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Messaggi - Sariputra

#76

Osservando un pò le statistiche si nota l'altissima percentuale di mortalità in Italia rispetto alle altre nazioni. Tralasciando Cina e Iran dove le cifre possono non essere del tutto veritiere, il confronto con le altre nazioni è impietoso per il nostro paese:
Germania  1629 contagi - 3 decessi           0,2% circa       
Francia  1784 - 33          2% circa
Spagna 2174 - 49          2,3% circa
USA 1050- 29                  2,8% circa
Svizzera 613 - 3              0,5% circa
SudCorea 7755 - 54        0,7% circa


ITALIA 12462 - 827          6,6% circa


Ora, siccome trattasi delle stesso virus (le piccole modifiche  sono al momento ritenute irrilevanti), almeno in Europa, e la terapia è la stessa, come si spiega questa mortalità italiana? Perché non c'è una risposta chiara in merito? Solo per l'anzianità della popolazione italiana? Non siamo in percentuale così vecchi rispetto alla Francia o alla SCorea. E' ragionevole pensare che, a fronte di una popolazione molto anziana, ci sia un aumento di mortalità, ma non del triplo!! Stranamente poi questa mortalità elevata si manifesta principalmente in Lombardia:


Lombardia  7280 contagi    617 deceduti         8,5 % circa 
E.Romagna  1739           113           6,5% circa
Veneto     1023                  29           2,9% circa


Si vede che L'E.Romagna è piuttosto vicina alla Lombardia come percentualie di deceduti, mentre la Contea è sui livelli europei e cinesi all'incirca (almeno per adesso...).
Non credo che il virus veneto sia meno aggressivo di quello Lombardo-romagnolo, né che gli abitanti della Contea siano molto più in salute, Nè che siano più giovani (anche se è probabile che moltissimi veneti vadano in ospedale solo quando arrivano a "boccheggiare", conoscendoli...).
Ci sono pareri discordanti. il prof Gallo dice che si prendono cura di tutti allo stesso modo, anche degli ottantenni; mentre Pregliasco fa capire che sono in difficoltà. La 'verità' quale sarà? La si saprà un giorno, a mattanza esaurita?
#77
cit. baylhamSiamo all'inizio: più si porranno limiti ai contatti interpersonali (necessari per motivi sanitari) per contenere Covid19, più durerà a lungo.[/size]

[/size]
Sì, è evidente. Purtroppo il fatto di avere poca disponibilità in reparti di terapia intensiva a causa dei pesanti tagli ai posti letto e al personale attuati negli anni, comporterà una più lunga permanenza del virus, perché sarà difficile fare "massa critica"[/size] di persone guarite che non lo trasmettono, necessaria per iniziare a invertire la curva dei contagi. Almeno "così dice la scienza"...[/size] :-\
Teoricamente , avendone la possibilità ospedaliera, sarebbe stato più opportuno "farlo sfogare"...
#78
Mi sembra che oggi il presidente XI Jingping abbia dichiarato la fine dell'emergenza in Cina. Allora mi è venuta un'idea pazza...Non so se è fattibile però: Perché il governo italiano non chiede alla Cina di inviarci in aiuto un 40-50.000 infermieri e medici, pagandoli ovviamente molto, molto bene. E' personale altamente qualificato nella lotta all'immondo morbo e gente grandi lavoratori. Magari accettano...sempre meglio di personale arruolato alla belle meglio e senza alcuna esperienza....Giusto per dare il cambio al nostro personale stremato e in grave carenza numerica...Naturalmente con grande scorta di antivirali e antibiotici in lingua cinese per ovviare ai problemi linguistici che incontrerebbero...Mah!  :'(
#79
Tematiche Filosofiche / Re:Il ruolo della filosofia
10 Marzo 2020, 08:28:00 AM

