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Messaggi - Ipazia

#7681
Percorsi ed Esperienze / Re:Nun Me Scuccia'
13 Gennaio 2019, 18:12:37 PM
L'UE é il sogno, o meglio incubo, realizzato di chi piú la avversó: Margaret Thatcher.  Essa realizza l'annichilimento della società nell'individuo produttore-consumatore facile preda di ogni potere politico-economico neppure tanto forte.
#7682
Il populismo, nell'attuale catechismo politico, é la  categoria ideologica utilizzata da chi il popolo lo intende solo attraverso lo sfruttamento economico/politico che vi esercita. Populista diventa pertanto ogni azione politica tendente a liberare il popolo dallo sfruttamento.
#7683
Tematiche Culturali e Sociali / Re:Il neo-politico
13 Gennaio 2019, 16:39:30 PM
Citazione di: anthonyi il 13 Gennaio 2019, 08:00:13 AM
Ciao Ipazia, la scelta di un atteggiamento duro nei confronti degli immigrati (Che oltretutto io condivido) non ha nulla a che vedere con la competenza che è chiamata in causa per altre parole e azioni di questo governo. Un incompetente al potere non sa quanto siano importanti le parole che dice e quindi ogni tanto gli scappano le parole sbagliate (Come il "me ne frego" di Salvini in relazione allo spread e alla sfida alla commissione europea) che poi costano agli Italiani miliardi di Euro di interessi in più da pagare.

E anche grazie all'irritualità di quelle parole che l'Europa e le mafie scafiste hanno capito che non c'erano più margini di trattativa per invadere l'Italia con gli esuberi della maleducazione demografica straniera. Poi è chiaro che se pesti i calli ai padroni del vapore qualche reazione te la devi attendere...

Citazione
Un incompetente al potere non conosce l'effetto delle leggi che produce, per cui ti elabora delle leggi di principio come il decreto dignità che disincentivano le imprese all'assunzione ma soprattutto diffondono nelle imprese un allarme con l'effetto di produrre nel terzo trimestre del 2018 una caduta degli investimenti dell' 1% (In anticipo rispetto alla congiuntura internazionale, che è anch'essa negativa, per cui si tratta di un effetto per il quale dobbiamo ringraziare solo i nostri incompetenti al potere) e conseguente caduta della crescita e dell'occupazione.

... come te la devi attendere dai padroncini del vapore nostrani, abituati fin dai tempi del ministro giuslavorista DEM Treu a leggi che schiavizzavano sempre più i lavoratori. Una mattina si son svegliati e han trovato l'aria cambiata, rispondendo, da bravi padroni, con la serrata. Ma tra decreto dignità e reddito di cittadinanza se vorranno estorcere altro plusvalore agli schiavi nazionali alla fine dovranno scucire qualche euro in più. O delocalizzare: ma diventa più difficile man mano che gli schiavi globali imparano a vestirsi di giallo.

Citazione
Che poi la Grillo venga considerata competente perché è laureata in medicina e chirurgia, quando ha azzerato la commissione scientifica ministeriale sulla base di logiche di presunta appartenenza politica, creando sconcerto nelle accademie (Delle quali lei non fa parte) nazionali ed internazionali è tutto dire.

Sui cimiteri di elefanti politicamente miracolati che popolano le istituzioni scientifiche italiane, almeno per quanto riguarda la sanità, chi come me ha lavorato una vita nella prevenzione ne sa qualcosa. Si va dall'inutilità assoluta (caso PFE, ad esempio) al baronaggio spinto nella spartizione delle poltrone disponibili. L'incompetenza dimostrata nel tutelare la salute e il diritto alla salute degli italiani va di pari passo con la competenza nel tutelare se stessi come casta i cui privilegi (cattedre e poltrone varie accademiche) si tramandano di padre in figlio. Direi, non volendo offendere la loro intelligenza, che la competenza di casta giustifica l'incompetenza del servizio pubblico reso essendo questo in conflitto d'interessi (pubblico-privato) con la casta. Devo dire onestamente che ci fu un ministro, anzi ministra DEM, che cerco di raddrizzare il timone, Rosy Bindi, ma anche lei tarpata dal conflitto d'interessi con la sanità privata sanfedista e con la fame di extra moenia dei medici pubblici. Alla fine venne scaricata senza tanti complimenti e la salute degli italiani divenne sempre più terra di conquista del profitto privato.
 
