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Messaggi - Jean

#736
Rilevo (positivamente) che il vostro confronto ha dato corpo al titolo: 

Angelo la critica Duc e le spiritualità...
#737
Riflessioni sull'Arte / Re:Patrick Ezechiele Art
24 Febbraio 2017, 19:54:27 PM
Benvenuto,

ho dato un'occhiata al tuo bel sito.

Sono d'accordo (a me piace scrivere) su quanto affermi:

E' benessere per se stessi fare qualcosa che ci piace e continuare a farlo, una terapia per affrontare meglio la vita e lavarsi di dosso l'eccesso di stress a cui siamo sottoposti.

(... raccontaci un tuo viaggio, anche solo di fantasia di cui ben disponi... c'è una sezione apposta... ).
 
Un saluto
 
Jean
#738
Ottimo! Questo a mio parere è (forse) l'atteggiamento corretto.

Devo ammettere che mi piace il sottile sense of humour che permea il relativismo... :) 


La percezione della condizione umana tuttavia è quanto di più soggettivo si possa immaginare.  :-\
#739
"Nel  mio giardino in California, accanto alla porta della cucina, c'è un arancio.
Lo guardo e ne aspiro l'aroma. È tutto fiorito.

Non posso vedere un arancio in fiore senza pensare a Cagnes: e il pensiero di Cagnes evoca immediatamente in me l'immagine di mio padre.

È la che egli trascorse la parte migliore dei suoi ultimi anni: è là che morì.

Nella sua casa, ai Collettes, il profumo degli aranci è sempre lo stesso e i vecchi ulivi non si sono mai mossi.

Ci ravvicina a lui soprattutto l'erba. È un'erba povera ma alta e fitta, grigia salvo in pieno inverno, composta dalle specie più varie e frammista ai più bei fiori selvatici che si possano immaginare.

È qualcosa di secco e di rigoglioso, di grigio e di colorato insieme come lo sono spesso le cose nel Mezzogiorno della Francia.

Il suo profumo non vi sale con violenza alle narici come l'erba nei dintorni di Aix-en-Provence, è di una qualità più fine ma indimenticabile.

Se mi portassero ai Collettes con gli occhi bendati, mi basterebbe sentire quel profumo per riconoscere il luogo.

L'ombra degli ulivi spesso è color malva: è sempre mobile, luminosa, piena di gaiezza e di vita.

Se ci lascia andare, si ha l'impressione che Renoir sia ancora lì e che a un tratto lo si possa udir canticchiare mentre strizza l'occhio alla tela.

Egli fa parte del paesaggio."
 

Dalla presentazione di Jean Renoir



 
A volte, frequentando questo forum, mi viene la sensazione di potermi inserire in qualche discussione e talora anche di rispondere a qualche questione sul tappeto.

A volte lo faccio, ma più spesso la cosa si ferma a quella sensazione, sì che non biasimo i nuovi iscritti che si trattengono anche da un semplice saluto... ma li invito a provare ad inserirsi, a portare il loro contributo, qual che sia è il viatico della loro presenza, quello che conta davvero: l'esserci (e l'esserci stati).

La ragione, la verità, non la possiede alcuno... al più disponiamo di qualche frammento di quello specchio... i vostri non son da meno dei miei, di quelli di tutti.

Il titolo del topic è la domanda che Apeiron mi ha rivolto in filosofia il 15 febbraio  (post 174 in : Perché c'è qualcosa anziché il nulla?) e penso l'abbia riconosciuta.

Mi andava di rispondere e avevo cominciato a scriver qualcosa... senza riuscir a procedere... forse perché non era la strada giusta o gli argomenti che avrei portato mal si collocavano in quel contesto.
Inutile insistere, se non viene non viene...  

Stamane avevo una mezzora libera e in una piazzetta ho dato un'occhiata ad una bancarella di libri (scontati), pagando tre euro all'anziano venditore (un soggetto da dipinto... corposo, indossava abiti un po' consunti ed un cappellino sformato, barba non curata e mozzicone di toscano spento tra le labbra) per un libro d'arte di molto illustrato, su Renoir, il mio pittore d'elezione per via di qualche episodio che vi racconterò.

Quella trascritta è l'ultima di copertina e l'interno, a cui ho solo dato una scorsa non disponendo di tempo e tranquillità, promette bene, molto bene...

Mi ha permesso d'iniziare a rispondere ad una domanda diretta (che mi sarei sentito in colpa l'avessi ignorata, pur se per mia incapacità a trattarla) quasi si fosse materializzata una porta... in filosofia si parla tanto, a ragione, di metafisica e trascendenza ma per qualche ragione che mi sfugge ho riscontrato una certa reticenza a considerare la metafisica e trascendenza in atto, se così si può dire.

Nel senso  che vi son fenomeni, eventi, circostanze ecc.  segnati e a volte marchiati da un'impronta che lascia una traccia al piú sino ad una certa soglia, dove pure aprendone la porta non continuano.

O magari sì, ma in un altro ambito, quella che mi vien da chiamare una differente realtà, se non son più d'una, e ognuno può raffigurarsela secondo le proprie disposizioni, quasi una sorta di porta della trascendenza, dalla quale i fenomeni metafisici "entrano" nella nostra ordinaria realtà  materiale.

La piccola coincidenza dell'essermi ritrovato in mano (l'inizio del)la risposta che cercavo per il giovane, talentuoso e simpatico Apeiron, va in quella direzione e nel proseguire, mescolando arte e vita reale... nonché tutto il resto, mi auguro possa (con i tempi dell'ispirazione e non della logica, mi si conceda) avvicinarci ad una prospettiva che almeno indichi una strada se proprio non può condurre a un punto d'osservazione del paesaggio.
 

