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Messaggi - doxa

#691


mappa della "zona rossa" che comprende 25 Comuni vesuviani


La protezione civile, con la collaborazione della comunità scientifica e delle autorità locali, ha predisposto un piano di emergenza che viene costantemente aggiornato.


#692

Giorgio Vasari, "Ritratto di sei poeti toscani", olio su tavola, 1544, Minneapolis Institute of Art.
Da destra a sinistra sono ritratti: Guido Cavalcanti, Dante Alighieri, Giovanni Boccaccio, Francesco Petrarca (tutti e quattro con l'alloro in testa), Cino da Pistoia e Guittone d'Arezzo.

23 aprile: "Giornata mondiale del libro e del diritto d'autore
" evento patrocinato dall'Unesco per promuovere la lettura, la pubblicazione dei libri e la protezione del diritto d'autore attraverso il copyright.

Dal 1996 la Giornata viene organizzata ogni anno il 23 aprile con numerose manifestazioni in tutto il mondo. E' una data simbolica, coincide con la morte di tre grandi autori che hanno fatto la storia della letteratura: William Shakespeare (1564-1616), Miguel de Cervantes (1547-1616) e Inca Garcilaso de la Vega (1539-1616).

Le origini della Giornata mondiale del Libro si rintracciano in Spagna: lo scrittore ed editore valenciano Vincent Clavel Andrés (1888-1967)  promosse una giornata all'anno dedicata al libro.

Il 6 febbraio 1926, il re Alfonso XIII promulgò un decreto reale che istituiva la Giornata del libro spagnolo. Questa festa, che inizialmente cadeva il 7 ottobre, fu spostata al 23 aprile dal 1931, giorno  dedicato alla celebrazione di San Giorgio, il patrono della Catalogna.

Come vuole la tradizione, in questa giornata gli uomini regalano  una rosa alla donna che amano e i librai catalani offrono in omaggio una rosa per ogni libro venduto il 23 aprile.


Quest'anno la "Giornata mondiale del libro" coincide con il 700/esimo anniversario della morte di Dante Alighieri.

Nel prossimo mese di maggio questo scrittore fiorentino verrà celebrato declinando l'amore in tre filoni ispirati ad alcuni dei più celebri versi:

"Amor... ch'a nullo amato amar perdona", dedicato all'amore nella sua più ampia accezione quando si accompagna ai sentimenti di empatia e solidarietà;

"Amor... che ne la mente mi ragiona", legato all'intelletto e fonte di curiosità e desiderio di conoscenza;


"Amor... che move il sole e l'altre stelle", pensato per abbracciare temi e riflessioni di natura diversa, ampi come la portata del sentimento che le anima.


Il "sommo vate" per il suo viaggio pedagogico descritto nella "Commedia" per raggiungere la sua amata Beatrice nel Paradiso  si rivolge a Virgilio.

Appena fuori dalla "selva oscura", minacciato dalla lupa, il poeta fiorentino sta per tornare sui suoi passi quando vede avvicinarsi un'ombra, che riconosce quasi subito: Virgilio. Si rivolge a lui dicendogli: "tu sei lo mio maestro e 'l mio autore". Autore nel senso di persona degna di essere creduta e rispettata.

Dante esprime a Virgilio sorpresa e riconoscenza; lo elegge a sua guida nell'Inferno e nel Purgatorio; lo definisce fonte di "largo fiume" (di poesia) e "onore e lume" di altri poeti.

Nel poema, fino alle soglie del Paradiso, Virgilio viene chiamato da Dante con numerosi appellativi, come "dolce duca mio", "dolce padre", "alto dottore", "buon maestro".

Nel XXX Canto del Purgatorio il pellegrino Dante si rivolge il suo maestro, ma questo è scomparso, perché Virgilio ha concluso la sua missione, di essere il suo "dux". Gli appare Beatrice (versi 22 – 54).


