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Messaggi - Ipazia

#7576
Lasciamo perdere i particolari  :P Erano ebrei, sopravvissuti anche grazie a Stalin. I nativi nordamericani non hanno avuto nessun santo protettore né in cielo né in terra. E neppure un giorno della memoria. Evidentemente anche con Dio, tutto è lecito.
#7577
Stato di diritto è una formula vuota. Dal 1994 l'Italia l'ha riempita con "Stato di diritto a delinquere" di cui si giova assai bene tutto il sistema politico-economico che sponsorizza l'immigrazione clandestina inclusa la componente nazionale che bivacca(va) sui 35 €/die/adulto e assai di più per "minore". Qui ci si è messa pure di mezzo la buccia di banana della nave militare italiana (che da allora se ne sta opportunamente in porto). I clandestini sono stati trattati come accade in ogni paese quando si vuole entrare con la forza, tant'è che la Procura aveva richiesto pure l'archiviazione.
#7578
Direi di più: mentre alcuni ebrei sono sopravvissuti al genocidio nazista al punto di poter fondare uno stato, ben più misera fu la sorte dei nativi nordamericani il cui genocidio, compiuto da democratici liberali con la Bibbia in tasca, rimane il più efficiente e impunito della storia umana.
#7579
Il mestiere di sicario è davvero duro. Alla fine solo maledizioni e nessun riconoscimento.
#7580
Il significato del "non fingo ipotesi" di Newton è: non costruisco teoremi arbitrari su quello che non so. Non li spaccio per paradigmi. 

Sul tempo concordo con viator: esso è parametro fondamentale per i viventi, ma non per il mondo inanimato di cui si occupa la fisica. Se vogliamo fissare l'universo in una funzione fisica totalizzante (parmenidea  ;D )  possiamo fare a meno di f(t) . Questo è null'altro dice il fisico teorico Rovelli. 

Concordo infine con Apeiron sul fatto che la scienza, indipendentemente da tutte le speculazioni filosofiche, deve considerare reale la sua materia di studio. A questo postulato dobbiamo i suoi miracoli. Ed anche alcuni misfatti. Errare humanum est. Ció che è diabolico è perseverare . 

Il determinismo scientifico non va da 0 a infinito, ma da 2 a 3 poi 2-4, poi 1-4...Poi trova un sistema di calcolo diverso e riparte. Ma nel frattempo produce risultati tangibili e lascia la "verità incontrovertibile ", perché ci si scottino bene, ai filosofi  :P
#7581
Forse è un semplice, ma tutt'altro che disprezzabile, progresso tecnico del Leviatano, che si accompagna sempre ad un progresso etico, non indotto metafisicamente, ma materialisticamente, dalla semplice constatazione che con più sicurezza sociale e welfare si vive meglio. Constatazione mica da poco, perché rende meno probabile un regresso etico. E lascia meno spazio a metafisiche incentrate su arbitrarie volontà di potenza.
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#7582
Citazione di: Freedom il 27 Gennaio 2019, 11:11:20 AM
A sileno aggiungo che, secondo me, non è da sottovalutare l'efficacia della comunicazione via web. E' certamente vero che manca il linguaggio corporeo e, a dirla tutta, anche la "mediazione della carne". Quest'ultima suggerisce e di fatto comporta una maggior delicatezza nei dialoghi. Ma proprio l'assenza o meglio la diminuzione di un certo "garbo" consente una rarissima sincerità. E, dopo qualche anno che lavori con questa modalità, acquisisci una sensibilità ed una capacità penetrativa del tutto superiore alle aspettative.
Concordo pienamente: l'apocalittica mediatica enfatizza solo gli aspetti negativi della rete.

