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Messaggi - 0xdeadbeef

#721
Attualità / Re:Coraggio o temerarietà?
06 Ottobre 2018, 17:13:29 PM
Citazione di: Jacopus il 06 Ottobre 2018, 15:22:59 PM
Il debito pubblico non va considerato in termini assoluti ma in termini percentuali rispetto al PIL perché è il potenziale del Pil a garantire il pagamento degli interessi.(Francia 98, Germania 64, Italia 138). Proprio per questo assume ancora più importanza l'incremento del Pil nelle proiezioni degli anni a venire.


E come si fa ad alzare il PIL quando abbiamo una domanda interna praticamente azzerata?
Certo le esportazioni il loro dovere lo fanno, ma come possiamo pensare di alzare quel misero uno-
virgola quando all'interno del paese la gente non spende?
All'indomani della Grande Depressione del 1929, come noto, per far ripartire i consumi si attuarono politiche
monetarie espansive ("keynesiane"); oggi il governo giallo-verde pensa (molto ingenuamente) di riproporre quelle
politiche laddove invece il mainstream predica l'austerità: chi ha ragione?
A mio modo di vedere ce l'hanno i nostri giallo-verdi; saranno molto ingenui a pensare che con quel misero 2.4 di
sforamento ripartiranno i consumi (come molto ingenui sono a pensare di poter fare una politica monetaria espansiva
con questa cifra del debito), ma gli altri sono addirittura una manica di fanatici ideologizzati ai quali nulla
importa se il PIL italiano, su queste basi macroeconomiche, NON PUO' necessariamente alzarsi.
saluti
#722
Avrete senz'altro sentito di Mimmo Lucano, il sindaco di Riace prima ammirato per aver creato in quel paese
un modello di integrazione, poi arrestato per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina.
Lucano, ed è questo quel che personalmente più mi interessa, si è auto-definito "fuorilegge", intendendo
con questo termine la preferenza da lui accordata all'imperativo della morale sulla norma giuridica.
E' nota anche la difesa che lo scrittore Roberto Saviano ha fatto di Lucano: "questo arresto è segno
dell'aria che tira", ha detto Saviano, che ha poi aggiunto: "Questo governo, attraverso questa inchiesta
giudiziaria, da cui Mimmo saprà difendersi in ogni sua parte, compie il primo atto verso la trasformazione
definitiva dell'Italia da democrazia a stato autoritario".
Questione, questa, antica, anzi antichissima. Che richiama alla mente l'ordine stoico da cui prende le mosse
il cosidetto "giusnaturalismo", il diritto "di natura", così evidente da renderlo: "valido anche se, cosa
empia, Dio non esistesse" (U.Grozio). Un diritto, dunque, "superiore" a qualsiasi diritto che l'uomo può
"porre" (cioè che una volontà sovrana im-pone).
Quello di Lucano e di Saviano è dunque un discorso antico, di cui troviamo traccia anche nel Vangelo e un pò
in tutta la storia del Cristianesimo (o delle religioni in genere, che affermano la superiorità delle norme
religiose su quelle "civili"); un discorso che si fonda su una assolutezza della morale che non
può essere né discussa nè contraddetta dalla relatività delle norme giuridiche "positive".
Ma, ed è questo il punto (un punto sottolineato specialmente da Kant), può la morale assolutamente intesa
contrapporsi frontalmente al diritto giuridico?
saluti
#723
Citazione di: Lou il 04 Ottobre 2018, 15:14:47 PM
"Francamente non vedo come possano esservi attinenze fra la scienza e la politica"
Non ritieni che la rivoluzione scientifica abbia influenzato e sia stata inpulso per le rivoluzioni democratiche? E per teorizzazioni poliche, tipo Montesquieu, per citarne uno?
Non sto dicendo che siano la stessa cosa, ma non sono compartimenti stagni incapaci di influenzarsi vincendevolmente, tant'è che condividono alcuni alcuni valori la cui attinenza ad essi rende possibile valutarne l'operato.