L'Alighieri descrive l'apparizione di una donna coperta dalla nuvola di fiori e la paragona a quella del sole che, talvolta, sorge velato da spessi vapori che rendono l'oriente di colore roseo e permettono di fissare lo sguardo sull'astro. La donna indossa un velo bianco e una ghirlanda di ulivo, nonché un mantello verde e una veste color rosso vivo: anche se Dante non l'ha ancora vista in volto in quanto velata, il suo spirito avverte la potenza d'amore ed egli riconosce quella figura come la donna amata in vita,  Beatrice.  Turbato, si volta alla sua sinistra per parlare con Virgilio,   ma il poeta latino è scomparso e ciò provoca in lui un enorme dolore; la bellezza dell'Eden  intorno a lui non gli impedisce di piangere.


Beatrice si rivolge a Dante e, chiamandolo per nome, lo invita a non piangere, mentre  gli angeli cantano il Salmo XXX (In te, Domine, speravi).
#693
Ultimo libro letto / Fenomenologia dell'obbedienza
13 Aprile 2021, 20:25:47 PM
 :)  Grazie Viator della segnalazione. Capita ad una certa età e con problemi di vista. Non me ne sono accorto !  ::)
#694
Ultimo libro letto / Fenomenologia dell'obbedienza
13 Aprile 2021, 16:47:59 PM
Buon pomeriggio Alex.


In ambito militare l'obbedienza non è più "cieca ed assoluta", come prevedeva nel passato il Codice penale militare, non solo italiano. 


Durante la prima guerra mondiale dopo la "disfatta di Caporetto"  molti militari italiani  furono fucilati per insubordinazione (alle decisioni sbagliate dei loro comandanti, in primis il capo di stato maggiore,  generale Luigi Cadorna, che poi fu "defenestrato"), perché  così prevedeva il Codex, ma di questo argomento se ne parla poco.


Cadorna fu responsabile della disfatta, da lui invece attribuita alla scarsa combattività di alcuni reparti. Comunque venne sostituito dal generale Armando Diaz. 


Dopo la seconda guerra mondiale quel Codice militare fu ristrutturato. Ora prevede la corresponsabilità dell'inferiore (insieme al superiore) nell'illecito penale commesso per ordine del superiore, come previsto dalla vigente disciplina dell'adempimento del dovere .


Il militare deve eseguire l'ordine ricevuto "nei limiti delle relative norme di legge e di regolamento" cioè  il subordinato è vincolato all'obbedienza solo  se l'ordine è legittimo.


Il tribunale militare di Norimberga poté condannare molti  comandanti nazisti non accettando la scusante  di chi sosteneva di aver adempiuto agli ordini di Hitler. Comunque fu un dilemma: : obbedire e commettere un crimine efferato o disobbedire e rendersi punibile con la pena di morte da parte di una corte marziale ?


Nell'ambito cristiano l'obbedienza è un valore essenziale,  offre all'autorità religiosa la sottomissione che le è dovuta. "Ciascuno sia sottomesso alle autorità costituite poiché non c'è autorità se non da Dio e quelle che esistono sono stabilite da Dio".


Nel 1968 il pontefice Paolo VI dedicò l'udienza generale del 16 ottobre a "L'obbedienza alla Chiesa impegno e virtù di tutti i fedeli". Durante il suo discorso si domandò:  "Dove finirebbe la legge, l'autorità, la comunità, se non vi fosse il culto dell'obbedienza? E nell'ambito ecclesiastico, che ne sarebbe dell'unità di fede e di carità, se una cospirazione di volontà, garantita da un potere autorizzato, lui stesso obbediente al volere superiore di Dio, non proponesse ed esigesse una consonanza di pensiero e di azione?"


Da tener presente che i voti di "Povertà, obbedienza e castità" sono tre cardini nella Chiesa cattolica.


Con il voto di obbedienza l'aspirante frate, monaco o presbite rimette le proprie decisioni al giudizio di un superiore, schiacciando in tal modo la propria personalità.


