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Messaggi - odradek

#76
anthonyi :

I Cinesi fanno questa invenzione in anticipo di qualche secolo rispetto al mondo Occidentale, eppure non sembra che dalle loro parti quell'invenzione abbia prodotto quella rivoluzione che invece ha prodotto da noi. Qual'è la differenza più importante tra la cultura Cinese e quella Occidentale, noi avevamo il Cristianesimo, loro no.



Bella domanda.
La risposta che do io è che la differenze stanno in un potere interamente  centralizzato ed una economia agricola, mentre in Europa la situazione era completamente diversa, non c'era solo ripetizione in Europa, c'era anche differenza.

La Cina ha avuto la stampa prima dell' Europa ma non  "serviva" a nulla o a ben poco, dopo Gutenberg invece, "esplosione cambriana" in Europa; ma contemporaneamente a Gutenberg le avvisaglie ed i germi della esplosione delle tecniche di produzione, i commerci tra regioni europee imparagonabili per proporzioni a quelli cinesi, inesistenti, le porcellane gli argenti ed i tessuti, le rotte ed i contratti, le negoziazioni, i trattati e le legislazioni, "tutto" in vendita (o quasi) e non "tutto" per l'imperatore.
Nel frattempo il clero "compiva" tutto quel che  la storia ci ha insegnato abbia compiuto.

#77
Viator:
Le pagine di filosofia vengono scritte all'unico scopo di rendere confuso sia ciò che è chiaro che ciò che è ignoto. Inoltre trascurano il noto perchè troppo ovvio.


o:
L'affermazione è coindivisibilissima, ma le "pagine" non sono solo di filosofia, sono di storia, di biologia, di letteratura, poesia o saggistica, e un certo "peso" loro lo mantengono.

E certo si, meno filosofia si legge e meglio è; la filosofia non riguarda la "sapienza"  non riguarda il benessere personale e non riguarda l'esistenza di Dio, la filosofia è una cosa tecnica, "scienza " del linguaggio, arida a volte, ed a volte persino insignificante nelle sue conclusioni.

Le concezioni del mondo sono tutte creazioni "meravigliose" e sono oltretutto e sopratutto il banco di prova della filosofia stessa.
Tutto quello che una "filosofia" non riesce a giustificare di ogni nostra creazione\elaborazione "meravigliosa" costituisce la prova provata dell'inconsistenza stessa della filosofia che ha "analizzato" la creazione "meravigliosa" o quella specifica "creazione" di noi esseri umani.

Fisica è scienza del reale. Filosofia è scienza del linguaggio, con il quale "interpretiamo" il reale, al di fuori dei codici matematici e fisici che sappiamo già funzionare benissimo,e meglio del linguaggio.
Un inceppo solo nel giustificare un qualsiasi "comportamento" o "manifestazione" umana (e per quel che mi riguarda animale e fisica pure - consistendo in questo secondo me il "vero"  delirio filosofico-) e quella filosofia è da buttare o darivedere, esattamente come succede per le scienze "dure".

Viator:
Su questo genere di questioni il fatto che tutti (glorie culturali incluse) abbiano lo stesso parere conta quanto il due di picche.

o:
E va anche bene, anzi, sin troppo bene.
La questione per me sarebbe perfettamente posta e definita in questi termini senza bisogno di aggiungere altro. Limiteremmo un poco il "cerchio" dei "discorrenti" e passeremo due anni a precisarci sui termini, ma insisto, va benissimo (nella mia concezione ed anche nella mia "pratica") così.

Bisogna sapere però quello che si perde.
Un conto sono io che "parlo" e mi confronto con te, e viceversa.
Entrambi ne potremmo ottenere nessuno, pochi o tanti "avanzamenti", misurati su di una ipotetica  scala che indicizza il  nostro "livello di comprensione" della realtà.
Bisognerebbe stabilire quanto questi avanzamenti che "otteniamo" confrontandoci tra di noi siano maggiori minori ugiali di quelli che avremmo "ottenuto" confrontandoci con le "glorie culturali".

