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Messaggi - Jacopus

#706
Bisognerebbe sperare ancora ma per essere reale quella speranza dovrebbe essere pratica e quindi "faticosa". Significherebbe abolire privilegi e consumi e quindi rovesciare il mondo manipolatorio che descrivi al punto due, che rappresenta molto bene la nostra condizione. La rinuncia alla speranza è collegata non tanto ad una saggezza superiore ma ad un sentimento di profonda angoscia.
#707
Varie / Re: BUON NATALE!
25 Dicembre 2023, 09:51:26 AM
Buon Natale a tutti i partecipanti del forum e alle loro famiglie.
#708
Storia / Re: IN CHE SENSO UNA STORIA CRISTIANA?
24 Dicembre 2023, 16:03:02 PM
CitazioneCitazione da Pensarbene: Adesso, se non credete alle mie parole,  cercate una sola prova in positivo della teoria della relatività che sia stata sottoposta a falsificazione, non ne trovate una sola.
Senza la correzione calcolata attraverso la verificazione della teoria della relatività i nostri sistemi di navigazione satellitare (tipo Tom-Tom) non funzionerebbero.

https://web2.infn.it/fisicainbarca2011/images/stories/genova/gps_pallavicini.pdf
#709
Grazie Jean (più Jean nel mondo e il mondo sarebbe migliore), ricambio gli auguri e li estendo anch'io a tutti,

Jacopus
#710
Attualità / Re: Guerra in Ucraina III
23 Dicembre 2023, 16:57:48 PM
Niko@ se Atene piange, Sparta non ride. Non vedo nessun movimento politico, dottrina, potere che non sia corrotto profondamente dalle logiche capitalistiche, ad est e ad ovest del Don. Magari bisogna cercare fra le ultime tribù amazzoniche, fin quando le aziende di capi bovini ed ovini, fornitrici dei vari Burghy kings, non le avranno sloggiate. Per trovare un po' di umanità bisogna andare a cercarla in basso, fra i volontari misconosciuti delle associazioni caritatevoli.
#711
Tematiche Spirituali / Re: Quale madre?
22 Dicembre 2023, 20:04:30 PM
Più che quale madre, occorrerebbe domandarsi quale donna è la donna ideale della religione israelitica:

Dalla donna ha avuto inizio il peccato, per causa sua tutti moriamo. (Siracide 25,24)
Con una moglie malvagia è opportuno il sigillo, dove ci sono troppe mani usa la chiave. (Siracide 42,6)
Voi, mogli, state sottomesse ai mariti, come si conviene nel Signore. (Colossesi 3,18)
Trovo che amara più della morte è la donna, la quale è tutta lacci: una rete il suo cuore, catene le sue braccia. Chi è gradito a Dio la sfugge ma il peccatore ne resta preso. (Ecclesiaste 7,26)
Sentite, io ho due figlie che non hanno ancora conosciuto uomo; lasciate che ve le porti fuori e fate loro quel che vi piace, purché non facciate nulla a questi uomini, perché sono entrati all'ombra del mio tetto. (Genesi 19, 8)
Come in tutte le comunità dei fedeli, le donne nelle assemblee tacciano perché non è loro permesso parlare; stiano invece sottomesse, come dice anche la legge. Se vogliono imparare qualche cosa, interroghino a casa i loro mariti, perché è sconveniente per una donna parlare in assemblea. (Corinzi 14:34-35)
Le mogli siano sottomesse ai mariti come al Signore; il marito infatti è capo della moglie, come anche Cristo è capo della Chiesa, lui che è il salvatore del suo corpo. E come la Chiesa sta sottomessa a Cristo, così anche le mogli siano soggette ai loro mariti in tutto. (Efesini 5, 22-24)
Il marito può ratificare e il marito può annullare qualunque voto e qualunque giuramento, per il quale essa (la donna) sia obbligata a mortificarsi. (Numeri 30,14)
#712
Tematiche Filosofiche / Re: Sulla violenza
22 Dicembre 2023, 08:37:32 AM
Riprendo questa discussione partendo da una rilettura di Recalcati:
"Se nell'animale la violenza scaturisce dal programma dell'istinto....nell'uomo essa appare innanzitutto come una tentazione: quella di liberarsi dal peso della presenza dell'alterità dell'altro".

