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Messaggi - PhyroSphera

#76
Non posso evitare di specificare che la recensione, che ho pubblicato qui su, non deriva da pareri o trattamenti di terapeuti o psicoanalisti o psicologi o neurologi... non da direttori di Asl... né da sacerdoti o pastori...
L'ho creata oggi con un laborioso lavoro del tutto privato, personale, non aperto a nessun altro.
La necessità di tale precisazione racconta già da sé quali pregiudizi o prevenzioni circolino sugli argomenti e le questioni oggetto della mia riflessione.

MAURO PASTORE
#77
Non ho potuto evitare durezza nel comporre la seguente recensione al libro (indicato nel titolo - pubblicato da Giulio Einaudi editore s.p.a., Torino, 2022 e 2023) di Massimo Recalcati, che non fa solo un buco nell'acqua ma avalla anche una brutta evenienza per la cultura cristiana e non solo per questa.

L'autore M. Recalcati pur analizzando la Bibbia non ne considera il Testamento (l'Antico) ma la "Torah" e non come Insegnamento ma quale Légge, secondo prospettiva ebraica non conciliante con le realtà pagane che pure in sé essa contiene. Ma proprio queste la psicoanalisi del linguaggio dell'inconscio può avvicinare direttamente, in tal caso trovandole separate dallo stesso oggetto considerato. Oltretutto lo schema applicato - il superamento del mero godimento per la liberazione di un desiderio non più assoluto, il volgersi dallo "Stesso" a ciò che è Altro ponendo fine alla prepotenza dell'Ego - non può essere rapportato direttamente a un oggetto religioso, dato che tale Altro può essere, linguisticamente e psichicamente, qualsiasi cosa e invece le religioni e in specie le loro fedi si rivolgono ad assoluta trascendenza. Questa l'autore nomina ma gettando solo scompiglio. Inoltre il dolore e la sofferenza non sono interpretate e accampa pressoché assurdamente una Nostalgia personificata che indica l'esistere nella sua negatività, la cui accettazione sarebbe la soluzione. Ma, appunto, questa manca.
Con la sua incursione Recalcati non solo ripudia l'orientamento ermeneutico del maestro Lacan ma accoglie pure la pretesa di S. Freud di aver mostrato che il processo storico inizia dalla violenza. Fallisce nel porre in campo il concetto di individuazione del Sé della psicologia analitica, giacché il suo negativismo non gli consente di accedere ad alcuna vera immagine di sé. Forza il testo biblico entro un logos che gli è estrinseco, volgendo con l'analisi del Libro di Giobbe dalle risposte alle domande fino al termine della teologia e a sorta di anti-teologia, doppiando il messaggio biblico con un altro opposto. Non si trovano, alla fine di tutto questo non neutrale percorso, le radici bibliche promesse col titolo. 


MAURO PASTORE
#78
Citazione di: doxa il 24 Marzo 2025, 22:00:01 PM"Apocalisse": questa parola composta  deriva dal lemma di origine greca " apokálypsis": disvelamento, rivelazione. 

In ambito religioso la rivelazione è quella escatologica, che profetizza il destino ultimo dell'umanità, invece a molti evoca la catastrofe, voluta dalla divinità oppure naturale, perciò suscita paure e interrogativi, che si possono vedere rappresentati nell'arte anche  nella predetta mostra parigina, titolata "Apocalisse, ieri e domani".

L'Apocalisse dell'omonimo libro biblico ("di Giovanni") è Rivelazione ultima nel quadro della salvezza che giunge da Dio ed è rivoluzione, cambiamento e secondo una destinazione che non è il destino, lasciando che l'eventuale rifiuto renda la nuova realtà una catastrofe per gli empi.


MAURO PASTORE
#79
Citazione di: Jacopus il 28 Maggio 2025, 19:59:34 PMIl livello biologico non è l'unico livello da definire. C'è il livello di genere che non è fisico ma neurologico e culturale e il livello della attrazione sessuale. Ad esempio si può essere fisicamente donna, sentirsi di genere maschile ma essere attratti dal sesso maschile (una combinazione rara ma tanto per chiarire). Inoltre il nostro fisico non agisce come una statua che è definita una volta per tutte. La nostra identità di genere, fisica e di preferenza sessuale è fortemente condizionata dai flussi di neurotrasmettitori e ormoni, che non sono uguali per tutti. In realtà uomo/donna non è una distinzione netta ma è un continuum, il che è coerente con l'evoluzionismo che non gradisce le scelte nette, perché pregiudicano le altre possibilità di sviluppo della vita. Del resto la stessa natura ci propone moltissimi esempi di omosessualità. Nell'uomo, inoltre questi meccanismi di continuum fra i generi sono amplificati dai percorsi culturali. Provate a vestire da bambina un maschietto fin dalla più tenera età, addestrarlo ad essere femmina e potrete valutare come il processo di identificazione uomo/donna non è solo un processo inarrestabile esclusivamente fisico. Siamo una specie complessa e gli effetti di questa complessità si riversano in queste problematiche come in quelle delle malattie mentali. Un batterio di sicuro non esprime né problemi mentali né problemi di genere. Siamo noi che dovremmo orami aver accettato che la nostra natura è "leggermente" diversa da quella delle altre specie, pur ubbidendo alle regole generali dell'evoluzionismo.


