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Messaggi - Freedom

#706
Citazione di: Socrate78 il 06 Novembre 2018, 19:56:05 PMSe ci pensi, al giorno d'oggi fortunatamente la coscienza comune non accetta più un sacco di cose che in passato erano normali, non accetta più lo schiavismo (almeno la maggior parte delle persone....), non è più accettata la monarchia assoluta nel mondo occidentale, quindi non potrebbe essere che un giorno anche il capitalismo verrà ricordato come qualcosa di incivile e condannabile al pari di schiavismo e monarchia assoluta?....
Mah.......lo schiavismo è la storia stessa. Schiavi, servi della gleba, proletari sempre la stessa storia. Il benessere di pochi si fonda sul male di molti. E' sempre stato così. Se guardi alla storia rilevi che le civiltà prosperavano sino a che potevano conquistare nuovi territori e, soprattutto, nuovi schiavi. E la monarchia esiste ancora: è quella che alcuni chiamano dell'1%. In realtà a decidere come va il mondo sono pochissimi. La novità di questa epoca è che non si usa più la forza bruta ma l'astuzia.

Ma non mi faccio illusioni: se le masse, non per consapevolezza bensì per panza vuota si ribellassero sarebbe un attimo, per le elitè, riesumare l'antico e nodoso bastone.
#707
Citazione di: InVerno il 06 Novembre 2018, 18:47:12 PM
Se non esiste la verità, di che discutere? Da una parte un luogo di confronto è praticamente deserto, dall'altra i luoghi digitali dove l'autoconferma delle proprie opinioni è la regola (come youtube, facebook etc) sono grondanti di utenti. Se non si ha cura di cancellare la cronologia periodicamente, questi siti propongono al fruitore le più inoffensive delle posizioni e il materiale che più consolida i pregiudizi iniziale del fruitore. Questi canali di "autoconferma" hanno creato il fenomeno della camere di risonanza, interconessioni digitali strutturate in modo tale da venire a contatto solamente con opinioni e posizioni che confermano la propria, aiutando le persone a costruire la propria bolla esistenziale che non ha alcun bisogno di confronto per sostenersi. In perfetto accordo con il predicato della teoria postmodernista, dove a ogni individuo è richiesto di cercare il proprio significato e consolidarlo per proteggersi dal dolore dell'esistenza. Non è sorprendente che la maggior parte degli individui, in un sistema cosi elaborato, ricerchino la gratificazione immediata attraverso l'autoconferma dei propri pregiudizi anzichè il confronto, perchè è la scelta più conservativa e ottimale dal punto di vista darwinistico in quanto conserva energia. Si aggiunge a ciò il triste fatto che in Italia c'è una forte cultura del chiacchericcio, quello che gli anglosassoni chiamano "small talk", al contrario della ricerca di un serio dibattito. Non sarò l'unico ad essermi imbatutto in persone di altre culture, trasferitesi in Italia, vivere una forte solitudine esistenziale perchè incapaci di trovare relazioni significanti, che non siano imperniate sulle previsioni del tempo e il punteggio in campionato. Spesso questo è dovuto al fatto che o sei capace di coltivare un circolo di relazioni significative tra familiari e\o conoscenti oppure sei condannato a subire il chiacchericcio italico passivamente. Questo per dire che sfortunatamente "la fuori" le cose stanno peggio che nel forum.
Volevo selezionare la citazione ma, a ben guardare, condivido in toto il tuo intervento. In particolare ne apprezzo le conclusioni.

Mi permetto di aggiungere che all'inizio dell'avventura di Logos, quando era "Riflessioni", provai un sentimento di immensa gratitudine per la moltitudine di familiari che vi trovai (ritengo, mutuando l'espressione evangelica, che i miei familiari siano coloro che cercano la verità). Pensa che, in gioventù, quando l'unico mezzo esteriore di ricerca erano i libri, arrivai a domandarmi: "ma c'è qualche altro cretino come me che cerca la verità o sono l'unico povero stronzo di tutto il pianeta?"  8)  ;D Poi mi rispondevo: "bè, se producono e vendono 'sti libri qua non sarò proprio da solo....."


Questo per dire quanto sia importante condividere questa ansia esistenziale. Poi, negli anni, ci siamo accorti un pò tutti che si era semplicemente allargato l'orizzonte, aggiunto un cerchio concentrico ai già numerosi presenti nelle nostre vite. Come quando lanci un sasso nell'acqua. Però, insomma, dispiace che alcuni utenti (all'epoca presenti) si dimentichino di quella magia.


