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Messaggi - daniele22

#751
Ho letto l'articolo e il mio commento è presto detto: che si tratti di italiani, svizzeri o di chi si vuole, fintanto che il pensiero umano non avrà svelato in modo abbastanza inequivocabile la sua natura ivi compresa la natura del linguaggio ....  svelamento che infine dovrebbe offrire una nuova e adeguata comprensione dei poliedrici comportamenti umani, ma soprattutto dei molteplici "spiriti" dei popoli, la filosofia resterà confinata ineluttabilmente ad una scienza da ranocchi. "L'uomo è misura di tutte le cose .... etc" diceva Protagora. O si risolve tale questione indicando in quale modo si costituisca tale misura ... giacché penso che ne abbiamo piene le tasche di vedere, osservare, desumere e parlare infine di come detta misura si manifesti... eh eh eh!! ... dicevo appunto, se così non fosse, la filosofia sarà sempre e giustamente considerata poco, in balía continua della sua delegittimazione alla quale tutti si assiste. E siccome l'argomento mi sta molto a cuore per ora mi fermo qui proprio perché sono stanco di tracciare generalizzazioni arbitrarie parlando, come detto poc'anzi, di come le varie genti e l'individuo si siano messi in luce finora, ivi compresi ucraini, russi, inglesi, europei, americani e cinesi ... e mettiamoci pure i turchi ... un branco di folli, l'individuo per primo ... Un saluto
#752
Va bene Pensarbene, posso anche darti ragione visto pure che non esiste neppure un nobel per la musica o le arti figurative. Ciò nonostante sono incline a pensare che laddove esista una commissione giudicante, e parlo pure anche per certi sport tipo i tuffi nel nuoto tanto per dirne uno, per giudicare prestazioni che si sottraggono a criteri di valutazione oggettiva, sarebbe meglio stare in un decoroso silenzio. Poi, come ha detto inVerno, cosa vuoi che sia un premio assegnato da quattro bacucchi, anche se un paio di milionate di euro in tasca fan sempre bene. Spero proprio comunque che non diano il nobel per la pace a Zelenski. Un saluto 
#753
Sottoscrivo il post nr. 6 di Ipazia. Fintanto che non sia noto il semplice meccanismo in base al quale funziona l'individuo, la psicologia, di fatto, brancolerebbe un po' nel buio. Senza nulla togliere a Freud o a Jung, di cui non conosco i pensieri, la sua validità resterebbe pertanto confinata nell'ambito dei risultati ottenuti, e su questi solo la persona "in cura" potrebbe dire qualcosa. Bisogna inoltre dire, ed è questo a complicare le cose, che se il succitato meccanismo sarebbe di per se stesso semplice assai complesse sarebbero invece le manifestazioni che da esso emanano; tanto che ho sentito poche persone che siano riuscite a staccarsi dal bisogno dello psicologo, e questo, come molti pensano, non sarebbe per certo un motivo del poco valore del professionista, anche se potrebbe esserlo. Un saluto
#754
Storia / Re: Una cameriera robot ...
05 Ottobre 2023, 08:21:16 AM
Siamo convinti di studiare la realtà, ma, checché se ne dica, la realtà di cui tanto si parla saremmo noi stessi a generarla ... che poi la si studi pure fa parte dei nostri giochi ... come dire "se le fa e se le gode" (essenza ultima del solipsismo inconsapevole vista dal punto di osservazione del solipsista consapevole, cioè io). Visto come vanno le cose, disillusi in prima battuta da Silvio sul quale si era puntato molto e in successione da Beppe Grillo, penso che la voglia di un messia possa essere ancora attuale e l'AI sarebbe un buon candidato, sembra. Ci sarebbe ancora un piccolo scoglio di diffidenza da abbattere e poi è fatta. A me personalmente non piacerebbe, ma non sono mai stato un proibizionista. Un saluto 
#755
Personale contributo filosofico di un patafisico di scarso spessore: se d'un tratto smettessi di assecondare la legge di causa effetto, sempre ammesso che sia ancora vivo dopo un giorno, prima o poi sentirei lo stimolo della sete e della fame. Un saluto 👋
#756
Percorsi ed Esperienze / Re: pensieri da un amico
02 Ottobre 2023, 14:32:46 PM