La f. può definirsi come una forma di sapere che, pur nella grande varietà delle sue espressioni, presenta quali note pressoché costanti due vocazioni: una all'universalità e una alla prescrizione di una saggezza. La prima si manifesta in due modi: la f. si pone come una forma di sapere perfetta, comunque quale forma di sapere migliore possibile all'uomo, rispetto ad altre inferiori, o almeno come la forma di sapere più generale e comprensiva; oppure si pone come un sapere che trae altre forme di sapere a suo oggetto, per studiarne le caratteristiche, gli ambiti di validità, i significati impliciti. In entrambi i casi la f. finisce per riguardare tutte le forme dell'attività umana, che essa indaga criticamente all'interno degli ambiti individuati dalle denominazioni correnti delle diverse discipline filosofiche: logica, etica, metafisica, estetica, f. della storia, del diritto, della religione, della natura, della scienza, e così via. La vocazione alla prescrizione di una saggezza si configura come indicazione di una condotta conforme ai risultati della ricerca filosofica. (diz.Treccani)


Personalmente vedo anch'io la f. come riflessione critica ad ogni sapere e pertanto con una vocazione 'universale'. La f. come forma di sapere non subordinata ad altre ed accessibile pertanto a tutti. Questa accessibilità è anche spinta verso la saggezza, che vedo come l'approdo personale del filosofare e sua ragione. La f. è quindi, a mio parere, catarsi...F. come pensiero che ha un potere liberatorio.
#80

Questo articolo spiega bene che la scelta su chi curare si comincia  già a fare negli ospedali:




"Sta già succedendo: in alcuni ospedali si è già costretti a scegliere a chi dare la priorità in terapia intensiva perché siamo in uno scenario che può essere assimilato alla medicina di guerra o delle catastrofi". Marco Vergano, medico anestesista rianimatore al San Giovanni Bosco di Torino, è tra i redattori delle raccomandazioni in 15 punti rivolte a migliaia di colleghi dalla SIAARTI (Società Italiana di Anestesia, Analgesia, Rianimazione e Terapia Intensiva).


In una di queste c'è scritto che "può rendersi necessario porre un limite di età all'ingresso in Terapia Intensiva. Non si tratta di compiere scelte meramente di valore, ma di riservare risorse che potrebbero essere scarsissime a chi in primis ha più probabilità di sopravvivenza".
In concreto, chiarisce all'AGI il rappresentante della Società Scientifica, "la polmonite da Covid-19 ha un decorso più breve e più benigno in chi è più giovane e sano: se un paziente ultranovantenne, ma potrebbe essere anche un ultrasettantenne con plurime patologie" si presenta al pronto soccorso con una polmonite da Coronavirus "lo si sottopone a terapia farmacologica e ossigenoterapia, ma se quest'ultima non basta e l'insufficienza respiratoria progredisce, non lo si dovrebbe ricoverare in Terapia Intensiva".


"Su quanto si possa essere trasparenti nel comunicare questa scelta è difficile dirlo: la comunicazione è un dovere deontologico, ma è logico che chi è dispnoico non sempre è in grado di comprendere e il medico potrebbe avere tutto l'onere della scelta".


Senza terapia intensiva, questo tipo di paziente "magari guarisce; ma se dovesse peggiorare, morirebbe. Ovviamente con le cure palliative del caso, oggetto di uno dei punti delle raccomandazioni".


Sono "scelte a volte inevitabili - esemplifica il medico - che compie ad esempio chi arriva dov'è esplosa una bomba in uno scenario bellico, dove può succedere che porti in sala operatoria un bambino e magari non suo nonno. Abbiamo scritto queste raccomandazioni sapendo che in una zona rossa, nei prossimi giorni, alcuni nostri familiari potrebbero rimanere fuori dalla terapia Intensiva.


