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Messaggi - Carlo Pierini

#751
Citazione di: 0xdeadbeef il 20 Luglio 2018, 20:07:16 PM
No, beh, Durkheim è un filosofo e antropologo ben profondo, che nei suoi studi sul totemismo teorizza la coincidenza fra
Dio e la comunità, null'altro (pensa solo al fatto che nell'antichità ogni città avesse un proprio Dio, e che l'effige
del Dio - poi "traslato" nella bandiera - era il primo feticcio di cui il conquistatore si impossessava).

CARLO
Durkheim sostiene l'origine sociale delle religioni, ma non sa spiegare né perché in una medesima società convivono atei e credenti, né, tantomeno, i casi (come il mio) di atei che, in seguito ad esperienze spirituali puramente personali, passano dall'ateismo al teismo. Quindi la sua filosofia non è altro che una proiezione dei propri pre-giudizi a priori (tipici della sua epoca) sulla struttura sociale.
#752
Riassumiamo:

SGIOMBO
Se il mondo fosse retto da un regime deterministico (in senso laplaciano), ogni nostra azione sarebbe auto-determinata dalle nostre qualità morali

CARLO
Scrive Laplace:
<<Noi dobbiamo riguardare il presente stato dell'universo come l'effetto del suo stato precedente e come la causa di quello che seguirà. Ammesso per un istante che una mente possa tener conto di tutte le forze che animano la natura, assieme alla rispettiva situazione degli esseri che la compongono, se tale mente fosse sufficientemente vasta da poter sottoporre questi dati ad analisi, essa abbraccerebbe nella stessa formula i moti dei corpi più grandi dell'universo assieme a quelli degli atomi più leggeri. Per essa niente sarebbe incerto ed il futuro, così come il passato, sarebbe presente ai suoi occhi>>. [Pierre Simon de Laplace: "Essai philosophique sur les probabilites"]

Scrive il Dizionario Treccani:
<<Determinismo: concezione della realtà secondo la quale tutti i fenomeni del mondo sono collegati l'un l'altro e si verificano secondo un ordine necessario e invariabile (il che esclude la presenza del libero arbitrio)>>.
http://www.treccani.it/enciclopedia/determinismo_%28Dizionario-di-filosofia%29/


Quello che volevo dire (pensavo fosse chiaro) è che il Diz. Treccani non fa altro che confermare quanto già affermato da Laplace, poiché la possibilità di descrivere l'intero Mondo per mezzo di <<una formula (matematica) che abbraccia i moti dei corpi più grandi dell'universo assieme a quelli degli atomi più leggeri>> significa un Mondo già *determinato* univocamente, fin dalle sue origini, dalle leggi che lo governano e all'interno del quale non esiste dunque alcuna possibilità di modificare il corso degli eventi (l'antico concetto di "Fato", o di "destino"). E' evidente che in un tale Mondo i concetti di "etica" di "responsabilità" o di "colpevolezza" non avrebbero alcun significato perché, come ribadisce il dizionario Treccani, il determinismo esclude per definizione l'esistenza del libero arbitrio che è la conditio-sine-qua-non dell'etica.
Pertanto, se vogliamo sostenere che, invece, nella realtà concreta *esistono* margini di libertà e che l'uomo *ha* la possibilità di scegliere una azione piuttosto che un'altra, allora dobbiamo contestare la validità del determinismo, o, quantomeno, limitarne il dominio di validità, magari ai soli fenomeni fisici e negarne l'estensione alla dimensione psichica (che è quello che che sostengo io).
Insomma, non si può pretendere (come fa Sgiombo) che il Mondo sia governato da un regime deterministico (in senso laplaciano) e, nello stesso tempo, sostenere che le nostre qualità morali ci permettono di cambiare il corso degli eventi. O l'una, o l'altra cosa; tertium non datur.
#753
Citazione di: sgiombo il 20 Luglio 2018, 15:48:54 PM
Citazione di: Carlo Pierini il 20 Luglio 2018, 12:55:00 PM
Citazione di: sgiombo il 20 Luglio 2018, 08:24:21 AM
Citazione di: Carlo Pierini il 20 Luglio 2018, 00:11:16 AM
CARLO
Bravo. Se rileggi cos'è il determinismo scopri che non ha niente di etico, e che si tratta di un regime come quello della legge di gravità, ma esteso ad ogni aspetto del mondo. QUESTO è il significato di determinismo, non quello che stai fantasticando tu.

