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Messaggi - Freedom

#661
Tematiche Culturali e Sociali / Re:Facoltà e diritti
12 Gennaio 2019, 10:09:23 AM
Una discussione con una serie di interventi, pur con sfumature diverse, condivisibili.

Quello che a me sembra manchi e che desidero introdurre è il concetto di dovere. Che equilibra, compensando, qualsiasi anelito, a volte eccessivo, ai diritti.

In altre parole, visto che è stato criticato il coacervo di rivendicazioni della storia umana, con particolar riferimento al '68, io penso, viceversa, che è lecito, auspicabile "esagerare" nella richiesta di diritti. Quello che tuttavia è decisivo è bilanciarli con altrettanti doveri.

Penso ad alcune delle più celebri, e per certi aspetti paradossali, richieste di quegli anni: "abbiamo il diritto alla felicità!" Oppure: "vogliamo tutto e subito!"
Bene, benissimo rispondo io. "E sia!" Se fossi una divinità. Purché...... quella felicità medesima che pretendete siate disposti a darla a tutti gli altri. Oppure purché siate disposti a concedere tutto e subito!

Immaginiamo una civiltà nella quale ognuno si occupasse degli altri. Solo degli altri. Ciò significherebbe che TUTTI gli altri si occuperebbero di te.

Le solite cazzutissime utopie? Certo, non lo nego, ma se fossimo in grado funzionerebbe. Ed il ragionamento logico anzi, di puro buon senso rimanda al solito, inevitabile problema: la natura umana!

Siamo sempre lì.

P.S. Azz non avevo letto il post di acquario69. L'avevi già espresso tu il concetto di dovere. Bene: un idem sentire non fa che rafforzare un pensiero.
#662
Citazione di: Federico Mey2 il 11 Gennaio 2019, 21:35:22 PM
Citazione di: Freedom il 11 Gennaio 2019, 18:38:42 PMMa tu Federico Mey2, esattamente, cosa stai cercando? Dove vuoi rivolgere lo sguardo?
Mi sembra di avere già indicato il mio concetto di Anima, data dalle mie finalità più i miei principi, valori.
Scusa se insisto ma ho capito solo che ne dai una valenza socratica che è poi stato il primo a definirla.
Sarà un mio limite ma non avverto una base solida da cui poter partire.
Citazione di: Federico Mey2 il 11 Gennaio 2019, 21:35:22 PM
Sto cercando quello, l'ultimo piano del palazzo, quello dove si decide
Non ho capito.

Spero tu non abbia a considerare fastidioso il mio approccio discorsivo ma, sin da subito, desidero solo assecondare la tua impostazione di pensiero. Che, lo dico con chiarezza, mi piace: metodo socratico e uso di parole e concetti semplici.
#663
Citazione di: Federico Mey2 il 11 Gennaio 2019, 20:24:24 PM
In breve la Psicofilosofia vuole essere una nuovo spazio di argomentazione comprendente tra l'altro Religioni, Morale e Psicologia, che si occupa del tentativo dell'uomo di raggiungere il livello più elevato del proprio pensiero, l'Anima.
Cosa è per te l'anima?
Citazione di: Federico Mey2 date=1547234664
Per raggiungerla, la strada è semplice: si parte dal nulla. Nel nulla non c'è notoriamente nulla, quindi non c'è l'errore, quindi è perfetto (così ho anche dimostrato anche che la perfezione esiste!).
Cosa intendi per nulla? Non è una domanda oziosa o, peggio ancora, capziosa. Guarda qua che quantità di definizioni:
https://it.wikipedia.org/wiki/Nulla
Anni fa, tanto per citare un piccolo ma non irrilevante aneddoto, ebbi uno straordinario contraddittorio con un utente che ritenni e ritengo tutt'ora eccezionale. Egli, in via matematica, dimostrò con un' acutezza formidabile che nulla e tutto si equivalevano. E che erano indefiniti e infiniti entrambi! Lo snodo centrale della questione era lo 0. Non credo saprei riproporre la sua magistrale dimostrazione ma ne serbo, dentro di me, il ricordo che non fu e non è infecondo. Questo ricordo, ben interiorizzato, dicevo, mi aprì sconfinate praterie intellettuali e, forse, spirituali.