Un cordiale saluto


Jean
#740
Varie / Re:Motivi chiusure discussioni
16 Febbraio 2017, 11:09:19 AM
 Fare, dire, pensare ogni cosa come chi sa che da un istante all'altro può uscire dalla vita... o, in piccolo, che una discussione o l'intero forum venga chiuso...

C'est la vie... un saluto, polivinilcloruro  ;)
#741
Jean - Nel caso del relativismo mi chiedo se (riferito a un soggetto) preveda o accetti  la possibilità d'esserlo a fasi/ambiti alterni... se questa è una sua peculiarità sarebbe interessante darne spiegazione.

A. Cannata - Il relativismo, per come lo vedo io, è la massima esaltazione della libertà umana, quindi non vedo come dovrebbe porre divieti di alcun genere ad alcuno.
 

La constatazione intendeva esser inclusiva (più ambiti...) e non il contrario (divieti), forse non l'ho ben espressa.


Alla massima esaltazione della realtà umana forse dovrebbe accompagnarsi un elevato grado di coerenza interna e di riscontro esterno.
#742
 
Mi piace il modo d'argomentare di Angelo Cannata, che tende a rimaner semplice, usando parole semplici.

Grazie al quale (unito al contributo di Phil) ho compreso (per quel che il sottoscritto può comprendere) qualcosa in più del relativismo.

Proseguo copiando qui sotto un frammento di una mia risposta ad Angelo (in Spiritualità- Lo specchio della verità – post 24):

 
Poiché (Angelo) mi hai onorato della tua visita mi son sentito in dovere di accedere al link della tua firma e dare un'occhiata al sito che hai costruito. 
Permettimi di avere delle perplessità sull'essere...
l'unico sito al mondo, interamente dedicato alla spiritualità, con l'obiettivo di essere imparziale e indipendente da qualsiasi religione o credenza.  
Un proclama altrettanto categorico di quelli di ogni religione che ritenga di essere la sola depositaria della "vera" verità...

 

... per porre la questione della coesistenza (in un soggetto) di posizioni che spaziano da un estremo (assunti relativi) all'altro (assunti indimostrabili).

Nel caso del relativismo mi chiedo se (riferito a un soggetto) preveda o accetti  la possibilità d'esserlo a fasi/ambiti alterni... se questa è una sua peculiarità sarebbe interessante darne spiegazione.


Tra i due estremi... quelli che Freedom ha chiamato "gradi di verità" che permettono, nei semplici casi della vita quotidiana, di non sbattere contro i muri o di ritenere, ad un livello un po' superiore, forse metafisico... che le migliaia di ex voto (strano che alcuno si sia sentito sollecitato ad approfondir l'argomento in spiritualità, forse ho sbagliato sezione...) abbiano valenza di prove, ovviamente dopo esser stati "valutati"  con diversi strumenti d'indagine (non ultimo quello statistico) e non solo relegati ad atti di fede... perché lì c'è qualcosa anziché il nulla quale risultato di molte discussioni.   
#743
Riflessioni sul Viaggio e in Viaggio / Hotel Logos
10 Febbraio 2017, 14:03:33 PM
 
In treno puoi scegliere
se rivolger lo sguardo
a quel che lasci
o quello che man mano
appare.

Potendo,
se i tuoi compagni di viaggio son d'accordo,
oscurare con la tenda ogni visione,
lasciando che l'apparire sia
un movimento dell'immaginazione
e lo scomparire
un ritorno alla memoria.

In questi tempi sempre più difficili
non potete esser certi
che il treno, per qualche motivo,
non si fermi per un un po'
o del tutto.

Così che non arriverete in tempo
o per nulla
alla vostra destinazione.

Quella che pensavate
fosse la vostra destinazione,
prima che l'imponderabile
o il prevedibile,
ne decidesse un'altra
per voi.

Ritrovarsi in compagnia
non è detto
sia un vantaggio
e neppure un sollievo.

Dipende dalla compagnia
e dalla forma
con cui si manifesta
l'imponderabile
e se, nell'altro caso,
il prevedibile
mantenga la promessa.

Oggi, nel viaggio,
i miei occhi
son rivolti a quel che lascio
e dentro di me,
in quello spazio
di cui non son mai riuscito a scorgere i confini,
per suo conto,
a volte aggiornandomi,
procede una sorta
di conto alla rovescia.

Via via che la distanza diminuisce
alle mie spalle,
o proprio le mie spalle,
osservano
la destinazione che si avvicina.

Qualcosa in noi
ci collega
a tutte le cose,
vede con le spalle
e respira con gli occhi,
seguendo i rumori
che provengono
da fuori,
rincorrendoli
uno dopo l'altro,
sinché l'ultimo rumore,
l'ultimo suono,
è quello dal quale
avete iniziato il viaggio
e, stranamente,
anche la vostra destinazione.

Prima o poi
in uno dei miei viaggi,
in uno dei vostri viaggi,
in uno dei viaggi dell'intero mondo,
si presenterà
l'imponderabile,
o il prevedibile.

L'ultimo suono
sarà come il primo,
il suono
di un respiro.

Il mio
il vostro
quello di tutti
quello del mondo.

Quello dell'imponderabile,
o del prevedibile,
che solo allora
saremo capaci
di udire.

Chi qui legge
sente una voce
dentro di sé
che gli scandisce
queste parole
che son simboli, forme,
a cui
vien prestata voce.

A chi appartiene
quella voce?

È la vostra,
la vostra voce interiore?

O quella che immaginate
sia la mia?

O son le due assieme?

O non c'è alcuna voce,
solo l'illusione di una voce?