Beh no, "compartimenti stagni" no. Chiaramente la, diciamo, "forma mentis" di un periodo o di una civiltà
influenza e permea di sé ogni aspetto del "vivere" (quindi anche la politica e la scienza, che sotto certi
aspetti sono dunque "figlie" del medesimo padre).
Però, dicevo, da qui a riferirsi alla politica come ad una "scienza" ne passa. E trovo importante dirlo
chiaramente; perchè sennò, come oggi succede, si finisce col pensare che la politica possa essere condotta
con i medesimi criteri e principi della scienza.
Per fare un esempio di quel che intendo, prendiamo ciò che afferma un eminente epistemologo come Karl Popper.
Una proposizione è scientifica, dice Popper, quando è falsificabile.  Questo enunciato è stato ripreso da
vari teorici della democrazia (ad es. M. Walzer), i quali hanno detto, in sintesi, che la democrazia permette
di sostituire i governanti senza spargimento di sangue.
Mi sembra vi sia un notevole nesso con l'enunciato di Popper, eppure di fatto si presenta una grande
problematicità. Perchè se da un lato è vero che si possono sostituire i governanti con relativa facilità,
dall'altro è però altrettanto vero che i programmi di governo non si possono sostituire con la medesima
facilità...
Il discorso è chiaramente lungo e discretamente complesso...
saluti
#724
Attualità / Re:Coraggio o temerarietà?
04 Ottobre 2018, 15:26:29 PM
Citazione di: anthonyi il 02 Ottobre 2018, 20:24:36 PM
Citazione di: 0xdeadbeef il 02 Ottobre 2018, 19:42:12 PM

Quanto ai passati governi di centro-sinistra e tecnici, che l'amico Jacopus definisce: "grigi, collusi con la
finanza internazionale ma competenti", non vedo davvero in cosa consista questa "competenza", dal momento che
con essi sono aumentati costantemente sia l'impoverimento del paese che il debito pubblico.
saluti

Passare da un -2 a un +1,5 di crescita PIL con oltre un milione di posti di lavoro in più non mi pare un impoverimento, e la crescita del debito pubblico è stata mantenuta fino ad oggi nei termini del contratto di rientro graduale che sottoscrisse Berlusconi nel 2011. I primi a non voler rispettare quel contratto sono i signori del governo del rinnovamento, e infatti solo con loro lo spread è ritornato sopra 300 (per ora).



Mi sembra che, ultimamente, l'ISTAT abbia rilevato che 5 milioni e 58mila individui vivano nel nostro paese in
condizioni di povertà "assoluta" (ove questo aggettivo prevede uno standard ben definito dallo stesso istituto
di statistica), e che questo sia il dato più alto mai registrato.
Quindi, a dispetto dell'incremento del PIL (dovuto chiaramente alla ripresa mondiale; una ripresa che sotto
certi aspetti "non poteva non esserci", dopo anni di vistoso calo), il paese "reale" (non quello che mangia
due polli laddove la statistica ci dice che ne ha mangiato uno - Trilussa docet) si è evidentemente impoverito.
Non mi risulta (e forse per mia ignoranza, intendiamoci) che vi sia una clausola di rientro graduale dal
debito. Mi risulta, anzi, che anni fa vi fosse un limite del 3% di deficit abbondantemente sforato negli anni
da molti paesi; e che, ultimamente, l'Italia abbia addirittura messo in Costituzione un pareggio di bilancio
poi mai, nei fatti, conseguito (nè perseguito...).
Ti dò ragione che ora le cose rischiano di peggiorare (mi darai spero atto di aver sempre manifestato le
mie perplessità su questa manovra...), ma lasciami sperare che così non avvenga.
saluti
#725
Francamente non vedo come possano esservi attinenze fra la scienza e la politica (tant'è che personalmente
reputo sommamente stolto definire "politologia", o "scienze politiche", lo studio della politica).
