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Messaggi - Ipazia

#691
Trovo persino imbarazzante dover spiegare una cosa che era evidente persino ai primi estensori della Bibbia, ovvero come la tecnica abbia reso l'etologia umana incommensurabile con quella di qualsiasi altra specie dell'universo a noi nota.

La tecnica ha stravolto il concetto di bene (salute, libertà,  cibo, vita) e di male (malattia, fame, cattività, morte) inscritti in natura, inventando nuove fattispecie di bene e di male.

Posto che tanto le antiche che le nuove sono perfettamente razionalizzabili in questo mondo.

Nell'iperuranio, non so. Ma io vivo qui.
#692
L'etica ha i suoi fondamenti nell'etologia e riguarda tutte le specie sociali, anche nelle relazione aspeciste. Su questo substrato naturale si innestano comportamenti meno istintivi e più elaborati in rapporto alla complessità delle relazioni sociali. 

L'etica, come filosofia, per quanto se ne possano trarre spunti da animali a noi contigui, generalmente molto più "veridicamente" filosofici di noi, è una elaborazione umana delle relazioni antropologiche, ed è difficilmente assimilabile alle problematiche di altre specie viventi, per il livello di astrazione che si dà e per la necessità di razionalizzare, positivizzandoli (tavole della Legge, codici), i fondamenti condivisi.

Tale opera di esplicitazione necessita di artefici di esclusiva pertinenza umana. Può non piacere, ma così funziona l'universo antropologico.
#693
Citazione di: Koba II il 27 Marzo 2024, 16:41:05 PMIl realismo in filosofia ha un significato specifico e assai diverso da quello che ha nel senso comune.
Il realismo ritiene di poter esprimere la struttura oggettiva della realtà; quindi il suo operare non può essere descritto come "convenzionale categorizzazione".
Naturalmente i concetti che decide di usare per descrivere le forme oggettive della realtà sono evidentemente segni linguistici convenzionali, ma questi segni rimandano a forme oggettive, e tali forme si trovano sia nella realtà che nella testa del ricercatore, diciamo così.
Convenzionali sono le parole "dna" o i segni della formula chimica di esso e via dicendo. Ma l'idea di dna, della sua struttura generale, no.
Per questo motivo il realismo moderno è affine a quello medievale, ed entrambi sono affini al platonismo. Perché rimandano a forme originarie, a essenze vere della realtà.

Ed è per questo che sono entrambi superati dalla visione epistemologica moderna che dà ragione ai nominalisti ponendo le idee post rem. L'ostinarsi della filosofia idealistica di voler dominare coi suoi mezzi l'ontologia è ritenuta inaccettabile fin dalla critica ottocentesca all'idealismo hegeliano ad oggi.

CitazioneMentre l'anti-realismo, che a sua volta rimanda al nominalismo, esprime una convenzionalità forte nel senso che al di là dell'ovvia arbitrarietà dei segni linguistici utilizzati, i suoi contenuti sono modelli esplicativi che hanno solo la pretesa di essere strumenti utili alle previsioni e alle manipolazioni, non certo la capacità di rimandare alle forme autentiche della realtà.

Che tutta l'epistemologia moderna ha dimostrato non essere criticamente sostenibili. Non è questione di convenzionalismo forte: la realtà esiste indipendentemente dalle convenzioni con cui la si manipola e alcuni postulati hanno un carattere paradigmatico forte, ma nessuno si sogna più di mettere le mani e la reputazione sulle "forme autentiche della realtà", che fanno rientrare la cosa-in-sè dalla finestra, dopo averla cacciata dalla porta dell'episteme. E dell'epistemologia.

