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Messaggi - Garbino

#76
Nietzsche: l' uomo e il suo diritto al futuro.

X Sariputra

Avrei anche potuto non rispondere, perché mi auguro che l' atteso intervento di Maral in relazione alla mia domanda sull' essere si rivelerà molto più illuminante di qualsiasi mia spiegazione. Ma non potevo esimermi dal risponderti anche per ringraziarti per i complimenti su questo topic che sinceramente mi ha impegnato e continua ad impegnarmi molto.

Da quello che mi risulta, è vero che la Metafisica classica si basa esclusivamente sullo studio dell' essere e dell' ente, ma lo ritiene non soggetto al divenire. L' essere è proprio perché non diviene. La mia ignoranza è piuttosto rivolta all' ente la cui identità mi sfugge se non è inteso come ciò che appare. Ma penso che Maral saprà chiarire anche questo. 

Inoltre, se ciò che diviene è, non può che essere identificabile con la fisicità e perciò l' essere dalla Metafisica si ritroverebbe nel mondo fisico, soggetto a tutte le leggi fisiche, con tutte le conseguenze che ne derivano. Ma se questo ragionamento è valido la Metafisica non esiste più e perciò è chiaro che Nietzsche ne ha decretato la fine. Spero di non aver detto castronate ma se così è spero che qualcuno mi critichi e mi corregga.

Grazie di nuovo per i complimenti.

Garbino Vento di Tempesta.
#77
Nietzsche: l' uomo e il suo diritto al futuro.

Bene ho completato la lettura del saggio ricavato dal seminario tenuto da Heidegger: La volontà di potenza come conoscenza. Nell' attesa che me lo richiedano e che mi consegnino la versione integrale degli scritti inediti curata da Gast e la sorella, apro questa parentesi che spero possa giungere gradita. Non senza aver rilevato nel frattempo che Einstein avrebbe affermato che la Fisica è capace di far volare asini, mentre a me risultava che lui fosse il primo ad aver sollecitato l' attenzione sul fatto che le sue fossero solo teorie, e su cui era necessario essere molto prudenti. C' è chi confonde un' interpretazione con la verità, per non parlare della fede nella Scienza o la Medicina, che dimostra ampiamente che quanto affermato da Nietzsche in Genealogia della Morale sia alquanto attuale. La Scienza moderna, come la Religione, ha bisogno di fede, e se vanno combattute vanno combattute assieme.

Un' ultima divagazione, se mi è concesso, riguarda il fatto se qualcuno avesse dubbi su quale fosse la matrice, o per meglio dire quali fossero i reali mandanti del terrorismo internazionale. Sono abili, riescono sempre a cammuffarsi, ma chi ci guadagna, e mi riferisco alla situazione in Francia, caso strano sono sempre gli stessi (Le Pen).

X Maral

Continuo ad avere alcuni problemi con l' ontologia, perciò ti chiederei di spiegarmi cortesemente con la tua proverbiale chiarezza cosa è l' essere e cosa l' ente nella Metafisica classica e la differenza sostanziale con ciò che afferma Heidegger, che troppo spesso parla di ente nel suo insieme. E questo perché anche se penso di averne un' idea concettuale, essa è sicuramente limitata dalla mia interpretazione del mondo, in cui non ne trovo traccia.

Ma tornando ad Heidegger ed al saggio, egli segue il pensiero di Nietzsche attribuendo alla Volontà di potenza di poter determinare grazie all' arte una conoscenza del mondo differente da quella classica legata alla logica e alla Matematica, arrivando a contestare il principio di non contraddizione di Aristotele, che Nietzsche definisce, insieme a tutto il resto, come una necessità del vivente ( l' uomo ) per poter mettere ordine nel caos che lo circonda. Sul pnc tornerò più avanti.

Naturalmente continua ad infarcire il ragionamento con l' argomento dell' appartenenza di Nietzsche alla Metafisica Classica, e si impegna in un ultimo sforzo rifacendosi al legame della Giustizia ( intesa in senso greco ) con la volontà di potenza, in base ad un aforisma che i curatori avevano inserito nel Nietzsche politico e che lui ritiene invece riferirsi alla Metafisica. A mio avviso l' operazione non gli riesce perché l' aforisma parla anche di una capacità di guardarsi intorno della Giustizia che mi sembra molto poco nicciano se riferito alla volontà di potenza.

Inoltre nella parte finale è costretto ad ammettere il riferimento di Nietzsche ad un interpretazione di carattere biologico anche se continua a ravvedere, e in questo concordo, un, non dico profondo, ma rilevante aspetto metafisico. 

