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Messaggi - Ipazia

#6961
La "rottura epistemologica" è il passaggio da una concezione storico-filosofica idealistica culminata in Kant ed Hegel alla concezione materialistica della storia che investe tutti gli aspetti della Kultur: politica, religione, arte, letteratura. La contrapposizione non è tra oggettivismo e soggettivismo astratti, philosophisch, ma tra l'individuazione dei soggetti della storia e il loro rapporto con le condizioni oggettive della realtà in cui essi si muovono. Nella sua realizzazione conta non tanto il salto teorico quanto l'incarnazione della teoria nella prassi. In ciò sta la scientificità del passaggio: nell'evoluzione verso un nuovo paradigma del reale antropologico che ha investito, insieme alla "rottura epistemologica" di Darwin, Freud, Einstein, il mondo in cui ancora oggi viviamo.

La vicenda Stalin-Trotskij è più politica che epistemologica. Semmai è nella successiva elaborazione marxista che va cercato l'adeguamento della dottrina alla realtà perchè il metodo marxista solo nel suo continuo relazionarsi coi mutamenti dell'universo antropologico reale può mantenere la sua scientificità, salvandosi dalla fossilizzazione dogmatica della dottrina. Peraltro tale metodologia è intrinseca alla episteme in divenire della concezione materialistica della storia.

Tornando IT: il divenire riscrive incessantemente il futuro che non è quindi più collocabile in un iperuranio costante, soltanto illusoriamente postulabile. La prevedibilità e prefigurabilità del futuro può avvenire solo a partire da un presente conosciuto a fondo ed è sempre limitata nella profondità della nostra capacità visiva epistemica. L'aleatorietà di ogni profezia riconduce l'umano alla solidità (relativa) dell'hic et nunc, teorizzato compiutamente già dalla filosofia epicurea.
#6962
Attualità / Re:Rischio default
15 Giugno 2019, 09:52:02 AM
Citazione di: Eutidemo il 15 Giugno 2019, 07:07:05 AM
E non mi si venga a dire che i cittadini e lo Stato (apparato) sono la stessa cosa...PERCHE' NON E' AFFATTO COSI'![/size]

Ma ci assomiglia molto: + tasse evase = + ricchezza privata. Spiace solo per chi le tasse le ha sempre pagate. Per gli altri sarà solo una parziale legittima restituzione.

Non solo: lo stato si è indebitato anche per arricchire i compagni di merende che alle tasse preferiscono la tangente in cambio di finanziamenti quasi sempre a fondo perduto.

Lo stato italiano è immagine speculare della sua classe dirigente politicamente più influente. E troverà sempre, come ai tempi del golpe Monti-Napolitano, il modo di aggiustare i conti peggiorando le condizioni di vita degli schiavi. La maggior parte dei quali è quella che le tasse le ha sempre pagate.

Resta solo un dubbio sul paracadute della ricchezza privata: quanta (e di chi) è quella fruibile e quanta (e di chi) è ben custodita al riparo dagli artigli dello stato. Questione di "classe". Poi dicono che non ci sono più e che forse non ci sono mai state ...
#6963
Storia / Re:Marx utopico ed Hitler distopico
15 Giugno 2019, 09:34:54 AM
Anche un approccio elementare alla questione richiederebbe almeno un raffronto tra "Manifesto del partito comunista" e "main Kampf". Se invece vogliamo limitarci all'aspetto storico della questione i fascismi sono nati come risposta alle rivoluzioni socialiste. Risposta fallita per decreto dei suoi stessi sponsor ormai consapevoli dei vantaggi del globalismo e delle forme vuote di potere, ma ricche di retorica conservatrice, del sistema parlamentare liberal-liberista. Tolta l'ideologia dello sponsor capitalista resta solo ciarpame razzista-militarista che comunque continua a trarre nutrimento dalle contraddizioni della società capitalistica e del suo sviluppo. Esso è tollerato e, nei casi di crisi del Mercato estremi ancora foraggiato, in quanto diversivo utile a perpetuarne il potere
#6964
Citazione di: odradek il 13 Giugno 2019, 23:03:35 PM
O:
Ora, Ipazia dice giustamente che la coscienza di classe è concetto "del tutto ignoto a Mamma natura".

o:
no, è perfettamente in natura. Lotta di sopravvivenza intraspecifica.  E' il trionfo della lotta di classe speci come classi;se hai tanta fantasia da immaginare il cinemashow di severino puoi anche immaginare i ceti sociali come classi animali, se puoi immaginare di saltare qua e la da un fotogramma puoi anche farlo con le speci e le classi sociali; se hai la sufficiente elasticità mentale per digerire parmenide e severino che vuoi che sia questo piccolo salto) la natura.
Lotta di cani tra cani, o tra maiali, scegli tu l'immagine che preferisci e lascia perdere Ipazia che non è che debba esser crocifissa per una scivolata che gli scappa ogni tanto.

