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Messaggi - Jean

#751
Evidente che sia la mia visione, caro W., l'ho scritta io...  :)

Ma che alcuno non la condivida, adesso o in futuro, non ne puoi esser certo.

Adeguamento esistenziale mi piace, non l'avevo mai incontrato sinora, denota creatività semantica e penso che lo userò a mia volta.

Dispiace deluderti invece nella tua supposizione, puoi legger tutti i miei post in questo Logos (e nel vecchio forum archiviato) e non ci troverai i caratteri distintivi del credente monoteista o politeista che sia.

Ma naturalmente, come ben dici, nulla è nuovo sotto il sole e vi sono affinità nella costruzione delle frasi, dei periodi in un testo... sedimentazioni affioranti di contenuti appresi durante il corso della vita. Tutti li usiamo ma non ci fanno per questo appartenere a un certo percorso.  

Come ancora ben dici non siamo tutti uguali e ti sarà difficile catalogarmi in questa o quella categoria, tanto più, come ho scritto, perché non faccio alcun riferimento alle parole di alcuno, di ieri e di oggi, per supportar i miei ragionamenti.

Con tali premesse ben dichiarate, imputarmi di non aver compreso la valenza di Q è analogo ad affermarlo per ogni libro del mondo, sacro o non sacro che io abbia o non abbia letto.

Per me Q è uno dei molti, certamente di gran spessore, ma non quando le frasi che prendo da te, il mio tramite per toccar il suo pensiero, a mio avviso (concedi mi sia consentito come lo è per te interpretare ad esempio l'opera di Paolo?) non abbiano quello spessore che invece tu ci trovi.

I libri pur sempre "sacri" che citi non li ho letti con superficialità, non li ho proprio letti e non intendo, per il momento, farlo.

Poiché non ho alcuna intenzione di discutere con te sul piano storico e delle fonti, dove riconosco il tuo primato, come ho evidenziato in diverse occasioni.

Se per dialogare con qualcuno in filosofia dovessi studiare i libri che egli ha masticato per una vita... dov'è la differenza qui?

Ognuno, dichiarandolo come ho fatto, inizia il percorso deduttivo dalle proprie premesse... non fosse servirebbe porre delle limitazioni: discussioni consentite ai soli storici e conoscitori della bibliografia allegata.

 
Nel legger le tue parole, i periodi,  trovo delle somiglianze, ad esempio

...ai vari autori / tutti impegnati ad esaltare, magnificare, adulare, osannare il dio delle Tribu'...

non mi par troppo diverso il tuo atteggiamento, la tua disposizione nei riguardi di Q, puoi sostituire adulare con ammirare e osannare con rispettare... chi per i suoi motivi, interessi, sensazioni... ma la sostanza rimane la stessa, quel che incontra te non incontra tutti e viceversa... tu chiamala, se vuoi... biodiversità cultural-sociale... ripeto, quello che emoziona te non è per nulla certo produca lo stesso effetto in altri.

Se in un certo percorso storico vedi solo un intento, un gomplotto... puoi, come fai, riunire tutto quel che la tua ricerca ti procura e a tuo modo combatterlo. 
Perché ho l'impressione che a te non dispiaccia lo scontro e personalmente non mi impressiona, per nulla... ma preferisco camminare su terreni in cui viene risparmiata almeno un po' d'erba.

Sulla parola "ossessione" ti ho risposto nel topic "Un sontuoso banchetto" (muoversi un po' nell'Hotel è un buon esercizio... per il dito del mouse...).

Per la fiera dell'ovvio non potevo sapere perché sei del tutto indifferente alla degradazione del corpo... non ne avevi parlato sinora e questo lo trovo interessante, un'esperienza di vita che dubito non abbia lasciato almeno una traccia nel tuo inconscio.

Ma non conoscendoti di persona... osservo la costruzione delle frasi e la grafia...

Riguardo al suicidio (ne ho parlato nello "specchio della verità) e eutanasia son atti che rispetto... forse non sono frutto del solo ragionamento, si muove – anche - qualcosa di profondo dentro le persone che vi approdano.

Qualcosa che in parte, o più, lor stesse non comandano.

Inconscio, qualcos'altro? Liberi di crederci o meno.


 
Qui si chiudono, per questo topic, le mie risposte, perché non possono e non devono rivolgersi ad una sola persona come ho fatto con questa mia ultima, che mi ha indicato il limite della mia partecipazione.

Ho espresso, interagendo con te, la mia visione riguardo ai cimiteri, luoghi della memoria (coincidenza... in questi giorni) e ho letto la tua e di altri. 

La discussione è stata civile e pacata, speriamo un pò interessante anche per gli ospiti del nostro Hotel.

 

Grazie, Sebastian.
#752
Varie / Re:Un sontuoso banchetto
27 Gennaio 2017, 21:37:25 PM
Ah...  

almeno per quel che mi riguarda c'hai preso... ho iniziato una conversazione con JSebastianb... proprio riguardo tombe e cimiteri (in spiritualità) e non sono quel che si dice (lo dico io, per ridere) un multitasking man, per star da una parte devo venir via da un'altra... tutta colpa (o merito) di codesti telefonini... 'un si riesce a non portarseli dietro e va a finire che rimani sempre collegato da qualche parte...

Mmh... tante cose che si credevano impossibili son state realizzate, l'aeroplano, la televisione, navicelle spaziali...  chissà se Maral che mi pare sia tra quelli più aggiornati riguardo la tecnologia (almeno come argomento, problematiche e prospettive) se la sente di escludere categoricamente che in un improbabile  futuro non si potranno realizzare telefonini metafisici, come dici tu metà di qua nel mondo e l'altra metà che si aggancia a quei 21 grammi che abbandonano il corpo per andar chissà dove...  siam tra amici e in leggerezza e fantasia (...forse non del tutto) si può trattar qualsiasi argomento...

Il padrone di casa... grazie Phil, passala al nonno... con codesta storia dell'impermanenza c'ha preso mano... prima era qui, adesso no... beh, anche voi donne al riguardo vi fate un po' abbindolar dalle parole... andate dal parrucchiere per una permanente che fatalmente divien – vedi, sempre il divenire – impermanente...

Eh, le parole, uno le prende sempre alla lettera (e che dovrebbe fare, se son parole, no..?) ma i significati son tanti, molteplici... e anche semanticamente 'un c'è verso di arrivar all'uno, a concordar che sia quello solo... tanto da farcene un'ossessione codesta ricerca dell'uno, dell'ente primigenio... che sia grave?

Dipende dal vocabolario... in uno si può legger che l'ossessione sia nient'altro (dipende dall'intensità, come tutte le cose, eh... non balzate subito al massimo grado...) che un pensiero fisso, ricorrente... e in un altro uno stato patologico...

Dove sarà la verità? Dove sarà Sari?