La identità sessuale non è un'entità separata da mente e corpo, che sono una unità assieme all'identità stessa. E' assurdo valutarne come se essa possa divergere dal resto.
Il piano della cultura non può essere separato da quello della natura, solo distinto. L'identità culturale, la percezione di sé attraverso la cultura, non è in contraddizione con la natura, perché la cultura comprende necessariamente in sé i riferimenti naturali.
Il "livello biologico" non è l'unico ma non va negato né confuso.

Colgo l'occasione per un assai necessario excursus:
Il problema serio è costituito dal fatto che nella subcultura largamente diffusa è inserito il pregiudizio che l'omosessualità sia una eccezione contro natura. Da questo gigantesco errore deriva l'ostilità alla ragione e al ragionamento da me riportati in questo mio messaggio, dei cui contenuti sono certo e consapevole.
La intelligenza, anche quella filosofica, a volte è mortificata dalla subcultura, specialmente quando questa è invasa da elementi estranei, questi sì veramente contro natura e capaci di stare solo su un piano non integralmente culturale.
Quanto ho detto dunque riceve grave ostilità da ambienti dominati da istanze anticulturali ed anche antiscientifiche, perché in realtà la scienza attesta che nell'umanità non esistono effettivi ermafroditi; e non solo filosoficamente anche biologicamente quella del "terzo sesso" è una falsità. Tali istanze anticulturali sono assieme a vere altre tendenze contronatura, al posto delle quali si vorrebbe, a livello sociale e di massa, giudicare la naturalità umana. La verità è che ciascun essere umano è sia omosessuale che eterosessuale e se le occasioni non mancano nella vita di ciascuno ci sono sia azioni omosessuali che eterosessuali (può accadere anche assieme ed esiste anche la sequenza eterosessualità-omosessualità e non è vero che l'omosessualità è normale solo negli adolescenti).
La sessuofobia dilagante anche nelle religioni (nel cristianesimo soprattutto tra cattolici) tratta questi discorsi veritieri come seduzioni demoniache e ragionamenti di prostitute bugiarde. Non solo cleri e tanti laici loro sottomessi, forze dell'ordine e magistrature, ma anche sanitari, non solo quelli falsi anche quelli veri quando tradiscono i loro statuti, si trovano coinvolti in questo dileggio-calunnia. C'è la pessima impresa che finge l'umanità sottoposta alle stesse leggi selettive dei branchi di bestiame e inscena istintività di lotte che nemmeno l'umanità allo stato ferino concepisce - neppure vagamente!
Le vere Corti non producevano gli eunuchi fisici, davano lavoro agli incidentati solamente; ugualmente i veri impresari teatrali - i cantanti con voci neutre erano i primi autentici destinatari di certe arie da opere, non i castrati, e la voce del canto teatrale è artificiosa, inoltre la neutralità della voce è capacità di tutti e non c'entra niente con il sogno della transessualità, la quale nella natura umana e di molti altri animali, non razionali cioè, non esiste. In particolare noi umani siamo, quanto a divisione dei sessi, due generi; il che rende il cambio o transizione o quant'altro che sia di trasformazione sessuale non solo impossibile ma pure del tutto alieno.
Attualmente dalle corti e i teatri si è passati alla terapia e alla medicina, nel tentativo di far sembrare che l'odio e la violenza contro il sesso siano razionali. E' tutto lo stesso: vera medicina e vera terapia non praticano né teorizzano cambi, transizioni o altro che sia la trasformazione di un sesso umano in un altro, evento impossibile ed anche logicamente assurdo - il che appare a chiunque possa realmente pensare la questione.
Il fatto che la psicologia individuale abbia scientificamente dimostrato che certi complessi negativi di inferiorità, inferiorità-superiorità o viceversa superiorità-inferiorità, superiorità, condizioni del tutto oltre le capacità di gestione sociale degli individui, non siano risolvibili terapeuticamente non è la prova che ci siano sofferenze non risolvibili diversamente. La psicologia dei collettivi sa che esistono le terapie di gruppo a rimediare a casi apparentemente impossibili ma la realtà individuale non è annullabile in quella collettiva, tuttavia esiste anche altro dalla terapia in sé e per sé. Innanzitutto il desiderare, sognare oltre misura - che non è psicosi (né schizofrenia) - non è sempre o solo un contrasto tra l'ego e il Sé, tra volontà di potenza e ignoranza della realtà e i suoi