. 547]

Ma, soprattutto:
2 - perché ci sono molte ottime ragioni per credere che un principio universale applicato alla materia fisica ci porterebbe prima o poi all'ambìta meta di attingere finalmente in modo pulito, economico ed ecologico ("ecologico" significa "conforme ai principi della natura") a quell'immensa riserva di energia di cui è fatta la materia (E=mc^2); ...e allora coltiveremmo i deserti, desalinizzeremmo l'acqua del mare, scongiureremmo le imminenti guerre per l'acqua e per il petrolio (nemmeno tanto imminenti), vinceremmo la fame e la povertà, fermeremmo lo scempio della distruzione delle foreste e l'inquinamento dell'atmosfera, invertendo il processo di riscaldamento del pianeta, ecc. ...Insomma, sarebbe una festa per l'intera umanità!!!
Questa sì che sarebbe una vera salvezza per l'uomo. E allora sì che sarebbe giustificato dare enfasi di sacralità alle "profezie" bibliche:

<<Poiché da me uscirà la Legge stessa, e farò sì che il mio giudizio riposi anche come una luce per i popoli>>.  (Isaia, 51: 4 )

<<Conoscerete la verità; e la verità vi renderà liberi>>.    (Giovanni, 8: 31)

<<Tornerò a Sion e siederò in mezzo a Gerusalemme; e Gerusalemme sarà chiamata 'la città di verità'>>.  (Zaccaria: 8,3)

<<Il trono di Dio e dell'Agnello sarà nella città; i suoi servi lo serviranno; essi vedranno il suo volto e il suo nome sarà sulle loro fronti>>. (Apocalisse, 22, 3-5)

<<...E vidi un nuovo cielo e una nuova terra. ...E vidi la nuova Gerusalemme scendere dal cielo vestita come una sposa ornata per il suo amato. Ecco, la tenda del Signore è col genere umano ed Egli risiederà con loro, ed essi saranno suoi popoli. E Dio stesso sarà con loro ed asciugherà ogni lacrima dai loro occhi>>. (Apocalisse, 21:1- 6)
#675
 
"Uccidete i miscredenti ovunque li incontriate". (Sura 2, 191)
 
«Quando incontrate gli infedeli, uccideteli con grande spargimento di sangue e stringete forte le catene dei prigionieri» (Sura 47:4).
 
"Maledetti! Ovunque saranno trovati, saranno presi e massacrati". (Sura 33, 61)
 
"O voi che credete, combattete i miscredenti, che vi stanno attorno, che trovino durezza in voi". (Sura 9, 123)
 
"Quando dunque incontrate in battaglia quelli che non credono, colpiteli al collo e quando li avete massacrati di colpi, stringete bene i ceppi. Così dovrete fare". (Sura 47, 4)
 
"Quelli che non credono non si illudano, non prevarranno! Preparate dunque contro di loro forze e cavalli". (Sura 8, 57)
 
"Uccidete questi miscredenti ovunque li incontriate, catturateli, assediateli e tendete loro agguati". (Sura 9, 5)
 
"Vi è stato ordinato di combattere, anche se non lo gradite". (Sura 2, 216)
 
«Instillerò il mio terrore nel cuore degli infedeli; colpiteli sul collo e recidete loro la punta delle dita... I miscredenti avranno il castigo del Fuoco! ... Non siete certo voi che li avete uccisi: è Allah che li ha uccisi» (Sura 8:12-17).
 
«Di fronte ad Allah non ci sono bestie peggiori di coloro che sono miscredenti e che non crederanno mai» (Sura 8:55).
 
«Preparate, contro di loro , tutte le forze che potrete e i cavalli addestrati per terrorizzare il nemico di Allah e il vostro e altri ancora che voi non conoscete, ma che Allah conosce. Tutto quello che spenderete per la causa di Allah vi sarà restituito e non sarete danneggiati» (Sura 8:60).
 
«Profeta, incita i credenti alla lotta. Venti di voi, pazienti, ne domineranno duecento e cento di voi avranno il sopravvento su mille miscredenti» (Sura 8:65).
 
«Quando poi siano trascorsi i mesi sacri, uccidete questi associatori ovunque li incontriate, catturateli, assediateli e tendete loro agguati. Se poi si pentono, eseguono l'orazione e pagano la decima, lasciateli andare per la loro strada» (Sura 9:5).
 
"Combattete coloro che non credono in Allah (...) che non scelgono la religione della verità, finché non versino umilmente il tributo e siano soggiogati". (Sura 9, 29)
 
"O voi che credete! Non prendete gli Ebrei o i Cristiani come vostri amici; sono amici gli uni degli altri; e chi fra voi li prende per amici è uno di loro; certamente Allah non guida la gente ingiusta." (C.5:51)
 
«In verità, coloro che avranno rifiutato la fede ai nostri segni li faremo ardere in un fuoco e non appena la loro pelle sarà cotta dalla fiamma la cambieremo in altra pelle, a che meglio gustino il tormento, perché Allah è potente e saggio» (Sura 4:56).
 