Questa definizione presuppone che uomo e il resto degli esseri viventi ubbidiscano a leggi radicalmente diverse e che quindi lo statuto biologico dell'uomo sia a sè stante. Solo nell'uomo la violenza nascerebbe dal desiderio narcisista di bastare a sè stesso così da non doversi confrontare con la mediazione necessaria con l'altro.
Si tratta di una possibile lettura sulla genesi della violenza umana, piuttosto tradizionale, secondo la quale la civiltà "educa" il genere umano, originariamente selvaggio. È il passaggio, ad esempio, indicato da Freud con la tripartizione Es-Io-SuperIo.
La violenza quindi in questa visione, parte dal basso, da una sorta di difetto di fabbrica o genetico dell'umanità.

Ma esiste una interpretazione speculare per la quale la violenza è il risultato della stessa civilizzazione, una interpretazione che si sviluppa da Rosseau in poi e mette in gioco la civiltà come fattore iatrogeno della violenza.
Volendo integrare le due visioni, risulta che la civiltà è contemporaneamente cura e veleno, ovvero un pharmakon. Ma non potendo più sacrificare giovanetti per placare gli dei (significato originale di pharmakon), dobbiamo trovare meccanismi che possano amplificare gli aspetti di "cura" della civiltà e ridurre gli aspetti "tossici" della civiltà.
#713
CitazioneCreativo è una inaspettata variabile casuale.
D'accordissimo. Se al casuale sostituiamo "causale", ecco che torniamo nel teologico.
#714
Tematiche Spirituali / Re: Quale padre?
19 Dicembre 2023, 18:23:22 PM
Citazione di: anthonyi il 18 Dicembre 2023, 09:52:26 AM

Fai bene a notare che in Cina si sono sviluppate, oltretutto in anticipo rispetto all'occidente, più o meno le stesse tappe tecnologiche. Hanno scoperto la stampa a caratteri mobili secoli prima di noi, stesso dicasi per le tecnologie di navigazione oceanica, eppure di queste cose non ne hanno fatto niente, mentre l'occidente con le stesse cose ha conquistato il mondo, ed oggi la gran parte del mondo vorrebbe essere occidentale, solo che non può perché qualche signorotto locale dice "no grazie" per non perdere il suo potere.
Chissà Qual'é la ragione di questa differenza tra questi due mondi. Quello cinese che evolve una cultura dell'ordine, dello stato di origine fortemente laica, una cultura che é molto più normativa ed impositiva di quelle che si sono evolute nei paesi occidentali nei quali l'idea di stato nasce più tardi ed il primo elemento di aggregazione é stato, dopo la caduta dell'impero romano d'occidente, la comune identità cristiana.
Lo stato e la Chiesa sono due istituzioni piuttosto lontane. Forse agli antipodi. La Chiesa nutre un sogno imperiale, katholikos (universale), nel quale vi è una separazione netta fra il politico, la riproduzione materiale e la riproduzione culturale, la cui egemonia è tutelata dall'assenza di alternative e dalla dichiarazione di una verità unica. Gli stati moderni nascono dal deterioramento della società medioevale europea fondata sull'idea imperiale che trasmette il potere attraverso i meccanismi feudali gestiti dall'aristocrazia. Gli Stati nascono quando si iniziano ad intravedere alternative. Il mondo si sta allargando geograficamente e culturalmente. Alla noblesse d'epee si aggiunge la noblesse de robe. La borghesia ha avuto un ruolo fondamentale nel mutare quel mondo che permetteva ai vari Marchesi del Grillo di enunciare "perché io so io e voi non siete un caxxo". Anche il liberalismo c'entra con la Chiesa veramente poco.  Basta leggere tutti gli scrittori cattolici tra il XVI e il XIX secolo. Per avere una chiesa che si affaccia timidamente al mondo liberale bisogna aspettare Croce, anche perché nel frattempo erano nati mostri molto più temibili del mostro addomesticabile del liberalismo.
Il liberalismo è invece connesso profondamente con il Calvinismo e con il luteranesimo, che professano la necessità di un rapporto diretto fra l'uomo e là divinità, senza alcuna intermediazione, sempre fonte di rendite parassitarie e violenza, come insegna la mafia ( che è invece un modello storpiato dell'antica aristocrazia).
Sul fatto che la Cina non abbia ottenuto gli stessi strabilianti successi deriva anch'esso da un fondamento religioso. Per la cultura orientale è importante un modello dove ognuno ed ogni cosa è collegata l'uno all'altra e dove si ripete il corso della storia come in un percorso determinato. La storia è un cerchio. La cultura occidentale attraverso il pensiero elleno-giudaico ha creato le premesse per pensare alla storia come ad una freccia, rompendo l'equilibrio delle risorse terrestri per alimentare quella freccia, che sta ancora correndo. Questo attraverso due meccanismi che hanno operato sinergicamente: la volontà di conoscere (Grecia), la sicurezza della verità in un mondo creato per l'uomo (Israele).

