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Messaggi - doxa

#676
Tematiche Culturali e Sociali / Re:Senescĕre
29 Aprile 2021, 21:48:49 PM




Lo scrittore brasiliano Mario De Andrade (1893 - 1945) nella sua poesia titolata "Ho contato i miei anni", dice fra l'altro: "Se conto i miei anni mi sento come quel bimbo cui regalano un sacchetto di caramelle: le prime le mangia felice e in fretta, ma quando si accorge che gliene rimangono poche comincia a gustarle lentamente.


Non ho più tempo per sopportare le persone assurde, gli invidiosi che cercano di screditare i più capaci per appropriarsi del loro talento e dei loro risultati.


Ho poco tempo per discutere di beni materiali o posizioni sociali.


Adesso voglio vivere non tra chi vanta i suoi lussi e le sue ricchezze, ma con gente che desidera vivere con onestà e rettitudine.


Solo l'essenziale è ciò che fa sì che la vita valga la pena di viverla.


Si, ho fretta di vivere con intensità che la maturità ci può dare.
Non intendo sprecare neanche una sola caramella di quelle che mi restano nel sacchetto".  ???



#677
Tematiche Culturali e Sociali / Re:Senescĕre
27 Aprile 2021, 15:35:09 PM
Buon pomeriggio Jean, uomo di penna e di pensiero, propongo alla tua, alla vostra lettura, un piacevole articolo della professoressa Alessandra Graziottin, direttore del Centro di ginecologia e sessuologia medica al San Raffaele Resnati di Milano.



Il titolo dell'articolo è "Dirsi addio con un sospiro" e riguarda l'ultima tappa della vita di un cavallo campione di corse.


«Preparalo, come per un concorso». O'Dooley, vecchio e malato, era fuori, nel prato. Aveva la sua coperta, la sua capannetta, ma era infinitamente triste. Ancora di più perché pioveva, quella pioggia malinconica, sottile e uggiosa, che sembrava Irlanda. Ma non era la sua Irlanda, dove era nato e cresciuto, con un'ottima scuola. Perfetto in dressage. Nel prato c'era tanto pantano e faceva freddo. Più di tutto gli mettevano tristezza quelle gambe che non si muovevano quasi più. Ogni passo, una fatica tremenda. E ancora più tristezza gli metteva non lavorare nella scuola e restare solo. Non aveva più il gusto di una volta, a stare nel prato. Una volta gli piaceva, era bello dopo il lavoro. Ora non più. Sì, c'erano altri cavalli negli altri recinti, ma nessuno con cui potersi strofinare e coccolare. Gli occhi erano tristi, quasi assenti. Si rianimavano, e mi sorrideva, quando andavo a trovarlo, ogni giorno in cui andavo al maneggio, e gli portavo zuccherini, mele e carote. Aveva un cuore grande, O'Dooley. Coraggioso, allegro, attento, affettuoso. Con una pazienza misteriosa che era fatta di intuizione, di incoraggiamento e di ascolto: un vero professore, come si dice dei cavalli che hanno cuore e cervello, e un grande passato. Finiti i concorsi, era diventato un cavallo della scuola. Ci siamo piaciuti subito, tanti anni fa, per quei feeling misteriosi che scattano in un secondo, anche con gli animali, e non basta una vita a spiegarsi perché. Intuiva quello che volevo fare, e anche se lo chiedevo in modo impreciso, mi aiutava a farlo sempre meglio. Sapeva rendermi felice dei piccoli progressi, dei dettagli. Da giovane era stato un grande cavallo. Ora gli piaceva insegnare. «Coraggio – mi diceva – riprova!». Mi consolava e mi ridava fiducia. «Dai, riprova...».


