Menu principale
Menu

Mostra messaggi

Questa sezione ti permette di visualizzare tutti i messaggi inviati da questo utente. Nota: puoi vedere solo i messaggi inviati nelle aree dove hai l'accesso.

Mostra messaggi Menu

Messaggi - doxa

#76
Varie / Re: Curiosità romane
13 Maggio 2025, 22:52:59 PM
Dalle "malmaritate"  alle "ammantate".

La basilica di Santa Maria sopra Minerva, detta brevemente " la chiesa della Minerva" fu anche "teatro" delle cerimonie per la consegna della dote alle "povere zitelle" che volevano sposarsi o monacarsi.  Al rituale partecipava il papa che qui giungeva in fastoso corteo ogni 25 marzo,  giorno dedicato, secondo il calendario liturgico, alla memoria della  "Santissima Annunziata".

Prima della solenne celebrazione eucaristica cantata, numerose fanciulle si riunivano nella vicina  piazza Santa Chiara per  la cosiddetta "processione delle ammantate", in fila per due.  Dovevano indossare un  mantello bianco (perciò dette "ammantate"); avere sul capo  un bianco velo che  lasciava scoperti soltanto i loro occhi; tenere un cero in mano. 



La processione iniziava da piazza Santa Chiara e finiva nella  vicina basilica di Santa Maria sopra Minerva, che per l'occasione veniva addobbata.

Alla fine della messa le ragazze, con il cero in mano, dovevano prosternarsi davanti a "Sua Santità" per il bacio della sua "sacra  pantofola"  nel "sacro piè".



Dopo il rituale del bacio, il pontefice consegnava loro un piccolo sacchetto di tela di colore bianco  con dentro la dote:  50 scudi per quelle che intendevano sposarsi, 100 scudi per quelle che  volevano diventare suore o monache.

L'Arciconfraternita riuscì a salvare circa duecentomila ragazze modificando favorevolmente la loro vita fino al 1870, quando lo Stato Pontificio fu eliminato e Roma scelta come capitale d'Italia.

Quel tradizionale rito, detto "delle zitelle o "zite" fu voluto  dall'influente cardinale domenicano spagnolo Juan de Torquemada. Fu lui nel 1460  ad istituire l'Arciconfraternita della Ss. Annunziata, il cui scopo era quello di compiere opere di carità, come quella di salvare le giovani che per mancanza di mezzi venivano spesso indotte alla prostituzione.

Il pio sodalizio elaborava ogni anno degli elenchi nei quali potevano iscriversi le fanciulle che avevano compiuto 15 anni. Le ragazze appartenevano a famiglie povere o erano figlie di prostitute.

Duecento cittadini della predetta confraternita avevano il compito  di sorvegliare le ragazze che avevano chiesto di essere aiutate.

Dopo tre anni di prova,  e gli opportuni accertamenti, se ritenute meritevoli, alle "zitelle vergini, oneste e di buona reputazione" veniva concessa la dote.

Il 25 marzo, in occasione della Festa dell'Annunziata,  le fortunate che superavano la selezione  avevano il diritto di partecipare alla processione e ricevere  il sussidio al termine della cerimonia sopra descritta.

La dote variava a seconda del bilancio dell'arciconfraternita, a volte riusciva ad offrire fino a 600 donazioni in un anno, tramite  le numerose offerte da parte di  pontefici, cardinali, vescovi, nobili e ricchi cittadini.

Tra questi è degno di menzione il cospicuo lascito testamentario di 30.000 scudi, corrispondente in pratica al proprio intero patrimonio, disposto da papa Urbano VII. Morì il 27 settembre 1590 a causa della febbre malarica,  senza  aver fatto in tempo ad essere incoronato come papa-re.

A Roma,  risultati migliori rispetto alla detenzione in carcere e alla repressione furono  ottenuti da iniziative di tipo sociale e assistenziale da parte dei Gesuiti o  degli Oratoriani di San Filippo Neri, per esempio la Pia Casa di accoglienza per le cortigiane pentite, oppure l'Ospizio per le Vergini Miserabili presso la chiesa di Santa Caterina dei funai (= creatori di cordami) che accoglieva bambine figlie di prostitute sottratte anche con la forza alle loro madri, educate per sette anni, poi fornite di dote e maritate.

