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Messaggi - Lou

#706
Tematiche Filosofiche / Re:Cartesio aveva ragione?
16 Giugno 2016, 21:59:16 PM
Citazione di: Phil il 16 Giugno 2016, 19:07:49 PM
Citazione di: Lou il 16 Giugno 2016, 18:09:49 PMio direi di no, un pensiero in quanto pensato, cioé res cogitans secondo Cartesio, é adimensionale, se per "dimensioni" intendiamo estensioni geometriche, e non può essere misurabile, altrimenti sarebbe res extensa.

Esatto; finché restiamo nel (con)testo originale cartesiano... ma se proviamo ad attualizzarlo (a costo di farlo rivoltare nella sua tomba!), suggerendo al buon Cartesio che i pensieri ed il linguaggio non sono "eterei", ma hanno anche una misurabile "estensione" neurologica, un saldo ancoraggio nel "materiale" (credo lui non potesse saperlo), che oltre alla misurabilità geometrica ci sono anche quella elettrica, ondulatoria, etc. e spingendosi fino all'ipotesi fantomatica e fantasmatica dell'"entità immateriale" (che ho citato per non far torto a nessuno...), il rapporto cogito/estensione diventa addirittura più forte (senza l'espediente della ghiandola) ed ancora più indubitabile: qualunque "cosa" (nel senso più indeterminato) io sia, finché penso, non posso dubitare di non esserlo...

P.s. Ecco, direi che per oggi ho oltraggiato Cartesio a sufficienza...
Trovo più verosimile l'ipotesi che tu  abbia tratto le estreme conseguenze di un cogito cartesianamente pensato, seppur inesteso, come res, dissonante dall'extensio, ma purtuttavia particella di mondo che funge da presupposto. (se ho capito il tuo discorso) :)
#707
Tematiche Filosofiche / Re:Cartesio aveva ragione?
16 Giugno 2016, 18:09:49 PM
io direi di no, un pensiero in quanto pensato, cioé res cogitans secondo Cartesio, é adimensionale, se per "dimensioni" intendiamo  estensioni geometriche, e non può essere misurabile, altrimenti sarebbe res extensa.
#708
Tematiche Filosofiche / Re:Che cos'è la verità?
01 Giugno 2016, 22:19:39 PM
davintro, fammi capire, dove non aattiene una oggettivazione non ha senso parlare di "veritá"? ???
#709
Citazione di: Mariano il 31 Maggio 2016, 15:13:40 PM
Citazione di: paul11 il 31 Maggio 2016, 14:25:39 PM
la razionalità è un linuguaggio umano che verosimilmente,, ma non certamente, corrisponde ad una realtà., non è natura.
Ovvero è un linguaggio simulativo umano per costruire modelli di rappresentazione del mondo e le sue relazioni.

Più che di istinto, direi intuito.
Quando la razionalità arriva a precostituire un modello troppo artificioso del mondo, ma soprattutto della propria esistenza umana nel mondo, come ora ,più d iieri e meno di domani  ;D  , allora l'intuito lo avverte.
Lo avverte come disagio fra artificio e natura.

la natura alla fine si rivolta contro l'artificio.

Sì, l'etica è probabilmente la miglior risposta alla problematica fra quanto può "spingere" l'uomo con l'artificio e quanto "lasciare" alla natura; ovvero il principio di limite.

