Menu principale
Menu

Mostra messaggi

Questa sezione ti permette di visualizzare tutti i messaggi inviati da questo utente. Nota: puoi vedere solo i messaggi inviati nelle aree dove hai l'accesso.

Mostra messaggi Menu

Messaggi - 0xdeadbeef

#706
A Phil
Ma se tutto il lecito è deciso dall'uomo, ciò non vuol forse dire che tutto è lecito?
Ma per spiegare questo punto è opportuno che io torni alla "morte di Dio" nietzschiana. Come noto, con "morte di
Dio" Nietzsche intende, sì, anche il Dio della tradizione; ma soprattutto intende il valore morale come fin'allora
inteso (cioè "assolutamente").
Da questo punto di vista, se il lecito è deciso dall'uomo (presumibilmente in virtù della sua "potenza") il
lecito e l'illecito dipendono dai rapporti di forza che intercorrono fra gli uomini (non a caso Max Weber definisce
lo "stato" come quell'istituzione che possiede il monopolio dell'uso della forza in un determinato territorio).
Quel "se Dio non esiste, allora tutto è lecito" dostoevskijano è in tal senso inteso come: "tutto ciò che la tua
forza ti consente di fare è lecito".
Magari obietterai: "ma anche il valore morale tradizionalmente inteso è stato, diciamo, posto positivamente (cioè
è stato frutto della decisione di una potenza dominante). Sì, magari sarà così, ma prima della "morte di Dio" non
ve n'era consapevolezza (perciò anche la potenza dominante era soggetta allo stesso imperativo categorico cui erano
soggetti i dominati).

A Jacopus
I Cinesi hanno comunque un senso del valore morale come assoluto (nel senso di cui sopra), per cui la loro etica è
del tutto accomunabile a quella sorta nell'Occidente (nella loro storia politica è ricorrente il concetto di "mandato
celeste").
Ma penso senz'altro anch'io che quella casalinga che grida: "tu non puoi giudicarmi" abbia le sue ragioni da vendere.
Le ha in quanto può essere, sì, giudicata; ma solo laddove infranga una regola che la potenza dominante (nel senso di
cui sopra) dice di non infrangere in virtù della sua forza (economica o militare).
Il giudizio, in altre parole, non può mai essere "morale" o etico nel senso che tradizionalmente attribuiamo a questi
termini, ma solo giuridico nel senso "positivo" di questo termine.
Quindi, "tu non puoi giudicarmi" è il grido di chi ha piena consapevolezza della relatività di ogni morale o etica. E,
da quel punto di vista (che è ormai quello di tutti o quasi), fa bene a rivendicarne l'appropriatezza.
Un saluto ad entrambi
#707
Citazione di: cvc il 09 Ottobre 2018, 08:12:10 AM
Sottotitolo: 'Il tramonto dell'etica'.

Ho sentito questa frase in un talk show, non mi ricordo bene il contesto. Alla persona veniva contestata una grave mancanza morale, al che rispose dunque 'Tu hai vissuto la mia vita? No. Allora non puoi giustucarmi'.

