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Messaggi - sapa

#766
La metrica in poesia era un canone. Penso a Leopardi, un grandissimo conoscitore dei classici e forse il primo che, in metrica, ha cominciato a forzarla e a modernizzarla, adattandola allo "stream of consciousness" che lui forse per primo e poi nel 900 la poesia ha sentito di dover esprimere. Ungaretti, pur in metrica libera, è stato uno scultore del verso poetico, Montale un musicista, come Quasimodo. Prima di loro, un Carducci teorico della metrica  e poi Pascoli e D'Annunzio hanno proseguito il lavoro di Leopardi e portato nella poesia il colore, il suono, i profumi, una tridimensionalità sensoriale che, a mio avviso, difficilmente si sarebbe potuto costringere in un sonetto o in altra forma metrica canonizzata. Ai tempi di Dante, un sonetto come "Guido, i' vorrei che tu e Lapo ed io" era comunicazione, più ancora che poesia, e strappava gli applausi. Una comunicazione virtuosistica, come quella del corteggiamento. La poesia metrica aveva quindi uno scopo, quello di divertire e piacere, in una specie di certamen poetico generale. Questo scopo, dal 900 in poi, è venuto meno, il poeta si è trovato senza uditorio, a parlare principalmente a sè stesso, non più un cantore o un rapsode, ma uno scrittore e basta. Da qui, perso il ritmo e la musicalità metrica, sono  emersi la musicalità e il colore verbali. Amo moltissimo Ungaretti e Montale, nelle loro poesia non sento affatto la mancanza di una metrica fissa.
#767
Storia / Re:Il Carbonifero
08 Luglio 2020, 20:41:10 PM
Citazione di: InVerno il 08 Luglio 2020, 02:08:45 AM
Citazione di: sapa il 07 Luglio 2020, 21:05:58 PM
Citazione di: InVerno il 05 Luglio 2020, 20:22:28 PM
Il ciclo del carbone è bene o male il responsabile diretto o indiretto delle precedenti estinzioni di massa, l'attivatore dello squilibrio proposto nelle teorie delle estinzioni precedenti può essere diverso e di origine geologica o astronomica, ma per le sue caratteristiche intrinseche il carbone risulta complesso da gestire per l'ecosistema.
Non vedo altro sistema, per inceppare un minimo il ciclo del carbonio, che quello che ha di fatto "usato" la natura nel Carbonifero: lasciare che venga intrappolato dal mondo vegetale fotosintetico, per il quale la CO2 è cibo, e segregarne gran parte praticamente in delle " discariche" nelle viscere della terra, impedendo il riciclo conseguente alla morte/putrefazione/mineralizzazione. Per adeguarsi ai tempi, visto che il Carbonifero fu sicuramente un periodo della storia del pianeta agitato e instabile, occorrerebbe inviare nello spazio tutti gli anni ingenti quantità di vegetali, ovviamente da sostistuire e riforestare sul pianeta. Potrebbe essere un'idea per un racconto di fantascienza....