limiti, ma può essere semplicemente volontaria mancanza di saggezza o scelta - non sempre volontaria! - di un suicidio parziale. In secondo luogo se la patologia indica una difficoltà bisogna riconoscere che tante cose esistono che sono terapeutiche, non solo la terapia stessa, e che certi accadimenti, ad esempio quelli guidati dall'assistenza di un sociologo, possono portare direttamente fuori in altra patologia senza più problemi di sorta. Allora bisogna smascherare i tanti giri di pensiero e di parole attorno a una diagnosi fasulla e a una interpretazione falsa e falsificante, la cosiddetta "disforia di genere". Difatti il patos (pathos), quello legato al desiderio e sogno impossibili della trasformazione da un sesso all'altro, (patos) descritto proprio entro una osservazione di patologia non costituisce una diagnosi!!
Insomma ci sono delle intrusioni violente cui non si deve dare assensi. Più che un assistente sociale - difatti a volte ci sono accanimenti nonostante la società non possa o non voglia concorrere più - valgono altri aiuti. Un poliziotto potrebbe far capire in che senso certi mezzi suicidi fatti per dispetto sono a volte dei delitti e soprattutto potrebbe impedire che l'assurdità divenga oggetto di odi contro menti e specialmente corpi, potrebbe scoprire dei meri delitti in cui la vittima viene costretta anche al silenzio e anche da moltitudini attorno (e con droghe ed altre sostanze e interventi a fingere l'impossibile). Invece di tollerare false diagnosi, gli Stati devono prendere una strada chiara (la Presidenza russa di Putin, poi quella statunitense di Trump, sono a riguardo buoni esempi e per nulla empietà antipsicologiche).
Esiste il ruolo del filosofo. La filosofia ha una propria saggezza e può aiutare a far riacquistare il senno, il che è diverso dal far guarire da una psicosi. Difatti ragionare e accettare i limiti nella vita non è azione che si possa garantire scientificamente (teorie e dati scientifici sono sempre ridotti rispetto al restante) e la vittoria si conquista, dato che la realtà ha un suo carattere sfuggente e dato che gli eventi dell'esistenza sono imprevedibili ed esistono accadimenti ostili, finanche ingannatòri. E' fuorviante e disonesto fingere che un patos e una mancanza di senno siano configurazioni mentali neurologicamente descrivibili e che si possa intervenire con un diagramma del cervello e una cura. Inoltre un complesso negativo non è contraddistinto dalla corrispondente configurazione neuronale. La scienza ufficiale distingue tra mente e cervello e il patos deriva dalla sfera mentale e può essere vissuto a livello fisiologico in modi anche opposti. Questo significa che i diagrammi che usano i neurologi possono diventare motivo di inganno se non si riflette sui limiti della neurologia e se la si vuole applicare oltre la misura possibile o addirittura impropriamente, peggio se con la fisiologia si nega la psicologia. Piuttosto, si consideri che la prassi di un neurologo che va oltre misura è studiabile psicologicamente e si può formulare la domanda: dipende da un complesso? Sicuramente i neurologi che fingono che le donne incinte abbiano in grembo prima dei vegetali e poi delle bestioline e solo dopo degli umani e per giunta inizialmente 'subumani', questi soggetti sedicenti neurologi vanno studiati attentamente, ed anche quelli che fanno conto (fingono anche? fingono sempre?) di essere biologi e invece disconoscono i risultati della scienza biologica e che negano l'esistenza di altre scienze quali antropologia e glottologia o linguistica. In che condizioni agiscono, con quale "ego ipertrofico", in quale conflitto di ignoranza e realtà? E quando - per esempio - i loro compari o essi stessi fingono che sia impossibile acquistare un libro di psicologia scientifica e diventare in una sola settimana scienziati psicologi (anche da studenti di liceo...)? E quando si finge che la medicina ufficiale e scientifica sia esoterica? Che impresa oppure affare è??
Inutile porre in causa mondi che non sono stati travolti o toccati da certe assurdità e, per così dire, "gettare fumo negli occhi" fingendo che la verità costituisca odio per una categoria. Innanzitutto perché certe categorie sono solo fantasie (il gay, il trans...), in secondo luogo perché smascherare un brutto sogno non è la stessa cosa che odiare il sognatore.
Con ciò, ho terminato l'excursus - che ho ritenuto assai necessario e che vale di più che una replica a un singolo messaggio.


