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Messaggi - green demetr

#661
Citazione di: iano il 06 Aprile 2024, 02:00:03 AME' possibile che la realtà stia oltre la materia non meno di quanto stia oltre la psiche.
Il problema allora nasce non solo dal confondere materia e psiche con la realtà, ma nel confonderle in diversa misura, per cui ognuno, in base a quale reputerà essere più solida base una piuttosto che l'altra, secondo l'evidenza soggettiva che ne ha, cercherà di spiegare l'una partendo dall'altra, quando invece entrambe servirebbero a spiegare insieme la realtà, se non fosse che ''spiegare'' è una parola troppo grossa.
 Cercheremo di spiegare una cosa con l'altra solo se di una delle due possediamo l'evidenza, cioè se di almeno una delle due siamo certi della sua realtà senza doverla spiegare.
Ma esiste anche la possibilità che nessuna delle due sia reale, se non come parte di una istruzione per l'uso della realtà.
Il problema nasce allora dall'accidente di possedere delle due cose una percezione differenziata, ma essendo entrambe frutti di percezione allora c'è una parentela di fatto.
Poi posso aver più intimità con mio fratello che non con mio cugino, ma non perciò cercherò di spiegare mio cugino con mio fratello, se entrambi sono sangue del mio sangue.
D'altronde da cosa potrebbe nascere l'evidenza di una cosa se non da una confidente abitudine?
Il punto di partenza per spiegare ogni cosa naturalmente lo individueremo in ciò con cui abbiamo tale intimità dal non sentire il bisogno di considerarne la nascitura per certificarne la parentela.
Io rispetto tutto il mio prossimo, ma mio fratello per me viene prima di ogni altro.
Questo però non giustifica il voler spiegare il mio prossimo a partire da mio fratello, solo perchè con quello ho meno confidenza e perciò  una diversa percezione.

Quindi, ricapitolando, ''Un corpo biologico con un snc strutturato per avere una psiche.'' direi che sono delle buone istruzioni per l'uso della realtà, ma non la realtà, se non come parte.

Magari non potremo conoscere la realtà nel senso cervellotico che abbiamo finora inteso, però quanti problemi irrisolvibili ci siamo così tolti dal groppone, e con quanta maggior leggerenza e fiducia potremo riprendere il nostro gioioso rapporto con la realtà, finalmente artefici a tutti gli effetti, nel bene e nel male, del nostro destino, senza più verità superiori e karma e fati dietro cui nasconderci.
C'è un mondo da rimettere in ordine.
Diamoci da fare.
Dipende solo da noi.
 



sono d'accordo in sostanza sul messaggio liberale che ne dai infine.

ma quello che il mio maestro ha sottolineato è che oggi gli stessi fisici vedono la fisica non come la realtà, ma COME DICI ANCHE TU, un semplice manuale delle istruzioni su come la realtà va calcolata.

Ossia quello che manca è proprio la cosa fondamentale, e cioè cosa è la realtà, e quella realtà che chiamiamo anima, e quella che chiamiamo dio etc....

E' anche il motivo per cui la fisica dopo il 1920 è rimasta ferma a quel ventennio di fermento intellettuale incredibile che ridefinito TUTTO.

Io lo leggo psicologicamente e socialmente: i fisici che sono corrotti nell'anima aspettano l'ordine del padrone per andare avanti.
Questo è vero sia a livello fallico-psicanalitico che quello marxista-gramsciano-di egemonia del pensiero nella lotta di classe.
#662
Citazione di: iano il 06 Aprile 2024, 00:51:14 AMDunque la soluzione era sotto i nostri occhi e finora c'era sfuggita?  ;D

''Non ci sono più le solide fondamenta di una volta'' per il materialismo , se il costituente di gran lunga maggioritario della materia si è visto essere il suo storico opposto, il vuoto.

Non c'è più una evidenza indiscutibile da cui partire per cercare di spiegare ciò che quella supposta piena evidenza  non ha.