Mi auguro sia solo uno scivolone parodistico verso il più becero sociodarwinismo (di O, non di o) che assimilerebbe il padrone all'animale più idoneo della zooantropologia. Altrimenti non si spiegherebbe la sviolinata a davintro nella discussione sull'etica e le accuse infamanti di meme nazista e sociodarwinismo contenute nello stesso post alla fine.


CitazioneO:
Ma, mi chiedo, quei pensatori che hanno solo e sempre ricondotto il marxismo a "struttura che determina la sovrastruttura" (dimenticando allegramente il fondamentale "in ultima istanza), e che lo hanno solo e sempre qualificato come scienza "dura", che coscienza hanno avuto che vi sono fondamentali parti
del pensiero di Marx che sono "del tutto ignote a Mamma natura"?

o:
ti è piaciuto così tanto quello scivolone che adesso lo ciclostilerai di post in post.
Se quello di Ipazia rimane uno scivolone teorico (dovuto ad affrettatezza dialettica ed all'affetto che prova per il suo cagnolino) il tuo invece è un rimaneggiamento strumentale, come al solito gesuitico (intendendo con gesuitico subdolo negli intenti e nelle argomentazioni)  delle più infime posizione alla Spenceriane.

L'unico scivolone è quello dei miei cagnoloni che si scomp rotolano sul tappeto dalle risate. Dalla "dialettica della natura" di Engels fino al famigerato diamat lissenko-stalinista vi è stato in effetti una ideologizzazione socialdarwinista della teoria della rivoluzione e della dialettica storica messa in movimento dalla lotta di classe incessante. Tale scivolone è dovuto probabilmente alla semplificazione della dottrina ad  usum vili, poco coerente con la mission comunista e pure con la realtà storica che giustamente l'ha bacchettata fino al dileggio. In tale inaccettabile semplificazione non è  caduto Gramsci e tutta la corrente neomarxista che ha individuato nell'autonomia del politico (coscienza di classe), il grimaldello per decostruire la dominante retorica naturalista sociodarwiniana liberal-liberista.

Gli istituti (privatizzazione del suolo, riduzione in schiavitù di grandi masse umane) su cui si regge l'edificazione classista della società e la risposta dialettica delle classi oppresse non hanno nulla di naturalistico e fin dall'epoca degli antichi numi ci sono volute dose massicce di nomos ideologico per reggere tale asimmetria sociale, e in aggiunta molta tecnoscienza per giustificarla e controllarla. Cosa che ai miei cagnoloni, normati da mamma natura, è stata risparmiata. L'unica alterazione del loro status è la domesticazione, ma il risultato, in termini di do ut des è assai più equilibrato. Tant'è che guardandoli bene negli occhi scodinzolanti, dopo il ritorno dal mio cartellino mi chiedo: ma tra noi chi è schiavo di chi ? E chi lo è di più ?

Non vi è un Marx1 della soggettività e un Marx2 dell'oggettività farlocca. Vi è un Marx che tiene ben distinto l'andamento storicistico oggettivo delle classi e della loro lotta e l'elemento soggettivo della rivoluzione che non ha nulla di deterministico ma richiede intelligenza umana e forza collettiva che nell'epoca di Marx si configurava storicamente nell'organizzazione sociale "partito". Per quanto tale forma appaia superata non mi pare che i partiti-nonpartiti abbiano molta più capacità di incidere sullo "stato di cose presenti"; ma siamo in una fase in cui la lotta di classe l'hanno vinta i padroni (cit. di un loro teorico) - anno zero per gli schiavi e la politica - per cui ogni opzione è possibile. Incluse quelle dello spontaneismo anticapitalistico comportamentale faidatè che in epoca di vacche magre riesce a sfamare le coscienze di una classe atomizzata*.