MAURO PASTORE
#80
Citazione di: iano il 17 Maggio 2025, 00:57:00 AMIl re è nudo e la verità è vestita.

E perché non una regina?

Al link in basso opera lirica composta e scritta da una donna. Nella immagine un quadro che raffigura, in verità miticamente e al contempo con parvenze di aristocratici settecenteschi (e apparenza veramente assurda nel confronto con quella antichità radicalmente differente), Alessandro Magno e Talestri.

https://youtu.be/u0RogpXMHDA?si=GsrmyguK7lKWJJXA (Non condivido anche l'eventuale pubblicità commerciale - al mio primo collegamento al link assente, ma non al secondo.)

MAURO PASTORE
#81
Riguardo al Velo di Maya e al pensiero occidentale.
Questa espressione è assai conosciuta per via della risonanza — ma pure ridefinizione e riformulazione — datale da Arthur Schopenhauer nella sua opera filosofica. Essa indica ciò che si frappone tra il contemplatore della realtà e la verità. La persuasione che l'ingenuità e la spontaneità popolare siano superiori alla visione intellettuale di idee misteriose e di quanto di ulteriore esse indicano, ha creato e crea non poca avversione e la virtù contemplativa è accusata di essere una sfavorevole stasi anche quando è proprio essa l'attività necessaria.
Il gioco dell'incappucciato che fa il misterioso è cosa assai diversa dalla filosofia che indica la via oltre le illusioni della realtà. Troppo spesso si vorrebbe confondere le due cose avviando dialoghi per orbi senza orbi (vivendo c'è sempre possibilità di minima sufficiente saggezza).
Se col riferirsi a tale cappuccio si vuole sostenere che anche il velo di Maya può essere idoleggiato e diventare motivo di inganni, questo è vero, ma non nel senso che è un riferimento sbagliato. Ci sono insensati che a fronte delle illusioni delle apparenze si incantano e vogliono dimenticarsi della verità. Tuttavia l'hinduismo non presenta le stesse difficoltà delle religioni semplicemente politeiste. E' un sistema misto nel quale gli elementi molteplici non fanno da diaframmi e gli idoli possono essere oggetto di libero gioco.
Bisogna distinguere tra buone e cattive polemiche. Vi erano e ancora vi sono comunisti marxisti che accusano i borghesi di inventare falsi misteri, ma anche fondamentalisti cristiani che accusano la saggezza orientale di essere una frode. In entrambi i casi si pensa a una giostra che sottrae la verità e la restituisce poi con gli interessi, economici e/o culturali. Finanche Nietzsche aveva insinuato questo su Schopenhauer, però non contraddicendone la filosofia ma sostenendone un disvalore. La autentica filosofia nicciana non nega il significato della Noluntas schopenhaueriana ma le oppone l'Amor Fati quale alternativa che afferma il valore della esuberanza vitale. Nietzsche aveva insinuato che l'autore de Il mondo come volontà e rappresentazione aggiungesse qualche scherzo davvero di troppo.
Kierkegaard nel suo Diario, tra afasie ed illusioni psicologiche, aveva giustamente criticato l'impostazione atea mediante cui si indicava l'estinzione del desiderio fine a sé stesso, dicendo che una materia così deve esser trattata con santità e senza metter da parte la realtà di Dio. Con ciò, si indicava il valore delle dottrine religiose orientali del disinganno.
Per capire il pensiero dominante indicato da Schopenhauer è necessario tener fermo il suo oggetto di indagine, la negatività del mondo isolato dall'ordine cosmico cui opporre un passaggio (nirvana) dalla falsità alla verità, dall'insoddisfazione alla gioia. Per capire l'assurda identificazione — ma non reale attestazione di identità — tra cristianesimo e sofferenza fatta da Kierkegaard è necessario riferirsi più radicalmente a ciò che domina il mondo attraverso l'imprevisto e al corrispettivo rimedio, simboleggiati dal Crocifisso: un avvenimento negativo di morte cui si oppone la fede nel Dio che è presente nella morte stessa, che viene rimandata senza esser più sciagura. Ciò nel racconto del martirio di Gesù è solo significato non specchiato. Quindi in ultima analisi l'esempio tragico del Crocifisso è di per sé ipotetico anche se la sofferenza fa parte della esistenza; e ciò si simboleggia con la semplice Croce, che è il segno simbolico principale.
Ho detto questo perché Schopenhauer considera buddhismo e cristianesimo quali religioni realiste, che includono il pensiero e la realtà del negativo (in tal senso pessimiste, ma non oltre), e nel far ciò comprende meglio il Buddha che il Cristo. Non c'è dubbio che egli difendeva anche la cristianità da chi vedeva in detto realismo un'autoafflizione o peggio un'autopunizione violenta. Ma quest'ultimo incubo, riguardante specificamente il mondo cristiano, non è del tutto fugato dalla illustrazione della Noluntas e i sottoposti all'incubo non sono del tutto smentiti e sono molto prepotenti. Per questo è giusto specificare. Inoltre senza coscienza di tale distinzione è facile anche per un grande filosofo fraintendere la vita cristiana (cosa che avvenne e che avviene tuttora).

Ho scritto motivato da senso di necessità, visto che c'è una drammatica condizione di sottocultura.
Per chi ne avesse bisogno e non fosse superbo, lo rimando a scuola. Nel link in basso una lezione corretta e non difficoltosa — ammesso però che si voglia esser precisi con le parole, senza voglia di travisarle per trasferire pensieri alieni a mo' di armi (si sa che tra i banchi di scuola bisogna tenere condotta sufficiente per imparare). Ad esempio: scienza e conoscenza non sono lo stesso e quanto a conoscenza pura la scienza è soggettiva ma — aggiungo io — non su altro piano... Non penso che si possa trovare sul Web lezione migliore di questa (dire della filosofia di Schopenhauer può essere arduo):
https://www.studenti.it/schopenhauer-il-velo-di-maya.html] (Mi risulta che il contenuto del link indicato è stabile (in esso è riportata data del 5 luglio 2023); nell'incertezza, invito a farne riferimento solo se in possibilità di autocertificarsene.)
Sulla filosofia e teologia di S. Kierkegaard, rappresentativa del pensiero occidentale corrispondente, basti quel che ho illustrato io.
[26 [28, 30] maggio 2025]


MAURO PASTORE
#82
Purtroppo quanto scrivevo è stato intervallato da messaggi basati su presupposti sbagliati inviati con pseudonimo "Taurus". La sua espressione "Gesù somatico" è esemplare dell'errore che mi si oppone. Gesù è termine teologico. Il vero nome del Nazareno era Yeshua, diminutivo del termine ebraico "Yehoshua" corrispondente a Giosuè. "Gesù" deriva dal greco "Giasone" ma poi fu confuso. Tale errore è assieme alla indistinzione tra umanità e divinità. Il vero cristianesimo considerando l'uomo-Dio non dice di uomo=Dio. Per "Gesù" si intende una Idea di umanità, una ispirazione che si intuisce misteriosamente, non la descrizione antropologica della natura umana, ma un riferimento utile a comprendere la nostra identità nella impresa che dobbiamo attuare e che non possiamo compiere senza riferirci a un misterioso Altro, intuendone oltre le percezioni limitate del mondo (la scienza fisica dice di 'spaziotempo', non di un infinito spazio cartesiano, questa essendo solo astrazione algebrica non anche fisica!).
Pensare una idea di umanità in Dio non significa confondere realtà umana e divina.

