Sul rapporto fra Kant, giudizi estetici e bellezza rimando a questo breve articolo.
Personalmente, credo che la bellezza sia un'esperienza di riconoscenza più che di conoscenza: non ri-conoscenza in senso di anamnesi platonica, quanto piuttosto riconoscenza come asimmetria nel rapporto con l'oggetto bello, un sentirsi "in debito", nel senso di aver "ricevuto" anche quel plus-valore che è appunto la bellezza, assieme alle altre caratteristiche percettive.
Esemplificando: se guardo un quadro ne percepisco colori, forme, etc. se guardo un bel quadro, oltre a percepirne colori, forme, etc. ne ricevo anche un input di bellezza che, nella sua piacevolezza, mi porta ad essere riconoscente verso l'oggetto, "grato" dell'esperienza vissuta, di quella gratitudine che in generale costituisce un legame piacevole con ciò verso cui si è grati per averci dato in più qualcosa di bello.
In fondo, anche nei rapporti umani la gratitudine è talvolta connessa a qualcosa di "bello", magari un bel gesto, ricevuto da qualcuno; nel caso del rapporto con l'oggetto, l'intrecciarsi di fascinazione e gratitudine è ancora più "pura", in virtù dell'impossibilità del ponderare di "restituire" il plus-valore a ciò che lo produce.
Personalmente, credo che la bellezza sia un'esperienza di riconoscenza più che di conoscenza: non ri-conoscenza in senso di anamnesi platonica, quanto piuttosto riconoscenza come asimmetria nel rapporto con l'oggetto bello, un sentirsi "in debito", nel senso di aver "ricevuto" anche quel plus-valore che è appunto la bellezza, assieme alle altre caratteristiche percettive.
Esemplificando: se guardo un quadro ne percepisco colori, forme, etc. se guardo un bel quadro, oltre a percepirne colori, forme, etc. ne ricevo anche un input di bellezza che, nella sua piacevolezza, mi porta ad essere riconoscente verso l'oggetto, "grato" dell'esperienza vissuta, di quella gratitudine che in generale costituisce un legame piacevole con ciò verso cui si è grati per averci dato in più qualcosa di bello.
In fondo, anche nei rapporti umani la gratitudine è talvolta connessa a qualcosa di "bello", magari un bel gesto, ricevuto da qualcuno; nel caso del rapporto con l'oggetto, l'intrecciarsi di fascinazione e gratitudine è ancora più "pura", in virtù dell'impossibilità del ponderare di "restituire" il plus-valore a ciò che lo produce.