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Messaggi - Ipazia

#7606
Citazione di: Freedom il 16 Gennaio 2019, 08:42:54 AM
... cosa fa diventare degli atomi vivi? E cosa li fa ridiventare morti?
A me piace pensare che sia lo Spirito ma quello che a me piace pensare, oltre che essere irrilevante è anche poco interessante: lo so già! ;D
Quello che a me interessa è sapere cosa ne pensano gli altri.

Su questo ha ragione viator. E' più argomento da sezione scientifica che spirituale. Compresi i derivati filosofici, grandi come montagne e prolifici come conigli, conseguenti.
#7607
Citazione di: sgiombo il 15 Gennaio 2019, 22:00:07 PM
Citazione di: Ipazia il 15 Gennaio 2019, 15:20:19 PM
Caro Paul11, guarda che i signori di cui vagheggiava FN sono morti a Stalingrado e nessuno li rimpiange.


Non sono riuscito a resistere:

https://www.youtube.com/watch?v=QJynB7MPEuw

Un caso estremo in cui l'evoluzione morale passa anche attraverso la canna del fucile. Stupendo anche il film "Il nemico alle porte"
#7608
Citazione di: paul11 il 16 Gennaio 2019, 01:18:48 AM

Flosoficamente, spirtualmente, la cosa incomprensibile è che nel frattempo sono tutti scientisti, agnostici, materialistici, come se i problemi da sempre insoluti abbiano trovato una risposta.

Non farci più cretini (interessante l'etimologia) di quello che noi materialisti siamo. Lo siamo diventati una volta scoperto che molti problemi rimasti da sempre insoluti finchè si usavano le preghiere si sono sciolti come neve al sole usando il metodo scientifico. Lo scientismo è altra cosa. In ogni caso non è che la religione abbia trovato risposte soddisfacenti neppure ai problemi non di competenza della scienza. Anzi, il principio di laicità è stato molto più fecondo e liberatorio anche in quel campo dell'universo antropologico.

Cos'è la vita lo dice la biologia. Da dove viene, la scienza lo spiega meglio della religione, pur avendo il pudore di non fingere ipotesi oltre quello che sa. Questo pudore è rispettoso anche del senso della vita: il senso della vita è la vita stessa. E qui si innesta un percorso etico e filosofico del tutto immanente - nella sua origine materiale e fondamento spirituale - e trascendente nel suo operare.
.
#7609
Citazione di: viator il 15 Gennaio 2019, 22:59:01 PM
Salve Ipazia. "In principio era il Verbo". Ma il Verbo è la Parola. Io interpreto che sia da intendere come la Parola per antonomasia. Che è "Essere". Radice di ogni possibilità espressiva vocale. Quindi "In principio era la Parola". "In principio era l'Essere". In principio era Dio il quale era ed è il Verbo". Da cui "Io sono Colui che E'", versione maliziosamente ed egoisticamente antropizzata di "Sono ciò che E'".
Quest'ultima è secondo me la defizione definitiva (ahimè, irrimediabilmente tautologica allo scopo di permettere ai filosofi di aver lavoro per l'eternità) dell'Essere il quale, da un mio punto di vista assai più casalingo, consiste ne "la condizione per la quale le cause producono degli effetti". Saluti.

Concordo. Così suona meglio. E' la Parola il principio della specificità antropologica, l'origine della sua trascendenza che ha popolato uno mondo parallelo di discorsi e di numi.
#7610
Forse perchè Verbo é la traduzione letterale latina di Logos. Certo che dire "in principio era il Discorso" suona anche peggio. Sembra roba da politicanti.
#7611
Caro Paul11, guarda che i signori di cui vagheggiava FN sono morti a Stalingrado e nessuno li rimpiange. Nessuno è più disposto a fare da schiavo per i signori mitologici. Non basta il mito per diventare signori. Ci vuole la grazia di D€U$.