Beh, direi che questa è una delle conseguenze più importanti del relativismo, non credi?
"Se Dio non esiste, allora tutto è lecito", è la conclusione cui arriva Ivan Karamazov; ove, naturalmente, con "Dio"
è inteso, nietzschianamente, il valore morale (che comunque su Dio non può che fondarsi).
Credo, da questo punto di vista, che il mito del buon selvaggio c'entri poco. No, è che, appunto obliandosi il
valore morale, viene ad obliarsi anche la norma giuridica (che come ben spiega Kant dal valore morale è ispirata).
Quindi, ancora, no, questa civiltà non ha alcun bisogno di essere rassicurata; perchè questa civiltà non ha,
semplicemente, più alcun valore che sia altro dalla "potenza" verso cui la volontà degli individui che tale
civiltà compongono è diretta.
Chiedi se esiste ancora un'etica...Naturalmente no, come potrebbe? O per meglio dire, esiste quel tipo particolare
di morale (non parlerei di "etica", che secondo la visione classica hegeliana è la morale, diciamo, "collettiva")
che la cultura anglosassone fa coincidere con l'utile individuale (per tale filosofia "bene" è il perseguimento
del proprio utile).
Su una simile base com'è possibile allora parlare di "grave mancanza morale"? Mi sembra evidente che, da quel punto
di vista, ciò che è "grave" lo è magari per te ma non per me. E così via con gli altri termini (mancanza; morale)...
Mi sembra piuttosto strano ci si meravigli di queste conseguenze pratiche ed immanenti di concetti che la filosofia
ha indagato ormai da secoli.
O crediamo forse che la filosofia, quando parla, parla del sesso degli angeli?
saluti
#708
Attualità / Re:Coraggio o temerarietà?
12 Ottobre 2018, 14:22:01 PM
Scusami ma no, non è affatto semplice rispondere del perchè il nostro attivo primario non ha ridotto il debito.
Naturalmente gli interessi pregressi erano più alti dell'avanzo (già lo dicevo io citando le cifre), ma qui si
tratta di spiegare il perchè, con tassi d'interesse presunti bassi, il debito è salito a quei livelli.
Dando un'occhiata comparativa agli andamenti del debito e del dato primario negli anni si scoprono cose
molto interessanti...
Ad esempio si scopre che nel 2007 il debito era al 99,3% del PIL (il dato più basso da quando era cominciato, nel
1994, un "trend" virtuso che aveva fatto scendere progressivamente il debito dal 117,3 che era).
Dal 2007, inutile dirlo, è poi cominciata quella inarrestabile salita che è arrivata agli attuali drammatici livelli.
Se guardo al dato primario di quegli stessi anni scopro che, a parte nel 2009 (-0,9) e nel 2010 (pareggio), in tutti
gli altri anni (e dal 1992) l'Italia è in "avanzo" (ripeto: il miglior dato fra tutte le economie europee).
Questi dati, facilmente reperibili in rete, mi inducono alle seguenti osservazioni:
La prima e fondamentale riflessione è quella cui già accennavo: quali sono stati e sono i "reali" interessi che il
nostro paese ha dovuto pagare?
Nel "fatidico" 2007, a fronte di un debito pubblico del 99,3% del PIL, il dato primario era in avanzo del 3,2: come
è stato possibile che l'anno successivo, e pur in presenza di un avanzo del 2,2, il debito sia salito al 101,9?
Naturalmente, potrei fare il medesimo ragionamento per tutti gli anni che sono seguiti (visto che siamo pur sempre
persone serie, diciamo eccetto il 2009, nel quale abbiamo, pur se di pochissimo, vissuto come si suol dire al di
sopra delle nostre possibilità...).
Qui c'è poco da fare: i conti non tornano affatto. E non sono poi neanche conti tanto difficili da fare (con buona
pace di coloro che ci dicono di non occuparci di queste cose e di lasciar fare i "competenti"...).
E' sicuro come la morte che hanno imperversato quelli che il Banco di S.Giorgio, già nel 400, chiamava "prestiti ad
interesse composto", e che null'altro erano se non dei "subprime" (figuriamoci quanto siamo bravi ad "inventare"...).
E' cioè oscuro solo a chi chiude gli occhi per non vedere che è stata soprattutto la speculazione finanziaria ad
accrescere il nostro debito fino agli attuali spaventosi livelli.
La favoletta del "abbiamo vissuto al di sopra delle nostre possibilità" pertanto non regge alla prova dei numeri.
Non che, con questo, io voglia dire che siamo e siamo sempre stati (e quindi saremo) sobri e frugali.
Abbiamo realmente vissuto per decenni al di sopra delle nostre possibilità (anni 70, 80), ma questo non avviene
ormai da molto tempo, e trovo giusto dirlo chiaramente.
saluti
#709
Personalmente concordo con Ipazia. Ma c'è davvero qualcuno, fra i sostenitori dell'UE, che vuole uno stato
federale? A me non sembra...
Mi sembra piuttosto che essi dicano: "le cose devono andare avanti in questo modo, senza cambiare nulla,
perchè questo è il migliore dei mondi possibili e i sovranisti vogliono distruggerlo".
Bah, da un certo punto di vista mi sento più europeista io (che non ho pudore a dirmi populista e sovranista)
di quanto mi sembra lo siano Cacciari e i suoi amichetti.
Si faccia domattina almeno l'unione bancaria e tributaria, e vedrete che molti sovranisti (me compreso)
cominceranno a cambiare idea (ma nessuno la farà).
saluti
#710
Attualità / Re:Coraggio o temerarietà?
11 Ottobre 2018, 20:11:26 PM
Perdonami la franchezza ma non vedo cosa c'entri la nostra colazione con l'economia...
Qualcuno riesce a spiegarmi in maniera razionale il perchè un paese (il nostro) che da venticinque anni fa
registrare il miglior saldo primario d'Europa si vede continuamente aumentare il debito pubblico?
Pensiamo solo che nel ventennio 1995-2015 (fonte "Corriere Economia) l'Italia ha avuto un avanzo di 570
miliardi, e la Germania di 70 (la seconda migliore).
Si dirà, ma ci sono gli interessi pregressi sul debito! E certo, è ovvio, ma come si è venuta a formare
l'enorme somma degli interessi pregressi (1650 miliardi nello stesso arco temporale) se sempre ci viene
raccontata la storiella dei benefici dei bassi tassi che l'Euro ha portato?
Non so chi legge, ma io che penso all'economia in termini "familiari" sospetterei, se è vero che la mia
famiglia risparmia molto da 25 anni, di essere finito in mano a degli usurai...
Tutto questo, naturalmente, senza minimamente mettere in discussione il fatto che i debiti vadano pagati,
e che non esiste proprio la scorciatoia di stampare moneta a go-go (come alcuni pensano, senza però mai
dire che, sì, un paese sovrano può stampare moneta quanto vuole, ma al prezzo di generare inflazione).
saluti
#711
Citazione di: green demetr il 10 Ottobre 2018, 20:28:24 PM
Permettimi però di rimanere perplesso su questo tuo improvviso "cedimento ideologico".




