Se non vi è un punto di osservazione privilegiato nell'universo, allora le leggi generali della natura debbono potersi esprimere mediante equazioni che valgono per tutti i sistemi di riferimento nello spazio.
Da ciò non segue necesariamente l'univocità di tali equazioni.
Il moto di un pianeta attorno al sole può essere interpretato come la deviazione dal suo modo inerziale causata dalla forza di attrazione gravitazionale, o come un moto inerziale nel campo gravitazionale.
Il moto inerziale di un corpo lo definirei come il moto che esso segue in mancanza di cause che lo determinino.
Moti diversi da quello vanno quindi spiegati cercandone la causa.
Se definisco inerziale il moto di un corpo dentro un campo gravitazionale, non essendovi una causa che lo genera, allora esso non è soggetto ad alcuna forza.
In sostanza la definizione di moto inerziale equivale alla scelta dello spazio di riferimento.
Se scelgo lo spazio di Euclide il moto inerziale sarà quello rettilineo uniforme, moto in cui il corpo permane finché una forza, ad esempio gravitazionale, non lo devi.
Paradossalmente il corpo sembra obbligato al moto rettilineo uniforme senza che vi sia una causa.
Se ci si pensa bene però anche il moto di un pianeta attorno al sole sembra come essere obbligato, anche se in questo caso l'obbligo deriva dalla forza gravitazionale esercitata dal sole.
Se però noi definiamo inerziale questo moto, allora non vi sarà più alcuna forza a determinarlo.
Non è una magia, ma la conseguenza di essere passati da una descrizione possibile dai una ad essa alternativa, ma equivalente.
Se faccio prendere al campo di gravità il posto dello spazio euclideo, la forza di gravità sparisce, e l'orbita che un pianeta descrive attorno al sole diviene il moto che naturalmente segue, pur in mancanza di una causa che lo obblighi.
Riflessioni a margine della lettura, non ancora completata, di ''Einstein, dalla relatività alle onde gravitazionali'' di un autore che non conoscevo, e che direi di buona capacità divulgativa, Leonardo Gariboldi, edizioni Grandangolo, di cui non ci ho capito nulla, finché con non poca presunzione, ho cercato di riportarlo qui, e solo metre lo facevo , mi è parso di capire,
Non so se succede così anche a voi che, ciò che vi sembra veramente impossibile da capire, vi appare come chiaro nel momento che con sfacciata presunzione cercate di spiegarlo ad altri, come quando dalle nuvole spunta il sole.
Da ciò non segue necesariamente l'univocità di tali equazioni.
Il moto di un pianeta attorno al sole può essere interpretato come la deviazione dal suo modo inerziale causata dalla forza di attrazione gravitazionale, o come un moto inerziale nel campo gravitazionale.
Il moto inerziale di un corpo lo definirei come il moto che esso segue in mancanza di cause che lo determinino.
Moti diversi da quello vanno quindi spiegati cercandone la causa.
Se definisco inerziale il moto di un corpo dentro un campo gravitazionale, non essendovi una causa che lo genera, allora esso non è soggetto ad alcuna forza.
In sostanza la definizione di moto inerziale equivale alla scelta dello spazio di riferimento.
Se scelgo lo spazio di Euclide il moto inerziale sarà quello rettilineo uniforme, moto in cui il corpo permane finché una forza, ad esempio gravitazionale, non lo devi.
Paradossalmente il corpo sembra obbligato al moto rettilineo uniforme senza che vi sia una causa.
Se ci si pensa bene però anche il moto di un pianeta attorno al sole sembra come essere obbligato, anche se in questo caso l'obbligo deriva dalla forza gravitazionale esercitata dal sole.
Se però noi definiamo inerziale questo moto, allora non vi sarà più alcuna forza a determinarlo.
Non è una magia, ma la conseguenza di essere passati da una descrizione possibile dai una ad essa alternativa, ma equivalente.
Se faccio prendere al campo di gravità il posto dello spazio euclideo, la forza di gravità sparisce, e l'orbita che un pianeta descrive attorno al sole diviene il moto che naturalmente segue, pur in mancanza di una causa che lo obblighi.
Riflessioni a margine della lettura, non ancora completata, di ''Einstein, dalla relatività alle onde gravitazionali'' di un autore che non conoscevo, e che direi di buona capacità divulgativa, Leonardo Gariboldi, edizioni Grandangolo, di cui non ci ho capito nulla, finché con non poca presunzione, ho cercato di riportarlo qui, e solo metre lo facevo , mi è parso di capire,
Non so se succede così anche a voi che, ciò che vi sembra veramente impossibile da capire, vi appare come chiaro nel momento che con sfacciata presunzione cercate di spiegarlo ad altri, come quando dalle nuvole spunta il sole.



