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Messaggi - Ipazia

#6601
Attualità / Re:Crocefisso il classe?
13 Ottobre 2019, 09:50:37 AM
Citazione di: anthonyi il 12 Ottobre 2019, 07:47:48 AM
....Anche tu che affermi di non essere cristiano hai sicuramente ricevuto un'educazione, ti hanno insegnato dei valori. Beh, vai tranquillo che quei valori sono nella nostra società per effetto di quella croce, anche se tanti non se ne rendono conto. Poi tu hai fatto la tua libera scelta di non essere cristiano dopo aver conosciuto il cristianesimo, non si capisce perché vuoi impedire ad altri di avere la stessa opportunità, cioè di essere educati secondo i principi e le tradizioni della nostra società e poi, liberamente scegliere se accettare o meno questi principi e queste tradizioni.

Altro argomento contraddittorio: l'educazione cristiana ! Me ne sono liberata appena raggiunta l'età della ragione. Di quella del corpo prima che della mente, sotto la salvifica pressione degli ormoni amorosi adolescenziali. Ogni amplesso more uxorio era una picconata alla claustrofobica educazione cristiana che avvelenò la mia infanzia con la colpa del peccato e la mistica del sacrificio, di cui il Crocefisso è metafisica incarnata. Per dirla come uno che illuminò a tal riguardo: Dioniso contro il Crocefisso. Un motivo in più, fisico e metafisico, per non appenderlo al muro.
#6602
Attualità / Re:Crocefisso il classe?
12 Ottobre 2019, 22:16:49 PM
A sfatare quel simbolo basta la critica di F.Nietzsche. Ricacciando l'accusa di nichilismo con le sue stesse parole: cosa c'è di più nichilistico del ridurre a peccato tutto ciò che è piacevole nel vivere. E a santità tutto ciò che è sofferenza. Il crocefisso, appunto.
#6603
Attualità / Re:Crocefisso il classe?
11 Ottobre 2019, 22:17:01 PM
Citazione di: davintro il 11 Ottobre 2019, 20:57:36 PM
Se il fine della scuola laica è quello di formare il senso critico tramite libero confronto di posizioni diverse, allora sono proprio i simboli ambigui, come il crocifisso, che provocano reazioni diverse sia in senso negativo che positivo  quelle che stimolano il dibattito e dunque contribuiscono a formare razionalmente le coscienze. Questa discussione è la conferma di ciò: stiamo dibattendo a partire dalla presenza del crocifisso, e questa presenza è stata l'occasione delle nostre riflessioni che tengono viva la mente. E se proiettiamo la stessa dinamica di un forum su una classe scolastica, allora sarebbe bellissimo vedere due studenti che interpretano in modi opposti il crocifisso, uno che, come me, lo vede come simbolo di una laicità antelitteram che difendeva l'idea di uno spirito sovratemporale, ucciso dalla teocrazia pagana del Cesare/Dio, e chi lo vede come espressione di un potere ecclesiastico persecutorio che pretende di parlare a nome dell'uomo raffigurato nel crocifisso. Un simbolo in meno è sempre un'occasione di confronto e riflessioni come queste.

Purtroppo non è solo una questione di simboli, più o meno travisati, ma anche di sostanza, lungo un pericoloso piano inclinato che poi si è avverato. La sostanza totalitaria del cristianesimo è ereditata direttamente dalla sua costola ebraica e consiste nel principio, sconosciuto alla cultura greca, ellenistica e persino imperiale romana, del Libro Unico, emanazione di un Dio Unico, che occupa tutto lo spazio dell'umano e del divino, lasciando fuori solo le forze del Male. Questo spirito totalizzante e totalitario è contenuto fin nella figura e nel magistero del fondatore del cristianesimo, Paolo di Tarso e si è manifestato con particolare virulenza non appena i cristiani hanno preso il potere. Personaggi come Cirillo di Alessandria sono paradigmatici di questa tendenza su cui si è costituita la storia del cristianesimo, di cui le guerre di religione sono state l'epifenomeno inevitabile.