Amareggia anche che qualcuno scarichi sul Forum la sua impotenza a proiettarsi in avanti e condividere un tema, un'atmosfera. Lanciasse lui una progettualità, accendesse una lampada e si incamminasse che noi, umilmente, ci metteremmo tutti in fila sui suoi passi. Ognuno, purtroppo, fa quello che può e non quello che vorrebbe. 


Non è facile accettare ciò che tu hai così bene espresso e che non si può che condividere e cioè che siamo tutti, Forumisti compresi, figli dei tempi nei quali ci è dato vivere.
#708
Citazione di: Socrate78 il 29 Ottobre 2018, 18:14:35 PM
Normalmente, soprattutto tra i sostenitori ad oltranza del sistema capitalistico come unico modo di produzione ed organizzazione sociale, si ripete come un mantra che il comunismo (o meglio socialismo) ha fallito e che non è un'ideologia applicabile né mai lo sarà.
Nonostante sia una utopia condivisibile temo che sia così.

Perchè il comunismo e/o il socialismo non governano efficacemente la natura umana e le sue contraddizioni. Come è noto noi siamo un coacervo di bene e male. In taluni casi e in certi periodi storici, per motivi che spesso ignoriamo, prevale uno ed in altri momenti prevale l'altro. Marx ne era ben consapevole e, infatti, non a caso, parlava della dittatura del proletariato come ineludibile passaggio prima di arrivare all'eden comunista. Però la dittatura non può funzionare, mai! Perchè, tra le varie dotazioni cromosomiche umane, c'è anche quell'anelito alla libertà che non si può soffocare nè comprare.

Il cristianesimo primitivo, che in tanta parte era simile al comunismo, risolveva questa contraddizione facendo intervenire lo Spirito Santo. Ma questa è un'altra storia e ho tirato fuori l'argomento solo per dimostrare quanto sia ben presente a tutti i massimi pensatori di tutti i tempi la difficoltà di governare le dinamiche umane di bene/male.

Il capitalismo è più bravino nel governare queste dinamiche assecondando le inclinazioni più basse e meschine della persona umana ma non fino al punto di permettere a quest'ultima di distruggere la civiltà e, forse, il pianeta stesso. Anche se le potenzialità ci sono tutte. Con l'atomica si potrebbe fare in poche ore ma, più verosimilmente, il rischio maggiore è rappresentato dal paradigma del modello di sviluppo capitalistico che è la crescita continua. Quest'ultima, è intuitivo e non sono necessari grandi ragionamenti per comprenderlo, non può essere infinita essendo il pianeta Terra finito. Tuttavia, con la complicità della socialdemocrazia che ne ha stemperato gli aspetti più bestiali, il capitalismo sta dimostrando una vitalità sorprendente. Nonostante abbia ridotto allo stato larvale l'umanità annichilendone il cervello, anestetizzandone il cuore, e fiaccandone lo lo spirito, gode ancora di una certa, malsana, salute. Chiedo scusa per l'ossimoro.

Il capolavoro, la geniale e diabolica trovata di coloro che governano il capitalismo è stata convincere l'umanità che questo è il migliore dei mondi possibile e, tutto sommato, non è male.
#709
Bè per quanto riguarda la partecipazione al Forum nettamente inferiore ai "bei tempi" non nutro alcun dubbio: essa è figlia dei tempi ingenerosi nei quali viviamo. Basta guardarsi attorno per vedere una società, consentitemi una parola grossa: una "civiltà" precipitata nell'apatia più totale. Paradossalmente questa assoluta passività melanconica si sposa ad una frenesia assurda ed insieme generano veramente un sonno della ragione.

Potremmo guardarla da tante angolature e ricercarne con relativa facilità le cause e concordare sull'assenza di medicine, perlomeno allo stato attuale. In verità l'abbiamo anche fatto ma è un esercizio tafazziano che non genera alcun vantaggio.

In altre e più rozze parole a nessuno frega niente delle domande veramente importanti che un essere umano dovrebbe farsi. Sempre che ambisca a rimanere umano.  E pur nella ovvia difficoltà della ricerca di risposte soddisfacenti si dovrebbe comprendere che queste domande arricchiscono la persona nel suo complesso. Eppure tutte le "agenzie" che si occupano di queste tematiche sono quasi morte. La religione, la filosofia, la massoneria, le facoltà universitarie umanistiche, etc.