Non ti insospettisce il fatto che la maggior parte dei progetti di riforestazione di grande scala, utilizzi monocolture di essenze che ben si adattano alla trasformazione? Perchè a parte casi disperati, non è veramente necessario "piantare alberi", crescono da soli in varietà, basta lasciare da solo il terreno. Ma un bosco misto è difficile da quantificare in rendita, è difficile quantificare come può essere sfruttato, è difficile sfruttarlo, perciò chi investe nel tuo progetto di riforestazione? Forse sono maligno ma non vorrei che tra una ventina d'anni, quando tutti si saranno dimenticati, quei boschi finissero direttamente alla cartiera, producendo più c02 di quanta ne hanno catturata. In ogni caso, ho letto che neanche riforestando l'intera area pre-agricola (cioè ricostituendo il territorio al paleolitico, come se fosse possibile) sarebbe sufficiente senze considerare ingenti riduzioni delle emissioni (ma suppongo che siccome saremmo ritornati al paleolitico, emetteremo anche molto di meno  :o )
Ti dirò, il bosco in purezza è senza dubbio una anomalia che l'uomo ha perpetrato per fini dubbi o sbagliati, ma in natura ne esistono anche di autoctoni. Le faggete, ad esempio, sono boschi naturali, nei nostri ambienti, molto selettivi di loro, non amano gli intrusi. L'evoluzione naturale dei nostri boschi appennici, qui hai perfettamente ragione, va verso il bosco misto, che sembra essere la copertura più stabile e idonea ad affrontare  eventi estremi e  calamità varie. Anche qui, a margine del discorso, si evidenzia la debolezza delle monocolture e la maggior adattabilità delle popolazioni miste. Sul fatto che oggi abbiamo minori superfici boscate rispetto ad altre ere geologiche/storiche, è probabilmente vero. Da noi, in Italia, e specialmente nei nostri Appennini, però, oggi abbiamo un maggior manto forestale rispetto a  100- 150 anni fa. L'esodo dalle montagne, infatti, e il passaggio di quei territori al Demanio Statale, ha favorito e sta ancora favorendo il riformarsi di foreste e boschi più o meno naturali, che l'antropizzazione invece andava da secoli riducendo, per sfruttamento e per favorire gli insediamenti umani stessi.
#768
Storia / Re:Il Carbonifero
07 Luglio 2020, 21:05:58 PM
Citazione di: InVerno il 05 Luglio 2020, 20:22:28 PM
Il ciclo del carbone è bene o male il responsabile diretto o indiretto delle precedenti estinzioni di massa, l'attivatore dello squilibrio proposto nelle teorie delle estinzioni precedenti può essere diverso e di origine geologica o astronomica, ma per le sue caratteristiche intrinseche il carbone risulta complesso da gestire per l'ecosistema.
Non vedo altro sistema, per inceppare un minimo il ciclo del carbonio, che quello che ha di fatto "usato" la natura nel Carbonifero: lasciare che venga intrappolato dal mondo vegetale fotosintetico, per il quale la CO2 è cibo, e segregarne gran parte praticamente in delle " discariche" nelle viscere della terra, impedendo il riciclo conseguente alla morte/putrefazione/mineralizzazione. Per adeguarsi ai tempi, visto che il Carbonifero fu sicuramente un periodo della storia del pianeta agitato e instabile, occorrerebbe inviare nello spazio tutti gli anni ingenti quantità di vegetali, ovviamente da sostistuire e riforestare sul pianeta. Potrebbe essere un'idea per un racconto di fantascienza....
#769
Secondo me, si tratta di un atto di sottomissione. Il " sia fatta la Tua volontà", sta ad indicare che non c'è altra volontà che possa essere esaudita, se non quella divina. E mi pare abbastanza chiaro che tutto ciò debba essere accettato di buon grado dal credente. Questa è una negazione del libero arbitrio? "Da fuori" ne ha tutto l'aspetto, credo che "da dentro" la cosa sia del tutto ininfluente.
#770
Più passa il tempo e più mi convinco che la manovra lionese da parte del virus, contro la quale ha inteso metterci in guardia Eutidemo, è molto più di una possibilità. Se, in estate, si continuano a registrare dei nuovi contagi e dei decessi, l'unica è sperare che in autunno-inverno sia pronto il vaccino o che Dio ce la mandi buona. O il morbo decide di depotenziarsi, o avremo un altro picco. Questo anche perchè le misure di contenimento si vanno facendo sempre più aleatorie e difficili da coniugare a quel modello di vita estivo e vacanziero che vorremmo ripristinare, come se  nulla fosse stato. Se i controlli sul rispetto delle misure di distanziamento e di protezione erano difficili da attuare in modo capillare in marzo e aprile, tanto da far decidere per un lockdown generalizzato, come farli adesso che si vorrebbe, per me in modo velleitario e poco consapevole, far ripartire il "mercato delle vacanze"? Andare al mare in riviera distanziati e con mascherina è quasi un controsenso, per come eravamo abituati, e infatti le presenze non ci sono quasi e quando nei fine settimana la gente si mette in marcia, finisce per accalcarsi inevitabilmente. D'altra parte, credo che un ulteriore lockdown autunnale ci farebbe entrare (e non solo noi, in Europa), non già in recessione, lì ci siamo già, ma in default. Dunque, che fare?
#771
Storia / Re:Il Carbonifero
05 Luglio 2020, 17:05:02 PM
Citazione di: giopap il 05 Luglio 2020, 12:15:44 PM
Condivido le considerazioni.