In un viaggio
lo spazio cambia,
i panorami cambiano,
il tempo scorre
dall'ora di partenza
a quella d'arrivo,
se ci sarà.

Ma senza quella stessa
muta eppur parlante
voce interiore,
non ci sarebbe
alcun spazio,
alcun tempo,
né alcun viaggio.

Una voce che legge
una parola alla volta,
una sillaba per volta,
uno sguardo per volta,
un tocco alla volta,
a volte una carezza.

Una voce che è
un unico respiro
che si muove
dentro e fuori di te,
dentro e fuori dal mondo.

E come il mare
accoglie ogni cosa
che incontra.

 
Quando arriverò,
se arriverò,
ci sarà un sentore di mare
ad accogliermi,
e il respiro

delle sue onde.  
#744
Attualità / Chi o cosa potrà salvarci?
08 Febbraio 2017, 19:19:35 PM
Chi o cosa potrà salvarci?
 
Questo topic prende spunto dalla domanda di Fharenight rivolta a Donquixote  e postata in  "La bella e grande Marine Le Pen", in questa stessa sezione.

All'interno di quella discussione ne troverete il senso, stante che si riferisce alla salvezza della nostra patria, l'Italia, mentre qui la considero per quanto, umanamente, psicologicamente e spiritualmente (per chi lo avverte) esprime. 

Un senso di imminente pericolo e la ricerca di una via di salvezza.

Una domanda che probabilmente tutti prima o poi, per una o molte volte, porranno a se stessi o ad altri. 
Tuttavia per quanto s'ottenga una risposta positiva che ci sottragga a quel particolare pericolo, non sarà che per un certo tempo, visto (come mi ricorda l'amico Sariputra) che nulla è permanente.

Un altro pericolo sorgerà, un'altra malattia, incidente... per l'uomo e per tutte le sue creazioni, per la civiltà stessa che sorta sulle ceneri della precedente ha sentore si profili l'ugual destino.

Restando nell'attualità (come si propone questa sezione), restringendo la domanda ad un arco temporale limitato, diciamo i nostri giorni, quest'anno al più, e ampliandola al mondo e non solo all'Italia (diversamente sarei intervenuto nel topic citato) riporto accanto a qualche notizia delle brevi considerazioni, a voi valutarle.
 


Chi o cosa potrà salvarci?

Il popolo americano ha scelto Trump e adesso può toccar con mano la "sostanza" della sua visione dell'America e del mondo.

Il nuovo ministro dell'istruzione (converrete che l'istruzione sia alla base di una società organizzata) è questo:

Elizabeth DeVos, 59 anni, è stata fin dall'inizio la più controversa nomina del gabinetto politico di Trump. Figlia, moglie e sorella di miliardari, appartiene ad una famiglia conservatrice e fautrice del creazionismo come alternativa al darwinismo, sostiene il diritto a portare armi anche a scuola ("Possono sempre servire a difendersi dai Grizzly" ha detto durante la sua recente audizione al Senato facendo amaramente sorridere l'aula) e ha finanziato terapie anti gay. Una figura talmente estremista da essere riuscita a dividere perfino la solida maggioranza repubblicana.
Ai 48 voti contro di lei dei democratici, si sono infatti aggiunti quelli di due repubblicane, Susan Collins del Maine e Lisa Murkowski dell'Alaska che proprio non se la sono sentita di votare chi da anni propone di depotenziare la scuola pubblica in favore della privata.

Almeno per la minaccia (nelle scuole..?) causata dagli orsi è stata fornita una possibile risposta, per il resto è facile prevedere un clima sempre più incandescente.

Avesse vinto Clinton c'è chi dice saremmo già (come Nato) in rotta di collisione con la Russia (questione Siria)... forse è preferibile un altro tipo di Orso che quello sovietico... ma è tutto da vedere. 

Il presidente Trump par desideri mostrare il potere di cui dispone, il cui simbolo è quella valigia (non con i codici ma con le istruzioni per connettersi e permetterne l'uso) nera di ben 20 kg (forse schermata col piombo) che trasporta personalmente...

 

Chi o cosa potrà salvarci?

Con il terrorismo l'Europa è costretta a convivere e non è detto potrà alfine sbarazzarsene, considerato quanto si è radicato nei gangli della società. 
Chi veda solo l'ultima fase, quella realizzativa di azioni cruente, è come chi osservi l'iceberg che par distante dalla nave (il Titanic, ad esempio) ritenendosi a distanza di sicurezza. 

Nessuno può dire qual sia la distanza giusta, né come raggiungerla, perché non conosce estensione e direzione dell'invisibile massa immersa.

Ma quando accade qualcosa occorre dare una risposta.

In Francia, (paese che adoro per diversi motivi e critico per altri, come tutti i paesi... non ritenendo esista quello perfetto accetto di star nel mio, qualunque cosa succeda) è in corso la campagna elettorale dove il tema della sicurezza è preminente.

Al riguardo la candidata Le Pen pone sulla scheda le sue convinzioni, arruolando tra le sue fila chi (e cosa...) secondo lei può salvare la nazione.

Oggi in merito alla brutale sodomizzazione patita da un suo concittadino si legge

Marine Le Pen condanna con decisione le proteste nella banlieue di Aulnay-Sous-Bois, seguite alle violenze perpetrate da quattro poliziotti ai danni del 22enne di colore Théo. La leader del Front National, che nel pomeriggio ha visitato diversi commissariati dell'hinterland parigino, afferma che il suo "principio di base è quello di sostenere la polizia".