E' così. Non c'è niente da fare. 

Qualcuno lamenta l'alto livello culturale ma qua ci sono veri ricercatori che sono quasi "condannati" allo studio mentre sarebbero ben felici di riporre i libri in libreria e afferrare, catturare almeno un barlume di luce barattando i congiuntivi e non solo quelli.

Altri lamenta la mancanza di vis polemica e l'attribuisce alla mancanza di personalità forti o linfa nuova nel Forum. Mah, un pò è vero però c'è anche da dire che l'educazione ed il rispetto sono prodotti dal maggior autocontrollo che noi utenti, dopo anni e anni di scuola, siamo in grado di esprimere. Infatti una delle "trappole" di internet è che la parola, non mediata dalla carne, è molto più affilata. E fa male. Allora dopo un pò, stai più attento. E' un inevitabile percorso di crescita. E' un pochino anche merito della moderazione che, i primi tempi, aveva, a volte, parecchio lavoro, mentre oggi molto meno. Grazie dunque all'impostazione che si è data e, questo sì, grazie alle entrate non numerosissime che raramente stravolgono l'impostazione medesima.
#710
Tematiche Filosofiche / Re:L'io di me stesso
31 Ottobre 2018, 23:06:11 PM
Citazione di: viator il 19 Ottobre 2018, 19:31:59 PM
Salve. Riflettevo sul fatto che passano gli anni ma noi continuiamo a sentirci noi stessi.

Non credevo sarebbe mai giunto il giorno nel quale sarei riuscito a leggere integralmente un post così lungo. Nella sezione di filosofia poi: disciplina che ho abbandonato da lungo tempo. Davvero interessante e ben fatto. Ma forse è stato l'incipit a mettermi sulla tua lunghezza d'onda. Quella riflessione lì l'ho fatta anch'io e, in me, ha suscitato, scatenato direi, qualcosa di grande e profondo. Vorrei dirti consapevolezza ma, in tutta franchezza, devo dirti che, almeno nel mio caso, nel campo della ricerca interiore chiamala filosofica, spirituale, le consapevolezze.......diciamo "particolari" vanno, vengono ma sostanzialmente non modificano la coscienza delle cose. Non diventano "pane" di vita.

Non commenterò dunque le conclusioni che trai un pò perchè forse non le capisco del tutto e un pò perchè quel poco che comprendo non mi trova del tutto d'accordo.

Per quel poco che vale l'opinione che mi sono fatto io credo che quella consapevolezza di sentirmi sempre me stesso (non sto a definire me stesso perchè so che mi capisci) mi suggerisce qualcosa di.......assoluto. Indefinibile e sfuggente ma.....come dire.....stabile, solido insomma assoluto.

Se avessi bevuto un goccetto di buon vino e fossi particolarmente su di morale mi spingerei a dire eterno.

Ma a ben guardare temo che siano i deliri i un vecchio pazzo. E se voglio dare una possibilità a questo post di esistere mi sa che devo cliccare "invia" senza rileggere. Altrimenti sono certo che lo cancellerei....... 8)
#711
Tematiche Spirituali / Re:Che cos'è la Fede^
04 Agosto 2018, 19:00:02 PM
Citazione di: 0xdeadbeef il 29 Luglio 2018, 14:07:16 PMQualcuno di voi mi sa dire in cosa consiste la Fede?
saluti
Come sempre le domande intelligenti sono di poche, semplici e sincere parole.
Non so se la mia risposta sarà all'altezza ma ci provo lo stesso.  E' certamente vero che essa è un condensato di vita vissuta. La fede è sapere che Dio c'è senza averne le prove. O meglio senza poterlo dimostrare.
Un abbraccio
#712
Citazione di: Kobayashi il 16 Luglio 2018, 12:50:05 PM
Citazione di: Freedom il 14 Luglio 2018, 23:15:46 PMC'è tuttavia un aspetto, a ben guardare, che può concernere la spiritualità: la volgarità in senso lato è del tutto contraria ad essa. Più si acquisisce sensibilità spirituale più una serie di cose diventa urticante se non insopportabile. Almeno così penso.