Forse l'abbiamo messo un po' sotto pressione... perché codesto ragazzo si è impegnato, ha aperto la porta a tutti e cercato di rispondere a tutti, senza risparmiarsi, va beh, per bruciar Karma negativo cosa non si farebbe... ma bisogna tastarsi il polso... veder come funziona l'intestino e l'altri organi, insomma, 'un esagerare... che basta un pezzo importante della macchina umana che non funzioni a dovere e quella si blocca... 'un corre più tra i post, fermandosi qui e rispondendo là...

Comunque vedrete che ritornerà, più inadeguato che mai... un po' l'ha fatto apposta... oppur il caso, la fatalità, lo zampino della gatta che stà a rubà a soppressa... Sgiombo! 'un esagerare... che qui in Veneto li viggili useno er soppressometro... eh, 'o sai che ogni sostanza, puro l'acqua, oltre 'na certa dose divien pericolosa, per sé e di riflesso, s'uno guida, per l'artri...

Chi se non il figlio della cascata potrebbe illuminarci sulla nostra condizione d'ospiti allo sbaraglio..? considerato che, sarà pure 'na Villa... ma qui si risparmia... candele e caminetto... (ahimè, che banale caduta d'umorismo... altro che le tue considerazioni sul mio esercizio pseudopoetico...).


Mmh... spero d'averce messo 'na pezza in questo banchetto iperuranico... cor nonno che me ricorda er nummero 1 di Alan Ford e noi gli improbabili personaggi dell'anonima investigativa... a proposito, che stiamo a cercà, che l'ho scordato..?

Er filo d'Arianna... (no, il nonno l'ha trovata...), Arianna che fila e mamma non vuole... o la risposta a ben più impegnativi quesiti?
Mo' diteli voi, che cercate tra boschi e valli d'or... in quel di sotto il Monte?

Como... prima io..?

Va beh, ma 'un prendetemi per sentimentale... ho cercato d'accompagnare un amico nel suo esperimento virtual-reale... e se un po' gli son stato d'aiuto non avrei potuto aver  ricompensa migliore...  



Grazie, a nome del mio amico, per aver degnamente celebrato il suo ingresso tra gli utenti storici... (o stoici...?)


:)  ;)
#753
Caro J.S.B.Q. (indovina cosa sta per Q...),


... c'è  anche un tempo per accettare di vivere nel tempo in cui si vive, nel luogo ove si vive, con le persone con cui si condivide (poco o tanto) la propria vita, con le attività esteriori (es. lavoro) ed interiori (es. pensieri), aprendo il bagaglio del passato senza necessariamente rabbrividire alla propria collezione di cicatrici (chi non ne ha... le mie son peggio delle tue perché me le son prodotte da solo...).

Un tempo in cui non ci si appoggia ad altri, siano persone o parole viventi o passate, per trovar il senso della propria collocazione, perché proviene dal non cercar più una collocazione, accettando quella in cui ci si trova.

Un tempo in cui il rancore, la rabbia per quanto ha fatto l'uomo all'uomo e quanto (si presume) abbia o non abbia fatto Dio all'uomo è secondario rispetto a quello che estraiamo da noi, per noi e gli altri.

Non è il tempo del qui ed ora, per viver il quale serve una verginità che corrisponde solo ai bambini, è un tempo attuale, adulto e maturo... si è visto, compreso come stanno le cose e la rivoluzione, lo scardinamento, sappiamo che porteranno altre rivoluzioni e scardinamenti.

In questo tempo, nel luogo ove vivo, ci son architetture di chiese, conventi e cimiteri, per restare nel tema, come sempre sarebbe auspicabile fare, salvo qualche digressione del tutto lecita.

Non serve Q. per figurarsi l'ovvia fine di tutte le cose... ma questo, lungi dal levar valor all'attuale, a me, a molti, rende ancor più splendente il tempo in atto.

Questo mio tempo, che per discreta parte vivo assieme ad altri, lo vedo come una pagina sulla quale vado, istante dopo istante, leggendo la narrazione della mia vita.

C'è chi si chiede se vi sia un ente che l'abbia scritta o lo faccia man mano, chi non si fa domande, almeno quando si ritrovi inebriato dalla gioia musicale, come nel tuo caso.  
  
La pagina comprende tutto il quadro che percepiscono i sensi... ci son quindi chiese, campanili e cimiteri... perché desiderare una pagina diversa dove queste edificazioni non siano più?

Leggiamola meglio la pagina... i particolari aumentano, si espandono sempre di più... ecco, è diventata il mondo e la narrazione non è solo la mia ma quella dell'intera umanità... dove la mia pagina s'è persa, indistinguibile dall'innumerevoli altre.

È questa la morte? 

Pur se qualcuno per volere o per caso ancor può legger la mia pagina?

E dov'è finito il corpo, compreso il tuo, che tanto t'ossessiona e non manchi di ricordarlo corruttibile ed infine putrido e marcescente cibo per vermi... se stai leggendo del suo destino nella tua pagina vuol dir che non sei morto... com'è che torni sempre a quella riga dove muore e marcisce? 
Cosa ti ci riporta?

Tu vorresti viver per sempre? Vorresti morir ora?

O come (quasi) tutti noi accetti che si compia il nostro tempo?

Nel qual caso, dov'è la differenza tra tutti noi?

Dove posiamo lo sguardo per legger la nostra pagina è l'unica differenza, ma non c'è nulla più importante di quello che possono leggere i nostri compagni di viaggio nelle loro.

Pensi di esser alla fine del libro, l'hai solo aperto...

 

Buona lettura.
#754
Certo, è solo questione di tempo, per tutte le cose.

Quale l'arco di tempo da considerare? Breve, medio o lungo... (o l'ente tempo...)?

Nel lungo sole e terra arriveranno alla fine per come li conosciamo (naturalmente attraverso vari passaggi).

Nel medio, diciamo centinaia di migliaia d'anni, come per le antiche civiltà anche la nostra finirà seppellita da metri di polvere, con buone probabilità radioattiva.

Resta il breve periodo (poche migliaia d'anni, dai sumeri ad oggi) di cui si puo' parlare disponendo (ma non sempre accade, anzi) del materiale storico (fonti) per farlo. 
Serve una gran preparazione al riguardo, non per niente la conoscenza umana è andata via via dividendosi  e ancor più frastagliandosi, vi son specializzazioni all'interno delle specializzazioni... a ricordare una figura frattale.
Così si è portati a scegliere se addentrarsi sempre più nel particolare che sembra divenir via via più definito, o mantener una visione d'insieme, cercando di integrare secondo le nostre capacità le singole prospettive.

 
Proprio ieri ho saputo della morte di un caro amico di cui non avevo notizie da anni. 
La troppa distanza ha attenuato l'impatto della notizia, unita al fatto che lo sapevo seriamente ammalato.

Non ho chiesto alla moglie del dopo, come e dove sia stata disposta la salma, non ho avuto questa curiosità e non mi sembrava il caso, suppongo avranno scelto per tempo e penso riguardi solo loro.
 