Certamente la polizia francese è messa a dura prova, il 26 ottobre 2016 si leggeva

Polizia francese in rivolta: «Non ne possiamo più, vogliamo Marine Le Pen»

Prima i jihadisti, poi i manifestanti violenti, infine le banlieue: la polizia francese, sull'orlo di una crisi di nervi fra lavoro straordinario e rischi che aumentano ogni giorno, è esasperata. Da due notti manifesta, a sorpresa, con sirene e lampeggianti. Chiede le dimissioni dei capi, vuole un'organizzazione più umana dei turni di lavoro ma soprattutto pretende maggiore sicurezza e tutela.

Da un aspirante presidente forse sarebbe stata opportuna anche qualche parola sul principio di base della giustizia e dell'uguaglianza di fronte alla legge, condannando il gesto e le singole responsabilità (non certo l'istituzione). 

Se non ha ritenuto di farlo è per scelta, non essendo ammissibile a tale livello la dimenticanza.


Questi due esempi di "uomini e donne forti" sono auspicati da chi pensa che sia una questione di muscoli, di sbattere i possenti pugni sulla parte emersa dell'icerberg per distruggerlo, come i cancri che affiorano in superficie... dicono occorra asportar tutto e di più altrimenti anche una singola cellulina sfuggita potrebbe formar metastasi da un'altra parte.

Anche in Italia si parla (e molti auspicano) dell'uomo forte... ditene uno di convincente, che sia maggiormente preoccupato della sopravvivenza del paziente prima che della riuscita dell'operazione...
 


Chi o cosa potrà salvarci?

L'arte, secondo Tzvetan Todorov, poteva salvare il mondo. O almeno contribuire a spegnere lo scontro di civiltà. È per questo che il filosofo, scomparso a Parigi a 77 anni, dopo una malattia, sosteneva che gli artisti fossero anche maestri del pensiero e di vita.

.........

L'indagine di Todorov lungo le vie della bellezza continua con il fondamentale La pittura dei lumi, dove il filosofo di origine bulgara utilizza le immagini e i percorsi di vita di artisti come Watteau, Goya, Chardin, Hogarth e gli italiani Tiepolo, Magnasco e Piranesi per dimostrare come questi maestri siano stati fondatori di un'identità e di un pensiero comune europeo, prima del tempo.

Un'analisi, questa, che Todorov approfondisce in particolare attraverso la figura unica di Francisco Goya. Al pittore spagnolo, vissuto tra Settecento e Ottocento, dedica infatti una monografia in cui lo paragona per la forza delle idee a Goethe e a Dostoevskij. Perché è un artista che "non propone rimedi, si accontenta di esplorare la condizione umana". Non cerca di imporre, "si limita a proporre. I suoi valori rimangono quelli di tutti: verità, giustizia, ragione, libertà".

La verità di Goya vivrà, "ma a condizione di non dimenticare i mostri crudeli". Gli stessi che lo spagnolo aveva raffigurato nei Disastri della guerra e nelle Pitture Nere.

Opere che ricordano a Todorov il mondo di oggi e i pericoli derivanti dagli scontri di civiltà nati da nuovi fondamentalismi e nazionalismi.
L'arte può, ancora una volta, mettere in guardia da quel sonno della ragione che genera mostri.
 
http://www.repubblica.it/cultura/2017/02/07/news/todorov_e_l_arte_come_antidoto_allo_scontro_di_civilta_-157805192/
 

Non sono a tal punto ingenuo da sposar appieno la tesi di Todorov ma dovendo appoggiar qualcosa preferisco ciò che mi permetta subito un assaggio di come potrebbe essere (e quasi sicuramente non sarà mai) che non la promessa che alla fine della guerra ci sarà pane e sicurezza per tutti... quelli che avran compiuto la scelta giusta.

Ci son conflitti tra Stati, tra religioni, tra politici... e nella vita quotidiana degli uomini, per i più diversi motivi...

Quel "momentum" , retaggio da un lontano passato ben presente nell'inconscio (e quindi, purtroppo, nel conscio...) si protrarrà nel futuro sin quando non avrà esaurito la sua spinta inerziale.

I mostri crudeli son dentro di noi, per sfidar a duello quelli altrui cosa faremo?

Chiederemo l'aiuto ai nostri? Quale il prezzo da pagare?
#745
Riflessioni sull'Arte / Re:Emanuel Carnevali
07 Febbraio 2017, 19:07:54 PM
 (https://it.wikipedia.org/wiki/Ed_%C3%A8_subito_sera)

Ed è subito sera

è una poesia di Salvatore Quasimodo... in versi liberi. 
Come dev'esser catalogata, se prosa o poesia, lo lascio agli specialisti, dei quali mi piace, nel commento su wiki, il seguente passo:

L'ipotesi più accreditata del significato di star solo "sul cuor della terra" attribuisce alle parole il significato di star solo nel momento individuale ed intimo della ricerca del senso dell'esistenza, ovvero di ciò che permette all'uomo di sorpassare la morte.

Talmente evocativo è il componimento di soli tre versi che, con chi  ha voluto partecipare, ne abbiam preso spunto per, liberamente, proseguir su quello con i nostri (non all'altezza, ovviamente) contributi...

http://www.riflessioni.it/logos/riflessioni-sull'arte/poesie-modificate/

... ben in linea con l'intendimento della sezione (argomento) che si prefigge di parlar di

Sensazioni e sentimenti suscitati dalle opere d'arte

e mi pare, pur nel poco prodotto (vista la latitanza dei molti iscritti che entrano ed escono dall'Hotel Logos senza scambiar neppur un saluto... con chi vi si dedica a mantenerlo luogo vivo e non mero archivio...) che noi s'abbia onorato l'ospitalità concessaci.

Peccato non aver proseguito... s'erano manifestati dei veri talenti – amatoriali – che speriamo di ritrovare... Sariputra, Phil, Aniel (ciao), e l'utente verdeidea che non vediamo da un po'...).

