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Messaggi - Ipazia

#6991
Tematiche Filosofiche / Re:Etica e neuroscienze.
05 Giugno 2019, 14:14:33 PM
L'ontogenesi dell'etica è scritta nel suo nome: ethos technè. Tecnica del (buon) posto dove vivere. Tecnica sociale perchè hs è animale sociale. Ethos è ambiente: naturale e antropico. Questi sono gli ingredienti del frullato, senza necessità di alcun ingrediente trascendente, ma di molta buona filosofia che sappia riempire di significato e valore il vivere umano, die Lebenswelt.
#6992
Tematiche Filosofiche / Re:L'egualitarismo
05 Giugno 2019, 06:46:33 AM
Citazione di: viator il 04 Giugno 2019, 22:00:04 PM
Salve Ipazia. Come credo avrai già notato, io sono profondamente antiegualitarista. L'egualitarismo è un candida quanto dissennata utopia di parecchi vivi.
E' da morti invece che l'egualitarismo si realizzerà infine privo di ogni genere di nocive od illusorie conseguenze.
Vedi bene che sono i vivi che solitamente si accaniscono a voler differenziare i propri morti.
Quindi hai ragione : "Davvero gran cosa la morte. Non ci fosse, bisognerebbe inventarla". Saluti.

Lasciando i morti alla loro egualitaria dissoluzione rispondo qui. L'inegualitarismo astratto è una brutta bestia metafisica che finisce col negare se stessa perchè nella sua ansia di ineguaglianza finisce col livellare l'umanità secondo la classe, etnia, fede, colore della pelle, professione di appartenenza. Volendo differenziare finisce col livellare nel più inumano dei modi.

L'egualitarismo declinato nel paradigma marxista citato nel post di apertura tiene invece conto delle differenze individuali che risolve in una eguaglianza di diritti, non di carattere, riconosciuto nella sua peculiarità individuale e sociale di bisogni e capacità. Cui tocca al principio di realtà limare gli eccessi, non ad un cane da guardia del potere con la frusta: letterale, giuridica, economica o metafisica pregiudiziale.
#6993
'A Livella
...
'Nu rre, 'nu maggistrato, 'nu grand'ommo,
trasenno stu canciello ha fatt'o punto
c'ha perzo tutto, 'a vita e pure 'o nomme:
tu nu t'hè fatto ancora chistu cunto?

Perciò, stamme a ssenti... nun fa o restivo,
suppuorteme vicino-che te 'mporta?
Sti ppagliacciate 'e ffanno sulo 'e vive:
nuje simmo serie... appartenimmo à morte!
"
#6994
Tematiche Filosofiche / Re:...ciò che vediamo.
04 Giugno 2019, 21:02:36 PM
Citazione di: iano il 04 Giugno 2019, 20:42:09 PM
Per quanto riguarda Saramago mi pare che la cecità visiva sia una metafora della cecità umana, come dire che non possiamo fare proprio a meno delle metafore visive.

Perchè ci salvano anche dalla cecità morale. Direi che proprio sullo "spirituale", collegato al venir meno collettivo della vista, Saramago affondi il coltello con rara efficacia.
#6995
Tematiche Filosofiche / Re:...ciò che vediamo.
04 Giugno 2019, 18:33:11 PM
Citazione di: iano il 04 Giugno 2019, 18:19:12 PM
Possiamo immaginare nel campo spirituale un percorso parallelo?

Finora i percorsi paralleli spirituali non è che abbiano dato gran prova di sè e quanto sia devastante non potersi servire dei sensi creati dalla natura lo racconta bene "Cecità" di Saramago.
#6996
Tematiche Filosofiche / Re:Etica e neuroscienze.
04 Giugno 2019, 16:54:46 PM
Citazione di: odradek il 04 Giugno 2019, 15:34:36 PM
Quindi, sarebbero più le difficoltà nell' immaginare un Dio matematico od un Dio filosofico ?