Io ho avuto tanta cura di rispondere a certi messaggi in quanto rappresentativi, non perché ne stimi l'acredine e ignoranza.


MAURO PASTORE
#83
Citazione di: taurus il 26 Maggio 2025, 22:40:58 PM- 1)
Non lo sapevo..  e comunque anche per i protestanti la "musica" non è stata poi tanto diversa dal catto-cristianesimo romano .
I riformati si presentavano "diversi e più compassionevoli", purtroppo anche il protestantesimo ha agito esattamente come il sanguinario cattolico.

Che delusione, amarezza.. nell' apprendere il martirio di Miguel Serveto e/o la spietata caccia alle streghe.. che è stata la specifictà dei riformati !

Come non dimenticare le centinaia (e forse più) di povere donne arse VIVE.. in quanto accusate di stregoneria (anno 1562 a Oppenau nei pressi di Friburgo _ Deutschland).

Ovvio i crimini dei credenti riformati nei confronti dei propri dissidenti risultano molto.. ma molto inferiore rispetto all' arrogante e sanguinaria chiesa romana, ciononostante anche i riformati si sono macchiati di atti vomitevoli !

Panzer Luther riuscì vincente dalla feroce disputa con il megalomane Giovanni de Medici/Leone X.. nondimeno i suoi eredi ripeterono gli stessi crimini della chiesa romana !

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- 2)
Non ho scritto qui su questo forum per lo scopo di far conoscere la Bibbia, tantomeno a chi esordisce nella sua replica come ha fatto l'utente "taurus".

     


Ognuno si iscrive e porta i suoi commenti.. e allora ?

Tu posti che non era tua intenzione di far conoscere la bibbia _ come dire gli altri forumisti sarebbero digiuni in materia e "ansimavano" un novello... tarsiota che li istruisse ?

MA..  evidentemente li hai sottovalutati !

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Le azioni intromesse sono tali. Le streghe a volte erano suggestionatrici che creavano rovine e anche morti, altre volte potevano essere innocenti e fraintese sacerdotesse pagane. La storia va compresa senza pregiudizi. La violenza dell'intolleranza è stata moderata dalla presenza della religione cristiana ed invece prevalse con l'ateismo di Stato in Unione Sovietica.

Inoltre tu non devi citare la Bibbia e mancarne di rispetto e comprensione e poi tacciare chi fa filosofia di voler fare catechismo. Se tu metti in campo la Bibbia non devi pretendere che non la si spieghi per mostrare che le tue sono illazioni.
Peraltro: non si devono trasferire le colpe di alcuni su tutti.


MAURO PASTORE
#84
Citazione di: taurus il 26 Maggio 2025, 00:34:35 AME vai a dirlo agli ebrei !

Quindi i vari partecipanti al mitico Jesu-Forschung (in particolare i biblisti ebrei) sabbero sciocchi e/o in mala fede?
Si sarebbero quindi "inventato" il tutto per danneggiare la santa dottrina e/o la santa ekklesia (il "corpo" del trinitario) ?

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- 2 ) le proteste contro i cannibali.....



Al contrario _ a panzer Luther si dovrebbero erigere monumenti.. per aver "ripulito" le sozzure che per secoli continuavano ad incrostare questa eccelsa religione redentrice..

Piuttosto consiglierei al devoto catto-cristiano PhyroSphera l' esaltante lettura di:

- Matteo Al Kalak / Mangiare dio  (editor Donzelli)

In detto testo inoltre si riporta l' ebreo B. Spinosa che così commenta:

- Il rito del banchetto eucaristico è una blasfema contaminazione.
Vien fatto credere come un dischetto si possa trasformare, dopo la recitazione di una formula, in carne e sangue _ che comunque attraversa l' organismo del credente per finire nelle sue feci !!

Da qui la successiva dottrina dello "Stercorianismo" _ promosso e avviato da eminenti appartenenti del salvifico catto-cristianesimo romano.. (ben quasi 3 secoli Prima di panzer Luther !)

Tutto iniziò a seguito dell' incredibile "miracolo" _ che avvenne nella torrida estate del 1263 _ a Bolsena.....(buona lettura) !


Quindi.. alla faccia dei riformatori e/o dei fraintenditori atei..

Grazie a questi si è potuto, finalmente, accertare quanto sia stato stravagante l' inventore (!) di quel banchetto eucaristico (1 Cor. cap.11).. che sarebbe stato ispirato addirittura Dal cielo (sic!)

------

Semmai tutto questo carrozzone va bene SOLO per voi _
Per troppo tempo abbiamo Dovuto subire queste vs. storielle (pardon.. sublime dottrina) come assoluta verità ! 

alleluia, alleluia

________________________________________________

Vatti a leggere la storia del protestantesimo invece di citare Spinoza a sproposito ed evita ulteriori diffamazioni contro me e la religione cristiana. Per dire di fenomeni storici come la religione bisogna rendersi sufficientemente comprensivi altrimenti si può finanche diventare delittuosi. Per dire di errori e intrusioni nel cristianesimo bisogna capire Alterità e allegorie e non restare alla materialità.

MAURO PASTORE
#85
Citazione di: taurus il 26 Maggio 2025, 00:24:44 AMMa quale "correttezza/validità"...

E perchè mai proprio l' ultimo monoteismo di Muhammad considera la dottrina della croce non solo corrotta ma soprattutto blasfema ?
 E perchè mai egli invece ha  "ripristinato" l' originale monoteismo ?