Ci sono, e ci sono sempre state di fatto, solo istruzioni per l'uso della realtà, e l'unico modo per resistere alla tentazione di tornare a rimitizzare il sole è abbandonare  il mito dell'evidenza della materia, che è un sottoprodotto del mito del nostro rapporto diretto con la realtà.
L'opposizione materialismo/idealismo si risolve decretando la morte dei presunti opposti.
Gli opposti nascono per descrivere la realtà, e non perchè se ne spieghi uno a partire dall'altro, o viceversa, a seconda del partito che prendiamo, e prendiamo partito perchè funzionano così bene che alla fine confondiamo la realtà con le sue istruzioni per l'uso, scritte con quegli opposti caratteri.


quello che intende dire mauro iano è che è proprio a partire dal nostro stesso pensare che individuiamo una differenza fra noi e il fenomeno.
mentra il materialista se ne discosta.
ma questo non aiuta a leggere la "realtà" nel suo complesso.
noi spiritualisti siamo cioè superiori (il giorno in cui sapremo anche far di calcolo ovvio  :D )
#663
Citazione di: PhyroSphera il 05 Aprile 2024, 09:00:37 AMDi fatto una materia che ha una psiche è il tuo stesso corpo.

Mauro Pastore
Penso che Iano intenda dire che la psiche non è fatta EVIDENTEMENTE di materia.
Infatti secondo la teoria di schroedingere dovrebbe essere visibile, ma evidentemente non lo è a livello sensibile.
Mentra prima si pensava naturale che fosse la funzione del cervello, oggi possiamo cominiciare a supporre che sia su un piano NON ATOMICO.
ricordiamoci che nella eqazione di schroedinger c'è il tempo.
ma cosa è il tempo.
insomma la fisica avrebbe da studiare in tanti ma tanti campi prima di arrivare a capire cosa è la coscienza.
di certo NON è sul piano atomico.
come è ovvio per chi capisce cosa è la trasmigrazione delle anime etc...
tutto torna grazie all'indeterminazione, ossia alla sua CALCOLBAILITA' non il suo contrario MAURO!
Vale a dire che esiste una equazione che ci determinerà in futuro, ma ad oggi siamo in pieno mare aperto.
#664
Citazione di: Pensarbene il 30 Marzo 2024, 19:13:47 PMnon esiste alcuna realtà locale per quanto riguarda la quantistica:esistono infiniti piani di realtà  quantiche in cui la sovrapposizione di stati, l ' entanglement  e il collasso d'onda tengono banco.
Chi sta leggendo in questo momento vive in un campo quantico locale e nel contempo molte delle sue particelle sono entangled con altre che potrebbero "appartenere" a chiunque.
Nel contempo altre sue particelle possono esistere su piani diversi e così via.
E ciò vale per tutti e per tutto!
Parlare di realtà ora e oggi  è come parlare probabilisticamente di niente e di tutto!
Eppur non siamo pazzi....quindi a che serve chiedersi che cosa sia la realtà?
A impazzire?



La realtà è l'equazione di schroedinger, noi siamo una equazione, come lo è ogni fenomeno.
Pensare che i pitagorici lo supponessero di già, fa venire leggermente i brividi.
#665
Citazione di: PhyroSphera il 30 Marzo 2024, 10:46:12 AMLa eziologia non è tutto. La indeterminazione scoperta da Heisenberg è fisica, non metafisica. Falsificabilità da parte del filosofo significa ipotesi contraria ma non a livello scientifico... Cioè le teorie scientifiche pur non essendo saperi non sono solo strumenti per la tecnica ma riferimenti alla realtà. Si può mettere in dubbio che tale indeterminazione esista e che la fisica quantistica sia una scienza, ma se la si verifica e la si riconosce, si deve pure riconoscere il suo contenuto. La superabilità di una scienza non è la sua insignificanza; d'altronde i dati delle scienze non sono mai assoluti... Restando al nostro discorso, la indeterminazione non è solo un modo di dire adatto per il lavoro dei tecnici.