CitazioneBravissimo: continua a ripetere i tuoi pregiudizi acritici e i tuoi plateali fraintendimenti e non andrai lontano!

CARLO
<<Determinismo: concezione della realtà secondo la quale tutti i fenomeni del mondo sono collegati l'un l'altro e si verificano secondo un ordine necessario e invariabile (il che esclude la presenza del libero arbitrio)>>. [Dizionario Treccani]
http://www.treccani.it/enciclopedia/determinismo_%28Dizionario-di-filosofia%29/

Studia, invece di manipolare il significato delle parole secondo i tuoi comodi del momento.

SGIOMBO
Appunto: studia tu, invece di manipolare, come sei solito fare tu, e non io,
il significato delle parole secondo i tuoi comodi del momento
CARLO
;D ...Vuoi dire che la Treccani l'ho scritta io?
#754
Citazione di: davintro il 20 Luglio 2018, 01:23:27 AM
Se fosse il mio Io la condizione di esistenza delle cose, allora sarebbero, per così dire, in mio possesso, avrei un totale dominio su di esse, e la mia volontà potrebbe decidere i contenuti da percepire, mentre in realtà gli stimoli della sensazione sono passivamente recepiti, sono qualcosa che spingono la concentrazione dell'Io (suo malgrado) a orientarsi in direzione del luogo fisico da cui si diramano, e gli schemi associativi in base a cui l'Io interpreta i dati della sensazioni trasformandoli in unità percettive di determinate specie di oggetti, non sono mai fissati in una soggettività mentale che possa pretendere di essere assoluta e di agire arbitrariamente su un materiale oggettivo indifferenziato, ma sono costantemente modificati sulla base degli stimoli sensitivi che via via le cose ci inviano: in sintesi: gli schemi percettivi con cui organizziamo il materiale della sensazione (soggettività) è costantemente ristrutturato e modificato sulla base del materiale stesso (oggettività), cosicché l'oggettività può rivendicare una propria autonomia, nell'incidere sull'attività mentale del soggetto, rendendone possibile l'attività stessa, e questo incidere è una causalità di una esistenza effettivamente distinta e autonoma rispetto a ciò su cui si applica

CARLO
Quoto incondizionatamente. 
Esiste una relazione dia-lettica tra Soggetto e Oggetto, nella quale ai due termini opposti deve essere riconosciuta una pari dignità ontologica, contrariamente a quanto faceva Kant con la sua metafora copernicana e a quanto credono oggi gli scienziati nella loro assolutizzazione dell'Oggetto (messa in crisi dal principio di indeterminazione).
#755
Citazione di: paul11 il 20 Luglio 2018, 13:01:25 PM
ciao Carlo,
cosa fa Jung per analizzare psicologicamente una persona? Viaggia interiormente fin che può negli abissi della profondità dell'inconscio, subconscio ecc. fino ai simboli  e significati.Questo lavoro toglie anche  tutte le etiche e morali, tutte le sovrastrutture che conducono l'uomo ad essere quello che la superficie ha determinato nei suoi modi di pensare e di fare.

CARLO
Non è così. Al contrario di Freud, Jung  non si è mai sognato di considerare l'inconscio come qualcosa che *determina* meccanicisticamente la coscienza, ma ha semplicemente osservato una relazione dialettica tra i due enti. Nella sua prospettiva, l'inconscio (il "Sé") è semplicemente "l'Altro" in noi:

<<L'"altro" in noi è la personalità futura, più ampia e più grande [...] nella quale la natura stessa vorrebbe trasformarci: l'amico, quell'altro che in parte siamo, ma che non possiamo mai giungere ad essere pienamente. L'uomo è la coppia di Dioscuri, dei quali l'uno è mortale, l'altro immortale; e che, pur perennemente uniti, tuttavia non diventano mai interamente uno. I processi di trasformazione vogliono avvicinarli l'uno all'altro, ma la coscienza oppone una resistenza perché l'altro appare assolutamente estraneo e perturbante e perché noi non possiamo abituarci all'idea di non essere i padroni assoluti in casa nostra. Ma con l'amico o nemico interiore siamo posti a confronto; e dipende da noi se è amico o nemico.
Non c'è bisogno di essere malati mentali per sentirne la voce. [...]  Gli antichi alchimisti definivano l'interlocutore come aliquem alium internum, qualcun altro interiore". [JUNG: Archetipi e inconscio collettivo - pgg. 128/129]

