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Messaggi - Phil

#706
Sul rapporto fra Kant, giudizi estetici e bellezza rimando a questo breve articolo.
Personalmente, credo che la bellezza sia un'esperienza di riconoscenza più che di conoscenza: non ri-conoscenza in senso di anamnesi platonica, quanto piuttosto riconoscenza come asimmetria nel rapporto con l'oggetto bello, un sentirsi "in debito", nel senso di aver "ricevuto" anche quel plus-valore che è appunto la bellezza, assieme alle altre caratteristiche percettive.
Esemplificando: se guardo un quadro ne percepisco colori, forme, etc. se guardo un bel quadro, oltre a percepirne colori, forme, etc. ne ricevo anche un input di bellezza che, nella sua piacevolezza, mi porta ad essere riconoscente verso l'oggetto, "grato" dell'esperienza vissuta, di quella gratitudine che in generale costituisce un legame piacevole con ciò verso cui si è grati per averci dato in più qualcosa di bello.
In fondo, anche nei rapporti umani la gratitudine è talvolta connessa a qualcosa di "bello", magari un bel gesto, ricevuto da qualcuno; nel caso del rapporto con l'oggetto, l'intrecciarsi di fascinazione e gratitudine è ancora più "pura", in virtù dell'impossibilità del ponderare di "restituire" il plus-valore a ciò che lo produce.
#707
Per mettere un po' a fuoco (sperando che non sia "a ferro e fuoco") il secondo Wittgenstein e il suddetto tertium, ossia l'analisi/comprensione del linguaggio in azione senza ingessarsi nella logica ma nemmeno incantarsi nel "mistico", segnalo i capitoli 9 e 10 (pp. 29-37) del testo a questo link (premetto che gli altri capitoli non li ho letti).