Non sono certo quello che ritiene in prima istanza i mezzi o le tecnologie di informazione responsabili del nostro smarrimento, ma potrebbe essere proprio che la scarsa capacità critica, sempre che non si tratti di scarsa volontà ad esercitarla, sia almeno in parte un effetto addebitabile proprio alla ridondanza di informazione a cui siamo sottoposti. Come ha detto Phil nessuno ci obbliga a prendere immediata posizione, rinviando quindi il tutto ad un accorto vaglio dell'informazione che di volta in volta ci si propone innanzi. Gli è però che in una democrazia rappresentativa una posizione prima o dopo si dovrebbe prendere. E in una democrazia rappresentativa la fiducia che si concede riveste una certa importanza essendo infine determinante al buon funzionamento del regime democratico. Nel nostro sistema avremmo quindi bisogno che vi fosse fiducia ed è però indubbio che questa versi in profonda crisi. Cosa può dunque succedere quando la fiducia entra in crisi e al tempo stesso dovresti tuo malgrado concederla? Lascio la domanda in sospeso. Ordunque, di pifferai magici è pieno il mondo e mi meraviglierebbe che una persona normale sia in grado di distinguerli facilmente tanto sarebbero abili certuni. I politici non mantengono quel che dicono? Nessun problema; è di sicuro colpa dell'opposizione o della sfavorevole congiuntura economica, e in parte hanno pure ragione; questo è il guaio e al tempo stesso questo è il campo in cui si destreggiano i manipolatori più abili. Un colpo al cerchio e un altro alla botte, una sapiente mescolanza di verità e menzogne. E così accade allora che questi dicano che bisogna cambiare la legge elettorale, soprattutto perché ci sono pure le riforme da fare ... è urgente, bisogna fare presto!, ci vuole più potere decisionale! Chissà poi perché bisogna sempre fare presto come se il mondo potesse cambiare dall'oggi al domani. Imparino a fare i politici. I risultati infatti si vedono, tanto che il professor Cacciari, sicuramente suo malgrado, si è sentito in obbligo di difendere, se non le scelte, almeno la posizione in cui la Meloni si trova a dover governare; "c'è un prima grande come una casa" diceva una sera ai manipolatori più abili che davano tutti contro alla Meloni. Ma allora così sarebbe fin troppo facile dico anch'io.
Dato comunque che le maschere tendono a rarefarsi nei momenti critici, l'indizio più evidente a rivelare certi pifferai mi si è svelato, ovviamente, in due momenti altamente critici recentemente occorsi, e mi riferisco alla pandemia e alla guerra. È stato stupefacente per me vedere come molti giornalisti, e parliamo di direttori di testate giornalistiche nazionali che reputavo almeno in parte seri (lascio sempre il beneficio del dubbio circa il fatto che credano veramente a quello che dicono) si siano letteralmente trasformati in senso peggiorativo durante queste due emergenze per poi ritornare quasi miracolosamente ad essere nuovamente in parte seri ora che la pandemia e la guerra hanno perso quella rilevanza mediatica che ebbero al momento del loro insorgere. E non si può certo dire che costoro siano degli incompetenti, ma evidentemente la competenza non è da sola sufficiente a che le cose funzionino per il meglio. Penso pertanto che sia ardua impresa valutare la credibilità di certa informazione da parte di un cittadino.
Data la premessa e tralasciando i contenuti che nel mezzo si producono andrei quindi molto cauto nel togliere al mezzo di comunicazione ogni responsabilità di quel che nel mondo accade, proprio perché il mezzo non esiste mai in sé stesso, ma sempre in relazione a noi che lo produciamo. E se la produzione in origine è spontanea, avulsa cioè in certo senso da finalità nascoste, nondimeno in successione temporale viene puntualmente strumentalizzata a fini imperscrutabili da chi possiede interesse e capacità per farlo. Questo accade pure per le idee; accadde tanto per l'idea di Dio quanto per l'idea filosofica. Infine, il problema posto da pensarbene, per come la vedo io che penso che l'essere umano sia vittima di un errore mentale circa la valutazione che dà di se stesso sarebbe un problema di natura psicoantropologica. Per dirla in parole povere, i detentori delle grandi ricchezze che si dilettano a giocare col mondo sarebbero afflitti da malattia mentale. Un saluto
#757
Percorsi ed Esperienze / Re: pensieri da un amico
01 Ottobre 2023, 11:02:09 AM
Se vuoi togliere potere a chi c'è l'ha dovresti smettere di conferirglielo.