"Come si sa per esperienza, la psiche oggettiva (l'inconscio) ha una indipendenza estrema. Se non l'avesse, non potrebbe esercitare la sua funzione peculiare: la compensazione della coscienza. La coscienza è ammaestrabile come un pappagallo, non così l'inconscio. L'inconscio è un elemento psichico che si può addestrare soltanto apparentemente, e sempre a grande scapito della coscienza. E' e rimane una parte della natura che non può venir né corretta né corrotta; i suoi segreti possono soltanto essere intravisti, non manipolati." [JUNG: Psicologia e alchimia - pg.52]
Il Sé corrisponde con ciò che gli orientali chiamano <<l'atman personale>> in contrapposizione e in accordo con quello sovrapersonale:

«Quel lume celeste che splende al di sopra di noi, che brilla di là di tutte le cose, di là dall'universo, nei mondi superiori oltre ai quali non v'è più nulla, questa luce è senza dubbio quella stessa luce che irraggia dentro l'uomo.
Come un granello di riso o d'orzo o di miglio; così questo spirito è Sé nell'intimo, d'oro come una fiamma senza fumo; ed esso è più grande del cielo, più grande dello spazio, più grande di questa terra, più grande di tutti gli esseri. Esso è la mia anima; in esso, in quest'anima io penetrerò al momento del trapasso» (Satapatha-Brahmanam, 10,6,3)".  [JUNG: Tipi psicologici - pg.218]

PAUL11
Chissà quante volgarità, quante insensatezze, quante irrazionalità sono foriere del paziente. ma lo psicoanalista. lo psicologo, lo psicoterapeuta deve ascoltare e spesso immedesimarsi per capire.
Un medico quando apre un cadavere non può avere schifo di ciò che trova e vede e un inserviente delle feci e urine degli ammalati immobilizzati.
Che cosa veramente ci fa ribrezzo? Che cosa è naturale per quanto ci possa raccapricciare e quanto è cultura per quanto possa alienarci inconsapevolmente come un'anestesia fino a farci dimenticare il dolore?

CARLO
Infatti Jung parla di "Ombra" riferendosi a ciò che si frappone tra il nostro Io e la nostra natura autentica originaria e luminosa: il Sé, la cui "conoscenza" è lo scopo di ogni percorsoterapeutico e di ogni cammino spirituale:

"Chi è in condizione di vedere la propria Ombra e di sopportarne la conoscenza ha già assolto una piccola parte del compito: ha perlomeno fatto affiorare l'inconscio personale".   [JUNG: Archetipi e inconscio collettivo - pg.19]  

PAUL11
Penso che Nietzsche scelga gli abissi dell'animo umano e persino  i simboli  e quindi non utilizzi appositamente il linguaggio razionale, perchè giù in fondo non c'è ragione.Non c'è il concetto del raziocinio, c'è l'intuito  quindi psiche, anima  anche anima-le; la nostra natura.
Ribadisco, ha scelto un metodo , altro è giudicare se sia giusto  o errato, ma farlo con le categorie dell'uomo malato moderno e contemporaneo è foriero di sguardi di disgusto. Per questo Nietzsche non ammette mediazioni.
Se invece riteniamo che questo è il mondo migliore possibile, e questo è già un giudizio  è altrettanto chiaro il giudizio su Nietzsche: un folle visionario.
Ma dovrebbe farci pensare che davvero se Nietzsche fosse solo un folle e bravissimo visionario, sarebbe già stato dimenticato, forse nemmeno assunto al ruolo di notorietà. La categoria culturale va oltre l'invaghimento o l'odio per questo pensatore.
Se Heidegger è ritenuto  l'ultimo dei grandi filosofi ( a sua volta può o non piacere) deve molto alla lettura di Nietzsche.
Se  è citato da miriadi di uomini di cultura, anche di tutt'altra "sponda" e non scema la sua notorietà con la sua provocazione è perchè ci fa riflettere ,dentro c'è un pensiero.

CARLO
Come ho gà scritto altrove, di Nietzsche si può dire ciò che Jung scrive di Freud: egli è un distruttore di falsi idoli, non un innovatore.