#715
Tematiche Spirituali / Re: Quale padre?
19 Dicembre 2023, 09:33:49 AM
Il liberalismo nasce molto di più dalla matrice luterana e calvinista che da quella
cattolica.
#716
Citazione di: Ipazia il 18 Dicembre 2023, 18:03:55 PMDal dibattito, pare che le due vie della filosofia occidentale siano: teismo e ateismo.

Ateismo perseguitato e negletto, ma resistente a tutte le avversità fin dai tempi dei presocratici, Eraclito, Epicuro, Lucrezio,... emerso con forza inarginabile dall'illuminismo in poi.
Si, questa può essere una chiave di lettura ma, scendendo di livello, possiamo anche dichiarare che un certo ateismo è stato ugualmente soggiogato dalla filosofia dell'Uno. La filosofia dell'Uno è il pensiero paranoide che taglia in modo netto il bene e il male e gli atei non sembrano immuni a questo tipo di pensiero. Ugualmente la filosofia del Molteplice, come giustamente fa osservare Phyrosphera, è presente in molte costruzioni religiose, compreso il cristianesimo. Anzi il cristianesimo ha probabilmente elementi più forti di ambivalenza rispetto agli altri monoteismi. Gli stessi greci antichi avevano comunque un pantheon di divinità e Socrate fu condannato perché se ne infischiava. Anche lì non mancavano gli zeloti. Lo sforzo è probabilmente quello di conciliare l'Uno e il Molteplice, poiché senza l'Uno l'azione umana (la cara praxis) diventa evanescente o nichilista e senza il Molteplice diventa irriflessiva, rigida ed eventualmente sanguinaria.
Un'ulteriore suggestione: l'Uno e il Molteplice sono in fondo espressione di una storica dicotomia Cultura/Natura. Nello storico duello fra queste due misure dell'homo sapiens, che non può prescindere da nessuna delle due, occorrerebbe trovare una nuova interpretazione del loro nesso. Inteso nel senso di un reciproco riconoscimento e reciproco rispetto. Forse dovrei riprendere in mano "il principio Responsabilità", per chiarirmi le idee.
#717
CitazioneSembra che in questo forum "l'arte di ottenere ragione" sia applicata alla grande.
Complimenti. Apri un topic, fai poi un intervento abbastanza banale a metà via e giungi infine a sentenza dicendo delle inesattezze sul cristianesimo e sulla mancanza di un filosofo che riesca a risolvere le ambizioni sottese nel tema. Io sono un filosofo e se tu lo fossi pure, ma negherai senz'altro questo status che ti conferisco, potresti opporti al mio post nr. 42 prima di entrare inopinatamente a gamba tesa nel bel mezzo di un dialogo ancora in corso. E sei pure un moderatore tra l'altro. Ricordandoti quello che ha già detto Ipazia sull'uomo faber aggiungo che se c'è una stortura nel cristianesimo di sicuro una è quella di essersi dimenticato di mettere tra i vizi capitali pure l'umiltà, cosa che contagia pure gli atei. Più semplice sarebbe togliere la superbia, dato che superbo significa pure magnifico; più corretto sarebbe quindi parlare di arroganza, ma allora io dico che l'umiltà, intesa come falsa modestia, forse sarebbe ancora più perniciosa che l'arroganza proprio perché offre potere all'arrogante
Mi dispiace, Daniele, dare l'impressione di essere così gesuita come mi descrivi, ma chissà, forse un pò di gesuitismo lo abbiamo tutti noi italiani a forza di vivere accanto a gesuiti, anche quando crediamo di essercene allontanati.
Però non credo di aver violato alcuna regola del forum. Ho tralasciato di impelagarmi nella discussione su Marx e ho cercato una nuova via per rinforzare quello che avevo detto. Il tutto perchè stimolato dalla lettura domenicale di un testo di Galimberti sul cristianesimo. Non credo per questo di poter essere dichiarato falso umile o superbo recondito. Vi sono migliaia di post dove non si risponde in modo puntuale agli interventi precedenti.
Ad ogni modo:
Citazione".... Quando sarete nella luce cosa farete? Un giorno eravate uno è diventaste due. Ma quando diventerete due cosa farete?" (Cit. Vangelo di Tommaso, presumibilmente log 11)