Siamo tutti eterodiretti, sia dall'una che dall'altra parte, solo che chi detiene il potere è avvantaggiato in questo conflitto poiché chi vi si oppone continua ad alimentarlo nonostante tutto. Chi vuole opporsi dovrebbe quindi per primo recuperare quello che tutti abbiamo un po' smarrito appiattendoci ad essere appunto eterodiretti; quello che abbiamo smarrito consiste nel recupero dell'introdiretto, che infine dovrebbe consentirci di attuare una specie di autodisciplina. Sarebbe solo attraverso questa pratica che si può scoprire ciò che possiede un valore autentico nella vita umana. Per quel che mi riguarda quindi non avrebbero valore tutte quelle troiate apportatrici di un effimero benessere e che il sistema socio economico mi propina a spron battuto in modo sicuramente seducente. Quel che veramente può darmi benessere si rappresenterebbe infatti solo nelle produzioni che si iscrivono all'interno della scienza medica la quale promuove la salute del corpo e della mente. Un saluto
#758
Certo, quando si parla di scienze umane bisogna proprio dire che è il caso di diffidare, soprattutto quando si parla della natura della conoscenza e dell'intelligenza, tipo il grande dono dell'autocoscienza piovuto dal cielo per caso una volta escluso che ci sia giunto da un Dio sadico. Il sonno della ragione batte pure lì, non solo sulle diatribe tra comunismo e capitalismo. Un saluto 
#759
Varie / Re: Un enigma del finito.
24 Settembre 2023, 10:25:07 AM
Citazione di: iano il 24 Settembre 2023, 09:53:26 AMCiao Daniele.
Sospetto che sia una buona risposta.
Ma è il termine ''lemma'' che mi confonde.
Ciao, si potrebbe dire l'insieme dei sostantivi o dei verbi all'interno della lingua. Sempre facendo intervenire il fattore tempo come componente che limita, anche l'insieme delle cellule di un cancro in un determinato istante 
#760
Varie / Re: Un enigma del finito.
24 Settembre 2023, 09:02:06 AM
Citazione di: iano il 24 Settembre 2023, 03:48:27 AMQual'è quell'insieme che è finito ma non limitato ?
Penso che un esempio possa essere l'insieme dei lemmi di una lingua. Buona giornata 
#761
Come fai a non capire Jacopus? E'ovvio che chi viene in Europa fa un investimento per una vita migliore. Naturalmente chi fa un investimento sa benissimo che c'è una componente di rischio, ma cosa vuoi che sia attraversare un deserto e in successione un mare a bordo di imbarcazioni dove si rischia ben poco e dove ci si affida fin dalla partenza dal luogo natìo a persone di specchiata morale. Proprio non capisco. Caro Jacopus, in questo forum vi sono contributi molto razionali espressi da persone anche molto colte, almeno rispetto al mio livello di cultura il quale mi fa dire certamente molti strafalcioni senza che magari me ne dia conto. Quello che manca però in questi dialoghi è ciò che muove le varie speculazioni molto razionali, cosa che, a mio modesto parere, avrebbe ben poco a che fare con la ragione arrivando pure a toccare, in certi casi, la malattia mentale. Quando il generale della Folgore Vannacci ... poverino, dico poverino dato l'incarico che riveste che sembra quasi una punizione (responsabile dell'Istituto geografico militare ... capisco un generale del Genio, ma uno della Folgore) ... quando appunto il generale partorì quel libro che per certo non riscuote il mio consenso pensai che in un certo senso avesse messo il dito su una piaga. Ordunque, c'è qualche pensatore che fa coincidere il linguaggio con l'essere, ma se non ci si rende conto del ruolo che le pulsioni possono avere nella nostra espressività linguistica, nel senso che queste sarebbero premessa per i contenuti molto razionali del nostro dire, io penso che si possa solo venire a capo di nulla. La dialettica in questo senso è un fallimento totale e bisognerebbe prenderne atto. Un saluto
#762
Ne parlavo proprio qualche giorno fa con un amico e lui sosteneva che la questione è stata sviscerata a suo tempo e in modi più che esaustivi dalla patafisica. Personalmente non saprei come trattare il problema e inoltre mi sfuggono i fondamenti di tale disciplina. Può essere che qui nel forum qualcuno sappia senz'altro qualcosa al riguardo. Un saluto
#763
Citazione di: Freedom il 18 Settembre 2023, 17:10:06 PMViene prima l'uovo o la gallina?

