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Messaggi - daniele22

#736
Attualità / Re: Guerra in Ucraina III
27 Dicembre 2023, 22:04:14 PM
La censura non rappresenta l'autoritarismo, è solo una scelta politica quasi obbligata per uno stato autoritario. Non è quindi sintomo di benessere sociale la mancanza di censura. Ciò nonostante la libertà di parola è indispensabile per una società democratica sana ... ma qua de san ghe xé poco
#737
Scienza e Tecnologia / Re: L' universo come non è
26 Dicembre 2023, 22:49:41 PM
@Pensarbene
Sei proprio una sagoma direbbe qualcuno. Io invece sono solo uno psicofilosofo, ultima mia categorizzazione fantastica dopo il dogmatismo negativo. Alla fine dovrò dare ragione a iano.
Quando sento delle corbellerie sulla rappresentazione geometrica intervengo. Quando ti sento che certi progetti quei furbi se li tengono per loro mi chiedo chi siano costoro. Quando ti sento inneggiare alla meritocrazia mi arreca fastidio. Quando ti sento che l'importante sono i risultati senza preoccuparsi da dove giungano penso all'etica, sia umana che umana scientifica, e mi preoccupo. Quando infine ti sento citare anche la parabola dei talenti per svincolarti da un'accusa di nichilismo, mi incuriosisco. Mi incuriosisco perché quella parabola che lessi molti anni fa e che sapevo essere oggetto di controversie fu veramente in grado di stupirmi, come si suol dire mise in atto un vero e proprio colpo di scena dal macabro e inquietante sapore.
Comunque, bando alle mie critiche sul tuo logos, a livello filosofico e senza star lì a indagare sul metodo, mi piacerebbe sapere se i fisici sono certi del fatto che tutto l'universo si stia espandendo. Questa domanda proprio perché da quel che ne so io, molto poco invero, l'universo sarebbe sconfinato rispetto ai nostri strumenti
#738
Nemmeno io sono un pacifista Socrate. Sono solo un tipo abbastanza pacifico. Non so se hai visto l'ultimo video di Cacciari che ho postato in cui dice, parlando di Aristotele, che ci deve essere qualcosa di più forte del logos che fa uscire il nostro logos. Queste cose che dici riflettono il tuo primo ingresso nel forum nel quale dicevi che la natura non ti sembrava orientata al bene dell'individuo. Noncurante delle risposte più che esaustive che ti furono date allora per orientare meglio il tuo giudizio ti ripresenti ancor oggi con lo stesso schema assecondando così il teorema dell'illustrissimo viator, la buona sorte sia sempre con lui. Mors tua vita mea hai detto infatti due post orsono. Mi chiedo pertanto cosa vi sia di così forte che a distanza di sette anni ti ripropone ancora identico. Tu e Pensarbene parlate tanto di "io", importante di sicuro, ma tralasciate con noncuranza quello che lo precede, che lo fonda. Allora ti chiedo, tanto per curiosità: tu ti comporti così?, cioè, mettendo in pratica quello che sostieni filosoficamente?
