Citazione di: Lou il 10 Maggio 2018, 18:53:04 PMAh sì? E perché, fin'ora, come si è operato, di grazia, potrei saperlo? Il Buonismo è fallito, ora cosa facciamo, si può essere ancora più buonisti? Credo di sì. Credo che chi segue una certa mentalità di sinistra non sia più capace di vedere limiti, (come si evince dai commenti di Cannata, di Jacopus e dai quasi a mio avviso deliranti commenti di baylham), pertanto continuerà a sbattere la testa contro i muri, si vedrà sanguinante e rintontito e continuerà a sostenere che i muri sono una creazione della mente, finché non morirà a causa dei ripetuti traumi cranici.Citazione di: baylham il 08 Maggio 2018, 11:13:25 AMSono molto in accordo con quanto espresso. Essendo il bullismo una modalità di comportamento essa innanzitutto ha da essere compresa e chi ha il compito di educare (nel significato di "tirar fuori" le abilità e le capacità etc.) e formare -insegnanti e genitori - non possono evitare il momento della comprensione di questo fenomeno per poter attuare misure che, lungi dal rifugio in un autoritarismo che è ben capace di riproporre le stesse dinamiche poste in atto dai bulli, riescano a coinvolgere gli attori di tali comportamenti in un percorso dove ognuno possa arrivare da sè a comprendere che vi possono essere alla base di atteggiamenti bulli energie e risorse che possono essere convogliate in un progetto costruttivo di sè e di conseguenza della società. Per tutto ciò ci vuole forse, a mio parere, innanzitutto fiducia - più che autorità, e come educatori forse rischieremo che la fiducia sia disattesa, ma anche che l'autorevolezza, orfana di imposizione, generi comportamenti meno mortificanti e percorsi ( e forse che sia che il percorso camminato è esso stesso un contenuto? ) dove la violenza, in ogni sua forma, abbia sempre meno diritto di cittadinanza.
Il bullismo è una modalità di comportamento, non è una tara, un difetto.
Non vedo come si possa eliminare una modalità di comportamento che ha basi biologiche e sociali. Piuttosto andrebbe studiato e compreso.
La reazione al bullismo è già prevista da codici penali e amministrativi, non considero valide ed utili ulteriori sanzioni verso il bullismo. L'ulteriore disciplina, autoritarismo non è la risposta che condivido, esaspera i conflitti, facendo leva proprio sulla forza e sulla violenza che si vuole contrastare. Ordine e disciplina vanno bene come obiettivi per personalità autoritarie, rigide. Il loro campione di insegnante è ben rappresentato dal protagonista del film Class Enemy di Bicek.
Ricordo nuovamente che i giovani sono la parte più debole e fragile della società, certamente i meno responsabili del suo ordine.
Sinceramente sono più preoccupato del bullismo dell'autorità che del bullismo dei giovani verso l'autorità.
La mia risposta al bullismo l'ho già indicata: la partecipazione di insegnanti, studenti e genitori al sistema scolastico, che cerchi di migliorare l'istituzione nella sua normalità e quotidianità, puntando soprattutto sull'educazione e sulla conoscenza. Non ritengo che il bullismo sia il problema principale per la scuola italiana. Ad esempio il sovraffollamento delle classi è un problema più grave e serio.
Di tale sfacelo è indicativo già il solo fatto che ci riferiamo a questi deprecabili episodi definendoli con un eufemismo: "bulli", "bullismo", quando dovrebbero essere chiamati per quello che sono in realtà: degli atti di teppismo, di delinquenza minorile.
Mi sembra strano che un delinquentello debba essere "educato" a scuola da un insegnante. Sarebbe un po' come catturare uno dei latitanti capi mafia pluriomicidi e invece di assicurarlo nella cella di un carcere lo si invita a frequentare un corso di spiritualità e di cultura generale (magari tenuto da Angelo Cannata

" I ladri e le prostitute vi sorpasseranno nel regno dei cieli. "; vero, Gesù pronunciò queste parole, ma in un'ottica un tantino diversa dalla tua interpretazione; si riferiva ai ladri e alle prostitute che si sarebbero pentiti; nello stato di pentimento sono migliori di chi non ruba, non si prostituisce ma che magari pecca con calunnie e cattiverie di vario genere credendosi migliore di un ladro o di una prostituta. Gesù voleva dimostrare che possiaamo scivolare tutti nel male, nel peccato, che si può uccidere e ferire fisicamente una persona, ma si può uccidere e ferire mortalmente anche con le parole ed il comportamento, come fanno i "bulli". Il bullo non è meno colpevole di un ladro, entrambi causano danni ad altri. Poi, come dice Socrate78, se io mi impegno ed ho lavorato su me stesso per essere una persona per bene, sono e devo sentirmi migliore, altrimenti non ci sarebbe neppure la voglia, il desiderio di essere migliori; a che pro? Posso lasciarmi corrompere, ho tutto da guadagnarci, perché decido di rimanere integerrimo e leale? Per un senso di giustizia e lealtà che riconosco ed ho coltivato in me, di cui vado fiero, dunque mi sento migliore di uno che si corrompe con 30 denari.
Se lasciamo passare l'idea che siamo sempre tutti uguali si attenua anche l'impegno ad essere migliori perché si è portati a giustificare tutto, al lassismo. E concludo citando a propossito le parole di Socrate78 che condivido.
"Quest'atteggiamento del bullo fragile dà origine ad un buonismo vomitevole, vedo già una marea di psicologi e insegnanti dire: "Povero bullo fragile, povero caso umano", mentre il vero caso umano, la vittima che magari giunge ad ammalarsi di depressione o anoressia, viene magari trascurata. Se un bullo che poi è di fatto un criminale che giunge a molestare sessualmente, a scatenare risse, a ricattare, viene solo considerato "fragile" egli se ne accorgerà e si sentirà autorizzato a fare peggio."