Citazione di: paul11 il 15 Gennaio 2019, 14:09:35 PM
... Aristocratico è virgolettato in quanto per Nietzsche è una posizione naturale di chi ha avuto "maggior fortuna"(diciamo così), dalla natura.  questo vale in qualunque tipo di società e comunità, da quella tribale alle nostre più complesse.
Io credo nell'egualitarismo, ma come valore in sè, cioè per nascita, tutti e ribadisco tutti devono avere un posto nel mondo con dignità e decoro. Ma ben sapendo che siamo diversi nell'eguaglianza, c'è chi è più dotato e chi meno.
L' egualitarismo "tout court" appiattisce gli ultimi sui primi, i meno dotati dai più dotati ,generando la mediocrità .
L'errore contrapposto  è ritenere che per meriti i primi dominino sugli ultimi, rendendoli succubi.

La cultura  umana è diventata  l'abuso nella forma sociale  che ulteriormente divide ciò che la natura invece unisce nelle diversità.
La cultura invece avrebbe dovuto dare alla natura, che è spietata ma non ha la morale di benevolenza o malvagità, ma regole ordinative, come l'ecologia, l'etologia, come la catena alimentare, ecc.  insegnano, quella compensazione che chi ha maggior talento si senta in dovere di aiutare chi ha avuto meno dalla natura.

Quando il grande esercito degli ultimi guarderà alla ricchezza come vita interiore e non come accumulo di materialità, avrà in premessa la rivoluzione culturale più importante, perchè pacifica e silenziosa, quella di vedere i potenti e i ricchi, di materialità e poveri di spirito, non più con gli occhi dell'invidia, ma del compatimento

Questa è una caricatura dell'egualitarismo. E' proprio l'egualitarismo che fornisce ai più dotati la possibilità di emergere senza essere sopraffatti da ci è nato in grazia di D€U$ avendo palettato, lui ei suoi antenati, tutto il palettabile. Ti informo di un'altra cosa:  l'esercito degli ultimi non ha studiato FN e agisce, secondo natura, reclamando il suo posto al sole.
#7612
Citazione di: Freedom il 15 Gennaio 2019, 08:36:44 AM
Secondo me anche un atto culturale è un atto naturale. In altre parole nella gerarchia delle azioni umane si parte sempre da un fatto naturale.

Certo: si parte da Roma per arrivare a Milano, ma Milano non è Roma. E volendo si può arrivare anche a Parigi. Inoltre: i figli non sempre, e ultimamente quasi mai, la pensano come i padri. E la cultura sta nel pensiero.

Citazione
Prima del capitale c'erano gli Stati nazionali, prima ancora c'era il feudalesimo sino a risalire all'impero. (sempre con una classe dominante ristretta e una massa di dominati chiamati schiavi, servi della gleba, etc.). In Europa.

Ma se guardo all'Egitto, alla Persia, alla Cina, al Giappone, rilevo sempre la stessa storia di dominanti e dominati. Vorrà pur dire qualcosa se mai, nella storia dell'umanità, abbiamo assistito ad una forma di convivenza sociale...come dire....non so definirla.....diciamo che facesse appello alle migliori qualità umane di giustizia e solidarietà?

Ma non si può negare che almeno un'evoluzione a parole ci sia stata. C'è perfino l'appello (DUDU). Si tratta solo di adeguare la Materia allo Spirito. Compito per casa per topolini intelligenti se non vogliono estinguersi anzitempo. Direi che il primo esercizio, che i più bravi hanno già consegnato, è l'educazione civica demografica. Che va di pari passo con lo stroncare il furto di merendine.
#7613
Tematiche Culturali e Sociali / Re:Il neo-politico
15 Gennaio 2019, 08:41:39 AM
Citazione di: everlost il 14 Gennaio 2019, 17:34:34 PM
...Il problema attuale poi è complicato dal fatto che le classi sociali sono state...sparigliate, rimescolate, confuse. Il classico proletario ottocentesco, almeno in Europa, non è più tale. Ma anche il piccolo, medio, alto borghese ha cambiato i connotati, intendo quelli che conosciamo attraverso i ricordi e i migliori romanzi del novecento. Non parliamo neppure della nobiltà, i cui anziani discendenti sembrano più che altro residuati bellici, alieni vaganti in un mondo assolutamente estraneo e distante. Oggi la gente non sa più in quale ceto identificarsi; conta solo l'individualismo, ognuno è diverso dall'altro, tu sei tu e io so' io, la fortuna aiuta gli audaci e si salvi chi può. Allora perfino un bieco rilancio del patriottismo e delle antiche tradizioni, per quanto puzzi di falso e stantio da chilometri, attira consensi come una lampada attira i moscerini.
...