Ritornando invece al mio intervento precedente non penso sia generalizzabile una formula chiara che connetta ottimismo/pessimismo e suicidio/omicidio, o almeno bisognerebbe distinguere quale sia la componente maggiore che determina l'insorgere di ottimismo/pessimismo, ovvero se sia maggiore l'esperienza nella sua globalità, oppure se derivi da mere speculazioni dell'io nei confronti dei propri simili. Certamente la matassa non è semplice da sbrogliare, specialmente per una donna dato che i maschi si divertono assai a farsi la guerra, ma se ci si trovasse nel secondo caso, allora sarebbe il pessimista ad essere potenzialmente più guerrafondaio dell'ottimista perché in questo caso la personalizzazione del male nell'altro lo esporrebbe a grande rischio. Fermo resta che tutti sperano. La differenza la fa tutta la ragionevolezza di quel che si spera. Se la ragione, intesa come onesta analisi di ciò che si spera, è giusta sarebbe comunque giusto lottare ... faticoso senz'altro
#739
Scienza e Tecnologia / Re: L' universo come non è
26 Dicembre 2023, 14:29:43 PM
@Pensarbene
Ma va? Davvero ha detto che non si vedevano le stelle? Quando il mio conterraneo Sante Zandolin scrisse la sua magna opera "L'uni-verso armonica-mente geo-vibrante. La maggior scoperta del mondo" partí proprio da questa ipotesi. Il libro fu pubblicato nel 1964, ma quando lo scrisse non si erano ancora compiute missioni spaziali con uomini dentro una navicella. Nella prima parte del testo c'è infatti una lettera in cui un mediatore dell'autore si rivolgeva al direttore dell'osservatorio astronomico di Asiago al quale chiedeva che avesse buon cuore di esprimere una valutazione per le istanze del Zandolin il quale proclamava che qualora fossimo usciti dall'atmosfera non avremmo potuto vedere altro che il buio. Naturalmente aveva esagerato, però penso che la testimonianza dell'astronauta sarebbe alquanto particolare in questo senso.
Detto ciò non capisco proprio la tua iconoclastia ¿sarai mica un calvinista?, anzi, la capisco dato che ti va bene proclamare l'autogenerazione di una materia in espansione come se questo fatto non implicasse una qualsivoglia geometria. Può essere che io non colga le tue allegorie come mi hai suggerito nell'altro topic, ma a me queste tue allegorie appaiono invece come irresponsabili e spensierate allegrie di un pensiero di natura ideologica
#740
@Pensarbene @anthonyi
Antonin Artaud, nel suo saggio "il teatro e il suo doppio" espresse un concetto semplice e molto realistico: anche se bruciassero tutte le biblioteche del mondo l'essere umano resterebbe comunque intatto nella sua integrità. Il senso della vita, dico io, ce l'avete sotto il naso; se continuate a produrre pensieri che emanano stupide parole significa solo che siete dei sofisti della peggior specie. Ma ormai avete le ore contate, sempre che le mie speranze siano ben riposte
#741
Scienza e Tecnologia / Re: L' universo come non è
25 Dicembre 2023, 22:28:53 PM
Fantasticando, l'articolo postato mi sembra abbastanza realistico. Dovendo immaginare un'architettura per l'universo lo vedo come due emiversi collegati da una porta; una specie di Pozzo di San Patrizio con la sua doppia elica di comunicazione ... opera magnifica
#742
Citazione di: Koba II il 25 Dicembre 2023, 09:08:41 AMUn noto manuale di teologia giustifica l'esistenza della teologia fondamentale come la riflessione necessaria per "dare risposta a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi", citando la nota la frase della prima lettera di Pietro.
La speranza dei primi cristiani, ancora molto vicini all'ebraismo e poco avvezzi al platonismo, era quella dell'esistenza di un Dio che sì, li avrebbe accolti dopo la morte, ma capace anche di trasformare il mondo. Il Regno di Dio è qui, in questo mondo, appunto.
Inizia la storia. Ambigua nel miscuglio del "già e non ancora".

Questa epopea però è finita. Non si spera più nella trasformazione del mondo, per opera di un Dio o per effetto di una rivoluzione. Tantomeno si spera in una vita dopo la morte.
La speranza ora riguarda la propria salute mentale, il proprio equilibrio, il proprio benessere. La vita privata, insomma.
Tutto è concentrato nel presente. Il futuro è l'apocalisse ambientale. È l'incomprensibilità delle istituzioni in cui avvengono le decisioni politiche.

Rinunciare ad ogni speranza nel futuro è allora da una parte ciò che viene auspicato dal capitalismo (perché la speranza che si concentra nel presente privato significa soprattutto consumo e assenza di qualsivoglia opposizione organizzata), dall'altra anche un modo per sottrarsi ad un'illusione millenaria, un modo, forse l'unico, di liberazione reale.

