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Messaggi - Ipazia

#736
Anche la sostenitrice di Navalny deve riconoscere che la maggioranza dei russi, non oppressa dal "dittatore" vivendo in Italia, sceglie Putin.

Il motivo è semplice per chi non ha la mante foderata di prosciutto Nato: tra un filibustiere competente e diventare marionette di Wall Street (il trash estremo) scelgono il filibustiere. E la sovranità russa.

https://video.repubblica.it/edizione/milano/elezioni-russia-in-coda-per-il-voto-al-consolato-di-milano-tra-navalny-e-l-ucraina-si-fa-largo-il-trash/465050/466007

#737
Detta da un regime in cui la politica è ridotta a burattini semianalfabeti a libro paga di oligarchi cinici che simulano competizioni elettorali tra carrozzoni partitici da luna park, fa, amaramente,  sorridere. 

E, laddove gli oligarchi trovano resistenza alla prassi di mercato, golpe, stragi e guerre, sono la ricetta canonica.
#738
Eppure fin dalla notte dei tempi il sodalizio umano si è dato delle regole di convivenza e mutualità, individuando (correttamente) la vita umana come massimo bene su cui fondare i valori (etica) e la pena capitale, coerentemente col principio, dato e posto, come massimo castigo.

Tralasciando le varie ed eventuali belliche, di branco e di classe, il principio antropologico resta valido nel corso dei millenni fino ad oggi ed il suo rispetto è il limite che garantisce la più importante libertà individuale: vivere.

L'empiria esistenziale supera, nella prassi umana, tutte le complicazioni metafisiche relative al l.a.. Concetto ingannevole relativamente all'arbitrio, che resta delimitato all'ambito di libertà che la convivenza umana rende possibile nel suo processo evolutivo storicamente, oltre che naturalmente, determinato.

Ennesima dimostrazione della superiorità metafisica del relativo sull'assoluto nella ricerca dei fondamenti e delle prassi etiche conseguenti.
#739
Non so quanto lo sviluppo tecnologico sub specie capitalis abbia ridotto fatica e dolore. E non lo sa neppure lui:

#740
Citazione di: Pensarbene il 16 Marzo 2024, 20:54:15 PMse non sai cosa dire, non dire niente.
Vale soprattutto per chi non sa cos'è la meccanica quantistica e perché si chiama così. 
#741
Citazione di: bobmax il 16 Marzo 2024, 15:18:27 PMTuttavia, poiché simplex sigillum veri, è preferibile la semplificazione alla complicazione.
Perciò risulta tutto più semplice considerando inesistente il libero arbitrio (individuale!).
Si evita così di postulare un che di non dimostrato e che è incompatibile con la scienza. Se non supponendo azioni che trascendono l'immanenza conosciuta.

Infatti il l.a. e delimitato dalla parte trascendentale dell'universo antropologico, denominata etica/morale

CitazioneMa la mistica non solo è fede nella ragione, è soprattutto fede nell'etica. Ed è per questo che sospinge la ragione fino a fare i conti con l'etica.
Mettendo tutto in discussione.
E così giunge laddove la ragione tace.
Ecco il Nulla!
Il Nulla fonte di infinite possibilità.

Anche la mistica è parte dell'universo antropologico con le sue infinite possibilità, e infatti ...

CitazioneSe invece seguiamo una visione scientifica della realtà, allora l'etica può esserne al più un epifenomeno.
Prevale la logica.
E qui abbiamo il nulla nichilistico.
Difficile da contrastare, perché la logica, considerata assoluto, non dà alcun valore a nulla.
I nazisti erano eccellenti logici...

... arriva alle stesse conclusioni della ragione e dell'antropologia. La contrapposizione tra ragione e sentimento è solo nella testa dei manichei. Tra unio mistica e carnale c'è sintonia. Se bastasse la logica manichea i nazisti avrebbero vinto a Stalingrado.

Citazione di: bobmax il 16 Marzo 2024, 22:20:04 PMÈ a mio avviso interessante notare come vi sia chi nega il libero arbitrio individuale, senza mostrare però di esserne toccato esistenzialmente.
Cioè si nega il l.a. ma senza alcuna riflessione etica né su se stessi né sul mondo.