Forse ho respirato qualche molecola d'ossigeno che apparteneva a quel corpo, quando mi son sentito in pace e tranquillo durante una passeggiata in collina.
Perché era una gran bella persona, sempre disponibile e sorridente nonostante il progredire della malattia.
 

Coincidenza, per raggiungere il luogo ove trascorro una parte della mia vita percorro una stradina fiancheggiata da alti cipressi che delimitano un piccolo cimitero, a pochi metri dalla casa.

Qualcuno mi ha detto che non avrebbe mai dimorato nei pressi di un cimitero... io non saprei trovare luogo migliore, il silenzio del posto, i cipressi di Van Gogh... e quando incontro le persone che lo frequentano (da vivi...) un senso di rispetto, reale o di circostanza che sia... comunque raro ai nostri giorni.

Nell'arco temporale della mia vita ho visitato chiese, conventi, cimiteri ed altri luoghi legati al culto. 
A dir la verità da giovane anarchico (né Dio, né stato, né servi né padroni...) avrei voluto dar fuoco... ma son avvenuti tanti cambiamenti nella mia vita che mi han fatto riconsiderare molte mie (presunte) convinzioni.

Non saprei immaginare il nostro paese senza, in prima istanza, tale patrimonio architettonico... girare per Lucca senza incontrare le sue 100 chiese..? o le 148 ancor presenti (40 scomparse) di Venezia, le 230 (solo nel centro storico) di Roma... e tutti i piccoli paesini che si distinguono solo per quel campanile e la chiesa, che poi la miseria, sovente, è uguale e accomuna tutto e tutti.

Sicuramente ci son orchi in tutte le favole, molti, troppi anche all'interno della Chiesa, ma non può esser che da una parte stia tutto il male... le cose son mescolate e chi faccia d'ogni erba un fascio non si lamenti d'aver prodotto un deserto privando il terreno d'ogni vegetale.

In seconda istanza riguardo il patrimonio artistico pittorico...

In terza... musicale, quello che tanto piace a Sebastian, sì d'averne associato Bach al suo nike...

In quarta... la letteratura... l'immensa letteratura prodotta dalla grande Europa, Russia compresa.

In quinta...  la psicologia, non so dire per Freud, ma Jung ne verrebbe fortemente ridimensionato.

In sesta... filosofico... (sarebbe da domandare, nella specifica sezione, cosa sarebbe la filosofia mancando tal riferimento...).

Le correlazioni, interconnessioni, mescolanze, simbiosi ecc. ecc. mostrano, per chi le voglia vedere, che non si sta parlando di un organo singolo che si possa espungere da un corpo pretendendo di mantenerlo in vita. 
Se si vuole che continui, trovando ancor per il futuro una delle tracce della nostra identità di popolo, occorre rispettarlo, salvaguardarlo.

Chi aneli che ogni traccia legata alla nostra tradizione religiosa venga cancellata così d'esser libero di ricostruir dalla tabula rasa, soppesi quel che perderà per sempre... e dia un'indicazione di cosa verrà a rimpiazzarla...
 

Forse il mio amico è stato sepolto e se mi capiterà non mancherò di portare un fiore, si è sempre usato così.
 

Ma disperso nell'aria, nell'acqua oppur confinato nella terra non cambia la sostanza, la vita che ci abbandona non ritorna... se non come pensiero e sensazione nei luoghi della memoria, i cimiteri... o nella nostra stessa coscienza, che è il frutto del cimitero di tutte le genti e di quanto han fatto in terra.

Strano che chi vorrebbe liberarsi della forma esteriore dei cimiteri non riconosca d'esserlo dentro di sé... cosa cambierebbe?

Ma come la coscienza è intrisa di morte è di converso intrisa di vita e permette all'uomo di manifestare nelle sue varie espressioni una qualità peculiare, la creatività.

Chi reputi migliore la situazione di chi non è per nulla nato (un totale controsenso, ma se piace ragionar in codesto modo...) spieghi perché gli piaccia la musica, la pittura... la lettura, il vedere ancor bimbi giocare... passeggiare, mangiare... riposare dopo una giornata di duro lavoro...

 
Sapete che differenza c'è tra esser morti e vivi?

Se non la sapete siete già morti.

In quel caso, il cimitero o qualunque altra cosa di questo mondo non vi riguarda più.


Ma, disprezzata o glorificata, chi scrive qui ha ancor il dono d'aver vita.
 


https://youtu.be/YD6fvzGIBfQ
#755
@ inverno
https://evogeneao.s3.amazonaws.com/assets/tree_of_life/tree-of-life_2000.jpg

graficamente molto bello, puoi spiegarlo, per chi non è pratico di grafici?

grazie
#756
Varie / Re:Varie
24 Gennaio 2017, 21:19:04 PM
Quand'ero ragazzino
a volte frequentavo l'oratorio
per giocare a biliardino.
 
C'era anche un tavolo da ping pong
ma le code erano lunghe
e quelli bravi giocavano a lungo.
 
Un bambino non ama attendere a lungo... vero?
(sì, sto parlando a quel bambino...)
 
Una volta, determinato, attesi...
ci fosse voluto tutto il pomeriggio
ma non mollai la posizione.
 
Prima o poi arriva anche il nostro turno
e quando finalmente  giunge
nessuno dovrebbe metterlo in dubbio.
 
C'era un altro ragazzetto come me
ma molto più bello, biondo
già un bel fisico... già canaglia...
 
Mi passò avanti, con la racchetta pronta
senza dir nulla, senza guardarmi
come non esistessi.
 
Non aveva fatto nessuna coda
uno che vuol dominare
non si abbassa alle regole.
 
Stava quasi per iniziare il gioco
che mi feci forza
e gli dissi che era il mio turno.
 
Sogghignando
rispose che era meglio
se tornavo a casa.
 
Compresi che non c'erano alternative
o uscivo
o dovevo combattere.
 
Quest'ultima cosa non mi piaceva
la lotta, magari farsi male
e poi... per giocar con una pallina?
 
Tutti mi guardavano
convinti di vedermi prender la porta e uscire
lui era il leader.
 
Fossi uscito
qualcosa dentro di me
non sarebbe più tornato a casa.
 
Invece di indietreggiare avanzai
mi misi di fronte al leader
impedendogli di iniziare il gioco.
 
I leader non si abbassano alle regole
tanto meno a quelle non scritte
in un lampo mi ritrovai a terra.
 
Col collo serrato dalle sue mani
e per giunta con il maglione che torcendosi
mi aveva bloccato un braccio.

Capii di non aver speranze
un minuto al massimo
e avrebbe vinto.
 
Con uno strattone riuscii
a mettergli l'unico mio braccio libero
attorno al collo.
 
Decine di ragazzi, a cerchio
erano spettatori della nostra lotta
quasi tutti sconfitti dal leader.
 