«Preparalo, come per un concorso», dice l'istruttore. Parte lesta la ragazza, va a prendere O'Dooley nel prato, in quel giorno torvo e grigio. Lo lava con dolcezza, lo asciuga, lo striglia bene. Il bel muso baio si riaccende di luce. Lo mette in un box luminoso col truciolo tenero e il fieno profumato e fresco. O'Dooley si guarda intorno, soddisfatto. Gli piacciono tanto quelle cure, quanti bei ricordi... C'è un bel tepore e la luce e gli altri cavalli e i suoni familiari. Il profumo del fieno è ancora più buono. Il cuore è contento, ma le gambe non rispondono più. Con fatica si stende. «Guarda che O'Dooley non è più nel prato, è nel box in fondo», mi dice la ragazza quando la incontro perché lo sto cercando. Mi illudo per un attimo, quando lo vedo. Così pulito, col pelo brillante e lucido, è ringiovanito. E' ancora così bello, penso. Non può essere il suo ultimo giorno. Il bel muso intelligente mi guarda intenso. E' sdraiato, ora. Non riesce ad alzarsi. Ha capito. Mi accuccio e gli porgo gli zuccherini, le mele, le carote, il fieno. Intanto lo accarezzo piano piano. E' lui che mi sorprende, ancora una volta. Pian piano, con gentilezza per non farmi male, lui che è così grande, appoggia la testa sulle mie ginocchia. «Fammi ancora una carezza», sembra mi dica. Lo sguardo è intenso. Risento una dolcezza acquietata e antica. Lascio andare il tempo. Il suo respiro diventa lento e profondo, quasi un sospiro. Si abbandona, con la stessa fiducia, fatta di amore e nostalgia, che ho sentito in mia madre quando mi è morta tra le braccia.



Mi scorre tra le mani la stessa commozione, mentre sento la tristezza irreparabile di un altro addio. Ha capito. Non sarà un concorso. E' arrivato il momento di portarlo in clinica. Si alza con fatica, lentamente va verso il trailer. Vanno e vengono i cavalli, in una scuderia dove si fanno tanti concorsi. Chi non è in gara, se ne sta tranquillo nel suo box. Quel giorno esce solo lui. Prima di salire, guarda un'ultima volta la scuderia. E lancia un nitrito, basso e lungo. La voce di O'Dooley, sempre così calma, dice qualcosa di particolare, di speciale. Tutti i cavalli alzano la testa attenti. E nitriscono. Un brivido ci prende. Non succede mai. Tutti gli hanno detto addio, in quel giorno grigio e senza più tempo.


Addio O'Dooley. Un ultimo zuccherino e una sedazione serena, senza più dolore. Penso che tutti dovremmo morire così, accompagnati, con una carezza dolce e un sospiro. Non soli e disperati nelle rianimazioni. Forse dovremmo avere le stanze affettuose degli addii, anche negli ospedali. Come a casa, per chiudere gli occhi abbracciati a chi ci ama. Se Dio esiste, e avrà misericordia, forse mi farà ritrovare anche i dolci cavalli che ho amato, per correre e ridere felici, nelle immense praterie dell'infinito.





#678
Tematiche Culturali e Sociali / Re:Senescĕre
27 Aprile 2021, 10:32:43 AM
Buongiorno Alex, permettimi di consolare il tuo pessimismo ...

Anche se nella tarda età di solito nell'uomo non c'è corrispondenza tra pensiero e azione e si rimane  al "vorrei ma non posso", il desiderio sessuale e il piacere estetico che si riceve nel guardare l'immagine corporea giovanile sono presenti anche a 80 anni ed oltre.

La sobrietà ? Va bene ! Ma questa non impedisce di amare. Nella tarda età una nuova relazione amorosa è meno idealizzata, più realistica, ma sempre bella !


E' un'esperienza rinvigorente, un elisir di benessere che allontana la percezione della vecchiaia intesa come decadimento, perdita e fine.

Sentirsi coinvolti/e, soddisfatti della relazione amorosa, è un dono che si riesce ad assaporare meglio. 


Mentre  sto scrivendo penso al film del 2019 "I migliori anni della nostra vita", diretto dal regista Claude Lelouch, con Jean Louis Trintignant,  Anouk Aimée e la partecipazione di Monica Bellucci


Lo straordinario film è un immaginario seguito dei due protagonisti del film del 1966 "Un uomo, una donna", con Jean-Louis (nel ruolo di pilota automobilistico) ed Anouk Aimée (nel ruolo di giovane segretaria di edizione, rimasta vedova).


Cinquant'anni dopo l'ex pilota di corse automobilistiche vive in una casa di cura con gravi problemi di memoria, con momenti di lucidità, mentre Anne gestisce un negozio ed è mamma e nonna a tempo pieno .


Per aiutare moralmente il padre, il figlio di Jean-Louis  cerca Anne (la donna che l'anziano uomo, scorbutico e solitario,  ha amato e perduta, senza una ragione particolare, ma della quale parla spesso con rimpianto)  e la convince ad andare a trovare il suo vecchio amore Jean, sperando che l'incontro lo aiuti a migliorare Il suo stato di salute.