Tommaso d'Aquino nella "Summa Theologiae" indica il voto di obbedienza come il più importante  dei voti religiosi, ed è comprensibile nelle grandi organizzazioni, altrimenti ognuno fa come gli pare.
#695
Ultimo libro letto / Fenomenologia dell'obbedienza
13 Aprile 2021, 08:50:26 AM
Vi segnalo il testo di una relazione  del filosofo Salvatore Natoli sull'obbedienza



Cliccare sul link


https://www.fondazionesancarlo.it/wp-content/uploads/2017/01/Natoli.pdf
#696
Tematiche Filosofiche / Ethos, anthropoi, daimon
12 Aprile 2021, 22:57:01 PM
Iano ha scritto
CitazioneIl bacio , in quanto azione, è uguale, forse,  ma le persone che se lo danno non sono sicuramente mai le stesse.
Non sono uguali , pur continuando a chiamarsi Doxa e compagna di Doxa.
In se' la cosa non è ovvia, anche se tale appare.


Bravo Iano, riesci a semplificare le difficili astrusità filosofiche, e psicologicamente chiamando gli interpreti col loro nome faciliti la comprensione.


Ma detto tra me e te  ;D e forse filosoficamente importante sapere che Doxa e la compagna di Doxa dopo un attimo non sono più quelli dell'attimo precedente, anche se il bacio è ripetitivo ?



Forse dal punto di vista filosofico ha la sua importanza, ma non riesco a comprenderne l'utilità, nella quotidianità individuale a che serve ?


Penso che alle persone interessi di più la distinzione evidenziata da Viator tra temperamento e carattere. Per capirla, anche in questo caso,  bisogna abbandonare la contorta  filosofia e seguire la più rettilinea strada della psicologia, o meglio della psicoanalisi.


Infatti nella teoria psicoanalitica la personalità si considera formata da due componenti fondamentali: il temperamento e il carattere, ben spiegato da Viator.
#697
Tematiche Filosofiche / Ethos, anthropoi, daimon
12 Aprile 2021, 19:49:32 PM
Ciao Bob,


hai scritto che "il carattere dell'uomo è il suo demone".


Ma cos'è il carattere ? Per avere la risposta forse è meglio bussare alla porta della psicologia  anziché a quella della  filosofia.


E la psicologia mi dice che la personalità di un individuo è costituita dall'insieme delle caratteristiche attraverso le quali ognuno di noi interagisce, percepisce e risponde agli eventi esterni, formando così il carattere di ciascuno. La personalità è, dunque, la modalità che ci siamo costruiti attraverso le esperienze vissute, partendo da una nostra predisposizione innata, utilizzata per relazionarci agli altri ed al mondo esterno.


I tratti di personalità sono le caratteristiche tipiche dello stile di relazione con gli altri. Per esempio, la dipendenza dagli altri, la tendenza alla sospettosità o all'ego-centrismo sono tratti di carattere.


Per quanto riguarda il "demone", anche per avere chiarimenti ulteriori forse è meglio rivolgersi all'angelologia, alla religione, anziché alla filosofia. Dici che sbaglio ?


Nell'ambito del cristianesimo c'è una disciplina chiamata "demonologia", che studia le credenze riguardanti spiriti e demoni, in particolare Satana e i diavoli.


Un bel saluto Bob, è ora di cena e non posso esimermi dal farmi affliggere da metà telegiornale dedicato al Covid.
#698
Tematiche Filosofiche / Re:Ethos, anthropoi, daimon
12 Aprile 2021, 19:14:41 PM
Grazie Ipazia per la tua informazione  sul collegamento tra la teoria eraclitea del logos e il logos dell'evangelista Giovanni (1, 1).
 
Se ho capito bene per  Eraclito il Logos  è la "ragione, la razionalità, ma anche la legge universale della realtà delle cose (simboleggiato dal fuoco); tale "legge" è ciò che noi chiamiamo il  dio unico creatore del cosmo ?

Il nostro mondo non fu creato dagli dei, ma fu sempre (l'arché ?) ed è un fuoco eternamente vivo. Questo fuoco è Dio ?
 
Il Logos giovanneo è Jesus = Dio.  Il Verbo che si è fatto carne.
 
L'Apostolo Giovanni ci dice quindi che "in principio", ossia prima della creazione del mondo, prima di ogni cosa, da sempre, esisteva il Logos, cioè il Verbo = Dio.
 