Il peso è inevitabile, ma queste raccomandazioni possono essere una sorta di consolazione per molti colleghi. Per chi è costretto a compiere scelte di questo tipo, sapere che la tua Società Scientifica ti supporta è una forma di sostegno. I medici stanno lavorando 24 ore al giorno e sono stremati. Poi, a tutela di tutti, è previsto che queste decisioni siano collegiali e chi è indeciso può chiedere una seconda opinione. Questo documento, anzi, limita potenziali eccessi di limitazioni alla terapia intensiva proprio perché stabilisce dei criteri".


Sulla reazione a questi punti, il medico dice: "Sui social, per quel poco che ho visto, la maggioranza dei colleghi è d'accordo nel definirle magari 'inquietanti e dure, ma necessarie. Le raccomandazioni non sono comunque vincolanti, non sono linee guida". "Abbiamo iniziato a scriverle lunedì scorso - spiega Vergano - quando l'Unità di Crisi lombarda ha iniziato a presagire una possibile catastrofe sanitaria".


"All'inizio la soglia dell'accesso alla terapia intensiva può essere bassa" - cosi' il medico ricostruisce come si può arrivare al punto in cui siamo - "posso ammettere quasi tutti, ma la settimana dopo mi trovo tutti i pazienti della settimana prima che non sono ancora guariti. L'afflusso intanto è triplicato e, mentre i primi che ho ricoverato sono anziani perché spesso sono i primi ad ammalarsi in quanto più fragili, poi mi trovo con pazienti magari piu' giovani e sani per i quali però non ho posto. Anche se ho aumentato i letti intensivi con sforzi sovrumani, chiudendo interi blocchi operatori. In quel caso interviene la rete, si cercano altri ospedali dove mandarli ma a un certo punto non si trovano altri posti, anche la rete è satura.


Può succedere quindi che muoiano i pazienti rimasti fuori dalla Terapia Intensiva, ma che muoiano anche i primi che ho ricoverato, che spesso sono troppo deboli per sopravvivere. In questi giorni, ci sono ospedali con pazienti intubati fuori dalle unità intensive, talvolta negli studi medici, ovunque ci sia ossigeno. Sono scelte complesse ed emotivamente pesanti. Ma è un po' come succede con la medicina dei trapianti, dove purtroppo le persone possono morire in attesa di un organo perché gli organi sono allocati non solo a chi è iscritto da piu' tempo in lista, ma a chi ha la maggior probabilità di sopravvivere con quel trapianto".


A chi critica questa medicina che è costretta a scegliere chi vive o muore, il medico ribatte: "è la straordinarietà della situazione a renderlo inevitabile, perché se così non fosse morirebbero molte più persone. E' una scelta talvolta drammatica, ma che permette di massimizzare i benefici per il maggior numero di persone".
#81
Dagli ultimi dati di stasera si direbbe una mortalità intorno al 5%. Molto , molto alta. Bisognerebbe avere un quadro dell'età media dei malati per capire meglio... :(
#82
Ero più ottimista, qualche giorno fa, ma invece vedo che le misure di contenimento adottate (scuole chiuse, "zona rossa", ecc.) non producono grossi risultati. E' anche vero che non ne abbiamo la controprova. Gli ospedali si stanno frettolosamente attrezzando. Quello dove lavora il mio congiunto ha velocemente sgomberato il quarto piano, dove c'erano uffici e ambulatori vari, ricavandone quaranta posti per la terapia intensiva. Queste stanze però non sarebbero del tutto adatte,  in quanto mancanti della doppia porta, come previsto per questo uso. Ma tant'è...Si riducono e accorpano gli altri reparti per fare posto. La neurologia si vede privata di quattro stanze , ora adibite a Medicina...Si ricoverano solo i casi più gravi. Temo che ci saranno molti anziani con patologie gravi, ma non urgentissime, che dovranno fare i conti con questa 'penuria' di posti letto. Penso che, per evitare un possibile "crash" del sistema sanitario nazionale, nel caso probabile di decine di migliaia di contagiati dall'immondo morbo, si dovrà fare uno screening più severo e lasciare a casa la maggior parte dei malati giovani e molti anziani già compromessi da altre patologie; sì che "la natura faccia il suo corso" (nel 1968 la "spaziale" fece circa 20.000 morti in Italia...). Se penso che, a tre Km da dove abito, c'è un ospedale dove si fanno solo prelievi per esami del sangue e viene tenuto attivo solo un piano, per ambulatori  vari e consultorio... Intere ali sono vuote da anni, ormai inutilizzabili per l'incuria e lo sfacelo del tempo...
Il mio congiunto mi riferisce che qualche medico dell'ospedale dove lavora si è messo in malattia, perché teme di venire contagiato "dallo morbo giallo". Arrivano le ispezioni dell'Asl, ovviamente...ma cosa fare se uno/una non se la sente proprio?... :-[
#83