A sostenere l'opera di redenzione per le cortigiane pentite c'erano anche, come già detto in un precedente post,  la "Compagnia della Grazia" oppure la "Confraternita di Santa Marta" dedita anche  alle donne che intendevano redimersi senza l'obbligo conventuale.
#77
Varie / Re: Curiosità romane
12 Maggio 2025, 22:18:12 PM
Ciao Anthonyi, l'Inquisizione aveva sede nell'edificio dei domenicani a fianco la chiesa. Vi  fu interrogato e condannato anche Galileo Galilei. Uno dei suoi inquisitori era San Roberto Bellarmino  :-[


Nel precedente post ho detto alcune cose sulla basilica di Santa Maria Sopra Minerva. Voglio aggiungere che all'interno di questa chiesa c'è la Cappella dell'Annunciazione.
In precedenza era dedicata a San Giacomo Apostolo. Nel 1460 il cardinale domenicano Juan de Torquemada (1388 – 1468) la eresse a sede della Confraternita della SS. Annunziata.


Antonio Aquili, detto Antoniazzo Romano, Annunciazione, tempera su tavola, fondo oro,  1500 circa, Cappella dell'Annunziata, basilica di Santa Maria sopra Minerva, Roma.

Nel dipinto, nella parte alta sulla sinistra,  è raffigurato Dio benedicente; verso il centro una colomba  che simboleggia lo Spirito Santo vola verso la Vergine;  al di sotto, sulla sinistra, in piedi  c'è l'arcangelo Gabriele, con un fiore bianco nella mano, che annuncia alla Vergine Maria il concepimento di Gesù, mentre lei sta consegnando tre sacchetti contenenti il denaro (la dote) per le tre ragazze povere vestite di bianco,  presentate dal cardinale  Juan  de Torquemada, raffigurato inginocchiato con l'abito domenicano ma la cui carica è segnalata dal rosso cappello cardinalizio poggiato sulla sua gamba.

Il cardinale Torquemada  e le giovani ragazze sono raffigurati  più piccoli rispetto all'angelo  per differenziare l'ambito umano (le fanciulle e il cardinale) da quello soprannaturale: la Madonna e l'Arcangelo Gabriele.

La  caritativa dote in denaro veniva offerta a selezionate giovani ragazze povere per dare loro la disponibilità economica sufficiente per sposarsi ed evitare attività come la prostituzione, oppure per dedicarsi alla vita religiosa.

Al pittore Antoniazzo Romano questa pala d'altare  gli fu commissionata dalla Confraternita dell'Annunziata, fondata dal Cardinal Juan de Torquemada, zio del famoso inquisitore spagnolo  Tomás de Torquemada (1420 – 1498) che fu  priore del convento domenicano della Santa Cruz di Segovia e confessore dei regnanti cattolici Isabella di Castiglia e Ferdinando II d'Aragona. Nel 1483 ebbe l'incarico di organizzare il tribunale dell'Inquisizione,  e fu inquisitore generale di Castiglia e León, Aragona, Catalogna e Valencia.

Tomàs de Torquemada nacque a Valladolid nel 1420 da una famiglia di ebrei convertiti (conversos).

Da aggiungere che  nella  predetta cappella dell'Annunziata, nelle pareti ai lati dell'altare centrale,  ci sono i monumenti funebri del cardinale Benedetto Giustiniani e del cardinale domenicano Juan  de Torquemada.

Sulla parete sinistra della cappella c'è anche  la tomba del papa Urbano VII, morto nel 1590 dopo soli 12 giorni di pontificato. Fu uno dei benefattori della confraternita dell'Annunziata, alla quale donò 30 mila scudi.
#78
Varie / Re: Curiosità romane
12 Maggio 2025, 19:54:57 PM
Dopo la sosta in piazza del Collegio Romano abbiamo percorso un breve tratto di strada e siamo andati nella mia amata basilica di Santa Maria sopra Minerva, che prospetta sul lato sinistro del Pantheon, guardandolo dall'entrata.


attuale facciata della basilica.

Perché  "sopra Minerva" ?  In epoca romana nell'area c'era il Tempio dedicato a  Minerva Chalcidica, (= Minerva portiera) poi sostituito nell'VIII secolo da un oratorio cristiano dedicato alla Vergine. 

Nel 1280 fu iniziata la costruzione dell'attuale chiesa gotica  a tre navate da parte dei frati domenicani, che ebbero l'aiuto finanziario del papa Bonifacio VIII.
Gli architetti si ispirarono alla basilica fiorentina  di Santa  Maria Novella.



parziale veduta dell'interno



la bellissima volta stellata  con allegorie




L'altare maggiore con il sepolcro di Santa Caterina da Siena.