Piuttosto su quali basi (!) il cammelliere Muhammad ritorna all' unità/unicità del divin-Abbà, colui che pretende di NON spartire la sua gloria con NESSUNO ?

E proprio la sua presenza, per lo scomodo teologo Hans Kueng, parla di un clamoroso auto-gol fatto dai baldanzosi devoti della croce.
 
Su quali basi il teologo Kueng (e non solo lui..) motiva il ripristino del primitivo monoteismo da parte del.. "sigillo dei profeti" ?

alla faccia della correttezza/validità e menate simili !   

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2 )  Lo stesso utente vorrebbe valutare la fede nel Cristo.........



Come no...

Lo stesso credente dovrebbe piuttosto porre la sua invettiva agli "specialisti".. ovvero a coloro che pubblicarono e pubblicano i loro scritti che criticano/contestano e irridono la celeste imbeccata del "paziente tarsiota" !

Questi sono senza alcun dubbio ben più quotati e sicuramente molto più competenti di me.. modesto ex-salesiano/ex-seminarista.   

Di certo si può certamente essere grati a questi specialisti che hanno partecipato al sublime Jeshu-Forschung.
Ciò ha permesso di poter scoperchiare il mastodontico coperchio di quel pentolone dottrinario/dogmatico dello (pseudo)monoteismo della croce _ quello stesso che ci ha, purtroppo Pesantemente condizionato  !

Finalmente si possono leggere, in assoluta libertà (!), i loro scritti e rendersi conto della grande truffa di quei "sublimi quanto ispirati" sacri testi. 

Chissà se il critico "credente" conosce l' enfatizzata enciclica di Gioacchino Pecci/Leone XIII emanata nel lontano 1893.. ovvero l' "illuminante:
- providentissimus deus ?

Trattasi di un vano tentativo di criticare.. (anzi peggio: denigrare) i partecipanti al sublime Jeshu-Forschung.
Questi nefasti atei, comunisti, socialisti..della peggior specie _ osavano rigettare la sacra dottrina, anzi peggio _ Smascherare e/o picconare l' imponente baraccone dottrinario.

Ma i suoi moniti fecero un buco nell' acqua _ lo Jeshu-Forschung continò _ con il vento in poppa.. anzi si evolse poi in quel
 Modernismo che tanto dolore causò alla diletta sposa del divin-salvatore....... 

E proprio grazie a questi impavidi "volontari" si è così potuto conoscere le "stramberie" dell' artefice dottrinario, sulla cui "ispirata" dottrina fu costruito l' imponente baraccone dottrinario.

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questi è il link citato:

https://www.vatican.va/content/leo-xiii/it/encyclicals/documents/hf_l-xiii_enc_18111893_providentissimus-deus.html#:~:text=Infatti%20quando%20gli%20si%20offre,e%20le%20oppone%2C%20per%20redarguirli%2C
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Maometto non disconosceva la religione cristiana, i suoi veti sono riferibili ad aberrazioni alle quali effettivamente i cattivi cristiani possono concedersi. Il Corano letto opportunamente conferma la validità sia del cristianesimo che dell'ebraismo, cui tu non ti rapporti comprensivamente. Non si tratta di suicidi o di vendette, i libri sacri non sono prontuari, vanno letti superiormente al negativo che contengono. Io non difendo chi ha fede e non ci ha buon rapporto né sostengo che la chiesa cattolica sia in tutto o sempre cristiana. Partecipo del protestantesimo e trovarmi ad avere a che fare con dischi incantati che dicono o suggeriscono sempre il rovescio è una disdetta.
Ribadisco: senza intendere l'Alterità e il linguaggio allegorico non c'è possibilità di intendere i monoteismi e quindi neppure la vera religione di Cristo, che pure esiste tra illusioni e trasgressioni. Che l'uomo sia limitato io lo so bene.

MAURO PASTORE
#86
Tematiche Filosofiche / Re: il velo di maya
30 Maggio 2025, 06:14:03 AM
Citazione di: Jacopus il 28 Maggio 2025, 19:42:12 PMPer l'utente Phyrosphera: commenti di questo genere non aiutano la reciproca discussione e sono estremamente giudicanti. Si prega di attenersi a criteri di gentilezza e di rispetto, altrimenti è possibile frequentare i più noti social, dove è possibile esprimersi in questo modo. Grazie.
Non facevo ironia. Mi riferivo alla intelligenza degli interlocutori e ai limiti che ogni intelligenza ha (compresa la mia!), assolutamente non era un'allusione a stupidaggine o altro di simile.
Sono dispiaciutissimo di un fraintendimento così. Se in certo discussioni c'è acredine è perché le intelligenze si possono scontrare e a questo potevo alludere, non a inesistenti inferiorità naturali.

MAURO PASTORE
#87
Tematiche Filosofiche / Re: il velo di maya
28 Maggio 2025, 16:23:35 PM
Citazione di: iano il 28 Maggio 2025, 13:23:23 PMMi, spiace, quasi mai comprendo i tuoi post, ma in questo caso erano abbastanza chiari, e mi pare di aver risposto, senza rigettare con ciò la tua critica, e usando maggiore attenzione da adesso in poi a quel che scrivi.
Certamente c'è molta ignoranza della filosofia da parte mia, che però non mi impedisce di farla, e in ogni caso quella filosofia che ignoro ha influenzato la cultura che respiro, per cui, anche se con essa ho un rapporto non diretto, non mi invento nulla di nuovo.
Aggiungo che non solo nei tuoi post in questa discussione, ma nei tuoi ultimi post in generale vedo un cambiamento di stile che privilegia la chiarezza, e di ciò non posso che rallegrarmi.
Non dico che al contrario i miei post siano esempio di chiarezza, ma spero che in essi si percepisca la tensione alla chiarezza, come io l'ho percepita nei tuoi ultimi.