@Iano
Non saprei fare una 'gerarchia' dell' "invadenza storica" di una rivelazione divina  tra tutte le religioni. Non so nemmeno se sia possibile...Direi che la radice giudaico-cristiana è quella che ha sviluppato di più la concezione messianica della storia. Nell'Ebraismo moderno però il 'messianesimo' è profondamento mutato rispetto alla concezione regale e politica del messia dell' AT. La tradizione rabbinica è stata profondamente riletta. Levinas, per fare un nome di un filosofo ebreo, interpreta il messianesimo come 'approdo' etico dell'umanità, in un tempo storico che è sempre in divenire. La venuta del messia è così sempre possibile, in ogni momento storico, se ogni uomo risponde positivamente al comandamento che lo destina ad essere 'prossimo' per l'altro. In questa visione l'epoca messianica dell'Ebraismo sarebbe ovviamente limitata nel tempo. L'approdo finale è il "mondo prossimo", il tempo in cui le 'promesse' divine giungono a pienezza, e quindi la conseguente fine della storia stessa.
Levinas riprende una tesi già presente anticamente nel Talmud e sostenuta dai maestri amorei. Non è quindi qualcosa di nuovo, ma una corrente di pensiero profonda che scorre nella storia ebraica da secoli...
IL cRistianesimo vede invece il compimento delle profezie e delle promesse già in Cristo, nell'incarnazione divina. Il messianesimo ebraico si trasforma quindi in visione apocalittica della storia. Anche qui però il tempo della rivelazione ' nella storia' è un tempo limitato. C'è l'attesa del ritono di Cristo nella Parusia. Ritorno che porterà a compimento e fine la storia umana.
In ambedue le visioni mi sembra di vedere i tratti di una comune concezione della storia e del suo superamento in una dimensione futura metastorica e spirituale: un "mondo a venire" (l'olam ha ba del messianesimo ebraico.; il 'Regno' del Cristianesimo...).
Queste concezioni ovviamente rifiutano l'idea del tempo storico vissuto dal credente come qualcosa di solamente "intimo". Non c'è l'arahant buddhista che cerca la liberazione dalla storia ciclica con le proprie forze, ma la spiritualità come rivelazione del divino; e la sua lettura e comprensione sono sempre un fattore della comunità dei credenti "in cammino", all'interno del proprio tempo storico. Tempo lineare che ha un inizio e un compimento in Dio stesso. Per questo, il Cristianesimo in particolare, è forza rivoluzionaria che vuole incidere nella storia, luogo della presenza divina. Le religioni entrano in crisi quando iniziano a perdere il loro carattere rivoluzionario...quando giungono a farsi oppressione "sulla storia" dell'uomo e non più cambiamento "nella storia"...
un saluto
#84
Racconti Inediti / Essere o non essere?
07 Marzo 2020, 00:39:06 AM