Questo relativismo non porta alla notte ontologica in cui tutte le vacche sono nere, ma circoscrive rigorosamente il campo di esistenza (dicibile) in cui un paradigma è valido. Fino a prova (sperimentale) contraria. Inclusi i margini, più o meno accettabili e gestibili, di indeterminatezza.
#694
Citazione di: Koba II il 27 Marzo 2024, 11:19:24 AMInvece il realismo contemporaneo è perfettamente in linea con quello medievale e quindi con il platonismo. Infatti mettendo da parte la questione dell'esistenza iperuranica delle idee, la questione metafisica essenziale espressa dal platonismo è l'esistenza di una rete di universali che hanno priorità ontologica nei confronti delle cose. In questa prospettiva, nell'ascesa al sapere, il soggetto non arriva alla verità tramite generalizzazione dell'esperienza, ma scoprendo nelle cose reali il loro approssimarsi imperfetto alle essenze eterne.

Non mi sono espressa compiutamente, evidentemente: per "realismo" moderno intendo una visione post-rem, quindi il contrario del realismo scolastico, platonismo e "essenze eterne", ma solo una convenzionale categorizzazione della realtà. Basata su caratteristiche oggettive, quali il dna, organico-inorganico, struttura chimica della materia, ma pur sempre ordinate convenzionalmente in strutture linguistiche post-rem.

CitazioneIl realista ingenuo dei nostri giorni non capisce che se la verità della cosa, essendo espressa da un concetto universale, non viene formata dal soggetto (come in Kant dalle forme a priori, o come nel relativismo dallo sviluppo della cultura), deve essere costituita da qualcosa di essenziale che c'è già da sempre nella cosa.

"Realista" in senso scolastico, concordo, ma dubito ve ne siano ancora dopo Hegel.

CitazioneIl nominalismo medievale è invece in linea con posizioni epistemologiche alla Feyerabend, per intenderci.

Non così approfondite. Si limitavano a dire che le idee sono post-rem. Pensando al contempo che ci fosse un elemento in-re che Kant chiamerà noumeno.

CitazioneQuesta non è una disputa solo epistemologica. Riguarda l'essenza della realtà, quindi anche l'essenza della realtà umana, quindi, necessariamente l'etica.
Infatti alla domanda "cos'è la giustizia?" le risposte si differenziano innanzitutto a partire da come si intende tale concetto: qualcosa che ha un fondamento eterno, indipendente dalla storia, attinente l'essenza dell'umanità, o al contrario nozione da costruire in uno sforzo necessariamente influenzato dal proprio tempo e dalla propria civiltà.

Spiega meglio, per favore.

Spiego meglio: mischiare la "giustizia" con la realtà naturale mi pare porti solo confusione. Non esiste una giustizia para "noumenica" come può essere il dna o la struttura atomica nei loro rispettivi ambiti di senso. L'etica appartiene all'universo antropologico, non a quello naturale, per quanto su questo debba necessariamente appoggiare i suoi postulati: fossimo immortali non esisterebbe l'omicidio. Ma non basta la natura per produrre una legislazione etica. Ethos e physis restano entità distinte anche ontologicamente e quindi epistemicamente.
#695
Citazione di: green demetr il 25 Marzo 2024, 18:24:57 PMIl problema degli universali è che sono sempre dentro una società.
Chi affibbia cosa a qualcosa o peggio ancora a qualcuno?
Il soggetto come vediamo ampiamente, e in maniera inequivocabile drammaticamente dopo il 2020, è ALTAMENTE influenzabile.
Così la scienza funesto servitore dei padroni.
La filosofia manualistica su queste cose si tappa gli occhi, le orecchie e sopratutto in maniera miserabile la bocca.
Il grido del giovane Hegel è un grido anarchico disperato contro la scienza.
Poi, si dice, si narra, oscurato dal bonapartismo.
E' vero che scrive male, ma non così tanto da volerlo far passare per l'"oscuro", oscuri sono tutti questi miserabili, nemici di Platone manco a dire.


Ma non era il nominalismo a pretendere che l'universale fosse solo nelle parole?
Mentra il realismo a credere che l'universale fosse nel singolare fisico?
Occam vs Scoto?
Boh  :D ;)

La disputa sugli universali , lungi dall'essere questione di lana caprina medioevale, si trascina attraverso la modernità neoqualcosa fino ai nostri giorni e continua ad alimentare differenti visioni della realtà.

