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Messaggi - Ipazia

#7366
Ultimo libro letto / Re:saper morire
06 Marzo 2019, 19:25:16 PM
Lessi il libro qualche anno fa. A onore di Borasio (cattolico) va detto che sostenne Beppino Englaro nella sacrosanta battaglia per liberare la figlia Eluana dalla vita vegetativa coatta. Borasio ha lavorato molto tra Germania e Svizzera e le equipe di fine vita in cui ha lavorato prevedevano anche preti laici (psicologi  ;D ) a sostegno degli atei che lo richiedessero. Ma la perla del suo stile di lavoro è nel coinvolgimento dei familiari in un discorso di gruppo che vale più di qualsiasi assistenza psicologica religiosa o laica, perchè la morte è un'esperienza collettiva che coinvolge dolorosamente i superstiti quanto e talvolta ancor più delle vittime. In questa "terapia di gruppo familiare" ho trovato la parte più importante del libro, che da sola ne vale la lettura.

Un altro aspetto importante è il venir meno dell'aura sacrale medicocentrica di tutta l'operazione di sostegno al fine vita. Pare che i preti nell'equipe se la siano cavata molto bene ...  :(
.
#7367
Tematiche Filosofiche / Re:Darwin Cafè
06 Marzo 2019, 16:27:48 PM
Povero Darwin: ormai l'evoluzione del seno femminile è affidata al silicone  ;D
#7368
Citazione di: Eutidemo il 05 Marzo 2019, 13:35:45 PM
Ciao Sariputra. :)
In effetti, per quanto concerne il FUTURO, anche io sono propenso a credere che, senza una radicale inversione di rotta in molti campi (a cominciare da quello dell'inquinamento), siamo effettivamente a rischio di estinzione; con l'ulteriore rischio di condurre all'estinzione anche molte altre specie, oltre alla nostra.
Tuttavia, per quanto concerne il PASSATO, non si può negare che la specie sapiens abbia sinora ottenuto uno strepitoso successo evolutivo rispetto alle altre specie; ed invero, almeno zoologicamente ed ecologicamente parlando, il successo evolutivo di una determinata specie si misura precipuamente dall'aumento costante del numero dei suoi esemplari, dalla loro diffusione territoriale, e dal loro accesso alle risorse.
Comunque, a prescindere dal fatto se questa sia una cosa globalmente positiva o meno, per il futuro, come ho premesso, "la vedo dura" anch'io! ;)

Siamo all'apice della catena alimentare, del controllo del territorio e della predazione. Gli unici antagonisti ancora temibili sono virus e batteri che però abbiamo imparato a trattare farmacologicamente. Dobbiamo solo imparare ad essere degni di tutto ciò. E qui la vedo dura anch'io.
#7369
Percorsi ed Esperienze / Re:DOMANDE
05 Marzo 2019, 20:14:07 PM
Anche Adamo Eva è Lucifero sono mitologici. La hybris è in tutti i casi narrazione della contrapposizione tra divino ed umano. Violazione del diritto imposto dalla divinità.
#7370
Percorsi ed Esperienze / Re:DOMANDE
05 Marzo 2019, 11:15:28 AM
La hybris di Prometeo non è molto diversa da quella dei progenitori della Genesi. In entrambi i casi suscita la vendetta dei numi di fronte alla hybris umana desiderosa di emanciparsi dal loro potere attraverso la conoscenza e le sue applicazioni tecnologiche. Più metafisica la versione giudaico-cristiana, più esplicita e concreta quella greca, ma psicologicamente analoghe nell'indurre il Timor Dei di fronte al desiderio blasfemo di superare le colonne d'Ercole.
#7371
L'unica nostalgia fondata è quella del futuro dopo la putrefazione della sinistra nel globalismo iperliberista e cannibale e l'arrabattarsi di una destra che si trova sempre più a sinistra di quello che vorrebbe  a causa del vuoto pneumatico politico lasciato dalla sinistra.  In tale Svarioland tutte le bussole si sono starate e non resta che navigare a vista. Evitando, almeno per salvare quel poco che resta, ovvero lo stile, l'uso di etichette ormai relegate al paleo(po)litico.
#7372
Percorsi ed Esperienze / Re:DOMANDE
05 Marzo 2019, 08:29:44 AM
Per davintro