Sensazioni e sentimenti, dunque... chissà i vostri... e chissà perché li tenete ben nascosti... ciò che non condividete alla fine lo seppellirete senza che abbia prodotto alcun frutto...
 


 
Ai poeti


"Essenze di ogni bellezza popolare,
violini dalle corde vibranti
lunghe, soffici, delicate armonie –
anche se sfiorati dalle ruvide dita del mondo
anche se sfiorati dalle fredde dita del dolore –
pensate al giorno in cui, dormendo nelle vostre tombe,
sarete svegliati dal tuono delle vostre voci
e dal vento forte e gelido della vostra musica:
poiché nel suolo fertile degli anni
le vostre voci fioriranno mutando in tuono,
la vostra musica muterà in vento che monda e genera".

 



(marzo 1918)

Emanuel Carnevali 
#746
Tematiche Spirituali / Re:Sono un essere inadeguato
06 Febbraio 2017, 22:31:47 PM
Citazione di: Jean il 09 Settembre 2016, 23:18:12 PM
Andrea - ... eccomi, puntuale stavolta, eh... non come la precedente che la ho... ti ho fatto attendere un bel po', mentre dormivo. Ma prego, accomodati, Vania...

Vania – grazie,  è passato un po' da allora... per diversi motivi non ho potuto e un po' voluto venir prima... complice la vacanza che ho trascorso con Gianni che mi ha rilassato, allontanando quella sensazione d'inadeguatezza che talora mi perseguita...

- ricordo che avevamo concluso  il precedente incontro proprio ragionando su questa parola  e sulle ali dell'amore (... e si librò su l'adeguate penne ) che pare aver rinsaldato la tua relazione con Gianni, suppongo...

-che strano, Andrea... proprio oggi ho letto una poesia al riguardo, anzi due... quella di una poetessa e di una persona che l'ha diversamente interpretata... le ho copiate, eccole qui...



L'universo non ha un centro,                                L'universo ha un centro,
ma per abbracciarsi si fa così:                              ma per dividersi si fa così:
ci si avvicina lentamente                                      ci si allontana velocemente
eppure senza motivo apparente,                          senza apparente motivo,
poi allargando le braccia,                                    poi chiudendo le braccia,
si mostra il disarmo delle ali,                          si mostra la forza delle proprie ali,
e infine si svanisce,                                             svanendo infine,
insieme,                                                              soli e divisi
nello spazio di carità                                          nello spazio d'odio
tra te                                                                   tra te
e l'altro.                                                              e l'altro.




-perbacco, Vania... una significativa coincidenza,  pare fatta apposta per riprendere il filo della nostra discussione, iniziata al bar degli elastici... le due poesie raffigurano l'avvicinarsi e l'allontanarsi (sembra) di due persone simbolicamente sorrette nel loro movimento dalle proprie ali... se mettiamo un elastico tra le due versioni vediamo come l'una divenga l'altra... un po' quello che accade tra te e Gianni, quello che accade a molte coppie...

-e se l'elastico si  rompe?  

-le parti divise, se non si rassegnano, cercheranno con chi riannodarlo nuovamente...

-Andrea, io mi trovo bene con Gianni...

-non ne dubito, ma..?

-ma ci sono gli altri, la sua famiglia, amici... lavoro, quello che pensa e che sente...

-già, nessuno è un'isola, e se lo è rimane il collegamento con altre terre sotto il mare che la lambisce... gli altri e le circostanze sono un problema, per chi si vuol davvero bene?

- no, ma c'è qualcos'altro che non riesco bene a mettere a fuoco... tu che dici della realtà?

-e questa da dove viene? Che ti accade?

-... a volte ho l'impressione di recitare una parte... poi mi riprendo e mi convinco che son io che sto facendo questo e quello, nessuno me lo impone... non siamo burattini, vero?

-eh... se lo fossimo io non potrei rispondere che quello che mi sarebbe permesso... ma anche recitassimo la nostra parte, dov'è il problema?

-... se recitassimo più parti?

-beh, in realtà lo facciamo continuamente, presentando ad ognuno l'immagine che vorremmo avesse di noi.
Nulla di preoccupante, così fan tutti ... ovviamente sino ad un certo punto...

-sì, capisco... uno, nessuno e centomila...

-appunto...

-ma...

-ma... non è questo il punto, vero?

-infatti... e se esistesse un'altra realtà oltre a questa?

-un'altra... o più... come lo potremmo sapere, secondo te?

-... piccoli tocchi.. come nel film "Contact", con Jodie Foster... coincidenze, sincronicità...

-... sovrapposizioni, a volte...

- di piani differenti...

-normalmente per brevi istanti... ma in certe circostanze ben a lungo, conosco  persone anziane che incontrano i propri cari deceduti da tempo, non solo nei loro sogni...

-non NDE, intendi?

-oh, beh, ci son anche quelle, davvero interessanti... ma mi riferisco alla vita ordinaria... e poi ci son persone che incontrano, così affermano, entità di vario genere, cose che ci son sempre state, come William Shakespeare ben sapeva...




continua...


- ... cose che ci son sempre state... Andrea... ho una strana sensazione...

- al riguardo?

- si e no... non so... ho avuto l'immagine di un libro, qualcuno, che non ho visto, l'ha aperto...

-... e...? continua...

- ecco... proprio così, un libro che viene aperto su una pagina scritta sino ad un certo punto... non ho visto cosa c'era scritto... salvo una sola parola, l'unica, alla fine della pagina...

- quella la ricordi?

- sì, era proprio quella...

- quella... quale?

-... "continua"...

- mmh... e la sensazione?

- ... che noi si stia continuando da quella pagina...