Se con "scienza" intendiamo: "una conoscenza che include, in modo o misura qualsiasi, una garanzia della
propria validità" (definizione del Dizionario filosofico N.Abbagnano, che a me pare corretta), allora non
si capisce che relazione essa possa avere con la politica (la cui conoscenza è al più "sofia", mai "logia").
Il tentativo che a me pare più serio di coniugare scienza e politica è stato compiuto da Hans Kelsen, il quale ha
cercato di costruire una teoria del diritto su di una base logica, ma ha dovuto pur sempre ammettere una "grundnorm",
cioè una norma-base (nel concreto essa è rappresentata dalla "costituzione") non spiegabile con i medesimi criteri
logici di quel che ne segue.
Ed è inutile dire che la "grundnorm" così intesa, "costituendosi" come l'insieme normativo più importante, invalida
inevitabilmente la logica di quel che ne segue.
Da questo punto di vista, sarei molto cauto nel considerare il nazismo ed il fascismo come dottrine politiche, diciamo,
alla scienza apparentate. Perchè in esse è anzi molto forte quel senso di "potenza" come ordine fondante che è
piuttosto contrapposto al "logos" kelseniano (basti solo considerare quello chè un pò il padre della teoria del diritto
nazista, cioè Carl Schmitt, che fu acerrimo avversario di Kelsen).
Direi quindi che, al contrario, proprio la liberaldemocrazia ha fatto sua questa supposta connessione di scienza e di
politica (e oggi ne vediamo addirittura l'esaltazione nello stato "mercatista", cioè fondato sulle "esattezze" di una
ancor supposta "scienza" economica).
saluti
#726
Attualità / Re:Coraggio o temerarietà?
02 Ottobre 2018, 19:42:12 PM
Citazione di: cvc il 02 Ottobre 2018, 12:41:53 PM
Spero siano coeaggiosi, perché la temerarietà è figlia dell'incoscienza. Facendo i conti del salumiere penso che se uno mi chiede credito e io lo concedo, è perché confido nelle sue capacità di rientrare dal debito. Sforare  il debito va bene, ma qual'è il piano per rientrare?

Sono decenni che sforiamo il debito...
Mi verrebbe da chiedere se qualcuno se ne è accorto, visto che sembra sforiamo il debito da due giorni (cioè da
quando il nuovo governo ha annunciato l'intenzione di portare al 2,4 lo sforamento).
Non esiste e non può esistere un piano di rientro (almeno finchè le condizioni rimangono queste). Con oltre 80
miliardi di euro all'anno da pagare per gli interessi non esiste taglio alla spesa sufficiente a far andar in
negativo il rapporto deficit/PIL (ma neanche a pagare il doppio di tasse e a chiudere scuole ed ospedali).
Quanto ai passati governi di centro-sinistra e tecnici, che l'amico Jacopus definisce: "grigi, collusi con la
finanza internazionale ma competenti", non vedo davvero in cosa consista questa "competenza", dal momento che
con essi sono aumentati costantemente sia l'impoverimento del paese che il debito pubblico.
saluti
#727
A questa eccellente risposta di Ipazia aggiungerei che lo sport (chiaramente parlo di sport praticato) insegna non
solo la costanza, la tenacia, la capacità di soffrire; ma anche la consapevolezza dei propri limiti e il valore
dell'avversario.
In un mondo in cui stoltamente si insegna che: "con la volontà si ottiene tutto", la pratica sportiva ci ricorda
che la volontà ci può portare al limite, sì: il NOSTRO limite, che non coincide certo con il "tutto".
Il più grande sportivo è colui che, sconfitto, si complimenta con il vincitore (cioè sono io, visto che non vinco
mai... :)
saluti
#728
Attualità / Re:Coraggio o temerarietà?
01 Ottobre 2018, 19:47:22 PM
A tutti
Scusate, ma da certi discorsi sembra che il debito pubblico ci sia, o almeno sia aumentato, da quando c'è questo governo...
