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Messaggi - Jacopus

#661
Il fascismo è uno stato mentale che si è strutturato in dottrina politica come reazione ad una certa direzione della storia. Si può essere fascisti anche dichiarandosi comunisti (anzi è una situazione piuttosto tipica). Possiamo vantarci, come italiani, di aver creato il marchio di fabbrica, che continua a prosperare ad un secolo di distanza. Prima il fascismo non c'era perché non c'era bisogno di cercare il consenso per governare in modo autoritario. Il fascismo è stato un ingegnoso meccanismo per far schierare i servi dalla parte dei padroni ed in parte anche come strumento di scalata sociale in società fortemente cristallizzate, come quella italiana. Vi sono inoltre tutti i richiami arcaici della nostra natura, di quando dovevamo affidarci necessariamente ad un capo branco. Inoltre serviva un nuovo modello di assoggettamento, vista la sempre più estesa morte di Dio, con gli associati riti consolatori.
Che oggi certi strati sociali siano attratti nuovamente da messaggi neofascisti è innegabile. Le cause sono diverse ma una, importante è stato sicuramente il ripiegarsi in logiche di potere e castali da parte di molta sinistra. Una seconda causa non meno importante è stata la caduta del socialismo reale, che per quanto da rifiutare, svolgeva il ruolo di concorrente nella piazza della politica globale, fungendo da freno alla hybris tipica del capitalismo. Senza quel freno, il capitalismo ha ripreso a macinare disparità e diseguaglianza, al punto che la nostra società torna a somigliare a quella ottocentesca. Nel frattempo si è persa ogni identità collettiva (sociale se non vogliamo dire collettiva), al punto da poter permettere ad uno dei simboli di questa svolta che non esistono società ma individui (Tatcher). Paradossalmente il collettivo è diventato un valore della destra, declinato nel senso classico di nazione, patria, famiglia. Resta però a mio parere un paravento, una declamazione retorica a fronte della solitudine dell'uomo occidentale del XXI secolo, non più schizoide, come cantavano i King Crimson, ma narcisista.
#662
Probabile che abbia già toccato l'argomento ma volevo tornarci in modo più sistematico. La storia della filosofia occidentale può essere ridotta a due grandi vie, che talvolta si intersecano ma che spesso divergono e si allontanano. Potremmo anche chiamarle via dell'Uno e via del Molteplice. La prima è la via del re-filosofo platonico, che conosce la verità sapenziale e la impartisce in senso gerarchico, presupponendo una casta di esperti che conoscendo, oggettifica il mondo. La seconda è la via del "riconoscere del non conoscere", che può approdare a verità sempre provvisorie e organicamente sempre sottoponibili a critica e al vaglio dei partecipanti. È la via socratica, quella stessa ammirata e raccontata dallo stesso Platone. E qui già si manifesta una prima sorpresa. Colui che si contrappone a Socrate così profondamente è stato il suo primo discepolo.
Il proseguo della storia della filosofia può essere letto attraverso queste due lenti, l'uno e il molteplice. Quello che mi chiedo è se, nel XXI secolo sia possibile pensare una teoria filosofia che sia in grado di integrare queste due vie, costituendo così un nuovo inizio.
#663
Se fossimo solo biologia non vedo perchè dovremmo rispettare le leggi che ci siamo dati, ad esempio, a meno che qualcuno non mi dimostri che anche le leggi dei quattro codici sono biologiche.
#664
L'esempio della Russia non mi sembra un grande esempio. Era un regime totalitario ai tempi del marxismo ed è un regime dittatoriale ora. Cambiano i capri espiatori, oppure si sommano. Prima c'era il capitalista, ora c'è il transessuale. Oppure prima c'era solo il capitalista, ora c'è il capitalista (ah ah ah) ed in più il transessuale e la lesbica e così via. Possiamo anche consolarci guardando chi sta peggio di noi. Magari scopriamo che in Niger le adultere vengono ancora lapidate o froci vengono bruciati vivi, ma questo non toglie che magari da noi qualche piccolo progresso mentale si possa fare. Niente di importante per carità. Che l'uomo continui pure a fumare la sua pipa e la donna vada a fare la spesa, ma magari, preso dalle sue nuvole di fumo, l'uomo può ragionare sulla sua storia di dominio ed anche ovviamente come questo dominio si stia attenuando in questi ultimi cinquant'anni. Credo che in questa storia abbiamo tutti da guadagnarci. Il boia fa una brutta vita, come il condannato.
#665
Non mi resta che dire: "io ci ho provato". Del resto non sono così pieno di me da pretendere di far cambiare idea a persone di 30-40-50 anni, con tutto il loro bagaglio culturale, le loro esperienze e così via.