Quindi nella peggiore ipotesi la Grillo ha sostituito delle nullità con altre nullità. Nella migliore sta facendo pulizia in una sentina che sarebbe ora cominciasse a occuparsi anche della salute dei cittadini e non solo dei suoi interessi privati.

Citazione
Un saluto, e un bocca al lupo all'Italia.

Se è sopravvissuta alla corruzione finale della prima e a quella persistente e conclamata della seconda repubblica sopravviverà anche alla presunta incompetenza iniziale della terza. Tenuto conto che l'incompetenza ha un verso capace di progredire, mentre la corruzione ha un segno molto difficile da invertire.
#7684
Tematiche Culturali e Sociali / Re:Il neo-politico
12 Gennaio 2019, 19:06:01 PM
Saranno anche incompetenti ma intanto hanno già ridotto del 90% gli sbarchi di clandestini (dopo che i "competenti" avevano detto "li prendiamo tutti noi" e i risultati si vedono eccome in giro per l'Italia), hanno cercato di rattoppare le schifezze peggiori contro i lavoratori (concordo che senza la ghigliottina è arduo ottenere risultati dopo un quarto di secolo di berlusconismo e ulivismo), stanno mettendo un freno alla rapace pirateria prodiana delle grandi opere. E sono lì da neanche 9 mesi. Mica male come parto. Dimenticavo: sono perfino riusciti a mettere un medico ministro della sanità e un preside alla pubblica istruzione. Robe galattiche per chi li ha preceduti. Insomma, Jacopus, c'è un limite alla partigianeria politica. Vorrai mica fare pure tu la parte del demagogo ?  :)
#7685
Tematiche Spirituali / Re:coscienza: cos'è ?
12 Gennaio 2019, 18:42:00 PM
Purtroppo, per la filosofia, il significato e senso delle cose si appoggia incontrovertibilmente (quanto mi piace questa parola philosophisch  :-* ) sulle cose. Rispetto alle quali la scienza (galileiana ma ormai universale) al noumeno ci è andata più vicino di qualunque altro sapere. Tant'è che tutto il resto ha dovuto adeguarsi. Prendere atto che non siamo il centro dell'universo ha avuto ripercussioni filosofiche più profonde di tutte le dispute metafisiche. Con questa banale scoperta scientifica abbiamo dovuto ritarare radicalmente il senso e significato delle cose, inclusa la nostra autostima. I valori sono cambiati. Tutta roba filosofica dovuta alla scienza. Anche le nostre prospettive più trascendentali: etica, arte, qualità e visione della vita, si modellano su ciò che l'operari umano ci mette a disposizione. Lungi da me negare l'autonomia della coscienza umana, che ritengo ancora troppo timida rispetto alle prospettive che lo sviluppo tecnoscientifico ci ha spalancato. Ma non vedo alternativa ad una integrazione sempre più profonda tra sapere scientifico e sapere filosofico. Sta in ciò l'unica teoria possibile del Tutto. Come ci insegnarono i nostri progenitori greci.
#7686
Tematiche Spirituali / Re:coscienza: cos'è ?
12 Gennaio 2019, 16:11:47 PM
Citazione di: sgiombo il 12 Gennaio 2019, 15:44:41 PM
Concordo anche che pare non vi sia nulla di meglio della scienza per comprendere al meglio la parte materiale del mondo; oltre la quale ritengo però ne esistano altre parti non scientificamente conoscibili ma che é per me comunque assolutamente necessario indagare razionalmente onde poter vivere al meglio.

Certo. E sono anche il meglio della partita. La parte creativa, trascendentale, della nostra evoluzione laddove uno spettro si aggira per l'Universo: lo spettro del libero arbitrio di creature senzienti che ne sono la sua autocoscienza  ;D

Citazione di: sgiombo il 12 Gennaio 2019, 15:44:41 PM
... ci sono la gnoseologia (generale) e l' epistemologia o filosofia della scienza. Delle quali quella che personalmente seguo dimostra -a mio parere- che la scienza, quando ci azzecca, ci azzecca solo alla condizione della verità di alcune premesse indimostrabili (cioè in linea teorica, "di principio" la scienza potrebbe anche non azzeccarci affatto, mai. E questo anche se, a quanto pare, in pratica funziona; che é altro concetto che l' essere teoreticamente vera).