Non provavo dolore
perché ero cosciente
che non poteva battermi.
 
Lui aveva due mani
ma io una leva più potente
e non avrei ceduto, a costo di morire.
 
Ricordo che sentivo parlare
alcuni biasimavano la slealtà del leader
che a tradimento mi gettò a terra.
 
Qualcuno disse
che nonostante disponessi di un solo braccio
non riusciva a prevalere.
 
Mi mancava sempre più il fiato
come mancava a lui
lo guardavo e mi guardava.
 
Per una volta meravigliato
che qualcuno, addirittura con un solo braccio
potesse tenergli testa.
 
Sbagliò strategia
convinto che non potessi resistere
non usò le mani per torcermi anche quel braccio.
 
Poi non avrebbe più potuto farlo
perché se respiravo almeno un secondo
il suo collo non avrebbe resistito.
 
Vennero dei grandi e ci separarono
mi ci vollero dieci minuti
per riprendermi dall'asfissia.
 
Nessuno di noi due giocò quel pomeriggio
le nostre strade si divisero
quel giorno.
 
Qualche anno dopo
Miotto, questo il suo nome
morì in un incidente.
 
Mi dispiacque
perché in fondo mi era simpatico
e avrei voluto star con la sua banda.
 
Non ho la stoffa del leader
e non mi piace la lotta
ma quel giorno...
 
non avessi accettato la sfida
qualcosa di me
non sarebbe tornato a casa...
 
Oggi, che sta terminando
il mio viaggio
se potessi farei diversamente...
 
Per la vita di quel ragazzo
uscirei dall'oratorio
senza reagire.
 
Ricordo ogni istante di quella lotta
e mi ricordo dei suoi occhi azzurri
e dei capelli biondi.
 
Se avessi potuto cambiarmi
con un altro
era con lui.
 
Così quasi piansi
quando seppi della sua morte

perché avrei voluto essergli amico.
#757
Percorsi ed Esperienze / Re:Prigioniera
23 Gennaio 2017, 19:22:31 PM
@ Duc

Non sono un addetto ai lavori in campo psicologico, quanto ho letto (e talora discusso) è frutto di un interesse che non ha percorso le usuali vie... per dire, pur conoscendo per sommi capi (come a dire un "riassunto") l'opera di Jung non mi ci ero mai addentrato... e sì che avrei potuto averne bisogno a causa delle somiglianze (limitate e solo in certe zone) tra la sua e mia discesa nella "cantina" della psiche. 

Pur essendo avvenute per cause (se ci son davvero cause) differenti, quei "luoghi" non son del tutto diversi per chi li attraversi. 
Così che il ritrovarne un dettaglio sulla mappa forse avrebbe potuto aiutarmi perlomeno a non peggiorare la mia situazione (di allora). 

Ma ho avuto tra le mani  "Il libro Rosso" solo alla fine del mio viaggio... così che non son stato influenzato/aiutato dal percorso altrui. 
Le cose vanno comunque come devono andare e se a causa della mia indicazione ti sei addentrato nelle riflessioni del Dottor Jung ne son contento. 

Quello che hai trovato e rielaborato nel solco del tuo percorso di fede e conoscenza non si può discutere, è il tuo personale riflesso di un frammento di verità. 
A cosa servirebbe confrontarlo col mio? Angolo di visione, intensità della luce, dimensioni del frammento ecc. son diversi... non che sia del tutto un'altra cosa, beninteso, ma al più ci si può trovar d'accordo nel dire, per chi si sia dissetato con una bevanda, che sì, era dolce...  

Mi permetto una piccola osservazione... l'origine della mia risposta a Tutto (decisamente più gradevole – anche se impegnativa - la forma abbreviata del nick... che tuttavia mi pare corrispondente alla sua affermazione : Noi siamo tutte queste parti, e la loro unione decide chi siamo e, soprattutto, chi vogliamo essere...così che non può essere che le sue parti siano tutte sbagliate o tutte giuste) nasceva proprio dall'assonanza della tua (bella, perché scritta con sentimento) poesia con quanto ella riportava (parere del tutto personale).

Si potrebbe quasi dire che attraverso il mio medium (nel senso di mediatore, eh..) tu avessi già risposto a Tutto con la tua poesia, incontrando quella parte di lei che poteva riceverla, infatti ne ha detto bene.

Così l'osservazione è nel tuo porti e restare, talora, come si dice in campo giornalistico (benchè nasca dal gergo produttivo industriale) un po' troppo "sul pezzo"... che per definizione non è mai l'intero, ma il particolare che osserviamo. 
Se puoi, non "sezionare" quanto ho scritto... rimarresti ancora "sui pezzi"... 
 


@ Tutto

Non preventivavo una risposta così a breve che un po' nasce dal dispiacermi della mancata occasione di un punto d'incontro tra voi (Duc e te), anche se subito dopo (il dispiacere è una risposta emotiva legata al momento) mi è conforme pensar che le cose vadano esattamente come debbano andare. 
Magari non per sempre, così mai dire mai...  

Avevo avuto la sensazione che ci sapessi fare con la scrittura e me l'hai confermato. 
Per me e credo anche per l'amico Sari, tal arte ha una valenza ben oltre l'immediato sollievo prodotto dall'immergersi in un "flusso" diverso.

Non avresti potuto scegliere giardino migliore e mi auguro col tempo e favorevoli circostanze di scambiare (c'è una bella sezione qui, purtroppo poco frequentata, dove farlo) qualche impressione sulle amate piantine letterarie (altrui e nostre).

Posto con moderazione i miei scritti, in particolare le poesie, ritenendo  quest'ultime "usabili" solo per qualche degno scopo... qualcuna l'invio a degli amici, a seconda delle circostanze.

Ma, come dicevo, c'è qualcosa che collega gli eventi, il tuo post, la mia risposta e quelle tra te e Duc... quel qualcosa è anche la poesia, la sua forza e i segni che nasconde in essa, ignoti anche all'autore, il tramite di un'intenzione oltre l'io.

Non posso e non è il caso di dir di più, è oltre le parole, per chi lo creda possibile...


Proprio nello stesso tempo della risposta precedente avevo appena terminato una mia poesia, di quelle un po' particolari che scrivo ogni tanto, di cui son attento tutore (infatti non le considero "mie", ritenendomi un tramite dell'ispirazione, una forza al di là dell'io...).

Stranamente parla proprio di tutto questo, così ho sentito che dovevo metterla.

 
Tra gli eventi della vita par si nasconda un segno
il qual non ha spessore e mai l'ugual colore,
la diritta forma muta al par del col d'un cigno,
come una lama freddo oppur di gran calore.
 
Qual fune che s'intonda s'avvinghia all'esistenza
ma ritornato acqua si fugge da ogni foro,
un vento sulla pula che del gran ti lascia senza
e ancor appare in scena a ricantar nel coro.
 