Dire che la realtà è per certi versi  illusione, sia che tu lo pensi in autonomia, sia che lo tragga dalla tua vasta cultura filosofica,  significa lasciarsi aperte tutte le porte, non prendendo posizione.
Niente di male in ciò, ma può succedere che a un certo punto uno prenda posizione, e io l'ho fatto.
Noi non possiamo intendere la realtà nella sua essenza, se non in modo indiretto, attraverso la varietà di abiti che gli calzano, e che noi, con diverso grado di consapevolezza confezioniamo per lei.
Quando li confezioniamo in modo consapevole appare chiaro il loro carattere illusorio, mentre diversamente l'abito che la realtà indossa sta per noi come evidente verità.
Ma se dunque la realtà ci apparirà, per il diverso grado di coscienza usata, un po' vera e un pò illusoria, non per questo è un insalata.

Penso che questa tua riformulazione sia per il verso giusto.

MAURO PASTORE
#88
Tematiche Filosofiche / Re: il velo di maya
28 Maggio 2025, 15:47:55 PM
Citazione di: iano il 28 Maggio 2025, 08:14:50 AMSi tratta di rivalutare l'illusione, operazione che coerentemente segue a una svalutazione della verità, cosa che tu, senza dovertene convincere, sei invitato in questa discussione a immaginare.
Il velo come unica possibilità di contatto indiretto con la realtà, che perciò non è ne vero ne falso, piacevole o disdicevole, ma necessario.
Non conviene togliere il velo alla realtà se questo fosse l'unico modo che ha di presentarsi a noi, a meno che nel farlo non si apprenda l'arte della sartoria.
Ma, se così facendo, ognuno vestisse la realtà a modo suo, non sarebbe la realtà che cadrebbe nel caos, essendo essa sostanzialmente indifferente alle nostre manipolazioni, ma sparirebbe lo spazio della nostra comunicazione.
Per quanto noi possiamo essere del tutto in disaccordo, e io e te sicuramente lo siamo, se riusciamo ancora a comunicare, è perchè condividiamo uno spazio di relazione che come un velo si pone sulla realtà.
Possiamo essere in disaccordo su tutto, ma non sul fatto che il rosso è rosso, e il verde è verde, ma ciò che sto suggerendo è che la realtà non è ne rossa ne verde, ma appare da ciò su cui conveniamo con tale convenzione da credere che diversamente non potrebbe apparirci.

L'unico motivo per cui possiamo desiderare di togliere il velo alla realtà, per vedere cosa c'è veramente sotto, secondo me è la mancanza di coscienza di averlo noi stessi posto, e se lo abbiamo fatto un buon motivo per farlo deve esserci stato.


[Te lo reinvio per comodità di lettura, c'era un refuso nel testo:]

Cosa dire? Il tuo è un approccio ingenuo alla verità e alla realtà, il quale non ti fa comprendere tutti gli interlocutori. Difatti io non ho svalutato l'illusione ed ho anche detto della necessità della costruzione di simulacri artificiali del mondo, oltre che della loro pericolosità.
Se tu hai un approccio, non devi giudicare quello altrui senza prima averlo compreso, ed è il caso delle filosofie di Platone e di Schopenhauer oltre che delle classiche saggezze orientali. Certo tutto ciò tu evidentemente lo vivi in antagonismo; ma perché procedi unilateralmente. Il pensiero neoplatonico considerava il rapporto diretto a verità e realtà nell'essere l'uomo animale politico. Plotino conciliava Aristotele e il (divino) Platone e l'Imperatore Giuliano, neoplatonico, diceva di ciò che è automaton cioè che non ha bisogno di lottare per giungere alla verità. Ma è implicito che realtà e verità siano comunque su un piano diverso non omologo, per cui resta pure che la realtà è, per un certo verso da cui non si deve prescindere, illusione.
Una buona filosofia ingenua deve mantenere un canale aperto per quest'altra concezione, che deve integrare a modo proprio.
Se tu ne hai ma confliggi con la metafora del Velo di Maya e col suo mondo allora si tratta da parte tua - vostra - di acculturarsi per non continuare a sbagliare oppure di ammettere di essere prepotenti con ciò che non volete proprio prendere in considerazione ma di cui volete occuparvi, ovvero di un ripensamento etico da parte vostra.
Giustamente tu dici che se costruissimo tanti simulacri ognuno diverso non potremmo comunicare. Non metto in dubbio né prima mi sbagliavo e non è questo il punto. Ti rimando dunque ai miei due precedenti messaggi, giacché sono rimasti fuori dal raggio di azione della tua intelligenza.

MAURO PASTORE
#89
Tematiche Filosofiche / Re: il velo di maya
28 Maggio 2025, 15:41:13 PM
Citazione di: baylham il 28 Maggio 2025, 11:41:59 AMSopra il tavolo ho una cartellina rossa. La mia visione non è un velo, è reale, è una visione. Il mio linguaggio che descrive una parte della realtà, una parte della mia visione, è vero perchè nella mia visione c'è una cartellina rossa. Visione che non dipende dal mio linguaggio, come non dipende dal mio intelletto o dalla mia volontà.