Sbaglio ?
#699
A proposito di obbedienza...


cliccate sul link per ridere. Il filmato fu realizzato per il ventennale del partito fascista.


https://www.youtube.com/watch?v=-K3NMtxmSOc


Mi sembra una caricatura: Mussolini  pone domande al "popolo gregge" in "adunata oceanica" (così si soleva dire) e la folla rispondeva con i si e con i no che  il "duce"voleva sentirti dire.


Il "dux" conclude il suo discorso con le "parole d'ordine" da lui ideate :"Credere obbedire combattere"; questo slogan  è nell'art. 4 dello Statuto del Partito Nazionale Fascista ed era anche il motto della Gioventù italiana del Littorio.


Credere, obbedire, combattere: ognuno di questi tre verbi era la sintesi di tre frasi:


Credere nel fascismo e nel duce;


obbedire senza discutere o polemizzare;


combattere per difendere l'ideologia fascista.



"Credere, obbedire, combattere" era uno dei  bellicosi precetti del "catechismo" fascista.


Oggi quell'imperativo categorico viene citato come battuta scherzosa. 



#700
Ultimo libro letto / Fenomenologia dell'obbedienza
12 Aprile 2021, 16:23:30 PM
Se l'amministratore lo permette vorrei aggiungere due post di  "colore", come si usa dire nell'ambito del giornalismo. Se considerati off topic si possono cancellare senza problemi.


Contrordine compagni! L'obbedienza deve essere "cieca, pronta e assoluta" (Giovanni Guareschi)


Guareschi nel 1947 fu l'ideatore  dei trinariciuti, riferiti agli iscritti al partito comunista, per la loro presunta acritica credulità e "obbedienza" alle direttive del partito, come tali considerati essere diversi.





Invece la "trimammelluta" la ideò e disegnò per il numero 17 di Candido del 26 aprile 1947. Raffigura un'attivista comunista entusiasta mentre presenta a un gruppo di compagne un'attivista sovietica di passaggio in Italia, e  grida: "Ecco, compagne, cosa si è fatto nell'URSS per valorizzare la donna!". E la compagna russa, essendosi tolta la camicetta ed essendo rimasta in sottoveste, mostra con sufficiente ma non indecente evidenza, di possedere quella maggiorazione fisica che, appunto, le dava il diritto di essere chiamata trimammelluta



Da allora Guareschi  promosse a trimammellute le compagne dei trinariciuti italiani per significare la loro animosità polemica e la loro aspirazione a raggiungere l'alto livello  raggiunto, grazie al regime sovietico, dalle compagne russe.

Guareschi per dar modo ai "compagni comunisti" di scaricare il fumo contenuto nel loro cervello, fece loro la terza narice, e per dar modo alle "compagne"  di rappresentare il loro status di attiviste complete del partito comunista fece loro la terza mammella.




Ma il terzo attributo fisico, che evidentemente per Guareschi era un simbolo importante dell'estensione attitudinale di chi lo sfoggiava, giunse anche per la Democrazia Cristiana, impegnata ad occupare quante più poltrone possibili all'interno del Governo e del Parlamento, mostrava un terzo, imponente gluteo che sottolineava la necessità di avere a disposizione almeno un posto a sedere aggiuntivo, rispetto a quanto previsto dalla natura per gli individui normali. (In realtà, quello che oggi si definirebbe il "lato b" della Democrazia Cristiana crebbe a dismisura, fino ad arrivare ad un innumerevole quantità di glutei supplementari, adatti ad occupare molte poltrone.
#701
Ultimo libro letto / Fenomenologia dell'obbedienza
11 Aprile 2021, 16:11:48 PM
Il professor Natalino Irti, ex docente di diritto all'università di Roma, "La Sapienza", ha pubblicato recentemente il libro titolato "Viaggio tra obbedienti", edito da "La nave di Teseo".