L'eterno presente ha comunque risvolti diversi dalla forma merce - metafisicamente intesa - in cui si concretizza l'ideologia dominante o spirito dei tempi che pare incombere su tutto e tutti. Vi è pure un'antica matrice epicurea che in sede filosofica è decisamente più pregnante.

*la fissione della classe antagonista è il più grande risultato "marxista" della tecnoscienza economica capitalistica, rifondata sull'automazione intelligente. I padroni Marx l'hanno sempre letto con molta intelligenza e "coscienza di classe" ed anche per questo continuano ad essere padroni.
#6965
La struttura determina la sovrastruttura perchè la storia umana dimostra che è sempre andata così e continua a funzionare così anche oggi che la struttura è diventata, in termini di prevalente valore economico, un'accozzaglia di titoli tossici. Il marxismo non ha sponsorizzato tale dato storico antropologico ma l'ha semplicemente registrato, classificandolo per giunta "preistoria dell'umanità" al pari del modello sociodarwinista che vi si crogiola dentro e che si inventa spontaneità tutt'altro che spontanee (che vanno dalle alabarde alla bomba atomica). Quindi nessuna mitizzazione da parte di Marx della struttura, a differenza dei ministri del culto economico capitalistico.
#6966
Attualità / Re:I minibot
13 Giugno 2019, 17:55:07 PM
Più aumenta l'autosufficienza nella soddisfazione dei bisogni più diminuisce il potere del signoraggio monetario.
#6967
Attualità / Re:I minibot
13 Giugno 2019, 13:28:16 PM
Citazione di: anthonyi il 13 Giugno 2019, 13:01:57 PM
Giusto baylham, ma non è certo a causa della moneta digitale, tutta la nostra vita dipende dall'elettricità.

Neppure il fotovoltaico stampa moneta. Però potrebbe, enel/Francoforte bypassando, farci dipendere meno da chi - cartacea o digitale - la controlla.
#6968
Citazione di: odradek il 12 Giugno 2019, 19:38:00 PM

paul11:
Si tratta seriamente di capire gli errori e se possibile recuperare qualcosa del pensiero socialcomunista. o almeno del pensiero sociale.

o:
non servirebbe a nulla perchè nel frattempo son cambiate le condizioni sociali e quindi capire gli errori del passato si riduce solo ad un esercizio storico e non politico e nemmeno programmatico.

p.s.: incidentalmente si fa notare che applichi categorie naturalistiche a tematiche sociali, compiendo lo stesso errore dei darwinisti sociali. Lo fai quando dici che il capitalismo ha capacità adattative superiori. Quindi sei in pieno sociodarwinismo, magari a tua insaputa ma ci sei.

Se non lo è l'ideologia lo è il metodo di argomentare. Ed è sul metodo di argomentare che la teoria marxista ha vinto. Ha vinto nell'ermeneutica storica e antropologica che non può prescindere, se vuole avere un barlume di scientificità, dalle condizioni materiali dell'esistenza del contesto studiato. Vincente lo è in maniera sorprendente pure a livello "spirituale", visto che da lì Bergoglio trae i suoi argomenti forti contro l'inumanità capitalistica, mica dal pilatesco "dà a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio" che lascia l'umano nudo e crudo. Non lo aiuta neppure il fondatore vero della sua religione che raccomandava allo schiavo di rispettare il padrone.

Citazione di: Paolo di Tarso"Doveri verso l'autorità – Ognuno sia soggetto alle autorità superiori; poiché non c'è un'autorità che non venga da dio, e quelle che esistono sono costituite da dio. Perciò chi si oppone all'autorità resiste all'ordine stabilito da dio; e coloro che resistono attirano la condanna sopra sé stessi. I magistrati non son di timore per le buone azioni, ma per le cattive. Vuoi tu non aver paura dell'autorità? Diportati bene e riceverai la sua approvazione. Essa è infatti ministra di dio per il tuo bene. Se invece agisci male, temi; non per nulla essa porta la spada: è infatti ministra di dio, esecutrice di giustizia contro chi fa il male. E' necessario, quindi, che siate soggetti, non solo per paura della punizione, ma anche per motivo di coscienza. Per questo dovete anche pagare le imposte: perché sono pubblici funzionari di dio, addetti interamente a tale ufficio. Rendete a tutti quanto è dovuto: a chi l'imposta, l'imposta; a chi la gabella, la gabella; a chi la riverenza, la riverenza; a chi l'onore, l'onore." Paolo di Tarso, lettera ai Romani 13, 1-7