- ah... come se noi fossimo i personaggi di un racconto... scritto sino a quel punto... di cui viene ripresa la narrazione... dico bene?

- dici bene, Andrea... ma i personaggi...

- ... non possono accorgersi di esserlo... a meno non sia scritto nella loro parte, quello che stavamo dicendo poc'anzi, no?

- sì... se almeno ad un certo livello le cose stessero così... la sensazione che ho provato... sarebbe stata anch'essa... de-scritta..?

- eh, questo è interessante ... potendo significare che dalla narrazione che ci riguarda, dal nostro copione... vien a formarsi la nostra risposta psicologica, emotiva...

- ... per gli attori in palcoscenico è così, no? Nella loro mente scorrono il copione... che gli va dettando tempi ed azioni... emozioni... ridere, rabbia... odio, piangere...

-... ma noi non stiamo leggendo un copione... nella nostra testa, non ti pare?

- così mi pareva... prima di quella sensazione, di quella parola scritta sulla pagina... e ce n'è un'altra di sensazione, molto sottile da cogliere, accanto alla precedente... riguarda il tempo, lo scorrere del tempo... non è sempre lo stesso... che ne dici?

-... il discorso diventa difficile... guarda l'orologio, sei qui da quaranta minuti... hai dei dubbi?

-... non potrei averli... se nella mia parte c'è scritto che son passati quaranta minuti e lo stesso per la tua... ma in questo flusso di tempo è intervenuta la mia sensazione che ha come collegato un tempo passato con quello attuale, il continua di quella pagina con quella di adesso... son matta, vero..?

- non direi... argomenti bene, fosse una forma di pazzia è decisamente produttiva di suggestioni... seguiamole, no..? Dunque hai avvertito un differente scorrere del tempo... da prima di quel continua ad adesso... e in mezzo, che ci stà..?

- ... il libro chiuso...

-... accidenti...! Ha una sua logica... complimenti, non c'ero arrivato... introduciamo un altro fattore... qualcosa/qualcuno deve pur aprire il libro, che ne dici?

- perché lo chiedi a me? Lo puoi dir da solo, ne son sicura...

- sì... ma potrebbe aver a che fare con la mia parte... devo pur giustificare di saper fare il mio mestiere... condurre l'analisi...

-... così diviene ancor più articolata... presuppone che qualcosa/qualcuno stia anche leggendolo... questo racconto, ti pare?

-... sì, siamo i personaggi che qualcuno incontra, dopo aver aperto il libro, in questa pagina del racconto... bontà sua ci legge... conferendoci il nostro grado di realtà...

-... ?

-... dandoci vita...

-... e quindi..?

-... quindi... come andrà a finire..?

-... che il racconto terminerà, prima o poi... la nostra vita finirà... su questo non possiamo far nulla... io e Gianni verremo separati, chissà chi per primo rimarrà sulla pagina precedente, quella che si legge con la memoria ma non si vive...

-... mmh, pensieri profondi, Vania...

- non si direbbe, vero..? Una pseudo Hippy piena di contraddizioni...

- chi non ne ha... scagli la prima sentenza...

- già... e quindi... può esistere..?

-... esistere, cosa..?

- un'altra realtà, oltre a questa... quello di cui stavamo discutendo... prima della mia sensazione del "continua"... vedi, te n'eri quasi dimenticato, come appartenesse ad un altro tempo...

-... devo dartene atto... son cinquanta minuti... ma sembrano due spezzoni attaccati con la colla... con quel continua... Quell'altra realtà... capisco cosa intendi... la domanda è... chi lo sta scrivendo questo racconto, vero?

-... sì, Andrea...

- e la risposta non può che essere... non lo sapremo a meno non sia scritto che lo sapremo... vedi una qualche altra via d'uscita..?

-... si può suonare il pianoforte a quattro mani, mi pare...

-... accidenti... vuoi dire che potrebbe esserci più di uno scrittore? Cosa te lo fa pensare?

-... no, non più di uno scrittore... per le nostre pagine... per altre, nelle quali abbiam parti diverse, compagni diversi ma magari gli stessi nomi... magari son bella anche in quelle... ma sempre un po' svampita, mi si addice...

-... differenti realtà... ne parlava quel tale... nel racconto sugli elastici... eh... se vivessimo su più piani in un certo senso qualcosa di noi non cesserebbe con la morte... con la chiusura di questo libro... sai, è difficile trovar qualcuno con cui approfondire questi argomenti e le sensazioni al riguardo...

-... hai ragione... piccoli tocchi, piccoli tocchi... qualcosa vien fatta filtrare...


- ma non troppo... altrimenti finirebbero le storie, quando lo scrittore incontra... ed è... il lettore...
#747
Riflessioni sull'Arte / Re:Emanuel Carnevali
06 Febbraio 2017, 15:19:38 PM
Emanuel Carnevali è considerato (non da me che non son critico né posseggo gli strumenti per esercitarne il mestiere) dagli specialisti un poeta (the black poet...http://www.leparoleelecose.it/?p=16305)
pur se i suoi componimenti son, come dici, in prosa (almeno quelli che ho letto, non so per tutti).

Quindi (secondo il loro parere) si può venir riconosciuti poeti pur scrivendo in prosa, così che quanto scrive paul11 è corretto.

Certamente vi son ben definiti criteri di appartenenza per i due generi, alcuno l'ha messo in dubbio (né confuso)... tuttavia se vuoi approfondire il merito ti leggeremo volentieri.