P.s.
Grazie per l'apprezzamento Alberto, ma più che preparazione sono vaghi ricordi... e ciò detto, mi scuso ancora per l'offtopic neopositivista in un topic che si interroga(va) sulla morte nella sezione spiritualità.
#708
Citazione di: Ipazia il 25 Novembre 2022, 21:41:31 PMChe il neopositivismo si sia spostato sul piano della formalizzazione comunicativa è assolutamente funzionale al suo motore economico relativista "perverso polimorfo".
Non "sporcherei" anche Wittgenstein e il neopositivismo filosofico con l'economia; il passaggio ad una filosofia del linguaggio meno rigida del formalismo logico del Tractatus e più adeguata all'analisi della società è anzitutto un'esigenza metodologica che nasce dall'incompatibilità del logicismo con la complessità delle dinamiche comunicative. Per questo l'avvento di un "secondo Wittgenstein", considerando l'"ascetica" rigidità del primo, era inevitabile.
Citazione di: Ipazia il 25 Novembre 2022, 21:41:31 PMNel Tractatus, LW sonda altre prospettive (da 6.41 a 7.0), inclusa la morte.
Non le sonda, le riconosce come illogiche espellendole di fatto, seppur con accademica diplomazia (v. 6.423), dalla sua utopia logicista.
Citazione di: Ipazia il 25 Novembre 2022, 21:41:31 PMOltre al trascendentale etico, inesorabilmente dualistico rispetto al logos-natura, attraversato da magheggi semantici che fanno parte del gioco ("etica ed estetica pari sono").
Non si tratta di "magheggi semantici", bensì di rigorose conseguenze logiche dell'impianto del Tractatus (nessun testo è forse più privo di magheggi di questo). Ciò illustra bene perché citare tale testo disinibitamente sia spesso un'arma a doppio taglio: si dà una rasoiata alla metafisica, ma, al contempo ed inevitabilmente, si dà anche una rasoiata alla possibilità di fondare un'etica e persino di distinguerla adeguatamente da un'estetica (che, in un certo senso, è un accostamento meno blasfemo di quanto possa sembrare, ma questa è un'altra storia su cui in passato mi sono già dilungato sin troppo). Quanto tale distinzione sia pragmaticamente, culturalmente e socialmente necessaria, lo dimostra, appunto, il "ravvedimento" del "secondo Wittgenstein"; sicuramente meno citabile, più articolato, ma anche più analitico della realtà umana "autentica", sia linguistica che interpersonale.
#709
Citazione di: Ipazia il 25 Novembre 2022, 18:28:46 PMUn dualismo epistemicamente maturo insegna (LW) a discriminare il dominio della logica da quello del "mistico", terra di nessuno da nessuno alienabile e colonizzabile. Ma da tutti esperibile nell'intimo della propria incorrotta (lo so che è un azzardo) sensibilità.
Non vorrei diventasse un topic su Wittgenstein, ma l'autore non è un dualista ragione/fede, non è né un medievale né Pascal; non a caso ho citato i suoi "giochi linguistici" (e gli sviluppi neopositivistici) che non sono né algebriche tavole di verità né mistico indicibile. La filosofia del linguaggio, del detto e del dicibile, si gioca tutta su questo tertium, semantico ma non mistico, come (di)mostra tutto il novecento in veste di "sintesi psicoanalitico-sociologica" delle istanze dei secoli precedenti.
#710
Postilla off topic: il Tractatus può anche essere trattato come un "breviario per razionalisti" da cui (as)trarre citazioni alla bisogna (suo malgrado, si presta a farlo); tuttavia va sempre ricordato che Wittgenstein stesso è andato oltre il suo Tractatus (ha saputo "gettar via la scala", v. ivi 6.54) così come il positivismo logico, nel frattempo, ha avuto il suo decorso storico. Nel passaggio dal logicismo ai "giochi linguistici" di Wittgenstein sta il passaggio dalla sintassi alla semantica, dal matematicismo all'antropologia (linguistica). Se siamo nella sezione spiritualità, mi pare sia un passaggio quasi doveroso per restare nella "logica" della sezione (passaggio di cui, lo ammetto, non sono certo stato un buon esempio nei miei interventi precedenti).
#711
Qui l'elenco delle agevolazioni è più "paritario", comprende anche il vestito dello sposo, il servizio fotografico e vengono elencati i requisiti per averne diritto.
Senza indugiare in estemporanee battute sul procacciare clienti ai mercanti nel tempio o sull'imprescindibilità di un servizio fotografico nell'era degli smartphone, se lo scopo è un astuto cerchiobottismo economico e sociale (come si addice, in generale, a un governo smaliziato), ossia incentivare l'introito, con annessa tassazione e occupazione, di un determinato circuito di settore (ristoranti, fiorai, fotografi, abbigliamento, etc.) e al contempo accogliere le aspirazioni (se non addirittura "i diritti", direbbe qualcuno) dei meno abbienti, trovo solo un po' opinabile il paletto dell'essere "under 35". Forse si teme un'ondata di fiori d'arancio oltre la copertura del bonus e, nel dubbio, si preferirebbe dare la precedenza ai più giovani, per evitare "nozze riparatrici" di "over 35" con figli già all'università? Ci può stare, ma è anche vero che, facendo i conti della serva, se qualcuno, giovane o vecchio, ha l'Isee richiesto, il costo di un matrimonio può risultare comunque impegnativo anche se poi detrae il 20% spalmato in 5 anni, poiché nell'anno della spesa ammortizza solo il 4% (se non ho frainteso). Se si mettesse l'asticella dell'età un po' più in altro forse più coppie (troppe?) potrebbero sancire il possibile successo dell'iniziativa (parlo qui di strategia, non di approvazione e/o condivisione di ideali), sentendosi spinte a "regolarizzarsi" (come si dice per i migranti... una battutaccia dovevo pur farla).