Mah, quando qualcuno mi chiede il perchè di questa mia "svolta" (perchè mai "cedimento"?) gli rispondo che la
colpa è di Dostoevskij (che a me sembra l'unico che sappia rispondere qualcosa a Nietzsche)...
Marx, di cui continuo ad essere grande ammiratore, intuì la necessità che un "corpus" normativo si sviluppasse
su di un fondamento solido, e sostituì al "popolo", hegelianamente inteso, la "classe" (anche in questi termini, se
ci pensi, può essere visto il ribaltamento in senso materialista dell'idealismo hegeliano).
Non che Marx si sia, banalmente, "sbagliato"; è che la "classe" è risultata storicamente perdente; perchè non ha
saputo coagularsi e diventare gruppo sociale omogeneo (i "proletari di tutto il mondo" non si sono uniti, potremmo
chiosare).
L'internazionalizzazione marxista era da intendersi, a parer mio, in un tal senso. Era, sì, cancellato il "confine"
(il "confine", cioè, come espressione del popolo hegelianamente inteso), ma per stabilirne un altro, e rigoroso:
quello fra le classi.
Contemporaneamente, anche il liberalismo (poi diventato "mercatismo") operava la sua internazionalizzazione (per
motivi economici). Nella quale ad emergere è l'individuo (ed in cui il "confine" è rappresentato proprio
dalla irriducibile individualità di ognuno). E questo è risultato il modello storicamente vincente.
Quindi, vista la mia personale ed irriducibile ostilità verso il modello liberale-mercatista (molti parlerebbero
di invidia, o tirerebbero in ballo, chissà se a ragione, motivi riconducibili alla psicologia), per mero
realismo politico ho pensato che l'unica maniera efficace di opporsi a quel modello fosse quella che si fonda
sul "popolo" hegelianamente inteso e precedente alla tesi di Marx.
Questo, in sintesi, il motivo della mia "svolta"...
saluti
#712
A Ipazia e Green Demetr
La sinistra non esiste più da tempo. O forse, parafrasando Montanelli che parla della patria, essa è esistita
solo nei sogni degli sprovveduti che hanno avuto la sventura di crederci (come me, del resto).
La sinistra "vera" (i vari gruppuscoli che si richiamano esplcitamente al comunismo) è vicina ai "sovranisti",
ed è questa, forse, la posizione più coerente (perfino un sindacalista "verace" come M.Landini, sembra
prossimo segretario della CGIL, lo è).
L'altra sinistra, quella dei Prodi, dei Renzi, dei Cacciari (del PD, insomma...) propone per le prossime
elezioni europee, udite udite, un grande raggruppamento anti-sovranista che va da Tzipras a Macron, inglobandovi
presumibilmente  gli Juncker, le Merkel e compagnia cantante. Bah, poco male, avevamo del resto già ampiamente
capito che questa  "sinistra" è in realtà una formazione politica di stampo liberale (e quindi liberista in economia).
Per una questione di dignità personale (null'altro...) trovo che quelli come Cacciari, che si definiscono
"intellettuali di sinistra" dovrebbero acquisire il buon gusto di dire, almeno ogni tanto, le cose come stanno.
Hanno in tutto e per tutto assorbito quella cultura liberale anglosassone che, dal settecento e attraverso tutto
l'ottocento, arriva fino agli anni 70 del novecento (quand'è soppiantata dal più attuale e coerente "spontaneismo").
Una cultura, dunque, stantia in quanto espressione di un mondo che non c'è più; una cultura che poneva al centro