L'errore sta nel Libro Unico e nel suo fatale quanto antico motto fondamentalista: extra Ecclesiam nulla salus. E' questa storia a rendere molto più inquietante la croce (e l'altrettanto totalitaria mezzaluna di un antitetico Libro Unico) rispetto, ad esempio, ad una statuetta di Buddha.
#6604
Attualità / Re:Crocefisso il classe?
11 Ottobre 2019, 20:18:34 PM
Citazione di: davintro il 11 Ottobre 2019, 16:35:21 PM
 Non è forse l'arte cristiana sempre manifestazione dei valori di un dominio culturale e politico, così come i sistemi patristici e scolastici espressione di un'egemonia accademica dell'epoca?

Certo, dell'epoca.

Citazione
La soglia di sicurezza che dovrebbe bloccare il passaggio dalla rimozione dei crocifissi a quella di Giotto e S.Agostino dai programmi scolastici, fondata sull'idea che il crocifisso non abbia alcun valore culturale al di là della fede personale, a differenza di un affresco o di un'opera filosofica/teologica, poggia sulla pretesa di possedere criteri stabili e oggettivi di definizione di "bene culturale", pretesa che anche solo il fatto che a proposito del crocifisso ci siano dibattito e divergenze, mostra la sua labilità e arbitrarietà

La soglia di sicurezza ce la danno l'arte e la storia. Così come il Partenone e la statuaria greca dei numi olimpici. Essi non sono simboli di potere, ma reperti storici artistici e culturali. Compresi Giotto e la teologia cristiana. Diversamente, nel crocefisso imposto nei luoghi pubblici non c'è nè arte nè cultura, ma soltanto simbolo. Simbolo di un potere di parte.
#6605
Attualità / Re:Crocefisso il classe?
11 Ottobre 2019, 09:19:06 AM
Citazione di: baylham il 10 Ottobre 2019, 18:23:38 PM
Il contrasto sull'obbligo del crocefisso in classe non è affatto irrilevante perché il simbolo è ininfluente.
Il conflitto sul simbolo è a sua volta il simbolo del conflitto religioso, sociale, politico, ideologico che è in atto, quotidianamente, in Italia, in Occidente come nelle altre civiltà umane. Dopo  o prima del crocefisso viene l'ora di religione, la selezione degli insegnanti di religione, l'8 per mille, il suicidio assistito, l'eutanasia, l'aborto, i servizi sociali, la sessualità ...
Si tratta della concorrenza, competizione, selezione ideale, culturale che informa la società, qualunque società.

Le formule "libera Chiesa in libero Stato" o "date a Cesare quel che è di Cesare, a Dio quel che è di Dio" sono espressioni di un compromesso provvisorio, socialmente riconosciuto, ma strutturalmente instabile perché non c'è separazione tra ciò che è religioso e ciò che non lo è.

Concordo pienamente con questa impostazione della questione, anche dopo aver letto la diluizione che tenta di farne Phil.

Purtroppo non siamo di fronte ad una divinità di sostanza archeologica, tipo Zeus, ma ad una potenza mondana che esercita ancora pienamente il suo Wille, proteso a recuperare le posizioni di potere perdute negli ultimi secoli, anche se gli artigli (o uncini) si mimetizzano subdoli sotto la narrazione ammorosa della crocefissione. Idem dicasi, ma con molta meno ipocrisia, per le bandiere nere dell'Islam.

Le vicende divorzio, ivg, eutanasia, mantenimento coatto del clero, ci ricordano ogni giorno il peso materiale di quel simbolo, che possiamo relativizzare a volontà di fronte ad altri poteri e relativi valori che si giocano la piazza, ma che sarebbe un errore madornale sottovalutare.