#713
Percorsi ed Esperienze / Re: Il "pacco" del pacco!
18 Novembre 2022, 10:24:16 AM
L'indirizzo iheader .org.uk (metto lo spazio per evitare risulti un link) sembra essere un mail exchanger che, come detto, fa da "sponda" per l'invio di mail; è gestito da una società tedesca (Contabo) che, fornendo il servizio di invio, suppongo non abbia il controllo di come venga usato (contenuto mail, finalità, etc.). Di fatto, l'ip di iheader. org.uk (161.97.75.115) pare sia stato inserito in una (sola) blacklist (UCEPROTECTL3), quindi qualcuno li ha già segnalati.
#714
Percorsi ed Esperienze / Re: Il "pacco" del pacco!
17 Novembre 2022, 19:08:18 PM
Ad occhio, direi che già il lucchetto rosso (indice di una corrispondenza non criptata) non è buon segno, ma è anche vero che, ad esempio, oltre a Brt anche la Tim manda talvolta comunicazioni "d'ufficio" non cifrate. Molto più sintomatico invece l'indirizzo (quello compreso fra "<" e ">") che compare dopo il nome: una serie alfanumerica sospettamente lunga e poco "user friendly" che non credo sia la prassi di Brt.
Cliccando sulla freccina a destra di «a me» si hanno ulteriori informazioni sul mittente, e l'indirizzo potrebbe anche non corrispondere con il suddetto codice alfanumerico, se l'invio ha "fatto sponda" su un server (magari interno all'azienda o di quelli per le mailing list), magari non ha a che fare con Brt ma dice qualcosa in più dello spammatore .
#715
Percorsi ed Esperienze / Re: OPINIONI E VERITA'
12 Novembre 2022, 19:15:19 PM
Al livello sensoriale, le percezioni sono a loro modo le opinioni che abbiamo del mondo sensibile; non scegliamo di percepire una corrente d'aria come fredda, un paesaggio come maestoso, un suono come inquietante, etc. ciò non significa che tali "opinioni sensoriali" siano assolutamente veritiere, ma il loro formarsi è quantomeno spontaneo e la loro esperienza molto persuasiva per chi la vive. Fanno parte di meccanismi ricettivi reattivi e, in un certo senso, analitici (prima di assurgere a sintetici), che gestiscono il nostro stare nel mondo.
Le opinioni cognitive (forse non è il termine più esatto) credo abbiano una genesi similmente spontanea, poiché la valutazione, in prima battuta opinabile, dell'ambiente circostante, coadiuvata dalla sua percezione, è un moto primordiale di adattamento e sopravvivenza. Di sicuro ci sono meccanismi psicologici alla base dell'insorgere di un'opinione (d'altronde non siamo "tabule rase" né geneticamente, né cognitivamente, né psicologicamente), tuttavia in virtù della capacita di "auto-manipolarsi" dell'uomo («educarsi», direbbe qualcuno), è possibile modificare i propri processi di opinione e persino addestrarsi ad essere "presenti a se stessi" nel momento in cui un'opinione (in)sorge. 
In questo sta la principale discriminante rispetto ai sensi: se tocco un pezzo di ghiaccio, nessuno potrà farmi sentire che è caldo, mentre se leggo l'articolo di un giornale (o una lettera?) la mia opinione in merito, nella suo spontaneo manifestarsi, può poi essere pilotata (dirottata?) da improvvise intuizioni o da influenze altrui, che si sommano a tutte le intuizioni e condizionamenti che hanno "programmato" la spontaneità delle mie opinioni correlate a quel tipo di input.
L'io è in fondo una risultante dinamica di interazione con gli altri e con il mondo; l'io è anche, a suo modo, l'opinione che ognuno ha di sé, e come ogni opinione può essere manipolata, da se stessi o dagli altri (ne consegue che l'io, essendo un'opinione, non è dunque la verità, non è "vero"? Buddha sorriderebbe al riguardo, ma un vigile che ci chiedesse i documenti sorriderebbe molto meno).
In un certo senso, le opinioni, nel loro poter essere mutevoli, possono ben assecondare la mutevolezza del reale, possono fungere da ponte verso ciò che ancora non è (molte ipotesi, anche scientifiche, nascono come opinioni) e possono contare addirittura più della realtà, come nel caso della cosiddetta post-verità, in cui l'opinione (pubblica) viene manipolata e consolidata a tal punto da essere considerata vera (ad ulteriore riprova del tabù ideologico che etiche, politiche, culture, etc. sono fondate più su una lettura opinabile della realtà che su assoluti metafisici, fermo restando tutto ciò che, pur essendo pertinente, resta inopinabilmente fisico e materiale).