Accade raramente che mostri la sua impronta
e al farlo mi domando se ponga l'intenzione
che par nell'espressione la guardia quello allenta,
quasi s'adagia, attende, mantien la posizione
 
così che t'avvicini come per coglier un fiore,
ma il vento gl'ubbidisce e a forma di soffione
scompare alla tua vista lasciandoti l'afrore
del frutto della vita, passata l'alluvione.
 
 

Un caro saluto a entrambi e all'Hotel Logos... dove ho visto la neve...


https://www.youtube.com/watch?v=htAHSuIPcpA
#758
Percorsi ed Esperienze / Re:Prigioniera
22 Gennaio 2017, 10:04:14 AM
Avrei potuto
lasciarmi andare
mille volte
e mille altre e più situazioni.

Avrei potuto
suicidarmi in qualsiasi momento
pensando a tutto ciò che è falso.

Avrei potuto
soffrire meno
o far gioire maggiormente mia mamma.

Avrei potuto
dialogare col diavolo
o diventare santo.

Avrei potuto essere
più conformista,
meno scugnizzo;
più razzista,
meno spigliato;
più ricco,
meno stronzo.

Avrei potuto
tutto o niente

...ma non ho voluto!


 
C'è qualcosa che collega gli eventi, a volte evidente come nel corso della storia (anche se le informazioni cui abbiamo accesso non sono che una minima parte e difficilmente al livello superiore "degli addetti ai lavori") e abbastanza individuabile nelle relazioni, che è l'argomento di cui parli.

Tutte le volte che interagiamo con gli "altri", dallo scambiare una parola con un commesso, all'ascoltare le ennesime lamentele di un collega... sino a giungere allo scontro dovuto alla personalità e motivazioni, volenti o nolenti si viene a creare un collegamento.

Nella maggior parte dei casi così labile da risultare invisibile tanto da poter affermare che non esista affatto. 

Invece quando, a causa di un'interazione fisica/verbale, entriamo (e come se entriamo...) reciprocamente nella sfera dell'altro/i non abbiamo dubbi di tal collegamento.

Che è quello che sperimenti con la persona con cui vivi, la cui forza  (del legame)non ti permette che un limitato grado di libertà, costringendoti al punto dove sei... avrei potuto... ha scritto l'amico Duc nella sua poesia che ho trovato adatta alla circostanza (nella quale giunge alla conclusione di non averlo voluto).

La mia esperienza mi ha fatto comprendere che (il più delle volte... la quasi totalità) non abbiamo la capacità di fronteggiare i nostri contenuti inconsci, che si presentano come pensieri, stati d'animo, senzazioni fisiche, emozioni... tutto e di più, insomma. 

Chi volesse addentrarsi in questa selva oscura deve mettere in conto che il realizzare quel processo di "individuazione" ben descritto da Jung può divenire l'obiettivo dell'esistenza.

http://www.jungitalia.it/2013/06/03/diventare-se-stessi-il-processo-di-individuazione-in-psicologia-2/

 

Ma ci sono naturalmente altre vie, ad esempio Duc percorre quella legata alla fede e in filosofia molti quella legata alla logica e così via.

Così i "tempi" (pur se in tal ambito il tempo ha uno sviluppo "diverso" che in quello della realtà fisica) potrebbero esser lunghi e qui mi ricollego al mio primo suggerimento, di far le cose con gradualità.

Ricerca nei tuoi interessi quello/i che ti permetta di ritagliarti uno spazio esclusivo, dal quale tener fuori del tutto la tua situazione relazionale. 

Coltivalo, come un piccolo giardino di cui ti stai nuovamente prendendo cura, dopo tanto tempo... le cose andranno comunque per la loro strada e accadrà quello che dovrà accadere. 

Ma una parte di te sarà in quel giardino, cui rifugiarti se sarà il caso, sentendoti a casa tua, da dove alcuno potrà scacciarti.
 


Quel "qualcosa" che collega gli eventi alcune volte si manifesta anche in modo bizzarro, insolito... strano...

Ad esempio, la poesia di Duc... me l'ero ricopiata giusto ieri, prima di leggere il tuo post, avendo poi la sensazione che "c'azzeccasse...".
Se leggi anche le altre sezioni del forum noterai la "pedanteria" di alcuni utenti, ad esempio Sariputra e il sottoscritto, nel cercar di render codesto Hotel Logos qualcosa più di un luogo di passaggio...

L'amico Sari, addirittura mette a disposizione la sua casa (virtuale, d'accordo... ma bisogna pur esser presenti...) per dar occasione a quei flebili legami, collegamenti, di cui parlavo di realizzarsi, consolidarsi... colà ho già diviso la mia preziosa tisana con Fharenight e metto senz'altro a disposizione la mia porzione di polenta e soppressa... e quasi tutto il vino, perché ne reggo ben poco... per chi, come te, incontro nella mia strada... tanto paga Sari...  ;D

...ah, Villa Sariputra è un altro, favoloso giardino... del cuore.   
#759
C'è un posto in un piccolo paese del Veneto, che per loro è un centro abbastanza grande, che si chiama "Villa Sariputra". 

E' di un italiano di Sotto il Monte che ha studiato una vita... per imparare a fare la polenta grigliata e la serve insieme a un'ottima soppressa (per i vegetariani c'è del formaggio fuso sopra la fetta...). 

Il posto è piccolo, sulle pareti ha immaginato il mondo, e nel lungo tavolo seduto accanto a te c'è qualcuno che spesso rappresenta un pezzetto di mondo molto lontano dal tuo (... eh sì, sì.. ;) ).

Ha una figlia che ti fa domande su da dove vieni, perché sei lì, come ti trovi e che cosa cerchi.


Lui è lì perché un giorno ha deciso che veder crescere sua figlia è la cosa più importante, da un'altra parte non ci sarebbe riuscito. 


A chi gli chiede se abbia paura a vivere in Veneto (?) Sariputra risponde che ha imparato da Sgiombo, il motociclista, abituato a prendersi dei rischi.

A me quel posto ha fatto riflettere molto su quanto vivere e scegliere richieda partecipazione, forse anche coraggio. 

Me lo ricorderò, via da qui, ogni volta che prenderò una tisana... melissa, menta e limone, ormai tra le mie preferite.

Ogni volta che compio anche un piccolo viaggio come questo, mi accorgo quanto la mia mente si apra ed ogni volta che viaggio incontro persone incredibili con una storia da raccontare. 


E nel loro incontro comprendo un altro piccolo pezzo della mia storia.
Vorrei che per l'occasione in questo spazio, Villa Sariputra, che in qualche modo è un "crossroads", condividessimo l'esperienza di un viaggio nell'amicizia. 

Come tutti i viaggi, vicini e lontani, reali e simbolici, che ci hanno reso consapevoli, aiutato in una scelta di vita o semplicemente regalato un'emozione inattesa.

Grazie a tutti quelli che vorranno compiere questo piccolo, grande viaggio...