C'è voluto lo spartachismo - altro che naturalismo ! - marxista per ribaltare questa etica tanto cara anche al padrone delle ferriere della finanza, preferibilmente tossica. Eggià, perchè le condizioni sono davvero cambiate e il Palazzo d'Inverno si è diffuso in ogni atomo di plusvalore che popola il Mercato, per cui le vecchie ricette rivoluzionarie non funzionano più, ma dire che all'epoca non funzionarono è quantomeno ingeneroso. Lenin e Mao hanno vinto la loro rivoluzione. Perfino Fidel Castro e Ho Chi Minh, contro una macchina di distruzione capitalistica mica da poco. Stalin ha scavato la fossa alla retorica escatologica del socialismo reale, ma ha vinto pure lui: Stalingrado e la bandiera rossa sul Reichstag in macerie sono mica noccioline della Storia. Hanno perso gli epigoni ma, come diceva Falcone, tutte le cose umane hanno un inizio e una fine. Il socialismo reale è durato appena un po' più della rivoluzione francese, dilazionata da Robespierre alla Comune, che Marx analizzò con grande puntiglio per trovare le ragioni della sconfitta (altro che meccanicismo naturalistico o naturalismo meccanicistico !). Lo fecero anche Lenin e Mao e vinsero la loro  rivoluzione.

Chi invece ha sempre perso è il "rinnegato" Kautsky, dal voto ai crediti della guerra interimperialistica al voto al golpe antipopolare Monti-Napolitano che consegnò una sorprendente bandiera rossa alle camicie verdi (sorpresi loro per primi, ma tutt'altro che spiazzati), fruttificata in un decennio dal 5 al 30% dell'elettorato nazionale. E' quella cultura social-liberista, caporalato subalterno di catene, ad avere sempre perso. Questo dice la storia e conviene farne tesoro perchè dopo Noske c'è sempre un Hitler pronto a raccogliere gli stracci dei compagni caduti, uccisi dal caporale di giornata.
#6969
Storia / Re:Il voto delle donne del 1946
12 Giugno 2019, 15:44:35 PM
Come fecero in Grecia: Prima Costantino poi i colonnelli. Come fecero in Iran contro Mossadek, insediando lo Scià. L'Italia era diventata colonia americana dopo Yalta e Togliatti, che lo sapeva, invitò tutti alla calma dopo l'attentato.
#6970
Citazione di: paul11 il 12 Giugno 2019, 13:47:29 PM
Tutto nasce dal naturalismo dottrinario della teoria dell'evoluzione di Darwin, interpretata e strumentalizzata ideologicamente dall'estrema destra politica .

Fin qui ci siamo. Tutta la bagarre egoismo-altruismo si gioca qui e non a caso si fa pesare la spada di Brenno del padrone delle ferriere sul piatto teorico dell'egoismo.

Citazione
La sinistra storica che si illuse di scegliere anch'essa la strada del naturalismo ai fini comunisti ha perso storicamente già nella fase teorica, nell'interpretazione originaria del concetto soggettività (concetto moderno filosofico)- individuo(concetto sociologico)-individualismo(concetto economico),, etica (nell'ambiguissimo concetto naturalistico).

Qui invece siamo nella serie: cambiando i fattori il prodotto non cambia. E rimane comunque sbajato. Perchè la sinistra marxista ha adottato un'unica categoria concettuale che è quella del materialismo storico, che è filosofico-sociologico-economico nelle ricadute teoriche, ma non nei fondamenti che sono storico-fenomenologici. Nei quali bisogni e desideri giocano un ruolo teoreticamente acquisibile, ma non inscatolabile nella classificazione accademica a compartimenti stagni da te posta. Quanto all'etica della sinistra comunista, essa si concentra sul concetto assai poco naturalistico della "coscienza di classe", del tutto ignoto a mamma Natura.