#716
Se il topic è sull'identità di sinistra, non mi sembra offtopic aver fatto affiorare, in modo (e)sperimentale, come tale identità sia esposta al rischio del "contrattacco a priori e a qualunque costo" e non sia immune al vizio dell'incendiarsi senza prima chiedersi se la presunta scintilla comporti l'esplosione (o invece sia tutto un fenomeno di "autocombustione identitaria"). In caso contrario, mi scuso perché non volevo certo deviare il topic verso destra (figuriamoci), né sto affermando che la destra sia immune a tali rischi, tuttavia qui il "materiale umano" (non essendo il ministro utente attivo del forum) non era di destra.
Per quanto riguarda la "metabolizzazione" scolastica della lettera, lungi da me l'insegnare agli insegnanti come si insegna, ma credo che occasioni come queste, per un docente che non vuole fare politica ma vuole appunto insegnare, siano ghiotte opportunità per dimostrare come la rimozione o l'evitamento del "perturbante" non sia la soluzione al disagio che esso può creare, ma sia possibile affrontarlo ad analizzarlo per acquisire maggiore consapevolezza, di sé e della società che ci circonda. «Affrontarlo» significa leggere la lettera in classe, analizzarne i contenuti, la retorica, le verità/falsità contenute, etc. e se si riesce a farlo senza prendere subito il volo in comizi storico-politici probabilmente la qualità didattica ne guadagna. Qualcuno dirà che leggere la lettera in classe è proprio ciò che "il cattivo" desidera così da poter plagiare le giovani menti, ma mi piace pensare che un docente medio sappia portare avanti l'analisi di un testo (non complessissimo) evitando circonvenzioni di incapace. Se così non fosse, se la lettura di quella lettera produce automaticamente balilla e camerati, meglio tenere quegli studenti lontano da internet finché non avranno acquisito un po' più di filtro critico (il problema non è dunque la lettera, anzi, è ancor più necessario e urgente usarla in modo "guidato" dal docente per costruire filtri critici).
Cosa dice del comunismo la lettera, oltre a ciò che è stato già citato (e liberamente parafrasato) qui? «Il comunismo è stato uno dei grandi protagonisti del ventesimo secolo, nei diversi tempi e luoghi ha assunto forme anche profondamente differenti, e minimizzarne o banalizzarne l'immenso impatto storico sarebbe un grave errore intellettuale. Nasce come una grande utopia: il sogno di una rivoluzione radicale che sradichi l'umanità dai suoi limiti storici e la proietti verso un futuro di uguaglianza, libertà, felicità assolute e perfette. Che la proietti, insomma, verso il paradiso in terra. Ma là dove prevale si converte inevitabilmente in un incubo altrettanto grande: la sua realizzazione concreta comporta ovunque annientamento delle libertà individuali, persecuzioni, povertà, morte» (cit.) Basterebbe questo passo per imbastire una lezione sull'uso della retorica, per poi procedere su come la lettera sappia veicolare una certa prospettiva senza sconfinare in falsità (ok, tranne quella sulla "morte di dio Marx") e senza scoprire troppo il fianco per critiche mirate (quelle di default le lascerei per discorsi meno analitici).
I ninja forse sanno schivare le frecce, ma gli accalappiacani non hanno paura di raccoglierle per capire come funziona l'arco e come difendersene; una scuola "di sinistra" preferirebbe formare ninja, accalappiacani, bersagli deambulanti o ninja che si travestono da accalappiacani (schivando frecce dicendo di non farlo)?
#717
Citazione di: Ipazia il 10 Novembre 2022, 14:10:59 PMDirei piuttosto è la verifica di chi si ostina a guardare il dito e ignorare la Luna. La Luna è che [...]
Eppure chiedevo notizie sul dito, non sulla luna. Proviamo invertendo i ruoli: se mi si chiede dove l'unghia del dito è nera, ma nel rispondere parlo solo della luna nera indicata dal dito, può sorgere il dubbio che l'unghia non sia affatto nera (a prescindere dal fatto che lo sia la luna). Perché non dovrei poter riconoscere semplicemente che l'unghia non è nera? Se mi rifiuto d'ammattere che l'unghia non è nera, come lo è invece magari la luna che essa indica, forse ho problemi a gestire onestamente il rapporto fra nero e realtà (riguardo l'"indistinguismo" esegetico della verità, v. la storiella di un noto pre-marxista, tale Hegel, sulle vacche "nere"...).
Traduco: ho fatto una semplice domanda sul dito (la lettera); il fatto che poi non mi metta a parlare della luna (storia dei conflitti ideologici), prima di aver avuto adeguata risposta alla prima domanda, può essere "menare il can per l'aia" (o questo lo fa chi scappa da domande, o meglio, risposte "perturbanti"?) o può essere che, da inesperto in materia, proseguo ad una seconda domanda solo quando ho avuto risposta alla prima (risposta centrata, non aleatoria).