Questo è il capolavoro bellico del Capitale che ha reso immateriale perfino il dominio di classe, introiettandolo nelle sue vittime, ridotte a monadi in balia del Mercato, ma lasciando loro lo sfogo di un assalto elettorale agli apparentementi vivi, nel roteare delle loro pale, mulini a vento delle obsolete istituzioni statali. Mentre il pneuma che fa girare le pale, che rende il tutto meccanicamente vivo, è il passaggio - real-full time & no stop - del testimone globale da un fixing all'altro delle Borse.
#7614
Citazione di: acquario69 il 15 Gennaio 2019, 05:06:13 AM
Citazione di: Ipazia il 14 Gennaio 2019, 22:58:19 PM
Se la natura è colonizzata dal Capitale, che ha messo ovunque i suoi paletti, è lui a distribuire le carte e chi vuol mangiare quel gioco deve giocare. Non è vigliaccheria, opportunismo, natura umana o altro ma egemonia di una frazione di umani sul resto dell'umanità.

se non e' vigliaccheria,opportunismo,natura umana o altro..
..allora quale sarebbe secondo te il motivo (ci dovra pur essere!..oppure e' frutto del caso anche questo?) per cui una frazione di umani finisce sempre per predominare sul resto dell'umanita?

E' il risultato, l'eredità testamentaria, di una storia millenaria che ha messo i paletti fin dalla notte dei tempi e fatica molto a rimuoverli perchè ha plasmato tutte le sue istituzioni (varie forme di stato) e le corrispettive etiche, morali e giuridiche, su quei paletti estendendone il dominio ormai all'intero pianeta in forme materiali e immateriali. Trascinandosi dietro vigliaccherie, opportunismi, omologazioni comportamentali, che sono il risultato scientemente prodotto di quella storia fino a far apparire il tutto "naturale".
#7615
Lo Stato neutrale esiste solo nel mondo delle idee platoniche.
#7616
Citazione di: Freedom il 14 Gennaio 2019, 14:30:50 PM

Anche il cristianesimo ha ben presente il problema, ed il suo superamento, che, giocoforza, può avvenire solo tramite trascendenza. Ma il cristianesimo ci mette il carico da undici e fa intervenire lo Spirito Santo.

Il comunismo a chi si appella?

Non avendo il carico da undici si ferma al re: all'Uomo. Il comunismo è umanesimo, non meccanicismo storico. Così com'è umanesimo il suo rifiuto del capitalismo. Sgiombo ha ragione quando risponde a Paul11 che tutti, capitalisti, comunisti e teisti, non abbiamo altro fondamento che la natura e la cultura umana. Se la natura è colonizzata dal Capitale, che ha messo ovunque i suoi paletti, è lui a distribuire le carte e chi vuol mangiare quel gioco deve giocare. Non è vigliaccheria, opportunismo, natura umana o altro ma egemonia di una frazione di umani sul resto dell'umanità. Egemonia non priva di contraddizioni e infelicità, in cui l'unico sovrumano carico da undici è la storia collettiva, la machiavellica fortuna; è essa a far da leva su quelle contraddizioni per ridistribuire i paletti in maniera diversa. Ma tocca all'Uomo manovrare la leva e se non riesce a farlo con le buone saranno le crisi sociali a costringerlo a fare con le cattive. Questo insegna la concezione materialistica della storia che non è una morale, non è prescrittiva, ma ermeneutica e descrittiva. La morale comunista è altra cosa. E' una scommessa sul tipo di Pascal che ha come soggetto l'Uomo, non Dio.
#7617
Citazione di: sgiombo il 14 Gennaio 2019, 15:58:42 PM
Forse pleonasticamente (e mi a-ri-scuso nel caso), farei notare a Ipazia che la biologia deve essere riducibile alla fisica (eventualmente per il tramite della chimica), per lo meno nel senso che gli organismi viventi sono fatti di (costituiti di) materia esattamente identica a quella inanimata dalla quale provengo e alla quale sono destinati a tornare secondo le leggi del divenire di essa; cioè le stesse componenti elementari quali si organizzano e divengono secondo le stesse leggi generali astratte, in quanto "si applicano" a ("vigono" regolandole in) certe determinate condizioni particolari delle componenti elementari stesse.

