Citazione di: Phil il 28 Marzo 2024, 11:57:01 AML'etica si presenta come una collezione di universali privi di referente, sempre se non si scambia l'agente etico per oggetto etico (ossia confondere il pennello con l'opera d'arte). L'etica non è fatta di uomini, ma dagli uomini (così come il quadro non è fatto di pennelli, ma da pennelli, e non solo...). Chiaro che senza uomini non c'è etica, ma ragionare sull'etica comporta fare un passo oltre la semplice constatazione di esistenza dell'uomo (che poi è il passo di astrazioni e convenzioni che lo allontanano dalla ferinità fatta di istinto, e sarei ben cauto nel proiettare nel comportamento animale le nostre categorie di bene e male; gli uomini tendono sempre a sovrainterpretare tutto ciò che li circonda, è la "condanna alla complessità" dell'animale semantico).
Appunto, il referente è: le relazioni umane, semantiche anzichenò.
Concordo sulla proiezione etica specista per quanto, con gli animali a noi più prossimi, indubbiamente si instaurano relazioni etiche trans-speciste, spesso molto educative anche per la specie egemone.
CitazioneCon lo sviluppo della tecnica cambiano (e si complicano) le questioni etiche, ma non gli universali che vengono chiamati in causa (giustizia e altri valori vari).
In ciò sta la bellezza del gioco etico: cambiare le regole in corso d'opera. E vinca il migliore. Col cambiamento si modificano pure gli universali (se non vogliamo considerarli scatole vuote): è il nostro precipuo modo di modificare la realtà antropologica.
CitazioneL'etica del rapporto di relazione con l'altro non è una gnoseologia; dunque esistono gli enti umani che si relazionano fra loro, ma l'etica non è fatta da universali rispetto all'esistere di tali enti (che hanno universali appunto gnoseologici), ma rispetto alle relazioni fra tali enti. Le relazioni non sono enti (né referenti oggettuali, semioticamente parlando), ma eventi.
Anche gli eventi hanno una loro gnoseologia. Si chiama: Storia. Rammento, en passant, che un filosofo disse che il mondo è costituito di fatti, non di cose.
CitazioneGli "universali etici" sono quindi "ante rem" o "post rem"? Se non c'è un'ontologia dell'etica (essendo fatta di relazioni, non semplicemente di enti in sé), si tratta di una falsa questione (se così impostata); oppure platonicamente esiste l'idea di giustizia che le etiche cercano di ricordare (a se stesse e agli uomini), oppure si tratta piuttosto di un "per rem", uno pseudo-universale "durante e per l'uomo" (per-durante la cosa-uomo, per dirla in postmodernese)?
Oppure si tratta di universali che si trasformano post-rem, anche molto tecnicamente condizionati, e, per quanto l'animale semantico sia refrattario all'apprendimento etico, certamente non lo fa per via ante-rem, se non nel suo vacuo immaginario.