Ma, a mio avviso, la testimonianza più rilevante che Nietzsche metta la parola fine alla Metafisica Classica è in un aforisma che Heidegger reputa importantissimo e che risale al 1888 e perciò uno degli ultimi:
-Ricapitolazione:
-Imprimere al divenire il carattere dell' essere - è questa la suprema volontà di potenza
Sempre a mio avviso, qui non ci possono essere dubbi, a discapito dell' argomentazione successiva che fa Heidegger, reinserendo l' argomento Giustizia. E non possono esservi perché il divenire a cui viene impresso il carattere dell' essere può significare che soltanto ciò che diviene è.

Per quanto riguarda invece il principio di non contraddizione, anche se accettiamo l' ipotesi di Nietzsche sulla necessità che esso sia ritenuto vero, ciò non inficia, ed adesso, Maral, capisco quello che tu intendevi, la sua caratteristica logica, anche se non riesco a determinare in quale quadro collocarlo, e su cui perciò dovrò ancora ragionare sopra. Se si può dire è ancora ad uno stato intuitivo, e non appena giungerò ad una opinione non mancherò di riferire. E la sua caratteristica logica non cade anche se l' essere viene inteso come ciò che diviene, poiché pur mutando è logico comunque continuare a considerare che l' essere non possa essere e non essere nello stesso momento.

Questo è un argomento del tutto nuovo per me, dato che su Aristotele avevo concentrato soprattutto l' attenzione sulla parte dell' Organon relativa al sillogismo, e perciò passibile, più di molti altri, di riconsiderazioni e cambiamenti. E chi volesse contribuire ha tutta la mia gratitudine.

A questo punto chiudo poiché se lo continuo a rileggere non ne sarò mai soddisfatto. Grazie per la cortese attenzione.

Garbino Vento di Tempesta.
#78
Perché c' è qualcosa anziché il nulla?

X Vito J. Cerasolo

E' per puro caso che ho dato uno sguardo al tuo post in questa pagina e mi sento in dovere di puntualizzare che ogni puntino nero a cui corrisponde una definizione è viziato dallo stesso errore di fondo. Ciò che diviene non sta mai fermo né può farlo per fare un piacere alla nostra necessità che stia fermo. Quando cerchiamo di analizzare qualsiasi cosa che diviene, lo possiamo fare soltanto attraverso il pensiero astraendoci, ma ciò che diviene continua a divenire, o sulla carta, su una fotografia, su una serie di raggi, ma ciò che diviene continua a divenire lo stesso. Ma anche ciò che a noi appare statico in effetti non lo è e perciò la frase del Galilei rappresenta la forzatura che noi facciamo nel prendere in esame qualcosa che ci sembra statico per poter valutare il moto di qualcos' altro.

La matematica è una scienza statica e lo è altrettanto la logica che è una sua derivazione. Infatti non è un caso che per la quantistica il divenire non esiste, proprio perché più radicalizziamo la matematica nel nostro modo di intendere la realtà più il fluire non può esistere.

Il contesto è abbastanza complicato e spero che tu non ti offenda, e che anzi ti abbia dato qualcosa su cui riflettere. Poi naturalmente puoi benissimo restare della tua opinione e sorvolare su ciò che ho appena opinato. 

Garbino Vento di Tempesta.
#79
Tematiche Filosofiche / Re:Che è l'uomo?
23 Aprile 2017, 19:52:21 PM
Che è l' uomo?

X Jean

 Mio caro Jean, scusami per lo scambio di Nick, ma mi sembra ovvio che stavo parlando di Myfriend. E che comunque non parla di esseri superiori o inferiori ma del rapporto interiore tra istinto e ragione. E le definisce nature.

Anch' io sono per cercare la massima inclusione ( come vedi ho usato il tuo stesso termine ) possibile, ma come vedi si è scatenato un vero e proprio concerto di idee ed opinioni che purtroppo rende ancor più difficile una eventuale convergenza su alcune basi iniziali. 

Comunque non mi preoccupo, continuo a seguire il mio percorso, e queste soste possono comunque ritenersi positive. E questo perché si riesce a determinare a quale punto di convergenza si sia giunti. Rinnovando le scuse, ti saluto come sempre con stima. 

X Maral

Come sempre si può far affidamento sulla tua conoscenza. Conoscevo Dike come giustizia ma non il riferimento al frammento di Anassimandro che anche Heridegger, vedo, ha preso in esame in una sua Antologia. L' opera di Severino invece mi piacerebbe leggerla. Ma se ti dico che ho già trovato ed ordinato il testo degli scritti inediti di Nietzsche ordinato da Gast e dalla sorella, penso che non ci sia niente da aggiungere.
Comunque sull' esito della mia esplorazione non mancherò di informarti non appena, come sto già facendo, farò un passo in più nella sua comprensione. 