Sulla rinuncia osservo che l'avanzare dell'età aiuta biologicamente a mettersi da parte evitando di sprecare le energie via via ridotte nelle bagatelle del Nervenleben simmeliano.
#7583
Le armi di distruzione di massa hanno aumentato la quantità della barbarie umana, ma non necessariamente la sua qualità. La sorte riservata agli ebrei dalla cattolocissima Isabella non è molto diversa da quella di Hitler.
#7584
Citazione di: Freedom il 25 Gennaio 2019, 15:13:04 PM
... il quattordici settembre 2008 una delle tre agenzie di rating mondiali, mi sembra di ricordare Moody's, aveva assegnato a Lehman Brothers la singola "A". Cioè una classifica di solvibilità elevatissima. Superiore ad essa c'è solo la doppia "A" e la tripla "A".

La competenza dei dottori della fede capitalistica, gli economisti, si limita ad una professione di fede.
#7585
Distinguerei la persuasione dalla rinuncia. La prima puó dare gioia perché ci apre degli orizzonti (ricevi); la seconda ottiene lo stesso effetto solo in un contesto particolarmente empatico (dai).
#7586
Io concordo con Hegel, ma preferirei considerare etica e morale, sinonimi. Come lo sono ethos e mores. Non ha senso distinguere i fondamenti del comportamento in individuali e sociali, perché i comportamenti sono sempre fenomeni sociali: anche il ladro sa di esserlo e non gradisce per nulla essere derubato. Rubare non è né etica individuale, né morale alternativa: è non-etica e il ladro è il primo a saperlo. Anche il popolo che legittima il furto, lo vieta al suo interno.

La morale/etica "individuale" non ha alcun carattere etico e corrisponde piuttosto al concetto di gusto, libero dai vincoli prescrittivi che caratterizzano l'etica/morale correttamente intesa.
#7587
Rilanciando l'assist di sgiombo, occupandosi di etica e suoi fondamenti, invece che di tifoserie calcistiche, la discussione potrebbe decollare un pochino.
#7588
Citazione di: 0xdeadbeef il 25 Gennaio 2019, 18:12:20 PM
Vorrei spiegare perchè a parer mio Ivan ha ragione...
Ha ragione essenzialmente perchè non può esistere una morale "laica" e relativa: la morale o è "sacra" ed
assoluta o, semplicemente, non è (come la legge giuridica, che da essa trae ispirazione, che è "uguale per
tutti", cioè assoluta, o non è - una legge giuridica relativa è un controsenso).
Affermazione "forte", certo, me ne rendo conto. Non saranno d'accordo in molti; ma quel che Ivan afferma
non è l'esistenza o l'inesistenza di Dio, bensì un imperativo ipotetico (in definitiva una funzione "se-allora").

Rispondevo a questo, ma poi ha replicato assai meglio e in maniera documentata Jacopus. Non abbiamo bisogno nè di etiche assolute - ma condivise, aperte e modificabili - , nè di divinità/dittatori più o meno illuminati. In ogni caso queste cose le sanno fare benissimo gli umani anche da soli.
#7589
Citazione di: sgiombo il 26 Gennaio 2019, 10:18:35 AM
Sperando di riuscire (anche da parte mia; essendomici fatto deplorevolmente coinvolgere) a smetterla definitivamente con le polemichette da stadio fra "ultras" della religione e dell' ateismo, vorrei riformulare più chiaramente le mie obiezioni @ Ipazia (in particolare) perché mi sembra interessante soprattutto aiutarsi reciprocamente (con tutti gli amici del forum disposti a prendere in considerazione le mie proposte) a cercar di capire meglio che si può il mondo in cui viviamo.

Quello che trovo oscuro nelle tue convinzioni é il rapporto fra il monismo materialistico (che se non sbaglio hai ripetutamente affermato di seguire) e l' affermazione dell' esistenza (in particolare a livello umano) dell' "immateriale" (intenzioni coscienti, finalità o cause finali, ecc.) che lo trascende.