La basilica ospita le tombe di altri personaggi, numerose opere d'arte, sparse anche nelle cappelle laterali, tra le quali quella dedicata all'Annunziata.

segue
#79
Varie / Re: Curiosità romane
11 Maggio 2025, 19:22:07 PM
Ignazio di Loyola dopo aver fondato il Conservatorio di Santa Caterina per "zitelle pericolanti figlie di cortigiane", nel 1542 istituì il "Rifugio  di Santa Maria delle Grazie" per accogliere le malmaritate e le meretrici pentite, stanche del loro "lavoro" e dei loro sfruttatori.
 
Per la costruzione della casa di accoglienza Ignazio di Loyola fece vendere alcuni marmi "cavati dalle ruine" di Roma nella piazza davanti la sua chiesa, e "fattone cento scudi li offerse per sua parte, del cui esempio molti altri si mossero e si diede principio all'opera".

"Donne non più incorrotte, ex peccatrici e traviate, sia nubili che malmaritate, decise a lasciare la malavita ma non chiamate alla perfetione religiosa". Esse non accettavano i tre voti solenni per la vita consacrata: povertà, castità e obbedienza, né  entrare in clausura nel convento delle convertite di Santa Maria Maddalena in via del Corso.

Nel 1543 il pontefice Paolo III con la Bolla "Divina summaque ", istituì la "Compagnia di Santa Maria della Grazia" per amministrare  il rifugio.

Vari anni dopo, nel 1562,  il cardinale Carlo Borromeo, nipote del pontefice Pio IV,  si occupò del trasferimento delle donne ospitate nella "Casa Santa Marta" per dedicare l'intero edificio a monastero, in uso delle Agostiniane, le quali lo utilizzarono come  collegio per nobili fanciulle.

Alle donne trasferite fu concesso un edificio poco distante, adiacente alla chiesa di Santa Chiara all'Arco della Ciambella. La struttura venne denominata "Casa Pia", in onore del pontefice Pio IV,  e gestita dalle monache clarisse.

Dopo l'Unità d'Italia il monastero fu confiscato dallo Stato Italiano e la chiesa venne sconsacrata,  con la conseguente distruzione di vari affreschi, perché tutta la costruzione fu adibita a magazzino militare e sede della Questura Centrale.

segue
#80
Varie / Curiosità romane
11 Maggio 2025, 16:41:21 PM
Ieri a Roma cielo sereno e piacevole giornata di primavera.

Ho partecipato ad una visita culturale nel  rione "Pigna" (vi consiglio di leggere tramite Internet il perché si chiama così), tra piazza del Collegio Romano e  piazza  del Pantheon, affollata di turisti.

Sulla piazza del Collegio Romano prospettano l'omonimo edificio, un lato del  maestoso Palazzo Doria-Pamphili, l'ex chiesa di Santa Marta, ed altro.

Il palazzo del Collegio Romano è un complesso monumentale. Già sede dell'omonimo istituto d'istruzione gesuitico dal 1584 al 1870, l'edificio ospita nell'ala orientale  la sede centrale del  Ministero della Cultura, nell'ala occidentale il liceo classico dedicato a "Ennio Quirino Visconti".


veduta del "Collegio romano"


Nella parte opposta della piazza c'è l'ex chiesa di "Santa Marta (di Betania) al Collegio Romano". 

la facciata

L'interno a navata unica con abside semicircolare e cappelle laterali quadrate, è ricco di stucchi e di  colonne in marmo rosso.  Nella volta c'è un affresco  dipinto dal pittore genovese  Giovan Battista Gaulli detto il Baciccio (1639 – 1709).

Prima di questa chiesa nell'area c'era la cosiddetta "Casa di Santa Marta", fondata da Ignazio di Loyola nel 1543 per accogliere le "malmaritate", oppure "le donne coniugate in peccato pubblico senza timor d'Iddio et senza vergogna delli uomini" che volevano riabilitarsi.

La povertà induceva molte donne a prostituirsi per vivere e far vivere la propria famiglia.

Dopo la morte di Sant'Ignazio la casa divenne un monastero con annessa chiesa.

Nel 1560 gli edifici furono assegnati alle monache agostiniane, ma nel 1872 furono confiscati dallo Stato Italiano.

L'ex monastero è ora sede del I Distretto di Polizia della città, mentre l'ex chiesa, di proprietà del Ministero per i Beni e le attività culturali,  viene usata per convegni, mostre e concerti.

segue
#81
Tematiche Culturali e Sociali / Re: Papa Leone XIV
09 Maggio 2025, 16:12:28 PM
Altre notizie sul passaggio da Prevosto a Provest nel cognome del papa Leone XIV.