Direi filosofico, se il "Bene" appartiene al Dio filosofico

CitazioneNon è questione soltanto di interpretazione. Il fatto, ripetendomi, è che :
a-la natura segue modelli di ottimizzazione (a cui è giunta tramite processi evolutivi)  
b-la matematica (per altre vie) ha individuato, e continua a ricercare, modelli di ottimizzazione (una tra le sue discipline).
c-questi modelli coincidono, la "magia" è quella.

L'assist naturale logaritmico lo pone già la suddivisione armonica del monocordo pitagorico, insieme ad un'infinità di altri esempi riportati nel link, ben più antichi della rigorosa formalizzazione che ne diede Napier. I modelli di ottimizzazione naturale seguono una loro logica (la cella delle api, economia di materiale: minimi quadrati; la crescita logaritmica della conchiglia a spirale in funzione della crescità logaritmica volumetrica dell'abitante, ...) che poi i matematici formalizzeranno, procedendo da metodi geometrico-analogici a formule sempre più astratte, inventando le funzioni che meglio si adattano al fenomeno naturale indagato. Inclusi alcuni calcoli jolly, tipo logaritmi, esponenziali, differenziali e integrali. Il tutto agevolato da una lavagna mentale ottimale come le assi cartesiane dove gli animali matematici sguazzano felicemente.

La relazione tra logaritmi armonici del monocordo pitagorico rimanda ai logaritmi dell'apparato uditivo umano che a sua volta rimanda all'apparato intellettivo che ne trae le somme "logiche". Mi pare che la "magia" - se proprio vogliamo chiamarla tale - stia tutta qua.
#6997
Nonostante la scritta rossa minacciosa penso sia proprio questo il post(o) giusto per la mia riflessione. Che è sulla morte ma anche sul cimitero, un luogo matericamente concreto in cui la spiritualità atea, a contatto diretto con l'effimero della vita, si può liberamente involare.

Innanzitutto in un'epoca di nonluoghi deliranti il cimitero conserva la sua incorruttibile qualità di luogo. E non è poco. Il memento mori, comunque declinato, merita sempre il massimo rispetto. Pure l'eredità cristiana del cimitero, cui non contribuirò perchè mi farò cremare.

Il cimitero monumentale della mia città è rappresentativo del meglio che essa vorrebbe essere: pulito, piante ben curate, aree di rispetto adeguate a tenere lontano il baccano metropolitano. Bello da vivere e invitante ad abitarci. L'interno è elegante con discrezione, geometrico, senza sfarzi baroccheggianti nemmeno nelle cappelle degli aristocratici che hanno popolato di splendide ville palladiane i colli e le valli circostanti. Sobrio come si addice al capoluogo di una provincia più ricca della Grecia, che ha saputo resistere a guerre, crisi economiche e mafie finanziarie che l'hanno ingiuriata assai ma non sono (ancora) riuscite ad abbatterla. Una provincia laboriosa con aree di geniale eccellenza dove si brevettano prodotti che non temono la Cina. Invecchiando ho imparato ad apprezzare questa ex sagrestia d'Italia per la sua concretezza a prova perfino del costante malgoverno di centrodestra e centrosinistra che completa il quartetto dei cavalieri dell'Apocalisse a cui riesce a sopravvivere.

Il cimitero è ubicato tra la mia abitazione e il parcheggio dove tengo l'auto, lungo una strada per metà pedonale che costeggia le sue mure per cui mi capita di passarci spesso e talvolta, anche se so che non ha alcun recondito significato, mi rifugio al suo interno per controllare lo stato della tomba di mia madre. Viene davvero voglia di restarci là dentro, tra quelle piante rigogliose di primavera frequentate da uccelli e cinguettii. Tra quegli umani, silenziosi e uguali, anche laddove qualche cappella di famiglia lascia intuire una differenza che, come dice il sommo poeta della Livella, ormai non vale più nulla. Soprattutto sorprende la mitezza di questi umani. La morte redime anche i peggiori tra loro, i delinquenti non per circostanze ma nell'anima, i cattivi e rissosi di natura. Anche loro tranquilli che proprio non riesci a distinguerli dai loro vicini più miti e pacifici in vita. Davvero gran cosa la morte. Non ci fosse, bisognerebbe inventarla e il cimitero che la contiene si trasfigura in città ideale, nell'armonia che al mondo dei vivi è negata.
#6998
Tematiche Filosofiche / Re:Etica e neuroscienze.
04 Giugno 2019, 13:27:22 PM
Citazione di: paul11 il 04 Giugno 2019, 00:58:44 AM