Garbino Vento di Tempesta.
#80
Tematiche Filosofiche / Re:Che è l'uomo?
23 Aprile 2017, 14:34:04 PM
Che è l' uomo?

X Maral

A me sembra che in merito a quanto da me argomentato sulla Sfinge, per quanto non avessi capito che ti riferivi alla zoé, ti ho risposto proprio come se in un qualche modo l' avessi intuito. E sono anche dell' opinione che anche se lei non lo sa, perché non può saperlo, è in lei che giacciono le risposte.
Perché comunque l' uomo non potrà mai uscire dalla sua animalità e dal ciclo vitale che lo contraddistingue. Il tempo di una vita è troppo corto per poter, a mio avviso, permettere all' uomo qualcosa di diverso, con tutto il rispetto per coloro che una certa consapevolezza la raggiungono. 

Come avevo accennato nel precedente intervento, io ho l' occasione di verificarlo a livello personale notando le differenze abissali che possono sussistere tra genitore e figlio, e tra genitore e padre. C' è troppa discontinuità di situazioni, di capacità speculativa, di intelligenza, tra generazione e generazione, anche nello stesso ramo genealogico, per poter determinare un qualsiasi quadro dove la consapevolezza possa trovarsi sempre in fase di crescita. Siamo delle mosche bianche, pur con tutte le differenze che ci contraddistinguono, ma siamo e rimaniamo veramente pochi. 

E non dipende da una questione di volontà o di situazioni ambientali, dipende da ciò che viene trasferito geneticamente ai propri figli e che non segue un progetto, come giustamente a mio avviso afferma Nietzsche in GDM, ma è tutto determinato dal caso.

Per quanto riguarda il pnc penso che non mi sia spiegato ancora bene. Quello che io intendo è che se veramente lo stesso pnc, che tu poni a base della logica, dello schema di riferimento attuale come dato, è il frutto della necessità che esso sia e che ad esso si ci riferisca, e se in base a ciò poniamo la possibilità che esso non è verità ma menzogna, si avrebbe un quadro in cui l' indeterminatezza diventerebbe la verità con tutte le conseguenze che io ti chiedevo di intravvedere. Tutto qui. E' solo un' ipotesi. Ma un' ipotesi che sto incominciando a valutare in base all' argomentazione che Heidegger fa nella serie di lezioni La volontà di potenza come conoscenza. Adesso poi sto facendo veramente fatica a seguirlo perché si riferisce alla verità come giustizia, non intesa come diritto ed aule di tribunali, ma nel senso greco che mi risulta un po' ostico.

Ma su questo potrò, spero, essere più chiaro in seguito. Invece in merito alla incongruenza del leone e della gazzella, mi riferivo al fatto che Jean aveva affermato che nel nostro passato genetico appaiono entrambi, mentre invece, a mio avviso, la nostra linea genetica era già divisa a livello di pesci. Per altro il leone e la gazzella rappresentano, come dice sempre a mio avviso giustamente Nietzsche, un livello di perfezione nella specie pari a quello dell' uomo.

Sulle due nature, che Jean chiama nature, ma che non sono altro che l' istinto primordiale e la ragione, sono dell' opinione che esse esistano e che in fondo ciò che l' uomo è, quello che in definitiva rappresenta il suo modo di porsi nei confronti di sé stesso e di ciò che lo circonda, sia proprio il frutto dell' interattività tra forza vitale e intelligenza potenziale, con tutte le varianti che l' ambiente può determinare a tutti i livelli.
Ed è per questo che ritengo la prima come superiore. Proprio per la sua caratteristica di aver attraversato milioni di anni di evoluzione e che anche la più grande consapevolezza possibile non può stare al suo pari. La vita umana è troppo corta per permetterlo.

Garbino Vento di Tempesta.
#81
Tematiche Filosofiche / Re:Che è l'uomo?
22 Aprile 2017, 21:21:32 PM
Che è l' uomo?

X Maral

Mi è piaciuta quella della Sfinge che finisce sempre per avere la meglio L' enigma della vita e di che cosa è l' uomo.  E la Sfinge si tiene stretta il suo segreto e non vuole rivelarlo. E in fondo penso che neanche lei sappia o abbia la o una risposta che possa essere convincente. Mi è piaciuto anche molto il riferimento al danzare come unico rimedio nell' oscillare che distrugge ogni riparo, perché comunque è un pensiero devastante, anche se purtroppo molto verosimile. Il fatto è che i più si nascondono dietro le proprie certezze o sicurezze che la fede procura loro, e tutto ciò li porta a non vederlo, a non sentirlo, o ad illudersi che la vita sia qualcos' altro.

Ciò non toglie però che la risposta alla domanda, in questo bailamme di opinioni, rimane distante, in un punto cioè che è lontano mille chilometri da quello in cui si giunge al cospetto della Sfinge. 