E' luogo comune quello che tu affermi, non comune a tutti ma a tantissimi.

La visione è mera parvenza se non accompagnata da altro.
La saggezza orientale del disinganno non disconosce il valore dei dati sensoriali ma interroga su quale sia questo valore e come non assegnargli funzioni non proprie. I sensi non ingannano, è la realtà che in un suo lato irrinunciabile è illusoria. I sensi non ci pongono a confronto diretto con la realtà ma ci informano delle cose; eppure la nostra vicenda con le cose, l'esigenza di comprendere e capire, istituisce un dramma di desideri e conoscenza; la realtà cioè non sfugge ai nostri sensi ma è sfuggente per l'intelligenza senza una intuizione che vada oltre il mero apparire. Non per tutti si prospetta una difficile lotta.

La filosofia occidentale ha riflettuto su la cosa quale essa appare o si presenta e la cosa quale sarebbe ed è in sé. Siamo a Kant e Schopenhauer ed anche a fronte di immense polemiche. L'idealismo di Fichte, Schelling e Hegel aveva messo da parte il concetto di Cosa in sé mettendoci una X e con ciò evitando di cadere in pregiudizi e reificazioni. Giustamente però si diceva pure che questa era solo una difesa, assai adatta per gli studi universitari. Divenuti gli idealisti assieme ad Hegel prepotenti, ecco che veniva fuori la satira contro la filosofia delle università e trovava spazio il volontarismo (non solo schopenhaueriano): mondo fenomenico e mondo noumenico, realtà e verità. In ciò si contempera realismo ed idealismo postkantiani.


MAURO PASTORE
#90
Tematiche Filosofiche / Re: il velo di maya
28 Maggio 2025, 12:22:50 PM
Citazione di: iano il 28 Maggio 2025, 08:14:50 AMSi tratta di rivalutare l'illusione, operazione che coerentemente segue a una svalutazione della verità, cosa che tu, senza dovertene convincere, sei invitato in questa discussione a immaginare.
Il velo come unica possibilità di contatto indiretto con la realtà, che perciò non è ne vero ne falso, piacevole o disdicevole, ma necessario.
Non conviene togliere il velo alla realtà se questo fosse l'unico modo che ha di presentarsi a noi, a meno che nel farlo non si apprenda l'arte della sartoria.
Ma, se così facendo, ognuno vestisse la realtà a modo suo, non sarebbe la realtà che cadrebbe nel caos, essendo essa sostanzialmente indifferente alle nostre manipolazioni, ma sparirebbe lo spazio della nostra comunicazione.
Per quanto noi possiamo essere del tutto in disaccordo, e io e te sicuramente lo siamo, se riusciamo ancora a comunicare, è perchè condividiamo uno spazio di relazione che come un velo si pone sulla realtà.
Possiamo essere in disaccordo su tutto, ma non sul fatto che il rosso è rosso, e il verde è verde, ma ciò che sto suggerendo è che la realtà non è ne rossa ne verde, ma appare da ciò su cui conveniamo con tale convenzione da credere che diversamente non potrebbe apparirci.

L'unico motivo per cui possiamo desiderare di togliere il velo alla realtà, per vedere cosa c'è veramente sotto, secondo me è la mancanza di coscienza di averlo noi stessi posto, e se lo abbiamo fatto un buon motivo per farlo deve esserci stato.


Cosa dire? Il tuo è un approccio ingenuo alla verità e alla realtà, il quale non ti fa comprendere tutti gli interlocutori. Difatti io non ho svalutato l'illusione ed ho anche detto della necessità della costruzione di simulacri artificiali del mondo, oltre che della loro pericolosità.
Se tu hai un approccio, non devi giudicare quello altrui senza prima averlo compreso, ed è il caso delle filosofie di Platone e di Schopenhauer oltre che delle classiche saggezze orientali. Certo tutto ciò tu evidentemente lo vivi in antagonismo; ma perché procedi unilateralmente. Il pensiero neoplatonico considerava il rapporto diretto a verità e realtà nell'essere l'uomo animale politico. Plotino conciliava Aristotele e il (divino Platone) e l'Imperatore Giuliano, neoplatonico, diceva di ciò che è automaton cioè che non ha bisogno di lottare per giungere alla verità. Ma è implicito che realtà e verità siano comunque su un piano diverso non omologo, per cui resta pure che la realtà è, per un certo verso da cui non si deve prescindere, illusione.
Una buona filosofia ingenua deve mantenere un canale aperto per quest'altra concezione, che deve integrare a modo proprio.
Se tu ne hai ma confliggi con la metafora del Velo di Maya e col suo mondo allora si tratta da parte tua - vostra - di acculturarsi per non continuare a sbagliare oppure di ammettere di essere prepotenti con ciò che non volete proprio prendere in considerazione ma di cui volete occuparvi, ovvero di un ripensamento etico da parte vostra.
Giustamente tu dici che se costruissimo tanti simulacri ognuno diverso non potremmo comunicare. Non metto in dubbio né prima mi sbagliavo e non è questo il punto. Ti rimando dunque ai miei due precedenti messaggi, giacché sono rimasti fuori dal raggio di azione della tua intelligenza.

MAURO PASTORE