Se è ragionevole aspettarsi che io (o chiunque) e te (o chiunque) si possa cavare qualcosa di buono dal confronto reciproco, è altrettanto ragionevole che ci si possa aspettare di cavare qualcosa di buono anche dal confronto con le "glorie culturali".
#78
Inverno :
Mettiamo un busto di Platone a destra, uno di Aristotele a sinistra, uno di Dante al centro, e una bella targa S.P.Q.R.

o:
mille volte si.
Io aggiungerei (l'ho visto non so dove in una vignetta) anche il plastico di un bel cervello con la  sua spina dorsale.
#79
Viator:
La realtà relativa. Già citata dal nostro amico e definita come insieme dell'esistente percepito.
La realtà assoluta. Quella che proprio non ci riguarda (Ma 'cche ce fregga annoi de quelo che mai saperemo !!). Consiste nell'insieme delle realtà relative più le realtà destinate a mai venir da noi percepite.
La realtà mentale (parziale, relativa) che anch'essa non sarà mai da noi percepita bensì continuamente ed individualmente concepita.

o:
La "mia" questione  non riguarda tanto il numero di realtà che un sistema di pensiero "categorizza" per organizzare la riflessione sul reale.

La questione è che seguendo l'impostazione delle tre "realtà"  (a cui io sostituisco -nel mio sistema- una sola realtà) il non-materialismo prende la "realtà" 2 e 3 (estraendo dalla 2  la "non possibile" percepibilità e dalla 3 la "soggettività" intrinseca a cui è sottoposto il "mentale") come "argomento" per inficiare la possibilità di una epistemologia (per me episteme, ma è un altro discorso) non-idealistica della 1.

E' questo che il mio sistema non "tollera"; il fatto che una schematizzazione funzionale a non far "confusione" tra i vari "discorsi" (e che si potrebbe anche assumere in certi ragionamenti) che si devono affrontare per dar conto della realtà, diventi un grimaldello per confutare la concezione non-idealistica della realtà.

Il fatto che si pensi ci sia una sola realtà non può però essere "opinabile"  in base ad assunti "procedurali" quali sono le schematizzazioni come la tripartizione del reale. La realtà è una sola e questa non è una schematizzazione, è un dato di fatto. Trovate una sola riga di un solo filosofo in cui sia scritto che ci sia più di una realtà.

Può essere una proiezione, può essere una manifestazione, può essere reale "reale" (come in effetti è), ma sempre una è, per tutti i filosofi del mondo che sian vissuti. Per chi sostiene il contrario l'onere della citazione in cui il "filosofo" sostenga la pluralità dei reali. Non delle concezioni o delle interpretazioni, dei reali.

Lo psicologismo da rotocalco (se ci sono tante realtà sai quanti libri opuscoli siti web fanzine e riviste sugli angeli,  sui cari estinti e sui demoni che vendi, e quante migliaia di indovini, cartomanti e ciarlatani che mantieni e si automantengono ? Legioni.) è funzionale all' ottundimento della capacità critica delle "masse" ("masse" in senso marketing, "masse" che in senso marketing diventano "masse" estremamente parcellizzate, a livello di condominio,  a livello di "individuo")  ed è sempre lo psicologismo da rotocalco che ha "stabilito" (con i metodi della viralizzazione memetica) nel corso degli anni, questa storia delle realtà che siano più di una, a partire dai romanzetti popolari degli anni 50 ed a finire con matrix. Non c'e' traccia di questo "raggiro" in filosofia.

Posso immaginare di avere quattro gambe, ma non posso convincermene.
Immaginandolo però (e a forza di immaginarlo ed a forza di "vedere" altre persone che lo immaginano) si scivola anno dopo anno nella nevorosi (e poi chissà dove) ed è anche per questo che si parla di società psicogena ed individualità "scentrate".

Attualmente la religione e la religiosità son diventate cose per persone serie (ci va del "fegato" per Dio, come ci va del "fegato" per lavorare la terra) e nella cultura popolare, nel pop, -che è l'aria che respiriamo come i pesci respirano nell' acqua- è lo psicologismo da rotocalco che attualmente fornisce le risposte che le persone (tutte, "noi" compresi, anche se le risposte già ci sono, ma tant'è, siamo, fortunatamente -senza ironia, umani) vogliono avere, che han sempre voluto avere e che son sempre le solite.


Viator:
Io credo nella filosofia spicciola, mai paludata e talvolta sfacciatamente "creativa".

o:
Fai benissimo perchè la "vivacità" di pensiero è tutto. La questione sorge quando si affrontano problemi che il proprio intelletto non riesce ad affrontare.
Nel caso mio non riesco, per esempio, ad andar oltre gli integrali, oltre una basica logica formale, ed oltre il livello zero di qualsiasi analisi economica che passi il livello domestico.
Questo si traduce in "limitazioni" nello sviluppo del "sistema".