Una cosa però penso di poterla dire in via logica e cioè che se non c'è l'errore questo non significa che automaticamente c'è la perfezione. Se non c'è l'errore può benissimo non esserci nulla. Un nulla quantico cioè inteso come vuoto. Difficile sostenere che il vuoto è perfetto. La condizione di vuoto perfetto non è ottenibile in laboratorio e non è mai stata osservata in natura.
Ma poi cos'è la perfezione? La completezza? Oppure, in una frase, l'assenza di errori grammaticali? E se ci sono errori di sintassi?
#664
Ma tu Federico Mey2, esattamente, cosa stai cercando? Dove vuoi rivolgere lo sguardo?
#665
Percorsi ed Esperienze / Re:Nun Me Scuccia'
11 Gennaio 2019, 10:22:05 AM
Citazione di: paul11 il 11 Gennaio 2019, 00:25:43 AM
Citazione di: acquario69 il 09 Gennaio 2019, 01:50:40 AMl'analisi è condivisibile, ma il punto importante è alla fine: quale rivoluzione culturale?
Tanti hanno capito e ormai sanno analizzare in via generale le problematiche esistente.
Ma quasi nessuno ha capito la malattia e l'antidoto.

Che cosa è accaduto? Semplicemnte che la verità divenne  le verità  multiformi e indeterminabili,solo materialisticamente accertabili, solo naturalisticamente osservabili,.In questa cultura che con la modernità diventa preponderante sono all'interno le èlite succedotesi con poteri economici e politici, ma anche gli antagonisti il socialismo, il comunismo e se vogliamo il nazismo e il fascismo, in quanto tutte hanno accettato di fondo la medesima cultura fondativa portandosi quindi all'interno della costruzione del pensiero le stesse contraddizioni di fondo.
Gli antidoti socialisti ecomunisti non hanno funzionato perchè non basta ideologicamente sostenere il nostro contro il mio se di fondo accetta le regole naturali e materiali.
Perchè se si accettano le regole naturali e materialistiche, la selezione del più forte e più furbo vincono contro qualsiai "buonismo altruistico", in quanto afferma il mio e non il nostro.Per quanto quindi si possano creare società socialiste o comuniste ne usciranno le contraddizioni dei privilegi nei poteri riaffermando "la selezione naturali" con formazioni di altri tipi di èlite.Ma sempre èlite sono.
Condivisibile. Anzi qualcosina di più: a mio modesto avviso è l'assoluta centratura del problema.

Il mio stile di dialogo, almeno sul web, è un pò quello tipo "nodo gordiano". Lo faccio per rispetto del mio interlocutore e degli utenti cioè per non annoiarli o, forse, per la paura di non essere letto sino in fondo. Probabilmente perché non possiedo le doti di un donquixote che quando lo leggo l'unica domanda che mi pongo è: "perché non l'ho scritto io? Eppure è esattamente quello che penso"!  :D E i suoi post sono perfetti nella misura e nell'equilibrio: abbastanza lunghi da essere esaustivi ma non troppo da far calare l'attenzione.


Detto questo ed avendo guadagnato perlomeno un caffè (corretto però!), lo so, quando mi entusiasmo comincio a peccare di piaggeria, esprimo la mia tesi. Che sarà più breve dell'introduzione.  :o  8)


L'unico modo che vedo per ribaltare il paradigma, chiamiamolo individualista/naturale/materiale, che sta portando alla rovina e sicuramente produrrà shock importanti e forse definitivi nella civiltà mondiale, è "porgere l'altra guancia".


Lo so è del tutto innaturale, decisamente contro istintivo, qualcuno direbbe oppositivo alla stessa logica di sopravvivenza. Sembrerebbe anche contro intuitivo ma già qui c'è più difficoltà a dirimere la questione.
Da una parte è del tutto evidente che non si può sconfiggere l'odio con un odio più grande ma solo con un amore esattamente uguale. In via logica solo così si arriva al punto 0 cioè all'equilibrio. Dall'altra parte si pone il problema di come reagire quando invece che uno schiaffo si debba affrontare un pericolo mortale per la nostra vita o per la nostra libertà/integrità come fu, per esempio, la guerra scatenata da Hitler.