 
La neve non si scioglie
Senza il calor del sole
Che ogni pensier toglie
E la vita più non duole
#760
Varie / Re:Un sontuoso banchetto
21 Gennaio 2017, 20:22:15 PM
C'è un posto in un piccolo paese del Veneto, che per loro è un centro abbastanza grande, che si chiama "Villa Sariputra". 
E' di un italiano di Sotto il Monte che ha studiato una vita... per imparare a fare la polenta grigliata e la serve insieme a un'ottima soppressa (per i vegetariani c'è del formaggio fuso sopra la fetta...). 

Il posto è piccolo, sulle pareti ha immaginato il mondo, e nel lungo tavolo seduto accanto a te c'è qualcuno che spesso rappresenta un pezzetto di mondo molto lontano dal tuo (... eh sì, sì.. ;) ).

Ha una figlia che ti fa domande su da dove vieni, perché sei lì, come ti trovi e che cosa cerchi.


Lui è lì perché un giorno ha deciso che veder crescere sua figlia è la cosa più importante, da un'altra parte non ci sarebbe riuscito. 


A chi gli chiede se abbia paura a vivere in Veneto (?) Sariputra risponde che ha imparato da Sgiombo, il motociclista, abituato a prendersi dei rischi.

A me quel posto ha fatto riflettere molto su quanto vivere e scegliere richieda partecipazione, forse anche coraggio. 

Me lo ricorderò, via da qui, ogni volta che prenderò una tisana... melissa, menta e limone, ormai tra le mie preferite.

Ogni volta che compio anche un piccolo viaggio come questo, mi accorgo quanto la mia mente si apra ed ogni volta che viaggio incontro persone incredibili con una storia da raccontare. 


E nel loro incontro comprendo un altro piccolo pezzo della mia storia.
Vorrei che per l'occasione in questo spazio, Villa Sariputra, che in qualche modo è un "crossroads", condividessimo l'esperienza di un viaggio nell'amicizia. 

Come tutti i viaggi, vicini e lontani, reali e simbolici, che ci hanno reso consapevoli, aiutato in una scelta di vita o semplicemente regalato un'emozione inattesa.

Grazie a tutti quelli che vorranno compiere questo piccolo, grande viaggio...


 
La neve non si scioglie
Senza il calor del sole
Che ogni pensier toglie
E la vita più non duole
#761
Varie / Re:Un sontuoso banchetto
20 Gennaio 2017, 15:37:03 PM
O Sari...

ma che bella 'asina che ti ritrovi... (notare il riferimento portato dall'espressione toscana col tuo animale preferito...)

... prego, nessun problema col nonno... son abituato con mia madre e mi ci trovo bene con gli anziani che pur vivendo di ricordi son più qui e ora dei giovani... a proposito, ciao Apeiron, il più giovane della compagnia, per la maggior gloria del nostro Hotel che può annoverare fresche forze quali le tue...

a proposito Sari... ho visto il saluto di paul in filosofia... che l'abbia capito che la festa (e annessa firma sul libro degli ospiti) è qui?

... e visto che ci siamo... come potremmo convincere Phil a riformare almeno per un post la celebre coppia P&P?

O Phil...

il soggetto si forma apprendendo dall'ambiente (che comprende anche gli altri soggetti) le modalità d'interazione, e continua anche in seguito (finché c'è interazione con l'ambiente circostante).

Ma bisogna pur iniziarla 'odesta interazione... che so, con una fettina di polenta (Severino ne va pazzo, non so se lo sapevi...) e un prosecchino (dove vive Sari è la patria di tal vino).

E, Sari...

in quanto a Maral, quell'uomo è come un gatto... prova tu a domandar qualcosa ai gatti, 'un c'è verso, se 'un gli garba ci sta nulla da fare... ma mi ricordo che gli piaceva una canzone...

Tempo fa un amico mi mandò un pezzo Country: the Gambler di Kenny Rogers del 1978. C'è chi detesta il Country, ma io ho trovato questo pezzo eccezionale, ho colto il messaggio e ve lo ritrasmetto:

In una calda sera d'estate su un treno diretto in nessun luogo, in cambio di un goccio di whiskey, i consigli di un vecchio giocatore d'azzardo (a gambler) che ha passato la vita a leggere le carte nelle facce degli altri:
"...You gotta when to hold'em, know when to fold'em, know when to walk away, know when to run. 
You never count your money when you're sitting at the table, there'll be time enough for counting when the dealing's done.
Every gambler knows the secret of surviving is knowing what to throw away and knowing what to keep, 
'cause every hand's a winner and every hand's a loser and what the best you can hope for is to die in your sleep..."

https://www.youtube.com/watch?v=Jj4nJ1YEAp4


... dice che un vero giocatore sa quando tenere le  carte e come giocarle... il segreto della sopravvivenza (almeno sino a un certo punto)

... per aver qui Maral sarei disposto anche ad una tombola alla fine... così al tu' vecchio non sembreranno strane le persone che frequenti... altro che bikku... mangiano, bevono e giocano... beh, ogni tanto, che male può fare?


Ohilà..! 

Bello 'odesto modo d'interpellar (virtualmente) i frequentatori dell'Hotel... potremmo continuare con Sgiombo... Epicuro 'un se lo sarebbe fatto sfuggì 'odesto banchetto...

Magari dopo si continua con gli altri... ma, alla fine...


... alla fine...

... alla fine...
 
 

... e ancora alla fine...
 
 


 
Chi manca?



 
Ovvio, no..?
 
 




Il padrone del nostro Hotel... che solertemente saluta i nuovi ospiti e che non mancherò mai di ringraziare per la possibilità del mio soggiornar tra amici più o meno (... in divenire, mi auguro..) stretti...

no, Ivo... 'un si starebbe stretti qui dal Sari se venissi anche tu per un salutino...


come insegna il proverbio, chiedere è lecito (se fatto nei giusti modi) e la risposta... speriamo non sia blowing in the wind...
 


un caro saluto a tutti
#762
Varie / Re:Un sontuoso banchetto
19 Gennaio 2017, 21:14:58 PM
https://youtu.be/3XxkIdTqjyU?list=RD3XxkIdTqjyU
 
Grazie Fharenight, 

per avermi riportato ai tempi di quand'ero bimbo e ascoltavo il quartetto Cetra, uno dei piu grandi mai esistiti, per capacità canore, interpretative ... e non ultimo lo spirito di gruppo e di vera amicizia che li univa.
Li seguivo alla televisione divertendomi assai alle loro parodie.

Divertimenti semplici, come le pietanze preparate (ed in attesa) dallo storico Sari. 
Forse al tempo del quartetto Cetra (chi userebbe un nome così semplice e "antico" al giorno d'oggi?) era più facile ridere e financo il senso del "bello" era certamente più condiviso che ai giorni attuali, dove, come affermi nella discussione che hai aperto, vi è una sorta di coercizione in grado di orientare quello che non dovrebbe esserlo, ossia la propria risposta/sensazione di fronte ad una qualsiasi meraviglia (e dove, riguardo alla produzione umana, se non nell'arte?).