MI sembra (ma potrei sbagliarmi) che un punto di partenza comune da cui partire per spiegarci sia il "naturalismo": Nel mondo materiale naturale studiato dalla scienze in senso stretto o naturali (prescindendo almeno per il momento dalla questione se esaurisca la realtà in toto o meno) non sono ammissibili "ingredienti sopra- o comunque preter- naturali".
Come possono essere considerati di conseguenza gli "ingredienti umani" che caratterizzano quella peculiare parte del mondo materiale naturale (a tutti gli affetti ad esso appartenente) che é la cultura umana (per così dire, quel particolare "ramo" dell' albero della storia naturale che é la storia umana)?
Perché, almeno all' apparenza, l' uomo interferisce "liberamente" con la materia "deterministica" (almeno in senso debole, se scientificamente conoscibile; cosa che pure mi sembra da considerarsi una base di partenza condivisa per cercare di capire); e dunque come possono essere caratterizzate non contradditoriamente, in modo logicamente corretto, sensatamente queste "interferenze"?

D'accordo sulla Genesi tutta naturale, però ci sono almeno due passaggi che aumentano il grado di libertà della materia, 1) dalla materia inanimata a quella animata (medium DNA) 2) emergenza di una materia animata autocosciente evoluta (medium cultura)

Citazione
La mia risposta pensa di salvaguardare il "naturale - materiale" ed il suo ineludibile determinismo (x lo - debole) separando (presupponendo un rapporto letteralmente di reciproca "trascendenza" fra di essi) il divenire naturale dal divenire mentale (anche se rilevando -in buon accordo con le scienze neurologiche- l' esistenza di correlazioni di tipo in senso lato "legiforme", ovvero necessarie, ineludibili fra i due).

La trascendenza non è reciproca. Il "divenire mentale" agisce autonomamente, fatta la tara dei vincoli biologici e culturali.

Citazione
Così che la realtà (fenomenica) materiale naturale includente la storia umana diviene deterministicamente in toto (storia umana compresa), mentre il pensiero umano (altrettanto fenomenico) nelle coscienze umane senza (impossibilmente, se é vera la scienza) interferirvi, diviene "parallelamente" a determinati processi neurofisiologici cerebrali ad esso necessariamente correlati ma con esso non causalmente interagenti; i quali determinati processi neurofisiologici cerebrali umani interferiscono causalmente col resto del mondo fisico materiale senza alcuna impossibile deroga dal suo divenire ordinato deterministicamente (x lo - deb.).

Per me al contrario il divenire mentale, il pensiero umano, non è ricompreso nel determinismo "galileiano", ma crea un universo "artificiale" di oggetti materiali e immateriali non previsti dal trantran genetico naturale. Rispettando ovviamente i paletti biochimicofisici imposti dalla natura, le fatidiche "leggi naturali", nel caso di manipolazioni materiali e nell'organismo produttivo del pensiero.

Citazione
In questo modo mi sembra che si possano reciprocamente "incastrare in maniera congrua", considerare nella loro necessaria complementarietà (e non inammissibile contraddittorietà) la natura (meramente, unicamente causalistica) e la cultura (anche finalistica).

Mentre non credo lo si possa fare ammettendo un qualche dualismo "interazionistico" (a là Descartes) fra materiale e non materiale, che del materiale inevitabilmente violerebbe le regole (invece inderogabili!) del suo proprio divenire ordinato.
E men che meno identificando, considerando le stesse medesime "cose" (eventi; fenomenici) pensiero e cervello (il secondo sono processi neurofisiologici riducibili a reazioni chimiche a loro volta riducibili a eventi fisici; mentre i secondi sono, fra le tantissime altre cose, personali-private e pubbliche-politiche, ideologie, "ideali" e aspirazioni circa il futuro proprio e degli altri, credenze scientifiche, volontà, decisioni singolari e/o di massa, ecc.: due "ordini di cose" necessariamente coesistenti ma reciprocamente del tutto altre, diverse).

L'interazione purtroppo c'è, non del pensiero direttamente, ma dei suoi artefatti.
#7590
Alcune visioni del mondo sono più sensibili ai suoi mutamenti, altre meno.  Alcuni proprio non ce l'hanno una visione del mondo e si arrabattano con quello che passa il convento. Non vedo tutta questa ferrea coerenza in giro, neppure in chi professa fedi "forti".  Nello scontro dialettico è normale che uno metta alla prova la propria tesi fino alla consunzione,  ma nella via reale solitamente si è più elastici.