Vorrei capire, e quindi vi chiedo:
1. se sia preferibile conservare l'attitudine a sperare in grande, nonostante tutto;
2. se invece, nel caso si decida per una rinuncia ad essa, tale rinuncia possa essere intesa come saggezza filosofica, o invece piuttosto come l'effetto definitivo di una manipolazione sociale e politica per rendere l'essere umano sempre più simile ad una macchina che produce e consuma.
Datemi un punto d'appoggio e vi solleveró il mondo disse qualcuno.
Nel forum si dice "faticoso", "ottimismo e pessimismo". È l'ottimismo quello che fa più fatica.
Senza speranza non si vive, qualsiasi sia il punto su cui essa si focalizza. Anche gli altri animali hanno la speranza, pure se non lo sanno, ma sarebbe ben focalizzata, più nitida, almeno per noi che guardiamo.
Quando si pensi alla speranza dovremmo considerare senz'altro due gesti estremi a cui può portare invece la disperazione. Il gesto omicida e il gesto suicida. Questo valga tanto per l'individuo quanto per una nazione. Io personalmente sono un ottimista con qualche sfumatura di pessimismo e in tutta onestà mi vedo più come un'omicida che come un suicida, ma non so se questo basti per vedere l'omicida come potenziale guerrafondaio, dato che per la nazione il gesto omicida si inquadra nella guerra e dato pure che io, pur tifando ora blandamente per i russi e molto di più per i palestinesi, non mi senta affatto un guerrafondaio.
Datemi un punto d'appoggio dunque, e il Dio ebraico sarebbe appunto il fulcro su cui fa leva il disperato gesto estremo omicida. Naturalmente i credenti qui da noi sono ben pochi, diciamo che credono in qualche derivato più terra terra. Ma in contrasto penso pure che gli ebrei siano credenti, solo che sono partiti spingendo sul lato corto della leva ... e continuano!! Testa dura cuore tenero si dice pure ... chissà se sarà vero. Per come la vedo io si sarebbero semplicemente sbagliati
#743
Tematiche Filosofiche / Re: Sulla violenza
23 Dicembre 2023, 22:49:57 PM
Citazione di: Alberto Knox il 23 Dicembre 2023, 20:38:45 PMNon si tratta di aver fatto del male a qualcuno, anche una mancanza può essere motivo di profondo rimorso o rimpianto. Non essere intervenuti quando potevamo fare qualcosa per evitarlo , personalmente il rimorso che mi porto appresso è di questo tipo.
Non solo per questo Alberto, ma è in parte anche per questo che ho detto che la vita abbisogna di fortuna. Allora, se sei coerente colle tue azioni, riformuli il tuo pensiero, altrimenti resti fermo col pensiero e rimuovi la mancata azione.
La gente non crede più in Dio ¿come vorresti che si comportasse dato l'esempio che danno le istituzioni? In modo conseguente immagino. Non ricordavo le virtù cardinali, ma ricordo le virtù teologali e i vizi capitali. Consiglio sempre di fare i conti con la rilevanza che ciascun vizio possa avere in relazione con noi stessi.