Mauro Pastore
L'inderteminazione e l'alterità (in quanto DIO) sono temi per future galassie di idee e di concetti loro concentrato (penso alla filosofia certo, ma anche alla teologia, e alla future teologie politiche che nasceranno in opposizione al dominio islamico).
Purtroppo oggi nemmeno i diretti interessati (i fisici) sono "convinti".
Ovvero attendono il bene placito dei capitalisti loro padroni.
(e dunque di loro usi anti-umani e contro la persona).
#666
Citazione di: PhyroSphera il 28 Marzo 2024, 21:59:45 PMIl principio di indeterminazione non è una misura del limite di sperimentabilità, è proprio un principio che afferma una indeterminazione nella materia. Esso non esprime la nostra incapacità di determinare un fenomeno, bensì il fatto che la materia non è tutta sottoposta a un meccanismo di causa e effetto.

Mauro Pastore
Piu che di un meccanismo parlerei di una calcolabilità certa.
Infatti la quantistica calcola in maniera probabilistica, ma comunque calcola, e dunque può predirre di nuovo cause ed effetti.
Vedi Schroedinger.
#667
Citazione di: Ipazia il 28 Marzo 2024, 09:27:58 AMPerchè, non disturbandola con la misurazione, non sappiamo cosa fa e come si comporta. Per conoscerla dobbiamo disturbarla, con le conseguenze del caso. Tertium non datur.

Non tutte le misure disturbano a tal punto lo stato fisico di un sistema, altrimenti non saremmo in grado di misurare nulla. A livello macroscopico abbiamo strumenti e metodi di misura precisi che non fanno collassare il sistema.

Un esempio di collasso del sistema di misura è dato dalla microscopia ottica quando ci si avvicina a situazioni in cui i materiali distorcono a tal punto i raggi luminosi da impedire la lettura, facendo collassare il sistema di misura: vetrino- microscopio-fisiologia ottica umana.
A collassare è la funzione d'onda che da superposizione diventa atomo.
Ne abbiamo già parlato ora qui e ora là a proposito di schroedinger.
#668
Citazione di: Pensarbene il 28 Marzo 2024, 08:23:33 AMMettiamola così: il sole è una  sfera di plasma.
Teodorani e colleghi hanno analizzato a fondo le luci  di Hessdalen concludendo che il 25% di esse è plasma che si comporta in un modo teoricamente impossibile per i protocolli attuali
Teodorani nota che molte di quelle luci si dispongono seguendo un geometria intelligente tutt'altro che casuale.
Quindi:
a)il sole è una sfera di plasma
b)il plasma si comporta in un numero significativo di casi come un ente intelligente.
c)il sole è intelligente

Forzo volutamente le deduzioni per invitarvi a discutere questa discussione interessante.
Aggiungo che gli studi sugli effetti dell'attività solare con la radioattività propriamente terrestre , indicano che la stella agisce su di essa anche indipendentemente dal vento solare. In particolare ,sembra che terra e sole siano entangled
e contemporaneità nonostante la distanza che la luce compie in 8 minuti.
Sono fenomeni che segnalano qualcosa di intelligente e informazioni veicolate da processi quantistici.
Quella che noi chiamiamo intelligenza è molto più diffusa e comune di quanto pensiamo ANCHE nel mondo inorganico che così inorganico non è!!!

NB Teodorani nota che il fatto di operare misurando sembra influenzare la formazione delle luci.
Questo conferma la quantistica che spiega quanto il misurare puro e semplice determini il risultato di un esperimento .
Ad esempio, ogni qual volta che si vogliono misurare le caratteristiche di un onda, questa appare e poi collassa inspiegabilmente
mentre non lo fa in altre situazioni