Insomma, per dirla alla viator, la scienza potrebbe anche non riuscire mai a smutandare il noumeno, ma la penicillina e il riscaldamento autonomo, almeno quelli, ce li ha garantiti. Io mi godo il bicchiere mezzo pieno, tu goditi quello mezzo vuoto.
#7687
Citazione di: Apeiron il 12 Gennaio 2019, 15:12:10 PM
Il motivo per cui molti preferiscono l'interpretazione di Molti Mondi è, secondo me, che prendono troppo seriamente il formalismo matematico. Ovvero, ritengono che la matematica descrive l'ontologia fisica.
Platonisti che sbagliano ?  :P

Citazione di: Apeiron il 12 Gennaio 2019, 15:12:10 PM
sgiombo e Ipazia: se la variabile 't' sparisce completamente 'a livello fondamentale', ho il forte sospetto che questo significa che, in realtà, non è neanche più possibile 'misurare' il tempo. Ovvero, non si può nemmeno usare una variabile tempo per 'convenzione' (ad esempio dire che 'prima' è avvenuto un evento e poi un altro). Se è questo quello che si ricava dalle equazioni fondamentali della gravità quantistica, non vedo molto spazio lasciato al divenire se non come 'illusione'. Personalmente, non riesco a concepire una dinamica senza almeno la possibilità di usare una variabile per descrivere il mutamento.

Probabilmente molti fenomeni indagati sono delle "istantanee" in cui il divenire/movimento non c'è ed anzi bisogna eliminarlo, per poter fare una fotografia come quella che ho postato. Altra ipotesi è che t venga incamerato in c (costante assoluta della velocità) e si possa calcolare tutto a partire da c. Peraltro operazione analoga a quella che ha portato alla Formula einsteiniana di conversione massa/energia. Ad un certo punto del libro Rovelli introduce le sue tre unità di misura fondamentali: c, h (costante di Planck), lp (lunghezza di Planck). Tutte e tre incorporano il tempo al loro interno, ma si possono usare matematicamente prescindendo da esso.

Insomma alla fine il tempo c'è ma non è più alla base di un sistema di misura, bensì è incorporato in altri sistemi "metrici" che non lo esplicitano. A questo punto l'errore filosofico sarebbe trasferire il tutto nell'esperienza sensibile umana negando il divenire. Il che avviene solo in un caso: con lo 0 K biologico denominato morte. Indubbiamente altra costante universale: del mondo biologico.
#7688
La prassi è quella della merce capitalistica il cui canto recita: cosa sia l'uomo non so, conosco solo il suo prezzo. Il prezzo è numerabile e calcolabile. L'uomo no. E neppure il suo lavoro, quando è mirato al valore d'uso e non al valore di scambio.
#7689
Riporto da qui un discorso sul tempo che in quel contesto era decisamente OT

Citazione di: sgiombo il 11 Gennaio 2019, 21:29:05 PM
Qui il maestrino tocca farlo a me, sia pur controvoglia (e mi sento imbarazzatissimo).
Marx, nella critica del Programma di Gotha; e anche Lenin in Stato e rivoluzione) parla sia del principio distributivo "da ciascuno secondo le sue capacità, a ciascuno secondo il suo lavoro", sia di quello "da ciascuno secondo le sue capacità, a ciascuno secondo i suoi bisogni"
E afferma che il primo é proprio della prima fase della società comunista "quale sorge sulla base dei precedenti rapporti sociali capitalistici", nella quale lo Stato (dittatura del proletariato) inizia appena ad estinguersi, mentre il secondo é proprio della società comunista avanzata, "quale si sviluppa sulla sua propria base" dopo la completa estinzione dello Stato.
E mi sembra del tutto evidente che nell' URSS non si sia mai andati molto lontano nemmeno nella prima fase (quella di "...a ciascuno secondo il suo lavoro") come da me correttamente affermato (l' estinzione dello Stato e l' "...a ciascuno secondo i suoi bisogni" non é mai stato all' ordine del giorno, ma era qualcosa di decisamente avveniristico).

Inoltre Marx afferma chiaramente che i bisogni non sono uguali per tutti ma diversi, soprattutto nella prima fase meno avanzata ("inoltre un operaio é ammogliato, l' altro no; uno ha più figli, ecc.").
...
Ergo: il tempo fisico é reale (anche se non per così dire "ubiquitario", né assoluto).