Me ne sto andando tranquillamente per la strada, a bassa andatura, con la  mia Yamaha 400 Four bicilindrica da strada, quando...
-Chi sono quei due? Mi sembra di conoscerli...Ma sì! E' Armando...e la Susi. Ma cosa...?-
Mi accosto lentamente. Il motore borbotta e strattona, sottogiri...
-Ciao Armando!- Come son felice di rivederlo.
Uno sguardo interrogativo come risposta.
-Sono Sari...non ti ricordi? Sari del Centro di Spiritualità D.F....-
-No. Forse ha sbagliato...Non la conosco.-
-Ma non sei Armando?-
-Sì. Sono Armando ma...-
-E tu sei Susi, no?-
-Sì- risponde timidamente la ragazza.
-E non ti ricordi? Com'è possibile? Stai scherzando come al solito, vero?-
-No- serio-veramente non ti conosco.-
-Ma...ma...che fatica tenere dritta la moto andando così piano...eheh...ma come? Non sei Armando Z.?
-No. Sono Armando S.-
-Ma sei uguale ! E ti chiami anche tu Armando. Ma proprio uguale all'altro. E tu ti chiami Susi?-
-Sì- un bel sorriso che sa di primavera.
-E' incredibile! Com'è possibile?Siete tutti e due uguali ad Armando e Susi e vi chiamate anche voi Armando e Susi...--
-Sembra così..-
-Voglio capire meglio. Fermiamoci un attimo che sto quasi cadendo...-
Ci fermiamo su un rialzo e lascio la moto sul ciglio della strada.
-Allora...mi state prendendo per il sesto, no?-
-No. Mi spiace . Siamo Armando e Susi, ma non siamo quegli Armando e Susi.-
Un donna con la borsa della spesa si è fermata, incuriosita.
-Ma ci crede? Si chiamano Armando e Susi, sono perfettamente uguali ad Armando e Susi..ma non sono Armando e Susi!-
-Ma daii! E' incredibile. Toniii! Viene a sentire 'sta storia-
Toni si avvicina con l'amico col quale stava chiaccherando. La moglie spiega. Si ferma altra gente ad ascoltare...
Armando che non è Armando spiega alla gente. Ripetutamente. S'infervora anche... La Susi che non è Susi adesso mi si è fatta vicino...
-E' di un pesante...- mi sussurra.  Con  la sua piccola mano mi sfiora dolcemente la mia...Inghiotto la saliva...ma..ma...ci sta provando con me? Waoh! E' giovane però...-Fa sempre così Armando-
-Ma davvero non sei Susi?-
-Sono Susi, ma non la tua Susi...o no?-
-Ma...ma...sei uguale! Tale e quale!-
-AhAhaha!-
-Sari! C'è la polizia- mi avverte un vecchio paesano.
Corro giù in strada.
-Non fatemi la multa. La sposto subito. E' che l'ho lasciata un attimo qua perché...perché Armando e Susi non sono Armando e Susi, capite?-
Silenzio. Solo un impercettibile cenno di assenso col capo da parte del poliziotto.
-Ecco. La metto qua che non da fastidio a nessuno.
-E il casco?-
-Ce l'ho in testa, non vede?-
-Non è allacciato.-
-E'...sì...ma è perché dovevo chiarire 'sta storia dell'Armando e l'ho slacciato un attimo.-
-E troppo piccolo-
-Che cosa?-
-Il suo casco. E' troppo piccolo.-
-E'...è la mia misura.-
-Non è la sua misura . E' piccolo. Veda di cambiarlo. Intanto le faccio una contravvenzione.-
-Ma è colpa dell'Armando!...Questo non è il mio casco. Me lo devono aver sostituito là sopra. Si è fermata così tanta gente per sentire questa storia...-
-Che storia? -
Gliel'ho detto! Quella di Armando e Susi che non sono Armando e Susi, ma sono spiccicati Arm...-
-Faccia circolare  la gente-
Risalgo. Armando che non è Armando sta ancora tentando di convincere la gente.
-Fa sempre così- mi sussurra la Susi che non è la Susi-...è di un pesante. Di un pesante!-
Mi tocca delicatamente il gomito. Inghiotto per la seconda volta ma..ma..non ho più saliva. La bocca è secca .
-Ma tu sei la moglie di Armando, no?-
-Purtroppo...-
-Anche l'altra Susi era la moglie di Armando...-
-Ehehehe!-
-Già...-
-Allora? Che si fa?-
-In che senso?-
-Daiii! Hai capito, no?-
-No. Cioè...ho capito che tu e Armando non siete tu e Armando, ma anche lo siete...-
-E ci ha provato anche lei?-
-Chi?-
-La Susi-
-No...cioè...penso di no...cioè...forse...non lo so più. Ci ha provato?-
-Dimmelo tu . Come ti chiami? Sari, vero?-
-Sì, ma non sono il vero Sariputra. Sari è il diminutivo di Sariputra, capisci?-
-Carino. E' così dolce...-
-Ma non sono Sariputra! Quello vero è morto duemilacinquecento anni fa.-
-Ma non ti chiami Sari, che è il carino diminutivo di Sariputra?-
-E...sì. Infatti...-
-Ma non sei Sari?-
-Non lo sono, ma anche lo sono, in un certo senso...--
-E in un certo senso, io che non sono Susi ma anche lo sono, ti piaccio un  po'? Un pochettino solo, eh?-
-Oh! mio dio!!...-
#85