 
Ma quale sarebbe l'intelligenza inorganica?
e quale rapporto ha con la nostra che la ipotizza, o la pone semplicemente?
#669
Citazione di: Pio il 27 Marzo 2024, 19:01:56 PMSarò un ingenuo, ma ho sempre pensato che, per disporre di coscienza bisogna avere delle capacità percettive. Senza percezioni come si può affermare che qualcosa sia cosciente? Si dice infatti "coscienza di...". Senza organi di senso e di mente non può esserci coscienza, se non una rudimentale capacità di sofferenza istintiva, come nei vegetali. L'idea che tutto sia cosciente è tipica del New Age. È parecchio poetico il pensarlo, una bella palla di fuoco che ci riscalda e illumina amorevolmente, cosciente di essere indispensabile. Mah!.
Perchè oltre che alla coscienza sensibile noi abbiamo anche una coscienza di qualcosa altero a noi, non riscontrabile nella sensibilità.
Ovvero DIO. (vedi le discussioni su Hegel anche).
#670
Citazione di: PhyroSphera il 14 Aprile 2024, 14:55:29 PMQuest'oggi ho compiuto una piccola incursione in una libreria. Davo un'occhiata ad alcuni titoli e riflettevo. Uno attirava particolarmente la mia attenzione, "L'etica del .....

Mauro Pastore
Ciao Mauro, a mio modo di vedere ciò per cui vale la pena combattere è quello sul tema della grande narrazione spirituale e di cui ti considero alleato.
MA.
Ricordati che Galimberti e Byung-Chun fanno parte di quella classe di intellettuali asserviti al potere.
Sembra proprio che ti manchi completamente l'immersione nella storia contemporanea.
Come ho già detto ad Antony, non è tanto il problema della disforia sessuale a essere sul banco quanto il suo uso politico e cioè identitario.
Ovvero la distruzione dell'identità che certo secondo la dottrina cristiana è quello del giusnaturalismo alla cui base non c'è tanto l'evoluzionismo quanto il CONCETTO DI PERSONA.
E' inutile dire che distrutto il concetto di persona, andando cioè proprio a manipolare sin dentro la storia, la nostra storia giudaico-cristiana, si arriva a IMPORRE per CONVINCIMENTO ossia per INDUZIONE, che questo concetto sia di tipo naturalistico.
Ma non è naturalistico, bensì cultural-naturalistico, ossia spirituale.
L'intento della tencia è distruggere questo impianto.
Perchè ciò che l'occidente ha dimenticato in un batter di ciglia è la dimensione morale dell'uomo.

Purtroppo la strategia è tutto in questa battaglia fra bene e male.
Che stanno vincendo i musulmani prima ancora che i capitalisti.
E' questa la doppia cecità.

Concentrarsi sulla disforia sessuale, negandola come fai tu, è talmente sbagliato tatticamente, strategicamente, che bisognerebbe andare a capire come mai tu che sei spiritualista e niko che è un transumanista e per giunta (fintamente)marxista facciate una guerra senza accorgervi che ci stanno togliendo i DIRITTI.

Alla base del giusnaturalismo vi è infatti il diritto della PERSONA, che contine i caratteri fondamentali dei diritti dell'uomo.
Compreso il principlae: quello al diritto di SACRALITA' del corpo.
Fatto esplodere ad arte dalla pandemenza del 2020.

Vi sono cioè narrazioni artificiose (quelle che vorrebbe gli infami traditori dell'occidente cristiano: galimberti, suo dichiarato nemico dal giorno 1, e più sottilmente byun-chung. Senza dimenticare TUTTI gli altri. Vale a dire che non se ne salva NEMMENO UNO).

Questa gente è al soldo di narrazioni molto più grandi del singolo problema raziale, o indentitario di genere.
Quelli sono grimaldelli, il vero nemico è il catecon cristiano.
Come tutta la teologia politica del novecento ha evidenziato.

Nelle parole, e nei fatti contraddetto: pensiamo a Heidegger come caso limite.

Pensiamo a come si è ridotto Agamben, studioso serio di Paolo, teologo POLITICO.
A favore di Hamas.
Cosi come gli studentelli decerebrati di roma.
O come i media e l'esercito.
Contro hamas e iran a parole, e loro ALLEATI nei FATTI.
(rifiuto di aiutare ISRAELE).