Ascoltando la storia della casetta e del perfido Pinco Panco che compare a rovinar le cose belle (la splendida casetta immersa nella natura)   m'immagino il povero ma tenace Acquario-Martin che rimette in piedi la casetta distrutta... dal terremoto e dalla neve, come sta accadendo al centro Italia... ma c'è un limite anche alla sopportazione e se non si riesce a fermar Pinco Panco alla fine non rimane che andarsene... forse non è del tutto una cattiva idea, visto il cambiamento climatico in atto (accertato, affermano) il polo sud diventerà domani un altro Canadà...


Sono grandemente contento di vederti qui (al momento l'unica donna) e son pronto a dividere la mia preziosa tisana con te se t'aggrada.

Come siamo fortunati... abbiamo un posto al caldo, del cibo e, volendo, degli amici anche qui...

 

Un saluto
#763
 Da Phil:
 
-l'io "arriva" all'esistenza tramite l'accumulo  di "strutture" apprese dal contesto culturale > chi è il soggetto che apprende?
 
-se viene decostruito... > chi potrebbe decostruire l'io, la persona (?) altri o specifiche circostanze?
 
-raggiungere uno stato neutro karmicamente > è una tua ipotesi o proviene da qualche spiegazione/tradizione ecc.? Che significa?
 
-In quest'ottica ci sono dunque due piani, nessuno dei quali è ingannevole, ma sono entrambi "reali", solo che uno è "artificiale", l'altro è "distillato". > Quale ottica, piani... reali, artificiali e distillati..?
 
Al solo scopo d'intendere il tuo pensiero abbisognerei di passaggi intermedi tra le tue proposizioni. Ti ringrazio.
 
Un saluto 
#764
Varie / Re:Un sontuoso banchetto
17 Gennaio 2017, 22:17:59 PM
Cari utenti, frequentatori dell'Hotel Logos e potenziali... amici...


...a causa di un invito eccomi qui, davanti alla porta di Villa Sariputra, la mano sulla catenella collegata al battacchio di una grande campana di bronzo...


... è sera e il gelo di questi giorni ha allentato la presa, il cielo è` parzialmente coperto, dei lampioni poco distanti soffondono una morbida luminosità aranciata che incontra, fondendosi, quella in uscita dalle ampie finestre... così come si mescolano i colori si mescola la luce... anche le parole con un po' di impegno si possono amalgamare, o almeno scegliere, perlomeno quando sono rivolte a chi magari la pensa in modo diverso da noi... chissà se anche le persone, almeno in certe circostanze, potrebbero metter da parte i loro convincimenti, il loro percorso ed esperienze, financo il loro sentire... ed incontrarsi per quello che semplicemente siamo tutti, esseri umani in cammino.

Circostanze quali un funerale, un matrimonio... una festa o una celebrazione... come questa, l'entrata del nostro forumista nel ristrettissimo novero degli utenti storici, eh, mica poco... per impegno e partecipazione profusi... e un quid (diverso per ognuno).

In una vita (foru-mistica) precedente chissà perché m'era venuto di cercar d'interagire (senza riuscirci) con un utente che m'appariva schivo e un po' rude, benché dotato di una mente e cultura sopraffina, nonché di esperienze di vita interessanti (per quel che ho intuito).

Orbene, per costui i suoi simili vivevano in metaforiche torri d'avorio (con questa informazione potrete ricercarne il topic, se siete interessati), non volendo prender atto di come in realtà stanno le cose.


Naturalmente egli conosceva bene come stavano le cose... che volete, il difetto è sempre dall'altra parte... il mondo è diviso in più parti, quelli che hanno capito (che conoscono la verità o almeno una sua parte), quelli che cercano di far propria la visione altrui, che a lavorar per la propria si rivela compito arduo... e quelli che han capito di non aver capito nulla... ma gli è sufficiente...

Il fatto è che per accettar la verità altrui serve sì, una disposizione innanzitutto e... siamo umani, no? Una qualche gratificazione se non una ricompensa... magari un lavoro sicuro per il resto dell'esistenza o cosucce di tal portata...

Certamente esagero ma come ribadiva l'umanista mantovano Baldesar Castiglione (1478-1529) nel suo trattato Il Cortegiano – «Bisogna riconoscere che tutti di natura siamo pronti più a biasimare gli errori che a laudar le cose bene fatte». 

E tutti noi, almeno qualche volta qualcosa di buono cerchiamo (a volte riuscendovi) di farlo.

Il buon Sari ha dedicato un po' del suo tempo (non conosco la sua velocità... io ci avrei messo un paio d'ore, essendo lento...) per confezionar questo invito, nel suo modo scherzoso, confidenziale e un po' incalzante che lo contraddistingue.

Immaginatelo di sera dentro quella Villa (..?) assillato dai suoi acciacchi e stanco (anche psicologicamente) come può esserlo una persona che si dedica come fa lui alla cura dei suoi cari non autosufficienti... mettetevi nei suoi panni, immedesimatevi... sfruttate questa capacità sovrumana di cui disponiamo per entrar nella pelle dell'altro senza dover rinunciare o abbandonare la nostra propria identità... quanti di noi saprebbero ancora trovare l'energia per non esser costretti a spenger la luce e sperar d'addormentarsi presto?

Perché m'insegnate che si vive una sola volta e quel che non fate oggi non lo farete più... i giorni non ritornano, si consumano uno dietro l'altro come granelli che scendono dalla vostra personale clessidra.
Potreste rispondere che quanto si fa vien fatto per noi stessi, per sentirsi bene, e nel caso ci si produca in un'attività che ha anche una valenza sociale, partecipativa (quale la frequentazione attiva del nostro forum) beh, primariamente è per la gratificazione che ne riceviamo (ammesso che qualcuno ci risponda).

D'accordo, fatelo a vostra volta... e vedrete il miracolo che si produrrà in un forum con 231 utenti che interagiscono...

Quindi ricordatevi il Baldesar Castiglione sopra citato, prima di emetter un vostro verdetto o di passar oltre, con sufficienza, a chi ha rivolto un invito, pronto ad inserirvi nel libro degli ospiti e farvi entrare nella propria casa...

Perché ne son certo, coloro che non son stati citati non son stati scordati, anche se sarà problematico trovar posto per Sebastian quando dovesse ritrovarsi con Giona... e da noi di coppie d'opposti (nel senso dei convincimenti) ce ne son parecchie.

Ma ci deve essere un modo di partecipare almeno al minimo comun denominatore, quello umano, dove le persone stanno assieme per condividere il cibo che ci permette di sopravvivere, ognuno ringraziando il caso, la fortuna, Dio, Buddha... o se stesso per non dover morir di fame al freddo, almeno per il momento.