Per quanto riguarda il principio di non-contraddizione, nella tua considerazione mi sembra che tu lo includa sempre allo schema logico a cui facciamo sempre riferimento ( benedetto Aristotele!! ). Quello che io intendevo era invece l' indeterminatezza che scaturirebbe dal crollo della logica e quindi anche del principio di non-contraddizione. E che poi non è che nient' altro che il punto nevralgico dove la filosofia di Nietzsche tende a convergere. Ed incomincio a focalizzarlo come una delle cause della crisi di Heidegger. 

Per quanto riguarda le due nature presenti nell' uomo, sorvolando su incongruenze come quella del leone e la gazzella, sono d' accordo con chi, mi sembra Donquixote, abbia affermato che per il momento quella superiore sia sicuramente quella che viene tacciata da Jean come inferiore. Che poi essa abbia in potenza la possibilità di diventare superiore all' altra è possibile, ma comunque non è cosa certa. Anche perché la consapevolezza non è qualcosa che si raggiunge tanto facilmente e comunque non è trasmissibile. Alla nascita cioè la superiore sarà sempre e comunque quella che viene giudicata inferiore. E meno male che è così, altrimenti sai che risate!!!! O lacrime, infatti se fosse per le capacità innate della seconda moriremmo in pochi istanti.

Garbino Vento di Tempesta.
#82
Nietzsche: l' uomo e il suo diritto al futuro.

Anche se può sembrare che si sia lontani dall' affrontare l' argomento enunciato dal titolo, posso garantirvi che così non è. A parte i vari punti dell' opera in cui Nietzsche esprime direttamente la necessità di salvaguardare ciò che con il Nichilismo è impossibile, e cioè lo stesso futuro, e che mi sembra di aver costantemente segnalato, la filosofia di Nietzsche ha come punto di riferimento principale proprio quello di svegliare un' umanità in crisi proprio a causa del Nichilismo. Un' operazione che tende a far sì che un futuro sia possibile. D' altronde se alziamo gli occhi e ci guardiamo attorno e riflettiamo sui nostri tempi e su tutto il secolo XX, c' è poco da stare allegri. I segnali dell' autolesionismo e dell' autodistruzione sono così evidenti che non riesco a comprendere le tante voci ottimistiche, e soprattutto l' ottimismo in particolare su ciò che ci attende. Ma questo è un altro discorso. E perciò passo oltre.

Tornando ad Heidegger e al suo Nietzsche, ho completato la lettura di La volontà di potenza come arte e sostanzialmente, pur avendo le idee molto più chiare, esse non si discostano di molto dall' inquadratura che ne avevo fatto l' altra volta, e mi riferisco alla scorsa discussione sul precedente forum.

Adesso però sono in grado di segnalare a grandi linee, perché come ho già espresso altrove non ho alcuna intenzione di entrare in un sunto un po' più corposo, il cammino di Heidegger in questo delicato argomento e passo subito ad illustrarlo.
Heidegger pone cinque ( 5 ) tesi fondamentali sull' arte per individuare ciò che Nietzsche intende, se è accettabile e se comunque il suo percorso si distacca dalla Metafisica tradizionale. Nel rispondere a tali domande arriva ad identificare come argomento necessario di disvelamento il contesto dell' arte in Platone, asserendo appunto che avendo frainteso Kant era necessario risalire proprio a ciò che Platone afferma sull' arte ne La Repubblica, mi sembra anche se non vado a controllare perché il contesto è molto noto.

E per chi abbia trovato difficile tutto il ragionamento di Platone sull' arte, consiglio di procurarsi l' opera perché è veramente geniale e molto più facile da capire che non l' originale, su cui mi ricordo perdetti diverse ore se non giorni per seguire il ragionamento di Socrate. 
Comunque il punto determinante sono le tre caratteristiche fondamentali dell' arte in merito al loro contenere il massimo dell' idea che rappresentano. E sono: quella del Demiurgo che copia dal Mondo delle Idee, quella dell' artigiano che crea un tavolo e quella del pittore. Non bisogna dimenticare infatti che in Grecia anche l' artigiano era considerato un' artista.
Naturalmente è palese che per Platone l' importanza, il valore artistico principale risiede nel primo e tende a scendere e di molto nel secondo e scompare quasi nel terzo perché dell' idea ne può mostrare soltanto un aspetto prospettico e non la sua totalità. Il dove in pratica risiede il valore dell' arte e cioè il trasfigurare e il risvegliare il nostro interesse in Platone è completamente rovesciato. E a questo punto è anche chiaro che Nietzsche non ha frainteso per niente Kant, come ci aveva detto all' inizio ma lo ha compreso fin troppo bene. E Heidegger lo sa.

