Ciao Niko.
Sono perfettamente d'accordo con te!
Ed infatti, come ho già scritto anche a Sapa: "...se in una scuola c'è un consistente minoranza (o addirittura una maggioranza) di professori o studenti islamici, a discrezione del Preside e sentito il parere del C.D.I., non ritengo che sarebbe irragionevole sospendere, per il tempo necessario, le lezioni scolastiche.".
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Quindi, se una scuola ha il 43% degli alunni di religione islamica, mi sembra perfettamente logico chiuderla per il tempo del Ramadan.
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Ed infatti, come molto ragionevolmente scrivi tu: "...si tratta di una scelta fatta per ottimizzare il tempo, le risorse e l'impegno di tutti, insegnanti e alunni, non di una scelta fatta in omaggio all'islam; cioè, la scuola ha semplicemente deciso di non fare lezione in un giorno in cui sarebbe stato assente giustificato il 43% degli studenti, quindi in un giorno in cui quella lezione non sarebbe stata comunque in nessun caso seguita, e sarebbe stata sostanzialmente inutile."
Il tuo ragionamento, almeno secondo me, non fa una piega!

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Quanto ad "imporre una percentuale bassa di stranieri tra gli iscritti di ogni singola classe o scuola, per creare una sorta di omogeneita' italiana forzata", essendo io contrario ad ogni forma di "imposizione", tale idea non mi risulta molto congeniale
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Però ritengo anche che la "scuola pubblica" debba cercare di "amalgamare" a doppio senso (non di "omologare" a senso unico) il più possibile le "minoranze" e le "maggioranze", di qualunque genere esse siano ("psicofisico", "etnico", "religioso" ecc.ecc.); altrimenti si rischia una forma strisciante di "apartheid".
Ed infatti, non mi piacerebbero affatto delle scuole pubbliche "ghettizzate".
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Quindi, in effetti, la questione mi lascia molto perplesso, anche perchè, onestamente, non mi ero mai posto il problema; quindi, prima di esprimere una mia opinione, mi riservo di riflettere meglio sul tema.

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Un cordiale saluto!
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