della propria riflessione la libertà individuale (che i nostri valenti "intellettuali" chiamano "diritti civili")
ed il merito individuale (che, sempre i nostri valentissimi, hanno fatto proprio riempiendosi letteralmente la
bocca del termine "meritocrazia"), cioè categorie politiche che nulla hanno più a che vedere con l'attualità (anzi,
diciamo che l'attualità ha profondamente mutato).
E' troppo chiedergli di "mettere nel Pantheon" (una espressione che sembra piacere assai a costoro...), che so,
Hume, Adam Smith, Spencer e Stuart Mill (e con essi sostituire Berlinguer, Don Milani, Mandela etc.)?
saluti
#713
Il cosiddetto "reddito di cittadinanza" non andava fatto. Ma non andava fatto non tanto perchè ingiusto,
complicato da attuarsi o altro, ma essenzialmente perchè non ce lo possiamo permettere.
Sarebbe bastato (e già questa era un problema...) la riforma della "Fornero", che avrebbe dato un
segnale importante, condiviso, ed estremamente popolare (la qual cosa non è certo un difetto...).
Il problema più grosso, fra tanti problemi grossi, che ha questo paese è la mancanza di lavoro.
Sono passari ormai diversi lustri da quando i "geni" della Bocconi teorizzavano il settore terziario
come piena compensazione dei posti di lavoro persi nel primario e nel secondario; questa compensazione
non c'è stata, e la disoccupazione sta dilagando (ben oltre le ridicole cifre ufficiali, come evidente).
Dopo decenni di disatroso liberismo economico, è necessario ripensare allo stato come a quell'agente
economico che, per così dire, crea il sostrato affinchè il lavoro possa sorgere e svilupparsi.
Da quanto tempo il nostro paese non ha un piano industriale degno di questo nome? Da quanto tempo
un problema tutto sommato risolvibile come l'eccesso di burocrazia strangola l'impresa?
Ecco, da queste cose occorrerebbe ripartire, senza cercare pericolose ed improbabili scorciatoie.
saluti
#714
Attualità / Re:Coraggio o temerarietà?
10 Ottobre 2018, 17:48:10 PM
Beh certo, comprendo come, se questo è il mondo, in questo mondo bisogna vivere...
Quindi da un certo punto di vista sono d'accordo con voi. Ma c'è un particolare: questo mondo è un manicomio
(è un manicomio perchè si pensa di perseguire la razionalità economica quando invece si persegue l'ideologia).
Vedo, per assurdo, forti analogie con il socialismo reale, perchè anche in esso si perseguiva l'ideologia
scambiandola per "scienza".
La, diciamo, "manicomialità" del mondo è ben illustrata da Anthony con queste parole: "Se provi a ridurre
il debito in maniera significativa il sistema entra in crisi per carenza di domanda aggregata, se fai una
manovra espansiva il mercato diffida di te, aumenta i tassi, ed è anche peggio, l'unica soluzione è quella
dell'equilibrio, della fune sospesa che ha da una parte il baratro della depressione, e dall'altra il baratro
del default".
Embè, vi sembra poco vivere perennemente in sospeso sopra un precipizio? Sicuramente non c'è di che annoiarsi...
saluti
#715
Attualità / Re:Riforma della"LEGITTIMA DIFESA"
09 Ottobre 2018, 20:42:55 PM
Citazione di: Eutidemo il 08 Ottobre 2018, 12:58:10 PM
La caccia, peraltro, mi ripugna, senza offesa per chi è cacciatore; ed infatti si tratta solo di un mio connotato psicologico, senza alcuna pretesa di voler esprimere un giudizio generale di carattere etico al riguardo. ;)
                                    ***