Il naturalismo americano è caratterizzato da correnti di pensiero che negano il l.a. attraverso una logica stringente, ma le successive loro riflessioni hanno soltanto un carattere pratico.
Come la conseguente conclusione che non  vi può essere alcuna colpa individuale, nessuno è davvero responsabile. A cui segue però la considerazione, che comunque chi sbaglia deve essere punito lo stesso! Perché se no la società...

Manca perciò la percezione della dirompente questione esistenziale, sollevata dalla non esistenza del l.a.

Con costoro è pressoché impossibile discutere delle implicazioni etiche, perché sono convinti che l'etica sia comunque secondaria rispetto alla logica.

Ma vi sono pure alcuni, che negano il l.a., senza neanche considerare le implicazioni logiche di questa non esistenza.
Perciò per costoro la responsabilità individuale vi è comunque, sebbene logicamente impossibilitati a dire il perché...

Esatto. È la colossale contraddizione del manicheismo scientista che continuamente si morde la coda.

Ovviamente nell'indifferenza del branco in generale, che sulla responsabilità individuale fonda il suo modus vivendi da sempre.

Il fondamento etico è per tutti, teisti e atei, la vita (umana). I teisti insistono su quella dello spirito, gli atei evoluti su quella dell'unità psicosomatica. L'ateoscientismo rimane fermo alla macchina biogica e da lì non si schioda.

Il fondamento "vita umana" è etologico prima che etico e l'etica non è un epifenomeno casuale ma il risultato più alto delle scienze umane, con il suo carico epistemico.

Tra cui spicca il concetto di limite, per evitare mostruosità teistiche come "Dio lo vuole" o ateistiche come "il fine giustifica i mezzi".

Limite che non contravviene al principio di libertà, quando diventa scelta razionale e non costrizione.

#742
Elogiando pure la soluzione teistica di una fattispecie che ha fin da subito un carattere giuridico ed etico in diretta relazione col bene e col male.

Nessuna religione avrebbe avuto successo se avesse imposto all'umano la parte del burattino. Si è giocato con la predestinazione, ma come piano B. Il piano A è quello della responsabilità individuale, con premio e castigo al seguito.

Vale pure per le religioni orientali in cui l'errare condanna al samsara e la via eticamente corretta porta al nirvana.

Tutta un'elaborazione teorica utilizzabile anche in ambito di etica laica (Arendt, Primo Levi,..), a scanso di burattini criminali.
#743
Cosa c'entra la definizione "meccanica quantistica" col principio di indeterminazione di Heisenberg. 

Perche "meccanica" e perchè "quantistica" ?

Mica hanno fatto un referendum per il nome più pittoresco ! Per quanto siano pittoreschi molti che ne parlano.
#744
Il fato sta a chi nega il libero agire come la responsabilità individuale sta a chi lo afferma.

E, secondo ragione, in tribunale si segue ancora la scemenza seconda linea di pensiero.

Concordando pure con Pio in sede non teologica, ma esistenziale umana.
#745
Citazione di: Pensarbene il 16 Marzo 2024, 16:33:13 PML'entanglement quantistico è un fenomeno non cinetico:
Non è un processo cinetico in cui una particella influenza l'altra attraverso una forza o un'onda
Immaginate di avere due fotoni entangled e di misurare la polarizzazione di uno. Se la polarizzazione è verticale, sappiamo(!!!) istantaneamente che la polarizzazione dell'altro fotone sarà orizzontale, indipendentemente dalla distanza tra di loro.
NON ESISTE ALCUNA CINETICA NELL'ENTANGLEMENT, nè discreta ne classica.

polarizzazione verticale e orizzontale, inversione spin elettroni del duetto: cinetica di onde e particelle.

La "quantistica", nasce semanticamente dal salto degli orbitali atomici degli elettroni, fenomeno squisitamente cinetico. Poi il termine si è esteso a tutti i fenomeni subatomici facendo una bella maionese semantica ad usum vili.

Oggi si intende tutta la fenomenologia subatomica, ma la "meccanica" originaria è riferita al salto quantizzato di orbitale degli elettroni atomici. Termine squisitamente fisico per scippare l'atomo ai chimici, che si fermano alle reazioni tra atomi e molecole.
#746
Si chiama "meccanica" perché tratta la cinetica delle particelle subatomiche, "quantistica" perché le transizioni non sono continue, ma discrete: natura facit saltus. Quindi si eseguono misure per "quanti" di transizione tra i vari stati possibili.