A queste "limitazioni" non c'è altro modo di rimediare (anche se preferirei campare altri 100 anni, e questo non è opinabile sicuro) che "affidarsi" alle altrui conoscenze. Tra "filosofi" una tipica domanda "da confessionale", quindi una di quelle domande a cui non si sa mai se la risposta è sincera è : "caro figliuolo, quante pagine al giorno ?"
#80
A:
Anche questo è vero. La prima divisione del lavoro nasce da lì.

B:
E' vero ma è anche non vero. Se diciamo che è molto più vero che non vero forse siamo più vicini a cosa sia;  magari la pensabilità stessa  di "concetto di lavoro" è venuta dopo e non era presente allora.
 Magari il concetto stesso di "divisione del lavoro" è una "imposizione" concettuale di strutture (e funzioni) che allora non esistevano. Magari  queste considerazioni hanno a che fare con una filosofia de-colonizzata.
Freud ! era l'"aiutino" finale (e quindi il più diretto) per la "soluzione  indovinello" che era "Acrostico in memoria di Laio", trattasi di musica e trattasi di marketing, l'indovinello era un indagine marketing, e anche altro certo, una cosa non è mai una cosa sola.

 
A:
Logica nel mondo 1 (d'ora in poi userò i mondi di Popper: ubi maior ...)

B: ma anche no. Tutte le persone "serie" che ho conosciuto m'han sempre consigliato di saltare a piedi pari Popper  e leggere invece Fereyabend.  Dicevano che avrei risparmiato un sacco di tempo.
Mi sono fidato e sinora non ho mai inciampato in problemi epistemologici, nonostante una certa pignoleria.

A:
 come divisione del lavoro riproduttivo. Ana-logica nel mondo 2 per sfociare nelle perle del patriarcato nel mondo 3: Yin Yang, anime gemelle platoniche, bene (maschile)-male (femminile): genesi, sottomissione generalizzata. La dialettica nasce analogica e binaria a partire dalla divisione sessuale, si smaterializza nella fuffa patriarcale e si rimaterializza pesante come pietra del mondo 3 declinato al maschile, in barba a tutte le chiusure causali del fisicalismo e confermando la teoria di Popper.

B:
"gh", disse la scimmia... qualche passo avanti nel delirio lo stai facendo ed è buon segno (anche se buona parte del "delirio" è dovuto ai salti mortali che ti tocca fare per saltare da uno all'altro di sti "piani" inesistenti a cercare congiunzioni tra loro, ma anche quello è un buon esercizio per il dopo che verrà), ma sinchè continuerai a maneggiare quei 4 piani non riuscirai mai a "delirare" "realmente" (ovvero analisi del reale) ed a congiungere i punti del piano senza operare tagli linguistici (traiettorie di senso) su di esso.
Esiste un solo piano una sola episteme ed una sola realtà.

A
Il passaggio alla dialettica triadica non è che migliori la situazione.

B:
dialettica triadica o dialettica binaria infatti non cambia niente di niente anche perchè esiste ben poca dialettica, esistono flussi prima  e significazioni poi, che acquistano senso e concretezza reale.
La dialettica la usiamo per parlare e per litigare e per sostenere qualsiasi sproposito.
Il mondo non è dialettico, il mondo è macchina di materia, sai benissimo cosa se ne fa il reale (per noi filosofi il molteplice) della dialettica : la sbrana, la ingerisce e la espelle di modo che gli scarabei stercorari la rimettano in circolo.

A:
La sintesi è sempre patriarcale.

B:
si, la sintesi è sempre -stata- patriarcale (ora non più), non so se sia una verità raggiunta di "istinto" o di ragione ma è una verità.

A:
All'eterna antitesi femminina resta solo la via crucis della dialettica negativa (Adorno), in cui il filo di Anassimandro si paga invertendo i termini deterministici della filosofia classica: omnis negatio est determinatio. Autodeterminazione attraverso la negazione dello stato di cose passate e presenti.