<<Il merito storico di Freud non consiste in quei suoi scolastici errori d'interpretazione nel campo della scienza specializzata, ma nel fatto che egli - e a ciò si deve la sua giusta fama - spezza i falsi idoli come un profeta del Vecchio Testamento e mette spietatamente a nudo quel che vi è di marcio nell'anima contemporanea. Ogni qualvolta egli intraprende una dolorosa riduzione (ad esempio il buon Dio dell'Ottocento spiegato come trasfigurazione del "signor padre", l'accumular denaro come piacere escrementizio infantile, ecc.) possiamo stare sicuri di trovarci di fronte a una sopravvalutazione o a una falsificazione>>. [JUNG: Realtà dell'anima - pg.115]

<<Allorché in retrospettiva si considera Freud come un esponente del rancore dell'incipiente nuovo secolo verso il precedente secolo diciannovesimo con le sue illusioni, la sua ipocrisia, la sua mezza cultura, i suoi falsi ed esagerati sentimentalismi, la sua morale superficiale, la sua religiosità artificiosa e insulsa e il suo lacrimevole gusto, lo si giudica, secondo me, assai più giustamente che non proclamandolo come un banditore di vie e di verità nuove. Egli è un grande distruttore, che spezza i vincoli del passato. Egli ci libera dalla morbosa oppressione di un vecchio mondo abituale e infradiciato>>. [JUNG: Realtà dell'anima - pg.114]
#756
Citazione di: sgiombo il 20 Luglio 2018, 08:24:21 AM
Citazione di: Carlo Pierini il 20 Luglio 2018, 00:11:16 AM
CARLO
Bravo. Se rileggi cos'è il determinismo scopri che non ha niente di etico, e che si tratta di un regime come quello della legge di gravità, ma esteso ad ogni aspetto del mondo. QUESTO è il significato di determinismo, non quello che stai fantasticando tu.

CitazioneBravissimo: continua a ripetere i tuoi pregiudizi acritici e i tuoi plateali fraintendimenti e non andrai lontano!

CARLO
<<Determinismo: concezione della realtà secondo la quale tutti i fenomeni del mondo sono collegati l'un l'altro e si verificano secondo un ordine necessario e invariabile (il che esclude la presenza del libero arbitrio)>>. [Dizionario Treccani]
http://www.treccani.it/enciclopedia/determinismo_%28Dizionario-di-filosofia%29/

Studia, invece di manipolare il significato delle parole secondo i tuoi comodi del momento.
#757
Citazione di: paul11 il 20 Luglio 2018, 10:07:03 AM
Per Nietzsche è l''intero sistema culturale moderno che è assolutamente mistificatorio e quindi rende la totalità del genere umano meschino.

CARLO
Si può distinguere ciò che è meschino da ciò che è nobile, SOLO sulla base di un criterio etico, NON fuggendo vigliaccamente <<al di là del bene e del male>> e negando ogni morale possibile. La meschinità, infatti, è data proprio dall'assenza (o dalla carenza) di criteri morali, quindi Nietzsche è parte integrante di quella meschinità, anzi, ne è il re. La sua smodata "volontà di potenza" non è che un tentativo (vano) di compensare la sua mutilazione fondamentale: la morte in lui di ogni ideale autentico, di ogni naturale sentimento d'amore; un deserto interiore in cui crescono solo le erbacce dell'odio e del risentimento contro tutto ciò che si associa simbolicamente alla spiritualità.
Ma la sua mutilazione interiore è talmente grave, da rendere ambigua e conflittuale persino la sua identificazione con la componente "animale-istintiva", verso la quale egli alterna attrazione e repulsione:

<<Le funzioni animali sono milioni di volte più essenziali di tutti gli stati belli e le altitudini della coscienza (cuore, anima, virtù, spirito): questi sono un eccesso, non dovendo essere strumenti per quelle funzioni animali>> [Volontà di potenza, fr. 83]

<<Ingegnosi nelle piccole astuzie, aspettano coloro la cui scienza zoppica; li aspettano come ragni>>. [Così parlò Zarathustra]

<<E' accaduto molto spesso che si abbia una testa di scienziato su un corpo di scimmia, un'intelletto fine in un'anima volgare>>. [Al di là del bene e del male, fr. 26]

<<Il delinquente è il tipo dell'uomo forte in condizioni avverse. Gli mancano i luoghi selvaggi, un'esistenza più libera e pericolosa in cui sia legittimo tutto ciò che nell'istinto dell'uomo forte è arma e difesa. Le sue virtù sono messe al bando dalla società; gli impulsi più vivi che egli ha ancora con se, presto si deformano a contatto di affetti deprimenti, del sospetto, del timore, del disonore. (...) E' la nostra società mansuefatta, mediocre, castrata, il luogo in cui un uomo genuino (...) necessariamente diventa criminale>>. [Crepuscolo, fr. 40]