"Papa Leone XIV (Robert Francis Prevost), figlio di Louis Marius Prevost , di origini francesi e italiane, e di Mildred Martínez, di origini spagnole.

Giovanni Prevosto, il nonno paterno, italiano, era un professore universitario, nato a Torino il 24 giugno 1876. Il suo nome e cognome vennero anglicizzati in John R. Prevost quando si trasferì negli Usa. Sposò Susanne Marie Fabre, nata in Francia il 2 febbraio 1894.

Nel 1917 Robert e Susanne  ebbero il loro primo figlio: John C Prevost, lo zio del papa,  professore universitario di letteratura francese.

Tra il 1917 e il 1920 la famiglia di Robert e Susanne  Prevost si trasferì a Chicago dove il 28 luglio 1920 nacque Louis Marius Prevost, padre di Leone XIV.

Louis Prevost conobbe a Chicago Mildred Agnes Martinez nata nella capitale dell'Illinois il 30 dicembre 1911. La famiglia della madre del futuro Papa Leone proveniva da New Orleans, ma di origini caraibiche – creole.

Louis Marius Prevost,  padre del pontefice si diplomò nel 1943, poi  fece il servizio  militare nella Marina Usa durante la Seconda Guerra Mondiale. Congedato come veterano, si dedicò all'insegnamento fino a diventare preside della Mount Carmel Elementary School a Chicago. La madre del Papa Mildred Agnes dopo aver studiato biblioteco-economia e pedagogia  lavorò come bibliotecaria".
#82
Tematiche Culturali e Sociali / Re: Papa Leone XIV
09 Maggio 2025, 10:25:36 AM
Mi correggo, il padre del nuovo pontefice aveva radici francesi e italiane. La madre non c'entra nulla col cognome Prevost  :-[
#83
Tematiche Culturali e Sociali / Re: Papa Leone XIV
09 Maggio 2025, 09:23:19 AM
Da prevosto deriva "prevost" nel dialetto milanese.

Ci sono circa 78 famiglie Prevosto in Italia, sparse in varie regioni, in particolare  tra Liguria, Piemonte e Lombardia
#84
Tematiche Culturali e Sociali / Re: Papa Leone XIV
09 Maggio 2025, 08:42:12 AM
Il ramo materno del nuovo pontefice è di origine italiana.

Il cognome "Prevost" e "Prevosto" è più frequente nell'area tra Lombardia e Piemonte.

#85
Tematiche Culturali e Sociali / Papa Leone XIV
09 Maggio 2025, 07:53:03 AM
Robert Francis Prevost: = Roberto Francesco Prevosto: un bel cognome. E' uno di quelli che a volte sembrano predestinare chi lo ha.



Il sostantivo "prevosto"  deriva dal francese antico "prevost" e questo dal latino "praeposìtus": significa "posto innanzi, posto al comando". Questo termine nel passato alludeva al funzionario addetto ad un particolare servizio pubblico di tipo civile o ecclesiastico.

Nell'ambito della Chiesa cattolica  il prevosto era il vicario del vescovo o dell'abate.

Nella provincia ecclesiastica di Milano, che  nel passato si estendeva a quasi tutta l'Italia settentrionale, il vicario foraneo  era il sacerdote collaboratore del vescovo. S'interessava degli affari della diocesi al fuori delle città. Coordinava la pastorale e l'attività dei parroci.

Il termine foràneo deriva dal latino tardo foraneus, e questo da foris, foras = fuori.

Nei "capitoli canonici" o di monasteri (capitolo = assemblea di presbiteri o di religiosi)  il prevosto era un autorevole esponente.

In talune diocesi, specialmente dell'Italia settentrionale, il parroco è ancora detto prevosto.
#86
"Cos'è la normalità" ? Non lo so ! 

A me sembra un concetto astratto, ma  viene definita "condizione di ciò che è o si ritiene normale, cioè, regolare e consueto, non eccezionale o casuale o patologico, con riferimento sia al modo di vivere, di agire, o allo stato di salute fisica o psichica, di un individuo, sia a manifestazioni e avvenimenti del mondo fisico, sia a situazioni più generali".
 
Si può dedurre da questa definizione che la normalità, comunemente opposta al patologico, venga stabilita in base a delle norme a cui bisogna far riferimento e a cui è necessario omologarsi per sentirsi normali, uguali e accettati all'interno dell'ambiente sociale in cui si vive.
 