Ma qui si entra nel campo delle riflessioni sui perché e sui fini della vita, su un nuovo esistenzialismo o chissà cos'altro. Anche sulla capacità di perdere o quantomeno essere disposti a perdere la vita. Cosa apparentemente impossibile da compiere a meno che non sia possibile trasformarsi tutti in Gesù Cristo.
#666
Citazione di: baylham il 09 Gennaio 2019, 10:51:24 AM
Non trovo corretta la definizione di contraddizione, aporia, laddove si tratta di semplice retroazione negativa o positiva del sistema economico.
Queste retroazioni indicano l'estrema interdipendenza e quindi complessità del sistema economico considerato, di cui i modelli economici più elaborati tengono conto.
Se l'obiettivo è aumentare il PIL il mezzo migliore è l'aumento della produttività tramite l'innovazione tecnologica di processo e di prodotto. Ovviamente l'innovazione ha effetti rilevanti sull'occupazione.
L'occupazione, i salari reali, le condizioni di lavoro in un sistema economico non sono determinabili da una singola parte, sono un effetto del sistema economico.
Oggi l'economia è integrata a livello internazionale, soprattutto quella italiana, che dipende fortemente dal commercio internazionale.
Non so se tu sia un economista ma, certamente, l'intervento che hai postato è squisitamente, tecnicamente, essenzialmente economico.
E' tuttavia tutta l'impostazione che non mi trova d'accordo. Nel senso che contesto, in radice, l'approccio economico come esaustivo e risolutivo delle problematiche, la dico così, lasciamela passare :) ,legate alla soddisfazione dei bisogni umani. Con particolar riferimento a quelli primari.

Affermo questo perché ritengo, purtroppo, le variabili umane che compongono il sistema economico regolate da rapporti forza e non da leggi economiche. Leggi che non sono paragonabili a quelle fisiche e che non sono dunque assimilabili ad un'eruzione vulcanica, un'inondazione, un terremoto. Cioè a eventi che non possono essere governati ma solo subiti. Le cosiddette leggi economiche, estremamente empiriche e mutevoli, sono solo il frutto di studi umani. E le leggi medesime possono essere disattese quando non violentate dalle variabili in gioco. Penso ai tassi artatamente tenuti bassi e addirittura negativi in barba alle più elementari teorie economiche. Penso al rapporto debito pubblico/PIL la cui percentuale di insostenibilità varia al variare del potere politico che lo determina. Penso al volume nozionale dei derivati che è incalcolabile ma, qualcuno, a spannometro, lo definisce 70 volte il Pil mondiale. Insomma le teorie economiche ed in particolar modo il mercato sono fatte da esseri umani e riflettono la psicologia, l'emotività e il raziocinio degli esseri umani. Nulla di immutabile e soprattutto nulla che abbia a che fare con leggi con la "L" maiuscola come, per esempio, la legge dei gravi.

Concludo dunque affermando che quello che gli uomini creano gli uomini possono cambiare. Il problema è che, lo so comincio ad essere ripetitivo ;D, le classi dominanti non hanno nessun interesse a mutare la situazione di privilegio di cui godono. Ed il conto di una crisi economica determinata dalla sovrapproduzione di beni e servizi e da un incremento demografico fuori controllo, intendono farlo pagare, non poteva essere diversamente, dalle classi dominate.
#667
Percorsi ed Esperienze / Re:Nun Me Scuccia'
09 Gennaio 2019, 09:16:39 AM
Citazione di: acquario69 il 25 Agosto 2018, 18:00:31 PM
una mattina mi son svegliato..o bella ciao,bella ciao,bella ciao...