 
... così son qua, la mano sulla catenella, perfettamente consapevole d'aver messo anche della retorica a buon mercato nel mio discorso.

L'ho fatto volutamente, poiché desidero seguire quello per cui non ho titolo, seguire quello che unisce e non quello che divide e qui, nelle mie limitate possibilità, cercar di dar forma a qualcosa in questo senso.

Come, nel suo intimo, son certo ha fatto l'amico Sariputra.

 
Vi aspetto, che si entra assieme o non entra nessuno (ma vi perdete la polenta e io la tisana... accidenti, menta melissa e limone... mi piaccion proprio... come avrà fatto a saperlo?)

 

Un abbraccio
#765
cit. paul 11 - 
Aperion,
allora il buddhismo è una contraddizione in termini, e forse piace proprio per questo.
E' una contraddizione diversa dalla contraddizione dell'occidentale.
Tutto è duale, è tipico della condizione umana.Non saremmo costretti alla conoscenza se non lo fossimo..
Credo davvero che l'esistenza, come ho scritto qualche post fa, sia contraddittoria e ponga problemi esistenziali. Alla base del ragionamento umano è il sillogismo, l'inferenza, il sistema del confronto, delle opzioni  se (if) ....allora(then)..
Prima ci attacchiamo alle differenze pensando che siano verità e poi le confrontiamo fra di loro, fra le miriadi di opzioni. L'occidentale affidandosi e fidandosi delle apparenze si attacca a tutto, piuttosto di non scivolare nell'oblio.
E' umano, molto umano.
Oggi tu sei quello di ieri, e ieri quello dell'altro ieri, E' questa continuità nonostante la schiavitù del tempo che ti convince che l'identità sia tua e lo sai da quando sei cosciente di una tua identità. Dovremmo chiederci l'ente memoria cosa sia razionalmente, mentalmente, non solo come memorie di un cervello che per natura anch'esso si sostituisce mattone per mattone fino a non più essere degli stessi costituenti fisici originari.
fisicamente non siamo più il bambino di quel tempo, metabolicamente costituenti organici rimpiazzano i nostri vecchi mattoni, eppure mentalmente la coscienza mantiene un'identità e la ragione, la razionalità rafforza l'identità.


Le nostre vecchie cellule (mattoni) muoiono continuamente venendo rimpiazzate dalle nuove... la forma di una cicatrice tuttavia rimane nel tempo, ad indicare che la materia viene modellata secondo un disegno, probabilmente un campo morfogenetico:
 
La causa formale di Aristotele sotto una nuova denominazione?

Il biologo britannico Rupert Sheldrake ritiene che i sistemi siano regolati non solo dalle "leggi" conosciute dalla scienza, ma anche da campi da lui definiti morfogenetici, introducendo la nozione di causazione strutturale o formativa. 
In base alla sua teoria, quando emersero per la prima volta, le molecole di proteine avrebbero potuto ordinarsi in un numero qualsiasi di modelli strutturali: non esistono, infatti, leggi conosciute che implichino la produzione di una sola di queste forme. 
Tuttavia quando un numero bastevole di molecole assume una determinata configurazione, tutte le molecole successive, anche in tempi e spazi diversi, acquisiscono la medesima forma. 
Una volta in cui una molecola si organizza in un pattern, esso sembra influire sui patterns simili.

Inoltre questi campi emersero come novità creative della natura, ma in seguito diventarono abitudini cosmiche in grado di agire su elementi inanimati ed animati. 
Questo spiegherebbe la cristallizzazione sincronica di molecole complesse, l'apprendimento simultaneo o quasi di nuovi percorsi in un labirinto per opera delle cavie, ma anche la coniazione di nuovi termini, l'apprendimento di tecniche (si consideri il caso della centesima scimmia). 
La teoria di Sheldrake suppone che, se l'individuo di una specie impara un nuovo comportamento, il campo morfogenetico cambia, mentre la risonanza morfica, con una sorta di vibrazione, si trasmette all'intera specie. 
Lo scienziato distingue anche tra causazione morfogenetica e causazione energetica: la prima è un arké che si concreta attraverso un substrato di materia-energia. 
Secondo la ricercatrice Maria Caterina Feole, poiché la vita è coscienza e tutto è collegato, applicando le idee della Sheldrake allo sviluppo degli stati di coscienza, si può arguire che anche tali stati siano connessi ai campi morfogenetici. 
In tale contesto, le cosiddette forme-pensiero sarebbero in grado di fungere da calamita verso altre forme-pensiero simili, attirando persone con caratteristiche analoghe.

L'elaborazione concettuale concisamente presentata mostra degli addentellati con la filosofia aristotelica, in ordine a quelle che lo Stagirita definì causa formale (campo morfogenetico) e causa materiale: la prima è, infatti, il modello, il principio generatore, la legge di una cosa; la seconda è la materia. 
Anzi pare proprio che, mutatis mutandis, Sheldrake rivisiti i concetti aristotelici passibili di stabilire un collegamento tra un quid immateriale e la sfera energetica. 
Anche l'espressione "campo morfogenetico" richiama il pensiero del "maestro di color che sanno": il vocabolo greco "morphé" vale "forma", intesa in tutta la sua gamma di possibili significati, anche piuttosto difficili da concettualizzare. 
Il nesso tra campo morfogenetico e campo energetico ricalca il sinolo aristotelico, unione di elemento formale e materiale. 
Ancora una volta Nil novi sub sole.

È comunque significativo che varie ricerche di frontiera tendano, in questi ultimi decenni, a convergere verso acquisizioni risalenti all'antichità.

Fonti:
Enciclopedia di filosofia, Milano, 2002, s.v. Aristotele e causa M. C. Feloe, Dalla fisica dei quanti alla realtà, Macerata, 2007
R. Sheldrake, A new science of life, 1981


http://www.scienzaeconoscenza.it/articolo/campi-morfici-o-morfogenetici-risonanza

 
analogamente il senso di continuità (il nocciolo della questione) quando appare nell'individuo... permane... indipendentemente da quanto gli succede, salvo assumere una diversa connotazione  come nel caso di una cicatrice che si forma a causa di un evento oltre la tolleranza/autoriparazione dell'organismo.

Ma per "sentirsi" proprio qualcun altro... ce ne vuole.

Concordo (...spesso...) con paul che l'esistenza umana non possa che essere contraddittoria; anche dal solo punto di vista psicologico, l'inconscio cui tutti accediamo in maggior o minor grado, si può considerare il "database" della coscienza che conserva tutti i contenuti, da cui la dualità, che ha originato il nostro universo.


Ma questa contraddittorietà, per l'uomo, è qualcosa di più, nasconde un disegno, un'intenzionalità... solo una mente che abbia fatto un proprio percorso di conoscenza (nel bene... e necessariamente, in qualche modo... abbia conosciuto il male...) alfine affrancandosene... può seguirne le tracce, riavvolgendo il filo d'Arianna.