Il tempo fisico galileiano, appunto. Ancora tutto da stabilire se abbia anche un senso antropologico; se dobbiamo ritenere il primo "oggettivo" e il secondo "soggettivo" e se questo abbia anche una funzione gerarchica di significato come la scienza galileiana presupporrebbe.

Già il fatto che il fine della rivoluzione socialista fosse il superamento del tempo-lavoro cronometrico dimostra la natura contingente, non finalistica, della prima fase in cui i parametri "scientifici" dello sfruttamento capitalistico e della sua determinazione del "valore" erano la misura di tutte le cose. Ma il comunismo aveva in testa altri metri e misure:  i bisogni (giusta l'osservazione su aspetti differenziali anche di questi). I lacaniani ci aggiungeranno i desideri. Il 68, l'immaginazione. E l'onnivoro Capitale farà una bella sintesi pro domo sua nei centri commerciali.

Ma queste sono altre storie e noi comunisti possiamo anche arrangiarci coi nostri materiali. Innanzitutto la categoria di bestiale ed umano che il giovane Marx utilizza nei confronti del lavoro. Quando Marx identifica il lavoro con l'umano non ha certo in testa il marcatempi capitalistico, ma piuttosto quello che Primo Levi descrive nel suo romanzo "La chiave a stella", ovvero il lavoro fatto a regola d'arte in cui la sostanza non è data dal tempo-lavoro ma dalla qualità-lavoro, la cui unità di misura non può essere la stessa. Nel lavoro fatto a regola d'arte il tempo-lavoro scompare come f(t) nei fenomeni quantistici e rimane solo il valore d'uso nella sua incalcolabile qualità. Questo passaggio dalla quantità alla qualità del lavoro, e quindi alla sua (ri)umanizzazione è il segno specifico della morale del materialismo storico comunista.
#7690
Tematiche Culturali e Sociali / Re:Il neo-politico
12 Gennaio 2019, 11:20:15 AM
Citazione di: Jacopus il 12 Gennaio 2019, 05:12:46 AM
Pensierino della notte insonne. Le elezioni politiche del 2018 saranno ricordate e studiate nei manuali del futuro. Dal 2018 si è imposto un nuovo modello di rappresentante politico. Le sue caratteristiche principali sono: una esplicita e talvolta vantata incompetenza, una ricerca meticolosa per apparire identico al suo elettore medio, comprendente in ciò una scenografia della politica in termini emotivi e relazionali.
Dopo che i "competenti" hanno fatto un deserto dei diritti sociali e l'hanno chiamato "fine della Storia", è chiaro che si siano scelti gli incompetenti non rei di questo delitto contro l'umanità elettrice. La competenza a dominare si acquista fin troppo in fretta, ma nel frattempo si respira un po' e ci si occupa degli esclusi.

Citazione di: Jacopus il 12 Gennaio 2019, 05:12:46 AM
Come siamo arrivati a questo quadro disastroso? Una rilevante parte di responsabilità è a carico della precedente élite, una dirigenza che si è allontanata sempre di più dai governati, al fine di favorire un sempre più denso sistema di reciproci favoritismi, che ha tarpato le ali a chi meritava una promozione sociale ma non ha potuto goderne perché non faceva parte di quel sistema clientelare-nepotistico.
Per poter sopravvivere un sistema del genere favorisce una dinamica attualmente evidente: l'impoverimento e la degradazione del sapere. In questo modo è molto più semplice e meno contestabile il passaggio delle insegne del potere ai clientes. Ma una ulteriore condizione non è modificabile e questa circostanza ha determinato quanto accaduto, cioè il successo di forze politiche populistiche ed incompetenti, ovvero il semplice fatto che il diritto di voto è universale.
Una casta chiusa e cristallizzata nelle sue relazioni, per mantenersi al potere avrebbe dovuto limitare il diritto al voto, ma si tratta di una opzione impossibile.
La maggioranza quindi, travisata da un rancore comprensibile e da una incapacità a decifrare i passaggi socio-economici in corso, determinati dalla degradazione delle istituzioni formative (leggi scuola), ha usato il voto come un'arma, punendo i precedenti politici ma direi che il desiderio era di punire l'intera classe dirigente. E insieme ad essa punire un intero sistema del sapere, quello dell'agire razionale (weber), del sapere scientifico, della cultura accademica, vanamente cosmopolita, che in fondo non fa altro che difendere i suoi accoliti e che quindi di cosmopolita non ha granché.
In altri termini è stato punito, sessantottescamente, un "sapere di classe". Che a onor del vero l'unica cosa che sa è curare i suoi interessi, sempre più parassitari, di classe. Mentre il potere politico vero si esercita nei board di Bilderberg.