«Vorrebbero che foste miscredenti come lo sono loro e allora sareste tutti uguali. Non sceglietevi amici tra loro, finché non emigrano per la causa di Allah. Ma se vi volgono le spalle, allora afferrateli e uccideteli ovunque li troviate. Non sceglietevi tra loro né amici né alleati» (Sura 4:89).
 
" Ai miscredenti saranno tagliate vesti di fuoco e sulle loro teste verrà versata acqua bollente, che fonderà le loro viscere e la loro pelle. Subiranno mazze di ferro, e ogni volta che vorranno uscirne per la disperazione vi saranno ricacciati: "Gustate il supplizio della Fornace" " (C.22:19-22)
 
"Non obbedire ai miscredenti; lotta invece con essi vigorosamente." (C.25:52)
 
"Abbiamo preparato la Fiamma per i miscredenti, per coloro che non credono in Allah e nel Suo Inviato." (C.48:13)
 
«O voi che credete! Se non vi lancerete nella lotta, Allah vi castigherà con doloroso castigo e vi sostituirà con un altro popolo, mentre voi non potrete nuocerGli in nessun modo» (Sura 9:39).
 
«Non siate dunque deboli e non proponete l'armistizio mentre siete preponderanti. Allah è con voi e non diminuirà le vostre azioni» (Sura 47:35).
 
«Abbiamo preparato la Fiamma per i miscredenti, per coloro che non credono in Allah e nel Suo Inviato» (Sura 48:13).
 
"Se qualcuno desidera una religione diversa dall'Islam (sottomissione ad Allah), questo non sarà mai accettato da lui; nell'Aldilà egli sarà tra le fila di coloro che hanno perso (ogni bene spirituale)." (C.3:85)
 
==============
 
...Ma anche la Bibbia non scherza in fatto di istigazione alla violenza
 
"Manderò contro di essa la peste e il sangue scorrerà per le sue vie: cadranno in essa i trafitti di spada e questa da ogni parte graverà; e sapranno che io sono il Signore". (Ezechiele, 28:23)
 
"Il Signore vide e se ne indignò; essi finirono annientati nella furia della sua ira. Egli compì prodigi a loro danno per distruggerli con il fuoco della sua fiamma". (Siracide, 45:19)
 
"Per questo il Signore rende incredibili i suoi castighi e lo flagella sino a finirlo". (Siracide, 10:13)
 
"Scagliarono pietre e fulminarono il condottiero e i suoi. Poi fattili a pezzi e tagliate le loro teste, le gettarono a quelli di fuori. In tutto ciò sia benedetto il nostro Dio, che ha consegnato alla morte gli empi". (Maccabei, 1:16)
 
"Mentre essi fuggivano dinanzi ad Israele..., il Signore lanciò dal cielo su di essi come grosse pietre fino ad Azekà e molti morirono. Coloro che morirono per le pietre della grandine furono più di quanti ne uccidessero gli Israeliti con la spada". (Giosuè, 10:11)
 
"Dopo di ciò, Giosuè li colpì e li uccise e li fece impiccare a cinque alberi, ai quali rimasero appesi fino alla sera". (Giosuè, 10:26)
 
"Ebbene anch'io [Dio] agirò con furore. Il mio occhio non s'impietosirà; non avrò compassione: manderanno alte grida ai miei orecchi, ma non li ascolterò". (Ezechiele, 8:18).
 
"Il loro sangue ricada sulla testa di Loab e sulla testa della sua discendenza per sempre, mentre su Davide e sulla sua discendenza, sul suo casato e sul suo trono si riversi per sempre la pace da parte del Signore". (1-Re, 2:33)
 
"Così il Signore mandò la peste in Israele, da quella mattina fino al tempo fissato". (Samuele 2, 24:14)
 
"Dice il Signore Dio: "Ecco, io manderò contro di te una spada ed eliminerò da te uomini e bestie. L'Egitto diventerà un luogo desolato e deserto e sapranno che io sono il Signore". (Ezechiele, 29:8)
 
"Giaele (...) prese un picchetto della tenda, prese in mano il martello... e gli conficcò il picchetto nella tempia [a Sisara], fino a farlo penetrare in terra. Egli era profondamente addormentato e sfinito; così morì...
Così Dio umiliò quel giorno Iabin, re di Cànaan, davanti agli Israeliti". (Giudici, 4:21)
 
"Dice il Signore... Egli li passerà a fil di spada; non avrà pietà di loro, non li perdonerà né risparmierà". (Geremia, 21:7)
 
