Questo post mi ricorda assai la parabola della pagliuzza e della trave. La pagliuzza sarebbe la comunanza d'intenti con un partner europeo, decisamente meno velenoso di altri e assai proficuo per il made in Italy, la trave è lo stato di cattività, che volge ai tre quarti di secolo, dentro un Impero che ci ha regalato stragi e guerre imperialistiche, trattandoci sempre come il cane bastardo a cui gettare qualche osso sotto il tavolo dopo aver trattato con riguardo gli altri molossi di casa cui sono andati tutti i bocconi migliori.


). Purtroppo per loro questa manifestazione epifanica datata 2014 venne registrata dalla Digos e gli apostoli tornarono nelle patrie galere. Nemo profeta in patria sua. Ma la profezia si è avverata oltre ogni loro più rosea aspettativa, anche perché a darle fiato c'erano numi ben più in alto dei nostri borgatari della terra di mezzo (che però nel loro piccolo condizionavano il 90% dell'arco costituzionale della seconda repubblica). Un nume della finanza, in particolare, abituato a trattare l'Italia come una repubblica delle banane fin dal 1992, riconfermò tale convinzione quando chiamò a rapporto presidente della repubblica e capo del governo italiano nel bel mezzo del successo della profezia dei nostri borgatari (3 maggio 2017) e dei primi mugugni popolari. Perché nel frattempo, proprio nel fatidico 2014, il capo del governo Letta (PD) aveva detto all'Europa li prendiamo tutti noi. Oscenità confermata dal successore Renzi e, tempo di armare una flotta e legalizzare surrettiziamente l'immigrazione clandestina verso l'Italia (Triton), cominciarono ad arrivare a migliaia per nave i finti profughi ogni settimana.