Dobbiamo considerare che un religione come il Cristianesimo si fonda su una rivelazione storica. Affermando la soricità del Cristianesimo, il suo prendere forma nella realtà della storia, non s'intende ovviamente che è solo un fatto storico in mezzo ad altri fatti storici, ma che non è unicamente una "realtà interiore", che riguarda esclusivamente l'individuo. Nè che la sua realtà si esaurisce in una chiesa particolare, visibile, con il suo percorso attraverso i secoli. E' 'anche' tutto questo , ma è più di questo.
Essendo rivelazione 'nella storia dell'uomo' diventa un agire della potenza divina nel tempo, che si traduce così in azione.
"Mio Padre agisce sempre ed anch'io agisco" afferma Yeoshwa dopo la guarigione del malato alla piscina di Bethesda (Gv 5,17). Riflettendo su questa prospettiva i primi Padri della Chiesa svilupparono il tema della "pedagogia" divina, ossia di questa opera di educazione con cui Dio prepara il suo popolo ad accogliere e comprendere colui che doveva portare a compimento il disegno e dire tutto sulla Parola, cioè il Figlio stesso che realizza "ogni giustizia".
Come avrebbe potuto Yeoshwa annunciare la venuta del Regno, far comprendere la vera natura di questa "giustizia" che era venuto a portare a compimento, rivelare il significato della missione e la sconcertante fine del "Servo" e del "Figlio dell'uomo", se questi concetti non fossero stati riempiti di concreto significato attraverso un lunga storia? Tutta la Bibbia è quindi vista come espressione del dispiegarsi 'nella storia' di questo annuncio che però, per il Cristianesimo, rivela il suo vero volto e significato soltanto nella figura del Cristo. Significato intravisto nell' Antico Test., ma che si rivela 'inaspettato' e sconcertante per il pio e devoto ebreo stesso nella rivelazione di un Dio che si definisce come "Padre"...
La novità della rivelazione in Cristo è anche quella di un Dio che non si fa beffe della realtà storica umana, ma che la 'sposa' nel suo divenire nel tempo fino a prendere i lineamenti tragici del servo 'appeso' al dolore del mondo...
Il "credo quia absurdum" di Tertulliano non esprime così solamente una pia e devota esagerazione;ma può essere indicativo dell'esperienza spirituale del credente cristiano che riconosce la novità di ciò che Dio rivela di se stesso e della sua opera: la rivelazione di un Dio "in contrario" ( all'idea umana di Dio..) che si presenta essenzialmente come creatore di senso della storia umana stessa...
#86

cit.@Eutidemo:
"Parlare" no, ma "meditare" l'ESSERE, secondo me, si può; perchè "sentendolo" dentro di noi, non abbiamo alcuna necessità di "predicarlo.. Sentirsi "essere" e basta...non Tizio o Caio."