Purché questa sensibilità spirituale non sia la solita presunzione gnostica di essere migliori, quindi troppo delicati e nobili e bisognosi di protezione dalla contaminazione della volgarità di coloro che "non capiscono". Altrimenti siamo sempre lì con la religiosità che serve solo a rafforzare la propria identità.

Ho letto e riletto le mia parole e non capisco perché individui in esse qualcosa che abbia a che fare con la "presunzione gnostica di essere i migliori". Mi riferivo alla semplice educazione nonché sensibilità che sconsiglia, per esempio, di ruttare o scoreggiare in presenza di altre persone oppure di parlare di defecare e urinare mentre si è seduti a tavola. A mio giudizio la sensibilità spirituale è inversamente proporzionale alla volgarità.

http://www.treccani.it/vocabolario/volgarita_%28Sinonimi-e-Contrari%29/
#713
Fin da bambino la solitudine ha sempre esercitato, su di me, un fascino irresistibile. C'era un fumetto (ai miei tempi i fumetti erano molto letti e, anche, appassionanti) che si chiamava "Lone wolf" e mi piaceva moltissimo. Credo fosse pubblicato sull' "Intrepido" o sul "Monello". Più in generale ho sempre ritenuto il vivere o meglio il saper vivere (nel senso di saper affrontare) in solitudine prova di forza, equilibrio e, addirittura, saggezza. Roba da veri uomini, insomma. 8)


Ora, nella fase avanzata della mia vita, pur non rinnegando l'insostituibile "abilità" necessaria ad ogni essere umano per saper affrontare la solitudine e trarne preziosi insegnamenti; ho maturato la profondissima convinzione che nella relazione con gli altri ci sia "il segreto" della vita stessa.
#714
Questo topic, forse, avrebbe avuto sede più appropriata nella sezione "Tematiche culturali e sociali" oppure, se esistesse, nella sezione "Educazione civica".

Mi pare, infatti, il non bestemmiare religione alcuna, comportamento di pura educazione. Dettato anche, per chi ce l'ha, dalla sensibilità.

C'è tuttavia un aspetto, a ben guardare, che può concernere la spiritualità: la volgarità in senso lato è del tutto contraria ad essa. Più si acquisisce sensibilità spirituale più una serie di cose diventa urticante se non insopportabile. Almeno così penso.
#715
Citazione di: InVerno il 23 Giugno 2018, 14:35:47 PM
Quando Dostoevskij fa rinascere Cristo in Spagna, non lo fa imprigionare e crocifiggerere dai moderni romani, ma da un inquisitore, un integralista che randella le dita dei poveracci con le frasi del vangelo (e con ben di peggio), così zelota al suo "dovere", così perverso nell'accettare la guerra, la infligge anche contro Cristo stesso sottoforma di tortura... e lui in silenzio lo bacia.
Mi fai venire in mente il socio di John Travolta nel celebre film di Tarantino (Pulp Fiction) che, prima di ogni uccisione, citava il profeta Ezechiele......... ;D

Purtroppo hai ragione: la risposta di donquixote è incontrovertibile ed esaustiva. Ma la difficoltà nel metterla in pratica non risiede solamente nelle durissime conseguenze da affrontare; come ho cercato di argomentare. C'è anche una grande complessità nella "comprensione ed elaborazione" dei dati del problema. Intendo dire che la questione immigrazione è veramente complicatissima. E bisogna anche riconoscere che, negli ultimi 30 anni, non si è fatto nulla per cercare di dirimerla. Al contrario si è aggiunta confusione a confusione, spinti anche, purtroppo, da interessi personali immorali ed illeciti, ignavia, ignoranza.

Bisognerebbe mettere in fila tutti le circostanze che formano lo scenario e tentare una correzione. Uso apposta la parola correzione perché "risoluzione" mi pare velleitaria. Siamo infatti di fronte ad una problematica di portata storica, epocale.

Sarebbe apprezzabile cominciare a contrastare tutti gli aspetti che fanno dell'immigrazione una moderna "tratta degli schiavi". Lo scandalo dei maiali che sfruttano l'altrui disperazione incassando 35 € al giorno e spendendo, per il mantenimento dei profughi, cifre irrisorie. Godendo dunque di una marginalità, come affermato da Carminati a Roma, superiore a quella del traffico di stupefacenti. Bisognerebbe anche contrastare i maiali che fanno lavorare questi disgraziati a 2 € e anche meno all'ora! Per non parlare di quelli che vengono direttamente reclutati nella malavita. Vorrei anche sapere per bene chi finanzia le navi di medio tonnellaggio che trasportano i migranti. Vorrei anche che certe nazioni e certi intellettuali che fanno la morale si assumessero la responsabilità di indicare ipotetiche soluzione.