Permettimi una domanda... fuori dagli schemi... che differenza c'è tra l'emozione procurata da una poesia e quella procurata da una prosa?  ::)
#748
Tematiche Spirituali / Re:Lo specchio della verità.
05 Febbraio 2017, 21:46:23 PM
 Ciao Freedom e grazie dell'intervento,
 
certamente d'accordo con te che il terreno sia molto scivoloso...  anche non volendolo si rischia d'andar fuori dalla strada che si pensava di percorrere, perché ce ne son una moltitudine e tante si somigliano, così a causa di una modesta distrazione ci si ritrova su un'altra...

Non sempre è facile invertire la direzione e riprender dal punto, sovente occorre percorrerla tutta per arrivar ad un incrocio o almeno ad un bivio.

Ci sono due parole che percorrono i nostri scritti: nel mio "apparire" e nel tuo "trovare"
Non son sinonimi e l'apparire (attivamente come mostrarsi/rivelarsi o passivamente come  il venir individuato) nella mia proposizione non implica il trovare/aver trovato.

Prima di procedere vorrei dire che non ambisco a far le pulci alle parole (altrimenti dovrei applicarlo anche alle mie... e non mi converrebbe) ma come ho riportato altrove ci son due visioni differenti, l'una afferma sia Dio a nascondersi nei dettagli e nell'altra... il suo Antagonista (anche questo è un dettaglio, l'usar un differente termine, tuttavia al maiuscolo... poi ognuno interpreta come meglio crede).

D'accordo che ciò che non c'è non possa venir trovato e anche che quel che c'è - se ne ha la capacità - rimanga invisibile ai nostri occhi... nel mezzo rimangono quelli che chiami stati intermedi di verità.

Che si potrebbe tradurre come un apparire che non dà certezza, oppure un apparire in superficie (come l'immagine di un oggetto posto sul fondo di uno specchio d'acqua... averlo in mano è ben diversa cosa) o ancora un apparire limitato in certi ambiti/circostanze/tempi.

Ma prima di tutto... cosa, eventualmente, appare?

Mi par si possa esser d'accordo trattarsi di qualcosa che non appartiene all'esperienza "concreta", possibile nel nostro mondo, qualcosa che sembra situarsi "al di là" dei confini riconducibili ad essa.

Definir questo qualcosa, a seconda dei percorsi compiuti da ognuno, "trascendente" , "spirito", "Dio", "Tao" o in qualsiasi altro modo sarebbe auspicabile non conducesse a separare ulteriormente (la "mia" esperienza e la tua, il "mio" credo e quello altrui)  invece che ad unire.

Perché se altro si presenta/è individuato nella nostra realtà, quest'altro (almeno per l'occasione) in qualche modo si compenetrerà con essa.

Sarebbe un risultato sconfortante (dal mio punto di vista) il ritrovarsi con delle palizzate più alte che circondano la nostra città... perché quest'altro si è presentato a noi... facendoci supporre che ci abbia dato un segno d'esser speciali/nel vero/scelti...ecc.

Dopo le premesse (necessarie per un futuro sviluppo della discussione, se ci sarà) parliamo di quest'altro, ricordando che abbiamo circoscritto l'ambito della discussione a quelli definiti da te ed accettati da me come "stati intermedi di verità"... un tipo particolare di frammenti di quello specchio di cui andiamo proseguendo l'indagine.

Qui con un approccio diverso rispetto ad altre discussioni poiché non si discute dell'esistenza dell'intero specchio (la verità/Dio... o forse qualcosa di non ancor delineato con sufficiente precisione) o della sua insussistenza.

C'è ancor da dire che il "trovare" di qualcuno per altri può corrispondere ad un apparire (o meno) di qualcosa.

Un esempio, riprendo una mia domanda che non ha trovato risposta: come interpretare le migliaia di ex voto presenti nei numerosi santuari del nostro Paese?

Chi ha vissuto quegli episodi poi raffigurati in vari modi non ha dubbi d'aver "trovato" qualcosa, sicuramente a causa un intervento soprannaturale, per opera o intercessione di figure di culto.

A chi come me, stupito da tanta rappresentatività di tali interventi, si pone con umiltà a seguirne il disegno e leggerne la storia, quel qualcosa "appare".

A volte mi sembra che non si dia la giusta considerazione alle cose... queste migliaia di "prove" vorranno pur significare qualcosa, no?
Anche (o almeno) per la storia dell'arte, come affermato nel 
 
Pensiero espresso nel 1980 dall'insigne storico dell'arte Federico Zeri:
"Nessuno ha mai sostenuto che si debba privilegiare gli ex voto a scapito della Cappella Sistina, ma se si vuole che la storia dell'arte sia veramente storia, allora è indispensabile prendere in esame tutti gli aspetti figurativi, e non solo quelli più alti ed elaborati.

Non dimentichiamo che il pubblico degli ex voto è infinitamente più numeroso di quello che fruisce della cappella Sistina o dei quadri di Giorgio Morandi".
 

Tutti questi ex voto saranno anch'essi frammenti dello specchio della verità?
 

Secondo voi?
#749
Riflessioni sull'Arte / Emanuel Carnevali
04 Febbraio 2017, 18:49:31 PM
"Quella mattina l'alba salì dai fradici selciati cittadini,
era un respiro grigio e ammalato.
Mi ero speso chiedendo alla notte il sonno.
 
Ero a pezzi – soltanto lo spirito del male interamente in me;
c'era una maledizione sulle mie morse sanguinanti labbra.....
e poi.....

Oh, poi giunse il solito vecchio impudente fantasma;
portava i miei sformati e logori calzoni, e non era rasato;
la sua faccia avevo visto nello specchio
sin troppe volte".
 


(dicembre1921)

Emanuel Carnevali 
#750
Tematiche Spirituali / Re:Lo specchio della verità.
31 Gennaio 2017, 23:05:00 PM
Ogni tanto passo vicino ad Altopascio e ricordo che fin quando non vi son stato per una veloce visita, me l'immaginavo un posto di alta collina (vedi il nome...) dove si coltivava grano per far il buon pane (senza sale) che me l'ha evidenziata.