paul11
Ma apre un'altra aporia il formalismo logico matematico, quella stessa denuncia della crisi della scienza positivista di fine ottocento inizi novecento, la cui origine Husserl indica in Galileo, nella "matematizzazione delle scienze" dichiarata da Heidegger, nella netta separazione fra scienza e filosofia, che nonostante le scoperte e invenzioni della tecnica scientifca, separa conoscenza e umanità, perdendo il senso "del mondo della vita". Quindi la forma e i formalismi non possono neppure esssi pervenire ad un orizzonte di senso della vita umana, anzi.

o:
Il formalismo logico matematico non apre nessuna aporia in nessun campo perchè non serve a dar senso alla vita, o a fornire risposte di tipo psicologico o filosofico.
Il formalismo logico matematico serve a dar conto della conformità (si\no conforme-non conforme) che gli enunciati hanno rispetto alle regole di inferenza logica, ed in quell' ambito viene utilizzato.

Le aporie nascono quando lo si voglia intendere in altra maniera che non sia quella per cui è stato "creato" (simbolizzato graficamente) o lo si voglia attribuire ad una corrente di pensiero per svalutare la corrente medesima, attribuendogli assunzioni non corrispondenti.  


Nel momento in cui si pensa che il mondo possa essa tradotto segnicamente in matematica ed aritmetica, noi cominciamo culturalmente a ragionare in quel modo e pensiamo che validare e giustifcare passi per l'oggettivazione dei fenomeni.Tutta la scienza moderna è costruita sul fondamento matematico, non c'è nemmno fisica che tenga senza calcolo. ma ciò che è ancora più importante  avviene nella separazione fra soggetto conoscitivo e oggetto di indagine, dove la metodica spersonalizza il soggetto e amplifica l'oggetto. la ricaduta culturale è l'oggettivazione anche dell'uomo a sua volta fonte di indagine come se fosse cosa perdendo quindi tutto "il mondo delal vita" a partire dalla coscienza intenzionale.

Ma ciò che è ancora più importante è l'incapacità dei filosofi di contrapporsi efficacemente alla "spersonalizzazione", supini e subalterni alla forza del calcolo soprattutto quando è un calcolo monetario. Uno che non aveva paura della forza calcolante della scienza e la apprezzava moltissimo, K.Marx, non si fece certo scrupolo quando si trattò di mettere a nudo le oscenità del calcolo economico. E' quel tipo di filosofi che ci può salvare dalla calcolabilità alienante delle coscienze. Per il resto la scienza, quando è cono-scienza e non ideologia di dominio mascherata, fa bene a calcolare, perchè è solo sulla precisione dei suoi calcoli che possiamo aver fede quando saliamo su un aeroplano.

Sul resto concordo pienamente con odradek: che ci importa sapere se la natura ha un linguaggio e se questo è la matematica ? Vogliamo vederci a tutti i costi un disegno intelligente ?

Uscendo dall'illusionalità, cosa cambia se consideriamo l'evoluzione matematica umana un utile strumento di interpretazione e manipolazione della realtà - senza troppe complicazioni ermeneutiche - fosse pure il risultato di un mero accidente evolutivo ?

L'importante più importante mi pare sia gestire al meglio questa facoltà, non lasciarsi strumentalizzare dai giochi di potere mascherati da "oggettività" che intorno ad essa si fanno e si son fatti fin da tempi degli astrologi e maghi (quelli moderni peggio degli antichi), e capire in maniera trasparentemente scientifica come svilupparla e farla fruttare all'interno di un contesto valoriale che rimane esclusivo dominio del pensiero filosofico.
#6999
Tematiche Filosofiche / Re:Etica e neuroscienze.
03 Giugno 2019, 14:33:29 PM
Eggià  :) peccato che i tuoi link non permettano una ricerca testuale  :( . Ma vedrò di provvedere ugualmente.
#7000
Tematiche Filosofiche / Re:Etica e neuroscienze.
03 Giugno 2019, 09:12:02 AM
Citazione di: odradek il 02 Giugno 2019, 14:41:29 PM