Il riferimento cardine comunque era una certa discrepanza presente in Nietzsche tra verità e bellezza e Heidegger pur facendo tutto questo discorso sull' arte alla fine è costretto ad ammettere che ciò che troviamo in Crepuscolo degli Idoli (e cioè: Come il Mondo Vero finì per diventare una favola. Storia di un errore.) non sia un rovesciamento ma un annullamento di entrambe. Sparendo il mondo vero cioè sparisce anche l' altro. E cioè che il nostro non è il Mondo Apparente ma l' unico mondo.

Ed allora la discrepanza tra l' arte e la verità in Nietzsche risiede appunto nel fatto che la verità a cui tradizionalmente si fa riferimento deve essere un errore. La forza dell' arte infatti è quella di trasfigurare e la sua verità non può avere nulla a che vedere con la verità tradizionale.

Questo argomento viene ripreso più profondamente nel saggio La volontà di potenza come conoscenza, che attualmente sto leggendo. E non mancherò di esporre, sempre succintamente, ciò che Heidegger ci racconta del pensiero di Nietzsche. Argomento che ho già accennato nella discussione: Cos' è l' uomo, aperta da Maral.

Grazie per la cortese attenzione.

Garbino Vento di Tempesta.
#83
Tematiche Filosofiche / Re:Che è l'uomo?
20 Aprile 2017, 12:15:55 PM
Che è l' uomo?

X Maral

Il Nietzsche di Heidegger continua a sorprendermi. Ciò di cui mi rendo conto soltanto adesso, anche se l' ultima volta che ne parlammo appariva come sospetto, è che gli scritti inediti contengono aforismi interessantissimi ma che, guarda caso, non sono stati affatto inseriti nell' opera edita da Newton Compton che penso rifletta il testo passato per la maggiore. Heidegger però dimostra di averli letti tutti, e proprio ieri sera sono incappato in un aforisma da lui riportato e che parla del principio di non contraddizione. Ciò mi ha sorpreso perché Nietzsche non parla quasi mai di Aristotele ed il fatto stesso che ci siano brani che non vengano riportati ne La volontà di potenza lo considero un fatto grave. Omissione volontaria e o mistificatrice? Ignoranza nei confronti del contenuto? O dimenticanza? Non so. So solo che lo trovo veramente strano.

Comunque, a grandi linee, anche il principio di non-contraddizione rientrerebbe in quel bisogno di praticità che l' uomo ha sempre cercato nello schematizzare ciò che lo circonda. Fatto questo che darebbe alle teorie di Hegel sulla contraddizione tutto un altro spessore.

Nietzsche non afferma che è falso, renditi conto che lo leggo per la prima volta e perciò devo ancora acquisirlo bene, ma che ad esempio una stessa cosa sia e non sia nel medesimo istante è necessario che l' uomo lo ritenga impossibile. Non è mia opinione che tu debba trovare tanto strana questa ipotesi,  la cosa curiosa è l' indeterminatezza che acquisirebbe tutto il nostro vivere in rapporto sia a noi stessi che a ciò che ci circonda.

Una cosa è certa, se l' altra volta avevo espresso un forse nel desiderio di rintracciare il testo completo degli inediti, adesso ho una decisa volontà di procurarmelo e ne vado subito in caccia. Spero solo che gli inediti di una certa rilevanza non siano tanti e che soprattutto confermino la prospettiva, o sarebbe meglio dire già le più prospettive in cui inserivo la filosofia di Nietzsche. E lo spero perché altrimenti dovrei iniziare una nuova rivalutazione di tutta l' opera di Nietzsche, con tutto ciò che ne consegue.

A titolo soltanto informativo ti manifesto che nulla è più lontano dal mio pensiero che l' esistenza di una coscienza cosmica. Tutt' al più arrivo ad una materia che abbia in potenza un numero notevole di forme viventi. Ma oltre non vado.

Garbino Vento di Tempesta.
#84
Tematiche Filosofiche / Re:Che è l'uomo?
18 Aprile 2017, 14:52:55 PM
Che è l' uomo?

X Green Demetr.

Con naturale intendo tutto ciò che di vitale non risente direttamente dell' intervento dell' uomo, anche se più si va avanti e più questa distinzione diventerà quasi, se non lo è già, impossibile. L' operato dell' uomo è folle. E folle è la sicurezza sulla cultura che lo contraddistingue. E spero proprio che tu non sia tra coloro che difende tutto questo nel nome della scienza.