Anche Ipazia accarezza questa possibilità che evidenzi e cioè: la fragilità umana è insita nella nostra natura o è frutto di secoli, millenni di andamento della civiltà in una certa direzione?

Bè, non sono tesi dimostrabili, nè la mia (indole) nè la vostra(culturale/sociale/economica). Il tempo è passato e non c'è una seconda chance.

Penso tuttavia, che il letto di un fiume venga scavato naturalmente. E non ci sia un'altra possibilità. Esiste solo un modo nel quale l'acqua scava nel terreno e produce l'alveo nel quale scorrerà l'acqua. E dunque, in definitiva, anche il comportamento umano è assimilabile ad una forza naturale. Mi viene in mente una frase, secondo me illuminante, di Rousseau nel suo libro sulla proprietà privata: "chi è il primo uomo della civiltà umana che ha tracciato un segno nel terreno e ha detto questo è mio?" A me sembra un modo di procedere naturale e, contestualmente, inevitabile. Non è forse dal nostro interiore che nasce l'esteriore?

Se quindi si è prodotto quello che Marx ha chiamato capitalismo (il lavoratore dipendente non è forse l'adattamento storico-economico della schiavitù/servitù della gleba?) ma che non è altro che una legge della giungla leggerissimamente addolcita........bè temo che non potesse andare diversamente.

Altrimenti come si può spiegare il fatto che è andata in questa maniera?
Non nego l'indole Freedom, altrimenti saremmo perduti, ma la storia esercita una forza nettamente superiore.
Io non sono Marx e pertanto ritengo opportuno specificare il mio pensiero nei limiti in cui il mio pensiero possa essere autenticamente mio.
La nostra storia è una storia di abitudini e ciò che origina un'abitudine dovrebbe essere generalmente un'accidente che in successione produce il suo assestamento nell'abitudine  attraverso l'avallo in seno ad una comunità. 
Dire che la proprietà privata (l'accidente) sia naturale diventa una bestemmia nel momento in cui si pretenda di affermare che una società che non la contempli possa essere innaturale. La prova è che fino a due o tre secoli orsono esistevano pure gli apache e non solo loro. Succede però che tanto più un'abitudine si sia storicamente assestata tanto più difficile sarà eradicarla qualora la si valuti perniciosa. In successione questa difficoltà fa sì che noi si costruisca delle giustificazioni più o meno lecite per continuare imperterriti sulla via dell'abitudine consolidata. A livello individuale la presa di coscienza che la propria tossicodipendenza (senza scomodare l'eroina prendo ad esempio il più diffuso tabagismo) possa rivelarsi perniciosa spesso non è sufficiente a farci uscire dalla tossicodipendenza, e si troveranno sicuramente buone scuse per continuare a coltivarla nonostante tutto. A livello di popoli l'esempio forse più eclatante sarebbe lo sterminio effettuato nei confronti delle popolazioni americane da parte di nazioni che erano cristiane, e rimarco cristiane. E anche qui sono intervenute varie giustificazioni a modellare le nostre coscienze; tanto che, non so se negli ultimi anni l'abbiano fatto,  ma mi risulta, forse sono ignorante, che nessuno si sia nemmeno mai degnato di fornire al riguardo almeno un'ipocrita scusa ai pochi sopravvissuti. Non so se Marx intendesse questo con il pensiero che mi ero annotato. 
Si, l'essere umano è debole al cospetto dei suoi pretenziosi ideali ... forse sarebbe meglio che li abbandonasse e allora sparirebbe la sua presunta debolezza. Siamo quello che siamo. Un saluto 
Un saluto
#764
Citazione di: Freedom il 18 Settembre 2023, 12:10:54 PMQuoto integralmente perchè mi pare integralmente condivisibile.