Le soluzioni proposte dai medioevali sono tutte interessanti e, togliendo il nume ante-rem di tutte le cose, un po' si legittima epistemologicamente, ma continua ad infrangersi contro il muro dello scetticismo che informa di sè la postmodernità, ballonzolante intorno a sovraestesi principi metafisici di indeterminazione.

Almeno sulle definizioni storiche non dovrebbero esserci ambiguità: i "realisti" ponevano l'idea ante-rem, i "nominalisti" post-rem. Quindi il contrario di quello che pensava green e che pare più logico a noi moderni e post.

La soluzione alla disputa la dà Tommaso col suo "veritas est adaequatio rei et intellectum". Ma lascia democristianamente in sospeso la questione di chi si adegua a chi.

Non è che Kant ed Hegel abbiano detto molto di più di antichi e medioevali. Kant è un aristotelico tomista che sposta il focus (essenza) sul noumeno (in-re). Hegel un idealista-platonico, "realista" in senso scolastico (ante-rem) e inesorabilmente più teista di Kant. Anche la mathesis universalis di Galileo prefigura un ante-rem idealistico neoplatonico che arriva fino ad Einstein e, sotto influsso di Hume, a iano, e di Kierkegaard e Jaspers a bobmax.

Tutte le visioni idealistiche si fondano su un ente universalistico ante-rem, più o meno personalizzato. Prescindendo dal nume, anche la Genesi parla chiaro: prima vengono le cose e poi l'intelletto (privilegiato) che dà loro un nome. Il quale nome non può avere pretese ontologiche che vadano oltre la sua convenzionalità.

Secondo me il nodo da sciogliere sta nel dualismo tra universo naturale e antropologico, formato intorno allo strumento tecnico del linguaggio.

La confusione diventa inestricabile quando si coinvolge l'etica in una diatriba che dovrebbe essere essenzialmente epistemologica e non a caso la confusione ontologica è maggiormente presente nella visione neo-platonica ante-rem. Un buon motivo per essere nominalisti in senso scolastico e realisti in senso moderno. Come Guglielmo di Baskerville:

Stat rosa pristina nomine, nomina nuda tenemus.

#696
Attualità / Re: Il nuovo kippur
26 Marzo 2024, 21:27:16 PM
Informo green che l'Islam è una galassia molto più complessa della sua amata patria sionista. Per cui: bando alle generalizzazioni. Sono soprattutto islamici coloro che hanno combattuto contro i tagliagole Isis, partoriti dalla CIA nazidem di Obama e Clinton, e trattati con riguardo pure dai sionisti. Riciclati alfine, dopo la batosta in medio oriente, dal regime neonazista di Kiev per le azioni più turpi contro la Russia. Addestrati nell'Ucraina testa di ponte dell'impero canaglia Nato.

Eterno ritorno del pattume nella stessa discarica della Storia.
#697
Citazione di: PhyroSphera il 26 Marzo 2024, 10:32:59 AMIl carbonio non è biologico ma è bio. La biologia non deve limitarsi ai fenomeni dotati di una logica vitale, perché la vitalità non è solo logica.

Mauro Pastore
Errore. Basta un minimo di verifica geologica per sapere che il carbonio e i suoi composti inorganici esistevano prima di qualsiasi ente biologico, che su questo elemento, insieme ad altri, ha costruito la sua impalcatura materiale. Rimettendolo poi nell'ambiente in forma organica, biologica e fossile.
#698
Per organismo si intende un agregato di atomi che ha la capacità di riprodursi. Quando si parla di "vita" si intende ciò, da qualsiasi sapere si parta. 

I composti del carbonio (chimica organica) sono indicatori probabili di origine biologica della loro formazione, avendo come riferimento le forme di vita terrestri incardinate sul C. Indicatori probabili, perché certe molecole potrebbero essere prodotto di sintesi non biologica, essendo il carbonio un precursore, e non un prodotto, della biologia.
#699
È evidente che lo stile è diverso, e pure l"esito, ma uguale è la possibilità del "terrorista" di fruire di una giustizia giusta. 