Una mattina mi son svegliato, non ho trovato l'invasore ma molto, molto di peggio.
Magari avessi visto una popolazione controllata con mezzi corazzati agli angoli delle strade o truppe straniere in marcia per le città, ostentando le loro bandiere alloctone, per reprimere qualsiasi tentativo di rivolta!!!
Per fortuna, direte voi che leggete, no.
Eppure, ribadisco, ho trovato molto, molto di peggio.
Ma cosa ci può essere di peggio di un'occupazione "manu militari"?
Essere servi e non saperlo oppure essere schiavi ed amare le proprie catene, quello che Etienne de la Boetiè mirabilmente tratteggiava nella sua " de servitude voluntaria".
Infatti, ho trovato un Paese in cui :
- l'etica è sostituita con il "politicamente corretto";
- la verità è sostituita da narrazioni compiacenti;
- i patrioti sono definiti ipso facto "populisti";
- gli intellettuali sono al servizio ed al soldo della classe economica dominante;
- la Carta Costituzionale c'è, ma i suoi dettami è come se non esistessero;
- i cittadini sono diventati "consumatori" e come tali vengono considerati;
- Il Presidente della Repubblica interviene per difendere i "risparmiatori" e non gli interessi della Nazione;
- l'internazionalismo è diventato cosmopolitismo ( con buona pace di Carlo Marx);
- la sovranità non appartiene più al popolo, bue brutto, sporco e cattivo, ma ai detentori del debito pubblico (questi ultimi per alcuni sono di gran lunga migliori e più illuminati);
-la società è diventata liquida e non costituita da comunità con un proprio weltansciauung, di cui la famiglia è la pietra fondante, ma da tante monadi nomadi, che vivono in un continuo presente.
Si potrebbe dire che io stia vivendo un incubo, che stia ancora dormendo o che non mi sia ancora svegliato del tutto.
E invece no, purtroppo sono sveglio e mi trovo in Italia, anno domini 2018.
Come un novello Ulisse, che dopo anni ritorna nella sua Itaca e trova la propria dimora infestata dai Proci, che con protervia e sicumera dispongono dei beni domestici, in attesa che Penelope si conceda in moglie ad uno di essi, così io, destatomi dal mio torpore lungo e profondo, ho trovato una patria fiaccata dalla menzogna e da politiche laide e corrotte, che hanno dilapidato un enorme patrimonio di ricchezze e conoscenze a vantaggio del capitale imbelle e rapace nostrano, nonché di quello straniero, la qual cosa non fa differenza, e la tragedia di Genova ne è l'esempio più eclatante.
La mia vergogna è tanta, perché il sonno mio e quello di molti altri italiani come me ha determinato questo sacco dei beni comuni, che non ha pari nella storia italiana e secondo in Europa solamente a quello compiuto in danno dei cittadini della DDR.
Tutto ciò ipoteca così, inevitabilmente e pesantemente, il futuro dei nostri giovani.
L'Italia è oggi un paese in declino morale, culturale, economico e demografico.
Quando mio padre, che ha combattuto per la liberazione del suolo patrio dall'invasore tedesco, è morto nel 1973 non era così.
L'Italia era il paese del record della crescita e non solo.
C'era la speranza nel futuro e nel fatto che ai figli veniva data la possibilità di vivere una vita migliore dei propri padri.
Come sia stato possibile che una nazione, prima al mondo a costruire una centrale nucleare per usi civili, prima in Europa a mettere in orbita un satellite per telecomunicazioni, prima a concepire una macchina elettrocontabile e ad ideare il personal computer, oggi non costruisca più neppure una radiolina? E' inconcepibile.
Ma come si è arrivati a tanto ? Quando l'oblio ci ha colti?
Stabilire un momento preciso è difficile, ma sicuramente tutto si è avviato negli anni '80 con un processo lungo e sotterraneo, che ha coinvolto tutti i campi della nostra società, nessuno escluso, anzi è stato attuato con la compiacenza della classe dirigente dell'epoca.
E in proposito potremmo anche indicare alcuni fatti e persone che sicuramente corrispondono ad eventi storici o a scelte politiche che hanno accelerato il processo di cambiamento, ma tutto nasce da un pensiero strisciante e pernicioso che si è insinuato nelle menti delle classi dirigenti.
Un pensiero debole ed ambiguo nel contempo ed è quello che , per farcela e restare tra i primi, l'Italia avesse bisogno di meno stato e più mercato e che ,essendo una piccola nazione rispetto ai grandi colossi mondiali, avesse bisogno anche del sostegno europeo.
Non è così e non è mai stato così.
Ma ce lo hanno fatto credere.
Ci siamo addormentati su queste certezze che tali non erano.
Andreatta, Ciampi, Prodi, Amato, Napolitano, D'Alema come Orfeo ci hanno anestetizzati.
Ma alla fine mi sono svegliato. Ho preso contezza della realtà.
Sono diventato un antieuropeista, non potendo accettare che i trattati di Maastricht e di Lisbona abbiano trasformato l'Europa, continente della meraviglia e dello stupore, nella gabbia dei popoli afflitti dall'austerità come una piaga biblica.
Tanti altri Italiani si stanno svegliando ed il risultato delle elezioni politiche non è venuto a caso.
Ma questo però non basta.
Qualcuno potrà obiettare che le condizioni cambiano comunque, ma di certo le cose non cambiano da sole...
Dobbiamo avviare un nuovo Risorgimento.
E per fare questo abbiamo bisogno di una nuova " lotta di classe", però su paradigmi più attuali.
Le posizioni politiche della destra e della sinistra storicamente non esistono più.
La prima è stata sconfitta con la seconda guerra mondiale, la seconda è scomparsa con la caduta del muro di Berlino.
Chi si ostina a sostenere il contrario, in realtà, aiuta l'unico vincitore, il liberalismo atlantico globalizzatore e talassocratico.
Non fascisti contro comunisti, ma globalisti contro patrioti.
Non operai contro borghesi ed imprenditori , ma operai con borghesi ed imprenditori ormai proletarizzati contro l'élite atlantista.
Non omosessuali contro eterosessuali, ma omosessuali poveri contro omosessuali ricchi.
Questa è la nuova lotta di classe.
Da dove si parte?
Dobbiamo partire necessariamente dal nostro "dasein", dal concetto di stato nazionale, di patria, di famiglia, di religione e, aggiungo, anche di identità sessuale.
I globalizzatori vogliono invece creare stati sovranazionali più utili per i loro commerci e la loro economia iperfinanziaria.
Molto chiaro è, a tal proposito, il pensiero di Adam Smith quando asserisce che il mercante non ha una patria, perché la sua vera patria è là dove ottiene i più lauti guadagni.
Quindi per massimizzare il free trade non devono esistere frontiere, non devono esistere gli stati nazionali.
Non devono esistere neanche le religioni poiché è il mercato stesso che si è fatto Dio.
La verità è, invece, che le frontiere non limitano, ma delimitano e in esse trovano applicazione le relative Costituzioni, gli usi, i costumi e le tradizioni dei popoli.
Inoltre la nuova lotta di classe non può esimersi dal combattere l'immigrazione incontrollata, che altro non è che uno schiavismo 2.0.
E non può esimersi dal chiedere l'attuazione integrale della Carta Costituzionale, poiché se anche uno solo dei suoi principi viene tralasciato allora non ci può essere vera democrazia in Italia.
Una mattina ci siamo svegliati ...


