Menu principale
Menu

Mostra messaggi

Questa sezione ti permette di visualizzare tutti i messaggi inviati da questo utente. Nota: puoi vedere solo i messaggi inviati nelle aree dove hai l'accesso.

Mostra messaggi Menu

Messaggi - 0xdeadbeef

#76
Citazione di: Ipazia il 20 Maggio 2019, 12:14:14 PM
In varie discussioni parallele è posta la contrapposizione tra monismo e dualismo, materiale e immateriale, determinismo e casualità, chiedendo ai partecipanti di schierarsi. Io credo che entrambe le posizioni siano, se poste unilateralmente, errate perchè la realtà è monista, dualista, terzista e plurale. Ciascuna nel suo piano proprio. Per cui è dai piani/dimensioni del reale che bisogna partire:

Il piano 0, in onore a Kant, lo lascio alla cosa-in-se', alla natura così com'è a priori di ogni sua pensabilità. Quindi non dicibile. Ma pensabile a posteriori nella sua spinoziana olisticità. Intuizione limite metafisica più che ente ontologizzabile.



CIao Ipazia
Ho letto con molto interesse la tua dissertazione e molte delle risposte, ma francamente ci ho
capito poco...
Come sarebbe a dire che esistono "piani" o "dimensioni" del reale (alcuni degli interventi
parlano addirittura di realtà molteplici...)?
A me sembra che ad esistere siano piuttosto delle "interpretazioni" della realtà; per cui
essa si pone all'interno di una certa "catena segnica" piuttosto che un'altra; ma la realtà
è indubitabilmente una, mi sembrerebbe evidente.
Il discorso non è allora su quale di queste interpretazioni è "migliore" di un'altra (cioè: è
anche questo ma dopo; non subito), ma innanzitutto dev'essere proprio sulla, chiamiamola,
"condizione originaria": intendiamo la realtà come fatto o come interpretazione?
Da questo punto di vista, non puoi attribuire a Kant l'interpretazione "0" (ammesso che con
il termine "piano" tu intenda quella), perchè Kant non ti dice: "la realtà è questo e quest'
altro", ma ti dice bensì: "ciò che chiamiamo realtà è necessariamente un'interpretazione".
L'alternativa a Kant (sto parlando evidentemente della Ragion Pura) non è un'altra "interpretazione",
ma la rivendicazione della conoscibilità in senso oggettivo della realtà.
saluti
#77
Tematiche Spirituali / Re:Coscienza
23 Maggio 2019, 19:32:22 PM
Ciao Maria
Non sono sicuro di comprendere ciò che affermi...
Dapprima dici che la coscienza: "non ha assolutamente nessuna possibilità di scegliere liberamente".
Poi: "l'unica libertà che ci rimane è quella di scegliere...l'ego che presiede la mente divisa o
sbagliata o lo Spirito che presiede la mente Una o corretta".
Io credo che se questa scelta, chiamiamola "residuale", fosse libera, cioè non fosse anch'essa
determinata, allora OGNI scelta lo sarebbe...
Cos'è "l'ego che presiede la mente divisa e sbagliata"? E cos'è lo "spirito che presiede la
mente Una e corretta"? Se con questi enigmatici termini tu intendessi la "materialità" degli
istinti e dei desideri contrapposta alla "spiritualità" dei valori e dei principi morali,
la libertà che attribuisci alla scelta per l'uno o per l'altro sarebbe equivalente alla libertà
senza aggettivo né specificazione alcuna.
saluti
#78
Ciao Carlo
Tu affermi che Kant, al pari di Caino, sopprime la relazione uomo-Dio...
Io dico invece che Kant SICURAMENTE non effettua nessuna sintesi (cioè resta "al di qua
del muro"), ma non per questo sopprime la "relazione" (fra uomo e Dio come fra uomo e uomo,
o così pure fra Nomos e Physis). E' Caino che "sopprime", non Kant...
Così come era stato per Socrate, che non nega la verità della Physis, ma che le oppone quella
del Nomos; così come per Levinas, che afferma l'irriducibilità dell'"altro" all'"io" (ci ho
fatto anche un post, tempo fa), così per Kant le "parti" restano distinte.
Ma è proprio questo "restare distinte" che le preserva da una sintesi che, sia essa idealistica
o materialistica, finisce col ridurre la parte "debole" a quella "forte".
Sicuramente alla base di questa teoresi c'è una concezione negativa dell'essere umano (come del
resto alla base della tua c'è una concezione positiva), ma io credo che questo ci insegni la
storia (e saremmo stolti se non sapessimo imparare nulla dalle sue lezioni...).
Io credo, in sostanza, che buoni steccati facciano buoni vicini...
saluti
#79
Tematiche Spirituali / Re:Coscienza
22 Maggio 2019, 15:07:50 PM
Ciao Maria
La coscienza ha per me un significato univoco (la definisco come: "il luogo originario dove
avviene la decisione"). La coscienza, dunque, come capacità dell'essere umano di veder-si
e di giudicar-si, e quindi di "scegliere" quale agire.
Essendo la scelta, la decisione per "quale" agire, il tratto più caratteristico dell'essere
umano (che per me è "libero" nei limiti della sua natura finita e mortale), la coscienza è
forse il concetto più importante dell'intera filosofia.
saluti
#80
Ciao Sgiombo
Beh, su una cosa concordiamo senz'altro: l'amore per i gatti (io ne ho attualmente tre, e
tantissimi ne ho avuti in passato).
Hai in un certo qual modo ragione: ognuno ha una propria "personalità" (però mangiano tutti e
sempre da paura, nessuno che pensi ad un minimo di dieta...).
saluti
#81
Citazione di: Carlo Pierini il 21 Maggio 2019, 22:38:38 PM Nell'impossibilità di conciliare Dio e Natura, Caino e Kant sopprimono entrambi la relazione uomo-Dio.