Altrettanto non accetto che si rigetti la palla della laicità - travisandone il significato - nel campo laico. La demarcazione laica è trasparente: pubblico e privato. La scuola pubblica è un luogo pubblico. Il punto focale del potere, sopra la cattedra, lasciamolo libero. Ma non vuoto. La tecnologia aiuta: proiettiamo, rendendo più avvincenti le lezioni, le diapositive della realtà storica e naturale. Inclusa la croce. Ma finita la lezione si spegne e si libera lo spazio mentale del sapere da superimposizioni di ogni tipo.
#6606
Tematiche Filosofiche / Re:Del suicidio
10 Ottobre 2019, 10:48:39 AM
Psicologicamente regge. Metafisicamente pure, ma con una importante limitazione: il palco da cui assisto allo spettacolo sono io. E pure l'attore con cui mi identifico giorno e notte. Chiunque sia il regista, è un dettaglio non trascurabile. Superabile solo narrativamente. Fino al giorno della mia morte in cui cadrà l'ultimo velo di questa narrazione.
#6607
Percorsi ed Esperienze / Re:La Grotta
10 Ottobre 2019, 10:39:02 AM
Anche i cinesi. Non vedo la differenza. E certo non ci saranno rischi di stagnazione: hanno rivoltato i rapporti economici in un quarto di secolo. Se ne faranno una ragione tibetani, yuguri e Hong Kong. E pure il resto del mondo. Senza guerre - dopo il Tibet - per mantenere la supremazia, a differenza dell'impero guerrafondaio NATO (sospeso tra Isis e chi si fida di lui: inaffidabile in ogni caso). E non è poco.
#6608
Tematiche Culturali e Sociali / Re:La Grande Frattura
09 Ottobre 2019, 21:15:18 PM
Citazione di: Jacopus il 09 Ottobre 2019, 19:35:49 PM
Riflessione, l'ennesima. Il mondo sembra aver perso la direzione. O meglio sembra aver perso una testa, che sia capace di mediare fra i "tanti" e condividere cosí una direzione accettata e razionale.
Parto da lontano. Dalla praxis. Dal buon agire politico. Qual'è la differenza fra l'agire etico dei moderni e quello degli antichi? Sostanzialmente é il dominio della technè, che rende molto più complesse le scelte etiche, poiché é aumentato il potere dell'uomo. Ora l'etica politica per essere razionale dovrebbe essere crono-etica (gli effetti della technè si sviluppano nel tempo), topo-etica (si sviluppano nello spazio), eco-etica (non riguardano solo i rapporti fra gli umani ma anche fra questi e il suo ambiente), tecno-etica ( riguardano anche le continue applicazioni tecniche che modificano il nostro stare al mondo, aborto, genetica, fine-vita, diritti degli animali, modifica di sesso, ecc.).

L'etica è una sola e le sussume tutte secondo buona prassi filosofica.

CitazioneIl mondo capitalistico si illude di governare questo incremento di complessità etica in due modi: 1. scaricando le tensioni dovute all'incapacità di gestire questo mutamento  nel cosiddetto terzo mondo; 2. Gestendo, nel primo mondo, questa differenza etica attraverso la stessa tecnica, ovvero con i famosi "tecnici", dotati degli strumenti cognitivi (Platone docet) per fare potenzialmente le scelte giuste ( efficaci proprio perché c'è un vasto territorio, il terzo mondo, che può essere usato come soluzione di ripiego, una sorta di valvola di sicurezza).
Qui, nel primo mondo, subentra però un altro mutamento più recente: la frattura sempre più evidente fra ricchi e poveri che é anche frattura fra chi ha degli strumenti culturali e chi non li ha. Le risorse economiche infatti sono detenute da chi ha risorse culturali.

Il mondo capitalistico se fa una pippa dell'etica umana. La sua unica etica è il profitto ed ha tutti gli strumenti politico-economici-militari per farla valere. Tocca agli altri, se ne sono capaci, demolire il meccanismo.

CitazioneAvviene così che una sempre più grande maggioranza non comprende, anche nel primo mondo, le scelte etiche tecniche, e anche ragionevolmente, visto che quelle scelte tecniche in realtà non aiutano la sua condizione materiale.

Il Wille zur Unmacht ha poche chance da sempre.

CitazioneSi materializzano cosí le premesse per l'emersione del populismo che capta questo malcontento del primo mondo e si avvita su sé stesso, poiché rifiuta quelle scelte tecniche, che potrebbero in qualche modo fronteggiare la maggiore complessità delle scelte etiche, dovute proprio all'estensione della technè nell'ambito di queste scelte.

Però, nel deserto omologante totale, è già un segno di vita. Che poi i Masaniello abbiano vita breve il socialismo scientifico l'aveva ben capito.

Citazione
Il progressivo arricchimento di una risicata minoranza, a sua volta, é un'ulteriore elemento critico.

Ma anche no. Il meccanismo sociale è tarato così, e finchè qualcuno non lo stara andrà avanti così.

Citazione
Il sistema nel suo complesso é disarmonico sostanzialmente per due motivi:
1) una divisione primo-terzo mondo, che è anacronistica in un mondo globalizzato per cui milioni di persone si spostano, le correnti d'aria calda pure e il co2 pure.