Tralascio il pensiero che conduce alla domanda altrimenti dovrei parlare di 💰 e qui non c'entra molto. L'unica conoscenza certa sembra essere quella del proprio piacere e del proprio dolore. Per me sarebbe il luogo da cui irradia tutta la nostra conoscenza, pertanto il suo fondamento. Conoscenza quindi come emanazione naturale in funzione del proprio benessere, almeno in prima istanza. C'è chi si accontenta e chi no. Per quest'ultimo si prospettano due vie estreme. Una volta al fuori di sé e l'altra al dentro di sé. Entrambe queste vie si concentrano sull'uno, ma se non sono state percorse correttamente, quest'uno risulta ineffabile solo perché non si vuol riconoscere che è un due ... il piacere e il dolore appunto. Ciò che appare molteplice deriva quindi dalla gestione della conflittualità tra piacere e dolore all'interno di chi pensa di essere uno e, fondamentale, di essere nel giusto. Egli rigetta il due perché lo mette in crisi. Nel caso della ricerca interiore, il pericolo maggiore è quello di comportamenti mentali troppo severi nei confronti di sé stessi. Nel caso della ricerca verso il fuori di sé, il pericolo maggiore è quello dei feticci e dell'azione da invasati.
In realtà non ho risposto anche perchè non mi è tuttora molto chiaro il tuo pensiero. Se ho capito il molteplice è la presenza contemporanea del dolore e del piacere e l'Uno è il tentativo, la difesa per non riconoscere questa dualità e perseverare nella ricerca del piacere, dimenticandosi che esso è sempre collegato al dolore. E' una prospettiva interessante, ma che mi sembra più vicina ad una visione psicologica che filosofica del tema. Il discorso che fai è molto vicino a quello che presenta l'ultimo Freud, nel Disagio della civiltà, quando riprende una sua tematica giovanile poi abbandonata, a seguito dell'importanza attribuita alla sessualità, e cioè il dissidio apparentemente eterno fra Eros e Thanathos.
Se proprio vogliamo collegare il discorso, si potrebbe dire che Freud, proprio a partire da questa sua tarda distinzione, si è iscritto al partito del molteplice, al partito della tragedia. Ovviamente vorrei anche dire, e qui rispondo un pò a tutti, che questi definizioni intanto sono dei giochi per riflettere e ragionare, senza avere la pretesa di avere ragione (ecco il gesuita che ritorna) nè di assolutizzare alcunchè. So benissimo che vi sono mille fili che collegano ellenismo e cristianesimo, ma ve ne sono altrettanti che lo disgiungono. Compito della cultura e della filosofia è tener presente queste differenze, senza fare di "tutta un'erba un Fascio."
#718
Pensarbene. La filosofia si occupa di cultura, di simboli e di come evolve il pensiero umano e come questo condiziona le società dove si sviluppa. Per questo occorrono indagini concettuali che sappiano scovare gli indizi di ciò che vogliamo mettere a fuoco. Con la consapevolezza che la Physis è materica. Ma la filosofia è amore della conoscenza e l'essere umano, non è solo un botanico o un agrimensore del tabacco. Questi simboli con cui sto trasmettendo il mio pensiero sono il distillato di una storia che dura da millenni, da quando le popolazioni indoeuropee sono arrivate qui. Il fiore può anche essere un fiore ma le sue rappresentazioni possono anche portare a condanne a morte, a rivoluzioni a messaggi messianici a viaggi e a gerarchie sociali e creano la nostra stessa architettura cerebrale, i nostri riti e le nostre abitudini. Farsi delle domande e dare delle risposte non banali: è questo il compito della filosofia.
#719
CitazioneLa vicenda che hai descritto non riguarda propriamente la Grecia ma un'idea di essa attraverso i secoli. Propriamente anche la Grecia fu cristiana. Non esiste un dissidio tra una concezione greca della natura e una cristiana, se non legato al permanere di un contrasto tra paganesimo greco e cristianesimo non greco... Ma, appunto, il cristianesimo greco esistette dai primi se non primissimi tempi della cristianità e la possibile controversia è soltanto relativa, limitata.