Per chi non abbia carta e libri, i riferimenti stanno qua sotto. Sono traduzioni in "linguaggio moderno" e non di 400 anni fa, quindi leggibili da chiunque.

https://unisafilosofiateoreticaonline.files.wordpress.com/2014/01/aristotele-organon.pdf
https://unisafilosofiateoreticaonline.files.wordpress.com/2014/01/aristotele-opere-vol-1.pdf
https://unisafilosofiateoreticaonline.files.wordpress.com/2014/01/aristotele-opere-vol-2.pdf

Capisco che non sia accettabile il rifiuto di fronte ad una paginetta di link, ma mi pare eccessivo anche linkare 1000 e rotte pagine per poter discutere della causalità aristotelica. Se davintro conosce così a fondo Aristotele sarà un piacere seguire il dibattito, risparmiandosi la lettura del malloppone. Altrimenti la vedo dura. Per parte mia trovo che le quattro cause aristoteliche funzionino benissimo per contrastare lo strabismo tanto deterministico che finalistico delle opposte dottrine moderne, dosando sapientemente entrambi gli ingredienti. Se è pure il percorso aristotelico, chapeau. (Non tanto perchè la pensa come me, ma perchè quel pensiero mantiene la sua fecondità a distanza di quasi 2 millenni e mezzo.) Se invece aveva tutt'altre premesse e significati, sono propria curiosa di venirlo a sapere. Linkare opera e pagina, please.

Citazione di: davintro il 02 Giugno 2019, 01:47:19 AM
E l'idea di "statua", lungi dall'essere un'astrazione, è concretissimo fattore ontologico che impone al marmo un determinato modo d'essere, che non avrebbe fintanto che resta blocco appena estratto dalla cava, già solo per la differenza, fenomenologicamente registrabile, tra un vissuto che l'osservazione di una statua produce in me rispetto all'esperienza di un semplice blocco. Se le differenze formali fossero solo astrazioni, in contrapposizione con la concretezza materiale del marmo, come potrebbero incidere, performativamente, sullo stato d'animo, sulle esperienze soggettive di una coscienza che ne fa esperienza?

Potrebbero farlo anche a partire da una semplice astrazione, la quale è piuttosto una complessa catena analogica di pensieri alla fine della quale talvolta vi è un'illuminazione "performativa". In ciò - cospargendomi il capo di cenere per l'ermeneutica faidate - io vedo la genialità aristotelica della causa formale come snodo di passaggio tra determinismo naturale e finalismo antropologico. Ripreso da Marx nel confronto tra l'ape e l'architetto nel "Capitale". Chiusa parentesi. Largo all'ermeneutica seria.
.
#7001
Tematiche Filosofiche / Re:Materia e sostanza
03 Giugno 2019, 08:44:28 AM
Citazione di: odradek il 02 Giugno 2019, 18:12:01 PM
Vi domando : secondo voi esistono idee prive di qualsiasi effetto ? Saluti.

A domanda secca risposta secca.  
No, secondo me non esistono idee prive di qualsiasi effetto.
Giustificare la risposta per fortuna non è stato chiesto  :)  ma nel caso potrei provare a farlo. Ci vorrebbe molto tempo e tante obiezioni, tantissime.

Concordo, ma in quelle interminabili deduzioni e controdeduzioni, selve oscure e radure luminose, si spalancano le enormi praterie dell'universo antropologico. Che vale la pena di visitare e conoscere, perchè è il nostro più prossimo universo.
#7002
Tematiche Filosofiche / Re:Materia e sostanza
03 Giugno 2019, 08:25:05 AM
Citazione di: 0xdeadbeef il 02 Giugno 2019, 19:58:14 PM
Citazione di: Ipazia il 02 Giugno 2019, 14:48:42 PM
Se per economia intendi l'Economics, si tratta di teologia, ovvero "scienza" del Capitale, che come ogni teologia é religione mascherata da scienza.