Bah, ti dirò, io non andrei mai a caccia, ma prima di dirmi "contrario" ci penserei un pò.
Tutto sommato mangio ancora carne, ed onestamente non vedo gran differenza fra uccidere un animale
durante una battuta o dentro un macello.
Sicuramente la caccia va regolata in maniera severa. Vivendo in una zona ad alta densità di cacciatori
so bene come la quasi totalità di loro spari con troppa facilità a qualsiasi specie.
Conosco personalmente casi in cui si è sparato a compagni di battuta (al cinghiale) e ad animali
domestici volontariamente, per cui so bene come la storiella del cacciatore "civile" riguardi solo poche e
meritevoli persone.
E poi, diciamocela tutta, i cacciatori spesso non conoscono e non sanno maneggiare le armi (se lo
sapessero fare non si sparebbero addosso durante le battute)...
saluti (la mia 29 ha canna da 6 pollici, quindi non è come quella di Callaghan - però sempre brunita
nera e con guancette di noce, che in poligono fanno penare non poco...)
#716
Attualità / Re:Coraggio o temerarietà?
09 Ottobre 2018, 20:03:40 PM
Ad Anthony
Beh, per prima cosa io trovo che bisognerebbe mettersi d'accordo sulla base su cui produrre moneta...
In teoria, la base su cui produrre moneta è il PIL, ma in pratica se ne produce molta di più di quanto
il PIL consentirebbe (alcuni economisti affermano che la "massa monetaria" in circolazione ammonta a nove
volte il PIL mondiale; altri parlano addirittura di novanta...)
Certo, non di "conio" sto parlando (perchè la produzione di conio produrrebbe inflazione), ma di tutte
le diavolerie escogitate per poter, di fatto, stampare moneta senza l'impiccio costituito da una base in merce
corrispondente (la vecchia dicitura sulla Lira: "pagabile a vista al portatore" a questo si riferiva).
Perchè avviene questa sovraproduzione di moneta? Per il medesimo motivo per cui nel 29 i magazzini si
riempivano di merci invendute: per la necessità di espandersi che ha il "sistema".
Chiaramente, quando poi arriva (ed arriva puntualmente) la crisi, allora sorge imperiosa la necessità di
ricondurre al "reale" il "virtuale"; ed ecco i "salvataggi" (ad onere del solito sig.Pantalone, è ovvio).
Come sarebbe a dire non è possibile e non è necessario ridurre il debito pubblico?
Siamo forse ancora alla "perfezione metafisica" dell'equilibrio dei mercati (certo che lo siamo, ma io
faccio finta di non saperlo...)?
E quando succede qualche crisi congiunturale come la mettiamo con lo "zero interessi" ("Con i tassi a 0 il debito
non costa nulla, e quindi non è un problema", dicevi in una precedente risposta)?
Vogliamo far finta di non sapere che tutto questo è come camminare su una fune sospesa sopra un precipizio?
Cosa successe, ad esempio, ai tempi della crisi dei "subprime"? Non fu forse una banale crisi locale
ad innescare un diabolico domino che travolse i mercati mondiali?
No no, io trovo invece che, esattamente come per quanto capita nell'economia familiare, il debito vada ridotto
quanto più possibile, onde dar modo di avere spazio di manovra in caso di crisi congiunturali.
Proprio per questo non vedo di buon occhio l'iniziativa del governo (che gioca rischioso, perchè se il PIL
non si alza - e ahimè non si alzerà - son dolori...).
saluti (grazie comunque dell'interessante discussione)
#717
Attualità / Re:Coraggio o temerarietà?
09 Ottobre 2018, 14:05:54 PM
Secondo E.Galli della Loggia ("Corsera" dell'1 Ottobre) a livello globale fra il 2007 e il 2013 si è
assistito ad un aumento dei debiti pubblici dal 53 al 70% dei PIL.
Ora, mi chiedo cosa significhi quel tuo: "questa è la risposta che il sistema da all'incremento di risparmio
che non trova allocazione nel privato" se non che, in radice, la progressiva affermazione dell'economia sulla
politica ha causato, fra le tante cose, anche una proliferazione incontrollata (in quanto la moneta non è più
"pagabile a vista al portatore"...) della produzione di denaro.
Ma, a parte questo specifico aspetto, io credo che tutto il "sistema" sia fondato non certo sulla razionalità
economica, ma sull'ideologia (e una delle caratteristiche di questa irrazionalità è proprio la proliferazione
di denaro,; la sua - del denaro - mancanza di correlazione con una merce "concreta").
Ad esempio, non so tu ma io non ho mai sentito una proposta che sia una sul come rilanciare i consumi (e quindi
sul come alzare il PIL).
Il governo gialloverde ha detto (per me ingenuamente come dicevo) che a ciò serve l'innalzamento al 2.4 del
deficit. Ma gli "altri", che hanno detto? E non solo che hanno detto "adesso" le opposizioni, ma che hanno sempre
detto i governi precedenti e la UE...
E allora permettimi di insistere: come si abbassa questo debito pubblico che ci sta strangolando?
L'ideologia dominante dice da sempre di abbassare le tasse (perchè con l'abbassamento delle tasse ripartono i
consumi quindi il PIL cresce). Ora, questo non è né stato detto né, naturalmente, fatto: perchè?
Chiaramente perchè, almeno nell'immediato, abbassando le tasse il debito cresce (e noi con questa cifra è
una cosa che non possiamo permetterci).
Altrettanto chiaramente, nel proseguo dopo l'immediato, la ormai cronica mancanza di quelli che una volta
erano chiamati settori "primario e secondario" (agricoltura e industria), con la galoppante disoccupazione
di massa che ne è conseguita, unitamente alla prevedibile disintegrazione (da qualcuno chiamata "liberalizzazione")
di ciò che resta dei servizi pubblici - conseguenza pressochè inevitabile del calo delle tasse - renderebbe
oltremodo improbabile un rilancio dei consumi.
Ergo, e lo si vede chiaramente, il "sistema" non ha alcuna risposta da dare...
Quanto allo "spread" certo, riconosco che dovendo pur vivere in "questo" mondo con esso bisogna fare i conti, ma
chiedo se è mai concepibile una mostruosità tale...
Lo "spread", cioè il differenziale che nasce laddove paesi diversi condividono la medesima moneta ma non il medesimo
sistema bancario, è forse definibile in maniera diversa da, appunto, "mostruosità"?
Quale razionalità, quale "scienza economica" può concepire una assurdità simile?
saluti
#718
Attualità / Re:Coraggio o temerarietà?
08 Ottobre 2018, 20:47:16 PM
Citazione di: anthonyi il 06 Ottobre 2018, 17:53:11 PM
Citazione di: 0xdeadbeef il 06 Ottobre 2018, 17:13:29 PM
saranno molto ingenui a pensare che con quel misero 2.4 di
sforamento ripartiranno i consumi (come molto ingenui sono a pensare di poter fare una politica monetaria espansiva
con questa cifra del debito),