Che poi sul piano pratico quella sinistra abbia perso è un dato "à la guerre comme à la guerre". Una guerra ancora in corso, ben lungi dall'aver decretato la fine capitalistica della storia.
#6971
Tematiche Filosofiche / Re:sull' etica
11 Giugno 2019, 16:02:31 PM
Citazione di: odradek il 11 Giugno 2019, 14:48:32 PM
citazione o:
Un sistema fisicista si basa sulle risultanze della ricerca  scientifica (o in ogni caso non ne può prescindere) e le conclusioni dell' etologia son quelle che sono...intendendo totale esclusione di ogni motivazione affettiva o etica o morale ritenuta inesistente.

Si lo sò. E una precisa ideologia della scienza che nei tempi passati veniva definita meccanicismo e più recentemente scientismo. La quale ritiene che nel m(e/a)cchinismo rientri anche l'umano, mosso da sostanze chimiche, necessità biologiche e, ai piani superiori, un assoluto egoismo.

Questa corrente di pensiero può aver pure scritto tanti libri e considerare antiscientifici naturalisti come Celli, Mainardi, Fossey e chiunque si azzardi a cercare affettività negli animali. E nell'uomo pure, essendo fatto della stessa sostanza fisicista della restante natura per cui ogni eccezione richiederebbe dimostrazioni a non finire. E non vedo proprio perchè secondo il fisicismo si dovrebbe fare tale eccezione (infatti non la fa).

Continuerò, antropocentricamente, a interpretare lo scodinzolare dei miei cani e i loro leccamenti qualcosa di diverso da un riflesso condizionato originato da egoistici stimoli gastrici, visto che si manifesta anche a stomaco pieno, ma allora dovrebbe essere la chimica della digestione, rincorrendo il bastoncino, a comandare secondo il fisicismo.

In ogni caso, sono in buona compagnia.

CitazioneQuindi non potremo mai trovare accordo su motivi etici o morali perchè diverse sono le basi su cui fondiamo l'interpretazione della natura da cui facciamo discendere diverse implicazioni sulle quali basiamo i nostri ragionamenti che andranno a giustificare le posizioni etiche e morali.

Lo penso anch'io. Come ho già detto non fondo giusnaturalisticamente l'etica umana, che piuttosto emerge laddove si contrappone al determinismo naturale, ma presumo che anche sul piano antropologico il mio punto di vista antiscientista e antimacchinista entrerebbe in rotta di collisione col tuo, perchè l'ideologia fisicista ha una sua coerenza interna che tende a metafisicizzare m(e/a)ccanicamente tutta la realtà, antropologia compresa.

Poco male, sarebbe una noia se tutti la pensassimo allo stesso modo e se la scienza diventasse un deposito di dogmi aldilà di quello che può ragionevolmente capire e dimostrare. L'unica cosa non concessa è esplicitare l'idea che chi la pensa diversamente sia un imbecille. Lo spirito e la sostanza del forum nol consente. Ma certamente avrai di meglio da opporre.
#6972
Tematiche Filosofiche / Re:...ciò che vediamo.
11 Giugno 2019, 14:04:58 PM
Citazione di: iano il 11 Giugno 2019, 12:16:20 PM
Ci dovrà pure essere nello spazio delle possibilità un paradosso insuperabile per sua natura , o no?

Paradossi insuperabili ce ne sono un bel po':

1) la nascita dell'universo
2) l'avvento della biologia
3) l'emergere dalla biologia di una sua autocoscienza che
4) finisce con l'interrogarsi sui tre paradossi che precedono

CitazioneSe riusciamo a immaginarlo allora c'è.

Probabilmente ci sarebbe anche se nessuno lo immaginasse

CitazioneParte del mondo è ciò che crediamo esso sia , posto che tale credenza non è mai gratuita anche quando tale ci appare.

Certo, fatti i dovuti distinguo tra cavalli e ippogrifi. Le credenze non sono mai gratuite, neppure quelle dei folli. La scienza, intesa in senso lato come sapere, è nata per rispondere alle bizzarie del reale, per spiegarne razionalmente le fenomenologie.

CitazioneUna credenza intersoggettiva ha più valore, ma resta pur sempre una credenza a cui dobbiamo imparare a dare il giusto valore positivo.

Nessuno ce lo impone. Se abbiamo imparato a dare giusto valore al giudizio intersoggettivo è perchè l'intersoggettività ha una capacità di autocritica e debunking maggiore del giudizio soggettivo. Il valore "positivo" consiste nella asseverazione ripetuta della "credenza" che di verifica in verifica diventa "sapere".