A Ipazia
No, avviene dappertutto, non solo nell'economia. E si chiama, ripeto, "scientismo", che è
l'estensione indebita ed "ontologizzante" dei principi della scienza ad ogni ambito del vivere.
Naturalmente, e qui mi riallaccio a quanto vado affermando da tempo in questo forum, si tratta
proprio di una autentica religione mascherata da scienza; ma , ed è questo il punto, è solo il
sapere troppe volte definito "favolistico" della filosofia a poterlo e saperlo mostrare.
saluti

Lo scientismo è fallacia simmetrica all'idealismo: ciascuno produttore instancabile di ippogrifi. Il problema non è la filosofia o la scienza ma il pensiero critico che mette in discussione i postulati dati per "incontrovertibili" da una certa dottrina di pensiero. La scienza galileiana ci ha liberato dagli ippogrifi idealistici fondati sul Verbo e l'ipse dixit. Ma nell'anteporre (giustamente) l'universo ad ogni Verbo, il neoplatonico mediceo fiorentino non poteva rinunciare ad un suo verbo, la mathesis universalis, linguaggio dell'universo. E di calcolo in calcolo si è arrivati all'ippogrifo antropofago che (ri)conosce, calcolandolo, il prezzo di tutto e non (ri)conosce il valore di nulla: la "scienza" economica capitalistica, Economics.

Valore è categoria squisitamente filosofica, inaccessibile alla mathesis universalis che non è, come affermava Galileo - avendone comunque tutte le ragioni storico dialettiche per affermarlo contro il Verbo dominante - il linguaggio ontico dell'universo, ma il linguaggio epistemologico con cui l'antropologico lo legge e fa parlare (le "leggi naturali"). Sul valore la filosofia riprende il suo spazio che la scienza calcolante insidia non direttamente ma attraverso il cappello metafisico che lo scientismo le impone. Quindi sempre nel campo "filosofico" ci troviamo  ;D

In conclusione, pare che il pensiero umano operi, tanto nel conoscere che nel mistificare, secondo un flusso unico di speculazione in cui separare scientifico da filosofico è impresa vana. Meglio affidarsi pertanto ad un pensiero critico che non fa sconti nè al pensiero qualitativo filosofico nè al pensiero quantitativo scientifico quando questi decadono a livelli metafisici fallaci e/o mistificatori. In entrambi i campi è il dubbio metodologico lo strumento elettivo del sapere, la bussola dell'evoluzione sapienziale. Non a caso l'opus magnum di Marx nasce come: "per la critica all'economia politica" del Capitale. Altro che economicismo !
.
#7003
Tematiche Filosofiche / Re:Materia e sostanza
02 Giugno 2019, 14:48:42 PM
Se per economia intendi l'Economics, si tratta di teologia, ovvero "scienza" del Capitale, che come ogni teologia é religione mascherata da scienza.
#7004
Tematiche Filosofiche / Re:Materia e sostanza
01 Giugno 2019, 22:35:15 PM
La scienza non può darci risposte etiche, ma l'etica non può precindere dalle conoscenze scientifiche.
#7005
Tematiche Filosofiche / Re:Etica e neuroscienze.
01 Giugno 2019, 15:00:25 PM
a) il modello causale aristotelico è totalmente antropoformico e presuppone una soggettività intenzionale. Ritengo sia inutilizzabile all'infuori dell'universo antropologico, ma all'interno di esso le quattro cause si incastrano bene.

b) intendevo dire che non può esserci spirito (umano) in assenza di materia su cui esercitarlo,

c) per tale motivo escluderei qualsiasi sintesi a priori astratta dal contesto materiale, ma

d) come giustamente alludi, esistono dei "moduli" che l'evoluzione ha reso "a priori" per via genetica sui quali si implementa la capacità astrattiva, elaborativa, deduttiva dello psichico umano. Kant li descrive nel suo linguaggio epistemologico.

Concordo che ogni grande pensatore in ogni epoca ragiona con gli strumenti gnoseologici di cui dispone e la grandezza consiste appunto nel combinarli al meglio traendone qualcosa di nuovo o consolidando il conosciuto in una formulazione più avanzata.