I mitici "roaring twenties", i ruggenti anni '20, furono caratterizzati dall'espansione industriale, il successo della musica jazz, dell'art dèco e le suffragette che chiedevano il diritto al voto delle donne. Volevano più libertà. Il loro desiderio di indipendenza lo manifestarono indossando abiti più corti, il trucco per il viso più marcato. Cominciò il periodo delle "flapper girls".
A Milano, nella mostra dedicata all'art dèco sono esposti alcuni abiti per donna, di moda negli anni '20: vedi la foto sottostante, sulla destra

Questi abiti con lustrini, glitter e paillettes mi sono piaciuti perché mi suscitano i ricordi di alcuni vecchi film in bianco e nero, con ragazze che ballano il "charleston": questo nome al ballo deriva dalla città statunitense di Charleston, nella Carolina del Sud.
Divenne popolare come ballo dopo essere apparso insieme alla canzone "The Charleston", di James P. Johnson, nel musical di Broadway "Runnin' Wild" nel 1923.
Quelle ragazze che ballano il charleston hanno l'acconciatura dei capelli corta, alla "garçonne", resa celebre dallo stilista francese Coco Chanel. Quel taglio corto voleva essere manifesto e uguaglianza tra i sessi.
Molta risonanza ebbe pure la frangetta, come quella che aveva Louise Brooks iconica attrice e cantante jazz, ma pure lo chignon, la cuffia, la retina, il foulard erano espressione della moda in quegli anni.

Negli anni '20 fu ideato per le signore il tubicino girevole col rossetto, pratico da portare con sé assieme alla cipria. E cominciò la moda della pelle femminile leggermente abbronzata, non più espressione di appartenenza ad una classe sociale inferiore, ma segno di salute e benessere fisico: Coco Chanel motivò le donne ad abbandonare l'ombrellino che proteggeva la pelle dai raggi solari, ad eliminare i guanti e ad accorciare le gonne.
Gli abiti femminili diventano più corti, frangiati, con lustrini e accessori in madreperla.
Le scarpe, col tacco a rocchetto non troppo alto e il cinturino alla caviglia.

Un esempio del look anni 20/30 si può vedere nel film "The Great Gatsby" diretto da Baz Luhrmann, che ripercorre la trama del libro di Francis Scott Fitzgerald.
A Milano, nella mostra dedicata all'art dèco sono esposti alcuni abiti per donna, di moda negli anni '20: vedi la foto sottostante, sulla destra

Questi abiti con lustrini, glitter e paillettes mi sono piaciuti perché mi suscitano i ricordi di alcuni vecchi film in bianco e nero, con ragazze che ballano il "charleston": questo nome al ballo deriva dalla città statunitense di Charleston, nella Carolina del Sud.
Divenne popolare come ballo dopo essere apparso insieme alla canzone "The Charleston", di James P. Johnson, nel musical di Broadway "Runnin' Wild" nel 1923.
Quelle ragazze che ballano il charleston hanno l'acconciatura dei capelli corta, alla "garçonne", resa celebre dallo stilista francese Coco Chanel. Quel taglio corto voleva essere manifesto e uguaglianza tra i sessi.
Molta risonanza ebbe pure la frangetta, come quella che aveva Louise Brooks iconica attrice e cantante jazz, ma pure lo chignon, la cuffia, la retina, il foulard erano espressione della moda in quegli anni.
Negli anni '20 fu ideato per le signore il tubicino girevole col rossetto, pratico da portare con sé assieme alla cipria. E cominciò la moda della pelle femminile leggermente abbronzata, non più espressione di appartenenza ad una classe sociale inferiore, ma segno di salute e benessere fisico: Coco Chanel motivò le donne ad abbandonare l'ombrellino che proteggeva la pelle dai raggi solari, ad eliminare i guanti e ad accorciare le gonne.
Gli abiti femminili diventano più corti, frangiati, con lustrini e accessori in madreperla.
Le scarpe, col tacco a rocchetto non troppo alto e il cinturino alla caviglia.

Un esempio del look anni 20/30 si può vedere nel film "The Great Gatsby" diretto da Baz Luhrmann, che ripercorre la trama del libro di Francis Scott Fitzgerald.