#666
Infatti il mondo attuale, un pò come nel caso del sionismo "hardcore", è pieno di femmine che si organizzano e fanno strage di maschi (modalità sarcasmo: off). In Italia negli ultimi quattro anni vi sono stati 600 femminicidi, 200 all'anno. Quasi uno ogni due giorni. Le brigate rosse nel corso della loro attività di alcuni decenni si stima abbiano fatto 83 vittime, ma hanno sconvolto il diritto penale, il diritto di procedura penale, l'organizzazione delle strutture di polizia. Ad un mio amico, negli anni di piombo, hanno sparato sulla macchina con la mitraglietta perchè non aveva visto il segnale di alt.
Sul paragone rispetto a Mandela ci hai quasi azzeccato. Infatti per evitare una caccia all'uomo bianco che sarebbe diventata una strage, con molta lungimiranza, in Sudafrica si sono inventati la commissione per la riconciliazione e la verità, che è poi diventato il modello della giustizia riparativa. I bianchi venivano fatti sfilare davanti ai parenti delle vittime dell'apartheid e dovevano ammettere quello che era accaduto. In piccolo la stessa cosa accade anche fra i parenti delle vittime palestinesi ed israeliane. In molto piccolo, visto che l'essere umano è particolarmente morboso e non è interessato e ciò che di positivo accade nel mondo.
Mi piacerebbe anche qui in Italia, una commissione per la riconciliazione e la verità con le donne, ma il divario che esiste fra uomo e donna è il fondamento di ogni diseguaglianza fondata sul potere e non sulle ovvie differenze di genere (endocrine ed organiche) e, oltretutto trae linfa da una tradizione millennaria, che affonda le sue radici su testi ritenuti "sacri" ancora da una moltitudine di uomini e donne.
#667
Vero Pio. Il processo di liberazione della donna da queste catene è effettivamente recente e riguarda solo un ottavo delle popolazioni umane e colpisce a "destra" e a "manca". Negli altri sette-ottavi il maschilismo continua però ad imperare, insieme a culti religiosi armonicamente accordanti. Proprio perché le prove di questo uso abietto delle donne è così universale, noi ometti qualche domandina dovremo pur farcela, per non rischiare incoerenza quando predichiamo la libertà delle persone o l'esportazione della democrazia o il rispetto per gli altri o per i più deboli. Cresciamo...possiamo farcela.
#668
Hai ragione Anthonyi. Bisogna indagare il contenuto della Bibbia. Questa affermazione, ad esempio, è nell' evoluto Nuovo Testamento.

"Ma voglio che sappiate che il capo di ogni uomo è Cristo, che il capo della donna è l'uomo e che il capo di Cristo è Dio." Corinzi 1-11,3-10.

Anche questa è interessante:

"L'uomo non deve coprirsi il capo, perché egli è immagine e gloria di Dio; la donna invece è gloria dell'uomo. E infatti non è l'uomo che deriva dalla donna, ma la donna dall'uomo; nè l'uomo fu creato per la donna, ma la donna per l'uomo. Per questo la donna deve avere sul capo un segno di autorità a motivo degli angeli."
Corinzi 1-3, 7-10.
#669
Un sussulto marxiano in un'altra discussione mi ha aperto una nuova riflessione (che molto deve a Foucault). Parto da una domanda. L'evoluzione del pensiero scientifico, i modelli "scienza" che si sono succeduti nel tempo, hanno, nella loro sequenzialità, una propria razionalità autoreferenziale? Ovvero, questa evoluzione delle teorie è un progresso di tipo logico e di sempre maggiore approssimazione alla verità che ha proprie leggi "oggettive", che rispondono ad un mondo fisico che può essere rappresentato scientificamente in un solo modo, ovvero quello della sequenza Aristotele-Galileo-Einstein?
Oppure si tratta di una evoluzione che è stata condizionata e che continua ad essere condizionata dagli impulsi culturali più disparati e soprattutto da quelle dimensioni della cultura che hanno a che fare con la verità, ovvero la filosofia e la religione?
La domanda in realtà che mi ronza in testa è: "sarebbe stato possibile l'affermarsi del modello galileiano senza la Riforma?". A mio parere no. Sinteticamente la Riforma fu il tentativo di superare la mediazione dell'autorità e di riscoprire la relazione diretta Dio-uomo. La scienza galileiana applica lo stesso metodo, abbandonando così le comode spalle dei giganti, cui faceva riferimento, nei secoli precedenti, Bernardo da Chartres. In questo modo ogni modello scientifico, viene osservato come immerso nel suo fluido vitale, nella società che lo incuba. Un discorso simile non può forse essere ripetuto anche per la teoria della relatività, emersa dal cervello di Einstein, in un mondo ormai adatto ad accettare l'idea del relativismo?