Credo che almeno in linea teorica l' umanità abbia (avuto?) di fronte a sé due possibilità "generali":


Autolimitare le proprie produzioni - consumi - benessere materiale soggettivamente percepito,


oppure  distruggere dissennatamente le condizioni fisiche - biologiche della propria sopravvivenza - sviluppo civile (qualitativo, senza superare determinati inderogabili limiti quantitativi).


Ma una ineludibile conditio sine qua non per la seconda scelta é (sarebbe stata?) la proprietà collettiva dei mezzi di produzione (di beni "materiali" e sevizi comunque inevitabilmente "non immateriali" almeno in qualche misura) e la pianificazione generale prudente di produzioni e consumi.
Mentre una produzione concorrenziale fra unità produttive private in reciproca ignoranza-indipendenza non può che determinare inevitabilmente produzioni e consumi (e inesorabilmente dissipazioni di risorse necessarie alla sopravvivenza umana) tendenzialmente illimitati in un ambiente di fatto (e non fantascientificamente o falso-ideologicamente-scientisticamente) praticabile limitato.


Sono pessimista sul fatto che sia ancora possibile (il che non significa che non si debba comunque sforzarsi di agire in tal senso).


In caso contrario, come in altri pianeti più o meno remoti nell' universo la vita si sarà certamente fermata ai procarioti, in altri agli eucarioti monocellulari, in altri ancora ad animali presumibilmente non civili (senza una "storia umana o similumana" che si innestasse su un ramo della "storia naturale" o evoluzione biologica), così nel nostro si fermerà "ingloriosamente" alla storia umana privatistica di effimera durata (in tempi biologici).