Infatti io mi domando se ne è valsa la pena di allarmare i mercati per pochi decimali. Tria si era già accordato per l'1,6, che dopo una buona contrattazione poteva diventare l'1,9. Bastava abolire gli 80 Euro di Renzi e ce ne sarebbe stata d'avanzo. In generale le guerre non convengono, ma se si fa la guerra per futili motivi, e magari alla fine la si perde pure .... .


Sì, su questo devo dire di essere d'accordo. Non si può far finta che il debito non sia quello che è,
pur se questo è stato determinato da politiche miopi (oltre che liberiste...). Ma tant'è, ed è con
questa situazione che oggi dobbiamo fare i conti.
Però ripeto quanto andavo dicendo: come si fa a far alzare il PIL (per abbassare il debito) quando abbiamo
una domanda interna praticamente azzerata?
Si pensa forse di arrivare con le esportazioni a livelli cinesi?
Oppure si pensa di abbassare il debito ripetendo come litanie certe formulette ideologico-furbastre sul taglio
della "spesa pubblica" (ormai mitologica entità con la riduzione della quale i liberisti contano di risolvere
magicamente qualsiasi problema economico)?
Ma poi come si fa ad abbassare la spesa pubblica quando, è noto, il nostro paese ha da quasi 25 anni il miglior
dato primario ("avanzo") d'Europa?
Vogliamo forse battere ogni record in materia? Vogliamo forse mangiare ghiaia e chiudere scuole ed ospedali
per tentare ("tentare"...) di avvicinare un pareggio di bilancio che quella spaventosa cifra degli interessi
pregressi sul debito rende di fatto inavvicinabile?
Mah, a me sembra che qui nessuno abbia delle proposte credibili. Certamente quelle dell'attuale governo sono
debolissime ed estremamente problematiche, ma quelle degli "altri"? Vi sembrano forse più credibili quelle
dei vari Monti, Letta, Renzi (per limitarci ai nostri)?
Ma possibile che nessuno veda che i debiti degli stati, quindi non solo il nostro, vanno aumentando ormai da
decenni e costantemente? Vorra pur dire qualcosa, no?
saluti
#719
Attualità / Re:Riforma della"LEGITTIMA DIFESA"
07 Ottobre 2018, 17:16:43 PM
Citazione di: Eutidemo il 07 Ottobre 2018, 15:38:01 PM