Anne va da Jean, i due s'incontrano, lui sembra non riconoscerla, ma resta colpito dalla voce, dallo sguardo, dalla dolcezza della donna.


Dopo  quell'incontro , Anne  torna a trovare Jean, che in qualche frangente  riesce a riconoscerla, e così i due ripercorrono la loro storia  fatta di ricordi, vicini come allora, complici di quel sentimento che sfida il tabu sociale di due anziani che sanno guardarsi e parlarsi d'amore.


Nel film "Les plus belles années d'une vie" l'attrice Monica Bellucci interpreta la figlia di Jean-Louis, che aiuta il padre a ricordargli la vita perché lui ha perso la memoria o fa finta di non averla.


Nel film le immagini del passato e del presente si combinano, in un vivace avanti e indietro con la pellicola del 1966 di cui  si vedono volti e luoghi in epoche diverse: la stanza d'hotel del primo incontro, la spiaggia su cui hanno passeggiato, la corsa in macchina. Possiamo seguire i segni che il tempo ha lasciato sui protagonisti, interrogarsi su cosa sia loro accaduto nel frattempo.


E' un film sentimentale, romantico, nostalgico. Quando Anouk e Jean Louis si guardano non c'è solo l'emozione ma la passione e la voglia di piacersi.


C'è un grande tabu sociale su questo. Ci si invecchia e per la società non esisti più dal punto di vista dell'amore, invece i sentimenti ci sono sempre.


L'amore è l'arte del presente.


L'amore contro la morte, nella consapevolezza che il primo soccombe. Prima, però, è ancora in grado di farci sentire la sua forza.


p.s. ho inserito due belle immagini riguardanti gli attori citati ma il frustrante "meccanismo" le rifiuta.  ;D
#679
Tematiche Culturali e Sociali / Senescĕre
27 Aprile 2021, 07:30:16 AM
Ipazia ha scritto


CitazioneIn vecchiaia sono più "rompiballe" quelli che lo erano anche da giovani


Ecco un esempio di par condicio.  :D

Buongiorno Ipazia. A volte mi allieti la giornata con perle di saggezza a me sconosciute


"L'ultimo desiderio
corteggia la morte
l'unica amante
ancora sconosciuta".


Questi versi poetici sono tuoi ? In tal caso brava !


A proposito della morte, il genetista Edoardo Boncinelli nel suo libro dedicato alla genetica afferma che nel genoma c'è il nostro "grande libro".


Secondo Boncinelli la nostra vita finisce a causa del disinteresse che la natura ha per gli individui dopo che si sono riprodotti. Alla selezione naturale non serviamo dopo che ci siamo riprodotti. Si prova disagio ad accettare questa realtà, perché la logica della natura non corrisponde alla vita affettiva o professionale che ci motiva a vivere in salute e longevi. 


"Non è la morte a dover far paura ma è l'invecchiamento e tutto ciò che l'invecchiamento porta con sé: fragilità, impotenza, ridotta mobilità, dolori articolari, perdita dei denti, calo della vista e dell'udito, corruzione fisica del corpo. Bisogna arrendersi, accettare il declino del corpo.
La morte dura un attimo, invece la vecchiaia può prolungarsi per anni, umilia il corpo ed in parte anche lo spirito.
Invecchiando s'impara che quelle che contano non sono le cose  ma è il diverso modo in cui si guarda alle cose".
#680
Tematiche Culturali e Sociali / Senescĕre
26 Aprile 2021, 21:35:17 PM
Complimenti Jean, mi piace la tua poesia.


Gli anziani sono parte fondamentale della società:  consumano, decidono se un prodotto funziona oppure no,  votano e influenzano la politica in maniera decisiva.

Il giornalista Giampaolo Pansa te lo ricordi ?

Poco tempo prima di morire pubblicò il libro titolato "Vecchi, folli e ribelli. Il piacere della vita nella terza età": parla degli anziani raccontando alcune storie.

Gli fu chiesto se non fosse stato meglio scrivere un libro sui giovani. Pansa rispose: "Macché, i giovani si arrangino... Dei giovani non me ne frega niente. Quello che va detto è che gli anziani non hanno più il ruolo di una volta nelle famiglie e allora cercano di ritagliarsi altri spazi. Perché no? Anche perseguendo il piacere o un amore in tarda età. E queste situazioni nessuno le racconta. Con esistenze così lunghe e con una vitalità che dura negli anni, è necessario prendere atto che non è possibile considerare gli anziani come soprammobili".