Ma certamente in altri essa supererà anche questo stadio.
E cosa penseranno di noi quelle civiltà che avranno saputo superare la fase privatistica (di quelli di noi che avranno lottato per ottenerlo anche "qui" venendo sconfitti" e di quelli che avranno "vinto" conseguendo la propria a altrui fine)?
Ciao giopap, eccepisco al tuo discorso in questi punti:- la vita sul pianeta non si estinguerà con l'umanità, c'era vita 300 milioni di anni fa, ce ne sarà tanta anche dopo di noi- la concezione privatistica e quella collettiva, come tu le distingui, hanno contribuito e contribuiscono  entrambi a dissipare risorse limitate e non rinnovabili. Se i modelli di sviluppo in apparenza sono diversi, le conseguenze mi sembrano per lo più analoghe, forse con tempi diversi. Se pensiamo a quanto "consumano" le guerre, il cui risultato è, in termini di risorse, sempre una perdita netta, vien da piangere...Anch' io non credo che siamo più a tempo per rimettere a posto le cose, la coscienza che parte dal basso e coinvolge gli individui, però, potrebbe essere l'unica strada, in questo penso abbia ragione Greta.
#772
Storia / Il Carbonifero
05 Luglio 2020, 11:18:42 AM
Mi ha sempre affascinato e incuriosito fantasticare su come possa essere stato possibile che i resti possenti di forme di vita vegetali e animali, mescolati a strati eruttivi e a strati di sedimenti portati da acque ruscellanti in modo violento e da mari ben più alti dei nostri attuali, siano andati a formare uno strato geologico a centinaia di metri di profondità. Per quel poco che sono riuscito a documentarmi, risulta che in quasi  60 milioni di anni, circa 300 milioni di anni fa, si sia formato questo strato geologico che, di fatto, ha cambiato la vita dell'umanità, permettendole un'espansione demografica e un'aspettativa di vita impensabili anche solo 150 anni fa. Un pianeta nel quale l'uomo non era nemmeno in previsione, tali erano le caratteristiche naturali, le forze in atto e la qualità stessa dell'aria respirabile,  con un clima ben più estremo di quello odierno, un tasso di CO2 in atmosfera eccessivo per molti mammiferi odierni,un clima caldo e umido, era  abitato da foreste di felci enormi e gimnosperme estinte, da pesci-rettili vari e sottoposto a forze  di inaudita violenza dal suo stesso centro instabile. Di fatto, per semplificare, il Carbonifero ha imprigionato nelle viscere della terra una bella quantità di anidride carbonica, abbassandone in modo consistente il tasso percentuale in atmosfera e portando anche, probabilmente, alla mitigazione di un clima ostile, insomma a mio avviso "sbloccando" l'evoluzione della vita sul pianeta.
La riflessione è: i circa 60 milioni di anni del Carbonifero hanno "bloccato" ingenti quantità di CO2, se noi in pochi secoli li reimmetteremo in atmosfera, come stiamo facendo, quali conseguenze ci potremo aspettare? Non sono un fan di Greta, ma mi è impossibile non pensare che stiamo percorrendo una via pericolosa. Forse, l'unica via che abbiamo davanti, quella che ci porterà all'estinzione?
#773
Citazione di: Jacopus il 27 Giugno 2020, 19:32:46 PM
Lo spettacolo osceno della ricchezza decerebrata è il nuovo modello in ascesa.
Senza alcun dubbio. Bel titolo al post e finale ineccepibile.
#774
Citazione di: anthonyi il 27 Giugno 2020, 11:52:06 AM

.. sia perché ha trovato un "filibustiere" che in questo è più bravo di lui...
Sì, la dote  migliore di Conte, oltre all'eloquio, è la paracu.aggine.Dote che, in Italia, viene secondo me erroneamente scambiata per capacità politica.