B:
No; esiste anche una vivacissima (non potrebbe essere altrimenti) teologia negativa, da Artaud, Klossowski i primi due che mi vengono in mente senza wikipediare, ah poi Bataille, insomma, la sintesi patriarcale è già cosa di ieri -almeno, nel mondo reale e tutta una filosofia declinata al femminile (americana, affilatissima e carognissima) con cui i parrucconi francesi degli ultimi 50 anni (citazione dotta da dotta fonte) hanno spesso collaborato e "chiaccherato" è una realtà imprescindebile nel dibattito attuale. Quindi nessunissima disperazione, ma proprio nessuna. Filosofia come la intendi tu è ben viva vegeta ed estremamente urticante.
E sopratutto non esiste antitesi femminina, abolita nel molteplice.
#81
Non è importante che tu legga.
E' importante che lo leggano gli altri e che lo scriva io.
Ed è importante che tu sappia che le affermazioni che si scrivono, si giustificano  (se si è in grado di farlo, se no si prende atto del contrario, e magari si torna dieci giorni dopo con lo stesso argomento ma questo è un altro discorso) e qua, la storia di Dio da cui discendono il mentale ed il fisico te la bevi solo tu.
Dimostra le cose che dici (o almeno provaci, senza sogni e scemenze del genere;  proprio scemenze, perchè tentare dimostrare tesi filosofiche tramite sogni è un procedimento scemo ed insultante nei confronti di chi legge) perchè è più di cento volte che ti si è ripetuto che nessuno crede a queste cose.
Finchè continuerai a postarle qua io continuerò a dirti che sono panzane finchè non le dimostrerai.
Senza venire sicuramente a seccarti nelle tue discussioni, me ne guardo bene.
Qua invece si.
#82
CARLO
Cos'è che non hai capito?

Io non ho mai detto di non aver capito qualcosa.
Il fatto che tu me lo chieda significa che hai scollegato persino la comprensione dal testo.
Io non ti facevo domande, chiedevo se riuscivi a giustificare la trinità farlocca che propini  qua,( manco l'ho aperto quel 3d , un conto è se sei presente in 3d che seguo, un conto è venir dietro ai tuoi).
L'amore triade dialettica, e come no, adesso vado a studiarlo profondamente e poi tornerò a capo chino inchinandomi alla tua sapienza.
Anche le citazioni ai tuoi  post incrociati adesso;  devi fare qualcosa con l'autostima, mi sa che è tarata altina anzichenò.
#83
CARLO
Posso anche capire le ragioni dei tuoi malumori. Ma se esprimi solo quelli, il tuo è un monologo, un solipsismo, non un confronto.

o:
non sei in grado di capire nulla all'infuori di quel che gira nella tua testa -e hai idee confuse anche su quello. Figurati  se puoi lontanamente capire quello che ci possa essere nella testa di altre persone.

In ogni caso, qualunque siano le cose che credi di capire degli  altri, la tuà trinità devi ancora giustificarla, spero non ricorrendo a tuoi sogni (di cui hai esperienza  ;D ) e alla nota  panzana sulla congiunzione degli opposti che come ti hanno detto mille volte è psicologia di bassa lega e non filosofia;  una psicologia già di suo mezza farlocca (e che tu ritieni omnicomprensiva, tu e solo tu)  che vuoi continuare a propinarci come filosofia ed invece risulta essere new age rimasticata con denti guasti.
#84
CARLO
Un conto è la descrizione delle TRE diverse realtà ontologiche (realtà fisica, mentale, divina) e altra cosa è la premessa (non contrattabile) che è ontologicamente reale ciò che è.

o:
Le "tre marie" in realtà sono una sola.  Le tre che hai citato sono tue improvvisazioni del momento.
Giustificale e definiscile.

CARLO
Obietterai: Tre realtà e non solo una?

o:
e obietta si, povero lui chiunque sia, certo che obietta. Lo dai per scontato che obietti talmente è inconsistente come cosa.


CARLO
 Risposta: sì, tre, perché dalla terza (il Principio divino) discendono le altre due: fisica e mentale, reciprocamente complementari quindi integrabili nell'Uno. Proprio come nella cosmogonia Taoista (Yin-Yang-Tao) o nel concetto di uni-trinitarietà di Dio.

o:
ed ecco spiegato tutto. Logica perfetta e aderenza al reale. Così si fa filosofia.
E' veramente difficile non fare ironia o sarcasmo.
Posso solo raccomandarti di avere più rispetto per chi ti legge, se ancora ne è rimasto qualcuno.
#85
vi invito ? ?
E chi sono i vi ?

io e Ipazia e Phil siamo gli unici in topic.
#86
Carlo
Mi dispiace, ma non dispongo del tempo necessario per insegnare a Odradek) nemmeno l' ABC del marxismo:

o:
due cose puoi insegnarmi
a- la differenza tra drako marfoi e gandalf
b- il "processo" attraverso cui ci si trasforma da caso umano a caso molesto.
#87
Leggo che vi piace giocare con i barattoli.  
Pensavo  piacesse solo a  che mantengo questo atteggiamento "scimmiesco" di saltar tra gli  scaffali , aprire e rovistare nei cassetti e nei barattoli . I barattoli sono riposti sugli scaffali -etichettati- e poi ci sono anche le scatoline nei cassetti.
I cassetti sono un poco più "privati" ma quando si consente ad atteggiamenti "scimmieschi" di entrare in una casa si sa a cosa si va incontro e non ve lo devo dire io.