Che è quanto dovrebbe stare a cuore di un giurista che non si accontenta di sceneggiate legali.
#700
La definizione di regime di "terrorismo", assieme alla new entry "complottismo", ha lo stesso livello di verginità delle "lavoratrici del sesso" (altra fetenzia politicamente corretta).

Quando poi a definirlo, giudicarlo e valutare il ricorso, è una "potenza occupante", non occorre una laurea in giurisprudenza per capire come va a finire.

Mettere sullo stesso piano un bambino che tira sassi all'occupante e un sicario sponsorizzato Nato da stragi in treni, stazioni, piazze, banche e teatri, questo sì è fare di tutta l'erba politica un fascio.

Contraccambio i saluti.
#701
L'idea nasce dalla necessità di gestire un complesso organismo biologico prodotto dall'evoluzione naturale della materia. Un organismo capace di, e costretto a, fare delle scelte per poter sopravvivere. Questa per me è l'ipotesi più verosimile. 

Più del monolite, per quanto meno letteraria.
#702
Citazione di: iano il 23 Marzo 2024, 08:54:06 AMQuando si condivide lo stesso hw basta uno sguardo per capirsi, e diversamente non ci sono parole che bastano a capirsi .
L'analogia della caverna di Platone quanto regge ancora oggi?

Regge eticamente (su questo ha ragione green). Non regge ontologicamente perché non esiste la "cosa in sé", ma solo proiezioni del reale. Al massimo esiste una gerarchia del reale che rende più varia e avvincente la razza degli esploratori rispetto a quella dei cavernicoli. Per cui ...

CitazioneE se l'abbiamo attualizzata senza rendercene conto?

.... è possibile attualizzarla rendendosi conto della mutazione...

CitazioneQuesta è la mia impressione, che  attualizziamo in modo inconsapevole certe analogie esemplari, restandovi però fedeli a parole.
Continuiamo a parlare di materialismo ed idealismo come se la nostra percezione della materia non fosse mutata.

... Così come del rapporto tra materialismo e idealismo, che ancora una volta è concetto etico antropologico e non  ontologico naturalistico, come si continua ad equivocare fin dai tempi di Marx, che invece lo poneva correttamente ( ad es.: la "materialità" dei rapporti di classe, struttura e sovrastuttura,...)

CitazioneNon basta che la soluzione ai problemi ci si pari davanti se non siamo pronti a vederla, e quando lo saremo ci apparirà come dal nulla, essendo stata sempre lì , come un improvvisa intuizione.

Tutto ciò che appartiene alla natura, incluso il collasso della funzione d'onda, metafisicamente è "materia". Idealismo è, ed è sempre stato, anteporre il mondo delle idee alla "materia".
#703
Tutto sommato, in punta di diritto, avevano ragione i nazifascisti ad andare per le spicce con partigiani e antifascisti. Poi, a mettere in piedi processi farsa, cosa ci vuole, quando sei una "potenza occupante" ?

(parolina politicamente scorrettissima che finalmente ha visto la luce in Palestina.)
#704
Attualità / Re: Attacco al teatro russo
23 Marzo 2024, 17:59:33 PM
Quel che resta del defunto califfato (Isis) è un collaborazionista Nato come i cetnici e gli ucraini lo erano di Hitler. Tutto torna e il simile si accoppia col simile. Mi spiace green ma di geopolitica, andando a casaccio per cieli tolemaici filosionisti, non ne azzecchi una manco per sbaglio.

Anche questa strage reca il marchio dell'islamismo a libro paga e lo sponsor è lo stesso di Bin Laden, prima che si mettesse in proprio. Come lo stesso è il nemico da colpire.
#705
Citazione di: Ninag il 22 Marzo 2024, 15:58:23 PMIn Europa abbiamo la commissione Europea, l'abbiamo scelta? Non mi pare. Prendono decisioni molto simili a quelle di una monarchia.
In realtà sono espressione di una oligarchia che comanda questa parte del mondo e finanzia i partiti e i commessi che questa oligarchia ha imposto come Commissione Europea.

Non è difficile vedere che sono stati tutti creati con lo stesso stampo: quello del Mercato che insegna a votare.

Ma i dittatori sono, ovviamente, gli "altri".