Certo, e il capitalismo l'ha perfettamente capito. Mica si finanziano flotte negriere e si finanziano partiti per hobby.

Citazione
2) un primo mondo dove sopravvivono istituzioni democratiche universalistiche, in un mondo che tende a tornare ad essere per alcuni aspetti, dominato da una sempre più piccola minoranza, che non vuole ovviamente rinuciare al suo potere, ma che viene messo in discussione dal fatto che il diritto di voto é ancora universalistico, così come il diritto d'opinione. In un mondo però, dove il pensiero critico, e capace di fronteggiare la complessità della neo-etica, si restringe, proprio a causa della frattura sempre più forte fra élite e "masse" (queste ultime con "coscienza consumistica" e non più proletaria).
Voi cosa ne pensate?

No problem. La livella capistalistica è in piena azione e le elite intellettuali sono ridotte a flatus vocis o utili idioti del padrone globale. Restano solo le elite economiche. Ma questa non è una novità.
#6609
Percorsi ed Esperienze / Re:La Grotta
09 Ottobre 2019, 20:47:37 PM
Citazione di: InVerno il 09 Ottobre 2019, 12:04:50 PM
Ipazia ormai il dado è tratto. Mesi fa, ho inviato una copia del film "Ritorno al bosco dei 100acri" a una mia amica di Bejing, su un server incognito. Lei l'ha guardato.. e ha pianto. Come si può privare un miliardo di cinesi di Winnie The Pooh, solo perchè il tuo leader ha il senso dell'ironia di un sasso?  Persino ad Hitler piacevano i cartoni della Disney..

I cinesi se ne faranno una ragione. Più grave mi pare fomentare guerre in tutto il mondo, alleandosi col peggiore pattume del pianeta, e lasciare i curdi al loro destino.
#6610
Tematiche Filosofiche / Re:Del suicidio
09 Ottobre 2019, 18:22:17 PM
Citazione di: bobmax il 09 Ottobre 2019, 14:56:25 PM
Il concetto dell'io non è originario, non fa parte del nostro esserci originario. Ma deriva dalla nostra interpretazione dell'esserci.

Ciò che è originario è l'altro.
L'altro appare, c'è, ed essendoci fa in modo che io ci sia.
Se l'altro non ci fosse, io non ci sarei.

L'io compare quindi come un riflesso di ciò che c'è

Perché c'è soltanto l'altro! Non solo fisicamente (pure il mio corpo è altro) ma anche i pensieri, i sentimenti, anche gli incubi...
Sempre e solo altro.

Metafisicamente può anche funzionare così. Logicamente un po' meno: potrebbe essere, cartesianamente, ciò che c'è un riflesso dell'io, della res cogitans. Non abbiamo una logica che a priori ci dica qual'è la logica vera, la Verità. Il mondo è una nostra rappresentazione mentale su basi sensoriali e la conferma ci viene da altre menti che condividono il nostro esserci e la nostra sensorialità. La quale ci riconferma continuamente nella nostra identità autocosciente ogni volta che a sentire il bruciore della fiamma sono io e non un "altro". Esperienza in-mediata, difficilmente esorcizzabile anche se sono convinto che ciò che si scotta è un "altro" che non ha nulla da spartire col mio io, inteso come id-entità autocosciente. Il quale, non esistendo, non dovrebbe sentire alcun bruciore.

Perchè la tua logica sia vera bisognerebbe che fosse davvero un altro a scottarsi. Solo allora potrei intendere il m-io corpo come "altro". Nè si va lontano affermando che per eliminare il dolore basta eliminare la sensibilità nervosa perchè i danni poi sono a carico del m-io corpo e non mi è di consolazione alcuna pensare che il rapporto tra la mente-io e il m-io corpo è illusoria.

Citazione
Poiché nel gioco della vita l'altro diviene, magari seguendo pure quella che appare essere la nostra volontà, ci convinciamo di essere un "io" capace di influire sull'altro.
Nel senso di poter determinare, seppur con delle limitazioni, il divenire dell'altro.

Alzo una mano, e sono convinto che avrei potuto non alzarla. Perché seppure l'altro diviene principalmente per i fatti suoi, un certo potere comunque ce l'ho, il potere dell'io!