Ciao Carlo
Non sono d'accordo; e semplicemente perchè, nell'immediato periodo post-kantiano, sarà semmai
l'Idealismo (con il materialismo che ne è figlio legittimo), con la sua pretesa di sintesi fra
reale ed ideale, a porre le basi per l'annientamento di uno dei due termini.
Non che prima, s'intende, non fosse conosciuta la sintesi "reale" che si instaura, ad esempio,
fra vinto e vincitore...
Già in Platone infatti, nel dialogo sulla "giustizia", è chiaro come la posizione
di Socrate non sia una posizione che tende alla "sintesi" (e sia perciò una posizione "kantiana").
Al sofista Trasimaco, che afferma la giustizia come l'utile del più forte, Socrate non dice: "sbagli",
ma dice: "la giustizia è l'utile del più debole", contrapponendo cioè il "nomos" umano alla "physis"
naturale senza cercare di sintetizzarli in una "reductio ad unum" che avrebbe come risultato
necessario l'annientamento di uno dei due termini (ben di rado, nella storia, si è assistito ad
una sintesi "bilanciata" fra la tesi e l'antitesi).
saluti
#82
Citazione di: sgiombo il 21 Maggio 2019, 21:24:20 PME infatti le diversa natura di ognuno determina il diverso agire di ognuno,
Ciao Sgiombo
Ma per gli animali la "scelta" non è individuale ("la diversa natura di ognuno").
Sia il mio che il tuo gatto, se possono mangiare (se non c'è il cagnaccio), mangiano.
Ora, che ogni agire individuale umano sia deterministicamente necessitato mi pare
francamente un concetto talmente impregnato di metafisica (il "destino") che
al confronto il libero arbitrio fa la figura di un caposaldo del materialismo...
saluti
#83
Tematiche Spirituali / Re:Religione e ragione
21 Maggio 2019, 21:24:12 PM
Ciao Davintro
Il tuo intervento mi ha ricordato in un certo qual modo la "Leggenda del Grande Inquisitore"
di Dostoevskij...
Sicuramente la religione "popolare" presenta aspetti riconducibili alla superstizione; ma
altrettanto certamente non va squalificata "in toto" come tale. Perchè sono convinto che, in
fondo, anche le profonde elucubrazioni dei sapienti nascondono malamente quella che è la
"comune paura": la morte come ritorno in quel Nulla dal quale proveniamo...
Sono altresì convinto che pagine bellissime in merito siano quelle de: "L'uomo in rivolta"
(Camus), nelle quali il sottovalutatissimo filosofo "isola" quella che è un pò la "madre
di tutte le rivolte": la rivolta metafisica come rivolta dell'essere finito contro la sua
stessa finitezza.
Ecco, a mio parere è proprio su questi temi che religione e ragione possono trovare un
terreno comune.
Saluti (e grazie per il solito, profondo, commento)
#84
Ciao Carlo
Interessante (vedo che ultimamente cominciamo a trovare qualcosa su cui concordare...).
Mi richiama alla mente un saggio del giurista Guido Rossi ("Il ratto delle Sabine"), che
tra gli altri argomenti tratta del rapporto fra Romolo e Remo quasi negli stessi termini in cui
tu descrivi quello fra Caino e Abele.
Nel saggio di Rossi, Romolo è "potenza pura" (mentre Remo rappresenta anche la ragione),
ed uccide solo in virtù di questa: solo perchè Remo non obbedisce al suo comando imperioso.
Dal mio punto di vista (notoriamente kantiano...), tutto questo si può "leggere" anche come
confutazione della "sintesi" idealistica di tesi e antitesi (che sempre, nel reale, si
riduce ad uno solo dei termini - da qui la necessità di non sintetizzare, o almeno di lasciare
"aperta" la sintesi).
saluti
#85
Citazione di: Ipazia il 21 Maggio 2019, 13:15:26 PM
Prima o poi a qualcuno verrà la curiosità di conoscere che cosa contengano i "barattoli" etichettati con "libertà", "legge", "giustizia".