Ogni sensazione personale è legittima, inclusa quella di uno spirito indipendente dalla materia. Ma il problema nasce dal fatto che questo spirito ha bisogno della materia umana per manifestarsi e far valere le sue ragioni, lasciandoci sempre nel dubbio di quale sia la farina del suo o del nostro sacco.
#7373
Questo bene ontologico che ti sto dicendo da dieci pagine e non ti ripeterò più è il Bene Incontrovertibile Assoluto di ogni vivente: la sua vita. Ontologico perchè: no life, no party  8)
#7374
In natura esiste eccome: è un bene addirittura "ontologico" anche se non sa di esserlo perchè per saperlo ci vuole un animale multiversamente cogitante capace di trasformare un bene in sè, noumenico, in un bene etico trascendentale, svolazzante, soggetto a mille elucubrazioni. Mettendoci dentro i suoi pregiudizi, ma anche un po' di buonsenso naturalistico. Cosa che troppo spesso sfugge ai filosofi ed è del tutto negata nella comprensione ai metafisici duri. Ma che l'etologia umana conosce bene.
#7375
Citazione di: 0xdeadbeef il 03 Marzo 2019, 19:35:42 PM
Ciao Ipazia
Non so quante volte ho detto che l'unica forma di "imprinting etico primordiale" è quella riscontrata all'interno della specie come istinto di sopravvivenza della stessa, quindi sono senz'altro d'accordo con queste tue ultime considerazioni.
Senonchè l'etica come condotta rivolta al "bene comune di tutti i viventi" (uso la tua stessa espressione, che condivido) è un'altra cosa, e lo sai bene...

Lo condividi a modo tuo, che non è quello che intendo dire io. Il "bene comune di tutti i viventi" è la propria vita individuale. Questo è un dato di fatto, una cosa in sè, un noumeno, una verità incontrovertibile. Ed è tutto ciò perchè è radicato nell'ontologia stessa della condizione del vivente.

CitazioneA parte ciò, ci sarebbero da fare così tante considerazioni su questo presunto "imprinting
etico primordiale" che non so da dove cominciare.

Come giustamente osservava tersite, correggendomi, l'imprinting viene dopo. Di genetiche abbiamo solo delle pulsioni, che negli animali sociali, implicano cure parentali e meccanismi di imprintig dopo la nascita. Su questi meccanismi si realizza un orizzonte etologico che permette al nuovo nato di sopravvivere nella giungla reale in cui nessun bene, come lo intendono i preti e i filosofi veterometafisici, ha ancora fatto capolino quindi:

CitazioneI felini, ad esempio, pare che rispettino un pò a modo loro questo "istinto di specie", visto che i maschi usano uccidere i cuccioli di cui non riconoscono la paternità allo scopo di favorire un nuovo calore della femmina. Certo, magari si dirà che questo avviene allo scopo di meglio difendere i nuovi cuccioli, ma i vecchi?

... e il cuculo sostituisce le uova nel nido e il leone sbrana la gazzella, ecc. Tutto ciò a tutela di un "noumeno" che è la propria vita individuale e di specie aldiqua del bene e del male...

Citazione
Per non parlare, naturalmente, dell'essere umano, in cui a volte questo "imprinting eticoprimordiale" è scarsamente riscontrabile addirittura all'interno del nucleo familiare più ristretto...
Quindi no: l'etica, il "nomos", sono un'altra cosa...
saluti

... che come nomos, Legge, viene dopo ed è tutt'altra cosa, ma che non può radicarsi che sul bene oggettivo ("comune" in quanto criptovalore condiviso di tutti i viventi, ciascuno relativamente alla sua vita) e non ancora legificato che è la vita del vivente. Tale bene originario/fondativo è tenuto ben presente dal 5° comandamento giudaico-cristiano e da tutte le Leggi scritte nei codici fin dalla notte dei tempi, con un bias specista che rende il nomos una faccenda tutta umana, posta tra un bene ed un male altrettanto totalmente declinati in salsa antropologica, da non confondere col "noumeno" vita di cui è generatrice e depositaria solo la natura. Davanti alla cui forza generatrice il nomos umano si limita all'intelliggibile riscontro di costanti, regole, ricorrenze, che nella mente umana diventano leggi naturali, nel rispetto delle quali, o per contrastarne gli effetti più sfavorevoli al "noumeno" vita della nostra specie, si istituiscono, con maggiore o minore acume e conoscenza del reale, le leggi umane, il nomos.

Tornando al tema in discussione, è evidente che tutto ciò accade indipendentemente dall'esistenza dei numi.
#7376
Citazione di: 0xdeadbeef il 02 Marzo 2019, 22:50:41 PM
A Ipazia e Sariputra
Ah beh, certo, sempre in natura i deboli sono difesi dai forti...

Sempre, quando si tratta di tutelare la sopravvivenza del branco nelle forme di vita sociali. La natura arriva prima del Nomos  he non può fare null'altro che armonizzarsi con la sua Legge. Anche quando il Nomos scrive la sua legge su tavole di pietra quella legge si deve essere inscritta prima nel corpo vivente della comunità. La quale non può trarre quelle norme che dalla natura, per confermarle o contrastarle, ma nulla nasce sotto un cavolo.
#7377
Essì Ox, se giochi la carta debole/forte vieni ancora più dalla mia parte. 