Citazione di: Jacopus il 12 Gennaio 2019, 05:12:46 AM
In sintesi, un attacco alla democrazia dall'alto, a causa di una élite al potere che si era cristallizzata e in ciò aveva corroso la sua legittimazione e dal basso, a causa di un basso livello  di cultura e coscienza socio-politica, che fa invocare come rimedio la mediocrità elevata a criterio del politico. Il politico quasi non più eletto ma estratto a sorte O eventualmente cooptato non perché autorevole o meritevole ma perché obbediente ai nuovi leaders.
Accadde anche in Francia nell'89 di due secoli prima. Finite le brioches arrivarono i sanculotti. Poi si scremarono e andò come sappiamo. Ma nessuno rimpianse le brioches.

Citazione di: Jacopus il 12 Gennaio 2019, 05:12:46 AM
Accanto a questi motivi politico-culturali interni non va dimenticato un evento che ha modificato profondamente i paesi occidentali, ovvero la fine del socialismo reale. Finché è stata una minaccia tangibile, il sistema dei paesi occidentali ha dovuto fare di necessità virtù e quindi cercare di promuovere in un contesto capitalistico dei correttivi efficaci ai disequilibri che questo contesto determina, sia sul lato economico che sul lato sociale. I paesi socialisti erano una sorta di "sprone" per la west side a comportarsi in modo più equo. Terminata quella minaccia i paesi con un'etica più fragile hanno iniziato a "ballare", ma a conferma di questa concausa vi è la constatazione che il fenomeno di appiattimento politico+protesta verso le precedenti élite è un fenomeno globale: Trump, Bolsonaro, i gilet gialli sono le interpretazioni locali di quello che in Italia si chiama Salvini-Di Maio.
E' il divenire bellezza. La grande levatrice Storia. Nel cui polverone non si capisce più dove sta la destra e la sinistra ora che il cartellino te lo fanno timbrare via internet. Todo cambia, escluso lo sfruttamento umano. E da lì riparte sempre la spinta rivoluzionaria cambiando pure lei, nello spirito economico dei tempi, colore. La socialdemocrazia è morta ancora più ignominosamente del socialismo reale, sepolta sotto i calcinacci del suo muro di inconfessabili collusioni coi negrieri di sempre. Basta ripercorrere la storia dell'Ulivo di Prodi per rendersene conto.
.
#7691
Tematiche Spirituali / Re:coscienza: cos'è ?
12 Gennaio 2019, 10:43:27 AM
Citazione di: davintro il 12 Gennaio 2019, 00:44:02 AM
... Se la motivazione è il pensiero di una assoluta inesistenza di ciò che va oltre la realtà naturale, il suo oggetto di indagine, allora vuol dire che in realtà la sua è una metafisica inconsapevole: usa la categoria, metafisica e intelligibile di "totalità" che attribuisce alla realtà sensibile oggetto delle sue ricerche, oltre il quale non ci sarebbe nulla, se invece intende "astruse" come qualcosa di troppo complicato o contorto per potersene occupare con successo, allora non si tratta di "materialismo", ma di un riconoscimento dei limiti delle sue capacità conoscitive (limiti riferibili sia a se stesso come singolo o all'umanità in generale...), che si preferisce impiegare su obiettivi ritenuti maggiormente alla portata

Che la scienza sia un metadiscorso sulla natura essa ne è totalmente consapevole. Ovviamente si confronta con altri metadiscorsi, altre metafisiche, per vedere chi c'azzecca di più. Altrove sgiombo ha postato una differenza epistemologica di importanza fondamentale tra indimostrabilità e falsità. Tale atteggiamento gnoseologico è stato di importanza capitale per l'evoluzione della nostra specie. Nel momento in cui Newton scopre le leggi della gravitazione universale, ammette onestamente di non fingere ipotesi ("Hypotheses non fingo") riguardo alla natura della forza gravitazionale. E' questa l'onestà intellettuale che manca ad altre forme di saperi che invece le ipotesi le fingono a raffica. Ci penseranno i fisici venuti dopo di lui a chiarire meglio la questione, delimitando la verità di quelle leggi all'ambito empirico loro proprio. Questo esempio illustra anche la fecondità del metodo empirico tal quale: scoprire la verità fenomenica senza conoscerne (tutte) le cause (induzione). Diventa scienza quando si completa la conoscenza rendendola riproducibile e calcolabile (deduzione). Quindi si possono fare profezie fondate su tale fenomeno *. Sarà anche umano troppo umano, ma non pare vi sia nulla di meglio per comprendere e vivere al meglio il mondo che siamo.