Sei sicuro di quello che dici? Fra  800 AC e 200 DC si sviluppó la cultura greco-ellenistica, quella stessa cultura che probabilmente influenzò la nascita del cristianesimo. Vi sono ovviamente delle assonanze, ma anche delle differenze fondamentali ed una è proprio il diverso approccio alla natura.
Ho già scritto nel precedente post la differenza, che tra l'altro è il presupposto della scienza moderna. Senza cristianesimo non vi sarebbe scienza moderna, nonostante il processo a Galileo Galilei.
In ogni caso non si tratta di dramma ma di direzioni del pensiero che attraversano i secoli.
Se vi sono interpretazioni varie di Dio più recenti fino a renderlo evanescente (Heidegger), non so, ma in ogni caso mi sembra un ulteriore prova della attuale crisi della via filosofica dell'Uno.
Le differenze fra le due correnti principali del pensiero occidentale sono importanti, perché nella physis esiste lo spazio del tragico, espresso in modo magistrale dai drammaturghi classici (Sofocle). La Physis si svolge su un piano unitario e senza finalismi. È una trama di collegamenti e connessioni fra sacro e profano. L'uomo si metamorfizza facilmente come gli Dei, in piante ed animali. Non esiste una gerarchia. Sopra ogni vivente ed ogni Dio, impera esclusivamente la Physis e la sua legge universale, l'Ananke. Ogni essere vivente deve adattarsi alla Physis.
 Il cristianesimo si volge con un altro occhio alla Natura, che diventa spazio da consumare, perché dominio dell'uomo, fatta da Dio per l'uomo, che è quindi legittimato ad usarla e consumarla. La Natura si piega all'uomo, diventato per lei, divinità. Una bella differenza. E si perde inoltre, il senso dell'ambivalenza e del tragico. L'opera letteraria più importante del Cristianesimo è infatti una Commedia, non una tragedia. In questo modo però il Cristianesimo acquisisce un rischio, quello del pensiero paranoico, che attraversa tutta la storia del pensiero filosofico occidentale, almeno fino al romanticismo.
#720
Tornando al mio primo intervento che suddivideva la filosofia con filosofia dell'Uno e filosofia del Molteplice, oggi dopo alcune suggestioni e pensieri vari, connetto quella prima distinzione ad un'altra, parzialmente sovrapponibile. Ovvero quella fra il concetto greco di Physis e il concetto Cristiano di Natura. La Physis per i greci è una cornice superiore, a cui devono sottostare uomini, animali, piante e persino gli dei. La Physis è correlata al Molteplice, all'umiltà dell'uomo di riconoscere i suoi limiti tragici. È l'accettazione del ciclo della vita e della morte. La Physis non può pertanto essere dominata. Il pensiero Cristiano invece parte dal concetto di Natura come creazione divina, del Dio che la consegna all'uomo come suo gestore. Scompare così l'equilibrio del molteplice. Il cerchio diventa freccia e l'Uno diventa il mondo attuale, anche se desacralizzato. Solo dal Cristianesimo poteva nascere la scienza moderna e la sua pretesa di dominio sulla Natura. Ciò che mi continuo a domandare è se sia possibile una visione del mondo in grado di conciliare l'Uno e il Molteplice, il nostro Ego (Io-Dio) e il Deus Sive Natura di Spinoza. Da Agostino a Schopenhauer, pur alla presenza di sinistri scriccholii, l'Uno ha dominato, sia nella sua dimensione fattuale dell'homo laborator, sia nella dimensione culturale, dell'homo orator. Dopo Schopenhauer il mondo ha perso la sua unità culturale. È riapparso il Molteplice e la sua vestale "il Tragico". Ma il mondo continua, come per inerzia, ad agire secondo la filosofia dell'Uno. L'homo laborator compie l'Uno, senza più esserne legittimato dall'homo orator,  e vedendo sempre di più le conseguenze che la Natura gli mostra. Per superare il dissidio, subentra il concetto dì nichilismo, che serve per raschiare il barile, in assenza di nuovi assetti. In mancanza di nuovi profeti, possiamo solo attendere il medioevo prossimo venturo.