Avete guardato nel barattolo epistemologia, che viene prima\dopo\sopra\sotto episteme ?
poi c'è il barattolo gnoseologia.


CARLO
Cosa c'è di caricaturale nel dire che quella di Marx è una filosofia materialista nella quale, essenzialmente, è la "struttura economica" che determina la "sovrastruttura ideologica"?

«La religione, la famiglia, lo Stato, il diritto, la morale, l'arte non sono che modi particolari della produzione».


o:
Vedi che se vuoi le cose giuste le scrivi ?   Questa vale 100 citazioni con gli spot del fresh and clean. Grazie
#88
Certo che una "tesi" che parte da Fantasia e finisce allo spot del globus imperi (fondamentale, perchè è lì che avviene la sintesi dialettica di sto gran chissà che cosa sarà; comunque c'è il globus, un poco come "uhè c'e' il banjo", "il banjo" della canzone. ) come partenza è proprio invitante da discutere.
C'è il banjo !
#89
- Capitolo 1-
Stratigrafia generale ed introduzione alla comprensione dei piani.
Welcome to the machine.
 

[ndt] Verranno scollegati  i moduli di "iniettività memetica" e quindi "a cascata" tutti i conseguenti "comportamenti testuali" che l'unità fornirà come output.

i.a1
Giostrare però è un gioco e perchè giocare quando il tempo è poco ?
Per puro edonismo.
Bon, allora giochiamo.

  /*Seguiva "gioco con indovinello" euristico\marketing\conoscitivo\indagatorio; quello del tarantine mood non è stato ancora risolto; non era facilissimo, si risolveva implementando la "sequenza" espressa con una proposizione consequenziale e attinente  al "mood"*/

i.a2
Bon, allora facciamo i seri. La ricreazione è finita.

  /*Quindi lascio in sospeso la soluzione dell' indovinello e riprendo a parlare seriamente*/


P.s.: nel caso qualcuno capisse il dialetto genovese, le "signorine" della "canzone" significavano "ontologie in vendita", ed il ragazzino smaniava. Smaniamo noi figuriamoci lui che è giovane.
#90
Giostrare però è un gioco e perchè giocare quando il tempo è poco ?
Per puro edonismo.

Bon, allora giochiamo.


Coro da -Il Molteplice- Commedia in 4 Piani.

In varie discussioni parallele è posta la contrapposizione tra monismo e dualismo, materiale e immateriale, determinismo e casualità, chiedendo ai partecipanti di schierarsi, ma per me si riduce l'intera questione a una questione prospettica. Si ma anche l'idea dei piani che hai sviluppato può confluire, diciamo così, in un prospetticismo "duro e puro".
Quali e quante sono tutte le ontologie? Qualunque risposta le identifica interpretando, le circoscrive discriminando, e più si va lontani dai sensi più i dissensi proliferano.
Insomma, sono millenni che il pensiero umano scambia tragicamente delle opposizioni dialettiche per opposizioni contraddittorie, o viceversa.
Dall'incomprensione di ciò nascono le diatribe tra monisti e dualisti e le opposte distorte visioni in cui si pretende di tradurre nelle proprie grammatiche epistemiche ontologie altre.
D'accordo ma sono i piani del reale a creare prospettive o gli sguardi a creare piani o, meglio, la prospettiva reale posta dallo sguardo è di per se stessa un piano, tra i millepiani?
Persino il nostro irrazionale agisce, la nostra ignoranza, ecco la totalità della coscienza e il vero modo gnoseologico .
Non "concordando" sul concetto di piano, la discussione degenererà prima o poi nel nostro walzer preferito laddove possiamo mostrare il nostro, e i nostri, valore/i.
Fin da Lascaux i graffiti e le pitture metafisiche si son fatti coi materiali di cui si dispone ed i meriti di Lacan in fin dei conti stan più in quel che ha dato alla AI di quel che ha dato alla psicoanalisi: tutto sta nel segno che si fa simbolo. Quindi mama mama damme ë palanche veuggiu anâ a casín veuggiu anâ a casín*, perchè si dimentica che tutto deriva dalla pulsione sessuale. (Freud !)

°A dumenega.