<<Se cerco la più profonda antitesi di me stesso, l'incalcolabile volgarità degli istinti, trovo sempre mia madre e mia sorella. Credermi imparentato con una tale 'canaille' sarebbe una bestemmia contro la mia divinità. (...)
Bisognerebbe risalire i secoli per trovare questa razza, la più nobile che mai ci sia stata sulla terra, con la purezza d'istinto con la quale io la rappresento>>. [Crepuscolo degli idoli]

<<Un matrimonio non lo si fonda sull'amore, ma sull'istinto sessuale, sull'istinto di possesso (moglie e figli come proprietà), sull'istinto di dominio. (...) Con la crescente indulgenza per il matrimonio d'amore si è eliminato addirittura il fondamento del matrimonio>>. [Crepuscolo, fr. 39]

<<I fisiologi dovrebbero riflettere prima di fare dell'istinto di conservazione un impulso cardinale di un essere organico. Un'entità vivente vuole prima di tutto liberare la propria forza la vita stessa è volontà di potenza>>.   [Al di là del Bene e del Male, fr. 259]

<<Emancipazione della donna": è l'odio istintivo della donna mancata, cioè inidonea alla procreazione, verso la donna realizzata (...). In fondo, le donne emancipate sono le anarchiche nel mondo dell'Eterno Femminino, quelle finite male, il cui istinto più basso è la vendetta>>.  [Ecce Homo]
#758
Citazione di: Phil il 20 Luglio 2018, 01:33:49 AM
@Carlo e @sgiombo

Per me, siam sempre qui:
Citazione di: Phil il 19 Luglio 2018, 11:17:44 AM
non confonderei i valori e il contesto storico-culturale dell'800 con quello di oggi
giudicare frasi e persone dei secoli scorsi come se fossero di oggi e/o attraverso la "visione del mondo" attuale, non è certo la fallacia più dannosa (l'ingenuità storiografica non è un reato!), così come scandalizzarsi della "spigolosità" della vita passata, in fondo, indica solo quanto siamo comodamente assuefatti a quella "levigata" di oggi (in cui sono decisamente a mio agio ;D ).

Nietzsche può non piacere, ma sicuramente può far riflettere molto chiunque, se lo si affronta per comprenderlo e/o criticarlo dall'interno (ermeneutica docet); se si resta all'esterno del suo pensiero, a lanciargli critiche in base a ciò che si intravvede di lui (e vale per qualunque altro autore, ovviamente), secondo me, meglio non parlare più di "filosofia", ma di "ideologia"...

Inoltre, quel "se lo conosci, lo eviti" del titolo del topic è, al netto della citazione ironica, quasi autocontraddittorio: per poter dire di conoscerlo, significa che lo si è studiato a fondo (siam gente seria, no? ;D ), e se lo si è studiato a fondo (salvo non si sia stati costretti a farlo) significa che lo si è ritenuto quantomeno stimolante (foss'anche come "avversario"), e se è stato stimolante, pur nel disaccordo, non è cortese consigliare agli altri di evitarlo (vista la sua "utilità" di stimolo).
Se invece si consiglia di evitarlo pur senza averlo conosciuto a fondo... be', il problema non è certo di Nietzsche  ;)
CARLO
Ci vuole un bello stomaco per leggersi tutte le cose ripugnanti che scrive. Prima di aprire un suo libro ci si deve fare l'antitetanica.
#759
Citazione di: sgiombo il 19 Luglio 2018, 22:54:18 PM
Citazione di: Carlo Pierini il 19 Luglio 2018, 21:28:23 PM
SGIOMBO
Se il mondo fosse retto da un regime deterministico (in senso laplaciano), ogni nostra azione sarebbe auto-determinata dalle nostre qualità morali,

CARLO
Esempio:
La legge di gravità è una forma di determinismo: se qualcuno ti dà una spinta e ti fa precipitare dal 15mo piano di un grattacielo, tu puoi scegliere - grazie alle tue qualità morali - di non schiantarti al suolo?
CitazioneOvviamente no.
Ma precipitare per forza di gravità non é qualcosa di etico o meno!