Ed aggiunse: "Vecchiaia, eufemisticamente detta "terza età" o "quarta età". Affresco desolante di vecchi ossessionati dalla prostata, circuiti dalle badanti, snobbati dai figli, incupiti dall'impoverimento, terrorizzati dalla criminalità, confinati in squallidi bilocali di periferia, che lanciano strali contro gli immigrati, i politici ladri, le banche assassine.
La vecchiaia riflette soprattutto lo sfacelo fisico.
Nella "terza età" il piacere è diluito nelle piccole cose quotidiane, come il poter invecchiare insieme alla propria compagna, nelle stanze dove hai vissuto le stagioni più felici, tra i tuoi ricordi, i libri che hai raccolto, i mobili che hai acquistato, i quadri che ti hanno accompagnato".

Jean il tuo "compimento" di scrittore è attività benemerita.  penso che sei d'accordo  con quanto disse Giampaolo Pansa: "Scrivere mi conferma di essere vivo e mi dà l'illusione di non morire".


p. s. Nell'età della vecchiaia sono più "rompiballe" gli uomini o le donne ?

Stamane al supermercato ho avuto una discussione con una "leggiadra anziana" che voleva passare avanti nella fila alla cassa  :D
#681
Tematiche Culturali e Sociali / Senescĕre
26 Aprile 2021, 19:08:06 PM
Buonasera Bob, è interessante il tuo post.


Hai scritto
CitazionePerché proprio quella vita ormai agli sgoccioli allenta finalmente la presa su di te.
Ti stai liberando della vita! Di tutte quelle pulsioni, quei desideri, piaceri, che ti hanno condizionato.


Io penso che la quotidianità impedisca alla vita di "mollare la presa", perché ogni giorno ci sono cose da fare e l'individuo agisce senza pensare alla possibile morte.  Per esempio continua ad acquistare merce a rate, con  finanziamento della durata di due o più anni. Non pensa che la tarda età può impedirgli, causa morte, di  onorare il prestito. Va beh ci sono gli eredi che subentrano nei pagamenti se restano inevasi.


La senescenza è connessa con la fragilità del fisico, con la malinconia, con il pensiero della caducità umana. Con la vecchiaia giungono i dolori articolari, in particolare le rotule. Le cose che sei abituato a fare  in giardino costano fatica. Ti vedi invecchiare, come se il corpo andasse per conto suo e non puoi fermarlo.


Bob mentre ti scrivo mi sovviene alla mente il Libro del Siracide, di genere sapienziale, in particolare il terzo capitolo:


1Figli, ascoltate me, vostro padre,
e agite in modo da essere salvati.
2Il Signore infatti ha glorificato il padre al di sopra dei figli
e ha stabilito il diritto della madre sulla prole.
3Chi onora il padre espia i peccati,
4chi onora sua madre è come chi accumula tesori.
5Chi onora il padre avrà gioia dai propri figli
e sarà esaudito nel giorno della sua preghiera.
6Chi glorifica il padre vivrà a lungo,
chi obbedisce al Signore darà consolazione alla madre.
7Chi teme il Signore, onora il padre
e serve come padroni i suoi genitori.
8Con le azioni e con le parole onora tuo padre,
perché scenda su di te la sua benedizione,
9poiché la benedizione del padre consolida le case dei figli,
la maledizione della madre ne scalza le fondamenta.
10Non vantarti del disonore di tuo padre,
perché il disonore del padre non è gloria per te;
11la gloria di un uomo dipende dall'onore di suo padre,
vergogna per i figli è una madre nel disonore.
12Figlio, soccorri tuo padre nella vecchiaia,
non contristarlo durante la sua vita.
13Sii indulgente, anche se perde il senno,
e non disprezzarlo, mentre tu sei nel pieno vigore.
14L'opera buona verso il padre non sarà dimenticata,
otterrà il perdono dei peccati, rinnoverà la tua casa.
15Nel giorno della tua tribolazione Dio si ricorderà di te,
come brina al calore si scioglieranno i tuoi peccati.
16Chi abbandona il padre è come un bestemmiatore,
chi insulta sua madre è maledetto dal Signore.
17Figlio, compi le tue opere con mitezza,
e sarai amato più di un uomo generoso.
18Quanto più sei grande, tanto più fatti umile,
e troverai grazia davanti al Signore.
19Molti sono gli uomini orgogliosi e superbi,
ma ai miti Dio rivela i suoi segreti.
20Perché grande è la potenza del Signore,
e dagli umili egli è glorificato.
21Non cercare cose troppo difficili per te
e non scrutare cose troppo grandi per te.
22Le cose che ti sono comandate, queste considera:
non hai bisogno di quelle nascoste.
23Non affaticarti in opere superflue,
ti è stato mostrato infatti più di quanto possa comprendere la mente umana.
24La presunzione ha fatto smarrire molti
e le cattive illusioni hanno fuorviato i loro pensieri.
25Se non hai le pupille, tu manchi di luce;
se ti manca la scienza, non dare consigli.
26Un cuore ostinato alla fine cadrà nel male,
chi ama il pericolo in esso si perderà.
27Un cuore ostinato sarà oppresso da affanni,
il peccatore aggiungerà peccato a peccato.
28Per la misera condizione del superbo non c'è rimedio,
perché in lui è radicata la pianta del male.
29Il cuore sapiente medita le parabole,
un orecchio attento è quanto desidera il saggio.
30L'acqua spegne il fuoco che divampa,
l'elemosina espia i peccati.
31Chi ricambia il bene provvede all'avvenire,
al tempo della caduta troverà sostegno.
#682
Tematiche Culturali e Sociali / Re:Senescĕre
24 Aprile 2021, 21:19:55 PM
Causa tempo scaduto nel post precedente, posto qui quel che è rimasto "inevaso".


Un noto imprenditore bresciano, Bruno Dall'Olio, poeta nel tempo libero, scrisse questo testo titolato "Voli di fantasie":


"Resiste la mia vita, sta lì ad ali chiuse  -come un gabbiano sazio-  a farsi cullare dalle acque agitate degli anni.

Specchiandomi resto deluso da come mi vedo  -e non me ne importa-  perché l'Io che ho dentro è un'altra cosa.

Ogni ragazza che passa sparge il suo fuoco, ed io ne vengo scottato.

Tante cose alla mia età fanno ancora gola  -compreso l'amore-  anche se poi non combino niente.

Non giudicatemi da quel che scrivo  -ben altro fui nella vita- e vi racconto brano a brano".
#683
Tematiche Culturali e Sociali / Senescĕre
24 Aprile 2021, 20:32:53 PM
Grazie Ipazia per la segnalazione del libro di Francesco Stoppa. Lo acquisterò !  :)


"Laudator temporis acti se puero" (= lodatore del tempo passato quando egli era fanciullo) scrisse Orazio nell'Ars poetica (173. Il poeta scrisse la frase pensando alle persone anziane che non potendo far rivivere gli anni passati, vi tornano con la memoria. [size=78%]Orazio critica tale comportamento, perché denota in loro l'incapacità di accogliere le innovazioni, di adeguarsi al progresso. [/size]

La vecchiaia rende consapevole l'individuo che la maggior parte del suo cammino è compiuto.

Nel post precedente ho citato Paolo Mantegazza e il suo libro titolato "Elogio della vecchiaia". L'autore si liberava dal pensiero della morte con uno sbrigativo "Basta non pensarci. Perché farsi tormentare dal pensiero della morte ?".




[/size]Un noto imprenditore bresciano, Bruno Dall'Oglio,  bravo poeta nel tempo libero, scrisse questo testo titolato  [size=78%]"Voli di fantasie":
[/size]
"Resiste la mia vita, sta lì ad ali chiuse- come un gabbiano sazio – a farsi cullare dalle acque agitate degli anni.
Specchiandomi resto deluso da come mi vedo – e non me ne importa – perché   l'io che ho dentro è un'altra cosa.

Ogni ragazza che passa sparge il suo fuoco – ed io ne vengo scottato.

Tante cose alla mia età fanno ancora gola – compreso l'amore – anche se poi non combino niente.

Non giudicatemi da quel che scrivo – ben altro fui nella vita – e vi racconto brano a brano".
#684
Tematiche Culturali e Sociali / Senescĕre
24 Aprile 2021, 16:58:00 PM



Senescenza e invecchiamento non sono sinonimi: la senescenza è connessa con il periodo più tardivo dell'invecchiamento, corrisponde alla vecchiaia o senilità.