Trattandosi di una 44 magnum, presumo che fosse un revolver, per cui è naturale che non avesse una sicura; con i revolver, infatti, visto il tipo di scatto, la sicura non serve (a parte la chiusura a chiavetta per i bambini).



Si, certo, ho usato quel termine ("sicura") intendendo rivolgermi a lettori non certo pratici della materia.
Il revolver in questione è il mitico S&W 29 con percussore fisso al cane, cosa che come ben saprai è tutto fuorchè
indicata per un utente poco pratico (l'arma, da me acquistata, è stata sostituita con un Ruger in 357 caricato
su mia indicazione appunto con 38 spl).
Concordo totalmente sugli altri punti. Anzi, mi fa piacere vedere una volta di più come l'appassionato di armi
sia in realtà molto diverso da come i media spesso ci descrivono.
Per quel che mi riguarda, io tengo le armi (ne "custodisco" diverse) rigorosamente in armadio blindato e scariche,
quindi neppure avrei tempo di prenderle se qualcuno mi entrasse in casa (e spero di non dovermi mai pentire di questa
mia scelta, perchè talvolta la difesa della propria famiglia è un dovere).
Anzi ti dirò, visto che siamo su un forum filosofico, che mi sono spesso interrogato su questa mia passione, dal
momento che io sono un persona che MAI sparerebbe a nessun essere vivente (sto pensando addirittura di diventare
vegetariano per scelta etica). Chissà, forse il "demone che c'è in noi"...
saluti
#720
Attualità / Re:Coraggio o temerarietà?
06 Ottobre 2018, 17:34:14 PM
Citazione di: InVerno il 06 Ottobre 2018, 17:14:11 PM. E' il momento dell'aut aut, o si fa l'Europa con la E maiuscola o questo accrocchio è destinato a finire in mano alle destre, perchè non possono esistere nazioni senza il nazionalismo, e l'idea di tenerlo a bada con sanzioni e tirate d'orecchie passerà alla storia come il più goffo oltraggio all'intelligenza.





Parole degne dell'Oracolo di Delfi...
Questa banda di strozzini ideologizzati di tutto è capace fuorchè di "fare l'Europa". E' inutile che si
richiamino spesso ai padri nobili: neppure dovrebbero osare di mettersi in bocca quei nomi...
Che risposta stanno dando ai "sovranismi"? Stanno forse cominciando a costruire una unione non dico politica
(che sarebbe pretendere troppo), ma almeno bancaria, fiscale, economica?
Ah certo, dicono di non volersi accollare i debiti degli altri. Comprensibile, per carità, ma quando si tratta
di godere dei vantaggi della moneta unica non storcono poi tanto il naso (vero cara sig. Merkel, che senza
l'Euro avrebbe il Marco apprezzato di almeno il 20%?).
La finisco qui, o ne dico troppe...
saluti