Questo libro non è un trattato sull'obbedienza né un discorso sulla servitù volontaria, che  sottomette gli individui, ma un excursus   in tempi e luoghi diversi: voti monastici, doveri militari, vincoli di partito, fedeltà costituzionali, e giunge fino al nostro periodo di pandemia, con le restrizioni alla libertà personale e l'obbedienza alle decisioni governative conseguenti a quelle sanitarie: l'individuo ascolta, interroga sé stesso, scioglie il dubbio, e infine decide per il sì o il no. La sua volontà è il giudice di ultima istanza.


L'obbedienza è l'ordito concettuale da cui scaturisce la riflessione sulla libertà dell'individuo, che è responsabile di sé e di ciò che fa, quando decidere in una direzione o in un'altra mette in discussione il significato della propria esistenza.


La coscienza induce   a scegliere, decide volta per volta se obbedire oppure disobbedire, scegliendo tra valori diversi che possono contrapporsi  l'uno con l'altro, senza possibilità di mediazioni o compromessi.


La persona è libera anche quando decide di obbedire. Obbedienza intesa come consapevole adesione al comando, che implica sempre il nesso "ascoltare, capire e decidere". 


L'individuo deve trovare in sé stesso le ragioni che lo motivano a scegliere e a decidere, obbedendo o disobbedendo all'imperativo che gli viene rivolto.


Capire non  significa condividere ciò che gli viene comandato per decidere cosa fare, se obbedire o disobbedire.


L'obbedienza non si contrappone alla libertà, perché è esercizio di libertà.
#702
Tematiche Filosofiche / Re:Ethos, anthropoi, daimon
11 Aprile 2021, 15:06:58 PM
/2


Eraclito e il Pantha rei.


La filosofia di Eraclito è basata sulla teoria del divenire: "Pantha rei" (tutto scorre), nulla resta eguale a se stesso. Eraclito sostiene che solo il cambiamento e il movimento sono reali e che l'identità delle cose uguali a sé stesse è solo illusoria.


Nel testo di Eraclito i frammenti 91 e 12   affermano che è impossibile tuffarsi due volte di seguito nello stesso fiume, perché  l'acqua scorre, non è più quella precedente. 
Mi sembra che non abbia detto niente di eccezionale. L'affermazione è ovvia, perciò non capisco l'immeritata fama della frase.


Se bacio più volte la donna amata ogni bacio è diverso dal precedente,  ma è comunque bacio.


Secondo voi cosa non comprendo nel pensiero di Eraclito ?


La realtà a causa della lotta dei contrari è in perenne trasformazione, tende a trasformarsi nel suo opposto: "questi infatti mutando son quelli e quelli di nuovo mutando son questi"(es. una salita se vista dall'alto diventa una discesa e viceversa). Il mondo si trasforma secondo una legge interna, il logos.  ::)
#703
Tematiche Filosofiche / Ethos, anthropoi, daimon
11 Aprile 2021, 14:59:36 PM
"Ethos", "anthropoi", "daimon": queste tre parole attribuite al filosofo pre-socratico Eraclito di Efeso, vissuto tra la fine del VI sec. e i primi anni del V sec. a. C., vengono interpretate in diversi modi a causa del suo stile enigmatico,  oracolare.

Vi va di leggere se ho capito bene quel che volle dire il filosofo Eraclito "l'oscuro" ?

"Ethos" si può tradurre con "carattere";

"anthropos" è l'essere umano;


"daimon": è un essere (demone) interposto tra ciò che è divino  e ciò che è umano;


per l'antica filosofia greca il daimon aveva la funzione di intermediario tra l'uomo e il divino invece per la religione politeista greca esso ostacolava le due dimensioni. In Eraclito allude al destino dell'individuo.


Le suddette tre parole sono di solito tradotte con la frase  'il carattere di un essere umano  è il suo destino'. Ma invertendo la frase si può leggere anche con significato opposto:  "il destino è per l'essere umano il carattere".


Nella lingua greca entrambe le traduzioni  sono valide ma cambia il significato.


Nel primo caso Eraclito afferma che il nostro carattere determina il nostro destino;  il carattere condiziona l'agire dell'individuo.