Fonte:
https://scenarieconomici.it/una-mattina-mi-son-svegliato-di-raffaele-salomone-megna/
Mi era sfuggito. Lo cito integralmente perché è del tutto condivisibile.
Potrebbe, dovrebbe costituire un manifesto politico nel quale riconoscersi e darsi forza. O meglio creare una nuova forza. Politica, sociale, culturale soprattutto.
#668
Citazione di: anthonyi il 08 Gennaio 2019, 09:09:15 AM
Freedom ragiona con logica giuridica e lista delle voci che sono riportate su codici e contratti. I miei ragionamenti, invece, sono economici, quando io parlo di "reddito dei lavoratori" mi riferisco ad un aggregato macroeconomico, quando parlo di "costo del lavoro" mi riferisco al suo significato economico che si differenzia anche dal costo del lavoro che è scritto sui contratti
Sono sorpreso del voler negare il significato di "costo del lavoro" che è di uso comune. Non solo giuridico.
https://it.mimi.hu/economia/costo_del_lavoro.html
In qualsiasi sede si tratti l'argomento il costo del lavoro è quello che ho illustrato.

Se tuttavia vuoi spingerti nel territorio della riclassificazione di bilancio, territorio non di uso comune, ma usato, per esempio, dagli Istituti di Credito per valutare la solvibilità patrimoniale di un cliente e l' eventuale concessione di fido; in questo caso ci sono vari sistemi. Arbitrari e riservati. Il modo che hai portato nella discussione lo puoi trovare, forse, in qualche raro testo di economia.

