Il fascismo è uno stato mentale che si è strutturato in dottrina politica come reazione ad una certa direzione della storia. Si può essere fascisti anche dichiarandosi comunisti (anzi è una situazione piuttosto tipica). Possiamo vantarci, come italiani, di aver creato il marchio di fabbrica, che continua a prosperare ad un secolo di distanza. Prima il fascismo non c'era perché non c'era bisogno di cercare il consenso per governare in modo autoritario. Il fascismo è stato un ingegnoso meccanismo per far schierare i servi dalla parte dei padroni ed in parte anche come strumento di scalata sociale in società fortemente cristallizzate, come quella italiana. Vi sono inoltre tutti i richiami arcaici della nostra natura, di quando dovevamo affidarci necessariamente ad un capo branco. Inoltre serviva un nuovo modello di assoggettamento, vista la sempre più estesa morte di Dio, con gli associati riti consolatori.
Che oggi certi strati sociali siano attratti nuovamente da messaggi neofascisti è innegabile. Le cause sono diverse ma una, importante è stato sicuramente il ripiegarsi in logiche di potere e castali da parte di molta sinistra. Una seconda causa non meno importante è stata la caduta del socialismo reale, che per quanto da rifiutare, svolgeva il ruolo di concorrente nella piazza della politica globale, fungendo da freno alla hybris tipica del capitalismo. Senza quel freno, il capitalismo ha ripreso a macinare disparità e diseguaglianza, al punto che la nostra società torna a somigliare a quella ottocentesca. Nel frattempo si è persa ogni identità collettiva (sociale se non vogliamo dire collettiva), al punto da poter permettere ad uno dei simboli di questa svolta che non esistono società ma individui (Tatcher). Paradossalmente il collettivo è diventato un valore della destra, declinato nel senso classico di nazione, patria, famiglia. Resta però a mio parere un paravento, una declamazione retorica a fronte della solitudine dell'uomo occidentale del XXI secolo, non più schizoide, come cantavano i King Crimson, ma narcisista.
Che oggi certi strati sociali siano attratti nuovamente da messaggi neofascisti è innegabile. Le cause sono diverse ma una, importante è stato sicuramente il ripiegarsi in logiche di potere e castali da parte di molta sinistra. Una seconda causa non meno importante è stata la caduta del socialismo reale, che per quanto da rifiutare, svolgeva il ruolo di concorrente nella piazza della politica globale, fungendo da freno alla hybris tipica del capitalismo. Senza quel freno, il capitalismo ha ripreso a macinare disparità e diseguaglianza, al punto che la nostra società torna a somigliare a quella ottocentesca. Nel frattempo si è persa ogni identità collettiva (sociale se non vogliamo dire collettiva), al punto da poter permettere ad uno dei simboli di questa svolta che non esistono società ma individui (Tatcher). Paradossalmente il collettivo è diventato un valore della destra, declinato nel senso classico di nazione, patria, famiglia. Resta però a mio parere un paravento, una declamazione retorica a fronte della solitudine dell'uomo occidentale del XXI secolo, non più schizoide, come cantavano i King Crimson, ma narcisista.