Che la natura faccia salti non autorizza i salti mortali dell'immaginario patafisico e  il chiacchiericcio acchiappa clic in rete.
#747
Citazione di: daniele22 il 16 Marzo 2024, 07:35:45 AM... Avrebbe quindi un bel da dire Ipazia che i riscontri oggettivi in tante pagine di discussione hanno portato all'emersione di una libertà relativa. Quasi tutti credono infatti di avere una libertà relativa e pure scontrandosi aspramente l'uno contro l'altro sembra infine che si sia giunti ad un accordo quando invece l'accordo c'era già ... ah ah ah ah aaaaah!.

C'era nei fatti. Che si possono complicare a piacere, ma posti di fronte a qualsiasi tipo di scelta finiamo con esercitare la libertà di agire, assumendoci la responsabilità della nostra decisione. Posizione decisamente meno illusoria e infantile che incolpare il fato.

CitazioneIl problema posto sarebbe infine un falso problema per una impossibilità gnoseologica tale e quale a quella che la fisica quantistica ha messo in evidenza per il mondo subatomico.

Argomento difficilmente risolutivo in un processo per omicidio.
#748
L'evoluzione umana è meno casuale dell'evoluzione naturale perché ha posto la ragione induttiva (con tutti i suoi limiti) al posto del caso.

In tal senso la contrapposizione con la fede mistica permane.

Il punto di intersezione è la fede nella ragione, cioè su uno strumento che richiede dimostrazioni per suffragare la fede. E fonda su ciò l'episteme e la verità.
#749
Citazione di: bobmax il 15 Marzo 2024, 16:23:56 PMMa infatti la difficoltà è proprio nel considerare l'etica ciò che sta "oltre" ogni razionalità.

L'etica sfugge al pensiero logico.
E allora per ammetterne la realtà ci si ritrova costretti a dare per scontato il libero arbitrio individuale.
Almeno un po' ve ne deve essere, se no l'etica...

Se viceversa si incomincia a considerare l'etica la ragione stessa dell'esistenza, allora si può iniziare a cogliere come il nostro esserci, questo stesso mondo, esistano esclusivamente affinché si dispieghi ciò che davvero conta.
E ciò che davvero conta è il Bene.

In questa prospettiva, il libero arbitrio è proprio ciò che, faticosamente e con sofferenza, deve essere messo in discussione.

Non è perciò soltanto una questione di incompatibilità tra natura e libertà.
Che il libero arbitrio individuale non esista è soprattutto richiesto dall'Etica!

Questo ragionamento è coerente se si attribuisce una finalità etica alla "realtà", ma l'unica dimostrazione formulata è un atto di fede: nella Verità, nell'Etica, nel Bene in senso lato.

Se invece l'etica si intende come ethos+techne, il discorso fila anche senza dare intenzionalità alla "realtà"

E' chiaro che questo due visioni si posizionano in maniera opposta rispetto al l.a. . Non è questione di sofferenza o di faticosa rinuncia a qualche pregiudizio, ma di risultato logico differente se si pone l'etica a monte o a valle delle relazioni umane.

Non solo tutte le strade della fede portano al discorso etico, ma pure tutte le strade dell'evoluzione umana, per cui è possibile trovare un punto d'incontro sul fare a prescindere dal provenire. E pure, con un atto di fede "interno" al processo evolutivo, sul divenire: "nati non fuste a viver come bruti ..."

Sbaglia di più l'evoluzione della fede ? Non direi.
#750
La negazione del l.a. è  necessaria nella visione teistica postulante enti divini onnipotenti. Onnipotenza che sarebbe impossibile se un ente inferiore potesse sfidarla. La contraddizione c'è nello sviluppo teologico ma l'impianto favolistico e l'escamotage del mistero rendono il discorso coerente.

Qui siamo però in ambito filosofico, laddove il libero arbitrio diventa discorso sulla libertà individuale e collettiva, non determinabile in modo fideistico, ma necessitante di riscontri oggettivi, i quali, in tante pagine di discussione, hanno portato ell'emersione di una libertà relativa, condizionata sia biologicamente che socialmente, ma coi suoi margini di verità effettuale che culminano nell'etica, la quale non è postulabile razionalmente, in assenza di un seppur limitato l.a. che consenta di scegliere cosa pensare e fare della propria vita, così come la si eredita al momento della nascita.