La conseguenza di questo approccio è quello di desacralizzare la scienza, non più sacerdotessa di un tempio puro, portatrice di verità oggettive, ma semplice tirocinante, al lavoro su fogli non del tutto chiari e irrimediabilmente inquinati dall'ambiente dell'officina.
#670
L'ipocrisia in realtà è tutta di coloro che difendono la vita, salvo disinteressarsene dopo il parto. Una vita non voluta e subita sarà sempre un trauma, sia che sia dia in adozione, sia che si tenga. Un trauma sia per il neonato che per la madre. Le colpevolizzazioni sono un retaggio di un medioevo oscuro. Di un mondo polarizzato che non ha niente a che fare con il prendersi in carico i problemi della perpuera e del neonato. In realtà non so esattamente cosa fanno queste associazioni ma sarebbero molto più credibili se affittassero degli appartamenti a prezzi politici alle ragazze madri, se organizzassero dei corsi per assistenti baby sitter, che possano andare a casa della neo-mamma, se garantissero dei sostegni sia economici che sociali alle famiglie che pretendono di aiutare facendo sentire il battito di un cuore. Perché queste persone non si impegnano con la stessa foga in manifestazioni contro l'evasione fiscale? Quante situazioni potrebbero essere sostenute con un gettito fiscale accettabile e non da terzo mondo, come accade in Italia? Invece facciamo le parate, per poi trovare un posticino in qualche partito, che a sua volta ti manda in un consiglio di amministrazione o da qualche sottosegretario. La dignità di un paese laico consiste nella possibilità di scelta, compresa quella di abortire, un diritto presente in tutti i paesi occidentali ed assente in quelli orientali e autoritari. Qualcosa vorrà pur dire. Purtroppo in Italia batte un altro tipo di cuore, un cuore nero.
#671
Dando una lettura veloce non sembra che abbiano sfasciato alcunché. Hanno lanciato delle bottiglie contro i vetri della sede. Il che non è una giustificazione, ovviamente. La violenza porta sempre altra violenza, e questo dovrebbe essere chiaro proprio a chi lotta contro il patriarcato. Che si commettano degli errori è possibile. La differenza è che quando gli errori vengono fatti a destra, gli autori delle violenze fanno carriera (G7 Genova 2001, primo esempio). Quando gli errori vengono fatti a sinistra, chi li fa si becca delle manganellate, perforazione del polmone, o morte.
#672
Ad ogni buon conto, che io sappia, la più longeva istituzione umana è stato il regno egiziano dei faraoni, durato ininterrottamente dal 3900 a.c. fino a Giulio Cesare, quindi per quasi 4000 anni.
#673
Il bello dei pro-vita e di tutti gli antiabortisti è il loro interesse alla vita da un decimo di secondo prima della nascita,  seguito da un intervallo lungo diversi decenni di disinteresse, e quindi un nuovo interesse alla vita un decimo di secondo prima che la vita stessa si spenga. L'attitudine fantastica di molti religiosi è pensare di imporre le loro credenze e le loro pratiche a tutti, mentre invece, molto umilmente, dovrebbero imporle solo a loro e possibilmente con coerenza, modalità di cui spesso difettano. Dobbiamo solo ringraziare di essere nati dopo la rivoluzione francese.
#674
Francamente a me sembra così banalmente vero che femminicidio e ideologia patriarcale siano connessi che la vera domanda è "perché questa banalità non viene riconosciuta da tanti uomini e donne? Perché la si nega o la si svaluta? Credo che sull'argomento vi sia una bibliografia ormai sterminata dove ci sarà scritto tutto e il  contrario di tutto. Personalmente mi affido alle mie parzialissime esperienze di vita. Il patriarcato ha condizionato enormemente la mia vita, pur essendo maschio, avendo dovuto vivere nella mia infanzia con una madre profondamente traumatizzata da una famiglia patriarcale. Non sto a raccontarvi i particolari ma l'evidenza, sfortunatamente l'ho vissuta in prima persona, al di là di ogni statistica possibile. Il dolore di queste situazioni va oltre l'estremo atto del femminicidio. È una cultura quotidiana alla sottomissione, intimamente legata al razzismo e allo sfruttamento capitalistico. Ben venga quindi la presa di coscienza di questo problema, poiché, a differenza di Marx, credo che la sovrastruttura sia potente come la struttura nel cambiare le società.
#675
In ogni caso questa idea di Dio come superpoliziotto galattico dovrebbe aver fatto il suo tempo. Sull'uomo sanguinario "ab origine", mi piacerebbe avere delle fonti. Altrimenti anch'io posso dire "è ormai risaputo e certo che in Trentino nei boschi vi sono potentissimo druidi che si possono trasformare in piante".