Mettiamola in questi termini. Inizialmente c'era il "Sì" biologico/istintivo (Phil). Poi attraverso millenni di pensiero, dalle grotte di Lascaux in poi, l'uomo ha scoperto il "No". Chiamiamolo "No" originario. Il rimedio a quel No, fu il "Sì" della Metafisica che però non resse al nuovo modello della scienza empirica, che propagò il "Sì" tecnico ( la tecnè di Severino). Quel Sì aveva però un successore nel "No" nichilista, poiché nessuna tecnè sarà mai in grado di spiegare e far accettare i nostri limiti, che destano "orrore". Non resta che trovare nella storia dell'uomo, quei "Sì" che superino la metafisica e la tecnica. La mia predilezione per il Si è di natura pratica. Solo attraverso il Sì, per quanto limitato, possiamo mantenere viva la speranza e restare fedeli al sapere aude di Kant e al suo maestro, Ulisse. Il no è cibo per menti contemplative e di solito contente della loro vita e che trovano nel No, un motivo di piacevole attività, come quella indicata da Lukacs, che le aveva domiciliate presso l'Hotel Abisso. Sinteticamente e retoricamente: il no è otium, il sí è negotium.