La scienza e la matematica, che io amo come scienza ma non come applicazione, come richiamo e specchio di ciò che ci circonda, tanto da ritenere gran parte delle conoscenze da lei scaturite di scarso valore, come appunto la quantistica e molto della fisica moderna, perché si trascinano e si avvalgono di criteri che non sono accettabili a livello logico-matematico proprio perché rientrano nel campo metafisico come appunto l' infinito ( ma anche lo zero ). E se tu affermi che ciò vale in filosofia perché non dovrebbe valere per la scienza?

Citazione dal tuo post su Paul11: crediamo di dimostrare l' esistenza di qualcosa tramite la presunzione che quella stessa cosa esista e tramite essa si AUTO-AFFERMA, e che ti posso garantire è lo stesso processo che avviene sia in matematica che in fisica. Siamo dei ciechi, caro Green, dei ciechi che pensano di essere muniti di una vista impeccabile, superiore a quella della lince. 

La Filosofia.

Siamole grati ma non schiavi. Tutto ciò che è cultura oggi si basa ancora su Platone ed Aristotele. Due grandissimi, ma oggi possiamo renderci conto, se vogliamo, che la loro immane genialità era figlia del loro tempo e che non poteva che basarsi sulle conoscenze del loro tempo. L' anamnesi di Platone infatti è geniale ma non tiene conto della genetica, e perciò è purtroppo una teoria, che lui ritiene vera, inutile. Per me il suo crollo era preesistente alla lettura di Nietzsche come molto della logica aristotelica. In Nietzsche ne ho trovato soltanto la conferma.

Ritenere che si possa ri-partire è pura velleità ( anche se ad affermarlo è Sini ). Io continuo a pensare con la mia testa. E ti confermo che dovresti smetterla di leggere queste voci dell' intellettualità contemporanea e leggere sempre la fonte. 

Mio caro Green se ti dicessi quanti sono gli anni che leggo Nietzsche e quanti ce ne sono voluti perché filtrasse profondamente nel mio pensiero rimarresti di stucco. Nietzsche ha ucciso la Metafisica e con essa la filosofia antecedente e molta di quella che l' ha seguita. Non c' è che da prenderne atto e fondarla di nuovo. Come? Ricominciando da zero. Difficile? Certo!! Impossibile? Non lo so, ma di certo qualsiasi altra strada sarebbe soltanto illusione di rifondazione.

Per quanto riguarda il Nietzsche di Heidegger è impensabile che possa affrontare un sunto su un testo preso a prestito ( non ho alcuna intenzione di investire una cifra intorno ai cento euro per un testo che comunque posso procurarmi diversamente anche se per brevi periodi ) in biblioteca, né so se ne sarei all' altezza. Perciò penso proprio che dovrò declinare l' invito. 

XMaral

Solo adesso leggo il tuo post con le tue considerazioni. Penso comunque che la mia risposta giaccia già in quanto esposto a Green. Sull' ultimissimo sono pienamente d' accordo.

Garbino Vento di Tempesta.
#85
Tematiche Filosofiche / Re:Che è l'uomo?
18 Aprile 2017, 11:26:54 AM
Che è l' uomo?

X Green Demetr

Mio caro Green, ma che cos' è l' uomo se non un essere vitale e naturale? Come lo è qualsiasi forma vivente? E te lo ripeto io non vedo in ciò un sistema, un tutt' uno, ma soltanto un tentativo di dare a ciò che è vivo e naturale un' identità. Nient' altro. In senso metafisico sono con Nietzsche entrambe sono dei contenitori vuoti come l' essere.

E cosa vuoi che mi importi che a livello matematico si siano fatti progressi da gigante sull' infinito? Carta è carta rimane, come la quantistica e molto altro in campo scientifico. 

Contemporaneamente alla dimostrazione di Aristotele, ricordo, ancora prima di leggere Nietzsche, che mi trovai a confutare quella scienza meravigliosa che è la matematica, ritenendola troppo inficiata da criteri volti a superare le sue contraddizioni. E non dimentichiamo che la logica non è che l' applicazione della matematica al discorso. E mi sembra strano che proprio tu che contesti il ritrovare ciò che era dato in partenza, possa poi avere dei dubbi su quanto da me opinato.  

Per quanto riguarda la logica, ripeto ancora una volta, sono con Kant che afferma: Non è possibile l' uso della logica nella Metafisica.

XMaral

Ti ringrazio per la fiducia, ma il contesto non è dei più positivi, ed ho paura che bisognerebbe archiviare anche quel minimo di premessa sull' argomento uomo che avevo indicato come accettabile.

La lettura del corso di lezioni di Heidegger su La volontà di potenza come conoscenza, mi ha sinceramente dato un' innervazione di fiducia sulle mie opinioni su Nietzsche e sul suo messaggio filosofico e rimango stupito che il Nietzsche di Heidegger venga così poco considerato, visto che è illuminante, sempre a mio avviso. Ma siamo sempre coinvolti in una cultura filisteica che non vuole il nuovo, perché non gli appartiene e nei confronti del quale è profondamente impreparata. 