"Quando qualcuno ha violato la legge di Mosè, viene messo a morte senza pietà sulla parola di due o tre testimoni". (Ebrei, 10:28)
 
"Così dunque dice il Signore degli eserciti: "Ecco, li punirò. I loro giovani moriranno di spada, i loro figli e le loro figlie moriranno di fame. Non rimarrà di loro alcun superstite, perché manderò la sventura contro gli uomini di Anatòt nell'anno del loro castigo". (Geremia, 11:22)
 
"Ecco, io (Dio) spezzerò il vostro braccio e spanderò sulla vostra facciaescrementi, gli escrementi delle vittime immolate nelle vostre solennità, perché siate spazzati via insieme con essi". (Malachia, 2:3)
 
"Ridurrò le tue città in macerie, e tu diventerai un deserto; così saprai che io sono il Signore". (Ezechiele, 35:4)
 
"Così dice il Signore Dio: Spada, spada aguzza e affilata, aguzza per scannare, affilata per lampeggiare! L'ha fatta affilare perché la si impugni, l'ha aguzzata e affilata per darla in mano al massacratore". (Ezechiele, 21:14)
 
"Dice il Signore Dio: Com'è vero ch'io vivo, quelli che stanno fra le rovine periranno di spada; darò in pasto alle belve quelli che sono per la campagna e quelli che sono nelle fortezze e dentro le caverne moriranno di peste". (Ezechiele, 33:27)
 
"Vidi il Signore che stava presso l'altare e mi diceva: "Percuoti il capitello e siano scossi gli architravi, spezza la testa di tutti e io ucciderò il resto con la spada". (Amos, 9:1)
 
"In questo stesso giorno, il Signore ti farà cadere nelle mie mani. Io ti abbatterò e staccherò la testa". (1-Samuele, 17:46)
 
"Davide fece un salto e fu sopra il Filisteo, prese la sua spada, la sguainò e lo uccise, poi con quella gli tagliò la testa". (1-Samuele, 17:51)
 
"Allora darò sfogo alla mia ira, sazierò su di loro il mio furore e mi vendicherò; allora sapranno che io, il Signore, avevo parlato con sdegno, quando sfogherò su di loro il mio furore.
Ti ridurrò a un deserto, a un obbrobrio in mezzo alle nazioni che ti stanno all'intorno, sotto gli sguardi di tutti i passanti.
Sarai un obbrobrio e un vituperio, un esempio e un orrore per le genti che ti circondano, quando in mezzo a te farò giustizia, con sdegno e furore, con terribile vendetta". (Ezechiele, 5:13)
 
"Elia disse loro: "Afferrate i profeti di Baal; non ne scappi uno!". Li afferrarono. Elia li fece scendere nel torrente Kison, ove li scannò". (1-Re, 18:40)
 
"Se uno ha rapporti con un uomo come con una donna, tutti e due hanno commesso un abominio; dovranno essere messi a morte; il loro sangue ricadrà su di loro". (Levitico, 20:13)
 
"Ma il profeta che avrà la presunzione di dire in mio nome una cosa che io non gli ho comandato di dire, o che parlerà in nome di altri dèi, quel profeta dovrà morire". (Deuteronomio, 18:20)
 
"Nadab e Abiu... presero ciascuno un braciere, vi misero dentro il fuoco e il profumo e offrirono davanti al Signore un fuoco illegittimo, che il Signore non aveva loro ordinato. Ma un fuoco si staccò dal Signore e li divorò e morirono così davanti al Signore". (Levitico, 10:1)
 
Dieci giorni dopo il Signore colpì Nabal ed egli morì. Quando Davide sentì che Nabal era morto, esclamò: "Benedetto il Signore che ha fatto giustizia dell'ingiuria che ho ricevuto da Nabal". (1-Samuele, 25:38)
 
"Chi bestemmia il nome del Signore dovrà essere messo a morte: tutta la comunità lo dovrà lapidare". (Levitico, 24:16)
 
"Quando il Signore tuo Dio l'avrà data nelle tue mani, ne colpirai a fil di spada tutti i maschi; ma le donne, i bambini, il bestiame e quanto sarà nella città, tutto il suo bottino, li prenderai come tua preda; mangerai il bottino dei tuoi nemici, che il Signore tuo Dio ti avrà dato". (Deuteronomio, 20:13)
 
"E quei miei nemici che non volevano che diventassi loro re, conduceteli qui e scannateli davanti a me". Dette queste cose, Gesù proseguì avanti agli altri salendo verso Gerusalemme". (Luca, 19:26)
 
"Uzzà stese la mano verso l'arca di Dio e vi si appoggiò perché i buoi la facevano piegare. L'ira del Signore si accese contro Uzzà; Dio lo percosse per la sua colpa ed egli morì sul posto, presso l'arca di Dio". (Samuele, 6:6)