Nulla di ciò... 19 metri sul livello del mare, probabilmente non autosufficiente in quanto al grano...

Di come stanno le cose, della loro verità, sovente ne abbiamo  un'idea vaga... tendiamo a darne molte per scontate, perché sarebbe impossibile ricercar di tutto la validità, che è un sinonimo meno impegnativo di verità.

Ogni cosa ha un certo grado di validità mentre la verità, dove venga rilevata, chiude la porta a tutti i dubbi, no?

Siamo esseri "culturalmente approssimati" per così dire, magari non nel nostro ragionamento logico-deduttivo o quando facciamo riferimento alle fonti storiche, scientifiche o di altro tipo, ma il punto è che in ogni percorso che arrivi ad una conclusione siamo costretti ad introdurre un margine di incertezza che dipende da chi ha tracciato la via che ha consentito a noi d'arrivarci, a quelle conclusioni.

Non c'è modo d'affrancarsene come potete constatare anche qui nelle varie sezioni dell'Hotel, dove sovente le premesse conducono a conclusioni diametralmente opposte.

Pur se trattiamo con cura, conferendogli il dovuto peso, le informazioni che abbiamo almeno processato per conto nostro, raramente (tuttavia succede, a volte...) la sintesi finale raggruppa i diversi frammenti di verità dei partecipanti.

Adesso, per ragionar sul facile, su esperienze alla portata di tutti... prendiamo ad esempio "Un sontuoso banchetto" organizzato dall'amico Sariputra.

Beh, serve sempre un motivo... la celebrazione dell'entrata del figlio della cascata (... altisonante significato del nome... salvo cascata non sia verbo...) nel ristretto novero degli utenti storici.

Il buon Sari nell'occasione ha predisposto un racconto per metter insieme i diversi frammenti, se stesso e noi, e giungere a qualcosa che magari sia più della somma delle parti.

Che il risultato (partecipazione) sia stato tre o dieci è di secondaria importanza rispetto "all'immagine " complessiva che ha prodotto. 

Pur con tutte le difficoltà, le approssimazioni, i differenti "tempi" di scena ecc. il quadro risultante raffigura una squinternata festicciola tra amici/conoscenti, dove ognuno ha recitato la sua parte, detto quel che aveva da dire.

È "vera" quell'immagine?

Naturalmente no, non è il resoconto di qualcosa realmente avvenuto ma, attenzione, non è neppure il racconto di una sola persona che ha disposto eventi, situazioni e financo interpretato tutti i personaggi...

Alla verità di quell'immagine concorrono distinti "frammenti" vitali e, a mio avviso, ne contiene (di verità) un ben alto grado rispetto al prodotto di un singolo.

Ma parlar di gradi di verità potrebbe rivelarsi fuorviante, stante che nell'accezione comune ce ne sia una e non molte.

Potrebbe quell'immagine del consesso di amici accumunati dal frequentar codesto Hotel per i più disparati motivi, (primo dei quali apparire...  senza il quale non ci sarebbero neanche gli altri...) invece aver valore intero, di verità non parziale?

Non per dirsi realmente accaduta, ma acquisir una valenza che in qualche modo permetta di chiuder il cerchio, sigillando quell'immagine come un fatto compiuto, come lo son tutti gli eventi al mondo, veri in se stessi.

In un sistema chiuso (come un racconto o negli esperimenti scientifici) nulla entra e nulla esce (riferendosi alle grandezze monitorate... avete mai visto personaggi scappar o entrar dal libro alla lettura successiva..?), il risultato dipende dagli "ingredienti" , in interazione, che son stati messi in gioco.

Cosa potrebbe aprir un sistema così che sia portato ad un livello di coerenza superiore?

Devo farla breve, saltando un po' di passaggi... (magari lo riprenderò in seguito) ciò che può aprir il sistema è qualcosa da cui lo stesso trae validità e il suo grado di verità.

Nel sontuoso banchetto di Sariputra chiedendo cosa mancasse alla fine... ho evidenziato il ruolo del "padrone dell'Hotel", che avrebbe conferito quel "quid" al racconto virtual-reale capace di sigillarlo e chiuderlo al massimo grado di verità implicata.

Un altro esempio... qui nelle discussioni su Dio o non-Dio... solo Dio stesso  (apparendo... in qualche modo...) potrebbe "chiudere" la discussione al massimo grado di coerenza. 
Diversamente, come succede, il dialogo rimarrà entro i confini della coerenza personale, rappresentata dalla fede o non-fede di ognuno.

Questi son germi di "riflessioni", work in progress... stimolo per i lettori a muoversi al di là dei ristretti ambiti dove gli argomenti son "chiusi" come in un esperimento o in un libro.

Non necessariamente dobbiam partecipare sempre e solo agli esperimenti degli altri o legger i libri che han scritto altri.

Quel che può apparir poco, un banchetto imbastito nella stanza ("varie") offerta agli ospiti dell'Hotel per motivi non riconducibili a ben più impegnativi progetti logici... può rivelarsi un'occasione rara per "toccar con mente" i nostri simili in un territorio non codificato da regole, dove accantonar la nostra maschera principale e indossarne un'altra (stante che senza non si può stare...)... per vedere, un po' di nascosto, l'effetto che fa...

Immaginare... che facoltà incredibile... eppur da quella proveniamo e con quella l'uomo ha plasmato il mondo... immaginando la verità delle cose che poi ha prodotto...


(eh, no... con Altopascio 'un funziona... ce provo, ma sempre piatta rimane...)

 

Un saluto