Aggiungo solo che, secondo me, l'ideale comunista non riesce ad applicarsi alla realtà perché cozza, temo irrimediabilmente, contro le fragilità della natura umana. Il problema di fondo è che Marx (e molti illustri pensatori del suo tempo) pensava che i classici difetti della nostra indole fossero conseguenza delle precarie condizioni di sopravvivenza.

E che questa precarietà discendesse dalla gestione capitalistica dell'economia. In altre parole lui immaginava che, risolti tutti i problemi attinenti ai bisogni primari, rimanesse uno spazio che, in via naturale, sarebbe stato riempito da attività umane sostanzialmente nobili o, comunque, innocue per le altre persone.

Cosa, purtroppo, solo parzialmente vera. C'è una componente, come dire, genetica, atavica di fragilità insita nella natura umana. Che, sembrerebbe, ineliminabile per vie naturali.

A me pare questo il problema centrale della questione comunista.
Non conosco il pensiero di Marx,  ma mi sono annotato un suo pensiero a suo tempo espresso da Ipazia e che mi trova in totale sintonia: "Non è la coscienza degli uomini che determina il loro essere, ma è,  al contrario, il loro essere sociale che determina la loro coscienza".
È ovvio che il nostro essere sociale si forgia anche a fronte delle abitudini sociali vigenti in cui ci si trova calati a vivere nostro buon grado o malgrado, e, qualora fosse il malgrado la parte preponderante, potrebbero emergere dei problemi.
Non conosco come Marx abbia affrontato le relazioni che intercorrono tra struttura e infrastruttura; per certo il rapporto personale che si intrattiene con l'idea della morte appartiene ad una potenziale fragilità umana, però vi sarebbe un altro motivo portatore di criticità che vorrei evidenziare, il quale potrebbe essere in un certo senso atavico e avulso dalle strette faccende materiali in cui ci si trova a vivere, ovvero emergendo all'interno di medesime condizioni materiali di vita. Nondimeno tale  criticità sarebbe determinante nella generazione di rapporti di forza che intervengono in seno ad un bipolarismo che si manifesta nel mondo umano. Per descriverlo mi rifaccio ad una poesia di Gianni Rodari che così recita e che ha a che fare con la nostra aggressività nei confronti del tempo:
"Chiedo scusa alla favola antica
Se non mi piace l'avara formica
Io sto dalla parte della cicala
Che il più bel canto non vende, regala"
#765
Citazione di: anthonyi il 13 Settembre 2023, 08:44:36 AMMagari, inverno, il problema fosse semplicemente questo. Quello che i filosofi chiamano "istinto di potenza" é connaturato con la specie umana, che é predisposta ad instaurare relazioni di potere, attenzione relazioni non domini. Voglio dire che insieme all'istinto di potenza c'é il bisogno di essere dominati, o meglio avere punti di riferimento nelle scelte individuali. Se non ci fosse quest'ultimo non potrebbe esserci alcun potere, ma nello stesso tempo questo bisogno è il fondamento su cui si costruisce la società.
Per cui la società sarà sempre diseguale, e ci sarà sempre qualcuno che comandera, nel nome del capitalismo, del fascismo o del comunismo che sia.
Ciao anthonyi, nella mia crassa ignoranza non ho mai sentito parlare di istinto di potenza, ma penso che un individuo possa senz'altro subire il fascino di una persona che ottenga più facilmente un obiettivo perseguito da entrambi ponendosi così di fatto in una condizione di minore potenza rispetto all'altro. Questa forma di "potere subito" si instaura naturalmente in virtù del fascino che l'obiettivo esercita sicuramente nei confronti dell'individuo meno potente, ma non è automatico che il più potente subisca il fascino che l'obiettivo esercita nei confronti del meno potente. Diciamo che il più potente sa che molti resteranno affascinati dal suo prodotto e forse anche dalla sua persona. Beh, io non sono favorevole al capitalismo perché sarebbe attraverso tali dinamiche che agisce e che assomigliano un po' ad una forma di plagio psicologico. Sono comunque d'accordo con te sulle diseguaglianze di fondo nelle società di qualunque natura esse siano. Nostro compito sarebbe quello di non alimentarle, almeno per come la vedo io. Un saluto