Le virtù cardinali possono essere di sicura guida per un credente, ma non per un ateo come nel mio caso. Per me personalmente, ma sostenibile anche filosoficamente, la virtù sarebbe solo una: la coerenza tra pensiero e azione. Si ammette qualche eccezione, ma non che diventi regola. Essendo poi che nel mondo del dialogo la parola rappresenta l'azione, da qui deriverebbe il primato dell'esperienza che si può acquisire negli scambi dialogici, i quali riportano esperienze vuoi di vita quotidiana nel mondo, vuoi di vita da forum. Tale primato deriverebbe pertanto solamente dalla sproporzione in numero di esperienze importanti le quali sarebbero in numero assai superiore rispetto alle esperienze importanti che un individuo vive lungo la sua vita nel mondo là fuori; ed è per questo che deve essere la ragione a darci lo strumento per riformulare, ma se la ragione rimuove, ed è questo che sembra fare, siamo senz'altro perduti. La speranza è comunque l'ultima a morire 
#744
Tematiche Filosofiche / Re: Sulla violenza
23 Dicembre 2023, 19:58:41 PM
Citazione di: Alberto Knox il 23 Dicembre 2023, 17:27:30 PMperchè dici questo? son sicuro che anche tu hai fatto cose di cui rimpiangertene. Su che piano lo mettiamo il rimorso? non è un emozione è un sentimento. Chi sente questo sentimento capisce di aver agito male o detto cose che han ferito qualcuno. è possibile che ritrovandosi nella stessa situazione ricada nel medesimo errore per poi rimpiangersene nuovamente oppure, imparare qualcosa e magari agire diversamente. A mio modo di vedere non è vero che la riformulazione del propio modo di agire non è rimandabile all esperienza. è propio grazie all esperienza che noi possiamo rivederla, e rivederla esattamente anche . Puoi chiamarla introspezione o esame di coscienza ma è di questo che sto parlando.sempre di esperienze si tratta. Ma come fai a riformulare la mente ancora prima dell esperienza reale?Non siamo forse qui per imparare a governare l'istinto per mezzo della ragione? e non solo con la sola ragione io ho inserito le virtù che gli antichi avevano individuato, non possono essere cose banali, da letterati intellettuali e basta. Esse vanno messe in pratica. Ma mi rendo conto che parlare di virtù oggi suona ridicolo ai più.

Non so cosa ti abbia spinto ad iniziare così il tuo discorso. L'inizio è importante perché è istintivo e anche se nel caso del forum viene prima meditato ne rimarrebbe ugualmente una traccia più o meno consapevole. Tu potrai non credermi, ma in realtà non ho mai fatto del male a nessuno, vuoi per indole, vuoi per educazione; cristiana, ma molto morbida rispetto al mondo della donna e dei figli. Di rimorsi non ne ho, forse qualche rimpianto, ma proprio qualche. Fortuna probabilmente, dato che nella vita la fortuna ha un ruolo molto più importante di quello che di solito le si concede.
Se hai letto bene io non dico che la riformulazione non si attua con l'esperienza, anzi, penso che sia stata proprio la mia esperienza nel mondo a formare il mio pensiero. Non a caso sostengo che il linguaggio è in certa misura (che è quella fornita nell'inizio di una potenziale abitudine) determinato dai comportamenti. Volevo dire che l'esperienza, per quel che attiene alla riformulazione, sarebbe in subordine al mondo della dialettica, del dialogo, in generale dei discorsi per quello che riguarda la soluzione di problemi. In parlamento si parla. Quello che voglio dire è che l'esperienza del corpo sarebbe analoga a quella della mente; l'azione del corpo è cioè analoga a quella delle parole; la parola può offendere senza arrecare dolore fisico, e non è poco. Tale azione della parola dovrebbe fornire in teoria delle risposte istintive, spontanee, ma che non possono essere sempre istintive necessitando a volte di una riflessione, la quale potrà essere originale, nuova, prodotto di una riformulazione, oppure un semplice automatismo che assume diverse forme. Tali varietà di forme identiche le trovi facilmente nel novanta e rotti per cento nei topic del forum. A parte che le parole possono far male, uno dice ... beh sono solo parole e non fanno del male a nessuno. Grosso errore. Questi discorsi che si fanno qui sono gli stessi che si fanno in tv, in parlamento e altrove e che mantengono questo continuo stato di guerra in cui ci si trova a causa di menti che guardano senza guardare, che leggono senza leggere, che ascoltano senza ascoltare. Si tratterebbe senz'altro di tifo calcistico spacciato per qualcosa d'altro. La virtù bisogna farla emergere
#745
Tematiche Filosofiche / Re: Sulla violenza
23 Dicembre 2023, 15:08:56 PM
Citazione di: Alberto Knox il 23 Dicembre 2023, 12:51:46 PMSì Daniele, ma è nella possibilità di rivedere le nostre azioni che ci da modo di riformularle, se tutto fosse solo istinto allora ad ogni particolare stimolo esterno ci sarebbe una sola particolare risposta. Evidentemente non è così. Possiamo riformularci, indirizzare le scelte future tramite l'esperienza. In questo senso il libero arbitrio non viene minato da ciò che la scienza dice riguardo l'esperimento in questione citato. Se è vero che una persona può cambiare allora significa che non è determinato dai suoi istinti.