* Profezie sulla fine del mondo ve ne sono molte. Non so quanti cristiani sarebbero disposti a sposare più quella dell'evangelista Giovanni che quella degli astronomi. Anche la fede ha i suoi gradi di affidabilità.
#7692
Citazione di: sgiombo il 12 Gennaio 2019, 08:22:20 AM
Asserzione di indimostrabilità (sinonimo di sospensione del giudizio)

e

Asserzione di falsità (giudizio negativo).

Questa distinzione mi pare fondamentale per capire il metodo scientifico che è induttivo-deduttivo, cosa su cui Reale, non so quanto in buona fede, equivoca assai. Penoso ridurre l'etica al sentimento e l'estetica al gusto. Sul sapere religioso esercito a denti stretti l'epochè. Non perchè la scienza non sia una fede, ma perchè anche le fedi, come gli infiniti matematici, hanno una loro gerarchia razionale e senza quella gerarchia saremmo ancora all'età della pietra.
#7693
Tematiche Spirituali / Re:coscienza: cos'è ?
12 Gennaio 2019, 09:12:29 AM
Citazione di: davintro il 12 Gennaio 2019, 00:44:02 AM
per Ipazia

per essenza intendo l'idea di qualcosa che risponde alla domanda sul suo senso, sul "cosa è", sul "quid", che resta tale indipendentemente dalle circostanze empiriche in cui si fa esistente, Il piano dell'essenza è inattingibile per ogni ricerca empirica, che delimiterebbe i suoi risultati all'interno della particolarità della situazione in cui la ricerca è stata effettuata, può essere raggiunto solo quando al corso naturale della nostra esperienza della cosa si attua un setaccio critico che spogli il vissuto dagli elementi dubitabili, accidentali, per far emergere la struttura della cosa che la caratterizza in ogni possibile contesto in cui si dà, e questo coglimento della struttura universale è ciò che poi consente le definizioni delle cose, che per l'appunto colgono le cose nel complesso di ogni loro possibile determinazione storica: se non avessimo in un certo modo un intuizione dell'essenza del rosso, non potremmo nemmeno concepirne la definizione, la parola segnica "rosso", che per l'appunto vale per tutti i "rossi" possibili. Nel caso qua in questione, la coscienza, direi che l'atteggiamento empirico, inadeguato a coglierne l'essenza, sarebbe quello di chi ritiene di poterla trattare e concepirne le varie implicazioni e caratteristiche partendo dall'osservazione delle determinate forme di vita in cui riteniamo sia presente, ad esempio l'essere umano, caratteristiche effettivamente presenti nella singola forma di vita che osserviamo, ma che non è detto debba necessariamente accompagnare la coscienza, in ogni possibile circostanza in cui essa si dà, mentre l'atteggiamento davvero adeguato a coglierne l'essenza sarebbe quello rigorosamente analitico, nel quale l'intuizione della coscienza viene il possibile isolata dal complesso di elementi all'interno del quale si rende presente, per poterla pensare nel suo livello di indipendenza rispetto a tutto ciò che è altro da se stessa, allo stesso modo per il quale quando si desidera, ascoltando un'orchestra, focalizzare l'attenzione sul suono di un singolo strumento, lo "isoliamo" mentalmente dal resto dei suoni, mettendo tra parentesi (epoche fenomenologica) i suoni di tutti gli altri strumenti, far finta che non esistano: quanto più riusciamo a farlo tanto più avremmo colto l'essenza del singolo suono che ci interessa, che poi resterebbe lo stesso in ogni altro tipo di contesto in cui si manifesta e in cui poi dunque potremmo sempre riconoscerlo.

Non ho mai voluto qua parlare di "superiorità" o "inferiorità", essendo categorie valoriali, per cercare di attenermi a un piano puramente descrittivo e slegato da giudizi morali.