Sorvolando sui frequenti richiami all' aspetto metafisico di cui ho già parlato, Heidegger si incunea profondamente nella filosofia di Nietzsche e riscontra l' errore di valore attribuito alla verità a vantaggio del valore superiore del vivente che è immerso nel divenire e cerca un sistema per fissare un ordine nel caos che gli si presenta. 

Questo il contesto e mi fermo qui perché devo ancora terminarlo. Ma lo spunto mi sembra di un interesse elevato.

Garbino Vento di Tempesta.
#86
Tematiche Filosofiche / Re:Che è l'uomo?
17 Aprile 2017, 08:59:05 AM
Che è l' uomo?

Fondare una scienza ed una filosofia non significa rifondarle. Non significa cioè salvare il salvabile e ripartire da quel punto, ma ripartire da zero. Salvare il salvabile infatti identificherebbe che ciascuno tenderebbe a salvare ciò che ritiene non opinabile ed ogni sforzo di fondare qualcosa cadrebbe nel vuoto.  Ma inoltre e sempre a mio avviso è necessario astrarsi dal tempo in cui si vive e che è già il risultato di tutti gli errori che la nostra conoscenza cela dietro ogni virgola.

Ciò che intendo dire è che è necessario che ciascuno si rimetta in gioco totalmente, e che purtroppo questa è la cosa più difficile. Infatti possiamo constatare che già sulla premessa iniziale, alquanto generica e per niente vincolante, la condivisione è ardua.

Diversi anni fa mi trovai di fronte alla dimostrazione di Aristotele che l' infinito cadeva nel campo finito e subito mi resi conto che non era accettabile. In essa Aristotele prendeva in esame una retta infinita, la tagliava in un punto x e poi spostava una delle due semirette nel campo finito da far così cadere l' infinito nel campo finito. Ciò che mi saltò subito agli occhi è che l' eventuale spostamento della semiretta non avrebbe spostato assolutamente l' infinito nel campo finito, l' avrebbe soltanto allungata. La semiretta non avrebbe mai cioè abbandonato l' infinito. 

Non so se qualcuno abbia già fatto questa riflessione sia prima che dopo di me, e non è per vanto che la riporto, il motivo è legato strettamente agli universali del sillogismo la cui veridicità dovrebbe, a mio avviso, ritenersi inversamente proporzionale alla tendenza all' infinito dei soggetti presi in esame. 

Ma questo esempio dimostra anche quanto errore possa risiedere nel nostro sistema conoscitivo e quanto sia indispensabile, se si vuole fondare una scienza ed una filosofia, ripartire da zero. 

X Maral

Ricordo che al sapere di non sapere socratico avevo collegato la tendenza dell' uomo alla menzogna per costruire uno schema che gli rendesse più facile la vita. Tema che trovo affrontato profondamente da Heidegger nel corso di lezioni sull' argomento Volontà di potenza come conoscenza che sto affrontando adesso. E' ovvio che è mia intenzione inserire le mie opinioni nella discussione da me aperta su Nietzsche, ma volevo chiederti se ritieni opportuno che ne parli anche in questa.

Garbino Vento di Tempesta.
#87
Tematiche Filosofiche / Re:Che è l'uomo?
15 Aprile 2017, 11:52:51 AM
Che è l' uomo?

Prima di tutto auguro una Buona Pasqua a tutti. Avevo l' intenzione di redigere il post sulla volontà di potenza per questo augurio, ma non so se ne avrò il tempo e se soprattutto sia pronto. Ringrazio Maral per questa opportunità e mi tuffo senza ulteriore indugio in questo interessantissimo tema, che per molti versi è legato trasversalmente al mio e alla Hideggerriana Volontà di potenza come conoscenza in cui mi sono inoltrato.

X Maral

Sono completamente d' accordo con i presupposti e perciò passo subito al nocciolo della questione. E cioè su quali siano le implicazioni per viverla con l' animo di raggiungere la conoscenza e quali siano la scienza e la filosofia che si rendono necessarie per porci nella migliore prospettiva possibile per accedere alla conoscenza stessa.

A titolo introduttivo, a mio avviso, è che le implicazioni sono diverse e di difficile appropriamento. Sia dal punto di vista della comprensione del problema sia della difficoltà che un tale compito richiede.  La domanda cardine, a mio avviso, è questa: Disponiamo già di una scienza e di una filosofia che possano gestire una simile situazione? La mia risposta è no. La mia risposta cioè, non implica soltanto che è necessario che si giunga ad una consapevolezza condivisa di quanto sostenuto nella tesi iniziale, ma che ciò avvenga anche nei confronti del constatare che non disponiamo di tale scienza e filosofia, e che perciò sarà necessario fondarle. Mi sembra di aver già posto questa mia opinione e che sostanzialmente non ho modificato la mia opinione nel frattempo. Ricordo anche di aver sostenuto che questo è l' arduo compito che attende la filosofia e la scienza nel futuro. E cioè appena possibile. Da oggi.