CARLO
Bravo. Se rileggi cos'è il determinismo scopri che non ha niente di etico, e che si tratta di un regime come quello della legge di gravità, ma esteso ad ogni aspetto del mondo. QUESTO è il significato di determinismo, non quello che stai fantasticando tu.
#760
SGIOMBO
Se il mondo fosse retto da un regime deterministico (in senso laplaciano), ogni nostra azione sarebbe auto-determinata dalle nostre qualità morali, 

CARLO
Esempio:
La legge di gravità è una forma di determinismo: se qualcuno ti dà una spinta e ti fa precipitare dal 15mo piano di un grattacielo, tu puoi scegliere - grazie alle tue qualità morali - di non schiantarti al suolo?
#761
Citazione di: Phil il 19 Luglio 2018, 16:09:05 PM
Citazione di: Carlo Pierini il 19 Luglio 2018, 15:42:00 PM
...Ma come? ...Credi alla possibilità che la realtà oggettiva sia un sogno, e poi non credi che i miei sogni siano una realtà oggettiva?
Attenzione: non è un caso se in questi post non ho mai usato la parola "oggettivo/a" riferito a realtà... d'altronde, cosa c'è di più soggettivo di un sogno?
Sui tuoi sogni, come su altri, sono dichiaratamente "possibilista", anche se a livelli di fiducia differenti  ;)
Grazie anche a te e a sgiombo per la citazione impeccabilmente "a tema".

CARLO
La storia della filosofia è lastricata di operazioni ingenue come la tua, cioè di paradigmi che di fronte ad una coppia di entità opposte ...per non complicarsi troppo 'a vita, dichiarano (squilibratamente) fondamentale l'una e apparente l'altra: si è dichiarata apparente la Materia in nome dello Spirito (manicheismo) o lo Spirito in nome della Materia (scientismo); la Ragione in nome della Fede (mistici) e la Fede in nome della Ragione (atei); l'Essere in nome del Divenire (Eraclito) e il Divenire in nome dell'Essere (Parmenide); la Legge in nome della Libertà (anarchia) la Libertà in nome della Legge (dittatura); la fedeltà in amore in nome dell'emancipazione (libertinismo) e l'emancipazione in nome della fedeltà (cattolicesimo); l'Etica in nome della Natura (Nietzsche) e la Natura in nome dell'Etica (spiritualisti), ecc.. Tu invece sacrifichi l'Oggetto sull'altare del Soggetto, mentre gli scienziati classici ritengono fondamentale l'Oggetto e lasciano il Soggetto fuori dalla Scienza.
Sono pochi i filosofi geniali che - come il famoso Pierini  :) - hanno intravisto la necessità di una equilibrata complementarizzazione degli enti opposti in una unità superiore trascendente. Tra questi c'è Spinoza che ha contemplato una simmetrica corrispondenza tra <<Ordo et connexio idearum>> (Soggetto) e <<Ordo et connexio rerum>> (Oggetto); poi c'è Leibniz, ma anche Pitagora e Galilei, che hanno postulato una <<armonia prestabilita>> tra i due enti, ma poi ci sono anche Platone, Ficino, Schelling, Tommaso, ecc. che hanno espresso idee simili. Fino ad arrivare a Scoto Eriugena, Cusano ed Hegel che hanno definito la verità più o meno come la sintesi tra il Soggetto-tesi e l'Oggetto-antitesi. Io, come avrai ormai capito, la intendo come questi ultimi ed ho mostrato la correttezza di questo approccio nel thread seguente:
https://www.riflessioni.it/logos/tematiche-filosofiche-5/la-conoscenza-e-una-complementarita-di-opposti-e-i-numeri-sono-archeti-1117/
#762
Il Super-Uomo:

<<Un matrimonio non lo si fonda sull'amore, ma sull'istinto sessuale, sull'istinto di possesso (moglie e figli come proprietà), sull'istinto di dominio. (...) Con la crescente indulgenza per il matrimonio d'amore si è eliminato addirittura il fondamento del matrimonio>>. [Crepuscolo, fr. 39]

Il Super-Statista:

<<L'operaio si trova troppo bene per non chiedere via via sempre di più, con sempre maggiore impudenza (...) Non esiste più alcuna speranza che una specie di uomo umile e modesta, sul tipo cinese, si sviluppi qui in classe sociale: e questo sarebbe stato una necessità. Che cosa si è fatto invece? (...) Si è fatto l'operaio abile alla leva, gli si è dato il diritto di associazione, il diritto di voto. (...) Se si vogliono degli schiavi, si è pazzi ad educarli da padroni>>. [Crepuscolo, fr. 40]