Così l'io, che era solo un concetto derivato dall'esserci, diventa invece la "premessa" della nostra interpretazione della realtà!
L'io è così non solo oggettivo, ma pure incausato, senza nulla che lo fondi. In una parola... assoluto!
Mentre è solo un riflesso...

Un riflesso di cui la logica, nella sua analisi del mondo, può fare tranquillamente a meno...

L'io non è un concetto derivato dall'esserci, ma il dispositivo che permette all'esserci di rendersene conto e di provvedere ai suoi bisogni. Il combinato disposto dei due referenti concettuali permette di interpretare la realtà. La causazione è del tutto naturale come insegnanono la biologia e la psicologia dell'età evolutiva. Che in ciò ci sia pure della riflessione lo dice anche il nome del forum. Una riflessione di cui, forse, si può tranquillamente fare a meno. Ma anche no.
#6611
Tematiche Filosofiche / Re:Del suicidio
09 Ottobre 2019, 09:12:19 AM
Citazione di: bobmax il 09 Ottobre 2019, 08:54:32 AM

L'irrazionalità non sta nel processo ma nelle premesse. Perché la logica non ammette deroghe.


Quale logica ?  Quali premesse la garantiscono esatta ?

Citazione
Ed è irrazionale credere nell'esistenza dell'io.
Prova a cercarlo questo benedetto 'io', non lo troverai mai!

Io lo trovo tutte le mattine al risveglio e in forma più confusa pure di notte quando sogno; ma per quanto confuso, un io-narrante funziona anche nei sogni e ancor più negli incubi. Tant'è che mi risveglio e la logica mi dice tutto il contrario di:

CitazioneE se tieni ferma la tua logica potrai ben vedere come l'io sia logicamente impossibile!
#6612
Percorsi ed Esperienze / Re:La Grotta
08 Ottobre 2019, 22:08:56 PM
Mai così suscettibile come gli USA quando dici che non compri più gli F35 (infatti Conte si è ben guardato dal contrariare Pompeo). Se l'argomento è 90 gradi, anche l'Italia è ben servita. E di rivoluzione non se ne parla nemmeno dopo 70 anni di cattività.
#6613
Citazione di: green demetr il 08 Ottobre 2019, 20:41:05 PM
...(ma io devo ancora confrontarmi con Marx. il pensiero altrui sul maestro, mi lascia alquanto deluso, mentre già l'inizio del suo lavoro mi pare ben altri orizzonti che quello della mera lotta di classe).

Marx nasce hegeliano, viene dalla filosofia. Orizzonti ampi: prima della lotta di classe vi sono l'analisi sull'alienazione, la critica della religione, la trasvalutazione storicistica, la fenomenologia dei feticci capitalistici (merce, denaro, profitto, mercato). Tante cose ...
#6614
Tematiche Filosofiche / Re:Del suicidio
08 Ottobre 2019, 15:31:49 PM
Forse è il caso di distinguere un suicidio determinato da profonde e umanamente condivisibili ragioni fisiche o morali dal suicidio dovuto ad una in(a/e)ttitidine alla vita che spesso coinvolge altri nella propria distruttiva tanatofilia. Un suicidio che risarcisce da un suicidio che rapina.
#6615
Attualità / Re:Crocefisso il classe?
08 Ottobre 2019, 11:12:49 AM
La replica di Jacopus mi pare incontestabile. Anche oggi l'affermazione di Anthonyi è falsificata dal livello imponente di barbarie che l'educazione religiosa islamica produce fino alle forme estreme dell'integralismo genocida tali da riconfermare per l'ennesima volta l'aforisma di Steven Weinberg. Anche la religione cristiana ha imposto per secoli comportamenti coatti lesivi della libertà e dignità umana e si è "ammorbidita" solo in seguito alla vittoria di una concezione antitetica come l'umanesimo illuminista che ne ha delimitato l'esercizio del potere.

Quindi direi che la funzione educativa è meglio svolta da educatori laici che non impongono un modello etico fideistico. In tal senso potrebbe funzionare la storia delle religioni: ma chi garantisce l'equilibrio pedagogico di chi la insegna ?

Personalmente lascerei la religione fuori dall'ordinamento didattico, che di essa dovrebbe trattare solo nel corso normale di storia (certamente da aumentare come ore di lezione) con lo stesso atteggiamento neutrale e super partes che si dovrebbe avere nei confronti delle dottrine politico-economiche.