La senescenza si conclude con la morte.


Ci sono persone che cercano di contrastare i segni del tempo che passa con massaggi, creme, lifting, altre, invece, accettano il cambiamento fisico come un evento naturale.


Il filosofo della politica e giurista Norberto Bobbio, morto nel 2004 all'età di 95 anni, in una intervista al quotidiano "Il Tempo" nel 1996 disse: "Alla mia età si vive un penoso momento esistenziale: ci si rende conto di aver poco tempo per fare le cose che si vorrebbe, e si è consapevoli d'essere ormai incapaci di farle in fretta. Il vecchio è consegnato al tempo lento. La memoria può mantenersi sveglia, ma la velocità di connessione procede al piccolo trotto".


Nel suo libro "De senectute" dice che la vecchiaia non è bella, non conduce alla saggezza, e i ricordi servono per ricostruire la trama della propria vita.


Nella nostra storia letteraria ci sono testi retorici per esaltare la virtù e la piacevolezza della vecchiaia, come il "De senectute" di Cicerone, scritto nel 44 a. C. all'età di 62 anni, e l'Elogio della vecchiaia, scritto da Paolo Mantegazza alla fine del XIX secolo. Tali libri fanno l'apologia della vecchiaia, la sdrammatizzazione della morte. Questa è considerata da Cicerone secondo il modulo classico del disprezzo della morte.


La vecchiaia è diventata un problema sociale, non solo perché è aumentato il numero dei vecchi, ma anche perché è aumentato il numero degli anni che si vivono da vecchi.Comunque il Covid sta aiutando l'INPS ed altri enti previdenziali.


Si dice che la vecchiaia non è drammatica ma purtroppo dura poco. Non la pensano così i vecchi malati, non autosufficienti. Essi, al contrario, credono che la vecchiaia duri troppo tempo. 


Parlando con altri anziani ho capito che chi ha avuto una vita piacevole combatte per non morire, cerca il miglior ospedale, le migliori cure per prolungare la vita. Invece chi ha avuto una vita tribolata ed è malato ha voglia di finirla al più presto. Per curarsi gli va bene qualsiasi ospedale e qualsiasi cura, non pretende l'accanimento terapeutico.


Il vecchio soddisfatto di sé e il vecchio disperato sono due atteggiamenti estremi, entro i quali ci sono altri modi di vivere la vecchiaia: l'accettazione passiva, la rassegnazione, l'indifferenza, l'ostinazione a non voler vedere le proprie rughe, l'indebolimento fisico; o, al contrario, il distacco dai problemi quotidiani, il raccoglimento nella riflessione o nella preghiera.


La vecchiaia non è scissa dal resto della vita precedente: è la continuazione della vita precedente, dell'adolescenza, la giovinezza, la maturità. C'è il vecchio sereno e quello mesto, il soddisfatto giunto tranquillamente alla fine della vita, l'inquieto che ricorda i suoi sbagli; chi assapora la propria vittoria e chi non riesce a cancellare dalla memoria le proprie sconfitte.


La dimensione in cui vive il vecchio è il passato. Il tempo del futuro è per lui troppo breve perché si preoccupi di ciò che avverrà. 


Nella rimembranza il vecchio che non ha malattie cerebrali ritrova sé stesso, la sua identità, nonostante i molti anni trascorsi, le tante vicende vissute. Nel ripercorrere i luoghi della memoria ti si affollano attorno i morti, le persone che hai conosciuto o amato e non ci sono più.
#685
Eutidemo ha scritto


Citazioneda quelle parti io non ci dormirei neanche una notte di passaggio

Fai un po' di strada in più e soggiorna a Sorrento, così stai tranquillo e puoi vedere il Vesuvio da distanza di sicurezza  :D
#686







nel 2010
#687



nel 1944







fotografia a colori dell'eruzione del Vesuvio del 1944, vista da Napoli
#688



interno del cratere
#689



Il Vesuvio, al centro, visto dal Golfo di Napoli,  sulla sinistra il Monte Somma, il vulcano originario
#690



Il complesso  Monte Somma-Vesuvio visto dal satellite, in una fotografia della NASA. È distinguibile il cono del Vesuvio con il suo cratere, e in direzione nord, l'unico versante del Monte Somma.


Nel 2010 il Vesuvio aveva un'altezza di 1281 m.