Non vedo perché la razionalità non debba far parte della natura visto che la considero "connaturata" con l'essere umano: forse un giorno la scienza lo spiegherà.
Ma cerco di spiegarmi meglio con un esempio:
La paura è un sentimento istintivo ( naturale come l'intuito ) che ci avverte di un pericolo, poi, nel caso dell'uomo, la ragione deve intervenire per trovare il modo di contrastarlo ( la ragione deve governare l'istinto), oppure lo stesso istinto ci fa fu fuggire con risultati incerti!
se il pericolo é reale, la paura é un "meccanismo" istintuale irrinunciabile, ergo perché la ragione avrebbe da contrastare questo istinto?
#710
Tematiche Filosofiche / Re:Che cos'è la verità?
30 Maggio 2016, 20:40:54 PM
Citazione di: maral il 30 Maggio 2016, 20:11:23 PM
Il contraltare della verità dell'evento sta appunto nel negarla come evento per cristallizzarla per sempre in un puro costrutto formale che si pretende inamovibile in modo da poterlo dire con totale esattezza senza sentirne la potenza...
che poi non è che latenza.
#711
Tematiche Filosofiche / Re:Che cos'è la verità?
29 Maggio 2016, 12:59:28 PM
Citazione di: Phil il 27 Maggio 2016, 19:47:50 PML'aporia del non riuscire a (com)prenderla è causata da me, che ho scelto di provare a prendere ciò che ho posto io stesso come inafferrabile...
Non posso che sottoscrivere, appare un processo circolare e sará proprio l'ermeneutica a rilevare ciò e come sia necessario imparare a stare nel circolo quale atto di incessante inesausta interpretazione.
#712
Mi sono ricordata di un video molto interessante che mi ero appuntata tempo fa su questo argomento.
https://youtu.be/PMerSm2ToFY
#713
Tematiche Filosofiche / Re:Che cos'è la verità?
24 Maggio 2016, 23:45:28 PM
é cooriginario nascondimento /svelamento, non si da l'uno senza l'altro, Heidegger la mostra questa coorigeneriatá, il mistero dell'essere viene alla luce, circondato, custodito dall'ombra, tra l'ombra.  Cosí come ama nascondersi, si disvela. O mi sbaglio?
#714
Phil aspetta, se puoi e vuoi, che apri a problematiche immense e non sono sicura, se prima non faccio ordine, di poter apportare qualcosa di decente, da una prospettiva filosofica. Il punto é che se la realtá, come prospetti, non vanta uno statuto semantico apriori rispetto alle attivitá umane, non  mi resta - frettolosamente e imprecisa - dichiarare arte, scienza ( e filosofia!) attivitá artistiche.
#715
Epppure una cornice concettuale servirá pur al marziano (giusto per riscomodare in ballo l'alteritá) per far scienza?
#716
Tematiche Filosofiche / Re:Sul disegno intelligente
24 Maggio 2016, 00:10:46 AM
@.@
!!!
#717
Eppure che la scienza spiegi i fatti presuppone una assunzione di senso. Io li vedo cosí effimeri i confini tra arte e scienza, un intreccio forse, dove la modellizzazione e razionalizzazione del reale da parte della scienza é  forma d'arte (un tantino demiurgica a dirla tutta - eresia  :-\ ) e dove la sostanza dell'arte é scienza dell'eccedente.
#718
Tematiche Spirituali / Re:Io chi sono?
20 Maggio 2016, 12:20:18 PM
Citazione"Conosci te stesso" è un suggerimento, invito impossibile da realizzare perché logicamente contraddittorio, assurdo.
Però è un invito che, pur paradossalmente, apre alla ricerca di un soggetto conoscente che si fa oggetto di conoscenza.
#719
io direi, molto semplicente e intuitivamente, che l'autocoscienza é la presenza della coscienza a sé stessa.
#720
Tematiche Filosofiche / Re:Sul disegno intelligente
18 Maggio 2016, 22:26:58 PM
Citazione di: HollyFabius il 29 Aprile 2016, 09:04:05 AM
Ogni uomo nasce, cresce e si sviluppa e poi muore, se è fortunato invecchia e poi si spegne senza soffrire.
L'idea che ogni cosa abbia un inizio, uno sviluppo e poi una fine è radicata nella cultura occidentale, gli enti escono dal nulla, diventano e poi nel nulla ritornano.