Citazione di: anthonyi il 08 Gennaio 2019, 08:52:52 AM
il JA ha sicuramente rotto delle posizioni di principio che erano sostenute in maniera dogmatica, ma lo ha fatto senza che nessuno dei diritti preacquisiti dai lavoratori rispetto alla riforma venisse messo in discussione
A me pare che invece siano stati messi in discussione diritti fondamentali, decisivi per la dignità del lavoratore dipendente. A parte il fatto che l'aspetto più importante di tutti è culturale nonché simbolico (la reintegra del posto di lavoro ha una valenza di principio imprescindibile) c'è proprio una serie di dati tecnici che rendono impossibile sostenere "che nessuno dei diritti preacquisiti dai lavoratori rispetto alla riforma venisse messo in discussione".

In primo luogo la decadenza dell'art.18 rende licenziabile il lavoratore pagando un corrispettivo economico e basta. Ecco dunque che il lavoro umano non ha più una sua dignità ma, esclusivamente, un prezzo. E' quindi ridotto al rango di merce tout court. E', di fatto, l'abolizione del contratto a tempo indeterminato.
In secondo luogo è stata introdotta la possibilità di demansionare cioè di cambiare in peggio la qualifica della mansione del lavoratore.
In terzo luogo si può controllare a distanza l'attività svolta dal lavoratore.

Questo solo per citare alcune tra le cose più importanti ma ci sono anche altri aspetti non trascurabili che andrebbero sottolineati: mi limito a citare tutta la normativa riguardante la sicurezza che è notevolmente peggiorata. E la forte crescita di morti sul lavoro avvenuta negli ultimi anni lo dimostra ampiamente.
#669
Citazione di: Lou il 07 Gennaio 2019, 19:12:57 PM
se il reddito dei lavoratori "fa parte" del costo del lavoro, non è il solo elemento contabilizzato nel costo del lavoro.
Come ho ampiamente illustrato nei post precedenti:
Per essere più precisi le componenti del costo del lavoro sono:
1.stipendio lordo (o salario)
2.contributi obbligatori per le assicurazioni obbligatorie a carico del dipendente
3.imposte a carico del dipendente
4.contributi obbligatori per le assicurazioni obbligatorie a carico dell'impresa
5.imposte a carico dell'impresa

http://www.mysolutionpost.it/archivio/lavoro/2016/03/calcolo-costo-lavoro.aspx
https://it.wikipedia.org/wiki/Costo_del_lavoro
https://www.lavoro-economia.it/busta-paga/Costo-del-lavoro.aspx
#670
Ogniqualvolta ci troviamo di fronte a degli opposti (in questo caso amore/odio) mi sento di rispondere con parole che ho già usato in altri post:
Da un punto di vista accademico bene/male non esistono senza un punto di riferimento soggettivo. Come caldo/freddo e qualità/quantità (ma la comprensione di quest'ultima coppia non è intuitiva) e un pò tutto il resto.

Possiamo agevolmente dimostrare che il freddo è semplicemente un minore caldo e viceversa. E così bene/male. Il catechismo cattolico usa questo escamotage per "esorcizzare" il male. Definendolo un minor bene. Così le tenebre sarebbero una minor luce.

Immaginiamo una retta e un punto 0. Mettiamo alla sx del punto 0 i valori <0 e alla dx >0. Senza lo 0 ci sfugge il reale significato di questi valori.




Quindi potremmo dire che l'odio è un minor bene. E non avremmo torto.



Ma, per rispondere al quesito del Topic, a cosa tende la nostra natura? Bè, non per chiudere salomonicamente ma.......a tutte e due! La cui misura è data dall'intreccio fra il corredo genetico e le esperienze vissute.