Così, evidentemente, non è; perchè è a tutti noto che il debito pubblico ha registrato una prima grossa impennata
al tempo della "lite delle comari" (la separazione fra il tesoro e la Banca d'Italia), e poi altre e molto
corpose con le varie fasi della globalizzazione, dell'introduzione dell'euro e della recessione economica del 2009.
Il debito pubblico italiano aumenta costantemente nonostante il nostro paese faccia registrare da ormai 25 anni
il miglior avanzo primario d'Europa (la positiva differenza fra entrate e uscite dello stato al netto degli
interessi pregressi sul debito).
Trovo quindi assolutamente patetico il richiamo ai "figli che dovranno pagare i debiti dei padri". O almeno, lo
trovo patetico laddove ci si riferisca a questa manovra dell'attuale governo come se i debiti dei padri fossero
frutto inevitabile di questa manovra.
Con ogni probabilità questa manovra aggraverà ulteriormente un quadro giù ampiamente compromesso. Credo di aver
già abbondantemente espresso tutte le mie perplessità in merito.
Però, per favore, se si è seri non ci si può esprimere come se si fosse in presenza di una manovra irresponsabile
fatta da degli irresponsabili che andrà a minare tutto il buono fatto dai governi precedenti (come non si possono
elencare i mali storici del paese - Jacopus- come fossero prodotti da Di Maio e Salvini).
Risponde forse al vero quanto sentivo stamattina (da Stefano Fassina, quindi da un personaggio non certo imputabile
di simpatia verso il governo) circa un operare in deficit del 2.7 da parte del governo precedente?
Non ci sarebbe da stupirsi, visto che, dicevo, i soldi spesi in certi modi e non in altri sembra non "irritino" più
di tanto la tecnocrazia dominante.
Che poi, alla fin fine, se ben ci pensiamo questo governo si sta muovendo in maniera altrettanto "tecnica".
Non risponde forse ad una esigenza tecnica il tentativo di ridare un pò di fiducia (e qualche spicciolo) al paese?
Non è forse la scarsa (per non dire nulla) domanda interna uno dei più gravi problemi che ha la nostra economia?
Intendiamoci, io non credo che la manovra possa rianimare nemmeno in minima parte la domanda interna (troppo esigue
le cifre in gioco), però è un segnale in tal senso; un segnale che la tecnocrazia dominante nemmeno si sogna di
ipotizzare (e con cosa si pensa di ripagare, se anche fosse ripagabile, il debito pubblico: con i tagli alla spesa?).
E' chiarissimo (almeno così mi pare, poi felicissimo di essermi sbabliato) che con questa cifra del debito le
politiche monetarie "keynesiane" sono impossibili ad attuarsi.
Però, è anche impossibile continuare a digerire come nulla fosse tutta l'ideologia che la tecnocrazia dominante
ci propina camuffandola da "scienza economica".
saluti
#729
Attualità / Re:Coraggio o temerarietà?
01 Ottobre 2018, 17:17:54 PM
Citazione di: donquixote il 30 Settembre 2018, 03:10:36 AM
Insomma una ulteriore iniezione di denaro in un mondo già sommamente  drogato dal medesimo innanzitutto farà alla fine confluire tale denaro nelle solite pochissime tasche, e contestualmente aumenterà sempre più la dipendenza dei cittadini dallo Stato che sarà sempre più sovrano su di loro, e quella dello Stato dai "mercati" riducendo vieppiù il tanto sbandierato "sovranismo".


Come possiamo parlare di "sovranità" quando di essa manca una delle due forme principali (naturalmente sto parlando
della sovranità monetaria, essendo l'altra la legittimità all'uso della forza su un dato territorio)?
Bah, al massimo, ritengo, potremmo parlare di "voglia di sovranità"...
Faccio notare un particolare che già segnalavo: il debito pubblico continua ad aumentare da molti anni a questa
parte. Esso è di fatto non rimborsabile ma finchè al timone della barca c'è qualche "amico" questo non sembra
preoccupare sua eminenza il Mercato...