Come dire le grandi narrazioni sono sparite: si quelle occidentali però!
Quelle orientali sono invece piu forti che mai.
Questo forum, come tutto il resto che non sia dentro la cultura ebraica (questo vuol dire che anche il cristianesimo ha tradito) è fuori strada.
E di molto.
E' il bla bla culturale che si è imposto dal 45 in poi.

No torniamo a bisanzio! e ragioniamo meglio, ovvero rafforziamo, ricordiamo le nostre RADICI culturali.
almeno fra noi amici della cultura questo dovrebbe essere molto piu che assodato.
e invece no.
ed è fantastico come Heidegger abbia visto nella sfera del tempo.
Il nemico della terra (ossia l'occidente) sta per venire distrutto dall'allenza fra capitalismo e comunismo.
I 2 mostri di mare e dell'aria.
Assurdo aver pensato che questa alleanza fosse incarnabile da israele.
questo è stato assurdo! vedere il mostro ebraico (che non c'è), e non vedere la bestia islamica che c'è dietro...era lì al posto di bisanzio...
gli autori della teologia politica NON SAPEVANO DI STORIA!!!!!! ???
ogni uomo si merita il destino distopico che lo attende.
ben oltre quello capitalistico sotto cui versavamo l'anima e il sangue del tempo.
#671
Sono diverse le maniere in cui amore è scritto dai greci.
Ricordo ancora con vividezza la lezione del mio carissimo professore di Italiano avuto in seconda liceo, un anno, troppo poco, ma così tanto ho appreso da lui!
Non posta più su Facebook dal 2020, sono molto mollto molto triste.
Sono rimasti pochi post...ma come ho potuto dimenticarmi di lui per cosi tanto tempo? qualcuno me lo dica per favore! che orrore è la vita umana.

Prima giornata di lezione, andò alla lavagna e scrisse due parole su di essa, di modo che l'intera lavagna (l'idea mondo) era coperta dalla loro anti-tesi:
da una parte EROS e dall'altra THANATOS.
Poi un nome, un solo nome: Freud.
Il resto è noia.

E' la noia che mi ha inghiottito ormai è più di un ventennio ormai.
Perchè questa civiltà che si dice liberale  :D , figuriamoci quella islamica che ormai ci ha conquistato, l'eros l'ha sepolto nelle pietre sepolcrali della Grecia.

L'agape è solo un ombra rispetto all'eros.
Ma nemmeno quella riusciamo a non seppellire.

Ci vorrebbe qualcuno che cominci a dire di eros: impossibile, ve lo dico con certezza.

E dunque è solo THANATOS che comanda: e in che modi? a me pare che è di questo che parli Platone.

Ma ripeto sono solo al Critone, forse Solovev ha saputo leggere meglio.

La nostra civiltà dal rinascimento in poi è dovuta proprio ai BIZANTINI.

Dunque la vera culla dell'occidente è bisanzio, cosa curiosa che non sapevo.

In occidente la tanatologia di aristotele, si scontra con l'erotica di...di chi?
Forse Platone?

Vogliamo sapere di più Maurizio!

In questo momento io sono molto indietro.

E visto che bisanzio è stata distrutta dall'islam...bè sappiamo benissimo cosa sta avvenendo.

questo forum ha le ore contate, e mi piacerebbe saperne di piu, sopratutto da chi condivide la passione del dialogo, invece che da sterili e spesso errate posizioni dell'accademia.