Nessuno al mondo tende solo all'amore o solo all'odio.
#671
Citazione di: anthonyi il 07 Gennaio 2019, 15:40:20 PM
Ciao freedom, al di là delle diatribe sul JA, potresti spiegarmi il significato del tuo NO iniziale, io ti ho fatto la differenza tra REDDITO DEI LAVORATORI e COSTO DEL LAVORO, si tratta di cose differenti che assumono rilevanza la prima in sede Macro e la seconda in sede Micro. E' questa differenza che spiega quella che non è una contraddizione nelle argomentazioni dei tecnici delle grandi istituzioni finanziarie e della quale tu e paul11 parlavate.
Caspita Anthony, ti ho anche postato le esatte voci che compongono il costo del lavoro!
Mi sembra così evidente che il reddito dei lavoratori fa parte del costo del lavoro complessivo.
Comunque:
http://www.mysolutionpost.it/archivio/lavoro/2016/03/calcolo-costo-lavoro.aspx
https://it.wikipedia.org/wiki/Costo_del_lavoro
https://www.lavoro-economia.it/busta-paga/Costo-del-lavoro.aspx
Citazione di: anthonyi il 07 Gennaio 2019, 15:40:20 PM
Poi vorrei capire perché il JA non è pertinente quando sei stato tu ad accennare ad esso. O forse volevi dire che del JA si può solo parlare male, e allora è pertinente.
Un saluto.
Non è che non sia pertinente è che per un lavoratore dipendente rappresenta una ferita grande, lacerante, che una legge così contraria all'interesse dei lavoratori stessi sia stata ideata e varata dal partito erede della più grande tradizione di difesa dei più deboli. E' una amarezza così grande dicevo, che il citarla a favore del mondo del lavoro è una roba sinceramente inaccettabile.

Mi ricordo come se fosse oggi Alfano, te lo ricordi Alfano? che affermava in un'assemblea di partito, attribuendosene il pur parziale merito, che con il jobs act si era raggiunto il più grande risultato a favore dei datori di lavoro degli ultimi quarant'anni. E la cosa terribile è che aveva ragione!
#672
Il tempo è sempre stato un argomento appassionante. Tuttavia non solo è di difficilissima definizione e comprensione (nessuno dei massimi pensatori di tutti i tempi c'è mai riuscito) ma, unendomi all'osservazione di sgiombo, mi chiedo quale sia l'utilità di porsi certi quesiti.

Ai quali, forte della mia prospettiva rozza e grezza ;D , rispondo: tutte queste domanda sulla realtà di ciò che appare vengono dissolti o risolti da un semplice pizzicotto sulla pelle. Modo di dire che ha una sua grandissima dignità e profondità.
#673
Citazione di: anthonyi il 07 Gennaio 2019, 07:39:07 AM
Ciao Freedom, il reddito dei lavoratori (Cioè la somma dei redditi delle famiglie lavoratrici) è una cosa, il costo del lavoro sostenuto dall'impresa è un'altra.
No. Il costo del lavoro è complessivo ed è composto da entrambe le voci.
Per essere più precisi le componenti del costo del lavoro sono:
1.stipendio lordo (o salario)
2.contributi obbligatori per le assicurazioni obbligatorie a carico del dipendente
3.imposte a carico del dipendente
4.contributi obbligatori per le assicurazioni obbligatorie a carico dell'impresa
5.imposte a carico dell'impresa
Citazione di: anthonyi il 07 Gennaio 2019, 07:39:07 AM
D'altronde è quello che è successo con il Jobs act che ha fatto aumentare l'occupazione, quindi i redditi dei lavoratori ed anche le entrate per lo stato perché si tratta di redditi tassati.
Un saluto.
Sull'aumento occupazionale prodotto dal jobs act ci sarebbe parecchio da discutere ma è più appropriato, nel caso interessi, fare un thread a parte. Mi sembra tuttavia del tutto fuori luogo anche solo citare il jobs act, che rappresenta, incontrovertibilmente, il passo indietro più significativo degli ultimi quarant'anni avvenuto a danno dei lavoratori. Non solo per l'abolizione dell'art.18 ma anche per il demansionamento ed il controllo a distanza sancito da questa legge.
#674
Citazione di: paul11 il 05 Gennaio 2019, 15:50:17 PM

Sono loro che hanno voluto il job act e questo abbatte i costi di lavoro,Voluto per competizione globale sulla manodopera cinese e degli altri stati emergenti.
In micoeconomia, accade che l'imprenditore si avvale degli strumenti normativi consegnatogli dal job act.