Evidentemente è così, no non è così. Forse non hai letto con attenzione quello che ho scritto. Certo che puoi riformulare le tue azioni nel mondo, ma se dovessimo demandare la capacità di riformulazione all'esperienza che si compie nel mondo staremmo freschi. Dovremmo tutti aver vissuto le stesse tipologie di esperienza. Pertanto la riformulazione deve compiersi attraverso le esperienze mentali, ovvero quelle che la mente dovrebbe assemblare quando incappano nei discorsi che si oppongono ad essa. Ascoltare quindi, non ascoltare senza ascoltare. E in successione ribattere o condividere di conseguenza. Ho fatto pure un post sul libero arbitrio per quel che riguarda la capacità di scegliere il bene rigettando il male, ma tale capacità risiede nel saper contenersi, cioè nel classico contare fino a cento, ma non tutti ce la fanno. Però difficilmente picchiano l'arbitro che gli ha fatto perdere la partita negando un rigore. Per sfogare la loro rabbia aspettano magari di arrivare a casa, dove i più composti trovano un pretesto per litigare con la moglie che si conclude con lo sbattere la porta di casa, e i meno composti invece la picchiano quando non l'ammazzano.
Essendo quindi la ragione un istinto, ma che nel suo manifestarsi è comunque logos, quel che io rilevo tanto nei talkshaw quanto in questo forum è violenza verbale formulata da un logos che non è logos, ma manifestazione istintiva di natura ideologica, ovvero logos umano bestiale, istintivo, idiota infine
#746
Tematiche Filosofiche / Re: La falsità della fisica
23 Dicembre 2023, 11:30:55 AM
Pensavo che l'argomento fosse stato pressoché chiuso, ma visto che si insiste dirò allora che in contrasto col pensiero di Zenone di Elea io affermo l'illusorietá del tempo anziché quella dello spazio, naturalmente nel mondo della fisica, e con lo stesso metodo che usò lui. Nota curiosa sarebbe la stima che Bertrand Russel, già da me contestato senza un evidente successo, aveva dei paradossi di Zenone definendoli sottili e profondi. E Russel, fatalità, è uno tra i principali divulgatori della relatività. Siccome il mondo determinista fa comodo a molti, ribadisco pertanto almeno la mia ambizione a sostenere la radicale falsità della fisica ... in attesa di ascensori appunto 
#747
Tematiche Filosofiche / Re: Sulla violenza
23 Dicembre 2023, 10:55:35 AM
Questo che segue è un pensiero postato da Alberto Knox quindici o venti giorni orsono.
"Si è scoperto che, attraverso degli esperimenti neuropsichiatrici, e potendo vedere su un monitor il flusso sanguigno che attiva aree del cervello deputati all azione e poi a quelle aree deputate invece alla decisione. Ebbene facendo questi esperimenti si è scoperto che la parte del cervello che si attiva per prima quando facciamo una scelta non è quella della decisione, ma quella dell azione".
Tal pensiero di natura scientifica sarà forse non ancora ufficializzato, ma corrisponde in pieno alla globalità del mio pensiero filosofico.
Divenire virtuosi nella nostra società, se non lo si è già per buona sorte educativa, sarebbe cosa anche ardua. E in questo senso mi trovo d'accordo con Pensarbene.  
Come già detto insisto quindi sul fatto che la sola ragione sarebbe quella che può essere deputata al contenimento di pulsioni e/o emozioni che non possono essere socialmente sostenibili in relazione alla violenza. Ma le aree motorie che sono deputate all'azione istintiva nel mondo della materia potrebbero esistere pure per quello che riguarda l'azione istintiva nel mondo della mente. Riporto così uno dei miei primi interventi in questo forum:
"Ciao Iano e grazie per il benvenuto. Per quale motivo faccio cosa?
