Citazione di: Jacopus il 28 Giugno 2023, 15:01:50 PMPer Claudia. Il mio era un discorso generale che esula da quello relativo agli albi professionali, che però possono essere condizionati dal clima generale.Condivido tutto della tua analisi, fuorchè un passaggio su cui mi piacerebbe riflettere.
Il capitalismo non ha a che fare con la distruzione delle regole ma con una certa strutturazione delle regole.
Non ho mai detto che si possa vivere in società senza regole poichè, come ben sai, "ubi societas, ibi ius". Ma la strutturazione delle regole che il capitalismo promuove è disfunzionale al punto di essere disfunzionale anche per lo stesso capitalismo.
Infatti il capitalismo si fonda su valori che sono parassitari, poichè organizzati secondo criteri di competizione, di vittoria, di aumento illimitato di risorse e consumi, sul senso del "no limits", del successo personale misurato sulla ricchezza detenuta, indipendentemente dai modi che l'hanno permessa. Il problema è diventato ancora più preoccupante nel momento in cui il capitalismo non ha più avuto competitori a livello di sistema, diventando una sorta di "monopolista delle visioni del mondo". In sostanza si è creato il paradosso letale del capitalismo che fa della competizione una propria bandiera ma che non ha competitori a livello di costruzione ed elaborazione del senso della società. E' illuminante in questo senso la serie "Breaking Bad", che dice meglio di ogni trattato marxista, cosa significa essere un abitante più o meno entusiasta dell'ambiente capitalistico.
Questo però non significa essere contro le regole, ma contro un certo tipo di concezione "materiale" delle regole, visto che la concezione "formale" delle regole continua ad essere quella dello stato di diritto, che però diventa sempre più un simulacro, un anfora vuota che serve al massimo per ingannare la massa, facendole credere che viviamo nel "migliore dei mondi possibili".
Ammetto che abbiamo ancora la libertà di parola, il che non è un fattore irrilevante, anzi è uno dei più importanti diritti dell'uomo, ed è anche uno dei motivi attraverso i quali il capitalismo è finora riuscito a sopravvivere a continue crisi e cambiamenti della società. Ma oggi la sfida consiste proprio in questa situazione di monopolio simbolico del capitalismo, che non si era mai verificato nei precedenti 500 anni di vita del capitalismo moderno.
A proposito delle regole, invece direi "evviva le regole" e non potrebbe essere altrimenti visto che i miei studi originari sono stati giurisprudenziali, anche se poi approdati ad altri lidi.
Tu ascrivi la deriva delle Regole (vera e ben descritta) al capitalismo.
Io, anche guardando sistemi-regimi anti-capitalistici, e oltre a vedere in essi derive ben peggiori di quelli <capitalisticamente orientati> , ho invece la diversa opinione che tutte le derive vessatorie siano emanazione del <fattore umano deteriore> , che è atavicamente capacissimo di elaborare modelli ideali più o meno logico-persuasivi, salvo restare sottesamente asservito agli INDIVIDUALI istinti di competizione-sopraffazione (dell'umano su tutto, e dell'umano sull'umano). Salvo rarissime Eccezioni di "miracolati dell'Etica e della Coerenza"