Ma non vorrei che dalle mie parole si leggesse una valutazione positiva per l'azione di Salvini. Anche quest'ultimo, non so se per motivi elettorali o culturali, sta spingendo il Paese verso una deriva pericolosa. Fa bene a sollevare certe contraddizioni e a rifiutarsi di essere vassallo dei poteri forti, pur tuttavia è su una strada molto stretta e, potrebbe essere un attimo, ritrovarsi dentro un conflitto etnico importante.

In conclusione: non si poteva andare avanti in questo modo vigliacco e opportunista ma la correzione da apportare è di difficilissima applicazione. E non sono sicuro che Salvini sia sulla strada giusta. Ci vuole un'intelligenza, un equilibrio, una determinazione la cui alchimia non è semplice da trovare.
#716
La risposta al quesito posto dall'autore del thread è quella di donquixote. Incontrovertibile ed esaustiva.

Il problema è che non si vuole accettarne le inevitabili e ultra rivoluzionarie conseguenze. La prospettiva è radicalmente capovolta e rende la nostra permanenza su questo pianeta fuori da qualsiasi possibilità di vita così come la conosciamo e la intendiamo. Non a caso i grandi, grandissimi cristiani che hanno solcato il mondo hanno definito per esempio l'amare i nostri nemici come la perfezione, ripeto perfezione cristiana.

Niente di meno che il raggiungimento della meta promessa. Cioè la gioia eterna. Dunque il massimo risultato possibile e desiderabile da qualunque essere umano. Senziente, va da sè! 

Ma vediamone insieme le conseguenze, le inevitabili conseguenze: se lo fai ti condanni all'impossibilità di vivere. Non a caso Tommaso da Kempis parlava dell'Imitazione di Cristo. Ma cosa ti succede dunque se imiti Cristo? Ti ammazzano.  Magari non ti mettono sulla croce perchè oggigiorno tale strumento di morte non è più d'uso comune ma ci sono tantissimi modi di raggiungere l'obiettivo. Questo è l'ineludibile risultato se fai sul serio.
#717
Citazione di: Kobayashi il 06 Giugno 2018, 07:41:16 AM
cercare di capire se avere fede nel Dio cristiano implica l'azione santa.
Dunque l'invito era quello di mettersi nei panni del credente e sviscerarne le conseguenze etiche.
In caso vi sia una necessità nel rapporto fede-azione santa bisognerebbe chiedersi ancora se questa necessità sia legata all'essenza stessa della fede, alla sua struttura originaria, o se piuttosto essa prende forma da un dovere, un accordo, un obbligo, insomma un'alleanza decisa una volta per tutte.

Insomma, a mio giudizio, per capirci qualcosa, bisogna concentrarsi sulla natura della fede.
Ma se la fede non è "dichiararsi persuasi di un certo numero di asserti" (come insegna la teologia più consapevole), che cos'è?
Cos'è la fede? Questa la domanda decisiva che, a mio avviso giustamente, poni. Non posso trattare una materia, la cui natura è spirituale, da punti di vista razionali, oggettivi. Non è una roba discutibile, condivisibile, trasmissibile. Non è nemmeno possibile oggettivarne l'esistenza. Quelli che ci provano non fanno una bellissima figura. Quello che posso dirti è che, dal mio punto di vista, la fede è essere sicuri che Dio c'è senza averne certezza sensoriale, concettuale nemmeno, in estrema ratio, spirituale. Ammesso che io sappia spiegare (almeno a me stesso!) la parola spirituale. La fede è quel sentimento lì. Ammesso che possa annoverarsi, almeno come lontano parente, nella famiglia dei sentimenti. E' quel qualcosa che......diceva un poeta del quale non ricordo il nome. E se c'è quel qualcosa che.......e se quel qualcosa che........ lo rappresenti nel Dio cristiano, allora accade (subito? dopo vent'anni?) che il primo comandamento diventa una cosa naturale. E da questo fatto, ancor più naturalmente, ne consegue una amore per tutti e tutto. Insomma la bontà.
Spero di non aver detto troppo sciocchezze tutte in una volta.
#718
In primo luogo vorrei sapere dov'è finito quel diavolo d'un Socrate78 che ha lanciato una pietra anzi un macigno nello stagno e poi si è fatto di nebbia.......