Perfetto. "Sentirsi essere" è ben diverso dal "pensare l'essere", infatti...
Nagarjuna lo spiega con altre parole, ma questo intende quando dice:




"Chi pensa che una cosa esiste, si ha, come conseguenza, la dottrina
dell'eternità (eternalismo); chi pensa che una cosa non esiste, si ha, come conseguenza, la
dottrina dell'annientamento (nichilismo). L'intenditore, perciò, si studi di evitare l'idea
dell'esistenza e della non-esistenza."


un saluto
#87
Penso che la Corea del Sud sia più attendibile di Cina e Iran nella conta dei casi. la popolazione coreana si è invecchiata parecchio nel corso degli ultimi decenni,ma non a livello di quella italiana, ancora...Eppure non c'è rapporto con il numero dei morti. I casi sono due:
- o in Italia si contano come morti da coronavirus anche quelle di tutti quegli anziani che magari sono deceduti per altre gravi cause pregresse e poi vengono 'tamponati', e risultano positivi, ma non è affatto detto che il corona sia la causa diretta.
-o il sistema sanitario italiano fa acqua da tutte le parti ( e io, avendo un fratello che lavora in un ospedale della Contea, la terza più interessata dallo immondo morbo, ne sento parecchie al riguardo..).
Per tagliare le spese sanitarie, hanno chiuso ospedali da tutte le parti nella Contea, negli ultimi anni. Adesso si paventa di non avere posti letto a sufficienza per l'emergenza e si fanno bandi per trovare infermieri e medici (financo già pensionati..)pagandoli ad ore (30 Euro/h per gli infermieri e 50/h per i medici a Cremona...). Mah...grande perplessità...
#88

@Eutidemo
Concordo, anche se l'esempio dello sfondo non è perfetto per definire il Brahman, a mio parere. Infatti è opportuno considerare che, quando si parla del Brahman di solito s'intende il "Nirguna Brahman", detto anche Parabrahman (Sat-Chit-Ananda..), l'Uno senza secondo; mentre quando si definisce la 'manifestazione' come "Saguna Brahman" s'intende Brahma, ovvero Isvara, il principio creatore del Parabrahman stesso.
Il paragone con lo sfondo, seppur non sbagliato , sembra introdurre un dualismo apparente (specchio-immagini proiettate), che naturalmente l'Advaita, in particolare di Sankara, rifiuta, essendo un sistema monistico. Per questo motivo parlavo di unità fondamentale di specchio e immagini...
Ramakrshna, quindi un Vedanta a noi più prossimo, definisce l'Essere come l'Assoluto non condizionato da nulla: né dal tempo, né dallo spazio, né dalla causalità. Non se ne può predicare "nulla".  Per questo non si può "vedere nulla". Solo in questo senso si può intendere l'essere come 'nulla'...(Nulla da vedere). L'Essere, così inteso, è nelle cose relative, ma non si esaurisce in esse. Le cose 'esistono' di un'esistenza fugace, passeggera, mentre l'Essere non insorge e svanisce con esse...Anche il tentativo di definirlo come Satchitananada è solo un 'timido' tentativo...


Il problema dell'"essere" mi sembra però rimandare a quello della 'verità', intendendo qui la 'verità del giudizio'. C'è un legame inscindibile tra essere e attribuzione di un predicato all'essere stesso, un'attribuzione di proprietà e qualità. Il termine 'essere' in sè è vuoto. Non si può infatti parlare dell''essere', perché ogni tentativo di discorso su di esso, non riuscendo a eludere il paradosso della predicazione, va a collocarsi immediatamente nel 'regno del non-essere'..Così facendo la realtà dell'unità assoluta dell'essere viene degradata a mera finzione, apparenza (illusione..). La contrapposizione dialettica tra essere e divenire non riesce così a cogliere l'unità del reale. L'esistenza non è una opposizione tra essere e non-essere, al contrario, è proprio tale opposizione ad essere fittizia, perchè si fonda su una erronea comprensione del rapporto tra essere e predicazione.
Al linguaggio non è richiesto di parlare dell'essere, bensì di testimoniare, attraverso la propria inconsistenza al riguardo, dell'assoluta coincidenza di essere e non-essere..
un saluto
#89
Tematiche Filosofiche / Re:Al di là dell'aldilà
05 Marzo 2020, 00:43:10 AM

cit.@Jean:La nuova situazione venuta in essere (di codesto essere c'è da star certi...) è gravida di infauste prospettive




