Citazione di: Ipazia il 20 Maggio 2019, 12:14:14 PM
In varie discussioni parallele è posta la contrapposizione tra monismo e dualismo, materiale e immateriale, determinismo e casualità, chiedendo ai partecipanti di schierarsi. Io credo che entrambe le posizioni siano, se poste unilateralmente, errate perchè la realtà è monista, dualista, terzista e plurale. Ciascuna nel suo piano proprio. Per cui è dai piani/dimensioni del reale che bisogna partire:
Il piano 0, in onore a Kant, lo lascio alla cosa-in-se', alla natura così com'è a priori di ogni sua pensabilità. Quindi non dicibile. Ma pensabile a posteriori nella sua spinoziana olisticità. Intuizione limite metafisica più che ente ontologizzabile.
CIao Ipazia
Ho letto con molto interesse la tua dissertazione e molte delle risposte, ma francamente ci ho
capito poco...
Come sarebbe a dire che esistono "piani" o "dimensioni" del reale (alcuni degli interventi
parlano addirittura di realtà molteplici...)?
A me sembra che ad esistere siano piuttosto delle "interpretazioni" della realtà; per cui
essa si pone all'interno di una certa "catena segnica" piuttosto che un'altra; ma la realtà
è indubitabilmente una, mi sembrerebbe evidente.
Il discorso non è allora su quale di queste interpretazioni è "migliore" di un'altra (cioè: è
anche questo ma dopo; non subito), ma innanzitutto dev'essere proprio sulla, chiamiamola,
"condizione originaria": intendiamo la realtà come fatto o come interpretazione?
Da questo punto di vista, non puoi attribuire a Kant l'interpretazione "0" (ammesso che con
il termine "piano" tu intenda quella), perchè Kant non ti dice: "la realtà è questo e quest'
altro", ma ti dice bensì: "ciò che chiamiamo realtà è necessariamente un'interpretazione".
L'alternativa a Kant (sto parlando evidentemente della Ragion Pura) non è un'altra "interpretazione",
ma la rivendicazione della conoscibilità in senso oggettivo della realtà.
saluti