D'accordo sull'essenza. Corrisponde all'idea originaria degli universali di Platone ed è un concetto assai utile per sistematizzare la realtà. L'essenza di una cosa è quel concetto che quando io lo dico tutti capiscono di cosa si tratta. Se dico cane, si capisce cane, tanto nella sostanza empirica che nel concetto semantico che l'ha generalizzata. Ma "coscienza" è un tantino più difficile ridurla ad un universale condiviso. Probabilmente anche "empirico" non è un universale condiviso, visto che per alcuni non vi è possibilità di conoscenza che ne possa prescindere, mentre altri rimandano a forme di sapere indipendenti dall'esperienza empirica. Si potrebbe lasciare un bambino in balia della foresta e vedere, se sopravvive, che coscienza ha sviluppato. Ma a parte la scarsa eticità dell'esperimento, vi è il problema che esso sarebbe del tutto empirico. Insomma, non vedo una via d'uscita logica tra chi ritiene la coscienza un elaboratissimo, perfino trascendentale, prodotto dell'esperienza immanente di organismi biologici - analizzabile nelle sue più recondite sfumature e specificità con unico limite l'intelligenza umana - e chi vi vede il segno di una trascendenza sovrannaturale.
#7694
Citazione di: sgiombo il 11 Gennaio 2019, 16:38:55 PM
Non ho mai negato quanto scrivi qui, con cui concordo (malgrado non mi piaccia l' espressione "costante antropologica" che varia in funzione del sacrificio contenuto nel "tempo antropologico"; che preferisco chiamare "tempo soggettivo" o "mentalmente, e dunque soggettivamente percepito"). SE vai a rileggerti con attenzione quanto da me scritto a cui qui pretenderesti di obiettare, troverai che non ho mai negato la realtà del tempo soggettivo mentale stesso ma ne ho solo evidenziato le differenza dal tempo fisico - materiale intersoggettivo, confonderlo col quale é un grossolano errore e porta a credenze false. Non riesco proprio a capire in che senso "non ci saremmo proprio"!

Perchè non si tratta di correggere un errore da maestrina ma proprio di differente prospettiva ideologica. Ridurre il tempo antropologico a tempo soggettivo significa ricacciare l'umano nel divide et impera del tempo cronometrato del marcatempi padronale. La "costante temporale antropologica" corregge questa impostanzione del tempo parametrato solo sullo sfruttamento umano. E venne applicata molto empiricamente dai bolscevichi nelle forme che ho detto e pure in quelle che tu hai riportato:

Citazione
Non ho documentazione sottomano e non ho tempo e voglia di mettermi a scartabellare, ma a me risulta invece che (salvo forse nella breve parentesi del "comunismo di guerra", rapidamente superata) i Bolscevichi cercassero di applicare quanto meglio possibile il principio socialista "da ciascuno secondo le sue capacità, a ciascuno secondo il suo lavoro i suoi bisogni", attribuendo al lavoro stesso tanto maggiore valore quanto più fosse complesso (di fatto quasi sempre questo é il caso di lavori richiedenti piuttosto intelligenza, ragionamenti, pensiero, conoscenze tecniche che "forza bruta" o capacità di faticare fisicamente), in quanto ceteris paribus richiedente in ultima analisi più tempo la realizzazione - ripristino della forza-lavoro necessaria per erogarlo.

Ho corretto la tua citazione di Marx perchè il travisamento ne nascondeva il significato: i bisogni sono uguali, all'incirca, per tutti. Le capacità e il lavoro invece sono diversi. Ma sono diversi anche da come li intende la (non)etica capitalistica che nel calcolo del valore quantifica le capacità e il lavoro in maniera che non può essere la stessa di una società socialista. Altrimenti non vedo che differenza ci sarebbe tra i due modelli sociali. In effetti i lavoratori "professionali" sovietici si lamentavano di questa loro omologazione retributiva ai lavori ritenuti più umili, ma più faticosi e pericolosi. Dimostrando con ciò che una società comunista richiede davvero livelli assai avanzati di sviluppo tecnoscientifico lavorativo per essere digeribile per tutti, riducendo la componente sacrificale ed aumentando quella partecipativa intellettuale.

Citazione
Gli stessi stakanovisti erano apprezzati e premiati moralmente e materialmente non tanto in proporzione alla la fatica fisica che facevano quanto all' ingegnosità delle innovazioni tecniche in grado di aumentare la produttività del lavoro che realizzavano. Anche se ovviamente i Bolscevichi cercavano anche sempre di tener conto pure della fatica fisica, come in generale dei "sacrifici", della "durezza" del lavoro (non necessariamente di tipo "materiale", ma anche per esempio il fatto di svolgerlo in località remote e dal clima inclemente, la necessità di comprendere turni notturni e festivi, ecc. indipendentemente dal carattere prevalentemente manuale o mentale del lavoro stesso).