In realtà, gli stati "sovrani" già da molti anni stanno cedendo la loro sovranità al mercato. Il processo, almeno
nel nostro paese, ha avuto due momenti topici nel "divorzio" fra il "tesoro" e la Banca d'Italia (la celebre
"lite delle comari") e nella firma Reagan-Thatcher per la libera circolazione dei capitali (due momenti che, di
fatto, hanno consegnato il nostro debito nelle mani degli investitori internazionali).
La situazione è dunque molto complessa, e va ben al di là degli intendimenti presenti di Di Maio o Salvini...
Ti dò senz'altro ragione sul fatto che in troppi, fra i Cinque Stelle ed i Leghisti, credono ingenuamente che il
debito possa aumentare senza pagar duramente pegno (qualcuno addirittura crede possa essere azzerato, o che si
possa stampar moneta a go-go). Molta ingenuità c'è del resto fra i sostenitori della parte politica opposta, che
continuano a parlare di democrazia senza aver capito che si è ormai arrivati ad un bivio.
saluti
#730
Attualità / Re:Coraggio o temerarietà?
01 Ottobre 2018, 16:47:23 PM
Citazione di: anthonyi il 30 Settembre 2018, 15:12:01 PM
0xdeadbeef, intervenire per salvare le banche è necessario proprio per la stabilità dei mercati e del sistema economico. Se lasci fallire una banca questa si trascina dietro migliaia di imprese che fanno affari con lei. In finanza la stabilità è il valore fondamentale e questo vale anche per il debito, il debito pubblico non si può pagare perché si produrrebbero squilibri distruttivi, è però necessario mantenere la fiducia nei confronti dello stato del fatto che manterrà i suoi impegni in maniera tale che possa essere continuativamente rinnovato. L'alternativa è quella di un tracollo del sistema finanziario che si trascinerebbe dietro tutto il sistema economico.
Un saluto.


Embè, ho capito che il dare i soldi alle banche non alza lo spread, non ci declassa presso le agenzie di rating etc.
mentre il dare i soldi per le pensioni o il cosiddetto "reddito di cittadinanza" lo fa eccome: che altro dovrei
capire?
Ho capito anche che questo è il mondo nel quale dobbiamo vivere (e infatti esprimevo le mie perplessità sulla
bontà di questa manovra); ma, mi chiedo, qualcuno ha capito che questa è "tecnocrazia" e non "democrazia"?
Lo dice proprio stamane anche E.Galli della Loggia in un editoriale sul "Corsera": la democrazia è ciò che è,
e non può essere spacciata per ciò che non è (l'acuto osservatore esordisce infatti dicendosi preoccupato di
non apparire come un sostenitore dell'attuale governo).
Pongo allora una domanda che ho già posto altrove e che ritengo basilare: che bisogno c'è di consultare il popolo
(se il termine "disturba" possiamo usare: "gli elettori") quando si sa già qual'è la decisione da prendere?
saluti
#731
Attualità / Re:Coraggio o temerarietà?
29 Settembre 2018, 17:15:55 PM
Si, non esistono pasti gratis ma qui il problema è che c'è chi mangia e chi non mangia (quindi, più che a M.Friedman io
sarei più propenso a credere a Trilussa nel suo celebre aneddoto dei polli...).
Il problema, semmai, è che non puoi pensare di cannoneggiare una nave standotene al suo interno (non so se mi spiego...).
Capisco certi commenti; in realtà anch'io sono molto perplesso da questa manovra, perchè il rischio di ritrovarci tutti
in braghe di tela è davvero alto. Non capisco come i "presidenti" Salvini e Di Maio abbiano potuto fare un passo simile
tanto a cuor leggero: o sono davvero dei cuor di leone o sono degli sprovveduti.
A questo punto non so se sperare che abbia ragione l'amico Eutidemo (e che il vero e definitivo testo della manovra sia
diverso).
Ora però, dato a Cesare quel che è di Cesare, devo anche dire che questi tanto celebrati (o temuti) mercati non hanno fatto
tanto gli schizzinosi quando si sono date montagne di denaro alle banche.