Non trovo contradditorio riferirmi alla mente in relazione all'istinto poiché in ogni caso le risposte che noi diamo all'ambiente trovano sempre nella conoscenza la fonte di tali risposte. Nella nostra conoscenza noi sappiamo, anche se non sempre lo facciamo consapevolmente, che possiamo ricorrere al ragionamento per risolvere un problema. Pertanto, il ragionamento è una delle nostre conoscenze a cui possiamo attingere per muoverci. Infatti a volte ci si dice "ci penserò su un pochino". Ma anche muovendoci d'istinto attingiamo alle nostre conoscenze, quindi mi sembra lecito poter dire che d'istinto ci si affidi al pensiero (inteso come nostra conoscenza)". 
Resterebbe a questo punto stabilire cosa butta fuori, in parole, il nostro pensiero ... in altri termini, cosa butta fuori la decisione del nostro pensiero. Quello che vedo io sono solo ideologie rette dall'unica sostanziale differenza che scorgo tra noi e le altre specie e che sarebbe quella di essere consapevoli fin da giovani che un giorno dovremo morire. Vedo un continuo "orate pro me", un solipsismo inconsapevole allo stato puro e che altro non fa se non cercare alleanze impossibili; degno poi di nota sarebbe che tale solipsismo è lo stesso in cui sono coinvolte le altre specie con la differenza appunto che queste non sanno che un giorno dovranno morire. Immagino infine che noi umani saremmo in grave difetto etico rispetto alle altre specie viventi
#748
Tematiche Spirituali / Re: Quale madre?
22 Dicembre 2023, 22:01:49 PM
Citazione di: Jacopus il 22 Dicembre 2023, 20:04:30 PMPiù che quale madre, occorrerebbe domandarsi quale donna è la donna ideale della religione israelitica:

Dalla donna ha avuto inizio il peccato, per causa sua tutti moriamo. (Siracide 25,24)
Con una moglie malvagia è opportuno il sigillo, dove ci sono troppe mani usa la chiave. (Siracide 42,6)
Voi, mogli, state sottomesse ai mariti, come si conviene nel Signore. (Colossesi 3,18)
Trovo che amara più della morte è la donna, la quale è tutta lacci: una rete il suo cuore, catene le sue braccia. Chi è gradito a Dio la sfugge ma il peccatore ne resta preso. (Ecclesiaste 7,26)
Sentite, io ho due figlie che non hanno ancora conosciuto uomo; lasciate che ve le porti fuori e fate loro quel che vi piace, purché non facciate nulla a questi uomini, perché sono entrati all'ombra del mio tetto. (Genesi 19, 8)
Come in tutte le comunità dei fedeli, le donne nelle assemblee tacciano perché non è loro permesso parlare; stiano invece sottomesse, come dice anche la legge. Se vogliono imparare qualche cosa, interroghino a casa i loro mariti, perché è sconveniente per una donna parlare in assemblea. (Corinzi 14:34-35)
Le mogli siano sottomesse ai mariti come al Signore; il marito infatti è capo della moglie, come anche Cristo è capo della Chiesa, lui che è il salvatore del suo corpo. E come la Chiesa sta sottomessa a Cristo, così anche le mogli siano soggette ai loro mariti in tutto. (Efesini 5, 22-24)
Il marito può ratificare e il marito può annullare qualunque voto e qualunque giuramento, per il quale essa (la donna) sia obbligata a mortificarsi. (Numeri 30,14)
Oltre che per la vicenda di Caino e Abele è anche per questo che ho già chiesto due volte a quel satanasso di green demetr se gli amici ebrei, non volendo ammettere che la donna fosse un dio, l'abbiano infine imprigionata costruendo al suo posto Dio. E il contestuale non rubare deriverebbe dalla costruzione dei soldi, cancellando così la spensieratezza ludica della vita ... 
#749
Tematiche Filosofiche / Re: Sulla violenza
22 Dicembre 2023, 21:25:17 PM
Citazione di: Alberto Knox il 22 Dicembre 2023, 18:53:33 PML'essere umano non è il prodotto di una fabbrica,bensì della natura. Troppo spesso pensiamo che l'uomo viene dalla natura ma si è , in un certo senso, distaccata da essa, prendendo un suo percorso propio e che anzi abbia superato la natura modificando l ambiente, il clima, costruendo metropoli, la dominazione totale sul regno animale, la tecnologia ecc.