Citazione
La conoscenza si basa sulla nostra capacità di credere , e questo è il nostro paradosso insuperabile e fondante ,  da cui tutto si spiega , o meglio si dispiega compresa la nostra spiritualità , basata che sia sulle visioni o sulla loro negazione, su ciò che vediamo perché vogliamo vedere o su ciò che non vediamo perché non vogliamo vedere.

In politica ed economia funziona effettivamente così, ma nella ricerca scientifica la conoscenza si basa sulla nostra capacità di dimostrare i teoremi e nessuno può permettersi di non vedere quello che ha visto ma non vuole vedere; il che non ha nulla di paradossale ed è pienamente in linea col funzionamento della natura. Il topolino che impara ad azionare la leva che gli procura il cibo non si limita a credere, ma sa. E quando lo sperimentatore cambia le regole del gioco il topolino impara presto a sapere che quello che credeva prima non vale più.
#6973
Tematiche Filosofiche / Re:sull' etica
11 Giugno 2019, 10:48:19 AM
Citazione di: odradek il 10 Giugno 2019, 23:34:13 PM
L'esempio della leonessa che hai citato recava la parolina magica "sorella".
La leonessa allatta i cuccioli della sorella, e lascio fare a te i calcoli di quanto patrimonio genetico abbiano in comune cucciolo e "zia" nutrice.

Vale anche per la cagnetta che allatta il capriolo ?

CitazioneDiane Fossey c'ha sicuramente lasciato la pelle per motivi altruistici ma non ci sono osservazioni di gorilla morti sul campo per "difendere" il gruppo.

Digit dice che non è vero.
#6974
Tematiche Filosofiche / Re:...ciò che vediamo.
11 Giugno 2019, 10:31:38 AM
La cosa più incomprensibile dell'universo è l'emergere di una mente che cerchi di comprenderlo. Però esiste e dobbiamo prenderne atto. Col che inizia la discesa: decisamente meno faticosa, ma attenzione ai precipizi. Le ali che possediamo non sono tarate sulla forza di gravità del reale.
#6975
Tematiche Filosofiche / Re:sull' etica
11 Giugno 2019, 10:03:33 AM
Il "successo evolutivo" umano dipende dal fatto banale che non si è limitato a zanne, artigli, dimensioni corporee, habitat particolari, semplicità riproduttiva (virus), ma ha "drogato" l'evoluzione naturale grazie ad una facoltà emergente dalla stessa che gli ha permesso di supplire ad abundantiam alle sue carenze biologiche. Tale successo non è valutabile usando esclusivamente le categorie dell'adattamento darwinistico t.q. ma solo introducendo un elemento culturale non trattato da Darwin che si è limitato alla sfera naturalistica rendendo grandi servigi alla scienza in termini di superamento delle impostazioni idealistiche antropomorfiche.

Fossimo rimasti fermi all'evoluzionismo classico staremmo sugli alberi a mangiar banane predati da quegli stessi carnivori che invece sono diventati, per motivi assai meno nobili della sopravvivenza se non in casi minori di legittima difesa, le nostre attuali prede. Ignominia che un'etica umana di impronta naturalistica ci sta aiutando a superare (caccia sportiva, trofei e pellicce).

Dal periodo precedente risulta evidente che non sposo integralmente alcuna ipotesi giusnaturalistica ne intendo fondare l'etica umana su un'etica naturale di cui, come per i numi di Epicuro, sappiamo poco o nulla. Ma quel poco che sa chiunque abbia avuto per studio, allevamento o affezione contatti diretti e prolungati con animali sa che non si riduce tutto a "zanne e artigli"

Intenderei pertanto proseguire il cammino sulla specificità dell'etica umana, radicata nei limiti che la natura le impone ma capace, come il cavaliere del "settimo sigillo" di giocarseli a scacchi modificando, a suo favore, il mondo che lo circonda e il fato che vi incombe. Un mondo antropologico in cui separare l'individuo dal branco, l'egoistico dall'altruistico, appartiene più al contesto del bias ideologico che della scienza. Senza con ciò voler negare il "bene assoluto incontrovertibile !" del vivente che è la sua vita individuale, ma sottolineando il fatto che questo santo graal - nella dimensione antropologica che qui trattiamo, decentemente conoscendola - va riempito del vino della socialità per essere goduto fino in fondo. Ed è a questo punto che nasce l'etica.