Davvero qualcuno pensa si possa pagare un debito di oltre il 130% del PIL? Un debito che, ricordo, aumentava costantemente
anche prima di ieri, quando si era ben lontani dall'2.4% di sforamento.
Qualcuno davvero pensa che se ci fosse qualcun'altro al governo si svilupperebbero "politiche settoriali strategiche a
tutela della famiglia, della formazione, dell'innovazione tecnologica" (come dice l'amico Jacopus)? E perchè non lo
si faceva prima, quando invece la prima preoccupazione di chi governava sembrava essere quella di compiacere in tutto e
per tutto il "mercato" (altro che "politiche settoriali strategiche"...)?
Come mi succede spesso, concordo con l'amico Paul11, laddove afferma che in atto vi è molto di più che non uno scontro
fra Salvini, Di Maio, Macron o chi per loro. Lo scontro è, si, fra "sovranisti" e "globalizzatori"; ma volendo vedere
questo scontro in altra luce potremmo anche dire che esso è fra una visione politica classicamente europeo-continentale
ed una liberal-mercatista di matrice anglosassone (non a caso Orban descrive la "sua democrazia" come "democrazia illiberale").
Da questo punto di vista, questa manovra e questo governo non sono "tardivi". Sono "pericolosi", questo si, soprattutto per
chi non ha capito che in gioco c'è molto...
saluti
#732
Attualità / Coraggio o temerarietà?
29 Settembre 2018, 13:40:35 PM
Da elettore (parzialmente) soddisfatto dell'operato di questo governo mi chiedo se l'ormai celeberrimo Documento di Economia
e Finanza (DeF) sia coraggioso o temerario...
Conosciamo bene la situazione. A parte il condono fiscale (perchè questo è...), le altre cosucce che esso contiene sono, anzi
sarebbero, condivisibili. MA...
Appunto: ma. I mercati come stanno reagendo e come reagiranno? Perchè con essi, bene o male, ci tocca ci toccherà fare i
conti, ci piaccia o meno.
In sostanza, se io fossi un menbro del governo ci andrei cauto. Magari farei la riforma della "Fornero", che trova la
condivisione di ambedue le parti di governo e di una vastissima parte dell'opinione pubblica (anzi: del "popolo"...),
ma sugli altri punti ci andrei, come dire, di "fioretto" (attendendo semmai le reazioni del "paziente" prima di
procedere oltre con la "cura").
Che ne pensate?
saluti
#733
Attualità / Re:Creazione di lavoro
29 Settembre 2018, 13:24:25 PM
Citazione di: anthonyi il 28 Settembre 2018, 19:37:33 PM
baylham, in realtà gli imprenditori non creano nulla, essi sfruttano le opportunità. C'è la possibilità di guadagnare 10, facendo lavorare una persona, e pagandola 8, e loro la fanno lavorare guadagnando 2.
Se però lo stato dice che di quei 10 deve incassare 3 di tasse, allora all'imprenditore non conviene più e non fa lavorare.
Se però lo stato si accontenta di incassare 1 allora l'imprenditore ha convenienza ad assumere perché guadagna 1.
Per cui la risposta alla tua domanda è che è lo stato con le tasse alte (Sugli imprenditori) che distrugge il lavoro, e detassando restituisce il lavoro che aveva distrutto.

NB: la precisazione tra parentesi è importante perché esclude sia la rendita che il reddito da capitale da questo ragionamento.


In realtà la cosa è "leggermente" più complicata...
Nel nostro paese, ad esempio, nessuno si lamenta più del "costo del lavoro" (in sintesi la somma di salari e contributi);
perchè, semplicemente, esso è tutto fuorchè alto.
Gli imprenditori si lamentano semmai di altri fattori, come ad esempio la difficoltà a calcolare i costi e la burocrazia (non sfugga
che, a differenza dei decenni precedenti, molte imprese stanno delocalizzando in paesi nei quali il costo del lavoro è più
alto che nel nostro - come Austria e Svizzera).