Citazione di: niko il 10 Novembre 2022, 14:45:04 PMNon ho capito, per te e' piu' GRAVE se spaccio io, che non conto nulla a livello politico, le mie personalissime opinioni di cittadino per verita' o se lo fa un MINISTRO, in un contesto istituzionale, abusando del suo potere?
La gravità non può esser tale se non si sanno prima individuare le falsità che la costituiscono, magari esplicitandole a chi non le trova. Proprio per verificare se il politico stesse spacciando verità o falsità, opinioni estemporanee o argomentazioni solide, ho chiesto limpidamente di indicarmi le falsità, ma non quelle delle sue scelte politiche o della sua ideologia, bensì quelle nella lettera in oggetto. Le risposte non mi hanno dato riferimenti precisi nel testo, quindi mi sono un po' insospettito quando, pur di "fare opposizione", si è decollati molto lontano dalla lettera dello scandalo.

Citazione di: niko il 10 Novembre 2022, 14:45:04 PMAdesso te le faccio io delle domande, lo faccio incontrare te l'esperimento maieutico:

sevondo te, che genere di VERITA' sarebbero e costituirebbero affermazioni del tipo:

"L'utopia rivoluzionaria e' stata definitivamente sconfitta" ???
Qui abbiamo già concordato (v. sopra) che il ministro ha sbagliato, anzi, ha mentito. Tuttavia, se questa è l'unica falsità, non è un po' troppo poco per scandalizzarsi di una «lettera piena di calunnie»(cit.) e gridare "al lupo (nero)"? Questione di sensibilità linguistico/politica, magari; non voglio sminuire.

Citazione di: niko il 10 Novembre 2022, 14:45:04 PM"La liberaldemocrazia per quanto imperfetta e' migliore del comunismo" ???
Di nuovo, non è proprio questo quello che ha scritto. Riferendosi alla liberaldemocrazia ha scritto che è «l'unico ordine politico e sociale che possa dare ragionevoli garanzie che umanità, giustizia, libertà, verità non siano mai subordinate ad alcun altro scopo» (cit.); se ciò è falso, non so se il tuo citare la Corea del Nord sia un buon controesempio. Si attendono contro-argomentazoini migliori e, per amor di storia e prassi, non troppo utopiche.
La tua successiva libera parafrasi, fra "inevitabile" entrata in scena del capitalismo e riduzione della liberaldemocrazia ad «utopia degenerata»(?), non credo sia illuminante circa le falsità (= affermazioni non vere) scritte dal ministro, quindi mi astengo dal considerarla utile.


P.s.
Ammirevole la pervicacia, ma tranquilli, il test l'avevate già superato prima "con lode".

P.p.s.
@InVerno
Sì, per me l'"esperimento sociale" era finito; tuttavia mi hanno rievocato e hanno saputo farlo in modo irresistibile: non tacciandomi di possibile anti-comunismo o degradandomi da ninja ad accalappiacani, ma facendo ricorso ad un'esca ben congegnata: il domandare... già, perché nell'aspettarmi risposte oneste, non mi dispiace tentare di dare il buon esempio.
#718
@Ipazia @niko