1) Sul piano giusnaturalista perché in natura i piccoli (deboli) sono sempre difesi dai forti (adulti). Perfino tra le formiche sono le guerriere forti a difendere la parte debole del formicaio; e non c'è neppure uno straccio di Nomos a prescrivere tutto ciò. Ma se proprio ce lo vogliamo mettere si casca inesorabilmente nella padella dell' "etica biologica" ipaziana

2) Laddove invece ha davvero senso parlare di Ethos e Nomos declinati antropologicamente, la difesa del più debole dalla prepotenza del più forte a che principio etico fondativo possiamo ascriverla ? La risposta ipaziana la sai già  ;D
#7378
Percorsi ed Esperienze / Re:DOMANDE
02 Marzo 2019, 16:27:01 PM
Citazione di: davintro il 01 Marzo 2019, 20:03:24 PM

Per quanto mi riguarda, trovo che la vita sia un valore relativo a un ideale di felicità di fronte al quale sarebbe anche legittimo scegliere di smettere di vivere, quindi mi distanzio dalla posizione cristiana in merito, ma non da un punto di vista ateo, ma, al contrario da uno ancora più "spiritualistico" di quello cristiano: si potrebbe definire un "deismo", credo nell'esistenza di un Principio puramente spirituale, che però non può essere rappresentato in una rivelazione umana, e dunque in alcuna confessione storica organizzata, condizionata dall'esperienza sensibile, e quindi in base a ciò riconoscere che la componente della persona che elabora aspettative di senso e ideali di realizzazione debba avere la priorità rispetto al puro corso biologico della vita, e quindi accettare la possibilità di sospendere quest'ultimo (la materia) quando troppo in contrasto con l'ideale esistenziale (lo "spirito")

Caro davintro la tua filosofia è espressione di una hybris intellettuale estrema perché quel Principio puramente spirituale non puoi che essere tu, ovvero una tua emanazione, che si erge ad arbitro unico e indiscusso della tua vita a partire da una visione valoriale (ideale esistenziale) che non può rimandare che a te, su cui tu misuri tutte le cose come dovrebbero essere.

Ci vuole davvero molto "spirito" per una hybris così radicale.
#7379
Percorsi ed Esperienze / Re:DOMANDE
02 Marzo 2019, 16:04:11 PM
Citazione di: Socrate78 il 01 Marzo 2019, 16:53:03 PM
@Ipazia: Io continuo a credere che esista un mondo ultraterreno e che la nostra ragione abbia dei limiti e non possa escludere il trascendente in linea assoluta. Non siamo portatori di una verità assoluta su ciò che esiste, immagina ad esempio la mente di un cane, egli vede una lampadina che si accende ma non potrà mai concepire l'esistenza dell'energia elettrica, perché la sua mente limitata non può comprendere e descrivere un tale concetto, è al di sopra delle sue possibilità. Così è secondo me per Dio e la realtà ultraterrena, noi con la nostra ragione non possiamo descrivere una realtà simile e siamo tendenzialmente portati a negarla da una prospettiva puramente razionale, tuttavia potrebbe essere come l'energia elettrica per il cane, qualcosa che la nostra mente non può comprendere appieno.

Non intendo negare a nessuno la possibilità che la natura gli concede di immaginarsi la realtà oltre le colonne d'Ercole del mondo conosciuto, ma l'esempio da te portato non è esente da una contraddizione interna: per superare i limiti cognitivi del cane è necessario un uomo in carne ed ossa, non semplicemente postulato, che sappia di elettricità. Quello stesso uomo che spiega scientificamente i terremoti attribuiti un tempo agli dei e gli uragani attribuiti ai kami. Spiegazioni che il monaco medioevale sopra citato ritiene più esaustive di quelle sovrannaturali.

Quindi l'ipotesi di un cane uomo che non sa, in assenza di un nume che sa (non verificabile, ma solo ipotizzabile), resta, per così dire, leggermente sospesa per aria.
#7380
Citazione di: 0xdeadbeef il 01 Marzo 2019, 17:31:02 PM

Ora, io contesto "in nuce" la tua idea di "etica biologica" proprio perchè fra il leone e la gazzella non può esservi un "utile collettivo/di entrambi" (quindi non può esservi una: "condotta rivolta all'utile collettivo/di entrambi, che è la definizione propria di etica e/o morale).

La mia "etica biologica" risolve metafisicamente la questione affermando che tanto per il leone, la gazzella, e ogni altro vivente il Bene Assoluto Incontrovertibile è la sua vita individuale. Mentre eticamente l'unica verità sta nel conflitto, che nel caso specifico è difficile abbia una soluzione di tipo anglosassone o continentale condivisibile per tutti. A livello specista antropologico è più facile trovare la soluzione (che ab origine non tiene conto che a pagarne il conto saranno comunque altri viventi) e questo è il grande compito dell'etica sub specie antropologica: dirimere i conflitti individuando comuni denominatori non conflittuali, o comunque superabili in un contesto di reciproca tolleranza.