Nel secondo caso è il contrario: è il destino che determina il nostro carattere e la nostra esistenza.


L'elemento decisivo è il carattere. Infatti, per esempio, una persona coraggiosa o impulsiva decide diversamente da una persona prudente e riflessiva.
Ma il carattere, ciò che siamo e diventiamo, dipende da noi ? Difficile rispondere.


"Daimon" rinvia ad "eu-daimonia", al buon demone, al destino favorevole, condizione necessaria per la vita serena, connessa con la libertà, liberi di scegliere e padroni della propria vita nel bene o nel male.


La scoperta dell'inconscio, le ricerche sul funzionamento del  cervello evidenziano che molto di ciò che facciamo e siamo dipende da fattori che sfuggono al nostro controllo. Anche i condizionamenti sociali sono molto importanti.


Socrate ebbe difficoltà a comprendere gli aforismi di Eraclito:  "Ciò che si comprende è eccezionale, per cui desumo che anche il resto lo sia, ma per giungere al fondo di questa parte bisognerebbe essere un tuffatore di Delo".


Eraclito influenzò alcuni filosofi successivi: da  Platone allo stoicismo, la cui fisica ripropone in gran  parte la teoria eraclitea del logos.


Aristotele, che si suppone abbia letto  i testi di Eraclito, lo definisce "skoteinòs", l'oscuro, perché criptico, ambiguo.


Aristotele, che  mal sopportava le ambiguità di Eraclito, era convinto che il carattere di una persona, una volta formato, è difficile cambiarlo, perciò è importante l'educazione, la paideia.


Nella tragedia greca i suoi eroi (Edipo, Medea, Antigone, ecc.) cercarono invano di fuggire dalla "rete" del destino.


segue
#704
Attualità / Sindrome della capanna
02 Aprile 2021, 18:23:50 PM
#705
Attualità / Re:Sindrome della capanna
02 Aprile 2021, 18:03:56 PM
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Ricercatori dell'università di Exeter, in Inghilterra, hanno condotto un'indagine su oltre 46 mila persone in tutto il mondo per esaminare le conseguenze della pandemia.


Per  esempio, può indurre molti adolescenti a trascorrere troppe ore davanti al computer, sia per giocare sia per dialogare con gli altri. Tale scelta può causare  la tendenza all'isolamento, talvolta patologica. 


I giovani spesso usano il web per rimpiazzare le relazioni sociali anziché per estenderle, e questo amplifica il senso di solitudine anziché lenirlo.


Un'altra ricerca sociologica finlandese, pubblicata lo scorso febbraio, ha evidenziato che gli adolescenti con tendenza all'isolamento hanno maggior rischio della "dipendenza da Internet".


Nel 1995, lo psichiatra americano Ivan Goldberg  coniò l'espressione "Internet Addiction Disorder" (I.A.D.), prendendo come modello di riferimento il gioco d'azzardo patologico. La dipendenza da Internet viene descritta come "un abuso di questa tecnologia", con delle conseguenze negative importanti sulla propria vita.


Goldberg ha descritto i sintomi caratteristici dell'Internet Addiction Disorder:


alterazione della percezione del tempo;


bisogno di trascorrere in rete sempre più  tempo, con conseguenze negative  sia sul ciclo sonno-veglia, sia nelle relazioni familiari e/o coniugali, ma anche  problemi lavorativi;


riduzione dell'interesse per ogni altra attività, con conseguente rarefazione delle relazioni interpersonali nella realtà; 


se l'abuso nell'uso del computer  viene ridotto o interrotto, l'individuo  diventa irascibile, ha sintomi ansiosi e  depressivi.


Altri sintomi fisici: tunnel carpale, dolori diffusi al collo e alla schiena, problemi alla vista, come  conseguenza del protrarsi troppe ore nell'uso del computer e di inattività fisica.


Dal punto di vista cognitivo – comportamentale, nelle persone che sviluppano una dipendenza da Internet, sono osservabili pensieri disfunzionali su sé stessi e sugli altri, inadeguatezza, insicurezza, bassa autostima e problemi relazionali.