Saluti.

ps. voglio dire che mi piacerebbe sapere questa lettura di solovev a quale eros si riferisce?
E' veramente quello archetipico di Cam (ovvero il suo contrario per chi capisce), o meno?
SALVE
#672
Citazione di: Koba II il 07 Aprile 2024, 11:41:27 AMHai frainteso. Nel capitolo dedicato all'intelletto e alla forza Hegel analizza e critica l'approccio scientifico, proprio quella visione meccanicistica della natura che tu gli imputi.
L'andamento della fenomenologia è sempre lo stesso: si procede di gradino in gradino, e in ogni "stazione" si prende consapevolezza dei limiti della conoscenza che inizialmente sembrava appagante.
Per esempio nel primo capitolo sulla Certezza sensibile se all'inizio il soggetto pensa di avere la verità della cosa che gli sta di fronte in modo immediato, poi prende consapevolezza del fatto che questa verità si dilegua in un continuo mutamento (quando il soggetto si gira, o quando passa del tempo), e ciò che gli rimane è l'universale vuoto del qui e dell'ora.
Da lì si va poi al capitolo della Percezione tenendo inizialmente ferma la convinzione che la conoscenza sia basata sugli universali, per poi prendere atto dei limiti di questa posizione.
E via dicendo.
In particolare alla fine del capitolo della percezione l'aporia era come tenere insieme l'oggetto quando esso ci appare come una serie di determinazioni diverse quali (facendo l'esempio del sale utilizzato da Hegel stesso): "bianco" ma anche "sapido" ma anche "a grani" etc. Determinazioni tenute insieme da quell'anche.
Così nel capitolo dell'intelletto con l'approccio scientifico, con le leggi di natura, il soggetto si affanna a cercare di risolvere tali aporie con l'unità formale della legge.
Ma, ad essere sinceri, le argomentazioni del capitolo sono più criptiche del solito...
Comunque sul senso complessivo di questo capito scrive Jean Hyppolite: "Hegel rimprovera dunque il formalismo dell'intelletto di negare la differenza qualitativa in un'astratta formula di conservazione. In particolare si può sottolineare che egli non crede alla fecondità delle equazioni matematiche. [...] Un linguaggio formale incapace di trattenere nella rete delle sue equazioni la differenza qualitativa." (Genesi e struttura della Fenomenologia dello Spirito, p. 201).

E bisogna ricordare che qui, nel capitolo dell'intelletto, siamo solo alla terza parte della Coscienza. Poi ci saranno le tre parti dell'Autocoscienza, a cui seguiranno le tre parti della Ragione, dove si conclude questo itinerario di iniziazione alla filosofia, dal senso comune a quella che per Hegel è la verità assoluta.

Devo dire che in generale rimango sempre un po' perplesso dalla tendenza, presente in quasi tutti i filosofi, di confondere la legittima convinzione di una certa posizione con la sua necessità.
C'è qualcosa che non torna a livello di sincerità con se stessi.
Grazie Koba, sto avendo problemi seri coi denti, mi sono fermato DI NUOVO...
un altra cosa da aggiungere all'elenco delle cose da mettere in preventivo: la salute declina.