Questa è una delle contraddizioni
Sì è verissimo: con la mano destra chiedono aumenti salariali e con la sinistra comprimono il costo del lavoro con il jobs act.

Con la tua abituale benevolenza e saggio distacco chiami ciò contraddizione ma io non riesco ad evitare la parola schizofrenia che mi pare, ahimè, più appropriata.

E sono abbastanza convinto che questo aspetto ce la dica lunga sulle attuali difficoltà incontrate dalla classe dominante per governare questo periodo storico. Perché, come è intuitivo comprendere, l'élite al potere non è né cattiva né stronza. Se fosse per lei farebbe contenti tutti pur di mantenere la propria posizione di privilegio. E con l'esponenziale crescita del debito pubblico mondiale né ha dato incontrovertibile prova. Non ci sono problemi a fare qualunque cosa, violentare le leggi dell'economia, mantenere tassi artatamente bassi sino ad inventarseli negativi (che è come dire che ti offro un caffè e tu mi dai, come ringraziamento, uno schiaffo in faccia ;D), etc.


Il problema è che le frecce in faretra cominciano ad esaurirsi e stiamo entrando nella fase mors tua vita mea. Finchè si può elargire qualche vantaggio a tutti ok ma se diventa necessario cominciare a fare selezione.....bè va da sè che devono essere i dominati a pagare il conto. Sino ad oggi l'effetto è ottenuto con sapiente lavaggio del cervello ma quando si comincia a tirare la cinghia sino a che non ci sono più buchi, quando si fa fatica ad ottenere di farsi visitare dai medici nonostante la gravità della patologia, quando non riesci più a mandare i figli a scuola nonostante abbiano qualche talento per l'apprendimento.....bè....diventa difficile propinare il messaggio pubblicitario.


Non vorrei che i gilet gialli si diffondessero fuori dai confini francesi......
#675
Tematiche Culturali e Sociali / Re:L'istinto paterno.
05 Gennaio 2019, 19:02:46 PM
Credo vada distinto l'istinto paterno/materno da quello riproduttivo.

L'istinto riproduttivo maschile risponde al criterio di fecondare più femmine possibili non curandosi delle conseguenze che, potenzialmente, rimangono interamente a carico della fecondata. L'istinto riproduttivo femminile risponde al criterio di selezionare il momento temporale, la situazione, il partner, etc. poiché le conseguenze sono potenzialmente interamente a proprio carico.

L'istinto paterno, ancorché meno potente di quello materno, o forse solo di diversa natura, è tuttavia molto forte e indubbiamente presente nella specie umana.

Chi è padre ne ha riscontri numerosi e intensi nel corso dell'avventura della paternità. Si comincia quando la madre rimane incinta e tu ti scopri a fare qualsiasi cosa per proteggere lei e quello che ha in grembo. Certo, prima devi superare lo shock che solitamente ti fa tremare le gambe e sdraiarti sul letto in attesa di riprenderti....... ;D  8)  Si continua in sala parto quando salta fuori quel "cosino" (ho avuto due maschi e non ho dunque avuto il dono di almeno una femmina nonostante l'abbia fortissimamente desiderata) e tu l'accompagni a fare il bagnetto in uno stato che nemmeno l'acido lisergico può procurarti.

Poi ti scopri a fare cose inimmaginabili e sopportare robe che non avresti mai creduto possibile sopportare......... ;) E capisci che per salvaguardare la tua prole non esiteresti a scambiare la tua vita per essi. E persino quando sopraggiunge l'adolescenza e i maschi rivelano la loro insopportabile.....non saprei come definirla....diciamo demenza/aggressività adolescenziale tu capisci che stai servendo la loro vita e null'altro. E quando fai due conti e comprendi di aver sacrificato tutto (o quasi tutto a seconda dei casi) te ne fai una ragione e concludi che l'unica cosa che conta è la loro vita. Perché è bello così, è giusto così.


E anche se ritieni che tutta 'sta poesia qua, che tutto 'sto amore qua, non è che il prodotto genetico della razza umana che ha come scopo principale la sua sopravvivenza, bè....ti va bene lo stesso.


E' l'istinto paterno.