Grazie per la cortese attenzione.

Garbino Vento di Tempesta,
#88
La nave del filosofo e la gamba di Teseo

Mio caro Lorenzo, non mj piacciono coloro che mutano continuamenta prospettiva credendo che ciò passi inosservato, e per di più, come sospetto sia per il tuo caso, cercando di portare la discussione su un determinato binario, Il mutamento di prospettiva che hai operato è in rapporto al quesito iniziale e quello che di volta in volta proponi. Infatti siamo passati dalla rappresentazione semplice o sostrato ad una rappresentazione sempre più complessa da identificarsi con la sostanza di Aristotele e tendente all' idea di Platone.
Se hai qualcosa da proporre proponila e basta senza per questo comportarti come una volpe che si lascia seguire da questa o da quella lepre.
Comunque rispondo definitivamente alla tua domanda sulle due facce e che davo per scontato che dalla mia risposta risulta essere fuori luogo. L' unica faccia della realtà è la percezione, Il resto, e cioè tutta la rielaborazione concettuale che avviene in seguito non è un' altra faccia ma una miriade di interventi che il nostro pensiero ed intelligenza opera sulla percezione sensibile e in cui Nietzsche ipotizza esservi infusa l' arte attraverso la volontà di potenza. Il grado di arte e perciò il suo grado di errore dipende unicamente da quanto l' individuo sia riuscito a liberarsi del suo passato. Questa ipotesi necessita una lunga trattazione e perciò sorvolo. Passo e chiudo.

Garbino Vento di Tempesta
#89
La nave del filosofo e la gamba di Teseo.

Ciao Lorenzo. A me sembra che più che ad un concetto in me l' associazione avviene con un' immagine. E che soltanto se dobbiamo memorizzare un concetto l' azione avviene concettualmente, e a mio avviso, con più difficoltà a livello mnemonico. E questo ritengo che debba essere collegato all' uso del senso ottico che ormai per la sua alta definizione, cosa che per altre specie non avviene, tende sempre più a diventare il senso più importante di cui disponiamo. E' ovvio che se si pensa ad un cieco non posso neanche immaginare come il fenomeno si presenti, anche se probabilmente avviene ricorrendo a tutti gli altri sensi.  Quindi, a mio avviso ad una percezione noi comunemente soliamo associare un' immagine.
Naturalmente è la prima volta che approfondisco questo argomento e perciò posso anche sbagliare, ma per il momento posso considerare questa la mia opinione. 

Garbino Vento di Tempesta.
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La nave del filosofo e la gamba di Teseo.

X Lorenzo

Ciò che nella nostra cultura regola questo argomento proviene da molto lontano e sempre dai Greci. Platone in primis con l' idea, e da Aristotele con il sostrato. Anche se è necessario specificare che per Platone risiede nel Mondo delle Idee e viene ricordata dall' anima e per Aristotele nell' ente o se vogliamo nell' intelletto e viene elaborata dal pensiero e poi memorizzata.  Non è altro in fondo ciò che spesso si definisce associazione del nome di un oggetto ad una sua rappresentazione mnemonica e che quindi varia  nella sua forma da individuo ad individuo. Cioè ciascuno ad esempio ha una sua idea di gatto ma è indiscutibile che ogni forma pensata per l' animale gatto poi rappresenta comunque un gatto.

X Jean

La nave del filosofo è a mio avviso un paragone calzante per delineare il carattere del filosofo. Un carattere che cioè deve essere pronto ad affrontare mille insidie e tempeste se ha a cuore l' interesse della cultura e perciò della conoscenza. Una nave che necessita un Teseo che abbia i piedi ben piantati sulla tolda se vuole uscire vivo dall' immane compito che l' attende. Riferendosi comunque a ben altri piedi e cioè gambe è ovvio che la perdita di una gamba, per quanto debilitante a livello fisico, non può che passare in secondo piano rispetto ai ben più titanici problemi che il vasto oceano della cultura e della conoscenza gli pongono di fronte. Ma quanta soddisfazione subentra e prova il filosofo quando incomincia a scorgere terra, una terra qualsiasi, un vibrare nell' anima di un estasi relazionata a ciò che questo accadere rappresenta dopo aver solcato mille mari e superato mille tempeste.
A presto e sempre con stima.

Garbino Vento di Tempesta.