-La vedova: No! Su quello letto no!-
-Lo perché? Dammiti prendimi Cuccurucù-
-Vi morì lo meo marito.-
- Ullà, quando?-
- Iere.-
- Iere? E di che malanno?-
- Come di che malanno, dello terribile morbo che tutti ci piglia, lo coronavirus.
- Aaaaaaahhhhhhhhhhhhhh! Lo coronavirus!Morti voi cinesai, non v'avessi visto mai! .. Seguimo Aquilante (fuggendo a precipizio), lesti, lui conosce la via della fuga! -


Lo giorno dopo...
- Ah... lo polmone mi dole! Lo malo morbo già mi pigliò-
-No, ivi ci sta lo fegato.-
-Ah sì? Spesso mi dole...-
-Bollitura di cetosella, finocchio... zolfone... malva... tutto insieme... Bere a digiuno!-
- Bono remedio per lo corona?-
- Eh!... ti ribolle dentro come sciacquare una botte, poi per lo dietro ti esce uno gran foco... e sei guarito!-


Lo altro giorno ancora...
-Arrivette lo mio momento: non sento manco più li dolori a li piedi, oramai.-
Infettivologo: - E se anco fosse? Io credo che anderai a star bene. Io non vorria dire se tu, or che trapassi, andrai allo paradiso nostro dei cristiani o a quello de la tua gente infedele con lo capo tonsato; ma per certo, io credo che sarà sempre meglio di questa vita che ci toccò in sorte.-
- Mah!...Anco io lo credo.-
-Non soffrirai più lo freddo, né calura, né fame, né sete, né bastonate, né spaventi,né malanni,né suocera, ma uno cielo sempre a bello e l'uccelletti sui rami degli arbori in fiore, e l'agnoli che ti daranno le gran pagnocche di pane, e cacio, e vino prusecco, e latte in abundanzia, e ti dicono: "Vuoi? Piglia! Ancora vuoi? Piglia! Mangia, bevi! Fatti sazio, e dormi... dormi... dormi..
#90

Mi sembra insensato postulare un 'essere' senza ciò che appartiene all'essere. Un essere senza alcuna determinazione  non è immaginabile.  Non possiamo  affermare l'"essere" di un cane senza le caratteristiche del cane. Se leviamo , ad una ad una, tutte le caratteristiche del cane, leviamo anche l'essere del cane. Come potrebbe esistere uno 'spirito' privo di ciò che gli appartiene?L'essere si manifesta quindi attraverso i fenomeni, ossia le caratteristiche apparenti. Se l'essere è lo 'sfondo' su cui appaiono i fenomeni non può esserci 'separazione' fra sfondo e ciò che vi appare. Senza fenomeni apparenti infatti lo sfondo non è uno sfondo, perde la sua 'qualità' di "essere" sfondo.  Privato dei 'gunas' il purusha non si manifesta. Il Brahman non è privo di 'qualità', cioè di ciò che gli appartiene. Infatti si dice che è 'satchitananda': oceano d'esistenza, conoscenza e beatitudine. L'esistenza sono i fenomeni apparenti, la conoscenza è la consapevolezza di essi, la beatitudine  è la "gioia terribile" ( e quindi anche l'orrore spirituale,la consapevolezza della propria vacuità, che lo fa 'ritrarre'...) che l' "essere" prova  osservandosi nei fenomeni...