CitazioneA circa un secolo dall'avvento della meccanica o, meglio, fisica quantistica, come mai sopravvive la consueta rigidità oggettivistica nel pensiero scientifico e persino teologico?Si potrebbe dire perché le superstizioni sono dure a morire e in questo caso la superstizione è che l'oggetto possa sussistere senza il soggetto che lo osserva traducendolo continuamente in significato o, in ambito opposto, quello di un soggettivismo estremo, che possa sussistere un soggetto senza alcun oggetto che lo rifletta nel suo significato di soggetto. In altre parole che esista una separazione netta e invalicabile (o sempre perfettamente e staticamente definibile) tra soggetto e oggetto, tra cosa e significato, tra fuori di me e dentro di me. In realtà, se da un lato, è in noi che le cose appaiono mostrandosi per ciò che (in parte) sono, è il nostro operare su di esse che produce ciò che siamo a partire dal significato che l'operare tecnico ci conferisce. Noi, come soggetti, ci veniamo così a essere espressi dagli stessi strumenti che usiamo per conoscere il mondo e manipolarlo e il dentro e il fuori viene così sempre a coincidere in ciò che accade.
La meccanica quantistica ha compromesso l'ingenua visione realistica di un determinismo che immaginava un osservatore separabile a mezzo del metodo appropriato da ciò che osserva, come se ci si potesse collocare dietro uno schermo invalicabile: da una parte io osservatore, dall'altra il fenomeno osservato, com'è in sé e per sé. Ma, visto che questo schermo non c'era, per poter continuare a trattare scientificamente il fenomeno quantistico, ossia secondo l'esattezza della ripetibilità del numero, è stato necessario adottare una visione probabilistica dell'essenza e la realtà prima è così diventata probabilità, svanita in una precisissima nuvola di probabilità in linea di principio sempre calcolabile.
Ma la meccanica quantistica è stata resa a sua volta possibile da un certo modo di pensare il mondo che a sua volta, la strumentazione introdotta dalla fisica quantistica e il suo modo tecnico operativo ha a sua volta modificato, modificando il significato delle cose e quindi il nostro modo di pensare e di pensarci, di percepire e di sentire noi stessi. Siamo noi in questo grande fluire che è come una sorta di pulsazione continua, siamo noi stessi in ogni atomo questa stessa pulsazione pulsante, questo è ciò che solo oggettivamente ci resta.