Tutto giustissimo. Infatti alla fine, oltre allo stato, dovrebbe scomparire pure la distinzione tra lavoro manuale e intellettuale. Engels dice che dovremmo essere tutti un po' carrettieri e un po' architetti. L'umanizzazione del lavoro manuale implica anche la valorizzazione intellettuale del lavoratore che diventa progettista di ciò che produce e, d'altro canto, anche il lavoro intellettuale tradizionale ha i suoi carichi di routinaria fatica. Basti pensare allo stress di medici e insegnanti. Quindi direi che la correzione del tempo antropologico da applicarsi al sacrificio fondante del lavoro richiede grande abilità scientifica. Ma ne vale la pena nel mondo liberato dell'homo faber, anche se è più complicato che inventare titoli tossici e fare previsioni borsistiche.

Ritornerei ai contenuti del libro che limita la questione tempo alla fisica laddove, come spiegava chiaramente Apeiron, non esistono rette euclidee e tempi cronometrici, ma linee curve e tempi relativistici che scompaiono del tutto in certi fenomeni quantistici. In particolare in vicinanza dello 0 K, laddove la tecnoscienza ci permette di vedere immagini di bellezza assoluta come questa, con i suoi atomi, legami e nubi elettroniche in bella evidenza. C'è molto trucco, ma non inganno. Oltre al sognante Kekulè, penso che anche il Platone di Apeiron sarebbe soddisfatto di vedere finalmente le sue forme geometriche ideali. Ma basta allontanarsi di poco dalla morte termica perchè scompaiano. E la realtà torni, col suo divenire, ad apparirci tanto diversa.
.
#7695
Tematiche Culturali e Sociali / Re:Facoltà e diritti
11 Gennaio 2019, 17:26:47 PM
Citazione di: Jacopus il 10 Gennaio 2019, 18:01:01 PM
Non lo collegherei al '68, questo classico capro espiatorio passpartout. L'espansione dei diritti è un fenomeno più antico. Il 68 è stato il corrispettivo del Cambriano per la vita: una esplosione di nuovi diritti, molti dei quali hanno rinnovato l'italia in modo sensazionale per un paese tendenzialmente conservatore fino al masochismo. Basti pensare al diritto al divorzio, l'abolizione del delitto d'onore, lo statuto dei lavoratori, il sistema sanitario nazionale, le regioni, l'ordinamento penitenziario, fino a quei diritti più controversi, aborto e abolizione dei manicomi.
L'espansione dei diritti nasce dalla consapevolezza che in fondo siamo tutti uguali, almeno rispetto ad una base minima condivisa, che tendera' ad alzarsi o abbassarsi a seconda della situazione politica ed economica. Molto più del 68 si deve ringraziare il 76, il 1776, e la successiva costituzione americana che sancisce il diritto alla felicità.
Un altra sospetta è la scienza e il suo sicario, la tecnologia. Come per i diritti, indagata anche per aver illuso l'umanità nella possibilità di spiegare e prevenire tutta una serie di fenomeni, dalle inondazioni, ai terremoti, dalle rapine agli ictus, fino a quel vaso di fiori, che cadendo su una testa ha impedito al detentore di quella stessa di rivendicare tutti i diritti di cui avrebbe creduto di aver diritto.
Tanti diritti in sostanza possono indicare:
A) una società ipocrita, dove ai proclami non consegue la loro realizzazione;
B) una società realistica, che tenta di adeguare ciò che definisce diritto con ciò che si può fare realmente.
C) Una società parassitizzata, da chi attraverso supposti diritti vive alle spalle di chi ancora non concepisce il diritto come un ente assistenziale.
D) Una società delirante, che crede di creare la realtà attraverso l'emanazione di leggi e circolari.
E) Una combinazione dei precedenti punti.

Concordo quasi su tutto. In particolare con l'elenco finale che esalta la storicità del concetto di diritto e delle sue mistificazioni. Mi lascia perplessa l'ironia, non so quanto, sulla scienza e la sua "sicaria". Semmai la panacea che segue è dovuta a chi parassita ideologicamente scienza e tecnica, al tecnoscientismo.