Però ogni uomo sa che prima di lui altri uomini esistevano, sa che la sua esistenza è effetto dell'esistenza di altri uomini (e donne), sa che dopo di lui esisteranno altri uomini.
E insieme a questo osserva che le cose uscite dal nulla al nulla tornano ma trasformandosi.
Queste osservazioni naturali offrono lo spazio per una sensazione individuale di dolore (le cose tornano al nulla, l'uomo muore) che si trasforma nel terrore della morte collettiva (ogni cosa finisce nel nulla, l'umanità si estingue) alla quale occorre trovare un rimedio.
Le forme tradizionali di rimedio offrono un contesto razionale al quale appoggiarsi, la vita dopo la morte, la rinascita in un'altra vita, la congiunzione spirituale con un'entità superiore.
Il dubbio però è stato instillato dalla stessa filosofia occidentale, l'entità suprema non è più (Dio è morto), la morte individuale non ha uno scopo, la morte collettiva è una possibilità.
Mitigazione e reazione sono le strade per controllare l'ignoto, mitigo la forza dell'ignoto e se non riesco ad evitare gli accadimenti non desiderati, costruisco un modello di reazione.
Le forme di rimedio tradizionali, negando la morte assoluta, tendono ad mitizzare l'immortalità: delle forze universali, dello spirito umano, dello spirito di ognuno di noi.
Sono modelli di reazione: non posso evitare le mia morte, ma la contestualizzo in un disegno più grande dove arrivo ad accettarla, accettando posso poi proseguire la mia vita.
Oggi la forma di rimedio più potente è fornito dalla scienza, il momento della morte viene allontanato, la medicina, la tecnologia sostitutiva di organi e arti tendono a prospettare una mitigazione tanto forte da far apparire
una nuova prospettiva: l'immortalità del corpo. L'uomo razionalmente intravede la capacità di contrastare la forza del divenire, quel tornare nulla che è principio del terrore.
Una nuova e più radicale forma di terrore però avanza nell'uomo contemporaneo, la scienza, la tecnica fornisce una cornice razionale al possibile raggiungimento della immortalità e contemporaneamente mostra la sua forza distruttiva, in grado essa stessa di porre fine al singolo uomo e all'umanità intera.
La distruzione del pianeta, l'esaurimento delle risorse naturali, la potenziale creazione di strumenti di sterminio mostrano come la ricerca di immortalità porti con se il rischio della estinzione.
La speranza di un disegno intelligente, di una ratio dietro al divenire sono il lato di una medaglia che offre sull'altro lato la morte di Dio di Nietzsche e l'irrazionalità della realtà di Schopenhauer.
Esiste però uno scenario ancora più inquietante.
Osserviamo che per conoscere completamente un oggetto, per dominarlo in tutte le sue sfaccettature occorre darsi dei completi modelli di creazione, di sviluppo in tutte le diramazioni possibili e di distruzione dello stesso.
Conosci veramente un oggetto sottoposto ad analisi se lo sai creare, se ne sai prevedere ogni comportamento e conformazione e se sai poi distruggerlo.
Per provare questa tua conoscenza dovrai realizzare, spostare dal piano teorico a quello pratico: realizzare renderlo reale e poi verificare il tuo modello osservando ogni comportamento, infine distruggere, acquisendo così la competenza per ricreare a volontà.
Per la cosa non vi è scopo, ragione, se non quello della conoscenza del creatore che per ottenere il suo scopo dovrà anche distruggerla.
Ecco il limite del disegno intelligente, se esiste un essere con un scopo, che ha configurato la realtà per quella che è, il suo obiettivo finale razionale e conseguente può essere ragionevolmente quello di uccidere ciò che ha creato, per pura sete di conoscenza, per diletto.
Recentemente riflettevo sull'inserimento del caso, come principio ordinatore, operato dalle indagini scientifiche. Il che, a dire il vero, ha poco di scientifico, a mio parere: il caso come ragione che non riusciamo a comprendere, limite della umana comprensione, che ne pensi? Non so se sono in topic.