Chi si discosta dalle norme che definiscono la normalità diventa diverso, anormale, malato, patologico.
 
Il diverso viene guardato con occhi differenti alcune volte diventando bersaglio di pregiudizi, chi non si adatta alla normalità  è considerato  un "disadattato", perciò da emarginare.
 
Ma è corretto? Considerare la normalità come universale e da rispettare per sentirsi accettati e non "malati" ? Esiste la normalità? Ognuno di noi è diverso, nessuno pensa allo stesso modo, ognuno ha le proprie caratteristiche.
 
Le persone comprese negli acronimi  "LGBTQ", e "LGBTQIA" (come è noto si riferiscono all'identità di genere e all'orientamento sessuale)  come considerarle ? Anomale ? Perché statisticamente in minoranza se confrontate con gli eterosessuali ?
#87
A Padova, fino al 9 maggio, nel Museo di storia della medicina c'è l'esposizione dedicata a: "L'anomalia e la norma. La variabilità della vita tra anatomia e biologia".



La mostra  propone ai visitatori un percorso storico dall'antichità ai nostri giorni  per far capire il modo in cui la società, la medicina e la biologia hanno affrontato il rapporto tra l'anomalus e il normalis, soffermandosi sulla trasformazione che questi concetti hanno avuto anche in relazione ai progressi della conoscenza scientifica.

Racconta in tre sezioni come la nostra cultura ha percepito, definito e vissuto i concetti di norma e anomalia nel corso dei secoli.

Cosa significa "normale" e cosa rende qualcosa "anomalo" ? La percezione e i criteri con cui giudichiamo ciò che è comune o straordinario, accettabile o deviante.

L' exhibit  invita il visitatore  a riflettere sul suo personale concetto di normalità, puntando a scardinare pregiudizi sociali e culturali, lanciando il messaggio che, in fondo, l'anomalia è la norma.

Dall'antichità al Medioevo, l'anomalo viene inteso prevalentemente come monstrum: veniva considerato una maledizione o  manifestazione divina, incompresa dalla medicina (la cura, quindi, è assente) ed escluso dalla società, segno di malvagità e sventura.

In mostra ci sono alcuni reperti di animali teratologici (animali che presentano delle malformazioni) quali il cranio di un elefante nano e quello di un vitello bicefalo, spiegano le origini di alcuni esseri mitologici, la cui somiglianza formale con alcune gravi patologie, fecero scaturire errate interpretazioni e credenze che alimentarono, ad esempio, il mito dei Ciclopi e delle Sirene.

L'anomalo come patologia. Con l'avanzare delle conoscenze mediche  tra '600 e '900  l'anomalo perde i suoi connotati "mostruosi" e  viene considerato  come sintomo di patologia e disfunzione d'organo.

L'anomalo concepito come patologico fu studiato dal medico Giovanni Battista Morgagni (Forlì 1682 – Padova 1771) fondatore di una nuova scienza, l'anatomia patologica, e si passò dal considerare l'anomalo come creatura mitica, prodigiosa, al riconoscerlo come soggetto patologico, disfunzionale, da curare e catalogare per la ricerca sperimentale.

Dopo la diffusione della teoria dell'evoluzione di Charles Darwin, si comprende che alcune anomalie genetiche non patologiche furono fondamentali per favorire l'evoluzione della specie viventi, creando le condizioni per un migliore adattamento all'ambiente.

Nel nostro tempo le anomalie, ad eccezione di quelle identificabili come patologiche, sono indici di diversificazione che testimoniano la singolarità di ogni essere umano, unico e irripetibile a livello fisico e psicologico.
#88
Tematiche Filosofiche / Aristocle = Platone
02 Maggio 2025, 17:10:49 PM
Nel "corriere della Sera del 27 aprile scorso c'è un articolo  scritto da Mauro Bonazzi, titolato "Platone è un cigno che salta (strano no ?) sugli alberi".

L'autore dice che  "Per Friedrich Nietzsche, Platone era «la più grande disgrazia d'Europa»; per Epicuro niente più che un adulatore di tiranni.  Il filosofo Antistene di Atene  gli aveva invece dedicato un trattato dal titolo molto eloquente, Sathon.
«Platone», come noto, è un soprannome che si riferisce alle spalle larghe del filosofo (il suo vero nome era Aristocle).
Sathon alludeva alle dimensioni di altri organi: al lettore il piacere della traduzione".