Se mi metto nei panni di uno dei destinatari di quella lettera, avendo ben chiaro cosa significa «mentire» (che non è sinonimo di omettere, strumentalizzare o altro), e chiedo a degli adulti se il mittente ha mentito e dove, in base alle (evitanti) risposte ottenute, devo concludere che alcuni adulti si rifiutano di ammettere che un loro avversario politico, in uno scritto pubblico e non molto criptico, non abbia mentito in ciò che ha scritto... ammissione che non comporterebbe affatto sporcarsi la coscienza o rinnegare la propria ideologia o elogiare la retorica usata o il non poter criticare la posizione altrui, ma avrebbe significato "banalmente" essere obiettivi con la realtà del testo, prima di lanciarsi in excursus storici, contro-retoriche, etc.
Se fossi uno dei destinatari della lettera, non saprei se preoccuparmi più di tale pseudo-propaganda, o del fatto che alcuni "militanti politici" siano così schierati da negare la verità (che dovrebbe essere un ideale/valore per qualcuno...) in base a chi tiene la penna che la scrive (ad hominem "scolastico", in tutti i sensi).
Era solo un rapido "esperimento sociale" di onestà intellettuale (grazie per la partecipazione), test di refrattarietà inconscia ad una "maieutica" da studente di liceo.
#719
Citazione di: Ipazia il 10 Novembre 2022, 08:04:20 AMHa mentito nel ruolo che occupa
Quello che vorrei capire è quali sono le menzogne... mi sta sorgendo il sospetto che non sia lui quello che mente.
#720
Citazione di: niko il 09 Novembre 2022, 23:50:44 PM* Nello scrivere che il comunismo ha sempre e ovunque fallito
Dov'è che il comunismo è invece "riuscito", senza drastici "effetti collaterali" che non credo, ma forse sbaglio, siano ben visti dai comunisti (inneggianti la libertà, etc.) dei paesi in cui non è "riuscito"?

Citazione di: niko il 09 Novembre 2022, 23:50:44 PM* nello scrivere che l'utopia rivoluzionaria e' stata DEFINITIVAMENTE sconfitta (definitivamente? L'utopia continua a vivere nel cuore e nella pratica di tutti i rivoluzionari, e peraltro la Corea del Nord resiste, quantomeno  :P),
Concordo, affermare la sconfitta di un'utopia non è corretto finché ci sono persone che vi credono (come per la religione, d'altronde, e lo dico senza polemica)

Citazione di: niko il 09 Novembre 2022, 23:50:44 PM* nello scrivere che nel comunismo la verita' la liberta' e la dignita' sono SUBORDINATE all'obiettivo rivoluzionario (capisco che questo gli piacerebbe, ma nel comunismo la liberta', la dignita' la verità SONO l'obbiettivo rivoluzionario, in quanto il capitalismo e' la dittatura di classe borghese),
Il politico si riferisce probabilmente al comunismo incarnato nella storia; se quelli sono gli obiettivi veri del comunismo, affermare che abbia per ora fallito mi sembra coerente (v. primo punto) ; anche qui l'utopia salva capre e cavoli

Citazione di: niko il 09 Novembre 2022, 23:50:44 PM*nello scrivere che il sistema liberale per quanto imperfetto e' il miglior sistema possibile
Non scrive «liberale» ma «liberaldemocratico», e non afferma che sia «il migliore», ma «l'unico ordine politico e sociale che possa dare ragionevoli garanzie che umanità, giustizia, libertà, verità non siano mai subordinate ad alcun altro scopo»(cit.); affermazione coerente alla suddetta contrapposizione al comunismo storico (ben "riuscito"?) di cui sopra

Citazione di: niko il 09 Novembre 2022, 23:50:44 PM* Nell'omettere che anche il capitalismo liberale come sistema politicamente trionfante nacque dagli ideali giacobini e dal nobile e utopico intento di decapitare Luigi sedicesimo, e guarda che merda che e' diventato oggi.
Tuttavia omettere non è mentire; avevo già anticipato che avrebbe di certo potuto aggiungere molto

Citazione di: niko il 09 Novembre 2022, 23:50:44 PM* nello scrivere in generale, una lettera piena di calunnie, parzialita', mediocrita' e cazzate.
Concordo, come già premesso, su «parzialità»; su «mediocrità» capisco la tua antitetica "contro-parzialità"; su «cazzate» e «calunnie» ho chiesto delucidazioni e, a parte lo scivolone concettuale sull'"invincibile utopia", non mi pare ci sia molto altro.