#775
Comunque, pare proprio che la celebre poesia i cui versi recitano" Il morbo infuria, il pan ci manca, sul ponte sventola bandiera bianca" stia tornando reale. A Mondragone hanno chiamato l'esercito e anche a Bologna c'è un bel focolaiotto attivo. Ah, la manoeuvre lyonnaise, contro la quale voleva metterci in guardia il saggio Eutidemo, è forse più che una realistica possibilità. Questo vorrà dire altri mesi e mesi di mascherine e webinar vari. Ahimè.
#776
Bè, che negli anni 80 l'economia italiana fosse più forte di adesso, al di là del paragone con la Germania, è secondo me un dato incontrovertibile. Lira o non lira, la nostra industria produceva ed era concorrenziale,  l'agricoltura era al top e, proprio in quegli anni, è cominciato il suo declino. Oggi, cosa siamo diventati? Un paese che vive di turismo ed agroalimentare, se non avessimo dei brand made in Italy  quasi inimitabili, saremmo al livello della Grecia. Detto ciò, io sono d'accordo con Jacopus, si tratta di nostalgia di tempi irrimediabilmente andati, nei quali la politica e le istituzioni avevano ben altro impatto e spessore, al netto di una corruzione strisciante che, comunque, dura anche oggi. Di Salvini che dire? Bisognerebbe aver sentito tutta l'intervista, ma in ogni modo se ha parlato di "bei tempi andati della lira" augurandosene il ritorno, dimostra ancora una volta la sua inadeguatezza. Io non lo chiamerei nemmeno "populismo", ma semplice incapacità di pensare a qualcosa di innovativo, questo, come del resto molti suoi colleghi, non ha proprio idea di cosa si potrebbe fare. Lo posso anche capire, non è certamente facile immaginare come poter risolvere problemi grossi e ben radicati come quelli che ha l'Italia, ma se ci si riduce a sperare nei ritorni al passato, forse sarebbe l'ora di pensare a cambiare mestiere. Io, da cittadino, posso anche indulgere nelle nostalgie per i bei tempi andati, lui, da politico, decisamente no. A margine di tutto ciò, io continuo con stupore a chiedermi come faccia sto soggetto a non prenderci, da mesi e mesi, nemmeno una volta per sbaglio: prima, al culmine del suo successo, si è sfilato dal governo indecente che aveva lui stesso messo in piedi coi 5S, convinto ingenuamente di poter andare subito all'incasso, poi, travolto anche lui dall'emergenza Covid, è andato a pietire di essere ammesso pariteticamente alle varie "cabine di regia" di quel filibustiere di Conte, per recuperare un po' di visibilità mediatica, col risultato di rendersi complice e  compartecipe di tutte gli errori compiuti dallo stesso. Il mio giudizio è sulla persona e sul politico, non sulla Lega, ma per me lui lì è limitato alquanto.Scusate se mi sono lasciato andare a considerazioni politiche, ma se si apre un post su Salvini, diventa inevitabile, secondo me.
#777
Sì, a dire cosa sarebbe da fare son bravi, effettivamente. Riguardo ai vaccini, sentivo che sarà proprio una ditta farmaceutica italiana a produrli. A sto punto, non vorrei che invece di sarà, sia un sarebbe.
#778
Il ministro Speranza ha parlato ieri o l'altro ieri di 60 milioni di vaccini prenotati per l'Italia.
#779
Citazione di: anthonyi il 25 Giugno 2020, 21:33:59 PM
Citazione di: sapa il 25 Giugno 2020, 19:48:38 PM
Io sento già persone che dicono di non volerlo fare. Prevedo tempi difficili, per costoro....



Non mi risulta che nessuno voglia rendere l'eventuale vaccino obbligatorio, chi non lo vuole semplicemente lascia il posto a chi viene dopo di lui in graduatoria. Sarà obbligatorio solo per coloro che lavorano nella sanità.
Non credo sia improbabile che, se si sono rincorsi i podisti solitari in spiagge e campagne deserte in pieno lock down, si farà anche di tutto per "costringere" coloro che non vorranno vaccinarsi. Per l'intanto, se avrai dei figli da mandare a scuola, almeno loro si dovranno vaccinare, come gli stessi docenti e il personale scolastico. E se lavori in un ufficio nel quale i distanziamenti sono difficili o impossibili? Se vogliamo tornare a porgere la mano per un saluto, dovremo ottenere la famigerata immunità di gregge. Per me non ho problemi, io mi vaccinerò perchè non voglio correre il rischio di essere costretto alla quarantena per settimane. Chi non vorrà farlo, ripeto la mia impressione, sarà nel mirino dell'opinione pubblica e degli organismi sanitari, sono pronto a scommetterci fin da adesso.
#780
Giusto, torniamo a bomba: la manoevre lyonnaise. Io direi che il virus stia veramente dando prova di stanchezza, cosa che, essendo della famiglia dei raffreddori, per dirla semplicisiticamente, era anche prevedibile. Tirerà il fiato. Ma, come tutti i virus di quel tipo, per essere pronto a cavalcare imperiosamente quando il freddo ci costringerà a stare al chiuso. Quindi, occhio...Ma abbiamo l'asso nella manica, spero: il vaccino, cioè la possibilità di diventare immuni con una punturina e di far fare la fame al virus! Io sento già persone che dicono di non volerlo fare. Prevedo tempi difficili, per costoro....