 E' a voi noto che Aristocle è il vero nome di Platone ?

Perché Antistene dedicò a Platone un trattato titolandolo "Sathon" ?

Nell'antica lingua greca cosa significa "sathon" ? Bonazzi non lo dice !  ::)

#89
Ultimo libro letto / Il "vizio" di scrivere
27 Aprile 2025, 19:19:32 PM
Scrivere è un'esperienza imprevedibile, anche per chi ne è artefice. Tende a comportarsi come un re indiscusso nel suo piccolo dominio fatto di lettere, spazi e segni d'interpunzione.

"Se solo fossi uno scrittore capace di scrivere, non sempre e soltanto di riscrivere!", lamentava lo scrittore e attore statunitense Truman Capote  all'amico Donald Windham nel 1959.

Truman Capote, pseudonimo di Truman Streckfus Persons (1924 – 1984) nella prefazione del suo libro titolato "Musica per camaleonti" (1980) scrisse: "Poi un giorno mi misi a scrivere, ignorando di essermi legato per la vita a un nobile ma spietato padrone. Quando Dio ti concede un dono, ti consegna anche una frusta; e questa frusta è predisposta unicamente per l'autoflagellazione".

Uno scrittore contrae debiti di gratitudine verso autori che lo hanno preceduto. Legge i libri degli altri come se fossero congegni ad orologeria da smontare, indugiando su artifici, soluzioni, idee, tecniche per costruire personaggi, ambienti, vicende. Si affida all'esperienza di alcuni grandi scrittori del passato, immaginando per ciascuno di essi una motivazione preliminare all'atto di scrivere.

Sono necessarie la costanza, la disciplina, l'abilità nel non perdere il ritmo, la sapienza nel trasformare l'impellente necessità di scrivere in qualcosa in bilico tra vizio e tortura, dice Alessandro Piperno nel suo libro titolato: "Ogni maledetta mattina. Cinque lezioni sul vizio di scrivere" (edit. Mondadori). Insieme al  suo precedente libro "Il manifesto del libero lettore" (edit. Da Mondadori) l'autore compone un ideale dittico.

Piperno, competente narratore, conduce all'esplorazione irriverente dell'atto di scrivere, offre la sua riflessione sull'arte di scrivere. Dice che scrivere dischiude "orizzonti infiniti", permette di "allestire omerici campi di battaglia o spedizioni galatiche (...), creare dal nulla personaggi affascinanti o malvagi (...), riavvolgere il nastro della storia umana e (...) stravolgerla".

In "Ogni maledetta mattina ..." Alessandro Piperno s'interroga sul significato del proprio mestiere, su quella specie di richiamo al tavolo da lavoro, non meno potente del richiamo della foresta, che costringe chi scrive a passare ore chino su una tastiera nel tentativo di  elaborare il testo.

Scrivere non è un dovere, deve essere una necessità.
#90
Riflessioni sull'Arte / "In fuga dalla critica"
25 Aprile 2025, 16:59:55 PM

Pere Borrell del Caso, Huyendo de la critica (= In fuga dalla critica),  olio su tela, 1874,
Collezione Banco de España, Madrid. Il dipinto fu presentato per la prima volta  all'Esposizione di Belle Arti di Barcellona nel 1874.

La scena: un bambino con gli occhi terrorizzati tenta di fuggire prima che la "critica" lo colpisca.

Il dipinto è un trompe-l'œil (= inganna l'occhio). Questa tecnica pittorica permette di confondere lo sguardo dell'osservatore, il quale non riesce a distinguere i confini tra lo spazio reale  e quello immaginario.  Tramite prospettive, ombre ed  effetti ottici induce  l'illusione di guardare una scena reale e tridimensionale, invece è su una superficie bidimensionale.

L'autore usa la cornice dorata per dare tridimensionalità alla figura, rappresentata mentre tenta di fuggire da qualcosa che l'osservatore non riesce a discernere a causa dello sfondo nero. 

Il  titolo allude a quei critici che consideravano la loro opinione su un'opera d'arte come verità assoluta.

Adesso vi presento l'autoritratto di Pere Borrell del Caso



Pere Borrell del Caso (1835 – 1910) era un insegnante di disegno e pittura. Nonostante il successo internazionale decise di continuare a insegnare nell'accademia privata che aveva creato.

Questo autore produsse ritratti e numerosi  dipinti inerenti l'arte sacra. Fu influenzato dalla pittura dei Nazareni tedeschi e dai romantici.