<<Il delinquente è il tipo dell'uomo forte in condizioni avverse. Gli mancano i luoghi selvaggi, un'esistenza più libera e pericolosa in cui sia legittimo tutto ciò che nell'istinto dell'uomo forte è arma e difesa. Le sue virtù sono messe al bando dalla società; gli impulsi più vivi che egli ha ancora con sé, presto si deformano a contatto di affetti deprimenti, del sospetto, del timore, del disonore. (...) E' la nostra società mansuefatta, mediocre, castrata, il luogo in cui un uomo genuino (...) necessariamente diventa criminale>>. [Crepuscolo, fr. 40]
#763
Citazione di: sgiombo il 19 Luglio 2018, 15:18:33 PM
Citazione di: Carlo Pierini il 19 Luglio 2018, 01:50:53 AM
Citazione
CARLO
Che io sappia, se ogni mia azione è dettata da leggi deterministiche, non ho alcuna libertà di scelta. E senza libertà non c'è etica.

Senza libertà da coercizioni estrinseche, e non dal fatto di essere come sono e dunque agire non a caso ma proprio come agisco, in conseguenza deterministica del fatto di essere eticamente più o meno buono oppure cattivo.

CARLO
Tu hai la brutta abitudine di attribuire alle parole dei significati tuoi personali che, oltre ad essere ambigui, nulla hanno a che vedere con il loro significato originario.
Il termine "determinismo" è stato coniato da Laplace e corrisponde al "causalismo" assoluto da lui postulato nella seguente riflessione:

<<Noi dobbiamo riguardare il presente stato dell'universo come l'effetto del suo stato precedente e come la causa di quello che seguirà. Ammesso per un istante che una mente possa tener conto di tutte le forze che animano la natura, assieme alla rispettiva situazione degli esseri che la compongono, se tale mente fosse sufficientemente vasta da poter sottoporre questi dati ad analisi, essa abbraccerebbe nella stessa formula i moti dei corpi più grandi dell'universo assieme a quelli degli atomi più leggeri. Per essa niente sarebbe incerto ed il futuro, così come il passato, sarebbe presente ai suoi occhi>>. [Pierre Simon de Laplace: "Essai philosophique sur les probabilites"]

In altre parole, se il mondo fosse retto da un regime deterministico (in senso laplaciano), ogni nostra azione sarebbe etero-determinata da una sorta di "Fato" onnicomprensivo, cioè, non esisterebbe (per definizione) alcuna libertà di scelta. E, senza libertà, i termini "etica", "bene", "male", "responsabilità" e "colpevolezza" perdono qualsiasi significato.
#764
Citazione di: Phil il 19 Luglio 2018, 11:17:44 AM
@ Carlo P.

Non confonderei "stupro" con "prostituzione"... non confonderei prostituzione come metafora e prostituzione come mestiere... non confonderei i valori e il contesto storico-culturale dell'800 con quello di oggi... ;)

CARLO
E tu non confondere il pensiero filosofico con aberrazioni mentali mostruose come questa:

<<Il malato è un parassita della società. In certe condizioni non è decoroso vivere più a lungo. Continuare a vegetare in una imbelle dipendenza dai medici, (...) il diritto alla vita dovrebbe suscitare nella società un profondo disprezzo. I medici dal canto loro dovrebbero essere i portatori di questo disprezzo. Non ricette, ma ogni giorno una nuova dose di disgusto per il loro paziente. (...) L'interesse supremo della vita che ascende esige il reprimere e lo spingere da parte, senza alcun riguardo, la vita che degenera>>. [Crepuscolo, fr. 36]

...Chissà chi avrà dato ad Hitler l'idea di assassinare migliaia di omosessuali, di malati di mente, di ebrei e di altri "parassiti della società"?
#765
Citazione di: sgiombo il 19 Luglio 2018, 15:34:14 PM
Non posso astenermi dal dire che (con molta soddisfazione da parte mia) che qui concordo, oltre che con l' ottimo Sariputra, come quasi sempre, anche con Carlo Pierini, come quasi mai...

CARLO
...Lo vedi che, allora, le rette parallele possono anche incontrarsi?  :)