Ma torniamo a Hegel, ti ringrazio di fare un pò di chiarezza, si il metodo "dialettico" l'ho capito, è che proprio trovo difficoltà a pensare una "forza" come qualcosa che non sia qualitativamente un forza, ossia mera proiezione matematica e dunque pura quantità.
Naturalmente non mi muovo di una virgola sul fatto che la scienza è il male contemporaneo, ma non vedo perchè sfidarla sul "suo campo".
O almeno capisco benissimo che in un tempo dove vigeva il meccanicismo (la quantistica non era ancora nata) si fosse "naturalmente" portati a vedere sistemi chiusi, dove particolare e universale facevano parte dell'equazione.
Probabilmente è per questo che parlano di necessità, anche se io questi autori dell'800 non li leggo così, li leggo come indagatori spirituali.
E però se il buon Hegel nel primo capitolo era stato niente di meno che geniale che immetere una domanda fondamentale per questa ricerca fondamentale: ossia come l'autocoscienza si "giustifica", alias per come la leggo io-soggetto conoscente, come l'io inteso come anima, si possa riconoscere come tale.
Ossi l'io-soggetto come fa a determinare l'io-anima?
E' ovvio, o almeno per me lo è che questa determinazione è in realtà una indeterminazione perchè l'io-anima partecipa del DIO.
Ora mi pare che la fenomenologia invece che domandarsi del senso-mondo, stia declinando con il secondo capitolo, sul senso-oggettivo che si evince dal tutto-Dio.
Non vorrei che l'errore fosse banalmente porre un tutto-DIO in quanto universalità della quantità particolare rispetto alla "qualità" universale.
Sarebbe clamoroso perchè la qualità universale, a pare mio, è sempre un discorso di quantità.
E come fa a nascere una morale da tutto questo?
Naturalmente mi sto buttando in considerazioni mie.
Rimanendo al testo dire che è criptico è poco, infatti ho perso il filo del discorso di Hegel. E mi sa dovrò fare uno sforzo supplementare per seguirlo pazientemente,
ossia accettare temporaneamente il suo universo finito, per vedere se c'è qualcosa dell'antico logos, che possa tornare utile ad un discorso spirituale.(che comunque nel primo capitolo ha già raggiunto vette altissime).
Certo l'analisi dell'Hypolite torna molto utile, grazie ancora dell'aiuto.
PS.
L'ha già detto Nietzche che i filosofi sistematici provano solo una cosa: la loro disonestà rispetto alla vita.
Citazione colta o magnifico lapsus?
Ripeto Hegel mi è caro per aver fatto capire benissimo la differenza fra soggetto e io.
Tutte le critiche che sento su di lui, o tutte le cose buone che sento su di lui, hanno il caveat invicibile nicciano come premessa.
OVVIAMENTE. 8) :D ;)
#673
Attualità / Re: Il nuovo kippur
03 Aprile 2024, 21:30:21 PM
Citazione di: Ipazia il 03 Aprile 2024, 19:37:02 PMInvece tu green forse partorirai una stella danzante, ma per ora se allo stadio del gran caos dentro di te.

Abendland si merita il peggio del suo nome, dopo 5 secoli di barbarie colonialista e neo. L'ipnosi sta in chi continua a credere nelle sue magnifiche e progressive sorti. La barbarie c'è pure altrove, ma chi l'ha resa endemica e via obbligata, è l'occidente a guida USA.
Chi si oppone non può fare che di necessità, virtù, trovandosi l'invasore in casa o, minaccioso, alle porte di casa. Come la resistenza anti nazifascista, che nasce da un invasore, non da velleità di confronto. Semmai va dato atto agli islamici di non essere più disposti a sottomettersi. Cosa che la caduta verticale degli europei nemmeno permette, per la gioia del padrone d'oltreatlantico.

Davvero deprimente questa meritata finis Europae. Legittima pure la paura dei russi a questo punto. Come dicevano gli antichi: Quos vult Iupiter perdere, dementat prius.



Lungi da me non vedere la barbarie, è che mi vorrei documentare meglio.
La caduta dell'Europa non permette la ribellione in medioriente? suppongo intendevi non permetta la difesa anti-fascista (e nazista).

Quello che vogliamo, ma l'america è stata e in fin dei conti ancora lo è, la miglior interprete della democrazia a livello mondiale.
Per quanto riguarda le politiche di dominio, che la storia ci insenga esserci sempre state, attendiamo a questo punto di difenderci, dall'impero russo, cinese, e chissà for'anco da quello del neo-ottomanno.

La caduta europea a me pare evidente nelle leggi. Nell'attacco ormai senza più briglia alle classi meno abbienti e alla piccola borghesia.(vedi climate change, già preso invece a modello dai comunisti...e con questo diventano 3 errori devastanti nel solo ultimo quindquennio).
In America la discussione sulla giustizia ha ben altra caratura.
Anche se pure lì si vedono alcune gravissimi inceppi, che fanndo sospettare incrinature interne molto più vaste.
La necessità di una maggiore trasparenza nelle transazioni dei fondi a scopo politico o privato, oggi è più necessaria che mai, e insieme sempre più un miraggio.