In secondo luogo vorrei sommessamente rilevare che a leggere 'sto thread c'è da uscire pazzi: teologia e filosofia da grandi teologi e grandi filosofi. Da grandi pensatori azzarderei. La domanda che tuttavia mi pongo è la seguente: il filo del vostro pensiero aiuta a rispondere alla domanda posta nell'incipit del thread? E ancora: i vostri dotti ragionamenti aiutano a risolvere il quesito che sottende questa come tante altre discussioni? Cioè Dio o meglio il Dio monoteista e/o panteista o qualunque cosa noi intendiamo con Dio (sinteticamente un Ente che governa l'Universo) esiste? E ancora ho visto addentrarsi o quantomeno sfiorare l'abisso dei quesiti classici, peraltro insolubili: "chi ha creato Dio?" "Cosa c'era prima di Dio?" Ma allora, dico io, svisceriamo anche: "Dio può morire?" E perchè non: "Dio può sfuggire a leggi da Lui stesso create?"

La mia irrilevante opinione è che l'approccio che ho letto sin qui non sia quello corretto. Nè per comprendere se la fede in Dio è slegata dalla bontà nè per capire cos'è la fede. E, naturalmente, nemmeno per afferrare che cos'è la bontà perchè, forse, meriterebbe un piccolo ragionamento anche questa domanda.

In quel tempo Gesù disse: "Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli."
#719
Citazione di: Socrate78 il 26 Maggio 2018, 19:38:22 PM
Mi sembra che il fatto di credere in Dio non comporti di per sé un cambiamento anche nel comportamento della persona verso il prossimo: ci si può convincere razionalmente che esista un Dio o che effettivamente questo o quel profeta sia stato ispirato dal divino, ma ciò non implica anche un cambiamento del cuore, la persona credente può anche continuare a nutrire sentimenti di disprezzo per il prossimo, di invidia, e la fede resterebbe lettera morta, una fredda convinzione intellettuale. Ne deduco che se esiste un Paradiso la semplice fede nel divino non sia un fattore così determinante per accedervi, ma ci voglia qualcos'altro, qualcosa che molti credenti non possiedono a sufficienza, mentre invece alcuni non credenti hanno. Può sembrare sarcastico, ma forsein Paradiso ci sono più atei che cristiani?
Alla fine del tuo post usi la parola "cristiano" dunque penso che quando parli di credere in Dio tu ti riferisca al Dio cristiano.

Se è così allora è bene chiarire qual è l'insegnamento cristiano. Che, in estrema sintesi e ultimissima analisi, è il seguente: amare Dio sopra qualsiasi altra cosa. La "ricompensa" è scoprire che da questa azione (interiore), atteggiamento, fede, chiamiamola come vogliamo; suscita uno stato di straordinaria gioia. Subito, adesso! C'è inoltre la promessa che questa gioia, immediatamente sperimentabile, sia eterna.

Per quanto riguarda la percentuale di anime domiciliate in Paradiso può essere benissimo che la tua tesi sia fondata cioè più atei che cristiani. Se infatti essere cristiano significasse rispettare le regole cristiane come si rispetta il codice della strada allora nessuno sarebbe cristiano. Ma non scopri una cosa nuova; dice il Signore: "riconosceranno che siete miei discepoli da come vi amerete gli uni gli altri."  Perché, va da sé, quando ami Dio sopra ogni cosa ami anche gli altri esseri umani.
#720
Citazione di: InVerno il 06 Maggio 2018, 14:29:02 PM
per me il senso del viaggio non è arrivare, ma camminare.
Sì. Condivido. Un po' come la filosofia. Amore per la verità, certo, ma, poiché è alquanto remota la possibilità di arrivare all'agognata verità; il senso vero della filosofia è la ricerca tout court.

Non escludo che sia il tempo, il vero dittatore delle nostre vite, che influisce in modo determinante anche sul mio viaggiare. Quando la schiavitù del lavoro ti concede quelle settimane di ferie e quelle rimangono cerchi di "ottimizzare" i tempi in modo.....come dire..."produttivo". E qualsiasi ritardo o intoppo che dir si voglia, che da studente appare addirittura come opportunità, diventa invece un pernicioso ostacolo al raggiungimento, come bene hai scritto, del punto B.