Sì, ma non possiamo ridurre la vita (bios) allo stato iniziale e finale ignorando tutto ciò che sta in mezzo, come si può fare con un sistema fisico. Che la vita divenga, abbia una componente temporale, per giunta autocosciente nel bios che se lo può permettere, penso non lo metta in discussione neppure Rovelli. Lascierei ad altri pensare che il materialismo si riduca alla composizione chimica del corpo umano.
#7618
Citazione di: sgiombo il 14 Gennaio 2019, 15:51:50 PM
Citazione di: Freedom il 14 Gennaio 2019, 14:30:50 PM

E che Rousseau ci fa intuitivamente comprendere con il luminoso esempio del primo uomo che, nella storia umana, delimita un pezzo di terra e dice: "questo è mio!" Fu un atto, ahimè, naturale.


Fu un atto culturale.

Per decine di migliaia di anni in precedenza gli uomini non avevano conosciuto la proprietà privata.

Non solo. Anche gli animali marcano il territorio ma non lo trasformano in un serraglio di schiavi. Nè marcano un territorio che vada oltre le loro necessità vitali.
#7619
@paul11

Potrei rispondere punto per punto ma mi pare che in generale tu non abbia compreso il salto antropologico tra natura/materia e autocoscienza umana. Ovvero miscomprensione totale del focus umanistico della scienza o sapere o filosofia marxista, che passa sotto il nome di recente conio di "autonomia del (soggetto) politico". E' certo che il punto di partenza è l'evoluzione naturale darwiniana e la socioeconomia capitalistica fondata su quella forma particolare di sfruttamento umano che è il plusvalore della merce. Ma la rivoluzione antropologica comunista consiste appunto nel superamento, nella trascendenza, di questo stato di cose, verso forme umane di convivenza sociale e civile intese come valore altro dal valore mercificato e dall'inesorabilità sociodarwinista dell'homo omini lupus. Tale superamento comporta un valore (etica) del lavoro antitetico nelle due visioni del mondo. E' un passaggio tanto semplice che un nativo americano ormai estinto lo capirebbe all'istante, mentre da noi si fa ancora confusione, non so quanto intellettualmente limpida, tra critica e progetto marxista; tra tesi, antitesi e sintesi.

Mi pare che a tale fraintendimento fornisca qualche assist di troppo anche sgiombo nel suo accentuare il carattere meccanico di tale Umwertung (trasvalutazione) marxiana, mentre di meccanico non c'è proprio nulla. Lasciato a se stesso il sistema non farà altro che riprodursi in forme sempre più becere di mercificazione dell'universo antropologico e la variabile indipendente "coscienza di classe" resterà in eterno sotto il cavolo. Come sta avvenendo in questa fase storica in cui l'unica, nascosta, coscienza di classe che abbia un carattere paradigmatico - materiale e spirituale - universale è quella del Capitale.
#7620
Alcune riflessione sul rapporto tra tempo e fisica. La fisica parmenidea lo è sempre stata e le ultime evoluzioni di relatività e quantistica l'hanno consolidata nel suo atteggiamento epistemico. Nei cambiamenti di stato della termodinamica quello che conta è lo stato iniziale e finale: due istantanee. Nella meccanica gravitazionale idem: lo stato iniziale e quello finale di un grave che cade, entrambe istantanee a velocità, e quindi tempo, zero. Nella gravitazione astronomica l'eterno ritorno degli astri nelle loro posizioni arbitali prestabilite dagli avvallamenti gravitazionali interposti tra le loro masse. Nel vuoto un pendolo oscillerebbe in eterno mantenendo inalterata la sua frequenza/periodo. Insomma per la fisica il tempo è un mero accidente che conta poco rispetto agli stati energetici dei sistemi, descrivibili nelle loro varie fasi.

Il tempo conta molto per gli organismi viventi, sensibili ai mutamenti degli stati fisici, non per la materia inanimata e i suoi contenuti energetici, oggetto di studio della fisica. Mi riservo comunque di approfondire la questione a partire anche dai video che si trovano in rete sulla questione.