Il vero focus dovrebbe essere quello, ma i blogger comunisti continuano a parlare d'altro.
Peccato, se non la fa la dissidenza che ha più tradizione chi la potrà fare? chi non ha storia, come i movimenti populisti? Non ha credibilità alcuna.

Saluti Ipazia.
#674
Citazione di: Phil il 03 Aprile 2024, 17:44:28 PMPer come la vedo, parlare di «ente "evento"»(cit.) confonde, nonostante le virgolette, i due concetti che anderebbero a mio avviso tenuti separati: l'ente può essere parte dell'evento per la coscienza che vi si relaziona (il mio osservare l'ente-sasso è un evento per la mia coscienza), ma l'evento non può essere un ente (il modo in cui si studiano gli enti non è quello con cui si studiano gli eventi). La definizione filosofica di ente è "affine" a quella di evento? Secondo me, no (anche se magari in fisica quantistica non esistono enti, ma solo eventi, per quanto quello sia un altro linguaggio, rispetto a quello filosofico).
Per fare un esempio un po' "brusco": l'altro uomo è per me un ente, non un evento; l'evento è la mia relazione (etica o anche solo percettiva) con lui. La vita dell'altro uomo, nel suo scorrere, può essere considerata un evento (nascita, durata e morte sono eventi, non enti), sebbene la sua presenza, qui ed ora, davanti a me, sia quella di un ente.
La tua domanda mi suona quindi piuttosto ambigua; potrei rispondere che i limiti percettivi-cognitivi sono propri dell'uomo in quanto tale, quindi riguardano sia gli enti che gli eventi, seppur in modo diverso, a seconda di quale dei due sia il campo d'applicazione. Sarebbe come dire, cambiando tema, che le limitazioni sensoriali dell'uomo ne condizionano sia la vista che l'udito, per quanto vista e udito restino da tenere distinte, se si parla di sensorialità.

Salve Phil.
Dunque possiamo dire che il soggetto che è il fascio delle sensazioni dovute all'evento oggetto, differisce in termini morali, dalla descrizione meramente ontologica degli stessi (ente-oggetto)?
L'evento non è altro che ciò che emerge dallo scontro sociale fra essere gnoseologicamente diversamente interpretanti il medium che si finge oggetto del discorso.
Che sia una mela, o che vi sia o meno un assassinio.
In fin dei conti non potremmo ascrivere questo tempo come un tempo in cui sempre più la dimensione del racconto sovrasta quella dei fatti.
Portando alla famosa dissonanza cognitiva. Se non proprio ad una stupidità conclamata?

Ecco il rapporto tra la dimensione del discorso razionale (alla Habermas?) e quella politica, però a me sembra, ad oggi, avendo scoperto Platone, mancante di quella dimensione morale che in fin dei conti Kant ha sempre palesato come parte della sua filosofia.
Il mio maestro cita infatti spesso Kant-Platone e mai Hegel.
Mi chiedevo il perchè?
Cosa mi sai dire?
Saluti.
#675
Citazione di: Pensarbene il 03 Aprile 2024, 14:13:17 PMle tragedie ridicolizzano ciò che rappresentano come il co trario lo fa con ciò  di cui parla
Sembra che la terra serva per ridicolizzare tutto e tutti SALVO chi o il che cosa non è ridicolizzabile.
Forse questo è il senso del  pianeta,ne esce in buono stato chi obiettivamente non può essere veramente e realmente ridicolizzato.



 
Mi piace questa tua intuizione, e in fin dei conti la morale dentro di noi, è proprio ciò che non può essere ridicolizzata.
Ma nel Critone, oltre alla ridicolizzazione dei personaggi, delle maschere, vi è proprio un tema tragico: quello della paura.
Ho trovato straordinario il non detto, ovvero quello che il lettore è costretto a tirar fuori dalle righe straordinarie di quel dialogo.
Tant'è che lo sto facendo maturare nella mia anima.
Siamo già ad Aprile, devo però andare avanti: platone autore semplice: direi proprio di no!