Quindi non semplifichiamo oltre misura un quadro molto più complesso di quanto la superficiale e "gretta" lettura liberale
(che si basa sul sempiterno fondamento ideologico, anzi metafisico, per cui basta seguire il proprio utile immediato per
ricavarne un utile generale) tenderebbe a farci credere.
saluti
#734
Io ho per molti anni letto solo saggistica; poi, visto che questa mi stava cominciando ad annoiare, ho da non
molto cominciato con la narrativa.
Prediligo i grandi classici, e fra questi in particolare i russi e i francesi (l'autore da me preferito in
assoluto è Dostoevskij, che pongo alla pari di Kant come la mente più profonda che l'umamità abbia finora
visto).
Sto attualmente leggendo "Moby Dick", di Melville (piacevole, ma non certo al livello di altri grandi del passato).
Come l'amico Jacopus, trovo anch'io un pò artificiosa la distinzione saggistica-narrativa (soprattutto se con il
termine "saggistica" si intendesse quella filosofica): basti pensare solo a Nietzsche o alle "Operette morali" di
Leopardi...
saluti
#735
Tematiche Filosofiche / Re:L'origine della diseguaglianza
26 Settembre 2018, 14:40:54 PM
Ora, non vorrei ricordare male (lessi ormai molti anni fa certi testi di Liverani, Musti, etc.) ma mi sembra che
in questione non vi sia una generica "sepoltura" (certo pratica ben più antica che non la trasmissione ereditaria),
ma la sepoltura e la venerazione degli antenati della "propria" famiglia o clan.
Del resto, sempre se ben ricordo, molto antica è in Mesopotamia l'usanza di aggirare il divieto di vendere le
proprie terre con una finta adozione.
Ora, come nacque la proprietà vera e propria (cioè trasmissibile)? Mi sembrerebbe plausibile datare questo passaggio
ad una fase successiva la "stanzializzazione" (la cosiddetta "rivoluzione agricola"), anche se non si può escludere
che fra le generazioni dei nomadi vi possa essere stato passaggio di capi di bestiame.
Sembra certo (anche da fonti a noi più vicine, come l'economia romana e del primo medioevo) che inizialmente il
"possesso" venisse concesso dall'autorità come ricompensa per servigi prestati, e che tale possesso "privato"
convivesse con una ben più ampia proprietà "demaniale".
Fatto è che ben presto questo possesso diventa vera e propria "proprietà" (quindi trasmissibile e alienabile - forse
sul modello di quella che, con la stanzializzazione, viene sempre più sentita come la "terra patria" di un certo
popolo - e non di un altro).
Tuttavia, vorrei insistere un attimo su quello che a me sembra il nocciolo della questione (se è vero che il post si
intitola: "L'origine della diseguaglianza"...).
Dicevo nel precedente intervento che nei periodi di "vacanza" del potere regale sembra crescere (secondo Liverani)
la diseguaglianza. Con la diseguaglianza (forse anzi come causa di essa) crescono l'individualismo ed un "familismo"
inteso in maniera ristretta.
Quindi, dicevo, l'origine della diseguaglianza come disgregazione del potere regale (un potere regale che, non a caso
ama farsi chiamare "padre" dal popolo anche in tempi a noi vicinissimi); un potere regale che, ed è questo il punto,
incarna la "comunità" come aggregazione di individui legati gli uni agli altri da una precisa "cultura" (o etnia).
L'origine della diseguaglianza politica e sociale è allora da me individuato nella disgregazione della "comunità",
allorquando essa diventa "società" (e ciò si verifica in maniera evidentissima in Grecia con l'avvento della
democrazia e a Roma con la progressiva estensione del diritto alla cittadinanza.
Chiaramente, questo non risolve il problema inteso in una dimensione più ampia, che è quella dei rapporti fra
culture, popoli ed etnie diverse (anzi, a questo livello il problema della diseguaglianza sembra acuirsi, come
la storia tragicamente ci insegna).
saluti