Il materialismo storico lo ha fatto e ne ha ricavato una dialettica assai poco friendly. Ma ciò non esclude altre idilliache dialettiche e sintesi. Poi è la realtà, con la sua rodente critica, ad emettere il verdetto.


Ciao Ipazia
Beh, c'è stato da ormai gran tempo chi ci ha guardato dentro a quei "barattoli", non trovi?
Alcuni vi hanno visto "Dio" o qualcosa di simile; altri vi hanno visto la "potenza" che dice,
essa, cosa siano la libertà, la legge e la giustizia....
Il materialismo storico, per me, vi ha visto un pò dell'uno e un pò dell'altra. Così, senza
"sintetizzare" un bel niente se non nel reale (perchè la "sintesi" è sempre "reale"; mai
"ideale"...).
saluti
#86
Ciao Sgiombo
In ambedue le risposte pronunci la parola "natura" (è la mia natura che determinerebbe
causalmente i miei comportamenti), ma ciò che io sostengo è esattamente che la mia "natura",
in quanto essere umano, è diversa da quella del mio e del tuo gatto.
Mi sembra infatti che se volessimo parlare di una specifica "natura umana", dovremmo per
forza porre l'accento su di una (almeno presunta) libertà di scegliere ANCHE comportamenti
che vanno nella direzione contraria ai tipici comportamenti istintivi animali.
Dunque (volendo usare una terminologia filosofica ultraclassica...) il libero arbitrio come
"essere"; come "essenza" dell'uomo (come ciò che distingue l'uomo dall'animale)?
Mi sembrerebbe una tesi certamente ardita, ma non del tutto insensata...
saluti
#87
Citazione di: sgiombo il 19 Maggio 2019, 20:54:59 PM
Citazione di: 0xdeadbeef il 19 Maggio 2019, 15:49:38 PM
CitazioneDubito lo possa essere il libero arbitrio (== l' agire a casaccio).



Ciao Sgiombo
Però, pur nell'indimostrabilità di entrambe le tesi, ritengo che l'evidenza, come dire, "segni
un punto in più" al libero arbitrio piuttosto che alla necessità deterministica...
E questo semplicemente perchè noto di non aver bisogno che una guardia armata presidi una
tavola imbandita per non mangiare (a differenza del tuo gatto...).
Inoltre, perchè mai il libero arbitrio sarebbe equivalente all'agire a casaccio? Se decido
di dare o di non dare qualche moneta al poveretto che sosta davanti al supermercato non lo
faccio dopo aver fatto testa o croce o sfogliato una margherita.
saluti
#88
Tematiche Spirituali / Re:Coscienza
20 Maggio 2019, 20:25:13 PM
Ciao Maria, e benvenuta.
Sulla coscienza ti segnalo (fra i tanti...) il mio post "La struttura originaria", nella sezione:
"Tematiche filosofiche".
saluti
#89
Tematiche Spirituali / Re:Religione e ragione
19 Maggio 2019, 20:19:29 PM
Ciao Anthony
Sì, forse è più opportuno parlare di "fede" o "spiritualità" che non di "religione" (il qual
termine richiama a precise forme storiche).
Condivido anche il richiamo ad Hegel nel senso di un richiamo alla "sintesi" di materialità
ed idealità che è, attenzione, necessaria, cioè ineludibile.
Nel clima post-parmenideo si è creduto che "razionale" fosse solo: "ciò che è visto con l'occhio"
(contro Parmenide che invece affermava: "la ragione, non l'occhio, vede il vero"), e tale è
rimasto fino ai nostri giorni (dove a dominare è l'"evidenza empirica").
Ecco, il mio post è volto a cercare di recuperare quella, chiamiamola, "razionalità nascosta"
(nelle misteriose lande della spiritualità) che finora è stata ritenuta oggetto di mera "fede".
saluti
#90
Ciao Carlo
Concordo anche su questo tuo richiamo alla filosofia del diritto.
Direi anzi che la faccenda riguarda direttamente la giurisprudenza stessa, visto che almeno in teoria
non è possibile giudicare processualmente un'azione se non svolta intenzionalmente.
E su questo punto ritengo opportuna una precisazione/digressione...
Sempre più assistiamo, nei processi, ad interventi volti a negare il "dolo" (il caso più tipico è
il sempre maggior ricorso a perizie psichiatriche). Questo aspetto richiama alla mente una sempre
più pervasiva "medicalizzazione" della società, per cui certi comportamenti non sarebbero il frutto
di una precisa volontà ma di cause ad essa esterne e sulle quali essa, la volontà, non ha alcun
potere.
Io vedo in tutto questo un'immagine di quella "ricostituzione dell'Inflessibile" che va sotto il
nome di "scientismo", e che pretende di estendere i principi della scienza anche ad ambiti che
non solo non le sono propri, ma che le sono antitetici.
Insomma, come dicevi è sicuramente una "vendetta del Dio rimosso"...
saluti