Niente di più falso , un essere umano che nasce oggi prende per bagaglio dalla natura stessa la pulsione sessuale e l' aggressività. Noi non siamo diversi dagli animali quando cerchiamo di conquistare una donna, ci mettiamo in primo piano, facciamo scanso dei potenziali contendenti e quando qualcuno di esterno mina ciò che si è faticosamente conquistato ecco che scatta l aggressività. E su questo piano schematico rispondiamo tutti alle medesime inclinazioni naturali. Cosa fa si che si abbia il controllo sulle pulsioni, in questo caso l aggressività , non può essere la sola ragione, perchè per la ragione può essere molto conveniente far fuori un avversario. Quindi c'è bisogno di quel qualcosa in più che regge e sorregge l'etica di ogni individuo. Quel qualcosa in più lo si indica filosoficamente nella coltivazione di quelle che sono le 4 virtù cardinali nelle quali però bisognerebbe aggiungerne una che i filosofi buddisti, in questo caso più accorti di noi  , hanno individuato chiamandola qualità ma il senso è il medesimo, questa quinta virtù si chiama "gioia" . Sì, la gioia è una virtù , la contentezza è uno stato d animo passeggero . E che non si confonda gioia con felicità.
Sono d'accordo con la premessa, meno d'accordo sul resto. La ragione dovrebbe essere la sola che riesce a contenere le pulsioni, ma può essere senz'altro che a volte non ci riesca. Della violenza sarebbero responsabili la pulsione sessuale e, non so se sia categorizzato come pulsione, il gioco. Non capisco inoltre la differenza tra gioia e felicità
#750
Tematiche Filosofiche / Re: Sulla violenza
22 Dicembre 2023, 09:30:28 AM
Citazione di: Jacopus il 22 Dicembre 2023, 08:37:32 AMRiprendo questa discussione partendo da una rilettura di Recalcati:
"Se nell'animale la violenza scaturisce dal programma dell'istinto....nell'uomo essa appare innanzitutto come una tentazione: quella di liberarsi dal peso della presenza dell'alterità dell'altro".

Questa definizione presuppone che uomo e il resto degli esseri viventi ubbidiscano a leggi radicalmente diverse e che quindi lo statuto biologico dell'uomo sia a sè stante. Solo nell'uomo la violenza nascerebbe dal desiderio narcisista di bastare a sè stesso così da non doversi confrontare con la mediazione necessaria con l'altro.
Si tratta di una possibile lettura sulla genesi della violenza umana, piuttosto tradizionale, secondo la quale la civiltà "educa" il genere umano, originariamente selvaggio. È il passaggio, ad esempio, indicato da Freud con la tripartizione Es-Io-SuperIo.
La violenza quindi in questa visione, parte dal basso, da una sorta di difetto di fabbrica o genetico dell'umanità.

Ma esiste una interpretazione speculare per la quale la violenza è il risultato della stessa civilizzazione, una interpretazione che si sviluppa da Rosseau in poi e mette in gioco la civiltà come fattore iatrogeno della violenza.
Volendo integrare le due visioni, risulta che la civiltà è contemporaneamente cura e veleno, ovvero un pharmakon. Ma non potendo più sacrificare giovanetti per placare gli dei (significato originale di pharmakon), dobbiamo trovare meccanismi che possano amplificare gli aspetti di "cura" della civiltà e ridurre gli aspetti "tossici" della civiltà.

Premetto che il pensiero esposto dalla Arendt sarebbe per me errato in partenza, a meno che non si voglia sostenere che le persone anafettive siano violente. Jacopus ... sempre lì si torna. La civiltà contemporanea somministra un farmaco che è presunta cura per chi sta bene e presunto veleno per chi sta male. Secondo me li intossica tutti e due, ma mi sembra che gli idioti non se ne diano proprio conto. Grazie per l'esposizione del tuo pensiero